BastaBugie n�733 del 08 settembre 2021

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1 DOPO DRAGHI ANCHE MATTARELLA ISTIGA ALL'ODIO CONTRO I NON VACCINATI
Dopo il famoso ''Non ti vaccini, ti ammali, muori'' del premier, il presidente della repubblica addita il non vaccinato come il nemico da combattere (grazie presidente, ci ha tolto ogni residuo dubbio, ora siamo sicuri di essere nel giusto)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 SAN FRANCESCO DI FATIMA E LA PANDEMIA DELLA SPAGNOLA
Con il suo grande amore per l'Eucaristia il pastorello di Fatima, a cui apparve la Madonna alla Cova da Iria, affrontò l'epidemia che causò milioni di morti (VIDEO: Cartone animato del 2019 su Fatima)
Autore: Maria Bigazzi - Fonte: I Tre Sentieri
3 VIETATO L'ABORTO IN TEXAS SE BATTE IL CUORE DEL BAMBINO
La legge bloccherà quasi il 90% degli aborti (da non dimenticare che la Corte Suprema ridisegnata da Trump non ha bloccato la legge... adesso si temono le contromosse di Biden e della Pelosi)
Fonte: Provita & Famiglia
4 SESSO & POTERE, IL FILM SUGLI SPIN DOCTORS CHE PREVIDE LO SCANDALO DI BILL CLINTON
Lo spin doctor spinge i media a deviare l'attenzione dell'opinione pubblica diffondendo notizie ad hoc (DUE VIDEO: Trailer del film con Robert De Niro e Dustin Hoffman + Gli stregoni della notizia di Marcello Foa)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 FRANCIA, LA GRANDE SOSTITUZIONE E' ORMAI IRREVERSIBILE: L'ISLAM HA LA STRADA SPIANATA
Gli immigrati stanno sostituendo la popolazione nativa... ecco perché le forze dell'ordine francesi a maggio scesero in piazza: per denunciare di essere vittime di violenza e islamismo ormai impossibili da gestire
Fonte: Sito del Timone
6 CON LA DITTATURA GAY NIENTE LIBERTA' DI PAROLA E CAMBIO DI SESSO A 4 ANNI
La Scozia approva una legge contro i crimini d'odio, ma che in realtà sanziona anche le osservazioni fatte in privato mentre in Italia un professore viene licenziato per un post su facebook (e ancora non c'è la legge Zan)
Autore: Luca Volontè - Fonte: Provita & Famiglia
7 LA SPAGNA TORNA AL TERRIBILE CLIMA CHE CAUSO' LA GUERRA CIVILE DEL 1936-1939
Il governo di sinistra condanna per legge il passato franchista, ma non la deriva bolscevica del regime repubblicano che prese il potere con elezioni truccate e che sterminò 8 mila persone tra sacerdoti, suore e fedeli
Autore: José Miguel Oriol - Fonte: Tempi
8 OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 8,27-35)
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - DOPO DRAGHI ANCHE MATTARELLA ISTIGA ALL'ODIO CONTRO I NON VACCINATI
Dopo il famoso ''Non ti vaccini, ti ammali, muori'' del premier, il presidente della repubblica addita il non vaccinato come il nemico da combattere (grazie presidente, ci ha tolto ogni residuo dubbio, ora siamo sicuri di essere nel giusto)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07-09-2021

Il discorso del Presidente Mattarella all'università di Pavia di domenica 5 settembre inquieta, sia per le cose inesatte che ha espresso, sia perché ha fatta propria fin nei minimi termini la versione che il potere ha deciso di diffondere sulla vaccinazione, sia infine per la violenza discriminatoria di cui ha fatto oggetto i cittadini che - responsabilmente, prudenzialmente, coscientemente - decidono di non farsi vaccinare.
Più il potere si irrigidisce in forme autoritarie e autoreferenziali e più ha bisogno di individuare un nemico. Letterariamente George Orwell ci ha parlato dei "Due Minuti dell'Odio" che il regime politico in cui viveva il protagonista del romando "1984" imponeva a tutti i cittadini. Lo storico Ernst Nolte ci ha a sua volta insegnato che ogni regime autoritario deve creare una "attribuzione collettiva di colpa" come quella del Terrore parigino contro gli "accaparratori" o quello nazista contro gli ebrei. L'espressione sta a significare una colpa non perché si sia fatto o omesso qualcosa ma semplicemente perché si è qualcosa o qualcuno che il potere ha individuato come non avente diritto ad esistere. Ma il più esperto di Leviatani è senz'altro Thomas Hobbes, il quale ha spietatamente detto che "Lo Stato conserva nei confronti di chi dissente il proprio diritto originario, cioè il diritto di guerra, come nei confronti di un nemico".

DUE MINUTI DI ODIO
Il discorso di Mattarella a Pavia - come del resto quello di Draghi che sosteneva il rapporto necessario esistente tra non vaccinarsi e morire - ha costituito dei veri e propri "due minuti di odio", una condanna senza appello dei cittadini che non vogliono vaccinarsi considerandoli licenziosi e irresponsabili. Il suo discorso è stato anche una "attribuzione collettiva di colpa": non ci sono i "no-vax, espressione di comodo inventata dal potere per attribuire meglio la colpa collettiva, ci sono le singole persone con le loro storie e le loro teste, ma Mattarella ha considerato queste persone come una "massa" di irresponsabili, per definizione, e vadano alle ortiche le loro argomentazioni.
Infine, Mattarella ha presentato quei cittadini come il "nemico" da combattere e da sterminare, nemico perché si sono macchiati del delitto di "resistenza", atteggiamento che, agli occhi del Leviatano di Hobbes equivale - e forse ancora di più - a quello di lesa maestà nel vecchio bonario assolutismo. Di solito quando il potere assume queste posizioni è perché è in atto una guerra civile, come spiegava Carl Schmitt, per evitare la quale lo Stato, che è Dio-Animale-Uomo-Macchina, mette in atto tutta la sua sovranità dato lo stato di eccezione che la guerra civile comporta. Ma in Italia non c'è guerra civile, soprattutto proprio per la responsabilità dei tanti cittadini che Mattarella bolla come irresponsabili. La situazione di eccezione non c'è e questo conferma la irresponsabilità del volere ugualmente proporre i "due minuti di odio", di individuare lo stesso una "attribuzione collettiva di colpa" e di voler a tutti i costi indicare un nemico.

IL BLOCCO DELL'ECONOMIA È STATO CAUSATO DAI LOCKDOWN, NON DAI NON VACCINATI
I cittadini contro cui Mattarella si è scagliato - i "nemici" - sono da lui accusati di non far ripartire l'economia. Ma l'economia è stata messa in blocco dai lockdown non necessari imposti dal potere politico. Bastava prendere altre strade e l'economia non si sarebbe bloccata. Vengono accusati di irresponsabilità, compresa quell'insegnante che non accetta l'imposizione a vaccinarsi in assenza di un reale pericolo e nell'incertezza di fare così del male a sé e ai propri figli. Vengono accusati di non voler accettare i risultati della scienza, ma quali risultati della scienza? E quale scienza? Quella asservita al potere o quella vera? Vengono da lui accusati di comportamenti violenti e minacciosi, quando sono le istituzioni a minacciare quotidianamente chi non accetta la vaccinazione di Stato.
Li ha perfino accusati di limitare le libertà altrui ben sapendo che anche i vaccinati non sono liberi e che, comunque, i vincoli ai diritti più elementari - dalla istruzione alle cure sanitarie, dalla cultura agli spostamenti - sono perpetrati dalla Repubblica proprio nei confronti dei cittadini "nemici" non vaccinati, in contrasto con la sua stessa Carta costituzionale.
Senz'altro dietro un intervento così crasso di Mattarella ci saranno motivi politici. Sostenere il governo Draghi, confortare l'ipotesi dell'obbligo vaccinale sostenuto dalla maggioranza e, purtroppo, anche dalla stragrande maggioranza della opposizione che così però si gioca la credibilità, mettere qualche pedina per le elezioni presidenziali o altro. Sta di fatto che le persone veramente responsabili dalle arroganti e irrispettose parole di Mattarella dovrebbero essere più che altro confermate a continuare la resistenza e la dissidenza. Quando il potere parla in questi termini rende gli oppositori sicuri di essere nel giusto.

Nota di BastaBugie: l'intervento di Mattarella segue quello, ormai famoso, del premier Draghi. Per leggerlo, clicca sul link qui sotto.

