BastaBugie n�766 del 27 aprile 2022

Stampa ArticoloStampa


1 TACHIPIRINA E VIGILE ATTESA PER TUTTI... TRANNE PER DRAGHI
Il trivaccinato e greenpassato Draghi si ritrova positivo e si cura con gli antinfiammatori svelando così le menzogne clamorose con le quali sono stati gestiti i due anni di pandemia (VIDEO: Prima e dopo il Covid 19)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 MENTRE L'UNIONE EUROPEA CHIACCHIERA, LA CATTOLICA POLONIA ACCOGLIE DUE MILIONI DI PROFUGHI UCRAINI
La forza spirituale gli viene dai santi polacchi come San Giuseppe Kalinowski che fu costretto a dieci anni di lavori forzati in Siberia e poi fu canonizzato nel 1991 da San Giovanni Paolo II
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
3 LA GUERRA DI TROIA E IL GENIO DI ULISSE
Il 24 aprile del 1184 a.C. i Greci conquistano Troia con il tranello del cavallo di legno: siamo proprio sicuri che sia tutto inventato da Omero? In realtà il mito è una bugia che dice la verità (VIDEO: Cartone animato Ulisse)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri
4 LE REGOLE DEL MARKETING APPLICATE AL VANGELO
Sul piano del marketing i pubblicitari direbbero che il cristianesimo è destinato al fallimento sicuro... ma già lo dicevano i discepoli: ''Questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?'' (VIDEO: La Maddalena incontra il Risorto)
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI? MICA TANTO
Ad esempio in questi giorni una ragazza italiana è stata stuprata da un nigeriano, ma a nessuno è importato un accidente (secondo il Ministero dell'Interno il 40% delle violenze è compiuto da uomini stranieri, che sono meno del 10% della popolazione)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari
6 DISNEY SEMPRE PIU' NEL BARATRO ARCOBALENO
Oltre la metà dei personaggi Disney sarà Lgbt e si faranno pressioni contro gli Stati che non accettano l'indottrinamento gay come la Florida (VIDEO: I dirigenti Disney e l'Agenda Gay)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia
7 CERCASI DISPERATAMENTE UTERI IN AFFITTO
Il New York Times piagnucola il calo di donne americane disposte a vendere il proprio corpo a causa del vaccino anti Covid... e non si può più ricorrere nemmeno all'Ucraina
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone
8 OMELIA III DOMENICA PASQUA - ANNO C (Gv 21, 1-19)
Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - TACHIPIRINA E VIGILE ATTESA PER TUTTI... TRANNE PER DRAGHI
Il trivaccinato e greenpassato Draghi si ritrova positivo e si cura con gli antinfiammatori svelando così le menzogne clamorose con le quali sono stati gestiti i due anni di pandemia (VIDEO: Prima e dopo il Covid 19)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20-04-2022

Se non è una nemesi poco ci manca. Di sicuro è la prova che Mario Draghi non ci ha capito molto nemmeno lui sul covid e sul vaccino. O forse ce l'ha raccontata. Come le cronache riportano, il premier è positivo al covid ed ha dovuto rinunciare ad un importante viaggio istituzionale in Africa. Se è positivo, significa che è contagioso, eppure Draghi è tri-vaccinato e "greenpassato". Ma non era stato lui a pronunciare quella frase ormai scolpita nella sabbia che erigeva un muro invalicabile tra il cittadino con pass e quello senza pass perché non vaccinato? Ricordate?
Era il 22 luglio scorso e Draghi presentava alla stampa lo strumento di discriminazione che ancora oggi ci trasciniamo: «Il Green pass è una misura con la quale i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Una frase, questa, che il tempo si è incaricato di smentire abbondantemente vista l'impennata di contagi anche tra persone bi e trivaccinate (assieme a quella altrettanto cult e smentita: "non ti vaccini, ti ammali, muori").
Ma era luglio e tante cose si potevano far bere al popolo che accettò senza colpo ferire la panzana sul pass-ferma-contagi a prezzo di uno, due, tre e ora quattro inoculi per poter tornare alla vita.
Oggi Draghi - ci fanno sapere - è positivo, dunque è contagioso e dunque come la mettiamo? Ma non doveva avere la garanzia di non essere contagioso grazie al pass? Invece, se ad un certo punto ha fatto un tampone significa che qualche rapporto con qualcuno, nei giorni prima di scoprire di essere positivo, l'ha intrattenuto. E quindi come la mettiamo con la garanzia di non essere contagioso? Il pass non era sufficientemente garante? La mettiamo che era una panzana data in pasto ai media per convincere l'italiano che il green pass ci avrebbe tenuto al riparo da contagi, virus e malattie varie. Una promessa di elisir di lunga vita che si è svelata invece come una merce taroccata qualsiasi.

