VACCINARE I GIOVANI E' IMMORALE (OLTRE CHE PERICOLOSO PER LA LORO SALUTE)
La vaccinazione di massa prende di mira i minorenni senza supporto scientifico e con il ricatto della perdita della libertà (in questo il Comitato Nazionale di Bioetica aiuta il governo)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LA EX PRESIDENTE DI PLANNED PARENTHOOD RIVELA GLI ORRORI DEL COLOSSO ABORTISTA
La vicenda di Leana Wen ricorda quella di Abby Johnson raccontata nel film Unplanned (VIDEO: Colonna sonora di Unplanned con sottotitoli in italiano)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
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LO SCANDALO DEL RAVE PARTY: UN MORTO, STUPRI, FURTI, DROGA LIBERA
Nessun intervento preventivo per il ritrovo abusivo di migliaia di giovani da parte delle autorità, che invece controllano i comuni cittadini che non rispettano le irragionevoli regole anti-Covid
Autore: Emanuele Boffi - Fonte: Tempi
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FIDANZATE DI PAPA'
Un solido attaccamento e una sana intimità con il padre ha un grande impatto sulla capacità della figlia di relazionarsi bene con i maschi nella sua vita
Autore: Teresa Moro - Fonte: Provita & Famiglia
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TORNARE AL NON EXPEDIT: PER UN CATTOLICO OGGI NON HA PIU' SENSO ANDARE A VOTARE
Covid e vaccinazione hanno mostrato il volto totalitario dello Stato: partecipare alle elezioni può dargli una legittimazione per cui si potrebbe diventare complici anche senza volerlo
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL MIGLIOR MODELLO DI EROE E' QUELLO MEDIOEVALE
Analizziamo le figure di Parsifal, della saga bretone, che ha il compito di ricercare il Sacro Graal e quella di Frodo, l'hobbit che deve distruggere l'anello del potere (VIDEO: Discorso di Sam a Frodo)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri
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LA RESISTENZA AI DIKTAT LGBT VIENE DA EST
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): muore Gino Strada fondatore di Emergency e sostenitore dei gay, nessuna sanzione per i calciatori pro LGBT, se dici che un uomo non può rimanere incinto Twitter ti censura
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
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OMELIA XXII DOM. T.O. - ANNO B (Mc7,1-8.14-15.21-23)
Dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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VACCINARE I GIOVANI E' IMMORALE (OLTRE CHE PERICOLOSO PER LA LORO SALUTE)
La vaccinazione di massa prende di mira i minorenni senza supporto scientifico e con il ricatto della perdita della libertà (in questo il Comitato Nazionale di Bioetica aiuta il governo)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-08-2021
Le attuali politiche governative sulla vaccinazione di massa da tempo prendono di mira i minorenni e forti pressioni vorrebbero coinvolgere anche i bambini. Vaccinare i minori sembra sia diventata la priorità per la lotta al virus. Su questo punto la Dottrina sociale della Chiesa esprime la sua forte avversità dato che riscontra in queste politiche l'azione di principi contrari al bene comune. Quando ha cominciato a diffondersi l'idea di vaccinare i minorenni, molti avevano fatto presente l'illiceità morale e politica della cosa. I motivi erano tanti e tutti importanti. Prima di tutto: c'era una documentazione certa della gravità del rischio cui si sarebbe andati incontro non vaccinandosi? Non c'era. Anzi, i dati documentavano il contrario certificando che il rischio epidemiologico tra i giovani è bassissimo. Il dovere morale di sottoporsi a vaccinazione esiste solo davanti ad un gravissimo pericolo incombente, che per i giovani non esisteva quando si cominciò a parlare della loro necessaria vaccinazione e non esiste tuttora.
UN PRINCIPIO MORALMENTE INACCETTABILE A questo punto si è tirata fuori l'altra idea: anche se non c'è rischio diretto e personale grave, i giovani devono essere comunque vaccinati per ridurre e impedire la diffusione del virus, ossia per esigenze di etica pubblica. Ma questo principio è moralmente inaccettabile per due motivi strettamente collegati tra loro. L'intervento sanitario deve procurare un bene per la persona soggetta a tale intervento. Altri motivi, chiamiamoli di "salute pubblica", non possono giustificare un intervento sulla persona se tale intervento anche non procura un bene alla persona, ma invece procura un danno oppure la sottopone ad un rischio ingiustificato. Tanto più il principio vale se il cosiddetto vaccino che viene inoculato è ancora in fase sperimentale, per la cui cosa il danno e il rischio grave non si possono escludere in modo assoluto. La persona non può essere strumento del bene pubblico, il giovane non bisognoso per sé del vaccino, non può quindi essere vaccinato per garantire la salute altrui, a maggior ragione quando non ci sono nemmeno dati che confermano che il suo sacrificio possa veramente essere utile.. Questo conduce al secondo principio: non ci può essere contrasto tra il bene comune e il bene della singola persona. Questo è stato sempre insegnato dalla Dottrina sociale della Chiesa, in accordo con la filosofia e la teologia politica cattolica. Non è etico sacrificare qualcuno per il bene di altri, o della maggioranza. Il rapporto tra la società e la persona è il rapporto di un tutto con un altro tutto. Il bene comune non è un bene superiore a quello delle singole persone, ma coincide con il bene di ogni singola persona.
BENE COMUNE E BENE PUBBLICO Dietro a questo equivoco sta la confusione tra bene comune e bene pubblico. Il primo è un bene qualitativo ed etico che riguarda ogni singola persona della comunità politica, il secondo è un bene quantitativo che può riguardare alcuni, la maggioranza o anche tutti i cittadini ma come somma del loro benessere individuale. Il primo ha come componente (ma non essenziale) anche il bene sanitario, il secondo ritiene invece essenziale il bene sanitario inteso come quello stabilito dal potere politico (spesso a servizio di quello economico). L'obiettivo di vaccinare tutti i minori viene perseguito dal potere politico in vari modi. Il primo modo è propagandistico e consiste nei veicolare tramite i media di Stato e i testimonial del jet set l'idea del dovere civico per proteggere i cosiddetti soggetti deboli dal contagio. Il secondo consiste nel ricatto del Green Pass, impedendo varie attività a chi non è vaccinato e quindi obbligando senza obbligare. Ad un possibile terzo modo ha dato il proprio contributo il recente parere del Comitato Nazionale di Bioetica sostenendo il diritto del minore di vaccinarsi anche contro il parere dei genitori o di chi detiene la patria potestà. In questo modo si è valorizzata l'autodeterminazione del giovane. Egli crede di autodeterminarsi mentre invece è eterodeterminato dalla propaganda e dalle pressioni dirette e indirette.