DRAGHI ISTIGA ALL'ODIO CONTRO I NON VACCINATI
Il banchiere prestato alla politica dichiara: ''L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore''
di Paolo Gulisano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6672

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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DOSSIER "IL VACCINO ANTI-COVID"
La scienza e la propaganda

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DOSSIER "MARIO DRAGHI"
Il banchiere prestato alla politica

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DOSSIER "SERGIO MATTARELLA"
Il presidente catto-comunista

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07-09-2021

2 - SAN FRANCESCO DI FATIMA E LA PANDEMIA DELLA SPAGNOLA
Con il suo grande amore per l'Eucaristia il pastorello di Fatima, a cui apparve la Madonna alla Cova da Iria, affrontò l'epidemia che causò milioni di morti (VIDEO: Cartone animato del 2019 su Fatima)
Autore: Maria Bigazzi - Fonte: I Tre Sentieri, 9 maggio 2021

Un bambino molto conosciuto è Francesco Marto, proclamato santo il 13 maggio del 2017.
Questo piccolo bimbo amava immensamente Gesù Eucaristia che chiamava familiarmente "Gesù Nascosto", e nutriva un grande amore verso la Vergine Maria che appariva a lui, alla sorellina Giacinta e alla cugina Lucia alla Cova di Iria.
La prima apparizione avvenne il 13 maggio del 1917. Mentre i tre bambini pascolavano il gregge, vennero sorpresi da un lampo improvviso. Il cielo e l'orizzonte erano sereni e i tre pastorelli rimasero muti e sbalorditi.
Impauriti, richiamarono velocemente gli animali, avviandosi verso la discesa della montagna del pascolo. Mentre scendevano furono fermati da un secondo lampo.
I tre pastorelli affrettarono il passo continuando a scendere. Una volta giunti in fondo alla Cova, si fermarono improvvisamente. Sopra un leccio alto poco più di un metro, apparve loro la Vergine Maria in tutto il suo splendore.
Lucia la descrisse come "una Signora tutta vestita di bianco, più brillante del sole, che spargeva una luce più chiara ed intensa di quella di un bicchiere di cristallo colmo d'acqua limpida, attraversato dai raggi del sole più cocente".
I bambini rimasero colpiti dalla bellezza e dall'amore della Madre Celeste.
Vi è uno stretto legame tra le apparizioni della Vergine Maria a Fatima e la Santissima Eucaristia. Infatti, come Gesù e Maria furono uniti dal momento dell'incarnazione fino al coronamento dell'intera missione salvifica dolorosissima del Calvario, così ora sono uniti sull'altare e nell'Eucaristia.
Ma i pastorelli prima di vedere la Vergine Maria, furono preparati dall'Angelo della Pace, il quale insegnò loro una particolare preghiera di adorazione e riparazione a Gesù Eucaristico.
Nella terza apparizione l'Angelo apparve ai tre bambini con un Calice tra le mani sopra il quale stava sospesa un'Ostia, e dopo aver recitato assieme a loro la preghiera alla Santissima Trinità, prese nuovamente il Calice e l'Ostia che erano rimasti sospesi nell'aria, e diede l'Ostia a Lucia e il Sangue del Calice a Francesco e a Giacinta dicendo: "Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio".

UN INNO PERENNE DI LODE A DIO
Francesco, Giacinta e Lucia seppero fare grande tesoro dei doni di Dio, e la loro vita divenne un inno perenne di lode a Lui, al quale seppero offrire sacrifici di ogni genere per Suo amore e per la salvezza dei poveri peccatori.
Nel 1918 scoppiò una terribile pandemia chiamata spagnola, che si diffuse con velocità sorprendente in tutto il mondo. In soli diciotto mesi vennero contagiati almeno un terzo della popolazione mondiale.
Si stimano tra i 20/50 o addirittura 100 milioni di vittime.
All'inizio la malattia non veniva ben compresa e i decessi erano spesso attribuiti alla polmonite. Nelle trincee e negli accampamenti sovraffollati della prima guerra mondiale, l'epidemia si diffuse velocemente contagiando sempre più persone, mentre gli spostamenti favorivano la diffusione dei contagi.
Nei mesi tra settembre e dicembre del 1918, la pandemia raggiunse il suo culmine, mietendo un numero elevato di persone, mentre i servizi sanitari si trovarono in grave difficoltà.
Anche Giacinta e Francesco si ammalarono di spagnola. La Vergine Maria aveva predetto loro che presto sarebbero saliti in Cielo. Questi due bambini di 9 e 10 anni seppero affrontare eroicamente le sofferenze, sempre uniti ai Cuori di Gesù e Maria.
Francesco in particolare coltivava una speciale devozione verso l'Eucaristia. Prima che si ammalasse, sulla strada verso la scuola, si fermava spesso nella chiesa a contemplare Gesù "nascosto" nel Tabernacolo.
"Io resto qui in chiesa, vicino a Gesù nascosto. Per me non vale la pena imparare a leggere, fra poco vado in Cielo!", diceva a Lucia.

UNA PANDEMIA VERA
La Spagnola lo colpì nel dicembre 1918, ma egli offrì per mesi le sue sofferenze, unendole a quelle di Cristo, con lo sguardo sempre rivolto ai beni celesti. Gesù Eucaristia era la sua unica fonte di gioia e consolazione. Francesco aveva ben compreso che Essa è il vero cibo dell'anima, la dolcezza dei forti e il vigore dei deboli.
Il suo unico pensiero era quello di poter ricevere Gesù e di consolarlo per tutti gli oltraggi che riceve. Il parroco gli amministrò la santa Eucaristia a un giorno dalla sua morte, riempiendo il suo cuore di gioia immensa.
Il giorno seguente Francesco disse alla sorellina Giacinta: "Oggi sono più felice di te, perché ho Gesù nel mio cuore". E insieme si misero a recitare il santo Rosario. Nella notte diede l'ultimo saluto a Lucia, dandosi un arrivederci in Cielo. Poi disse alla madre che gli stava accanto: "Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!... Adesso non la vedo più...".
Il suo volto si illuminò di un sorriso angelico e, senza agonia, senza contrazione, senza un gemito, spirò dolcemente. Non aveva ancora 11 anni. [...]
La vita di Francesco è per noi un grande esempio. Nonostante fosse stato colpito dalla terribile epidemia, il suo unico pensiero era quello di "Gesù Nascosto", che amava immensamente e che desiderava ricevere.
La Carne e il Sangue di Cristo sono vero cibo e vera bevanda, nutrimento, forza e vita che noi riceviamo nella santa Comunione sacramentale e spirituale.
In essa Gesù si dona completamente a noi, ed essendo Amore unitivo, penetra nel nostro petto rimanendo corporalmente presente in noi il tempo che durano le specie del pane e del vino.
Unita a Gesù Cristo nella santa Eucaristia, l'anima riceve i frutti che le permettono di compiere una trasformazione graduale interiore che assimila la nostra persona a Gesù Ostia, con l'acquisto delle sue virtù e con la perfezione che configura la nostra vita in modo sempre più santo.
Non dimentichiamoci mai dell'immenso dono della Santa Eucaristia. Nel dolore, nelle sofferenze, nei momenti di angoscia, di paura e tribolazione, ricordiamoci Chi è il nostro unico e vero Salvatore che solo può darci la vera Vita.
Non rinunciamo all'Eucarestia per le paure di questo mondo. Siamo cristiani e figli di Dio, e per mezzo dello Spirito Santo abbiamo ricevuto i doni che ci permettono di vivere con coraggio e rettitudine.
Infatti, se "Dio è con noi, chi sarà contro di noi?".

Nota di BastaBugie: oltre che a Francesco, la Vergine Maria appariva alla Cova di Iria anche alla sorellina Giacinta e alla cugina Lucia. Per conoscere la vita e soprattutto come morì la piccola Giacinta, leggi la sua storia cliccando nel link all'articolo sotto al video.

VIDEO: CARTONE ANIMATO SU FATIMA
Cartone animato completo di tutte le apparizioni della Madonna a Fatima realizzato nel 2019 dall'associazione "Amici di Carlo Acutis".


https://www.youtube.com/watch?v=8czxhWispjM

SANTA GIACINTA DI FATIMA MORIVA 100 ANNI FA PER IL VIRUS DELLA SPAGNOLA (MILIONI DI MORTI)
Morì completamente sola nell'ospedale di Lisbona (le venne negata anche la consolazione della Comunione)
di Cristina Siccardi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6039

IL TERZO SEGRETO DI FATIMA
Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa
di Card. Joseph Ratzinger
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=245

VIDEO: FATIMA, MESSAGGIO DI TRAGEDIA O DI SPERANZA?
Guarda gratis su YouTube (durata: 19 minuti)
https://www.youtube.com/watch?v=yqTDkYey7YE

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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DOSSIER "LA MADONNA DI FATIMA"
Tre pastorelli e tre segreti

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Fonte: I Tre Sentieri, 9 maggio 2021

3 - VIETATO L'ABORTO IN TEXAS SE BATTE IL CUORE DEL BAMBINO
La legge bloccherà quasi il 90% degli aborti (da non dimenticare che la Corte Suprema ridisegnata da Trump non ha bloccato la legge... adesso si temono le contromosse di Biden e della Pelosi)
Fonte Provita & Famiglia, 3 settembre 2021