LA FREGATURA DI DRAGHI
Nel frattempo, però, mentre Draghi faceva credere agli italiani che il Green pass ci avrebbe tenuti al riparo dalla trasmissione del virus, i contagi sono aumentati durante l'inverno per poi scendere adesso che siamo in primavera. Indipendentemente dalla carta verde che non ha smesso però di discriminare i cittadini creando tra di loro un solco sempre più profondo.
È un corto circuito quello che vediamo all'opera con la positività di Mario Draghi. Un corto circuito che svela le menzogne clamorose con le quali sono stati gestiti i due anni di pandemia.
Non sappiamo cosa stia facendo il premier nella sua di Città della Pieve mentre è alle prese con un virus dal quale gli auguriamo pronta guarigione. Però qualcuno ha pensato bene di consigliarlo sulla terapia da fare.
Il dottor Fabrizio Pregliasco, che ancora molti media considerano un genio nonostante frasi al limite del delirio, tipo quella pronunciata nel pieno della prima ondata sui rapporti sessuali con la mascherina oppure la cravatta come ricettacolo di virus, intervistato per l'ennesima volta, ha consigliato al premier di assumere due antinfiammatori nonostante sia asintomatico. A parte la diagnosi a distanza che Pregliasco ha fatto e che evidentemente ci sono medici che possono fare e medici - vedi quelli di Ippocrateorg - che non possono fare, ma, oibò... questa è davvero bella.
«Gli consiglio degli antinfiammatori come l'Asprina per far sì che ci sia un controllo della risposta immunitaria», ha detto a un Giorno da pecora.
Per due anni il ministro della Salute Speranza, che gode ancora della fiducia di Draghi dato che il premier lo ha sempre confermato nel suo incarico, ha portato avanti la guerra alle cure domiciliari, quelle principalmente a base di antinfiammatori e vitamine in presenza di pazienti a o pauci sintomatici al motto di "Tachipirina e vigile attesa". E con Speranza sono andate a ruota tutte le virostar da salotto tv, tra le quali Pregliasco spicca per presenzialismo, nel dichiarare guerra alle cure degli stregoni, alla lotta alla medicina del fai da te, gridando che il covid non si curava e che quindi se ti andava bene, pace, ma se ti andava male ti toccava andare al pronto soccorso.

IL MARCHESE DEL GRILLO ALLA RIBALTA
Ebbene, guarda caso, non appena ad ammalarsi è stato il capo del governo ecco che per lui è pronta la regola del Marchese del Grillo ("Io so' io e voi...") e sono già pronte due dosi al giorno di antinfiammatorio. Lo stesso antinfiammatorio che è stato negato a decine di migliaia di pazienti, i quali sono stati giorni e giorni in balia di un virus che poi li ha sopraffatti in un letto d'ospedale, dove sono arrivati dopo giorni di mancate cure.
Evidentemente per Draghi la vigile attesa non vale. Ma forse Pregliasco ha finalmente capito, come avevano intuito diversi scienziati, che certi antinfiammatori aiutano a spegnere un incendio che cova sotto la cenere dell'a-sintomatologia perché semplicemente mettono il nostro organismo in condizione di combattere il virus e quindi di accelerare la negativitizzazione.
I professori Fazio e Bellavite, ad esempio, hanno puntato su un antinfiammatorio, come l'indometacina, che ha mostrato buonissime capacità antivirali. Capacità antivirali confermate anche dal professor Remuzzi del Mario Negri, dallo Spallanzani di Roma e da diversi studi. Eppure, non sono mancati in questi mesi gli articoli e le riserve dei soloni su un farmaco che, al contrario dei detrattori, ha dato ottime risposte nella cura precoce del virus.
Quel che è certo è che il virologo ascoltato dalle tv ha suggerito al premier ciò che per anni governo e virostar hanno vietato al popolo, il quale si è dovuto accontentare di Tachipirina e vigile attesa. Sarebbe davvero una nemesi per il premier, la prova provata che la lotta al covid è stata una gigantesca operazione di propaganda pandemista. Che la maggioranza degli italiani però si è sciroppata come un medicamento miracoloso.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 8 minuti) dal titolo "Prima e dopo il Covid 19" Silver Nervuti confronta la situazione prima e dopo la pandemia. Un video da vedere più volte e da diffondere tra tutti gli amici.


https://rumble.com/v11otzz-prima-e-dopo-il-covid.html

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20-04-2022

2 - MENTRE L'UNIONE EUROPEA CHIACCHIERA, LA CATTOLICA POLONIA ACCOGLIE DUE MILIONI DI PROFUGHI UCRAINI
La forza spirituale gli viene dai santi polacchi come San Giuseppe Kalinowski che fu costretto a dieci anni di lavori forzati in Siberia e poi fu canonizzato nel 1991 da San Giovanni Paolo II
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 13 aprile 2022

La Polonia è la nazione che sta accogliendo in Europa il maggior numero di profughi ucraini. Ad oggi si contano più di due milioni, con Varsavia in testa, che ha incrementato improvvisamente i suoi abitanti del 17%, per il momento. A tutti viene offerto vitto, alloggio, scuola, servizio sanitario nazionale, utilizzo dei mezzi pubblici... ma ciò vale per Varsavia come per Cracovia, Lublino, Łód, Breslavia... si è innescata una macchina organizzativa incredibile, grazie ad una gigantesca operazione antiburocratica e al lavoro infaticabile di sindaci, associazioni umanitarie e volontari. Il Paese sta reggendo un'ondata migratoria che non trova confronti nella storia d'Europa. Nell'estate del 2015 la cancelliera tedesca Angela Merkel prevedeva di accogliere in Germania un milione e 200 mila richiedenti asilo in fuga dalla Siria, la Polonia spiazza tutti, dando dimostrazione di tenacia e di forza.
Un popolo serio, rigoroso e profondamente cattolico quello dei polacchi, che sentono gli ucraini non solo gente confinante, ma veri e propri fratelli. Questa è la realtà umana, che non è fatta di globalismo materialista costruito forzatamente a tavolino, perché esiste una grande e insopprimibile anima dei popoli: a volte amici o nemici, alleati od ostili fra di loro, ma che succhiano il loro essere dalla loro storia e dalla loro tradizione, tutti elementi che vanno rispettati - un'arte che ben conosce la fede cattolica - perché ciò fa parte della natura stessa dell'essere popolo e proprio per questo la disciplina storiografica è più che preziosa, perché fa comprendere le ragioni del presente, afferrando la cognizione di ciò che potrà accadere nel futuro prossimo.
Proprio constatando questo eroismo polacco, di fronte al quale l'Unione europea, ringraziando, rimane basita, tornano alla mente fatti della storia moderna e contemporanea incancellabili dalla memoria storica della Polonia, che l'ha vista dilaniata in più riprese sia dai tedeschi che dai russi. La Seconda guerra mondiale prese le mosse proprio in questa nazione occupata dai nazisti, e come non ricordare il massacro nella foresta di Katyn? Qui si consumò l'esecuzione sommaria di circa 22.000 fra ufficiali, politici, professori, giornalisti e industriali polacchi, era la cosiddetta Intelligencija polacca, che venne sterminata dal Commissariato del popolo per gli affari interni dell'Unione Sovietica (NKVD) a circa 20 km ad ovest della città di Smolensk.