Nota di BastaBugie:Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "Tra vaccino e mamma e papà: mistificazioni e false libertà" risponde ad Assuntina Morresi, componente del Comitato Nazionale di Bioetica che si dichiara cattolica, ma difende i principi contrari alla Dottrina Sociale della Chiesa esposti nel precedente articolo. Ecco la risposta del direttore Cascioli pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 agosto 2021: Cara Morresi, [...] la sua lettera ci dà l'occasione di chiarire alcuni punti fondamentali della questione "vaccini e adolescenti". Perché prima del favor vitae, c'è un altro principio, quello di realtà, ovvero stabilire se il trattamento proposto sia adeguato alla condizione fisica della persona e valutare anche le circostanze non prettamente sanitarie che possono influenzare la decisione. E qui ci sono almeno tre punti critici da valutare. 1) IL VACCINO NON È UN SALVAVITA Dal punto di vista sanitario, lei dà per scontato che il vaccino sia un "salvavita", assunzione del tutto arbitraria sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista statistico-sociale. Sappiamo benissimo che la discussione scientifica è aperta sul tema e che altri paesi sconsigliano apertamente la vaccinazione dei minori se non in situazioni di particolari fragilità. Questo anche per le possibili conseguenze, anche sul lungo termine, che certi vaccini possono avere e per cui non ci sono al momento risposte, mentre si moltiplicano casi di cronaca di morti "sospette" che dovrebbero comunque indurre alla prudenza. Inoltre, inutile ricordare che c'è la possibilità di terapie precoci che anche negli adulti abbassano notevolmente la probabilità di esiti letali della malattia Covid. E a questo si deve poi aggiungere che - lo sappiamo tutti - la mortalità degli adolescenti dovuta al Covid è prossima allo zero assoluto. Piuttosto sarebbe bene preoccuparsi della mortalità degli adolescenti dovuta ai suicidi da lockdown. Si può legittimamente decidere di vaccinarsi, ma spacciare il vaccino per un salvavita è una mistificazione inaccettabile. 2) I GIOVANI VOGLIONO LA LIBERTÀ, NON IL VACCINO Allargando il discorso al contesto, non si può far finta che il dilemma sul vaccino sia solo dal punto di vista etico-sanitario. Guardiamo la realtà: perché gli adolescenti desiderano vaccinarsi, magari contro il volere dei genitori? Chi ha avuto modo di essere in contatto con i giovani lo sa: la stragrande maggioranza lo vuole non per tutelare la salute ma per ottenere la "libertà". Ne fa cenno anche il documento del CNB. Ci si vaccina cedendo al ricatto imposto dal governo: niente divertimenti, niente vacanze all'estero (e anche in certi posti italiani), niente piscine e palestre, niente stadio, cinema e quant'altro. E infine, niente scuola in presenza (è la spada di Damocle che viene costantemente evocata). Nell'avallare questo ricatto il CNB si prende anche la responsabilità di affermare un concetto distorto di libertà, ridotta alla possibilità di accedere in alcuni luoghi. Ma soprattutto si prende la responsabilità di creare una nuova categoria di giovani emarginati e discriminati, privati di una vita sociale, come già è evidente che accada. E lo ripeto: senza una sola ragione scientifica o sanitaria che giustifichi questo ricatto. 3) L'AUTODETERMINAZIONE DEI MINORI FAVORISCE CHI VUOLE DISTRUGGERE LA FAMIGLIA Infine c'è un'altra questione, non strettamente legata al Covid, ma comunque non meno inquietante. Da almeno trenta anni c'è una lobby internazionale che, allo scopo di promuovere aborto e contraccezione nonché altre ideologie tese a distruggere la famiglia, teorizza l'autodeterminazione dei minori contro la potestà dei genitori. Sempre con il pretesto dei motivi sanitari oppure per il rispetto dei diritti umani. Ricordo che questo è un cardine delle campagne abortiste (in nome della salute riproduttiva) riccamente finanziate e spinte dalle agenzie ONU. Ma è anche un cardine della propaganda dell'ideologia gender: guarda caso è un tema che è parte integrante del ddl Zan sull'omotransfobia, e purtroppo è quello che già accade. "Anche senza il consenso dei genitori" è la parola d'ordine di questo movimento. Spenderla per favorire un vaccino che non è "salvavita", non fa altro che portare acqua - anche se involontariamente - al mulino di chi vuole distruggere la famiglia. Mi stupisco, cara Morresi, che a lei sempre così attenta a queste tematiche sfugga questo aspetto.
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DOSSIER "CORONAVIRUS" Sì alla prudenza, no al panico Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-08-2021
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LA EX PRESIDENTE DI PLANNED PARENTHOOD RIVELA GLI ORRORI DEL COLOSSO ABORTISTA
La vicenda di Leana Wen ricorda quella di Abby Johnson raccontata nel film Unplanned (VIDEO: Colonna sonora di Unplanned con sottotitoli in italiano)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 30 luglio 2021
«Devi dire "aborto" in ogni intervista». Sono le indicazioni o, meglio, le pressioni che riceveva la dottoressa Leana Wen, che è stata per otto mesi nientemeno che alla presidenza del colosso abortista Planned Parenthood. A rivelarlo, è stata lei stessa nel suo nuovo libro, Lifelines: A Doctor's Journey in the Fight for Public Health (Metropolitan Books, 2021). In questo testo, la donna ha infatti riferito come, a seguito di alcune sue comparsate televisive, lo staff di Planned Parenthood fosse scontento proprio per questo, e cioè perché la Wen - coerentemente con la sua visione dell'organizzazione - si soffermasse a parlare di assistenza sanitaria, screening, farmaci.
LA PROSSIMA VOLTA ASSICURATI DI PARLARE DI ABORTO Tutti temi che però ai vertici di PP interessavano e interessano, sì, ma fino ad un certo punto, come provano appunto i commenti che la Wen si sentiva rivolgere: «La prossima volta assicurati di parlare di aborto», «devi fare meglio», «parla di aborto ad ogni intervista con i media». Ora, questi aneddoti son particolarmente preziosi perché consentono di svolgere almeno due considerazioni importanti, la prima relativa a Planned Parenthood, la seconda invece rispetto al funzionamento dei media e al loro orientamento abortista. Iniziando con Planned Parenthood, c'è da dire che la vicenda di Leana Wen, a ben vedere, ricorda un po' quella di Abby Johnson. Anche quest'ultima, infatti, come raccontato nel bel film Unplanned (2019) - in arrivo, tradotto, anche in Italia - stava facendo rapidamente carriera nell'organizzazione di «salute riproduttiva» quando, con sua stessa amara sorpresa, si è accorta che non doveva occuparsi "anche" di aborto ma "soprattutto" di aborto: e non per evitarli, come ingenuamente credeva, bensì per promuoverli, in quanto fonte di business per Planned Parenthood. Quel «parla sempre di aborto» intimato alla Wen pare insomma un film già visto, in tutti i sensi.
LA PROPAGANDA DEI MEDIA La seconda considerazione che le rivelazioni dell'ex guida di PP ispirano riguarda invece il funzionamento dei media, che in realtà da oltre un secolo sono utilizzati per promuovere l'aborto. Abbiamo infatti notizia di come già i primi promotori dell'aborto di Stato - i sovietici - facessero ampio uso dell'organo ufficiale del partito, la Pravda, per convincere la popolazione ad avvalersi di quella pratica che, decenni dopo, sarebbe diventata «interruzione volontaria di gravidanza». A seguire, come ebbe a confessare una star pentita dell'abortismo, il dottor Bernard Nathanson, anche negli Usa chi voleva legalizzare la soppressione prenatale si è avvalso dei media. Venendo invece alle interviste - ovvero le situazioni in cui Leana Wen di aborto non parlava abbastanza -, c'è da dire che la cultura dominante si serve anche di esse per veicolare la propria posizione ideologica. Come? Rispetto al tema della vita nascente, le strategie più comuni - e che anche nell'intervista si possono utilizzare - riguardano l'indirizzo della discussione sui massimi sistemi: il progresso, i diritti civili, l'autodeterminazione della donna, la libertà, la civiltà che avanza. Insomma, l'importante è che si parli di tutto, ma proprio di tutto, fuorché di lui, il figlio concepito e non ancora nato. Che una tattica vincente sia questa lo si è visto, non negli Usa ma in Italia, in occasione del referendum parzialmente abrogativo del 1981. «Grazie all'instancabile opera di stravolgimento dovuta a solerti schiere di intellettuali, giornalisti e politici», ricorda infatti il giornalista Aldo Maria Valli nel suo libro La verità di carta (Ares, 1986), «lo scontro si spostò subito sull'incerto terreno dei massimi sistemi: la libertà, la democrazia, il progresso, la civiltà. Col risultato che, alla fin fine, dell'unico uomo davvero in questione, ovvero la persona concepita, si ricordarono in pochissimi». Sui media l'abortismo preferisce dunque o virare sui massimi sistemi oppure sul tema dell'aborto - presentato come «interruzione volontaria di gravidanza» -, ma del concepito no, di costui non bisogna assolutamente parlare. Perché altrimenti la gente potrebbe fiutare l'inganno manipolatorio e poi perché, per così dire, strategia che vince non si cambia.
