BastaBugie n�750 del 05 gennaio 2022

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1 GENITORI MARTELLATI DALLA PROPAGANDA PER VACCINARE I FIGLI
Rivelazione choc negli Usa: anche Anthony Fauci ammette che c'è un allarme esagerato infatti i bambini ricoverati sono semmai con il Covid, non per il Covid (VIDEO: Per non dimenticare due anni di balle sul Covid)
Fonte: Blog di Nicola Porro
2 IL CRISTIANESIMO E' IL VACCINO CONTRO OGNI IDOLATRIA
Una battuta di Odifreddi può farci capire dove porta l'ateismo... cioè alla rovina (vedi l'esempio della Corea del Nord dove in questi giorni è vietato ridere o piangere)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
3 LA RUSSIA SOGNA UN'ITALIA... CHE NON C'E' PIU'
Grazie a Ciao 2021, un programma russo con la parodia di uno show italiano, scopriamo che l'Italia non è più vivace e creativa, ma una nazione invecchiata e inaridita
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 DRAGHI DITTATORE? UNA BELLA IDEA
Proviamo un po' a pensar male di sua santità Mario Draghi (questo peccato lo facciamo volentieri, visto che il vangelo ci raccomanda di essere astuti come serpenti)
Fonte: Blog di Nicola Porro
5 IN AMERICA IL VENTO STA CAMBIANDO... IN MEGLIO
Dopo le bugie dei politici e dei media, gli americani vogliono la libertà dalle restrizioni covid, il controllo dei genitori sull'istruzione dei loro figli e la sicurezza nelle città (VIDEO: Negli USA il vento sta cambiando)
Autore: Roberto Mazzoni - Fonte: Mazzoni News
6 SISSI DEL 2021, UNA PESSIMA FICTION TEDESCA
Personaggi improbabili, falsi storici, ricostruzioni impossibili e scene erotiche fuorvianti: non c'è niente da salvare nello sceneggiato in onda su Canale 5
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 ADDIO MONSIGNOR NEGRI
L'arcivescovo di Ferrara-Comacchio è morto l'ultimo giorno del 2021, seguace di don Luigi Giussani e grande amico della Bussola e del Timone
Autore: Maurizio Crippa - Fonte: Il Foglio
8 OMELIA BATTESIMO GESU' - ANNO C (Lc 3,15-16.21-22)
Tu sei il Figlio mio, l'amato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - GENITORI MARTELLATI DALLA PROPAGANDA PER VACCINARE I FIGLI
Rivelazione choc negli Usa: anche Anthony Fauci ammette che c'è un allarme esagerato infatti i bambini ricoverati sono semmai con il Covid, non per il Covid (VIDEO: Per non dimenticare due anni di balle sul Covid)
Fonte Blog di Nicola Porro, 2 gennaio 2022

Che l'allarme sul Covid dei bambini fosse sospetto, almeno nella tempistica (i minori, prima sostanzialmente risparmiati dal virus, ne sono diventati le vittime predilette giusto quando è diventato disponibile il vaccino), ce ne eravamo resi conto. Forse, però, non ci aspettavamo che cadessero così presto i veli sulle "nobili bugie" raccontate da esperti e politici per spingerci a obbedire ai mantra pandemici.
In questi giorni, ad esempio, tante facce fresche, che per un anno ci avevano assicurato che con le iniezioni saremmo usciti dall'incubo, senza battere ciglio, stanno cambiando versione: "Eh, ma noi non abbiamo mai detto che il vaccino proteggeva dal contagio; la scienza non è infallibile; lo stato delle conoscenze, quando parlavamo, era un altro; la situazione evolve, ci sono le varianti...". Eccetera eccetera: i cervelloni, protagonisti del disastro italiano, hanno ragione pure se hanno avuto torto. Perché i vaccini hanno sì raggiunto uno straordinario risultato, cioè disaccoppiare i contagi dalle manifestazioni gravi della malattia e dai decessi, però non ci hanno certo salvato dal virus, come speravamo.
Intanto, però, anche un altro altarino è stato svelato: qualcuno, Oltreoceano, ora ammette di aver deliberatamente gonfiato l'allarme sul coronavirus nei bimbi, per indurre i genitori a vaccinarli.
Succede tutto il 27 dicembre, a New York. Mary Bassett, commissario per la Salute, è insieme al governatore democratico dello Stato, Kathy Hochul. E durante la conferenza stampa, tra le altre cose, afferma: "Con i numeri che abbiamo dato a proposito dei ricoveri pediatrici non intendevamo far sembrare che i bambini stessero avendo un'epidemia di infezioni. Erano numeri piccoli quelli che abbiamo riportato nel nostro bollettino sanitario, basati su 50 ospedalizzazioni. Ora vi ho fornito numeri più ampi, ma sono lo stesso cifre contenute. In realtà è per motivare i pediatri e le famiglie a cercare la protezione del vaccino". Talmente chiaro, che non serve certo la parafrasi: siamo di fronte a una rappresentante delle istituzioni che ammette che l'enfasi sul Covid nei minori aveva scopi essenzialmente propagandistici.
D'altronde, anche Anthony Fauci è stato costretto a gettare la maschera. Giovedì scorso, ospite di Msnbc, ha dichiarato: "Se guardate ai bambini ricoverati, molti di loro sono ricoverati con il Covid, non a causa del Covid [...]. Se un bimbo va in ospedale, automaticamente viene sottoposto a un test per il Covid e viene conteggiato come una persona ricoverata per Covid". Di nuovo, cristallino: non solo i numeri dei ricoveri pediatrici sono contenuti, ma - lo dice il virologo mito della sinistra anti Trump, certo non tacciabile di negazionismo - molti di essi finiscono in corsia per altre patologie, altri disturbi, altri malori e, accertata la loro positività a un tampone di routine, vengono inseriti nei bollettini dei pazienti Covid. Anche se, magari, sono entrati in ospedale per una caviglia slogata. [...] Giù le mani - e le siringhe - dai nostri figli.