SAN GIUSEPPE KALINOWSKI
Ma c'è la testimonianza di un santo che desideriamo proporre in questi tempi di guerra: stiamo parlando del carmelitano san Raffaele di san Giuseppe Kalinowski, beatificato da Giovanni Paolo II a Cracovia il 22 giugno 1983 e canonizzato il 17 novembre 1991 a Roma.
Quando egli nacque, da un'antica e nobile famiglia polacca, il 1° settembre 1835 a Vilnius, in Lituania, la Polonia da circa quarant'anni non esisteva più sulle mappe geografiche perché era stata così spartita: l'82% era sotto la Russia, il 10% sotto l'Austria, l'8% sotto la Prussia. Questa situazione rimase tale fino al 1918, quando, a chiusura della Prima guerra mondiale, si aprirono scenari ancora più devastanti. In quegli anni la russificazione procedeva forzatamente: scopo degli Zar dell'epoca (gli ultimi Zar - la Famiglia imperiale Romanov - saranno trucidati a Ekaterinburg, nel luglio del 1918, dalla mano bolscevica, per poi essere canonizzati dalla Chiesa ortodossa russa il 15 agosto 2000) era quella di piegare il popolo polacco dal punto di vista militare, economico, culturale e religioso.
Deportazioni, esecuzioni capitali sulla piazza del mercato e il terrore serpeggiava in Polonia, mentre Josef cresceva all'ombra del Santuario nazionale di Ostra Brama, che rappresenta per la Lituania l'equivalente di Czestochowa per la Polonia: è l'«Ausros Vartai», ossia la «Porta dell'Aurora», perché edificato al di sopra della porta orientale del muro di cinta, costruito intorno alla città all'inizio del XVI secolo. A partire dal XVIII secolo, la Chiesa riconobbe il carattere miracoloso dell'immagine mariana nera e Pio XI, nel 1927, concesse a Nostra Signora di Vilnius gli onori dell'incoronazione e il titolo di «Madre della Misericordia», immagine a cui padre Josef rimase per sempre devotamente legato. Altro luogo sacro che il giovane frequentava era la cattedrale della Santissima Trinità e dei Santi Stanislao e Ladislao di Vilnius, sulle cui tombe pregava per l'unità delle Chiese orientali con Roma.
Conclusi gli studi all'Istituto dei Nobili a 16 anni, si iscrisse al biennio di Agronomia per poi approdare, con la sua predisposizione alla matematica ereditata dal padre, a San Pietroburgo alla Scuola di Ingegneria. Intelligente, riservato, brillante negli studi e apprezzato, confesserà avanti negli anni: «Considerando ora alcuni elementi importanti della mia vita, avrei dovuto allora (prima di partire per la Russia) chiedere di entrare nel seminario diocesano di Vilnius. E proprio perché non l'ho fatto, molti anni della mia vita, specialmente quelli della giovinezza, si sono frantumati in pezzi divisi tra loro, riuscendo senza profitto per me e per gli altri, convertendosi in vanità». Nel nuovo ambiente, infatti, la sua fede si affievolì poiché circondato dall'indifferentismo religioso e dal positivismo scientista. Il suo malessere spirituale lo formulò sinteticamente in questi termini: «Questa è la mia disgrazia: che cerco lo spirito e trovo sempre la materia».