Grande vittoria della vita, in Texas. Grande vittoria per il movimento prolife americano.
La Corte Suprema non ha cassato la legge texana che vieta l'aborto quando si può sentire il cuore del bambino che batte, di solito intorno alla sesta settimana di gravidanza.
La battaglia legale degli abortisti continuerà senz'altro, appoggiata dalla presidenza Biden che già ha preso pubblicamente una posizione piccata e sdegnata, tutta tesa alla tutela dei "diritti delle donne", ovviamente.
Intanto, però, la legge texana è pienamente vigente e permette di denunciare chiunque "favorisca" un aborto oltre la sesta settimana (cliniche e medici), non le donne. Essa prevede multe fino a 10.000 dollari.
Le cliniche per l'aborto hanno riportato cali drammatici di clienti. E i centri di aiuto alla vita hanno ricevuto moltissime telefonate e visite.
La maggioranza della Corte Suprema ha deciso in base a questioni procedurali "complesse e nuove", sottolineando che non si stava pronunciando sulla costituzionalità della legge del Texas. Intanto, però, la Senate Bill 8 equivale a un divieto quasi completo dell'aborto perché dall'85 al 90 per cento degli aborti avvengono dopo la sesta settimana di gravidanza.
Questa grande vittoria va a coronare quasi mezzo secolo di battaglie del movimento prolife americano. Hanno cominciato dal basso e con pazienza. Sono state centinaia, forse migliaia, prima i provvedimenti amministrativi, poi le leggi provita locali regolarmente cancellate dai tribunali di merito. Ma piano piano, con pazienza e perseveranza e con un'azione capillare di contorno volta a spiegare l'umanità del concepito e la dannosità dell'aborto per la madre, la cultura della vita ha cominciato a farsi strada anche tribunali...
La battaglia non è finita. Il partito della morte è potente e ha dalla sua Biden e il suo staff. Il culmine sarà quando la Corte Suprema giudicherà la costituzionalità della sentenza Roe vs Wade (che ha legalizzato l'aborto nel 1973).

Nota di BastaBugie:
Ermes Dovico nell'articolo seguente dal titolo "La guerra del Texas all'aborto. E la furia di Biden" approfondisce le conseguenze della nuova legge texana, che proibisce gli aborti quando si riscontra il battito cardiaco del bambino.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 settembre 2021:

Joe Biden e tutto il gotha del Partito Democratico e dell'industria abortista americana non l'hanno presa bene. La decisione della Corte Suprema (5-4) di non bloccare la nuova legge texana che proibisce gli aborti dal momento in cui è rilevabile il battito cardiaco del bambino, dunque intorno alla sesta settimana di gravidanza, ha comprensibilmente galvanizzato il movimento pro vita, ma ha fatto infuriare i Dem che sono già passati al contrattacco. Il presidente degli Stati Uniti ha definito il verdetto della Corte un «assalto senza precedenti» all'aborto e ha annunciato che farà di tutto per annullare gli effetti della legge approvata dal parlamento del Texas a maggio di quest'anno e in vigore da mercoledì 1 settembre.
La legge texana richiede che ogni esecutore di aborti verifichi la presenza del battito del cuore prima di procedere all'uccisione del bambino in grembo. Se si riscontra il battito, l'aborto non è appunto consentito, tranne in circostanze eccezionali (non stupro e incesto) come il pericolo di vita per la madre. Poiché per l'85-90% dei casi, secondo i dati dell'organizzazione abortista Aclu, gli aborti in Texas non avvengono prima della sesta settimana, quando molte donne sono ignare della gravidanza in corso, la legge potrà avere l'effetto di salvare decine di migliaia di bambini all'anno, tenendo conto che nel 2020 le cliniche locali hanno eseguito circa 54.000 procedure abortive. L'obiettivo deve essere chiaramente quello di vietare ogni aborto procurato, ma certamente in Texas si è fatto un gran passo avanti. E difatti in questi primissimi giorni di settembre il numero di aborti è precipitato.
Sono già una quindicina gli Stati che hanno approvato negli ultimi anni leggi di questo tenore, ma a differenza degli heartbeat bills precedenti, bloccati dalle varie corti federali, la normativa texana è la prima ad essere entrata in vigore. E questo, a 48 anni dalla sciagurata sentenza Roe vs Wade, è già un fatto storico. Ciò che differenzia la legge del Texas dalle altre è che solleva esplicitamente i funzionari statali dal compito di far rispettare la legge stessa, negando cioè loro qualsiasi autorità in materia, e si basa esclusivamente sulla responsabilità dei cittadini. In sostanza ogni comune cittadino, dall'1 settembre, può esigere il rispetto della legge citando in giudizio coloro che eseguono o favoriscono l'aborto nonostante il riscontro del battito cardiaco. Le donne che richiedono l'aborto non sono denunciabili, mentre lo sono tutti gli altri soggetti coinvolti: per ogni violazione dimostrata, la sanzione minima è di 10.000 dollari.
La legge è stata pensata e dotata quindi con un grimaldello ad hoc per scardinare il sistema e, stavolta, gli abortisti non sono riusciti a trovare in tempo le contromosse per far prevalere le loro pretese. Anche perché i cinque giudici di area conservatrice della Corte Suprema (Alito, Thomas, Gorsuch, Kavanaugh, Barrett), gli ultimi tre dei quali nominati da Trump, hanno votato compatti, come raramente è accaduto in passato. Secondo i giudici, i ricorrenti (Aclu, Planned Parenthood, Whole Woman's Health e altri gruppi abortisti) «hanno sollevato seri interrogativi sulla costituzionalità della legge del Texas in questione. Ma la loro istanza presenta anche antecedenti questioni procedurali complesse e nuove», rispetto alle quali i gruppi abortisti non sono stati in grado di fornire sufficienti ragioni per bloccare la legge. Quest'ultima, insomma, rimane in vigore, ma la partita non è chiusa, in quanto, come conclude la maggioranza della Corte Suprema, «questo ordine non è basato su nessuna decisione riguardo alla costituzionalità della legge del Texas, e in nessun modo limita altri ricorsi proceduralmente corretti contro la legge del Texas, anche nei tribunali statali del Texas».
Il caso, dunque, può tornare alle corti inferiori, dove proseguirà la battaglia legale, il cui esito rimane incerto. Ma lo scontro tra pro vita e pro morte si gioca anche su altre cause. Davanti alla Corte Suprema, infatti, è atteso in autunno l'esame della legge del Mississippi che vieta gran parte degli aborti dopo la quindicesima settimana e che sfida apertamente il sistema imperniato sulla Roe vs Wade e sulle sue discendenti decisioni, come la Planned Parenthood vs Casey (1992), che prevede che una donna debba poter abortire legalmente nei 50 Stati federati almeno fino al punto di "viability", cioè prima che il bambino sia in grado di sopravvivere fuori dal grembo materno.
In tutto questo c'è da considerare la variabile Biden, un tempo 'moderato' sull'aborto, ma oggi completamente asservito alle lobby abortiste che ne hanno favorito la scalata al potere e disposto a forzare gli stessi principi democratici e federali. Oltre ad aver attaccato, come visto, la Corte Suprema, il numero uno della Casa Bianca ha dato mandato al suo entourage di «lanciare uno sforzo dell'intero Governo», così da capire «quali passi il Governo federale può intraprendere per garantire che le donne in Texas abbiano accesso ad aborti sicuri e legali come protetti dalla Roe, e quali strumenti abbiamo per proteggere le donne e i fornitori [dell'aborto] dall'impatto del bizzarro schema del Texas di applicazione [della legge] appaltata a parti private», cioè all'iniziativa dei cittadini. In campo pro life si teme che Biden possa emettere un ordine unilaterale per facilitare gli aborti fuori dal Texas, finanziando con i soldi dei contribuenti gli spostamenti delle cittadine texane che chiedono di abortire. A dimostrazione della sua svolta sempre più radicale, Biden è arrivato ieri a negare (contrariamente al passato) il dato biologico, dicendo di rispettare «coloro che credono che la vita inizi al momento del concepimento», ma di non essere «d'accordo» con loro.
A biasimare la Corte Suprema anche Nancy Pelosi. La speaker della Camera ha annunciato che al ritorno dei parlamentari in aula, il 20 settembre, sarà presentato il Women's Health Protection Act, un disegno di legge che a dispetto del nome, ingannevole, intende allargare le maglie dell'aborto in tutti gli Stati Uniti.
Intanto, tornando al Texas, il fronte pro vita sta accrescendo gli sforzi per aiutare le mamme con gravidanze difficili, e bisognose di un supporto morale ed economico. Un impegno favorito anche dallo stanziamento di 100 milioni di dollari deciso dai legislatori locali nell'ambito di un programma per offrire alternative all'aborto. E sono queste alternative la strada giusta: su cui, si spera, si indirizzeranno altri Stati insieme al Texas.

DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO"
La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade

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Fonte: Provita & Famiglia, 3 settembre 2021

4 - SESSO & POTERE, IL FILM SUGLI SPIN DOCTORS CHE PREVIDE LO SCANDALO DI BILL CLINTON
Lo spin doctor spinge i media a deviare l'attenzione dell'opinione pubblica diffondendo notizie ad hoc (DUE VIDEO: Trailer del film con Robert De Niro e Dustin Hoffman + Gli stregoni della notizia di Marcello Foa)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-07-2021

Lo ripeto spesso: la clinica, cioè la cura delle persone, la fanno gli psicologi di campagna come me. Gli psicologi veramente bravi fanno gli spin doctor e guadagnano un sacco di soldi. Ma chi sono gli spin doctor? La locuzione deriva dal baseball, sport nel quale esiste un tiro, lo spin, curvo, deviato. Lo spin doctor è uno psicologo che curva, piega e devia l'informazione a favore del suo cliente, sia esso un politico o una azienda.
C'è un film che chiarisce in modo esemplare chi sia e cosa faccia lo spin doctor: Wag the dog, diretto da Barry Levinson nel 1997. Il titolo italiano, come spesso accade, non significa nulla: Sesso e potere. Il titolo originale, invece, prende origine da una battuta del film: uno spin doctor, guardando un cane che dimena la coda, riuscirebbe a far credere che è la coda a muovere il cane.

UN FILM CHE SMASCHERA LA REALTÀ DELLA POLITICA
La trama è la seguente: il presidente degli Stati Uniti insidia sessualmente una minorenne nel corso di una visita alla Casa Bianca, nello Studio Ovale; la notizia si diffonde una decina di giorni prima delle elezioni di metà mandato. Viene quindi convocato lo spin doctor Conrad Brean, interpretato da Robert De Niro, per gestire la situazione; questo contatta l'eccentrico produttore hollywoodiano Stanley Motss (Dustin Hoffman) per elaborare insieme una strategia. Insieme decidono di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica diffondendo la notizia di una falsa guerra con l'Albania: la nazione europea sarebbe in mano a terroristi che minacciano la sicurezza degli USA ed è necessario inviare truppe per ripristinare la democrazia. Vengono scelti i gadget e i colori per sostenere l'impegno bellico statunitense e viene addirittura incisa una canzone, intitolata The American Dream e straordinariamente simile a We Are The World, per coinvolgere la popolazione in questa lotta per la democrazia. Nel frattempo, i media trasmettono video falsi della falsa guerra. Tutto sembra procedere per il meglio; tuttavia, a pochi giorni dalle elezioni, l'FBI interviene diffondendo la notizia che la guerra è stata sventata e che le truppe statunitensi possono ritornare a casa.
Brean e Motss non si danno per vinti e inventano una nuova storia: le truppe statunitensi avrebbero lasciato nelle mani dai terroristi albanesi un soldato, William Schumann, abbandonato come una «scarpa vecchia»; urge una nuova mobilitazione popolare per riportare a casa l'eroe americano. In poco tempo viene composto un blues «anni Trenta» intitolato «Good Old Shoe», buona scarpa vecchia; e viene inventato un gesto «spontaneo» per significare l'adesione alla campagna a favore dell'eroe di guerra: scarpe vecchie vengono lanciate sui rami degli alberi, sui lampioni e a cavalcioni sui fili della corrente.

BILL CLINTON E MONICA LEWINSKY
In poco tempo, gli Stati Uniti gli alberi e i cavi sospesi degli Stati Uniti si riempiono di scarpe vecchie. Viene persino organizzato in pompa magna il rientro dell'eroe, a ridosso delle elezioni; Schumann, però, si rivela uno stupratore di minorenni e viene ucciso dal padre di una di loro. Può rientrare, quindi, solo il cadavere del falso eroe di guerra. Per Brean e Motss è un trionfo: tutti i media parlano del successo dell'operazione e della certezza della rielezione del presidente. Motss, tuttavia, non è soddisfatto: vuole che il suo lavoro migliore gli venga riconosciuto. Brean cerca di dissuaderlo, ma il produttore è irremovibile. Poco dopo verrà trovato casualmente morto per un attacco cardiaco.
Il film è tratto da un romanzo (American Hero) di Larry Beinhart, pubblicato nel 1993; i diritti sono stati acquistati dalla Tribeca Production, di proprietà di De Niro che, quindi, è sia produttore che interprete del film. Il risultato è un film grottesco e straniante. È davvero incredibile che i media, i guardiani del potere, siano a quello asserviti; che possano inventare storie così pazzesche pur di influenzare la politica interna; e che gli spin doctor abbiano davvero tutto questo potere nel manipolare l'opinione della gente. Eppure, pochi mesi dopo l'uscita del film Bill Clinton fu accusato di aver avuto rapporti sessuali con una stagista nello Studio Ovale; mentre montava lo scandalo, ha ordinato il lancio di missili contro Afghanistan e Sudan; durante il processo di impeachment ha ordinato di bombardare l'Iraq... Ah, il potere profetico di Hollywood (che significa «bosco sacro»).
Che dire, dunque? Wag The Dog è un brutto e poco credibile film di fantapolitica, oppure una finestra aperta su una realtà che non conosciamo? [...]

Nota di BastaBugie: nei seguenti video si possono vedere il trailer del film del 1997 "Sesso e Potere" (durata: 1 minuto e mezzo) e una conferenza di Marcello Foa (durata: 35 minuti) dal titolo "Spin doctors, come ti manipolano gli stregoni della notizia". In questo video l'attuale presidente della Rai spiega con esempi tratti dalla realtà cosa sono gli spin doctor che utilizzano le notizie per manipolare la realtà e condizionare il consenso dei cittadini.


https://www.youtube.com/watch?v=UeZbvfrT14U


https://www.youtube.com/watch?v=0OjaHYCAXSU

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-07-2021

5 - FRANCIA, LA GRANDE SOSTITUZIONE E' ORMAI IRREVERSIBILE: L'ISLAM HA LA STRADA SPIANATA
Gli immigrati stanno sostituendo la popolazione nativa... ecco perché le forze dell'ordine francesi a maggio scesero in piazza: per denunciare di essere vittime di violenza e islamismo ormai impossibili da gestire
Fonte Sito del Timone, 31 agosto 2021

Ieri era una "fissazione" complottista, oggi è una "verità"? La "grande sostituzione" viene considerata "complottismo" da quelli che non vogliono sentire parlare d'immigrazione. Ma ora la copertura mediatica di un vasto studio di France Strategy sulla "segregazione residenziale in Francia" infrange questo tabù, mostrando la crescita galoppante della popolazione di origine extraeuropea sul territorio nazionale francese.
Niente di più ufficiale di France Strategy: istituzione legata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che «ha l'obiettivo di contribuire alla determinazione dei principali orientamenti per il futuro della Nazione e degli obiettivi di medio e lungo termine del suo sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale, nonché alla preparazione delle riforme», come si legge sul suo profilo Wikipedia. France Strategy fornisce dati, oltre al Primo Ministro, ad una moltitudine di Consigli statali di analisi e orientamento (Consiglio di analisi economica, Consiglio di orientamento per l'occupazione, pensioni, Consiglio superiore per il clima, ecc.).
Questo studio, pubblicato nel 2020, è una mappatura redatta su 55 "unità urbane" francesi con più di 100.000 abitanti. Questa cartografia è una dimostrazione lampante del vertiginoso spostamento demografico che si è verificato nell'ultimo mezzo secolo (1968-2017) in molte città e "aree urbane", e non solo in Senna- Saint-Denis, ma nel 18° distretto di Parigi... come a Rennes o Limoges. Le popolazioni di origine immigrata hanno massicciamente sostituito i "nativi francesi".

ESEMPI DELLA DRAMMATICA SITUAZIONE
Ecco alcuni esempi, identificati da Causeur. Nel 2017, i bambini immigrati o nati da genitori immigrati non europei erano la maggioranza nella fascia di età 0-18 in oltre della metà dei comuni di Seine-Saint-Denis. A causa dei trasferimenti dei francesi "autoctoni" e dell'alto tasso di natalità delle popolazioni immigrate, la percentuale di figli di immigrati non europei è esplosa. Nel comune di Courneuve, questa percentuale è aumentata del 60% tra il 1990 e il 2017. A Pierrefitte-sur-Seine, nello stesso periodo, la percentuale di figli di immigrati non europei è più che raddoppiata fino a raggiungere il 102%. Non si tratta di un fenomeno circoscritto a Seine Saint-Denis: in alcuni distretti di Parigi, questi figli di immigrati rappresentano fino alla metà della popolazione nella fascia 0-18 anni: «50% nel XIX° distretto, 43% nel XVIII° distretto, 42 % nel 20 ° distretto, 41% nel 13° distretto"... una percentuale elevata anche in alcuni quartieri: a Clignancourt / Porte de Saint-Ouen (nel 18° distretto): il 72% dei giovani 0-18 anni proviene da genitori immigrati non europei».
Come si può vedere sul sito di France Strategy , lo stesso fenomeno "dinamico" può essere osservato su tutto il territorio nazionale. A Rennes, «i figli di genitori immigrati extraeuropei rappresentano ormai quasi un quarto (22,8%) dei giovani tra 0-18 anni. Tra il 1990 e il 2017, la percentuale di figli di genitori non europei è triplicata, passando dal 7,7% al 22,8%, con picchi esasperanti in alcuni quartieri (+ 355% a Villejean-Beauregard). A Limoges, una tranquilla cittadina di provincia che si potrebbe credere lontana dai flussi migratori, la percentuale di figli di immigrati è aumentata del 170% in meno di trent'anni. Oggi, (ci si riferisce al 2017) i figli di genitori immigrati non europei rappresentano in media più di un quarto (27,5%) dei giovani tra 0-18 anni e la percentuale sale fino al 61% in alcuni quartieri».