Nota di BastaBugie: nel seguente link si può vedere il video di ByoBlu (durata: 28 minuti) dal titolo "ByoBlob, speciale di fine anno... Per non dimenticare!" si può vedere una carrellata delle rocambolesche dichiarazione dei virologi, i politici e le televisioni che hanno detto di tutto e il contrario di tutto in questi due anni di pandemia da Coronavirus. Da vedere e far vedere, per non dimenticare come ci hanno presi in giro.
https://www.byoblu.com/2021/12/31/byoblob-speciale-di-fine-anno-per-non-dimenticare/

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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DOSSIER "IL VACCINO ANTI-COVID"
La scienza e la propaganda

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Fonte: Blog di Nicola Porro, 2 gennaio 2022

2 - IL CRISTIANESIMO E' IL VACCINO CONTRO OGNI IDOLATRIA
Una battuta di Odifreddi può farci capire dove porta l'ateismo... cioè alla rovina (vedi l'esempio della Corea del Nord dove in questi giorni è vietato ridere o piangere)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 31 dicembre 2021

Piergiorgio Odifreddi ama la battuta ad effetto e il paradosso. Repubblica (22/12) riferisce queste sue parole: "Quasi tutti siamo atei nei confronti di quasi tutte le fedi. Chi si definisce credente è ateo in tutte le religioni tranne la sua".
In effetti la frase ha una sua divertente logica. Potremmo aggiungere scherzosamente che - allo stesso modo - nessun matematico crede veramente ai numeri perché ritiene che due più due faccia solo quattro ed esclude tutti gli altri numeri.
Del resto Odifreddi non è originale perché i cristiani del I e del II secolo effettivamente furono proprio accusati di ateismo (subendo persecuzioni) in quanto non riconoscevano gli dèi pagani e la divinità dell'imperatore.
È questo loro atteggiamento - che peraltro andava di pari passo con il rispetto delle autorità civili e dello Stato - che, pian piano, portò alla progressiva de-sacralizzazione del potere imperiale.
Con buona pace dei laicisti come Odifreddi, la tanto celebrata "laicità" è stata introdotta nel mondo proprio da quel Gesù Cristo che insegnò a distinguere ciò che è dovuto a Dio da ciò che è dovuto a Cesare e che proclamò: "il mio Regno non è di questo mondo" (Gv 18,36).
Non solo. Israele ricevette anticamente la rivelazione dell'assoluta trascendenza di Dio. Dunque, in base al racconto biblico della creazione, tramandato nella Genesi, in cui Dio dà all'uomo il dominio del creato, il cristianesimo si diffonde sulla terra de-sacralizzando anche il cosmo, a cominciare dal sole, dalla luna e dagli astri e così apre la strada alla conoscenza razionale del mondo e quindi alla scienza.
Lo ha spiegato benissimo Joseph Ratzinger in un piccolo libro di molti anni fa: "Creazione e peccato" (Edizioni paoline). Dove scrive: "Agli uomini di allora doveva apparire un'enorme empietà dichiarare le grandi divinità del sole e della luna due lampade per misurare il tempo. È questo l'ardimento, il realismo della fede, che in polemica con i miti pagani fa brillare la luce della verità, mostrando che il mondo non è l'arena dei demoni, bensì proviene dalla ragione, dalla ragione di Dio, e poggia sulla parola di Dio. In tal modo il racconto della creazione si rivela come l''illuminismo' decisivo della storia, l'esodo dalle paure che avevano attanagliato l'uomo. Significa la consegna del mondo alla ragione, il riconoscimento della sua razionalità e libertà. Dimostra di essere il vero illuminismo anche per il fatto che àncora la ragione umana al fondamento originario della ragione creatrice di Dio, per mantenerla così nella verità e nell'amore, senza i quali l'illuminismo diventa sregolato e alla fine stolto".
Il cristianesimo è storicamente il vaccino contro ogni idolatria: del potere o del mondo.
A tal proposito, il '900 ha dimostrato che proprio i totalitarismi che fanno professione di ateismo sono i più idolatri. Strappano agli uomini l'unico Padre e impongono loro dei padroni come dèi.
Nel regime più ateo del pianeta, quello comunista nord-coreano, Kim Il-sung, dittatore dal 1948 alla morte, nel 1994, è stato proclamato nella Costituzione "presidente eterno".
Nel 1994 prese il potere il figlio Kim Jong-il che lo detenne fino alla morte, il 17 dicembre 2011. Oggi è al potere suo figlio Kim Jong-un e, in questi giorni, ricorrendo il decennale del decesso del padre, ha imposto 11 giorni di lutto nazionale durante i quali sarà proibito ridere. E pure piangere. Anche se muore un familiare non è consentito né piangere né tumularlo. Chi trasgredisce finisce male.

Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Kim Jong-un, 10 anni di dittatura. Vietato festeggiare" parla di quello che accade in Corea del Nord sotto la dittatura comunista. E per il popolo nordcoreano c'è veramente poco da festeggiare.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 18-12-2021:

Dieci di anni di Kim Jong-un e in Corea del Nord è vietato ridere, o anche solo sorridere in pubblico. Il 17 dicembre, ieri, per chi legge, era l'anniversario della morte di Kim Jong-il, padre dell'attuale dittatore nordcoreano. È anche un periodo di "festa" teoricamente, visto che alla morte del padre è seguita la successione di Kim Jong-un, ma il tetro protocollo cerimoniale del regime comunista preferisce il lutto. Per 11 giorni filati, dieci anni dopo quel fatidico 2011, la lista dei divieti è lunghissima. Oltre che vietato sorridere o ridere in pubblico, saranno vietati i matrimoni, i funerali, i compleanni, non si potranno bere alcolici nei locali. La pena è l'arresto e si può arrivare fino alla pena di morte.
C'è obiettivamente qualcosa da festeggiare in questi dieci anni di dittatura? Kim Jong-un ha inaugurato il suo "regno" con un'ondata di epurazioni che hanno colpito anche suoi parenti prossimi. E per lanciare segnali di sfida all'estero, ha ripreso ben presto sia i test nucleari che gli esperimenti di missili balistici intercontinentali, entrambi sotto sanzioni Onu. Nonostante tutto, ha anche cercato di mostrarsi come un leader moderno e più rispettoso dei diritti umani rispetto ai suoi predecessori. In dieci anni si sono registrate "solo" 27 esecuzioni in pubblico. L'elenco dei reati per cui quelle persone sono state fucilate include anche la visione e la distribuzione clandestina di video sudcoreani, come è avvenuto in almeno sette casi. Il carattere bagatellare di questi reati capitali induce a sospettare che le esecuzioni capitali siano state molte di più, anche se celate agli occhi del pubblico.
Quel che la Corea del Nord continua a negare è l'esistenza dei campi di concentramento, mai chiusi sin dai tempi di Stalin. L'arcipelago Gulag nordcoreano è stato documentato sia da foto satellitari che da testimonianze in presa diretta, sia di ex guardie che di ex prigionieri, raccolte dall'Ufficio dell'Onu per i Diritti Umani. I racconti riguardano anche il periodo che va dal 2012 al 2019, dunque l'era di Kim Jong-un. Lo scenario è simile a quello raccontato da Solzhenitsin sulla sua esperienza nel Gulag staliniano. I prigionieri sono costretti a lavorare in condizioni disumane, in alcuni racconti sono direttamente impiegati al posto delle bestie da soma per trainare carri e aratri. La mortalità è elevatissima, anche perché le punizioni fisiche sono frequenti e provocano lesioni gravi, mutilazioni e spesso anche la morte dei prigionieri.
Kim Jong-un, che ha studiato all'estero (in Svizzera) ha promosso di sé l'immagine di un leader moderno intento a riformare economicamente il Paese. Ma dieci anni dopo, la situazione è precipitata e lo stesso dittatore ha dovuto ammettere, la primavera scorsa, che il Paese sta attraversando un nuovo "arduo marzo", il termine con cui è popolarmente conosciuta la grande carestia degli anni 90. La nuova crisi è stata innescata soprattutto dalla chiusura di tutte le frontiere, compresa quella con la Cina, per evitare l'arrivo del Covid-19. Dopo aver fermato tutte le importazioni, la popolazione fa la fame. Testimonianze raccolte da Open Doors, riferiscono di catasti del cibo e fabbriche alimentari circondate da filo spinato e presidiate da guardie armate, per impedire furti di cibo. La gente se la cava come può, anche mangiando erbe selvatiche. Se è vero che la situazione è precipitata a causa della chiusura delle frontiere, oltre che di una serie di tempeste e altri fattori naturali, l'agricoltura nordcoreana dà ancora una pessima prova di sé, dimostrando di essere ancora in balìa degli eventi naturali. Non è cambiato, poi, il criterio di distribuzione del cibo: prima i militari, poi il resto della popolazione. E nonostante ciò, il militare che nel 2017 riuscì a defezionare in Corea del Sud, ferito dai suoi ex commilitoni durante la fuga, venne trovato dai medici sudcoreani così malnutrito e infestato da parassiti da diventare un caso studio.
Sempre secondo Open Doors, la Corea del Nord è, per il ventesimo anno di fila, il Paese al mondo in cui i cristiani patiscono la persecuzione più estrema. «Essere individuati come cristiani è una sentenza di morte in Corea del Nord. Se non si viene uccisi all'istante, si viene deportati in un campo di lavoro per crimini politici. Queste prigioni disumane impongono condizioni orribili e si pensa che pochi fedeli ne escano vivi», recita l'inizio del rapporto sulla persecuzione dei cristiani nel 2021. Ufficialmente la religione è libera e, oltre a numerosi templi buddisti, a Pyongyang si possono trovare anche cinque chiese cristiane, tre protestanti, una ortodossa e una cattolica (la cattedrale di Changchung). Eppure i cristiani nordcoreani, stimati in circa 400mila, devono vivere nell'ombra, non possono praticare il culto né in pubblico, né in privato. Dai 50mila ai 70mila cristiani sono attualmente internati nei campi di concentramento. La Corea del Nord, sin dai tempi di Stalin, che insediò al potere Kim Il Sung (nonno di Kim Jong-un) nel 1948, è uno Stato ufficialmente ateo. O meglio: neopagano, perché i suoi leader, ormai una dinastia intera, sono venerati come se fossero dei. E per questo è vietato anche solo sorridere nei giorni in cui cade l'anniversario della morte dell'ultimo di questi dei.

Fonte: Libero, 31 dicembre 2021

3 - LA RUSSIA SOGNA UN'ITALIA... CHE NON C'E' PIU'
Grazie a Ciao 2021, un programma russo con la parodia di uno show italiano, scopriamo che l'Italia non è più vivace e creativa, ma una nazione invecchiata e inaridita
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-01-2022

Sugli schermi della televisione pubblica russa in queste feste natalizie si è materializzata per la seconda volta un'Italia riprodotta "in laboratorio" che piace ai russi (e a molti italiani) forse più di quella vera.
Dopo il grande successo ottenuto l'anno scorso da Ciao 2020 - finto spettacolo musicale italiano di Capodanno (in italiano con sottotitoli) ricalcato sull'estetica nostrana degli anni Ottanta - il conduttore e autore satirico russo Ivan Urgant ha deciso di ripetere l'impresa. E così la sera del primo gennaio è andata in onda su Pervyi Canal (l'equivalente russo di Rai 1) l'edizione aggiornata del programma, Ciao 2021, presentata come la precedente dal suo improbabile alter ego italico "Giovanni Urganti", con la partecipazione di molti personaggi della musica pop e dello spettacolo russi, sotto altrettanto improbabili pseudonimi ispirati al Bel Paese.
Le due trasmissioni, viste insieme, offrono molti spunti per ragionare sull'immagine del nostro paese in Russia; ma anche, più in generale, su quanto sia cambiata l'Italia dal punto di vista sociale e culturale negli ultimi decenni.
Urgant e i suoi collaboratori hanno trasposto in parole, musica e scenografia - con ammirevole leggerezza - l'idea dell'Italia coltivata da tanti loro compatrioti fin dagli anni della dittatura comunista, quando il festival di Sanremo e le tournée di cantanti melodici italiani come Al Bano, Toto Cutugno, Pupo, i Ricchi e Poveri rappresentavano per i sudditi dell'impero sovietico tra le pochissime occasioni d'incontro con la cultura occidentale. Ai russi l'Italia appariva, in contrasto con il lugubre e oppressivo grigiore della loro esistenza quotidiana, innanzitutto come il paese della gioia di vivere, dell'allegria, dei colori, dei piaceri, delle passioni.

NOSTALGIA PER GLI ANNI OTTANTA
Quell'idea, nonostante l'enorme volume di acqua passata sotto i ponti da allora, si è a quanto pare conservata sostanzialmente integra nel tempo, complice l'inveterato amore di tutti popoli nordici per la way of life mediterranea: tanto è vero che la vediamo oggi riproposta pari pari in Ciao 2020 e Ciao 2021. Con l'aggiunta della nostalgia per un periodo, come appunto gli anni Ottanta, ricordato già di per sé per il suo prorompente edonismo. I personaggi dello show "italiano" made in Moscow sono le sorridenti maschere di una nazione raffigurata con indulgente ironia come forse chiassosa, ma spensieratamente dedita a godersi la vita: a "musica, ritmo e stile" (come recita la sigla iniziale del programma di quest'anno). Cantanti, soubrette, ballerini, figuranti dello show si abbracciano e baciano rumorosamente, sfoggiano abiti sgargianti e pettinature vaporose, si struggono in canzoni esageratamente sentimentali, in ambientazioni e luci che ricordano trasmissioni vintage come Disco Ring, Drive in o Deejay Television.
Ma nella rivisitazione nostalgica russa del Bel Paese emerge un aspetto ulteriore particolarmente degno di nota, tipico di uno sguardo proveniente dal ventunesimo secolo inoltrato. La way of life italiana vi appare, infatti, significativamente anche come una delle ultime isole di resistenza culturale ai dogmi e ai precetti opprimenti del "politicamente corretto". Rispetto a quella tendenza della cultura occidentale alla retorica colpevolizzante, alla censura, al moralismo più asfissiante giustificato dalla pretesa lotta alle discriminazioni - che i russi vedono prevalentemente come un fenomeno tanto stravagante quanto inquietante - l'atteggiamento "italiano" verso la vita appare loro come un argine ancora rassicurante; una zona franca in cui si possono ancora chiamare le cose, le persone, i sentimenti con i loro nomi consolidati dalla storia.
Il momento dello show in cui tale convinzione viene presentata con la maggiore evidenza è uno sketch collocato nei saluti iniziali. La soubrette/valletta denominata in italiano "Allegra" - bionda appariscente, prosperosa e super-abbronzata che incarna evidentemente l'ideale russo della bellezza femminile del nostro paese - dopo aver ricevuto dagli uomini sul palco una serie interminabile di apprezzamenti sulla sua avvenenza ("bellissima", "sexyssima" ... ) all'improvviso si irrigidisce e urla: "Basta! Questi vostri complimenti rasentano la molestia", facendo cadere il gelo nella sala. Il conduttore interpretato da Urgant a questo punto si stringe nelle spalle e, alzando un dito ammonitore, ammette rassegnato e solenne: "È la nuova etica!". Col capo cosparso di cenere, i presenti si profondono in scuse ad Allegra. Ma all'improvviso la ragazza spiazza tutti e scoppia a ridere: "Era uno scherzo! Siamo in Italia!", suscitando un generale sospiro di sollievo. E lasciando chiaramente intendere che nel nostro paese l'ammirazione rivolta a una donna non potrebbe mai essere giudicata offensiva o importuna.