DIECI ANNI DI LAVORI FORZATI IN SIBERIA
Divenne Tenente Ingegnere e Assistente di Matematica nell'Accademia di San Pietroburgo. A 20 anni ritornò in patria, dove non si era allentata la morsa zarista. Venne incaricato di occuparsi della progettazione della ferrovia Kursk-Kiev-Odessa e dovette tracciare il percorso tra fango e paludi, ma proprio in questo contesto lavorò su se stesso, recuperando e irrobustendo la sua trascorsa fede. In particolare, un semplice libretto di devozione mariana, che trovò casualmente, fece emergere la calda e zelante fede polacca in lui.
Poiché i lavori per la ferrovia vennero sospesi per mancanza di fondi, il promosso Capitano di Stato Maggiore venne assegnato alla fortezza di Brest-Litovski, con l'incarico di sovrintendere le fortificazioni e la loro manutenzione. Nel 1863 apprese dell'«Insurrezione di gennaio». Registrerà nelle sue Memorie, fonte preziosissima, come la sua corrispondenza, per comprendere al meglio la levatura intellettuale e spirituale di Kalinowski: «Troppo chiara era la visione interiore della lotta di un popolo disarmato contro la forza del governo russo che disponeva di una enorme e potente armata. Conservare l'uniforme di questo esercito, quando il cuore tremava nell'apprendere le notizie dello spargimento di sangue fraterno sarebbe stato inconcepibile. Mi domandavo: "Mi è permesso rimanere passivo, quando tanti sacrificano tutto per questa causa?"». Egli tentò di dissuadere gli insorti, per questo venne accusato di essere un vigliacco oppure una spia russa. Si mise a disposizione del «Consiglio Nazionale della Insurrezione» e venne nominato Ministro della guerra per la regione di Vilnius, ma accettò quell'incarico ad una sola condizione: non avrebbe mai firmato nessuna condanna a morte.
Il Vescovo di Vilnius fu mandato in esilio e alcuni sacerdoti furono impiccati; mentre i conventi si trasformarono in prigioni. Josef fu arrestato, ma non denunciò nessuno, venne quindi condannato a morte, pena che gli venne commutata in dieci anni di lavori forzati, in Siberia. Deportato, ripercorse da condannato quelle terre sulle quali, come ufficiale, aveva disegnato il tracciato della ferrovia. Irkutsk, poi le saline di Usolye, presso il lago Bajkal: 8000 Km circa percorsi su vagoni ferroviari, carri, barche, ma anche a piedi. Dieci mesi di viaggio, intanto: «le pianure immense sotto e dietro gli Urali erano diventate un cimitero senza confini per decine di migliaia di vittime strappate dal seno della Madre Patria, e inghiottite per sempre».

ASCESI E SANTITÀ
Ascesi e santità iniziano in lui un massiccio percorso. Queste le sue riflessioni in Siberia «Il mondo può privarmi di tutto, mi resterà sempre un nascondiglio a lui inaccessibile: la preghiera. In essa si può raccogliere il passato e il presente, e anche il futuro, sotto la forma della speranza... Al di fuori della preghiera, non ho niente da offrire a Dio, posso dunque considerarla come l'unico mio dono. Non posso digiunare, non ho quasi nulla da dare in elemosina, mi mancano le forze per il lavoro; mi resta solo il soffrire e il pregare. Però mai ho avuto tesori più grandi. E non voglio altro». Dopo il lavoro forzato, pregava e leggeva, in particolare il Vangelo, l'Imitazione di Cristo, poemi tradotti di Dante e di Tasso, gli Esercizi di sant'Ignazio di Loyola, libri di teologia.
Liberato nel 1874, gli venne negato di risiedere in Lituania. A 39 anni si mise ad insegnare - la sua grande passione -, diventando precettore del giovane principe polacco Augusto Czartoryski (1858-1893), che sarà beatificato a Roma da Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004. La sua famiglia, da tre decenni, si era stabilita in Francia quando, dopo la rivoluzione del 1830 e la confisca dei beni, era stata posta al bando dalla Russia. Augusto, colpito dalla tubercolosi, nella sterile e voluttuaria vita parigina che lo opprimeva, conobbe san Giovanni Bosco, che gli cambiò la vita, entrando, infatti, nel 1886 nella Congregazione salesiana. A motivo della sua malattia venne mandato a completare gli studi nella salubre aria marina ligure, dove venne ordinato sacerdote a San Remo il 2 aprile 1892. Fu sacerdote per un solo anno nel Collegio salesiano di Alassio e morì a 34 anni, l'8 aprile del 1893. Il suo precettore, che aveva accompagnato il giovane nelle migliori località climatiche d'Europa, maturò via via la vocazione religiosa. «Da un anno mi giungeva come un eco, una voce dalla grata del Carmelo. Questa voce si è adesso rivolta a me chiaramente e l'ho accolta: una voce salvifica mandatami dalla infinita misericordia di Dio. Posso dunque soltanto esclamare: "Canterò in eterno la misericordia del Signore". Oggi considero la voce "al Carmelo!" come voce ispirata da Dio». Così, a 42 anni, si presenta al noviziato di Graz in Austria e vi fa ingresso «solo con l'idea di dedicarmi a una vita di penitenza». Scriverà più tardi di aver sofferto meno in dieci anni di Siberia che in un solo anno di noviziato.