Nota di BastaBugie: qui sotto puoi ascoltare la canzone di Matthew West tratta dalla colonna sonora del film Unplanned. Per scoprire tutto sul film Unplanned, sulla storia di Abby Johnson, vedere il trailer e molto altro, clicca qui!
https://www.youtube.com/watch?v=k2bpbHzYx70
UNPLANNED di Matthew West (traduzione in italiano a cura di BastaBugie)
I'm looking at a masterpiece, I'm staring at a work of art Sto guardando un capolavoro, sto fissando un'opera d'arte I'm listening to a symphony, in every beat of your tiny heart Sto ascoltando una sinfonia, in ogni battito del tuo piccolo cuore You used to be a choice to make, but now I think you've chosen me Eri una scelta da fare, ma ora penso che tu abbia scelto me 'Cause I see ten fingers, ten toes, two eyes, and I know this is meant to be Perché io vedo dieci dita delle mani, dieci dita dei piedi, due occhi, e so cosa questo significa Oh, I don't believe in accidents, miracles they don't just happen by chance Oh, non credo nel caso, i miracoli non accadono per caso As long as my God holds the world in His hands Finché il mio Dio tiene il mondo nelle sue mani I know that there's no such thing as unplanned So che non c'è niente di non programmato
Broken turns to beautiful, I see you right before my eyes Le cose distrutte diventano belle, ti vedo proprio davanti ai miei occhi And every single breath you breathe is destiny love has brought to life E ogni singolo respiro che respiri è il destino che l'amore ha portato alla vita I thought it was my story's end, but now the future's all I see Credevo che fosse la fine della mia storia, ma ora tutto ciò che vedo è il futuro Instead of asking who you might have been, I'm wondering who you're gonna be Invece di chiedere chi saresti potuto essere, mi chiedo chi diventerai 'Cause I don't believe in accidents, miracles they don't just happen by chance Perché non credo nel caso, i miracoli non accadono per caso As long as my God holds the world in his hands Finché il mio Dio tiene il mondo nelle sue mani I know that there's no such thing as unplanned So che non c'è niente di non programmato
Every life deserves a voice, every child deserves a chance Ogni vita merita una voce, ogni bambino merita una possibilità You are more than just a choice, there's no such thing as unplanned Tu sei più di una semplice scelta, non c'è niente di non programmato
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DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO" La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: Sito del Timone, 30 luglio 2021
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LO SCANDALO DEL RAVE PARTY: UN MORTO, STUPRI, FURTI, DROGA LIBERA
Nessun intervento preventivo per il ritrovo abusivo di migliaia di giovani da parte delle autorità, che invece controllano i comuni cittadini che non rispettano le irragionevoli regole anti-Covid
Autore: Emanuele Boffi - Fonte: Tempi, 20 agosto 2021
È più che giustificata l'indignazione per il rave party presso Valentano, località viterbese occupata abusivamente per una settimana da poco meno di 10 mila "fattoni" provenienti da tutta Europa. Come ha raccontato il proprietario del campo dove si sono dati appuntamento migliaia di ragazzi coi loro camper, le loro casse per la musica, le loro droghe, «sono entrati nei capannoni a rubare le batterie dei trattori, hanno aizzato i cani contro le pecore, hanno defecato, come ho visto fare a una ragazza, in mezzo a una strada di campagna, così, davanti a tutti». Un uomo è stato trovato morto a sette metri di profondità nel lago di Mezzano, una ragazza ha partorito, due sono state stuprate, decine di giovani sono finiti all'ospedale in coma etilico, a un contadino è stato rubato un pick up, molti supermercati della zona sono stati saccheggiati, le farmacie hanno finito le siringhe. Si teme sia scoppiato un focolaio Covid, i turisti della zona sono fuggiti, i ragazzi se ne sono andati solo quando «sono finiti alcol e droga». Insomma, un disastro, cui le autorità hanno lasciato spazio nel timore che un intervento avrebbe provocato ingestibili scontri. L'indignazione, quindi, è più che giustificata, viste anche le norme stringenti cui in tutta Italia s'è costretti a vivere, ma, sebbene comprensibile, porta poco lontano. Fatto lo sgombero dei "fattoni", risolto il problema? Solo momentaneamente, fino al prossimo rave, fino al prossimo raduno. Interessante è stato leggere quel che ha scritto su Libero Carlo Giovanardi, che, tra il 2008 e il 2011, ha avuto all'interno del governo Berlusconi la delega alle politiche antidroga: «Avevo introdotto tramite il Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio diretto dal Prof Giovanni Serpelloni, il Sistema Nazionale di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe». Il Dipartimento aveva, tra gli altri compiti, quello di prevenire tali raduni: «In quel periodo vennero individuati 116 eventi musicali illegali, promozionati on line: 39 di questi sono stati impediti, cioè fermati prima che si svolgessero, 25 sono stati gestiti in loco con l'intervento delle forze dell'ordine, 38 si sono svolti malgrado la segnalazione, su 11 si attendevano riscontri. Complessivamente in quei tre anni erano stati individuati cinquantaquattro siti web in lingua italiana con il server localizzato all'interno dei confini nazionali, segnalate 426 pagine web, rimossi 27 annunci, oscurati 38 siti web e chiuse novantatré pagine dei siti internet». Il Dipartimento - ha denunciato Giovanardi - è stato successivamente smantellato. «Purtroppo i cittadini italiani si accorgono dei danni prodotti dal "partito dello spinello" e dai suoi sostenitori soltanto quando ne pagano direttamente le conseguenze». Il problema più grave, però, non è nemmeno questo. La questione decisiva è invece cosa fare con ognuno di quei diecimila ragazzi che, come ha raccontato uno di loro al Corriere, sono andati a Valentano perché «gli garba drogarsi». A questo buco nero esistenziale che brucia le vite di questi ragazzi come si risponde? [...] Che a Valentano quasi diecimila ragazzi si stessero autodistruggendo, barcollando come zombie davanti ad amplificatori con la musica a palla, pareva l'ultima delle emergenze in ordine di priorità. Invece dovrebbe essere il punto numero uno della nostra agenda d'intervento. C'è un lungo lavoro da fare con qui diecimila cui "garba drogarsi"; altrimenti ci stiamo illudendo che con lo sgombero abbiamo risolto il problema (almeno fino al prossimo). Nota di BastaBugie: Ruben Razzante nell'articolo seguente dal titolo "Trattativa Stato-rave party. Il mondo alla rovescia" commenta il ritrovo abusivo di migliaia di giovani con lo scopo dell'autodistruzione, senza nessun intervento preventivo da parte delle autorità. Che invece si attivano quando i comuni cittadini non rispettano le regole anti-Covid, anche se irragionevoli. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 20 agosto 2021: Guardare i telegiornali nelle ultime ore è assai istruttivo e dà la dimensione del mondo alla rovescia nel quale stiamo vivendo nell'era Covid. Diritti di libertà calpestati, soprusi all'ordine del giorno e incertezza permanente su cosa le autorità considerino bene pubblico. Il commento ricorrente di fronte alle immagini della tragedia dell'Afghanistan è fin troppo banale: i talebani moriranno tutti di Covid visto che girano senza mascherina e senza alcun distanziamento; esattamente come gli afgani che scappano dal nuovo regime senza preoccuparsi dei contagi e puntando a fuggire dal loro Stato per paura di essere giustiziati. Quindi moriranno anche loro di Covid? Si vedrà nelle prossime ore quale impatto avranno avuto sulla salute di quelle popolazioni gli incalcolabili e costanti assembramenti di questi giorni. Ma restando alla situazione italiana, si fa fatica a capire perché le autorità non siano riuscite a far nulla per far sospendere immediatamente il rave party iniziato nella notte tra il 13 e il 14 agosto vicino al lago di Mezzano, nel Viterbese. Il raduno abusivo, in spazi pubblici e privati, è durato ben sei giorni. I partecipanti, circa 10mila, si sono assembrati, hanno consumato alcool, hanno ballato e prodotto rifiuti lasciati poi nel terreno e c'è stato anche un morto, un ragazzo di 24 anni. Altri due partecipanti sono stati ricoverati in stato di agitazione negli ospedali di Pitigliano e di Grosseto. I medici stanno cercando di capire la causa clinica delle patologie. Ci sono state anche due denunce per violenza sessuale. Ma nel frattempo una domanda sorge spontanea: tra quei 10mila non c'erano positivi al Covid? Il Covid in quell'area non esisteva? Non esiste il rischio che ora i partecipanti possano portare il virus in tutta Italia e all'estero, visto che provenivano anche da altri Stati? Surreale che si siano dovute fare addirittura delle trattative tra lo Stato e un gruppo di balordi sprezzanti delle leggi. Se l'emergenza Covid impone davvero sospensioni delle libertà democratiche per finalità superiori come la tutela della salute, non si capisce perché non si sia potuto sospendere fin da subito la libertà di riunione in un contesto certamente pericoloso per la salute e la sicurezza pubbliche. Il ripristino della legalità non sarebbe dovuto avvenire dopo sei giorni ma immediatamente. L'area occupata andava sgomberata senza andare per il sottile. Tanto più che si trattava di un evento abbondantemente annunciato e che si ripete ogni anno. La salute pubblica e il rischio contagi avrebbero giustificato ogni intervento delle autorità. E invece il deflusso dei ragazzi è iniziato solo 5 giorni dopo, perché il cibo scarseggiava. Lo Stato di diritto ha perso un'altra occasione per poter riaffermare la sua autorevolezza. Un episodio davvero riprovevole che rimanda ad altre situazioni paradossali, in particolare quella degli immigrati che continuano a sbarcare sulle coste italiane spesso senza i dovuti controlli anti-Covid, disperdendosi sul territorio italiano. Il pugno di ferro, invece, le autorità lo usano con i cittadini che vorrebbero una ragionevole flessibilità nell'applicazione di alcune regole. E invece si ritrovano ad essere vessati per comportamenti che non hanno nulla di pericoloso per la salute pubblica. Il caos del green pass obbligatorio nelle mense ne è la riprova. Lavorare gomito a gomito in ufficio non comporta rischi di contagio, mentre consumare il pasto in mensa sì: questa sembrerebbe la logica delle assurde disposizioni vigenti, che finiscono per esasperare l'opinione pubblica. La ricorrente e sistematica attitudine di chi governa a scaricare sui cittadini le inadempienze e le incapacità mostrate per mesi nella gestione della pandemia mette sempre seriamente a rischio il patto sociale e alimenta dubbi sulla efficacia delle scelte sin qui operate dalle istituzioni in materia di Covid. D'altronde la cronistoria della pandemia ha sempre offerto perle di follia come la rincorsa ai runner sulla spiaggia con l'ausilio dei droni. La sensatezza delle disposizioni di legge le renderebbe più facilmente digeribili e applicabili e rafforzerebbe la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Al contrario, l'utilizzo miope del potere fondato sulla paura non produce frutti, neppure in termini di difesa della salute. L'evoluzione della pandemia evidentemente non ha insegnato ancora nulla.
Fonte: Tempi, 20 agosto 2021
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FIDANZATE DI PAPA'
Un solido attaccamento e una sana intimità con il padre ha un grande impatto sulla capacità della figlia di relazionarsi bene con i maschi nella sua vita
Autore: Teresa Moro - Fonte: Provita & Famiglia, 24 agosto 2021
Il sentire comune lo afferma da tempo: il legame che c'è tra un padre e una figlia è spesso molto forte e importante, come d'altronde si sostiene esserlo quello tra una mamma e un figlio. Una questione, questa, oramai avvalorata anche dalla scienza, la quale per esempio - scrive il professor Timothy Rarick su Institute for Family Studies - riconosce che «i padri hanno un profondo impatto sull'immagine corporea delle loro figlie, sulla depressione clinica, sui disturbi alimentari, sulla loro autostima e soddisfazione di vita», etc. Tuttavia, in tutto questo c'è un aspetto ancora poco studiato, nonostante il suo impatto sui singoli e sulla società nel suo complesso: il fatto che la relazione padre-figlia risulta essere determinante nelle scelte che le giovani donne fanno a livello di sessualità e di relazioni sentimentali. In quali termini? Beh, dagli studi emerge che le giovani che hanno potuto godere di una sana relazione paterna - ancora più se fondata su una comunicazione aperta, su un clima di fiducia e su un bilanciato contatto anche fisico - mostrano di avere una sorta di protezione rispetto a una iniziazione sessuale precoce, a comportamenti sessuali rischiosi, a gravidanze non desiderate e a violenze negli appuntamenti. «Purtroppo», afferma ancora Rarick, «molte ragazze adolescenti nel nostro mondo occidentale iper-sessualizzato, oggi si trovano in una tragica situazione. Le condizioni nella nostra cultura di sfrenata mancanza di padri e di promiscuità sessuale sono incompatibili con la formazione di relazioni sicure e sane con i ragazzi, nonché con la creazione di famiglie stabili per la generazione successiva. Lo sviluppo sessuale di una giovane può superare in modo significativo il suo sviluppo neurologico ed emotivo, che invece è necessario per guidare le sue scelte sessuali». In sintesi, dunque, a beneficio dei singoli e dell'intera società, bisognerebbe fare in modo di favorire un solido attaccamento e una sana intimità tra i padri e le figlie, le quali è bene che passino anche attraverso la fase in cui la figura paterna diventa il loro "primo amore". Questo appunto perché, come riassunto in una frase dalla docente Linda Nielsen: «Il padre ha un impatto maggiore sulla capacità della figlia di fidarsi, divertirsi e relazionarsi bene con i maschi nella sua vita». O, detto in altri termini da Rarick: «Il modo in cui un padre tratta sia sua figlia, sia la madre della figlia può aiutare una giovane donna a sentirsi al sicuro nei suoi rapporti con i ragazzi e gli uomini della sua vita, compreso il suo futuro marito. [...] La relazione padre-figlia è quella che insegna meglio alle giovani donne il vero amore e l'intimità, l'autostima e il rispetto». Ecco quindi un altro tassello da curare nell'ottica di dare vita a un futuro migliore: non solo rimettere al centro l'importanza della figura paterna in quanto portatrice di regole e di slancio verso il mondo, ma anche in qualità di costruttore di sane, solide e generative relazioni future.