SOLTANTO NEI SOGNI
Ora, il principale motivo di riflessione offerto dal programma di Urgant e soci sta proprio nella distanza enorme che separa oggi lo stereotipo ironico e affettuoso dell'Italia vista da Mosca dalla realtà sociale e culturale attuale. Se si guarda con occhi disincantati alla storia italiana tra la seconda metà del Novecento e il nostro secolo, infatti, si deve necessariamente ammettere che dell'Italia vitale, creativa, spensierata, ottimista che, pur tra tanti problemi, si impose all'ammirazione del mondo tra gli anni del boom economico e, appunto, gli Ottanta del "made in Italy", sia rimasto oggi davvero ben poco. In suo luogo, sempre più si è andata materializzato una nazione intristita, rinunciataria, incattivita, inaridita. Una nazione segnata dal crollo demografico, dalla demolizione dell'istruzione, dalla crescita dell'assistenzialismo improduttivo, dalla ferocia autofaga dell'antipolitica giustizialista, dalla micro-conflittualità, dalla ricerca rabbiosa di capri espiatori.
Una nazione della quale le masse psicotizzate dal terrorismo pandemico, rassegnate a un regime tecno-paternalistico e alla medicalizzazione della società, pronte all'odio per gli "untori" e i disobbedienti, venute in primo piano negli ultimi due anni con le reazioni suscitate dal Covid, sono la più impietosa espressione. E in quanto alla resistenza verso il politicamente corretto, non stiamo messi molto meglio. L'ideologia woke ha attecchito ormai decisamente anche nella nostra classe intellettuale, nel mondo dei media, nella politica, scopiazzando in forma ancor più trita le parole d'ordine provenienti d'oltreoceano e dal Nord Europa.
Insomma: cari amici russi che tanto ci amate ancora, sia pur attraverso il filtro dell'ironia, ci dispiace deludervi, ma il paese vivace, appassionato, indisciplinato, "scorretto" da voi messo in scena esiste ormai purtroppo quasi soltanto nei vostri sogni.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 1 ora e 12 minuti) dal titolo "CIAO, 2021!" si può vedere la trasmissione integrale di cui parla l'articolo. Gli attori sono russi, ma parlano in italiano, o almeno ci provano.


https://www.youtube.com/watch?v=-ftte_c3x24

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-01-2022

4 - DRAGHI DITTATORE? UNA BELLA IDEA
Proviamo un po' a pensar male di sua santità Mario Draghi (questo peccato lo facciamo volentieri, visto che il vangelo ci raccomanda di essere astuti come serpenti)
Fonte Blog di Nicola Porro, 1° gennaio 2022

Eccallà, ci mancava solo la dichiarazione senza vergogna in diretta nazionale. Che barba la democrazia. Che barba i partiti che cercano di influenzare il governo. Che schifo i leader che si mettono di traverso sul trionfale cammino di sua santità Mario Draghi. Molto meglio una dittatura, in cui a decidere tutto è Supermario e gli altri si adeguano. Fino ad oggi eravamo quasi certi che molti democraticissimi intellettuali lo sussurrassero solo nei salotti buoni tra una tartina al caviale e l'altra, senza però esporre al grande pubblico la loro preferenza per una dittatura illuminata del premier Draghi. Ora invece Umberto Galimberti ha rotto il velo d'ipocrisia (e di questo occorre almeno dargli merito) ed è arrivato a confessare in diretta tv il disprezzo per i meccanismi della democrazia.
In studio a In Onda si stava discutendo delle incomprensibili norme prodotte dal governo per "arginare" l'avanzata di Omicron. Riuscire a districarsi tra green pass, super green pass, tre tipologie di quarantene, contatti stretti o laschi, prima seconda o terza dose, è oggettivamente impossibile. Di chi è la colpa? Di Speranza, in teoria titolato a gestire la situazione sanitaria? Di Draghi, che guida questo governo "dei migliori"? No, ovviamente. Per Galimberti sono i partiti ad aver creato confusione. "La complicazione - ha detto - nasce dal fatto dal fatto che abbiamo un governo fatto di partiti che si detestano e il povero Draghi ha iniziato a fare delle mediazioni che moltiplicano le diversità dei casi all'interno dei quali si deve intervenire".
Hai capito che orrore? I partiti cercano di interpretare le istanze degli italiani? Non sia mai: è lesa maestà. Dovrebbero starsene zitti e lustrare le scarpe al premier-padrone. "Se è vero che abbiamo un governo di salute pubblica - ha insistito Galimberti - se è vero che siamo in epoca di emergenza, non si può considerare Draghi una sorta di... non dico la parola dittatore, ma quasi? Che decida lui a prescindere dalle bandierine dei vari partiti che vogliono difendere questa o quell'altra categoria, allentando la difesa nei confronti di questo virus".
In studio avrebbero dovuto indignarsi per quanto detto dal professorone. Non l'hanno fatto come non lo fecero con Monti quanto chiese una "informazione meno democratica", ma almeno stavolta si sono degnati di chiedere una precisazione. "Emergenza cosa vuol dire? - ha spiegato Galimberti - Che tutto va avanti come prima o c'è uno che decide? Questo voglio capire. Se siamo in emergenza fino a marzo, ci vorrà uno che decide. Io di Draghi mi fido, penso che non sia un pazzo, penso abbia le capacità per governare questa situazione, quindi lasciamo decidere a lui a prescindere dai pareri discordanti di tutti gli altri partiti. Questo significa emergenza".
A dire il vero, questo significa "dittatura". E in teoria sarebbe una cosuccia contraria alla Costituzione. Ma ormai tra Monti che vuole "dosare dall'alto l'informazione" e Galimberti che sogna di incoronare Draghi imperatore, abbiamo capito una cosa: che in nome della presunta "emergenza", ormai prolungata da tempo immemore, si sta facendo strada l'ipotesi che si possa instaurare davvero l'uomo solo al comando. Senza che nessuno osi alzare il ditino. E pensare che i cronisti radical chic si stracciarono le vesti quando Salvini chiese agli elettori (ripeto: agli elettori!) i "pieni poteri" attraverso le urne. Che fine hanno fatto? Ah sì, lo sappiamo. Sono lì, in piedi, ad applaudire l'ingresso in sala stampa di suo splendore Draghi.