IL PADRE SPIRITUALE DEL POPOLO POLACCO
Prende il nome di fra' Raffaele di san Giuseppe: «Ora non mi resta che una cosa: sacrificarmi a Lui senza riserve, e non separarmi mai da Gesù Cristo». Completa gli studi in Ungheria e riceve gli ordini sacri in Polonia. Nell'unico convento carmelitano che qui è rimasto (l'antico eremo di Czerna), insieme all'unico monastero di monache carmelitane, dopo le tragiche soppressioni, vivono solo otto anziani religiosi. Kalinowski viene subito nominato maestro dei novizi, in seguito priore, poi vicario provinciale. Grazie a lui la Provincia carmelitana polacca viene restaurata e oggi è una delle più fiorenti e numerose dell'Ordine.
Nel 1892 aprì un seminario a Wadowice, la cittadina dove viveva la famiglia di Karol Józef Wojtyła. L'austero e rigoroso carmelitano distribuiva il suo tempo fra l'educazione dei religiosi e dei seminaristi, la guida spirituale dei monasteri, la cura di nuove fondazioni, il recupero del patrimonio archivistico dell'Ordine, la pubblicazione di testi spirituali. Rimase decisamente perplesso di fronte alla Storia di un'Anima della giovane carmelitana di Lisieux, della quale papa Pio XI, quando la beatificherà nel 1923 e canonizzerà nel 1925, proclamandola anche Patrona delle Missioni (1927), definirà la sua vicenda un «uragano di gloria». I suoi tentennamenti derivavano dal considerare quell'opera troppo elementare, per questo si rifiutò di pubblicarla, per poi ricredersi e considerare l'opera di suor Teresina non più banale e infantile, bensì tesoro ricchissimo di semplicità innocente e divina, quella più gradita a Dio.
Padre Raffaele di san Giuseppe diventa, senza neanche accorgersi, il padre spirituale del popolo polacco. Il suo confessionale è la fortezza dove si radunano i peccatori, divenendo un esercito sempre più numeroso, che si affacciava nella chiesa del convento fin dall'alba. Lo chiamano «Il martire del confessionale» perché lui non bada alle ore che passano, al freddo, alla sua scarsa salute. Un altro appellativo con cui viene indicato è «Preghiera vivente».
Con il trascorrere degli anni, matura in questo carmelitano di Dio l'auspicio impellente del raggiungimento dell'unione fra la Chiesa d'Oriente e quella d'Occidente e «dal desiderio di vedere Mosca convertita». Scrive ad una monaca carmelitana francese: «Anche se mi sento ormai avviare verso il declino - conto infatti 62 anni - non posso liberarmi dal pensiero che il buon Dio, se gli rimarrò fedele, mi permetterà ancora con la sua grazia di lavorare, tramite il Carmelo di Nostra Signora, per l'unità della Chiesa», al fine di portare «la Russia a Cristo e Cristo alla Russia». La sua è un'aspirazione benedetta, eminentemente cattolica, non certo ecumenica, e che deriva direttamente dal mandato di Gesù ai suoi apostoli e a san Paolo.
L'ideale cattolico del santo polacco andava a tutti i Paesi slavi, cosciente che, perseguendo la strada teologica carmelitana, l'unione del Credo fra Oriente e Occidente sarà fattibile soltanto in Maria Santissima. Negli ultimi scorci della sua vita a Wadowice (15 novembre 1907), sul letto del dies natalis, brama ancora verso quella speranza (spes contra spem) e, a voce alta, ripete le parole di Cristo: «Padre, che tutti siano una cosa sola!».

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Corrispondenza Romana, 13 aprile 2022

3 - LA GUERRA DI TROIA E IL GENIO DI ULISSE
Il 24 aprile del 1184 a.C. i Greci conquistano Troia con il tranello del cavallo di legno: siamo proprio sicuri che sia tutto inventato da Omero? In realtà il mito è una bugia che dice la verità (VIDEO: Cartone animato Ulisse)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri, 23 aprile 2022

La tradizione dice che i Greci sarebbero entrati nella città di Troia con il famoso cavallo di legno il 24 aprile del 1184 a.C. Ovviamente non ne possiamo essere certi. Non solo perché ciò sarebbe accaduto tanto tempo fa, ma anche perché non possiamo nemmeno essere certi dell'esistenza storica del tranello del cavallo.
Ma è proprio su questa incertezza che è bene fare qualche riflessione.
Gli storici dicono che la guerra tra Troiani e Achei ci sia stata realmente. La causa sarebbe stata economica: le navi greche, che trasportavano grano proveniente dall'attuale Romania, passando dinanzi alle coste dell'Asia Minore, dovevano pagare ingenti tributi alla potente Troia che controllava quella zona di mare. Da qui il contenzioso e da qui la guerra.
Il mito, invece, da cui attingerà Omero - o chi per lui, in considerazione della cosiddetta "questione omerica" - dice che tale guerra sarebbe scoppiata per il rapimento della bella Elena, moglie del re greco Menelao, da parte di Paride, figlio del re di Troia Priamo. Da questo atto si sarebbero scatenate anche le invidie e le simpatie degli dei che avrebbero ulteriormente soffiato sul fuoco per far scoppiare la guerra.

LA FUNZIONE DEL MITO
Dunque, due letture. Da una parte quella concreta, credibile e verosimile della questione economica; dall'altra quella invece mitica, leggendaria, fantastica, che storicamente si ritiene non possa reggere.
Ma è davvero così? Siamo proprio sicuri che una lettura mitica di questo evento non regga sul piano storico? E se invece queste due letture, concreta e mitica, potessero combinarsi?
Certo, detto così, fa specie: come è possibile credere in una lettura mitica di certi eventi dove tutto è inverosimile e che si presenta chiaramente come fantasia?
La risposta sta nel capire qual è la funzione del mito.
Il mito in un certo qual modo è una "bugia che dice la verità". Contraddizione? Niente affatto. Il mito è sì una bugia, perché racconta fatti non realmente accaduti, ma una bugia che dice la verità perché mette in evidenza un dato incontestabile, e cioè che la storia umana non si spiega solo con fattori economici, materiali, concreti, misurabili statisticamente.
L'uomo è sì rivolto verso la soddisfazione di bisogni puramente materiali, da qui -ahinoi!- la sua sete di denaro, di comodità, di agi, di potere, ecc. Ma siamo proprio sicuri che la sete di tutto questo sia davvero solo per il denaro, per le comodità, per gli agi e per il potere? Oppure desidera tutto questo perché "spiritualmente" ha bisogno di altro, cioè vuole imporre se stesso nella sua integrità.