PER RIFLETTERE
Tre osservazioni conclusive.
1) In primo luogo, queste statistiche riportate sopra non vanno oltre il 2017 e le percentuali che indicano sono aumentate negli ultimi 4 anni, a causa della continuazione dell'immigrazione (legale, 469.000 persone per il solo anno 2019, e illegale) e delle differenze di natalità tra "nativo" francese e background immigrato (2,73 figli in media per una donna immigrata, contro 1,9 per i nativi). Conseguenza: «Nel 2018, quasi un terzo dei bambini nati in Francia (31,4%) ha almeno un genitore nato all'estero».
2) In secondo luogo, Causeur richiama l'attenzione sul fatto che questi calcoli non includono la "terza generazione", quella dei bambini nati da nonni immigrati extraeuropei... di cui sappiamo che l'integrazione e a maggior ragione l'assimilazione costituiscono un grave problema per l'intera nazione. Inoltre non includono, o solo molto parzialmente, gli immigrati clandestini...
3) Infine, tutto ciò sostiene l'urgente legalizzazione di uno strumento indispensabile per la demografia, le statistiche etniche "reali" praticate senza creare alcuno scandalo nel Regno Unito o negli Stati Uniti.

Nota di BastaBugie:
Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "Polizia in piazza: Noi vittime di violenza e islamismo" parla delle forze dell'ordine francesi che a maggio scesero in piazza per denunciare di essere vittime di violenza e islamismo ormai impossibili da gestire.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24-05-2021:

La polizia in piazza a Parigi. A Palais Bourbon, mercoledì, si sono riuniti in oltre 35 mila. Niente di simile è mai stato organizzato, una mobilitazione da record che ha visto schierati uomini e donne in divisa non per più fondi, ma per chiedere protezione da quello Stato che essi stessi rappresentano.
Minori non accompagnati che hanno innescato un'escalation di violenza; separatismo islamico; terrorismo; bande di immigrati dedite al narcotraffico; disordini e impunità per tutti. Le forze dell'ordine francesi sono ostaggio di un clima senza precedenti, e dinanzi al quale si sentono impotenti oltre che vittime. È il rischio guerra civile che lamentano.
Lungo il Quai d'Orsay, alla polizia si sono aggiunti anche i concittadini e una schiera di deputati con tanto di fascia tricolore. Mercoledì, alla manifestazione, c'era anche il ministro dell'Interno, Darmanin. Avalla la posizione delle forze dell'ordine contro il suo governo? È estraneo al potere del suo ufficio o ha solo tentato di sminuire la controversia? Non si sa, ma opposizione, polizia e opinione pubblica non l'hanno presa bene. La sua presenza è sembrata quasi un ammissione d'impotenza.
Ma la polizia non vuole arrendersi alla nuova Francia. La manifestazione è iniziata in silenzio. È un agente a spezzarlo annunciando che sul maxi schermo sarebbero stati proiettati i filmati di quel che la polizia è costretta a subire ogni giorno. E così le auto di servizio ribaltate e date in fiamme, il separatismo islamico e i territori della République ostaggio di immigrati e inaccessibili ai francesi, le bande di minori non accompagnati, il terrorismo islamico, tutto quello che vi abbiamo raccontato in questi mesi, viene riproposto in mondovisione, come un film. Ma è tutto vero.
La polizia è il bersaglio della nuova popolazione islamica di Francia. E gli organizzatori della manifestazione portano sul palco proprio il bersaglio e il loro simbolo insanguinato. Già nel giugno 2019 un rapporto parlamentare lanciava l'allarme sull'infiltrazione islamica in ogni ambito della società pubblica francese. Persino nella polizia. Il caso Mickaël Harpon - il poliziotto radicalizzato che accoltellò i colleghi in nome di Allah - fu il primo sintomo di metastasi.
La manifestazione è stata organizzata per puntare il dito soprattutto contro la magistratura e le sue condanne a singhiozzo, la psichiatria invece del carcere, i rilasci lampo, i limiti imposti negli interventi. Oltre alle continue condanne di cui toghe e media investono le divise blu anche dopo le bombe molotov di cui sono vittime quotidianamente ormai. E non più in alcuni quartieri, ma in tutto il Paese.
Simon Babre, a capo della DRCPN - Direzione delle risorse e delle competenze della polizia nazionale - ha denunciato che in un anno le sue squadre hanno contato 7 morti - l'ultimo è Eric Masson, ucciso in un'operazione antidroga - e 5500 feriti, di cui 4800 a causa di aggressioni. Per Babre c'è una palese banalizzazione della violenza contro l'istituzione e chi la rappresenta, e il limite è ormai stato superato.
Il premier Castex, in tutta risposta, per calmare gli animi ha promesso un finanziamento di 10 milioni per la messa in sicurezza dei commissariati. Ma non è questo che le divise blu chiedono. Il patto tra società e cittadini è stato stracciato dai nuovi inquilini di Francia. E ridurre questo sviluppo al solo traffico di droga è come la psichiatria per i terroristi islamici: una nuova forma di negazione della realtà. Come ha sottolineato anche Jean-Eric Schoetti, ex consigliere di Stato.
Jean-Luc Mélenchon, candidato all'Eliseo nel 2017 e fondatore del Partito di sinistra ha voluto condannare sia la polizia sia chi si è permesso di autorizzare una simile manifestazione. Evidentemente non s'è reso conto di quel che sta accadendo in Francia, né ha letto quel che hanno denunciato le due lettere aperte delle forze dell'ordine, all'indirizzo dell'Eliseo. In meno di due settimane i responsabili della sicurezza nazionale hanno chiesto, con toni gravi e accusatori, che il presidente Macron si preoccupi del rischio guerra civile etno-religiosa.
Inutile dire dell'irritazione di Macron: non solo perché le ha lette come una minaccia simil golpista, ma perché sarebbero un bel regalo a Le Pen in vista delle imminenti elezioni. La prima missiva, a fine aprile, è stata firmata dai militari in pensione che hanno chiesto di non sottovalutare i quartieri fuori controllo, la radicalizzazione e la demografia, nuovo cavallo di Troia per Parigi: «I pericoli crescono, la violenza aumenta di giorno in giorno. Chi avrebbe previsto dieci anni fa che un giorno un insegnante sarebbe stato decapitato fuori dalla sua scuola? ...chi guida il nostro Paese deve imperativamente trovare il coraggio necessario per sradicare questi pericoli è sufficiente applicare senza debolezze le leggi che già esistono. Non dimenticate che, come noi, la grande maggioranza dei nostri concittadini è stufa dei vostri vacillanti e colpevoli silenzi. Come disse il cardinale Mercier, primate del Belgio: "Quando la prudenza è ovunque, il coraggio non è da nessuna parte"... Domani la guerra civile metterà fine a questo caos crescente, e i morti, di cui sarete responsabili, si conteranno a migliaia».
L'immigrazione incontrollata ha reso Parigi una polveriera, si sa: le rivolte del 2005 e gli attentati del 2015 hanno fatto da introduzione a tutto quello che negli ultimi 6 anni è accaduto e che ha reso la Francia la capitale del terrorismo occidentale. Il campo rifugiati Millénarie, in centro a Parigi, smantellato quasi 40 volte e dei cui inquilini si è presa cura la comunità musulmana donando loro tende ad uso esclusivo di islamici, con tanto di tappeti, la dice lunghissima.
Il 9 maggio una nuova lettera aperta. Questa volta scritta da "militari attivi", ergo in servizio, che hanno voluto manifestare sostegno ai firmatari della missiva del 21 aprile. Oltre a ribadire il contenuto dei colleghi in pensione, questi soldati, si dicono testimoni «[del]le banlieue abbandonate e [de]gli accomodamenti con la delinquenza" e denunciano di aver subito "tentativi di strumentalizzazione da parte di innumerevoli comunità religiose, per le quali la Francia non significa niente, nient'altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo e odio». Macron e tutta la classe politica vengono accusati di gravi responsabilità: accondiscendenza con il crimine organizzato, concessioni all'islam radicale e indifferenza nei confronti del rischio di una guerra civile.
Chi ignora lo stato delle cose e sentenzia su fantapolitica ed esasperazione delle forze dell'ordine non sa che sono 300 gli imam stranieri considerati pericolosi per la sicurezza nazionale e per i quali è stato predisposto il rimpatrio; 456 i cittadini francesi che sono stati rimpatriati dalla Siria e 350 sono in attesa di recupero, di cui 200 minori; 236 i clandestini identificati come radicalizzati a gennaio 2021; 250 detenuti per reati legati al terrorismo islamico; 15mila i soggetti sorvegliati perché in odore di terrorismo; 23 i casi accertati di ex militari che negli ultimi nove anni hanno abbandonato la divisa per arruolarsi in organizzazioni terroristiche come lo Stato islamico.