Fonte: Provita & Famiglia, 24 agosto 2021
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TORNARE AL NON EXPEDIT: PER UN CATTOLICO OGGI NON HA PIU' SENSO ANDARE A VOTARE
Covid e vaccinazione hanno mostrato il volto totalitario dello Stato: partecipare alle elezioni può dargli una legittimazione per cui si potrebbe diventare complici anche senza volerlo
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-08-2021
Agli inizi della storia moderna del movimento cattolico il rapporto con lo Stato era di resistenza e contrasto. Il non expedit, ossia l'indicazione di non partecipare alle elezioni e di prendere le distanze dal nuovo Stato anticlericale, fu applicato per la prima volta nel 1868. Fu ulteriormente formalizzato da Pio IX, mantenuto da Leone XIII, poi allentato e infine tolto nel 1919 da Benedetto XV. Da allora, attraverso vicende complesse, i cattolici accettarono lo Stato moderno, collaborandovi. Da un lato il magistero cercò di teorizzare dottrinalmente la questione ribadendo le linee fondamentali della concezione corretta dello Stato, come per esempio Giovanni Paolo II nella Centesimus annus, dall'altro si cercò di correggerne l'esistenza dall'interno ma senza più mettere in questione i suoi presupposti. Ai giorni nostri, però, il volto dello Stato (italiano prima di tutto, ma non solo) si mostra tragicamente truce e non solo per motivi contingenti, bensì proprio perché sta mettendo in luce i suoi presupposti sbagliati. La questione è talmente evidente che i cattolici dovranno riprendere in mano il tema del loro rapporto con lo Stato, andandosi a rivedere i motivi dell'ottocentesco non expedit.
IL VOLTO TOTALITARIO DELLO STATO Questa epoca di Covid e di vaccinazione ha mostrato il volto totalitario dello Stato, la sua volontà impositiva, pianificatrice dal centro, invasiva anche in aree non di sua diretta competenza come la salute, il suo disprezzo politico della scienza, la propaganda di regime per convincere con mezzi truffaldini le coscienze, la sospensione a tempo indeterminato di molte libertà, l'asservimento della chiesa trasformata in Chiesa di Stato che applica i decreti governativi senza battere ciglio, la supremazia dell'esecutivo sul legislativo, il controllo e la sorveglianza dei cittadini in aree delicate della loro vita, la loro schedatura tramite il Green Pass, l'uso di una "legislazione premiale" per indurre in modo di fatto obbligatorio certi comportamenti. Una fase, questa, che viene utilizzata per rafforzare ancor di più il centralismo burocratico, lo statalismo e una specie di "collettivismo sanitario" e politico: creare cittadini dipendenti dal sistema sanitario pubblico e, quindi, dal sistema politico. Le "angherie di Stato" non sono però una novità dell'epoca della pandemia di Stato, dato che esse sono da molto tempo tragicamente evidenti nel campo della vita e della famiglia. Nel nostro Paese c'è un "aborto di Stato" e guai a chi lo contesta, c'è ormai una "eutanasia di Stato" anche se non viene chiamata con questo nome, c'è una "procreazione di Stato" tramite la fecondazione artificiale e c'è anche un "gender di Stato" dato che a spese pubbliche si possono fare interventi di rettifica sul proprio corpo. La procreazione è apparentemente libera, ma di fatto lo Stato la condiziona e impone che oltre i due figli non si può andare se non per eroismo di coppia, che la morale di Stato condanna e ridicolizza. Dato che c'è una "scuola di Stato" a servizio della ideologia dello Stato, tutte le questioni relative alla vita e alla famiglia sono insegnate nelle sue aule, sia in forma diretta e, a breve, anche con il sostengo di una legge specifica come il ddl Zan), sia in forma indiretta dato che, quando va bene, di vita e di famiglia non si parla mai tra i banchi per non offendere le opposte visioni in materia nel segno di una finta "tolleranza di Stato". La scuola di Stato è quantomeno a-familistica. Per questo parlare di matrimonio o diritto alla vita oppure di famiglia naturale nella scuola di Stato è o impedito di fatto oppure contraddetto apertamente da insegnamenti contrari. Da quando i desideri ingiusti sono diventati diritti, lo Stato diventa una macchina che li impone con tutti gli strumenti a sua disposizione. Per questo oggi lo Stato (italiano) è un "sistema-Stato", una piovra, un "grande animale", una macchina dai mille tentacoli alla quale non si sfugge.
TOTALITARISMO DEMOCRATICO Si tratta di uno Stato democratico, ma democraticamente è impossibile incidere su di esso. Soprattutto perché alla sua base c'è una visione puramente quantitativa della democrazia: contano i numeri indipendentemente da contenuti, verità, valori, giustizia. Ma nella democrazia di oggi diventa impossibile ottenere anche i numeri, perché le elezioni sono condizionate da mille interferenze, condizionamenti, pressioni... e soprattutto c'è una "cultura di Stato" che condiziona tutti, sicché cambiano le maggioranze ma con esse non cambia nulla. La democrazia è oggi estremamente oligarchica. Singoli candidati affidabili vengono poi assorbiti nel partito, un partito potenzialmente affidabile viene poi assorbito nelle convenienze tattiche e nei condizionamenti elettorali. Il sistema di Stato tiene e in Italia il principale guardiano e garante di questo sistema di Stato è da qualche tempo il Presidente della Repubblica: anche da noi possiamo dire che ci siano un uomo solo al comando. Ora, davanti a questo quadro, qui delineato con poche e insufficienti pennellate, i cattolici dovrebbero riconsiderare il loro rapporto con lo Stato. Quando si è davanti ad un sistema - il grande animale di Hobbes - diventa impossibile non collaborare al male, perché quanto può apparire in sé un bene, diventa funzionale al male complessivo che la piovra produce.