L'ESEMPIO DELL'AVARO
Per capire ciò che stiamo dicendo, l'esempio più calzante è quello dell'avaro. Questi desidera avere, possedere denaro e accumularlo sempre più. Ma perché ne vuol veramente godere? No, l'avaro, pur di non spendere, vive come un misero. Il suo desiderio del denaro è perché questo (il denaro) lo rassicura in una posizione "spirituale", cioè lo fa sentire importante, superiore.
Insomma, ciò ci fa capire una cosa su cui forse non riflettiamo. Mentre l'animale desidera la materia per la materia, l'uomo desidera la materia sempre per lo spirito. Cioè desidera la materia perché vuole soddisfarsi nelle sue emozioni, nei suoi sentimenti (che purtroppo possono essere buoni o cattivi), cioè nel suo stato interiore.
Ed ecco perché i miti sono bugie che dicono la verità. Il rapimento di Elena che fa scoppiare la guerra di Troia non nega le cause vere, quelle economiche legate ai traffici navali, dice solo che quelle cause da sole non bastano a spiegare. Che esistono anche questioni di principio. Buone o cattive, ovviamente, ma che orientano ancor più i comportamenti umani.
I miti insegnano che l'uomo non vive di "solo pane" (Matteo 4).

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 1 ora e 30 minuti) dal titolo "Ulisse - Il film completo" si può vedere il bel cartone animato che parla delle vicende mitologiche a partire dalla fine della guerra di Troia con il "dono" del cavallo di legno. Da vedere con tutta la famiglia: genitori e figli.
Per acquistare il dvd, clicca qui!


https://www.youtube.com/watch?v=DWBmVRkIEjU

Fonte: I Tre Sentieri, 23 aprile 2022

4 - LE REGOLE DEL MARKETING APPLICATE AL VANGELO
Sul piano del marketing i pubblicitari direbbero che il cristianesimo è destinato al fallimento sicuro... ma già lo dicevano i discepoli: ''Questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?'' (VIDEO: La Maddalena incontra il Risorto)
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-04-2022

Ogni anno la Pasqua ci ricorda la notizia più strepitosa di tutte: Gesù Cristo è risorto dai morti! Eppure questa notizia così straordinaria per ogni vero cristiano, potrebbe non interessare agli altri. In che modo possiamo portare l'annuncio pasquale a chi ci sta a cuore? Analizziamo come agisce la pubblicità in modo da capire i suoi segreti per poi utilizzarli per annunciare Gesù efficacemente.
In che modo la pubblicità ci convince all'acquisto di prodotti che magari neppure ci sono necessari? Proviamo a fare una piccola analisi. In genere in uno spot pubblicitario non ci viene indicato il valore del prodotto in sé stesso, né le sue caratteristiche tecniche come ad esempio le dimensioni, la durata, i materiali di fabbricazione, ecc. Il marketing in generale si avvale di un espediente, un trucchetto per così dire, che gli esperti chiamano "tecnica dello sviamento".
Tale tecnica consiste nel far focalizzare l'attenzione dello spettatore su un aspetto che faccia da leva emotiva e lo spinga all'acquisto. Ad esempio, per reclamizzare dei biscotti, si mette in scena una famiglia dove tutti si alzano e sono felici, amorevoli, servizievoli l'un l'altro. Così una donna che vede questo spot è inconsciamente portata a pensare: "Affinché la mattina nella mia famiglia ci sia tranquillità e serenità devo comprare tali biscotti, ed otterrò come risultato la famiglia felice!".
Facciamo un altro esempio: per pubblicizzare delle scarpe sportive si sceglie come testimonial un campione (un calciatore famoso o un vincitore olimpico o comunque un detentore di un qualche record mondiale) e si mostra che con quelle ai piedi vince le gare. Di conseguenza lo sportivo amatoriale che vede lo spot inconsciamente si dice: "Grazie a quelle scarpe il campione ha vinto, se le compro anch'io le mie prestazioni saranno migliori". La realtà però è che, ovviamente, anche indossando quelle scarpe, non diventerà mai un campione.
Quindi vediamo che con la tecnica dello sviamento, la pubblicità promette ciò che non è possibile: promette di realizzare un desiderio irrealizzabile.

LA FESTA DELLA PASQUA
In che modo questo discorso può farci capire meglio la festa della Pasqua? Perché il Vangelo ci presenta Gesù Cristo crocifisso, la massima antitesi della suddetta tecnica pubblicitaria! Quanti nuovi "clienti" si potrebbero acquisire, infatti, dicendo che l'obiettivo del cristiano è prendere su di sé la croce e abbandonare i propri desideri?
Gesù dice chiaramente: "Rinnega te stesso" e non: "Realizza te stesso", come suggerisce invece il Mondo. Il Signore, a chi vuol seguirlo, propone una via che non prevede le comodità della vita, la realizzazione dei desideri e nemmeno di poter fare la propria volontà se contrastante con quella di Dio.
Sul piano del marketing i pubblicitari direbbero che il cristianesimo è destinato al fallimento sicuro! E senza essere esperti di marketing lo dicevano anche i discepoli: "Questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?".
Ma Gesù è stato sincero fino in fondo: "Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi" e infatti chi segue davvero Cristo è perseguitato. Vuoi essere cristiano? Allora prendi la tua croce, accetta la sofferenza, rinnega i tuoi desideri.
Una barzelletta dice che ad un uomo, prima di andare nell'aldilà, viene data la possibilità eccezionale di andare a vedere com'è, così può rendersi conto prima di morire come stanno le cose e scegliere di conseguenza. Può visitare sia il paradiso che l'inferno. Quindi va in cielo e un angelo gli fa da guida e gli spiega che lì tutti si vogliono bene, si amano, e sono felici. Poi va all'inferno dove un diavolo lo accompagna e gli dice che lì tutti si vogliono bene, si amano, e sono felici. L'uomo gli chiede se ha capito bene perché gli sembra strano che l'inferno sia come il paradiso, ma il diavolo gli risponde che anzi l'inferno è meglio perché puoi fare quello che ti pare nella vita, tanto poi starai comunque bene anche nell'aldilà. L'uomo torna sulla terra e di conseguenza comincia a vivere nel peccato appagando tutti i suoi desideri fin quando ne ha la possibilità. Passano gli anni, muore e si presenta al cospetto di Dio che lo spedisce all'inferno, ma lui non si preoccupa. Arrivato dal diavolo che lo aveva accompagnato nella visita che aveva fatto lo saluta affettuosamente, ma lui, anziché ricambiare cortesemente il saluto come aveva fatto allora, gli dà una pedata, lo butta tra le fiamme, ed inizia per lui un'eternità fatta di tormenti, sofferenze e solitudine. Allora l'uomo va a lamentarsi dal diavolo: "Scusi, ma mi era sembrato che l'inferno era diverso da come lo vedo adesso", ma il diavolo gli risponde: "Certo! Noi siamo campioni in pubblicità".