Fonte: Sito del Timone, 31 agosto 2021

6 - CON LA DITTATURA GAY NIENTE LIBERTA' DI PAROLA E CAMBIO DI SESSO A 4 ANNI
La Scozia approva una legge contro i crimini d'odio, ma che in realtà sanziona anche le osservazioni fatte in privato mentre in Italia un professore viene licenziato per un post su facebook (e ancora non c'è la legge Zan)
Autore: Luca Volontè - Fonte: Provita & Famiglia, 5 settembre 2021

La Scozia, una volta rinomata come la patria della filosofia del buon senso, sta lentamente impazzendo nell'andar dietro alla tirannia LGBTI. La femminista scozzese Marion Miller è stata accusata di crimini d'odio dopo aver pubblicato dei presunti tweet "omofobici e transfobici".
In uno spaventoso assalto alla libertà di parola, la Scozia ha approvato una legge poco nota contro i "crimini d'odio" che non solo sanziona le dichiarazioni pubbliche ma anche le osservazioni fatte in privato. In pratica, naturalmente, proteggerà principalmente quelle minoranze che più probabilmente si lamenteranno di ciò che ‘sentono' come offese contro di loro. Lungi dallo sradicare l'"odio" in Scozia, hanno semplicemente creato una nuova aristocrazia che non deve essere offesa per nessun motivo.
Ancora, il governo scozzese ha anche chiesto ai suoi 8.000 dipendenti pubblici di "impegnarsi per includere tutti i pronomi nelle loro comunicazioni, inclusi i pronomi gender fluid". Come se non bastasse, la Scozia permetterà ai bambini di quattro anni di cambiare il loro nome e genere a scuola senza il consenso dei loro genitori. Secondo le nuove linee guida del governo sull'inclusività, infatti, è possibile "dirsi" come transgender "a qualsiasi età" e le opinioni dei giovani dovrebbero essere rispettate se non vogliono che i loro genitori siano informati.
Non sorprende che molti chiedano un "ritorno al buon senso". Nel frattempo, infatti, contro questa assurda nuova politica inclusiva scolastica si sono levate molte voci autorevoli. Marion Calder, co-direttore del gruppo di campagna ‘For Women Scotland', ha descritto la nuova guida del governo come "molto, molto preoccupante" e ha accusato il governo scozzese di portare avanti una "ideologia pericolosa".
Critiche sono state mosse anche all'affidabilità delle statistiche sul suicidio tra i giovani transgender utilizzate nel documento. Lucy Hunter Blackburn, un tempo capo della divisione per l'istruzione superiore del governo, ha descritto i dati come "irresponsabili" e "incredibilmente insensati". Il vicedirettore del Christian Institute Simon Calvert ha detto: "La questione di come aiutare al meglio i bambini e i giovani confusi sul loro genere è enormemente controversa. Il fatto che il governo scozzese si schieri così fermamente dalla parte degli attivisti trans è un male per le scuole, le famiglie e la società".

Nota di BastaBugie
: nell'articolo seguente dal titolo "Critica il ddl Zan, insegnante di religione trasferito" si parla della situazione in Italia in vista dell'approvazione della legge Zan che toglierà il diritto di parola anche nel nostro Paese.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29-07-2021:

Ddl Zan o non ddl Zan, nel nostro Paese è già rischioso - pure sotto il profilo lavorativo - esporsi contro la legge arcobaleno e, in generale, le rivendicazioni Lgbt. E anche un post su Facebook può costare caro. Lo prova la vicenda di Piergiorgio Dellagiulia, 46 anni, professore di religione cattolica presso l'Istituto Statale Velso Mucci di Bra (Cuneo), il quale, suo malgrado, si è ritrovato protagonista di una vicenda che ha del surreale.
Sì, perché questo insegnante non ha fatto nulla verso i suoi allievi o nelle sue aule che contrasti col suo ruolo di insegnante di religione (cattolica) o la sua etica professionale. Al contrario, si è limitato, in particolare su un gruppo Facebook molto letto dai cittadini braidesi, a condividere degli articoli critici sul ddl Zan; il che non solo è consentito, ma risulta perfettamente in linea sia con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, sia con la stessa posizione della Santa Sede, formulata nero su bianco con la nota diplomatica al Governo italiano dello scorso 17 giugno.
Ebbene, solo per questo, per essersi cioè esposto sui social contro il ddl Zan ancora lo scorso aprile, Dellagiulia è stato inondato di critiche. Fin qui tutto normale, dato che a prendere le distanze dai cosiddetti "diritti civili", come noto, si rischiano anche via social le proteste dei paladini del «love is love». Il punto è che a tali prese di distanza dall'insegnante di religione si è accodato, dalla pagina Facebook dell'Istituto, addirittura il preside della scuola superiore, il professor Gianluca Moretti. Lo scorso 15 aprile, il dirigente ha infatti fatto pubblicare un post dove, ricordato l'articolo 3 della Costituzione - mai messo in discussione da nessuno, tanto meno dal professore di religione -, si è messo nero su bianco che «il nostro istituto prende apertamente le distanze da opinioni espresse da un nostro Dipendente, a titolo strettamente personale». Insomma, Dellagiulia è stato scaricato pubblicamente dalla scuola per le sue idee.
Sarebbe il caso di ricordare a questo preside che, anche se non piace ai sostenitori del ddl Zan, esiste pure l'articolo 21 della Costituzione, ma non attardiamoci perché la vicenda non è ancora conclusa. Giovedì 8 luglio Dellagiulia è stato infatti convocato, al mattino, presso l'Ufficio scuola della diocesi di Torino, a colloquio col direttore, don Roberto Gottardo. In quella sede, a seguito anche d'un confronto sull'accaduto, al docente è stato annunciato che presto sarà assegnato ad altra scuola.
Così Dellagiulia quasi sicuramente dovrà lasciare l'Istituto da dove ha insegnato per 16 anni. Ufficialmente, il motivo della nuova assegnazione è il calo dei giovani che si avvalgono dell'ora di religione; in effetti, una riduzione significativa si è registrata, specie negli ultimi due anni. Tuttavia, è difficile non immaginare un collegamento tra tale pur motivato spostamento di cattedra e il fatto poc'anzi ricordato, con la manifestata contrarietà al ddl Zan che era già costata all'insegnante piemontese addirittura un apposito post, come si diceva, di pubblica presa di distanze sulla pagina della scuola. Un post che, riletto col senno di poi, suona come presagio di ciò che sarebbe poi accaduto.
Ecco che allora la vicenda riassume alla perfezione che clima pesante, per chi abbia certe idee, si sta instaurando nel Paese; a meno che, va da sé, non si sia pronti a rischiare la propria reputazione e qualcosa di più. Ma c'è da ritenere che i critici verso le rivendicazioni Lgbt sceglieranno sempre più l'autocensura.

Fonte: Provita & Famiglia, 5 settembre 2021

7 - LA SPAGNA TORNA AL TERRIBILE CLIMA CHE CAUSO' LA GUERRA CIVILE DEL 1936-1939
Il governo di sinistra condanna per legge il passato franchista, ma non la deriva bolscevica del regime repubblicano che prese il potere con elezioni truccate e che sterminò 8 mila persone tra sacerdoti, suore e fedeli
Autore: José Miguel Oriol - Fonte: Tempi, 15 ottobre 2020

Negli ultimi anni del regime di Francisco Franco divenne sempre più chiaro che i ministri e i deputati delle Cortes franchiste favorevoli all'evoluzione verso un sistema democratico si sarebbero imposti su quelli che propugnavano un'impossibile continuazione del regime uscito dalla Guerra civile del 1936-1939. Morto Franco nel novembre 1975, dodici mesi più tardi l'immensa maggioranza del popolo spagnolo (il 94,17 per cento) approvò per via referendaria la riforma politica proposta dai governanti per stabilire una nuova legalità a partire da quella precedente: «de la Ley a la Ley» fu lo slogan della cosiddetta Transizione.
Uno dei fattori fondamentali di quest'ultima fu la restaurazione della monarchia costituzionale nella persona di Juan Carlos I, nipote di Alfonso XIII, il re deposto nel 1931. La costituzione della Spagna come monarchia, dopo la parentesi aperta dalla Seconda Repubblica, fu una decisione del regime franchista nel 1947. E nel 1969 Franco designò il principe Juan Carlos come suo successore dopo la sua morte.
Elemento essenziale del processo di transizione fra i due regimi fu la ley de Amnistia dell'ottobre 1977, promulgata per spianare la strada alla riconciliazione nazionale attraverso la cancellazione di tutti i delitti di natura politica commessi dai giorni della Guerra civile fino a quel momento, inclusi i crimini più recenti compiuti dall'Eta e da altre formazioni terroristiche di minore importanza.