Nota di BastaBugie:l'autore del precedente articolo, Stefano Fontana, nell'articolo seguente dal titolo "Totalitarismo all'italiana", evidenzia le forme di totalitarismo che il potere politico ha ormai assunto nel nostro paese. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 luglio 2021: A cominciare dal marzo 2020, il potere politico italiano ha considerato se stesso come inamovibile, ha proclamato prima e prolungato poi uno stato di emergenza che aumenta i suoi poteri, ha governato principalmente o per decreti amministrativi del Presidente del Consiglio oppure per decreti-legge, il parlamento è stato messo da parte e, anzi, si è tentato - approfittando della distrazione sui temi della cosiddetta pandemia - di far passare leggi profondamente ingiuste come il ddl Zan. La cosiddetta emergenza è stata utilizzata per bloccare la situazione politica, per garantire il posto in parlamento di tanti deputati avventizi (parvenu), per portare alla presidenza del Consiglio un uomo delle istituzioni politiche e finanziarie come trampolino per la sua elezione alla presidenza della Repubblica. Questi "pieni poteri" prima di Conte ed ora di Draghi, non sono però stati adoperati per predisporre le cure domiciliari e immediate al Covid-19, ma solo per lanciare un grande piano di profilassi - in accordo con i grandi centri di potere globali - tramite la vaccinazione. Le cure a casa sono state impedite, i medici di base non ricevevano i pazienti, le proposte di terapie alternative sono state aprioristicamente escluse, i medici che le hanno praticate, salvando vite umane, lo hanno fatto a proprio rischio e pericolo, l'unica via praticata era stata quella della spedalizzazione, salvo poi lamentare l'intasamento dei reparti di terapia intensiva e usare questo dato per terrorizzare la gente. Del resto proprio la spedalizzazione era stata la principale causa della mortalità nei primi mesi del contagio, quando l'intubazione faceva più danni che benefici. Come avviene nei totalitarismi, le informazioni non sono state date ai cittadini secondo criteri di trasparenza e veridicità. All'inizio erano state scoraggiate le autopsie sui corpi dei deceduti, poi furono secretati i verbali del Comitato tecnico scientifico, poi sono stati sistematicamente gonfiati i dati circa il numero dei decessi per Covid, ascrivendo a questa causa ogni morte avvenuta. Durante tutta la pandemia e ancora oggi, i principali media introdotti nelle stanze del potere, a cominciare dai telegiornali RAI, hanno fornito dati assoluti e non relativi: per esempio i dati dei nuovi contagi senza dare anche il dato del numero dei tamponi effettuali, oppure il dato dei contagiati senza chiarire che tipo di gravità costoro segnalassero. Il regime ha fatto pensare che contagiato significasse malato e, più ancora, malato grave o addirittura in fin di vita. I due ambiti più preoccupanti di questa somministrazione contraffatta dei dati da parte del potere riguardano la natura del vaccino stesso e la vaccinazione dei giovani. I vaccini a mRNA somministrati nella campagna vaccinale non sono propriamente vaccini. Cioè non consistono nell'introdurre nel corpo umano virus uccisi o attenuati per attivare la risposta anticorpale. Essi possono invece determinare cambiamenti nell'organismo umano al fine di ridurre la possibilità di prendere il virus. Le due cose sono molto diverse, ma su ciò non c'è stata nessuna informazione ufficiale. Quanto alla vaccinazione dei giovani e dei bambini le fonti del potere totalitario non hanno fornito i dati da cui deriva la completa inutilità della cosa, dato che nei paesi dove non c'è stato lockdown è risultato che il tasso di trasmissibilità nei giovani è ridicolo. Del resto quali scelte dei nostri governi sono state dettate e suffragate da prove scientifiche? La composizione del Comitato tecnico scientifico è sospetta, i video-virologi hanno detto tutto e il contrario di tutto, perfino l'uso della mascherina all'aperto non ha fondamento scientifico, e nemmeno il famoso metro di distanza sociale. Perfino il fatto che la vaccinazione di massa aveva un carattere sperimentale è stato messo in sordina. Che sia assurdo vaccinare per un virus in mutazione, che non ci sia certezza che la vaccinazione eterologa sia priva di danni, che i vaccinati non fossero completamente immunizzati è stato tenuto nell'ombra. Appartiene ai regimi totalitari la strumentalizzare la scienza. Ogni potere totalitario si permette di dare ordini insensati, perché si ritiene al di sopra anche della logica. Di disposizioni insensate ne abbiamo sperimentate tantissime in questo anno e mezzo. Una delle ultime permetteva ai ristoranti di preparare tavoli per un massimo di quattro persone. Ma se le persone erano sei, il ristoratore aggiungeva un tavolo distanziato dall'altro da un centimetro. Alle disposizioni demenziali diventa lecito trovare una via d'uscita. Nessuno ha mai capito il senso del limite massimo di 200 persone nelle chiese, anche quelle che ne possono contenere migliaia come le nostre grandi cattedrali. Non sono che pochi esempi di una valanga di disposizioni completamente assurde. Completamente assurda e priva di sostegno scientifico è l'idea oggi imposta con grande clangore che la colpa della persistenza della pandemia sia dei non vaccinati. Da qui le nuove disposizioni discriminanti le persone, come il Green Pass e addirittura la minaccia di non ammettere a scuola i bambini non vaccinati. Il non vaccinato non avrebbe diritto ad entrare in un museo e nemmeno il suo figlioletto. Soprattutto questa violenza nei confronti dei minori dovrebbe fare esplodere la protesta, ma la Chiesa italiana, come tanti altri a partire dei partiti di opposizione, tace.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-08-2021
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IL MIGLIOR MODELLO DI EROE E' QUELLO MEDIOEVALE
Analizziamo le figure di Parsifal, della saga bretone, che ha il compito di ricercare il Sacro Graal e quella di Frodo, l'hobbit che deve distruggere l'anello del potere (VIDEO: Discorso di Sam a Frodo)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri, 13 agosto 2021
Quale modello di eroe è più rispondente al cuore dell'uomo? Quale modello di eroe risponde meglio a ciò che l'uomo desidera? E inoltre quale modello di eroe più sinceramente rispecchia la verità sull'uomo? Prendiamo in considerazione solo due modelli, quello "moderno" e "medioevale", intendendo per medioevale ciò che fa riferimento alla società cristiana. L'eroe moderno agisce unicamente nella prospettiva "orizzontale", ovvero ponendosi come unico obiettivo quello di realizzare un mondo più giusto. Si tratta, in tal modo, di un agire che parte da un presupposto ben preciso, ovvero che l'uomo abbia unicamente bisogno di realizzare le proprie aspirazioni materiali. In questa prospettiva non sorprende che le azioni di simili personaggi siano tutt'altro che edificanti. Porsi come unico obiettivo il miglioramento della vita terrena, vuol dire subordinare la grandezza individuale, rendere funzionale ogni uomo al progetto ideologico. È un volontario trascurare il cuore dell'uomo e le sue domande più profonde. In questa prospettiva la stessa vita dell' "eroe" diventa una pura alienazione. A che serve, infatti, immolarsi per un ideale, se questo stesso ideale non può servire per l'uomo e anche per sé? A che serve costringersi nel sacrificio, fare appello a se stesso, se poi bisogna convincersi di essere solamente un animale un po' più evoluto la cui vita si ridurrebbe solo nel "qui e ora"? Evidentemente il modello dell'eroe cristiano, rappresentato in pienezza dal cavaliere medievale, è tutt'altro. È sì un uomo che lotta per aiutare i più deboli, per eliminare soprusi ed ingiustizie, ma sa che il suo agire non può esaurirsi in questo. Sa che il bisogno dell'uomo non è primariamente quello di riempirsi la pancia (bisogno indubbiamente importante, ma non determinante), bensì di rispondere alle domande fondamentali, di trovare la vera collocazione nella vita, nel reale e nella storia.
1) PARSIFAL Facciamo due famosi esempi di questo modello. Si tratta di personaggi immaginari, ma reali. "Immaginari", perché non realmente esistiti; "reali", perché davvero rappresentativi del modello di eroe cristiano. Il primo è Parsifal, della saga bretone. A lui viene dato il compito di ricercare il Sacro Graal. Attenzione: in questo caso il Graal non è l'oggetto magico per eccellenza (così come lo si intende a torto molto spesso), bensì l'oggetto che riconduce al vero senso della vita, ovvero il calice che Gesù utilizzò nella prima Messa della storia e che raccolse il Suo Sangue. Un oggetto, quindi, che riconduce alla ragione della vita di ognuno, ragione che non può non essere nel Sangue redentivo del Verbo incarnato. Ebbene, Parsifal viene scelto in questo compito per un motivo ben preciso: perché è puro, perché non è stato contaminato dal peccato. Ciò sta a significare che la sua forza non è nelle capacità muscolari o abilità tecniche, ma nel suo cuore. Egli, dunque, si mette alla vera ricerca della Vita. Ovviamente, quando s'imbatte nella povertà umana, le si china dinanzi, cerca di alleviare le umane ferite, ma nello stesso tempo non dimentica che il vero aiuto che può dare ai fratelli è quello di donare loro la Vera Ragione della vita, rappresentata - appunto - dal Sacro Graal.