UN OTTIMO PUBBLICITARIO
È proprio così, il diavolo è un ottimo pubblicitario. Egli promette di soddisfare il desiderio più profondo dell'uomo che consiste nella beatitudine eterna: un'esistenza di realizzazione vera senza sofferenza, né morte. Ma quello è il paradiso! Eppure il diavolo ci vuol convincere del contrario. Così fu nel paradiso terrestre: il tentatore non disse che con la disobbedienza i progenitori avrebbero conosciuto il dolore, la malattia e la morte, bensì convinse Eva dicendole che non solo sarebbe rimasta nel paradiso terrestre, ma che sarebbe diventata come Dio potendo quindi realizzare ogni suo desiderio. Tutti proviamo la tentazione di vivere a nostro piacimento, stabilire le nostre leggi e dimenticarci di Dio.
Il diavolo, da abile pubblicitario, continua a promettere un desiderio che non è realizzabile: vivere senza Dio e fare quello che ci pare e piace. Ma senza Dio la vita non trascorre meglio, anzi, diventa un incubo!
Noi non seguiamo Gesù perché ci piace la croce, o perché ci piace soffrire; non perché desideriamo rinnegare noi stessi ed obbedire ai comandamenti, ma perché quello che ci dà Gesù nessun pubblicitario ce lo può dare!
Solo Gesù Cristo realizza esattamente quello che promette: salva, dona vita nuova, purifica totalmente dai peccati, dà senso alla malattia e alla morte perché ci fa risorgere per la vita eterna. Il Vangelo quindi non è una pubblicità, non è una realtà piacevole da sentire o ascoltare e non è nemmeno uno stile di vita leggero e senza problemi. La vita cristiana è un fatto serio: siamo su questa terra per conoscere, amare e servire Dio e goderlo per tutta l'eternità, come ci ricorda sapientemente il catechismo di San Pio X. Avendo chiara questa verità si possono affrontare bene anche la malattia e la morte perché sappiamo che Gesù Cristo, morendo sulla croce e risorgendo, ci ha salvato dal male, dal Maligno, da una vita senza senso e dalle pene infernali, come possiamo fare a meno di Lui?

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 10 minuti) dal titolo "La Maddalena incontra Gesù risorto" don Stefano Bimbi, autore del precedente articolo, commenta il famoso incontro tra Maria Maddalena e il Risorto.
Per vedere altri video si può consultare il suo canale Youtube cliccando nel seguente link:
https://www.youtube.com/c/donStefanoBimbi


https://www.youtube.com/watch?v=IAElkvCsan0

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-04-2022

5 - LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI? MICA TANTO
Ad esempio in questi giorni una ragazza italiana è stata stuprata da un nigeriano, ma a nessuno è importato un accidente (secondo il Ministero dell'Interno il 40% delle violenze è compiuto da uomini stranieri, che sono meno del 10% della popolazione)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari, 12 aprile 2022

Tra i vizi più sgradevoli della nostra epoca, ma forse il termine corretto indecenti, c'è la completa perdita del senso di giustizia, più pudicamente detto doppiopesismo.
Il fatto che lo stesso episodio sia giudicato in maniera completamente diversa a seconda di chi lo compie, è caratteristica di tutta la storia umana. Il padrone poteva picchiare e umiliare il servo, non succedeva il contrario I nobili potevano prendersi delle libertà sulle figlie del popolo senza subire nessuna le punizioni che avrebbero travolto i figli del popolo se si fossero permessi qualcosa di analogo sulle figlie della nobiltà.
I nobili avevano diritti che i poveri non avevano. Questa era la regola, e dato che era regola giuridica, ci si risparmiava tutta la propaganda. La legge stabiliva due pesi e due misure, oppure innumerevoli pesi innumerevoli misure come per le caste in India. Noi invece abbiamo interiorizzato che pare brutto. La legge è uguale per tutti è scritto nelle aule di tribunale dove periodicamente mi processano. La battuta è vecchia ma fa sempre sorridere. Dato però che noi siamo "migliori" dei nostri antenati, ufficialmente divisi in nobili e plebe, le violazioni della regola della giustizia uguale per tutti, vengono accompagnate da un terrificante battage pubblicitario che spiega quanto scientificamente sia cattivo il colpevole antipatico. In parole povere: i dispotismi scrivono virilmente l'ingiustizia nella legge, non è bello ma se ne assumono la responsabilità. Il dispotismo punisce e schiaccia chi gli antipatico. Le cosiddette democrazie fingono equanimità, e applicano invece il controllo dell'opinione pubblica, manovrata da un linciaggio mediatico che demonizza il reprobo.