Nota di BastaBugie: Rino Cammilleri nell'articolo seguente dal titolo "Draghi, da 30 anni sempre al posto giusto al momento giusto" racconta la carriera di Mario Draghi, sempre intento a gestire svolte importanti per l'Italia.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 gennaio 2022:

«No al clima di terrore sulla variante omicron. La gente sta a casa, ha paura di andare nei negozi perché è stato detto e scritto che se si va fuori si prende la variante omicron e si muore, invece è assolutamente falso. Qui se non ci diamo tutti una regolata, ma soprattutto voi media, l'Italia diventa un Paese povero e sempre di più, fino a quando non diventeremo l'oggetto dello shopping di altri Paesi che sono stati più intelligenti e competenti di noi. Lo sa dove sono in questo momento? In uno dei più bei negozi di Milano, ma è desolatamente vuoto» (A. Zangrillo, primario al San Raffaele, su Notizie.com, 24.12.21).
Ora, non vorremmo essere accusati di complottismo, ma se malgrado tutto ne fossimo accusati, finché non diventa reato (ci manca poco, mi pare), chissenefrega? Ci limiteremo solo a mettere in fila alcune coincidenze storiche che ci paiono significative. Eccole. L'attuale presidente del consiglio, Draghi, è l'ennesimo salvatore della patria che ci viene paracadutato dall'alto senza passare per il vaglio delle elezioni popolari. Il popolo, tuttavia, è contento. Anzi, sono tutti contenti, ma proprio tutti. E questo ci induce ad alzare un sopracciglio perché mai a nessun altro italiano è stato riservato un così corale e sentito applauso dal mondo esterno: Usa, Ue, «mercati», finanza internazionale, «poteri forti» eccetera.
Mai si era visto, per esempio, un capo del governo accolto da una standing ovation dai giornalisti prima ancora di cominciare a parlare in sala stampa («Zuppa di Porro», 23.12.21). Forse perché i giornali ormai boccheggiano e se non sono ancora morti è grazie ai sussidi governativi, negati, invece, ad altre categorie di lavoratori? Lo stesso vale per i giornalisti televisivi, gli uni mantenuti coattivamente dal contribuente e gli altri allineati, per forza di cose, a un partito che sostiene il governo. A pensar male si fa peccato, diceva uno che di politica se ne intendeva avendoci passato la vita e in ruoli apicali. E noi questo peccato lo facciamo volentieri, anche perché è uno dei pochi a non subire sanzione ultraterrena, anzi, è quasi raccomandato dal Vangelo: «siate candidi come colombe ma astuti come serpenti».
E, con candore colombaro, osserviamo che l'attuale capo del governo, in predicato di Quirinale - ma tutti, diconsi tutti, esteri in primis, vogliono che resti dov'è, e anche questo fa riflettere - è dal 1992 che si ritrova, sempre lui, nei luoghi e/o tempi in cui l'Italia è stata, per dirla con Zangrillo, «l'oggetto dello shopping di altri Paesi che sono stati più intelligenti e competenti di noi».
Nel 1992, infatti, era direttore generale del Tesoro, e in tale veste fu anfitrione al summit che si tenne sul panfilo reale inglese Britannia, ove si decisero le famose «privatizzazioni» italiche (c'erano anche Ciampi e Andreatta, che dieci anni prima avevano scisso le sorti di Bankitalia e Tesoro). Veniamo a tempi più recenti. Nel 2011, quando il famigerato «spread» provocò la caduta del governo Berlusconi, e miracolosamente ridiscese in pochi giorni non appena Monti e Fornero promisero «lacrime e sangue» (e mantennero), alla presidenza della Banca centrale europea c'era lui, l'attuale capo del governo italiano.
E c'era sempre lui, nel 2007, alla guida di Bankitalia quando il Monte dei Paschi (oggi alla disperata ricerca di qualcuno che se lo compri) operò la famosa acquisizione di Antonveneta, causa di tutto quel che seguì e che oggi è in mano alle procure di mezza Italia. Non ricordo se Capezzone (ex radicale ora in Forza Italia) o Rizzo (l'unico comunista rimasto che non ha cambiato nome e non si fa dare gli input dalla sinistra americana) in un talkshow osservò che l'operazione bancaria del 2007 avrebbe richiesto quella «vigilanza» che Bankitalia ha tra i suoi compiti. Ma non ha importanza.
In ogni caso è significativo che ci si ritrovi a dover dar ragione a un ex radicale e/o a un comunista duro&puro. Perché, delle due l'una: o ha ragione il complottista o ce l'ha Zangrillo quando parla di «competenza».

DOSSIER "MARIO DRAGHI"
Il banchiere prestato alla politica

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Fonte: Blog di Nicola Porro, 1° gennaio 2022

5 - IN AMERICA IL VENTO STA CAMBIANDO... IN MEGLIO
Dopo le bugie dei politici e dei media, gli americani vogliono la libertà dalle restrizioni covid, il controllo dei genitori sull'istruzione dei loro figli e la sicurezza nelle città (VIDEO: Negli USA il vento sta cambiando)
Autore: Roberto Mazzoni - Fonte: Mazzoni News, 18 dicembre 2021

Negli ultimi mesi la situazione politica americana ha mostrato alcuni importanti segni di cambiamento. La divisione tra Repubblicani e Democratici, tra bianchi e neri, sta perdendo importanza e, dopo una continua raffica di bugie dalla classe politica al potere e dai media mainstream, ora vogliono qualcuno che si occupi in modo equilibrato dell'economia, dei loro figli e della sicurezza delle città.
Come dice giustamente Tucker Carlson, il giornalista televisivo in assoluto più seguito negli Stati Uniti, siamo a un punto di svolta. E il segnale di questa svolta sono state le recenti elezioni governatoriali nello stato della Virginia e del New Jersey.