UNA TRANQUILLITÀ SOLO APPARENTE
Così trascorsero tranquillamente tre decenni dal punto di vista giuridico, mentre al contrario dal punto di vista ideologico e culturale la sinistra non cessò la sua campagna di demonizzazione della fazione nazionalista. In forza di ciò si procedette a una graduale eliminazione di monumenti e riferimenti pubblici a persone e fatti connessi a tale fazione, mentre nello stesso tempo si rendeva omaggio alla fazione repubblicana.
Il Partito popolare, sempre timoroso di essere accusato di filo-franchismo, non si è mai opposto a questi provvedimenti che hanno finito per minare lo spirito della Transizione e della Costituzione del 1978. Anzi, ha collaborato ad essi: un caso di particolare importanza è stata la mozione di condanna dell'insurrezione del 18 luglio 1936 (l'"alzamiento" di Franco, ndt) approvata all'unanimità dalla Camera dei deputati il 20 novembre 2002, quando governava con la maggioranza assoluta José María Aznar. Quella delegittimazione del regime franchista non è stata accompagnata, tuttavia, né da una parallela delegittimazione del colpo di Stato socialista dell'ottobre 1934, antecedente fondamentale della Guerra civile, né da quella della deriva bolscevica del regime repubblicano, che affogò la Spagna nel caos a partire dalle elezioni vinte coi brogli dal Fronte popolare nel febbraio 1936.
Con l'arrivo al potere del socialista José Luis Rodríguez Zapatero nel marzo del 2004, dopo i sanguinosi attentati jihadisti di Madrid, il processo ha subìto un'accelerazione: una delle sue prime decisioni al riguardo è stata la demolizione della statua equestre di Franco che si trovava insieme a quelle dei dirigenti socialisti Indalecio Prieto e Francisco Largo Caballero presso Nuevos Ministerios, complesso di edifici governativi a Madrid. Le statue dei due leader socialisti rimangono invece in piedi, nonostante siano stati dei golpisti come Franco in forza del sanguinoso tentativo rivoluzionario del 1934.

IL CAUDILLO NON ERA IL FÜHRER
L'ossessione della sinistra spagnola per le statue di Franco e per altri riferimenti al suo regime è stata giustificata attraverso il paragone con la Germania e con l'Italia. Il ragionamento è il seguente: se ogni ricordo dei regimi di Adolf Hitler e di Benito Mussolini è stato eliminato dalla vita pubblica dei paesi che essi governarono, lo stesso dovrebbe aver luogo in Spagna col regime di Franco. Però le differenze fra i due casi non sono piccole. In primo luogo, mentre Hitler e Mussolini persero le loro guerre, Franco vinse la sua, e dalla notte dei tempi a erigere statue in propria memoria sono sempre stati, come è logico, i vincitori: tutti i paesi del mondo sono disseminati di memorie lasciate da governanti e guerrieri vittoriosi nel corso dei millenni.
In secondo luogo, mentre le attuali repubbliche in Italia e in Germania sono nate a partire dall'eliminazione dei regimi fascista e nazionalsocialista, l'attuale monarchia spagnola è conseguenza della vittoria di Franco sulla Seconda Repubblica e continuazione - «dalla Legge alla Legge» - del regime nato a causa di quella vittoria.
Ma il passaggio più importante è consistito nella "legge della Memoria storica" del dicembre 2007 promossa dal capo del governo Zapatero, con la quale si è rotto il consenso raggiunto nella Transizione e concretizzato nella Costituzione del 1978. Si è preteso di annullare l'amnistia del 1977 allo scopo di perseguire i dirigenti franchisti, si sono riaperte le ferite, rinfocolati rancori spenti e l'ambiente politico si è trovato di nuovo percorso da tensioni inimmaginabili fino a pochi anni prima. Nelle campagne elettorali seguenti il Partito popolare guidato da Mariano Rajoy ha promesso che la legge sarebbe stata abolita, ma la promessa è rimasta inadempiuta come molte altre, cosa che ha provocato un crescente rigetto da parte di buona parte dei suoi elettori, emigrati di conseguenza verso altre opzioni politiche, fondamentalmente Ciudadanos e Vox.

UNA "LEY" VI SEPPELLIRÀ
Con l'arrivo al potere della coalizione social-comunista tra Psoe e Unidas Podemos, i dirigenti di questi partiti, soprattutto del secondo, ritengono che sia giunto il momento di mettere la ciliegina sulla torta pazientemente preparata nel corso di quarant'anni di falsa riconciliazione da parte di un settore considerevole della sinistra. La chiamano "Seconda Transizione" e consiste nella condanna eterna e senza sfumature della fazione vincitrice nel 1939 e, di conseguenza, nella delegittimazione di tutto ciò che da quella vittoria è derivato, Costituzione del 1978 e monarchia comprese.
L'esumazione di Franco dalla Valle dei caduti - dove comunque fu sepolto non per sua volontà, ma per disposizione del re Juan Carlos - nell'ottobre 2019 è stato un gesto di enorme importanza simbolica. Però la mossa chiave del governo di Pedro Sánchez e Pablo Iglesias è la promulgazione della già annunciata "legge della Memoria democratica", norma che verrà a completare quello che è già stato ottenuto dall'antecedente legge della Memoria storica del 2007. Il suo ambito di attuazione sarà ampio: revoca delle decorazioni e dei titoli concessi durante il regime franchista; annullamento delle sentenze giudiziarie dell'epoca franchista, compresa quella molto famosa contro il golpista separatista Lluís Companys; forti multe e anche la messa fuori legge di associazioni che organizzino iniziative o attuino campagne di sensibilizzazione che «incitino all'esaltazione del franchismo»; trasformazione della Valle dei caduti [vedi foto, N.d.BB] in un cimitero civile ed espulsione dei benedettini dall'annesso monastero; anche se è considerato secondario, si valuta la possibilità di abbattere la grande croce che sovrasta il cimitero; aggiornamento dei contenuti scolastici per poter indottrinare i bambini secondo la verità ufficiale circa la storia contemporanea spagnola, eccetera.

LA DEBOLEZZA DEL PPE E DEL RE
A questo progetto totalitario di riscrittura della storia spagnola e di indottrinamento delle future generazioni in una visione manichea della grande tragedia spagnola del 1936-1939 si sono opposte numerose voci - e non tutte ascrivibili in linea di principio alla destra - che lo considerano contrario alla riconciliazione nazionale sigillata nel 1978, incompatibile con un regime democratico e delegittimante della monarchia. Fra i partiti politici, Vox ha annunciato la sua ferma opposizione. Per quanto riguarda il Partito popolare, resta da vedere quale sarà la sua decisione, poiché si tratta di un tema che ha sempre cercato di evitare per non essere accusato di filo-franchismo. A titolo personale, la deputata del Ppe Cayetana Álvarez de Toledo ha invitato il suo partito a dire un "no" assoluto a una legge che, lungi dall'essere democratica, rappresenta la continuazione dello spirito dittatoriale franchista ma sul versante opposto. Il peso che questa presa di posizione personale potrà avere nella sua compagine è al momento attuale imprevedibile, tenendo conto che la stessa Álvarez de Toledo è stata recentemente destituita del suo incarico di portavoce del partito alla Camera dei deputati.
Il momento scelto per promuovere questa legge controversa non deve nulla al caso, ma è stato favorito dalla situazione delicata che attraversa la Corona spagnola a causa degli scandali finanziari del re emerito, oggi trasferitosi all'estero. I comunisti presenti nel governo non hanno nascosto il loro interesse nell'approfittare della congiuntura per abbattere la monarchia: il vicepresidente del governo Pablo Iglesias ha dichiarato, il 18 settembre, che «compito fondamentale» del suo partito (Podemos, ndt) è lavorare per mettere fine alla monarchia e con essa al sistema che rappresenta. E come prova definitiva del suo animo totalitario e antidemocratico, cinque giorni più tardi ha annunciato che il Partito popolare, principale partito dell'opposizione, «non tornerà mai più a governare il paese».