2) FRODO Un altro esempio che possiamo fare (anche questo immaginario ma reale, nel senso che abbiamo detto prima) è quello di Frodo, il protagonista del famoso romanzo Il Signore degli Anelli, dell'inglese, nonché convinto cattolico, Tolkien. Frodo è chiamato ad un'impresa enorme ma assolutamente determinante: distruggere l'anello del potere, che richiama simbolicamente l'essenza di ogni peccato, ovvero la pretesa dell'uomo di farsi Dio. Frodo - di per sé - non gradirebbe fare questa impresa, lui che (come tutti gli hobbit) ama solo la vita casalinga e campestre della contea, ma si sente di non poter rifiutare perché questa è un'impresa che può assolvere solo lui. Inoltre, Frodo è un hobbit, ovvero un "mezzo uomo", cioè un ometto di statura bassa, che ovviamente non ha una forza per la sua natura; anzi, per natura è molto debole. Malgrado questo, affronta l'impresa, certo che tutto si realizzerà confidando non in se stesso ma in altro. Qui c'è - non a caso - una somiglianza evidente con la figura di Davide, il quale decise di rifiutare l'armatura e di affrontare Golia senza nulla, ben sapendo che la sua unica arma sarebbe stata la forza del Signore. Dunque, il vero eroe cristiano non è colui che agisce solo per il gusto dell'avventura o per rispondere ad un'istanza sociale, bensì colui che sente l'incarico di agire per compiere una volontà superiore... e per offrire all'uomo ciò di cui ha davvero bisogno.
Nota di BastaBugie: nel famoso discorso di Sam a Frodo nel finale de "Le due torri", secondo film de Il Signore degli Anelli, Sam afferma che gli eroi sono coloro che potevano tornare indietro, ma non l'hanno fatto... Anche il male è passeggero e un giorno sarà distrutto dal bene: è giusto combattere per questo! Per sapere tutto, ma proprio tutto, su Il Signore degli anelli, leggendo recensioni, guardando video di approfondimento, spezzoni e trailer dei film, e molto altro, visita il sito Film Garantiti: clicca qui!
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DISCORSO DI SAM A FRODO SAM: È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa. FRODO: Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? SAM: C'è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.
Fonte: I Tre Sentieri, 13 agosto 2021
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LA RESISTENZA AI DIKTAT LGBT VIENE DA EST
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): muore Gino Strada fondatore di Emergency e sostenitore dei gay, nessuna sanzione per i calciatori pro LGBT, se dici che un uomo non può rimanere incinto Twitter ti censura
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 16 luglio 2021
A leggere i giornaloni e ad ascoltare intellò ed influencer pare proprio che il futuro sia necessariamente arcobaleno, e che ormai nulla possa arrestare, per riprendere un'espressione del politico Achille Occhetto, la «gioiosa macchina da guerra Lgbt». In realtà, dal diktat dei "nuovi diritti" c'è pure chi osa smarcarsi e, a ben vedere, non sono neppure né così pochi né così ininfluenti, quanti lo fanno. In effetti, gli esempi al riguardo sono molteplici e meritano - proprio per sfatare l'idea dell'arcobaleno come approdo obbligato della Storia - di essere ricordati. Una notizia molto recente, al riguardo, concerne la fermezza della Russia, che in buona sostanza ha rifiutato di regolarizzare le unioni di persone dello stesso sesso nel Paese, dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) con chi le si era esplicitamente «chiesto» di procedere in tal senso. «Non c'è bisogno di cercare alcuna forma alternativa di registrazione», ha fatto presente il portavoce del Cremlino, spiegando che il matrimonio «appare definito in modo totalmente unico nella Costituzione». La Russia di Putin resta insomma ancorata al suo dettato costituzionale, secondo cui il Paese non è obbligato a rispettare le sentenze dei tribunali internazionali in conflitto con norme nazionali.
L'UNGHERIA PROTEGGE I BAMBINI Attenzione, perché Mosca non è la sola su tali posizioni. C'è infatti che Budapest, con Viktor Orbán il quale, come noto, è in questo periodo al centro di fortissime pressioni internazionali per quella che è stata definita una «legge anti Lgbt». In realtà, quella norma - che non è una sorta di suo personale e crudele editto, essendo stata approvata dal Parlamento magiaro con 157 voti a favore e solo uno contrario - ben lungi dall'essere una norma ostile alle persone omosessuali, si configura come una disposizione a tutela dei bambini. D'altra parte, il testo parla chiaro. «Al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini», recita infatti la legge, «la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a sé stessa o che promuovono la deviazione dall'identità di genere, il cambiamento di genere e l'omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni». Ciò nonostante, una decina di giorni fa il portavoce della commissione Ue, Christian Wiegand, ha annunciato l'apertura di una procedura d'infrazione a livello europeo. Una notizia che aveva fatto il giro del mondo e che risulta confermata da Bruxelles, che nelle scorse ore ha ufficialmente aperto tale procedura. Si tratta di un passaggio politicamente pesante, ma che non pare spaventare particolarmente l'Ungheria. «Il governo ungherese resta aperto a un dialogo costruttivo con la Commissione», ha infatti dichiarato il Ministro della giustizia ungherese Judit Varga in una intervista uscita ieri sul quotidiano La Verità, «ma utilizzeremo anche tutte le azioni legali per proteggere i diritti dei genitori ungheresi. Semplicemente non è accettabile che burocrati a migliaia di chilometri da qui ricattino un intero Paese». Parole molto chiare, non c'è che dire. Difficile, del resto, che bastino simili minacce ad intimorire il popolo magiaro, lo stesso che sfidò i sovietici nel 1956 e che fu il secondo, dopo i polacchi, ad infrangere il filo spinato comunista, prima che i tedeschi dell'Est abbattessero il muro. Parliamo dunque di un Paese che ha storicamente dimostrato allergia ai diktat, e c'è da temere che quelli di Bruxelles non faranno eccezione, tanto meno quelli arcobaleno. A tal proposito, tornando a noi, dopo quelli russo e ungherese, si può segnalare un altro allontanamento dalle rivendicazioni Lgbt che è in corso a livello internazionale.
C'È CHI DICE NO Stiamo parlando di tutti quei Paesi insospettabili (Inghilterra, Svezia, Finlandia) i quali, pur mantenendo legislazioni ben colorate di arcobaleno, da mesi hanno fatto passi indietro significativi sul delicato tema dei baby trans e del blocco della pubertà dei giovani affetti da disforia di genere; a dimostrazione che la contrarietà a certi "nuovi diritti", ben lungi dall'essere battaglia di retroguardia, potrebbe rivelarsi in realtà profetica e sempre più centrale in futuro, non per offendere le sensibilità di nessuno bensì per evitare uno stravolgimento antropologico esiziale. Su questa linea, del resto, si pongono anche tanti vescovi. Si può in tal proposito ricordare la Chiesa polacca la quale, sfilandosi da posizioni che ormai emergono purtroppo pure in ambito ecclesiale (specialmente tedesco), già nell'agosto 2020 aveva pubblicato un documento di 27 pagine, a cura della Conferenza episcopale nazionale, assai interessante. Sì, perché in quel documento si metteva nero su bianco un concetto fondamentale, e cioè di accogliere «le persone che si identificano come Lgbt+», esprimendo «comprensione per le loro inclinazioni». Allo stesso tempo, però, i vescovi polacchi - ricordato dove sia originata la situazione attuale (nella «cosiddetta rivoluzione sessuale») - hanno evidenziato l'importanza non solo di non cedere all'ideologia gender, ma anche di offrire una risposta alle persone Lgbt e, in particolare, «alle difficoltà, alle sofferenze e alle lacrime spirituali che costoro vivono». In che modo? Offrendo un'azione di accompagnamento ed anche creando «centri di consulenza (anche con l'aiuto della Chiesa o delle sue strutture) per aiutare le persone che desiderano ritrovare la salute e il loro orientamento sessuale naturale». Che dire, senza dubbio una proposta forte, politicamente scorretta ma anche molto saggia, che meriterebbe di essere ripresa anche oltre i confini della Polonia. Un auspicio, quest'ultimo, che in realtà è meno lunare di quanto potrebbe a prima vista sembrare, alla luce di quante in realtà sono le voci libere contro i diktat Lgbt.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.