IL SUPERAMENTO DELLE DIVISIONI
Siamo nel mezzo di un vero e proprio riallineamento politico che ha colto di sorpresa le élite finanziarie e politiche americane e rischia di travolgerle nel corso del 2022. Vediamo anche emergere una nuova generazione di politici che possono ripulire l'evidente corruzione che ha infestato anche il Partito Repubblicano negli ultimi vent'anni. Il video di Carlson è stato registrato subito dopo le elezioni che si sono tenute a primi di novembre, ma è tutt'ora attualissimo.
Sentirete un riferimento alle leggi discriminatorie ancora attive negli Stati Uniti negli anni Sessanta in base alle quali i neri non potevano bere alle stesse fontanelle dei bianchi e dovevano mangiare e vivere in posti a loro riservati. Gran parte di tali leggi erano state attuate da politici del Partito Democratico che le hanno difese fino alla fine. [...]
Il vero confronto in America si sta spostando non più tra Democratici e Repubblicani, bensì tra i cosiddetti progressisti, vale a dire i campioni moderni del materialismo, e una nuova ondata di risveglio spirituale che si sta sviluppando al di fuori delle istituzioni religiose canoniche, con lo sviluppo di migliaia di nuove organizzazioni a sfondo sociale e religioso che entrano in campo.
Winsome Sears è il nuovo vicegovernatore della Virginia è una dimostrazione vivente della possibile riconciliazione tra le due fazioni. Nel video vediamo la sua testimonianza diretta. Quando si parla di Commonwealth s'intende stato, quando invece si parla si sfondare il soffitto di cristallo, è un modo di dire americano per riconoscere che una donna è riuscita per la prova volta a raggiungere obiettivi mai raggiunti da altre donne. [...]

LA CLAMOROSA FUGA DAGLI STATI GESTITI DAL PARTITO DEMOCRATICO
Ma grandi cambiamenti nella popolazione statunitense si vedono non solo alle elezioni. La fuga dai cosiddetti stati Blu o liberali, vale a dire quelli gestiti dal Partito Democratico, verso gli stati Rossi o conservatori, vale a dire quelli gestiti dal Partito Repubblicano, è ormai inarrestabile. Ed è inoltre accelerata dalle continue restrizioni imposte dal Partito Democratico con la scusa del covid. Tomi Laren è una giovane giornalista molto seguita dalle nuove generazioni di americani. Lei ha vissuto per lungo tempo in uno stato a gestione democratica e di recente di è trasferita in Tennessee. In questo video ci fornisce un punto di vista più diretto dell'elettorato più giovane. [...]
Per inciso, circola la notizia che Nancy Pelosi stia trattando per comperare una villa da parecchi milioni in Florida e sia pronta anche lei a trasferirsi da San Francisco.
Ma la situazione è confermata anche dalle televisioni di orientamento democratico e dallo stesso New York Times, una testata molto vicina al Partito Democratico. Kim Iversen, la giornalista indipendente che fa questa relazione, mostrando anche spezzoni del documentario del New York Times, dice di aver votato per tutta la vita per il Partito Democratico, eppure ne critica pesantemente la leadership.
Il vento è cambiato e nel 2022 soffierà ancora più forte e vediamo alcuni temi, come il controllo dei genitori sull'istruzione e la libertà dalla restrizioni covid che stanno unificando gli americani, mentre emergono nuovi politici capaci di ispirare più fiducia rispetto al passato e che possono concretamente lavorare per migliorare la situazione.

Nota di BastaBugie: nel seguente link si può vedere il video (durata: 58 minuti) dal titolo "Il vento sta cambiando" nel quale il giornalista professionista Roberto Mazzoni spiega dalla Florida la situazione americana, anche traducendo interviste ai politici più in ascesa in questo momento.
Per vedere l'interessante video basta iscriversi al canale in maniera gratuita. Ne vale davvero la pena. Noi di BastaBugie ve lo consigliamo.
https://mazzoninews.com/2021/12/18/il-vento-sta-cambiando-mn-154/

Fonte: Mazzoni News, 18 dicembre 2021

6 - SISSI DEL 2021, UNA PESSIMA FICTION TEDESCA
Personaggi improbabili, falsi storici, ricostruzioni impossibili e scene erotiche fuorvianti: non c'è niente da salvare nello sceneggiato in onda su Canale 5
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 dicembre 2021

Preceduto da gran strombazzìo di anteprime, il 28, Canale 5 ha mandato in onda le prime due puntate del super-sceneggiato tedesco Sissi. Nell'accingermi alla visione mi chiedo se, dati i mezzi odierni, supererà la trilogia d'antan e besteller con Romy Schneider. Che, quanto a repliche, fa pari con Don Camillo, il che testimonia del gradimento generazionale. Ora, la Schneider, almeno, era austriaca, mentre la fiction attuale è germanica. Boh, forse gli austriaci non avevano i soldi bastanti. Così, guardo.
E subito mi rendo conto che non ci siamo, non ci siamo affatto. La prima scena, dico la prima, dopo una carrellata sull'alluce valgo della protagonista si apre sulla duchessa Elisabetta di Wittelsbach detta Sissi che si masturba sul letto. Geniale, complimenti allo sceneggiatore. Forse i tedeschi non amano molto gli austriaci? O i luterani non amano i bavaresi cattolici? Boh. Ognuno ha i meridionali suoi.

FALSI STORICI
Andiamo avanti. Ecco un improbabile (il vero Franz Josef era bello) Francesco Giuseppe che, sordo alle suppliche della famigliola del condannato, fa impiccare sotto ai suoi occhi un ribelle ungherese. Tutte le prime due puntate lasciano intendere che il Kaiser austroungarico è un odiato tiranno e i patrioti magiari (e italiani) gemono sotto il suo spietato tallone. Falsi storici. Che, se li si fa notare, gli autori si trincerano in genere dietro il seguente ragionamento: una fiction non è un documentario. Giusto, infatti può essere anche una impunita diffamazione.
Ma andiamo avanti. La moglie dell'impiccato gli lancia una maledizione, che evidentemente servirà da filo conduttore per il resto della fiction. In effetti, la vita privata di Francesco Giuseppe fu quanto mai disgraziata, ma proprio perché aveva sposato Sissi, anziché la di lei sorella cui era pure stato promesso. Sissi era, sì, romantica, ribelle e capricciosa, ma proprio per questo del tutto inadatta a fare l'imperatrice in un momento storico così delicato. Suo figlio Rodolfo, infatti, si suicidò per motivi romantici. Francesco Giuseppe vide suo fratello Massimiliano fucilato in Messico da massoni foraggiati dagli Usa. L'altro erede, Ferdinando, finì sparato a Sarajevo.
Ma Dio volle che il Sacro Romano Impero chiudesse in grazia con Carlo I, beato, che seppe scegliersi la moglie giusta, Zita (in attesa di beatificazione). L'ultima sorellina di Sissi, Sofia, sposò il nostro Francischiello, e, almeno lei, si diportò bene: non lasciò il marito per fare la turista, ma lo spalleggiò fino all'ultimo esponendosi alle cannonate piemontesi.