Nota di BastaBugie: Caterina Giojelli nell'articolo seguente dal titolo "Spagna, il governo approva la legge che sconsacra la Valle dei Caduti" racconta cosa comporta la legge della Memoria Democratica. Vengono cacciati i monaci e ora ci si chiede se il governo farà saltare la grande croce del mausoleo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 22 luglio 2021:

L'enorme croce della Valle dei Caduti verrà abbattuta? Che ne sarà dei monaci benedettini che dal 1958 custodiscono l'immenso mausoleo spagnolo a nord di Madrid nelle cui cripte sotterranee riposano quasi 50 mila caduti de los dos bandos, repubblicani e franchisti vittime della Guerra civile?
Martedì 20 luglio il Consiglio dei ministri della Spagna ha approvato la Legge della Memoria Democratica, completando ciò che era già stato ottenuto dall'antecedente legge della Memoria storica del 2007 con Zapatero: una nuova norma, ora al vaglio del parlamento, che consiste condanna eterna di Franco e di tutto ciò che dalla sua vittoria è derivato (Costituzione del 1978 e monarchia comprese). Una norma che, tra le altre cose (dall'annullamento delle sentenze giudiziarie dell'epoca alla modifica degli attuali programmi scolastici), dichiara estinta la Fondazione della Santa Cruz del Valle de los Caídos «perché i suoi scopi sono incompatibili con i princìpi e i valori costituzionali», dettaglia l'articolo 54.5.
La legge sancisce pertanto la trasformazione della Valle dei Caduti in un cimitero civile e insieme l'espulsione dei benedettini dall'annesso monastero. Colpa imperdonabile dei monaci sarebbe aver ricevuto da Franco il compito di mantenere il culto liturgico e vegliare sull'enorme complesso che oggi ospita il mausoleo, ma anche l'abbazia, una scuola in cui studiano bambini sotto i 14 anni, una locanda e un centro studi (attualmente inutilizzato).
Sconsacrare, risignificare, riassegnare a luogo civile: sono queste le parole d'ordine della legge e della sua madrina Carmen Calvo. La gestione passerà al Patrimonio Nacional che ne farà un luogo di "memoria democratica" appunto; quanto all'abbazia, potrà essere affidata a un ordine designato dall'arcidiocesi di Madrid, ma di presenza religiosa nella valle non si parla in alcun rigo. Di più: sono anni che Podemos punta a rimuovere o far saltare in aria la grande croce.
Gli alleati nicchiano, si contraddicono, al momento non prevedono di abbatterla, considerano la questione "secondaria" mentre, dopo aver già riesumata e sloggiata la salma del Caudillo nel 2019, si affrettano a rimuovere i resti di José Antonio Primo de Rivera, fondatore della Falange.
I cattolici si preoccupano e non a caso: le misure in vigore dai tempi di Zapatero ordinano la rimozione di monumenti, simboli o nomi di luoghi pubblici legati alla guerra civile e alla dittatura. In teoria i luoghi della Chiesa cattolica sarebbero esclusi dalle loro applicazioni; in pratica, brandendo la legge della memoria storica prima e inneggiando a quella della memoria democratica dopo, sono già state rimosse decine di croci e targhe.
Ricordate cosa è successo ad Aguilar de la Frontera (Cordoba)? Proprio come in un video delle demolizioni del partito cinese o degli islamisti in Iraq, la mattina del 19 gennaio scorso un operaio armato di sega elettrica aveva troncato il basamento dell'alta croce del convento delle carmelitane scalze, l'aveva imbragata, sollevata con una gru, caricata su un camion e infine gettata nella discarica di Moriles, e lì abbandonata, tra cumuli di terra e rifiuti. Originariamente eretta come tributo ai caduti della guerra civile, nonostante la rimozione della targa nell'81, secondo la task force per il Recupero della memoria della storia sociale dell'Andalusia le origini "fasciste" di questa e delle altre croci, come quella dei caduti di Aroche, spogliata di ogni riferimento franchista fin dagli anni Ottanta, sarebbero rimaste a vita.
«Non sappiamo nel dettaglio cosa voglia fare il Governo», ha confermato il cardinale Carlos Osoro, arcivescovo di Madrid ricordando che i benedettini sono un simbolo di riconciliazione e la croce un simbolo di amore. Secondo i giornali, il legame tra Valle e monaci è protetto dagli accordi Chiesa-Stato del 1979 e non si può spezzare a meno che venga espressamente indicato dal Vaticano o dall'abate di Solesmes (superiore dei monaci della Valle). Tuttavia, come hanno ben sottolineato i promotori di un drammatico appello lanciato lo scorso anno per salvare la grande croce, basterebbe agli estensori degli "atti di riparazione" ricordare che in Spagna «tra il 1934 e il 1939, i cristiani hanno subìto una delle più grandi e sanguinose persecuzioni della storia da parte di un'oscura coalizione di socialisti, comunisti e anarchici chiamata "Fronte popolare", con più di 8 mila religiosi e diverse migliaia di laici brutalmente assassinati, uccisi solo ed esclusivamente per la loro fede».
Nel luglio del 1936 cinque giovani dell'Azione cattolica furono uccisi mentre cercavano di difendere il possente monumento del Sacro Cuore del Cerro de los Ángeles. Qualche giorno dopo un plotone di miliziani repubblicani, con tanto di troupe e fotografi, con l'obiettivo di "sparare a Dio" iniziarono a fucilare la statua di Gesù e distruggere tutte le sculture del Cerro. La pietra, durissima, rese necessario ricorrere alla dinamite. La stampa del Fronte Popolare pubblicò le immagini della fucilazione e della testa della statua crivellata di colpi titolando sulla «desaparición de un problema». La collina degli angeli venne ribattezzata la "collina rossa" e tale rimase fino alla fine della Guerra Civile. «Ora - come scrive La Razón - vale la pena chiedersi se il simbolo di questa nuova era sarà l'esplosione della Croce della Valle dei Caduti».

Fonte: Tempi, 15 ottobre 2020

8 - OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 8,27-35)
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Nel Vangelo di oggi Gesù annuncia ai suoi Discepoli le sofferenze che dovrà sopportare per la salvezza del mondo, e fa loro comprendere che il dolore è la strada obbligatoria per tutti coloro che vogliono essere suoi discepoli. Lungo il cammino, Gesù domanda loro: «La gente, chi dice che io sia?» (Mc 8,27). I Discepoli rispondono che le folle pensano che Egli sia Giovanni Battista, Elia o un altro profeta. Infine, Gesù domanda: «Ma voi, chi dite che io sia?» (Mc 8,29). Allora Pietro, a nome di tutti, dice: «Tu sei il Cristo» (ivi), ovvero il Messia. La risposta è certamente giusta, si tratta solo di vedere in che senso i Discepoli intendono questo Messia. A quei tempi, in Israele, tutti attendevano il Messia, ma molti pensavano che il Messia promesso dovesse essere un uomo valoroso e vittorioso, un trionfatore che liberasse Israele dall'odiato dominio straniero. Forse nessuno si attendeva un Messia mite e pacifico che salva gli uomini dal peccato attraverso lo scandalo della sofferenza. Anche gli Apostoli non avevano ancora un'idea precisa. Per questo motivo, Gesù iniziò ad ammaestrarli e a dire «che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8,31).
Questo discorso risultò piuttosto ostico ai Discepoli, al punto che Pietro, preso in disparte Gesù, si mise a rimproverarlo, sembrandogli impossibile che il Messia dovesse soffrire così tanto. Pietro, che in precedenza fu così illuminato da dare la giusta risposta e da meritarsi l'elogio da parte del Signore stesso, ora riceve un aspro rimprovero: «Va' dietro a me - ovvero vattene -, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33).
Anche noi tante volte ragioniamo secondo la sapienza di questo mondo e non sappiamo vedere nella croce l'espressione dell'amore di Dio. Anche noi vorremo entrare nel Regno dei Cieli senza passare attraverso il mistero della sofferenza redentrice.
Anche a noi Gesù insegna che chi vuole essere suo discepolo deve seguire le orme del Maestro fino al Calvario: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuol salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà» (Mc 8,34-35).
L'amore alla croce diventa una esigenza per tutti coloro che amano davvero Gesù. Se, infatti, si ama una persona, si vuole condividere tutto di questa persona, soprattutto le sue sofferenze. Se, talvolta, si può rimanere indifferenti di fronte alle gioie della persona amata, non si rimane mai insensibili di fronte ai suoi dolori. Per questo motivo i Santi, a volte, hanno domandato di essere resi partecipi, per quello che era possibile, del mistero della croce. Così fece san Francesco d'Assisi, il quale, salito sul monte della Verna per una quaresima di preghiera e penitenza, si sentì ispirato a domandare al Signore una grazia molto grande: quella di sentire nel suo cuore e nel suo corpo tutto l'amore e tutto il dolore che Lui ebbe quando pendeva dalla Croce. Il Signore accolse questa generosa preghiera e san Francesco, primo tra i Santi che si conoscono, ebbe il prezioso dono delle stigmate.
Un altro Santo che ebbe le stigmate fu San Pio da Pietrelcina, il quale accolse con riconoscenza questo dono, domandando solo una cosa: che fossero tolti i segni esterni che la gente vedeva, che per lui erano motivo di molta confusione, ma che non gli fosse tolto il dolore che gli era molto caro in quanto lo rendeva ancora più simile a Gesù.
Noi non siamo così generosi come san Francesco o come San Pio, tuttavia, anche se non abbiamo la forza di domandare simili grazie, cerchiamo sempre di accogliere il dolore nella nostra vita con sguardo di fede, scorgendo in esso il segno della misericordia di Dio che, in questo modo, ci dona la possibilità di scontare i nostri peccati, di offrire qualche cosa per la salvezza delle anime, e di essere maggiormente simili a Gesù.
Nella nostra vita, il Signore non viene per toglierci la croce, ma per aiutarci a portarla generosamente dietro di Lui. Una croce rifiutata ci schiaccerà, una croce accolta diventerà più leggera. Infine, il segreto per portare generosamente le inevitabili croci della vita è quello di nutrire una tenera e costante devozione alla Madonna. Sulla via del Calvario, Gesù incontrò la Madre sua: sia così anche per noi. Sarà la Madonna a rendere dolci queste croci in modo che le possiamo portare sino alla fine, per amore di Dio e per una grande nostra gloria in Paradiso.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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