MUORE GINO STRADA FONDATORE DI EMERGENCY E SOSTENITORE DEI GAY È morto Gino Strada fondatore di Emergency. Strada appoggiava le rivendicazioni del mondo LGBT. Una volta, in occasione di un premio ricevuto al Festival Mix, Gino Strada dichiarò: "Per me tutte queste iniziative e ciò che ci gira intorno sono nel segno dell'uguaglianza e la cosa mi interessa molto in tutti i suoi aspetti. Penso che la questione dell'uguaglianza sia la questione più importante che noi ancora come comunità non siamo riusciti a risolvere. Nella maggior parte dei casi queste comunità (ndr., quella LGBTQ+) sono ancora molto nascoste per tutti i pregiudizi sociali, che in alcuni Paesi sono ancora molto ferree. Anche in quei posti bisogna portare avanti questo senso dei diritti comuni e dell'uguaglianza di tutti". L'orientamento culturale di Strada non poteva che portarlo a sostenere le lotte di omosessuali e transessuali. (Gender Watch News, 16 agosto 2021)
NESSUNA SANZIONE PER I CALCIATORI PRO LGBT Pare che i calciatori inglesi che indosseranno una fascia o delle stringhe arcobaleno nella partita di qualificazione per i Mondiali del prossimo 2 settembre contro l'Ungheria per protestare contro le sue leggi a tutela dei minori relativamente alla propaganda gender non subiranno sanzioni dalla Fifa. I casi comunque saranno valutati singolarmente. Curioso che nessun giocatore invece protesti per le leggi di quei paesi islamici fortemente repressive delle condotte omosessuali. Forse perché i prossimi mondiali si giocano in Qatar? Forse perché gli islamici in genere non rispondo bene alle critiche? (Gender Watch News, 17 agosto 2021)
SE DICI CHE UN UOMO NON PUÒ RIMANERE INCINTO TWITTER TI CENSURA Il giornale El Mundo dà la seguente notizia: una donna transessuale che ora di nome fa Ruben Castro ha dato alla luce una bambina. Il giornale parla di un «uomo tran incinto». Il politico spagnolo Francisco Contreras di Vox scrive su Twitter: «È una bugia. Un uomo non può rimanere incinta. Un uomo non ha né utero né ovaie». Twitter sospende il suo account per 12 ore ed invia al politico la spiegazione, assai generica, che viene mandata a tutti in casi simili. Il messaggio avrebbe rappresentato un incitamento all'odio, fomentando la violenza contro le persone per motivi attinenti a «razza, etnia, nazionalità, orientamento sessuale, genere, identità di genere, religione, età, disabilità o malattia». Un altro caso dove il politicamente corretto censura. In nome della tolleranza, ovviamente. (Gender Watch News, 15 maggio 2021)
Fonte: Sito del Timone, 16 luglio 2021
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OMELIA XXII DOM. T.O. - ANNO B (Mc7,1-8.14-15.21-23)
Dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive
Fonte Il settimanale di Padre Pio
La prima lettura di questa domenica ci insegna l'importanza di osservare la santa Legge di Dio. Mosè disse al popolo: «Ascoltate le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi [...] le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza» (Dt 4,1.6). Da questo impariamo che è fondamentale osservare i Comandamenti di Dio, se veramente vogliamo entrare in possesso della Vita eterna in Paradiso. Il Salmo responsoriale dice che dimorerà nella Casa del Signore solo «colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnia con la sua lingua [...] non fa danno al suo prossimo [...] non lancia insulti al suo vicino [...] non fa usura [...] colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre» (Sal 14,1-5). Meditiamo su queste parole e rinnoviamo il nostro proposito di rimanere sempre fedeli alla Legge di Dio che è legge di vita. Se ci capita la disgrazia di cadere in peccato grave, ricorriamo con fiducia al sacramento della Riconciliazione: se ci confesseremo con vero pentimento e con sincero proposito riceveremo certamente il perdono di Dio e la grazia per vivere da veri cristiani. Il Vangelo di oggi ci fa comprendere qualcosa in più: ci fa capire che non basta una osservanza solo esteriore della Legge divina e dei Precetti della Chiesa, ma ci vuole soprattutto una adesione interiore. Le parole di Gesù sono molto chiare: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me» (Mc 7,6). Queste parole sono una decisa condanna dell'ipocrisia. L'ipocrisia era il peccato dei farisei. Essi ostentavano la perfezione davanti agli altri, ma tale perfezione era solo apparente. Gesù paragonò i farisei a dei sepolti imbiancati, belli all'esterno, ma che all'interno contengono solo putridume. A volte rischiamo anche noi di essere degli ipocriti, quando facciamo vedere esteriormente di essere delle persone perbene, ma, dentro di noi, si nascondono i vizi più brutti e innominabili. A volte siamo anche noi come dei sepolcri imbiancati, rispettabili all'esterno, ma dal nostro cuore escono «impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, calunnia, superbia, stoltezza» (Mc 7,21-22). Le parole di Gesù sono un richiamo ad una conversione e purificazione interiore. Anche per noi valgono le parole del Vangelo, nel senso che abbiamo sempre il nome di Dio sulla bocca, mentre il nostro cuore è lontano da Lui. Ci sentiamo a posto e non ci accorgiamo dell'incredibile durezza del nostro cuore. Un giorno due donne andarono a chiedere dei consigli spirituali ad un santo eremita. Una donna era una grande peccatrice che si era sinceramente pentita dei suoi innumerevoli peccati; l'altra era una donna perbene, la quale si sentiva a posto. L'eremita diede un incarico a tutte e due: alla peccatrice disse di andare a prendere una grossa pietra; alla donna perbene ordinò di portargli un sacco pieno di sabbia. Dopo diverso tempo, le due donne tornarono. Allora il santo disse: «Chi di voi due ha fatto più fatica?». Evidentemente tutte e due avevano fatto fatica. Pertanto, l'eremita disse alla donna che si era convertita da una vita di peccato: «La pietra simboleggia il tuo grande peccato», mentre, alla donna perbene, disse: «Il sacco di sabbia raffigura i tuoi molti peccati di superbia e d'orgoglio». La lezione venne compresa molto bene. La donna peccatrice se ne tornò a casa finalmente libera dal peccato; e anche l'altra donna tornò a casa umile e pentita. Buttiamo via il nostro sacco fatto di tanta superbia, di tanta vanità, di tanto disprezzo del prossimo, e di tante mancanze alla carità, nei nostri giudizi, nelle nostre parole e nelle nostre opere. Questo sacco ci impedisce di camminare speditamente incontro al Signore e, tante volte, blocca il nostro cammino. Gettiamo via questo sacco e, come dice san Giacomo nella seconda lettura, mettiamo in pratica la Parola di Dio che è stata seminata in noi (cf Gc 1,21-27). In modo particolare, l'apostolo san Giacomo ci esorta a camminare nella carità con queste parole: «Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo» (Gc 1,27). In poche parole bisogna fare il bene ed evitare il male. Non basta solamente evitare il male, ciò è troppo poco, bisogna anche fare il bene. San Giacomo parlava di visitare gli orfani e soccorrere le vedove. Queste due opere sono solo un piccolo esempio: davanti a ciascuno di noi si apre un campo sconfinato di bene da compiere. Non lasciamoci sfuggire questa grazia di poter far qualcosa per la gloria di Dio e il bene dei fratelli. Sia questo il nostro proposito.
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