LE PRATICHE EROTICHE IN VISTA DELLE NOZZE
E torniamo alla fiction. Inutilmente teatrale l'umiliazione pubblica della sorella di Sissi, posposta a quest'ultima. Un imperatore non aveva bisogno di sceneggiate, bastava facesse sapere al suocero, in camera caritatis, che aveva cambiato idea. Altro: Sissi che cavalca di notte da sola da Monaco a Vienna? Ma per favore. L'imperatore che, con tanto di scorta appresso, fa sgombrare un bordello della capitale per andarci lui? In pubblica piazza? E non poteva farsi venire le prostitute a palazzo da entrata secondaria?
Ma la meglio è questa: Sissi, ansiosa di apprendere le pratiche erotiche in vista delle nozze, si accorda con la meretrice preferita dal futuro marito perché le faccia scuola. Poi, dopo le nozze, la agghinda da contessa e se la porta dietro come dama di compagnia, dopo aver convinto il duca suo padre circa i quarti di nobiltà (falsi) della suddetta. E il duca di Baviera non aveva modo di informarsi su quella lì, visto che la figlia aveva scartato tutte le nobili (vere) propostele e optato per una sconosciuta? Ovviamente, quando il neo-marito vede la «dama personale» di sua moglie, la riconosce. Ma fa finta di niente. Perché? Lo sapremo nelle prossima puntata. Sempre che, a questo punto, abbiate voglia di vederla.

Nota di BastaBugie: la migliore versione cinematografica di Sissi è stata senza dubbio la celeberrima trilogia degli anni '50. Per approfondimenti si può visitare il sito Film Garantiti.
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=325

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 dicembre 2021

7 - ADDIO MONSIGNOR NEGRI
L'arcivescovo di Ferrara-Comacchio è morto l'ultimo giorno del 2021, seguace di don Luigi Giussani e grande amico della Bussola e del Timone
Autore: Maurizio Crippa - Fonte: Il Foglio, 3 gennaio 2022

"Il tempo passa, ma non ci lascia. Il tempo passa, ma si ripropone ogni giorno di più come una cosa nuova, piena di senso e di significato. Il tempo che passa è perché il tempo passi, scusate il giro di frase, ma è proprio così". Lo aveva detto poco tempo fa, in un ultimo messaggio agli amici, perché non aveva mai perso il gusto delle parole usate bene, per andare in profondità delle cose, sfidando sempre l'intelligenza dei suoi interlocutori. "Il tempo che passa è perché il tempo di Dio passi e si affermi potente in noi la grazia di Cristo", aveva concluso, ed era il riassunto di una vita spesa per un solo ideale - "la vita divina in noi e nel mondo", per usare ancora alcune sue parole -, anche da prima di essere ordinato sacerdote: il 28 giugno 1972, dal cardinale Giovanni Colombo arcivescovo di Milano. Da prima, significa da quando a quattordici anni, nel 1955, anche lui aveva salito per la prima volta i tre gradini d'ingresso del liceo Berchet di Milano e vi aveva incontrato don Luigi Giussani, che lì era arrivato l'anno prima, incaricato della "scuola di religione" da cui sarebbe nata l'esperienza di Gioventù studentesca. Come tanti altri, Luigi Negri fu "travolto da giovane" da quell'incontro, dalle ragioni e dalla sfida alla ragione che quel brillante giovane sacerdote proponeva ai rampolli della borghesia milanese degli anni Cinquanta. Quegli interrogativi non lo abbandoneranno più: alla Cattolica studiò filosofia, la sua tesi fu sul problema della fede e della ragione in Tommaso Campanella. Nel frattempo era diventato uno degli esponenti più in vista di Gs e due anni dopo, nel 1967, varcò un altro ingresso decisivo: quello del seminario di ambrosiano di Venegono.
Per molti ciellini della generazione appena successiva alla sua don Negri fu il primo impatto con un modo pugnace, caloroso come la sua voce a tratti un po' roca, di proporre il cristianesimo: quando fu, per molti anni, responsabile di Gioventù studentesca, la sigla che ora raggruppava gli studenti medi di Comunione e liberazione. Erano gli anni Settanta della violenza nelle strade e nelle scuole, ma già si intravvedeva il vuoto che le ideologie stavano lasciando nella vita di un'intera generazione. Negri non smetteva mai di indicare nella cultura laicista di matrice illuminista l'origine di quel disastro, e di offrire l'esperienza cristiana come la risposta a quelle domande che la politica e la storia lasciavano inevase. Vennero gli anni dell'insegnamento in Cattolica, e gli anni di Giovanni Paolo II che così spesso insisteva sul rapporto necessario tra fede e cultura: "Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta", era una frase di Papa Wojtyla che Negri aveva particolarmente cara e che ha sempre orientato anche il suo impegno episcopale: nel 2005 fu nominato vescovo di San Marino-Montefeltro, una delle ultime nomine di Giovanni Paolo II, e poi nel 2013 arcivescovo di Ferrara-Comacchio, di cui era emerito dal 2017.
Una visione combattiva del ruolo del cristianesimo nel mondo, nella crisi dell'occidente e negli anni della "guerra di civiltà" islamista, che lo aveva spesso portato a polemizzare dentro e fuori la chiesa, nell'agone politico. Negli ultimi anni, favorite dal venir meno di ruoli ufficiali, erano arrivate anche le prese di posizione in dissenso da alcuni aspetti del pontificato di Francesco (parlò di situazioni "scismatiche") che avevano lasciato perplesso qualche vecchio compagno di strada.
Monsignor Luigi Negri è morto l'ultimo giorno del 2021, mercoledì 5 gennaio avrà l'onore di esequie doppie: in mattinata nella Basilica di San Francesco a Ferrara, presiedute dal cardinale Matteo Zuppi, e nel pomeriggio, alle 15, nel duomo della sua Milano, dove a celebrare il rito sarà l'arcivescovo Mario Delpini.

Nota di BastaBugie:
Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "A Dio, monsignor Negri" ricorda l'arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, grande amico e sostenitore della Bussola.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 1° gennaio 2022:

Se la si vede con gli occhi del mondo, può sembrare paradossale essere raggiunti dalla notizia della morte di un amico proprio mentre si sta per entrare in chiesa per cantare il Te Deum. Ma nella prospettiva della fede il momento si rivela provvidenziale per rendere grazie a Dio con più consapevolezza per il dono dell'amicizia di monsignor Luigi Negri. Amico: mi sembra la parola che meglio definisce questa figura straordinaria di vescovo che nell'amicizia con Cristo, imparata nella lunga frequentazione di don Luigi Giussani, traeva la capacità di accompagnare con paternità verso Cristo chiunque incontrasse sulla sua strada.
Ha fatto così anche con la Bussola, un'opera che ha sempre sostenuto e accompagnato fin dall'origine e fino a quando la salute glielo ha permesso. Le sue riflessioni sulla Chiesa e sulla società hanno segnato il cammino del nostro giornale, ha guidato tutti noi a riconoscere la Provvidenza all'opera nella storia, a leggere la cronaca nella prospettiva della vita eterna, a ricentrare il compito della Chiesa nel momento della massima confusione dei pastori e disorientamento dei fedeli. Non a caso il suo modello come vescovo era il "Leone di Münster", il vescovo tedesco Clemens August Graf von Galen, che con forza e a rischio della propria vita denunciava l'imbarbarimento dei costumi portato dal nazismo e richiamava alla Legge di Dio.
Basta scorrere gli articoli scritti in questi anni per la Bussola per ritrovare la stessa chiarezza di giudizio, la testimonianza della Presenza di Cristo in una società «impoverita e immeschinita» dalla Sua assenza. Vale davvero la pena rileggere i suoi articoli, perché i giudizi che vi sono contenuti sono più che mai attuali, un faro in questa nebbia che è calata sulla Chiesa e sulla società. Sono uno strumento che ci aiuta a permanere saldi nella Verità in un momento in cui sembra ovunque trionfare la menzogna. Anche perché monsignor Negri ha sempre dimostrato un grande amore alla Chiesa e a quel particolare pezzo di Chiesa che lo aveva generato alla fede - il movimento di Comunione e Liberazione - anche quando, negli ultimi anni, gli è costato umiliazioni e incomprensioni, a volte anche da quelli che erano stati suoi amici.
«Noi vogliamo essere fedeli amici di Cristo perché fedeli seguaci della Chiesa, e in essa desideriamo che il nostro cammino sia un andare sempre più vicino a quel Signore che ci guida, attendendo il giorno beato e benedetto in cui potremo vederlo "come Egli è", secondo l'intuizione insuperabile dell'apostolo Paolo», scriveva in uno dei suoi ultimi articoli per la Bussola, due anni fa. Quel «giorno beato e benedetto» è dunque arrivato, e a noi è dato di proseguire la sua testimonianza secondo il compito che il Signore ci affida.
La capacità di essere amico nel senso più profondo del termine, dicevo all'inizio. E non posso non testimoniarlo anche nella vita personale. Pur non entrando nei dettagli di questioni private, basti dire che se sono rimasto a Milano e ho potuto iniziare a fare questo mestiere, molto lo devo proprio a lui, alla sua generosità e alla sua paternità, che pure mi conosceva da poco. E più volte nel corso della mia vita la presenza e la parola di don Negri sono arrivate in modo provvidenziale. A dispetto dell'apparenza a volte burbera, e di modi a volte sopra le righe, don Luigi Negri era capace di una grande tenerezza e capacità di accoglienza che chiunque l'abbia conosciuto - e sono davvero tanti - può testimoniare.
L'unico suo interesse era portarci a Cristo, facendocelo riconoscere nelle vicende a volte intricate della nostra vita personale. Per questo gli saremo sempre grati e ringraziamo ancora una volta Dio per averlo messo come sentinella sulla nostra strada. A Dio, monsignor Negri.

DOSSIER "PERSONE FAMOSE"
Decedute dal 2020 in poi

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Il Foglio, 3 gennaio 2022

8 - OMELIA BATTESIMO GESU' - ANNO C (Lc 3,15-16.21-22)
Tu sei il Figlio mio, l'amato
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore. Questa festa è stata collocata dopo quella dell'Epifania perché è sempre stata considerata come la manifestazione di Gesù, Figlio prediletto del Padre.
La prima lettura di questa festa ci narra il ritorno festoso del popolo di Israele nella città santa di Gerusalemme, dopo lunghi anni di esilio in terra straniera. Dio aveva perdonato il suo popolo e aveva posto fine alle sue sofferenze. Questa lettura si addice molto bene al tema di oggi, in quanto, con il Battesimo, Dio perdona i nostri peccati e ci riunisce nella Nuova Gerusalemme che è la sua Chiesa. Il profeta Isaia così esclama: «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati» (40,1-2).
Il peccato ci separa da Dio, ci condanna all'esilio, ovvero alla lontananza da Lui che è il nostro Creatore. Inoltre, con il peccato si innalza come un muro tra noi e i nostri cari, per cui ci sentiamo veramente soli con la nostra miseria e viviamo come in esilio.
Gesù è venuto a salvarci e a ricondurci al suo ovile. L'annunzio di questo evento di salvezza è dato da un gesto simbolico: Gesù si sottopone al Battesimo amministrato da Giovanni. Ciò che sorprende è come mai il Figlio di Dio abbia voluto ricevere quel Battesimo. Non furono certamente le acque a santificare Gesù, ma, al contrario, fu Lui a santificarle e a renderle poi materia del sacramento del Battesimo. Gesù si assoggettò al Battesimo di Giovanni per dare a noi un esempio di umiltà e per farci comprendere che siamo noi ad aver estremo bisogno di purificazione.
Vi è una grande differenza tra il Battesimo di Giovanni e il Sacramento istituito da Gesù. Il primo fu solamente un segno di penitenza che richiamava il fedele all'impegno nel mutare condotta di vita. Esso era un gesto simbolico di umiltà da parte dell'uomo che si riconosceva peccatore e prova di un grande desiderio di purificazione e di rinnovamento. Il Battesimo di Gesù, invece, è il Sacramento che ci toglie realmente il peccato originale che abbiamo ereditato dai nostri Progenitori, ed è il Sacramento che ci rende figli adottivi di Dio.
Dopo aver ricevuto il Battesimo Gesù ha iniziato a vivere in noi, per cui valgono anche per noi le parole che il Padre pronunciò dopo che Gesù ebbe ricevuto il Battesimo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Lc 3,22).
Nel giorno del nostro Battesimo, per bocca dei nostri genitori e dei nostri padrini e madrine, noi abbiamo preso degli impegni molto importanti davanti a Dio. Abbiamo, infatti, promesso solennemente di rinunciare al peccato e di credere fermamente a tutto quello che la Chiesa ci propone di credere. Di tanto in tanto è cosa molto buona rinnovare queste promesse battesimali, con convinzione sempre maggiore.
Come san Paolo, anche noi dobbiamo «rinnegare l'empietà e i desideri mondani e vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,11-12).
Da questo impegno dipenderà la nostra felicità su questa Terra e in Cielo. Chiediamo alla Madonna, alla Vergine Fedele, che ci renda sempre fedeli alle esigenze del Battesimo.

Nota di BastaBugie: brevi spunti per l'omelia delle Messe feriali si possono leggere ogni giorno nella rubrica "Schegge di Vangelo" pubblicata sul sito de La Bussola Quotidiana.
Ecco il link:
http://lanuovabq.it/it/schegge-di-vangelo

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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