STUPRI DI SERIE B
Pochi giorni fa una giovane donna italiana è stata stuprata in un cimitero da un cittadino di origine nigeriana che era già stato incriminato per un reato identico, tutto questo nella serenità generale. È uno stupro di gravità alta, perché si è accompagnato alla paura di essere ferita o soppressa, è stato aggravato da percosse. A nessuno è importato un accidente.
Secondo il Viminale, il 39% delle violenze è compiuto da uomini stranieri, che sono meno del 9% della popolazione. Una situazione grave che accomuna l'Italia ad altri Paesi europei. Come ha dimostrato nel saggio France Orange mécanique Laurent Obertone, si tratta di aggressioni spesso accompagnate da lesioni anche gravi, che hanno la violenza dello stupro etnico. Nel capodanno 2022 in Italia come a Colonia nel 2016 cittadini di origine extraeuropea, spesso teoricamente europei da una i più generazioni, hanno commesso atti che sono riconducibili più allo stupro etnico (più odio, più disprezzo, più aggressioni di gruppo, più ferocia, più lesioni) che non alla criminalità individuale.
A questa criminalità si è aggiunta quella della mafia ucraina: la stazione radiofonica francese Radio classique riferisce un vertiginoso aumento di prostituzione di donne e bambini non sempre, come dire, consenzienti, insieme a un traffico d'organi anche questo con donatori con consenso molto dubbio. È notevole la mancanza di indignazione. Nel mondo occidentale non usiamo la censura, è una cafonata. Come ci aveva già spiegato Aleksandr Isaevič Solženicyn nel suo straordinario discorso tenuto ad Harvard nel 1978, il mondo capitalista come quello comunista ha escluso Dio, quindi ha escluso la giustizia e la bellezza. Le notizie sgradite sono signorilmente ignorate, seppellite da tonnellate di notizie insulse, l'ultimo vestito delle influencer, lo schiaffo alla serata degli oscar, e scompaiono.

FEMMINISMO DA NON CREDERE
Nel suo imperdibile libro Femminismo da non credere, Bruno Etzi ricorda il caso Strauss Kahn, l'economista uomo politico francese, direttore del Fondo Mondiale Internazionale. Mentre era in procinto di partire per Berlino, dove avrebbe incontrato Angela Merkel per proporle un piano per salvare la Grecia dal tracollo finanziario, Kahn fu arrestato per stupro. L'affermazione di molte femministe, secondo cui soltanto il 2% delle accuse di stupro potrebbero essere false, è contraddetta dai rapporti della polizia statunitense che parlano di oltre il 40% del totale delle denunce. Il 14 maggio 2011 Strauss Kahn fu ammanettato e arrestato con l'accusa di stupro. Come spiega Etzi "Il circo mediatico individuò ex abrupto nel politico francese (maschio, bianco, ricco, potente) il simbolo delle diuturne violenze esercitate sulle donne dai maschi occidentali. Per alcuni il tracollo della Grecia e l'impoverimento di milioni di persone era una quisquilia rispetto alla possibilità di colpire un importante maschilista erotomane. La presunzione di innocenza lasciò presto il posto a quella di colpevolezza. Strauss Kahn, accusato da una donna definita "mitomane" dallo stesso procuratore americano, fu sottoposto a un brutale linciaggio mediatico col triste contributo anche di alcune femministe italiane." Strauss-Kahn era stato immediatamente arrestato senza alcuna verifica, né testimoni, sottoposto a degradanti perquisizioni, fotografato nudo e costretto a fornire campioni per le indagini. Il ruolo di Direttore del Fondo monetario internazionale, con cui si possono taglieggiare le nazioni povere in favore di quelle ricche, fu assegnato a una donna, Christine Lagarde. Il femminismo ideologico aveva trionfato. Gli inquirenti avevano intercettato una telefonata dell'accusatrice in cui discuteva dei vantaggi che potevano derivare dalla denuncia. Le numerose bugie della donna spinsero la procura di New York a rilasciare Strauss Kahn e, il 23 agosto 2011, tutte le accuse furono archiviate. La scrittrice Lidia Ravera si mostrò profondamente dispiaciuta dall'esito dell'affaire. Fu ancora più esplicita la giornalista Caterina Soffici: "Io credo che nel nostro mondo imperfetto, se una percentuale di errore è ineliminabile dal sistema, è preferibile che un presunto stupratore con precedenti di molestie e notorio puttaniere finisca dietro le sbarre per un errore giudiziario piuttosto che un presunto reato di stupro rimanga per errore impunito". Una tesi mostruosa che diventa ancora più mostruosa davanti all'assoluto silenzio, ma in termine corretto è indifferenza, per una donna stuprata con molta violenza e quindi senza nessun dubbio, con molta paura, con moltissimo dolore, in un cimitero, senza una parola per le donne aggradite a Capodanno.

LA SVEZIA AL COLLASSO
Nella civilissima Svezia governata da un governo costituito di donne, gli stupri sono circa 20 al giorno, più della metà dei quali fatti da cittadini di origine extra europea. Dato che gli stupri sono difficili da denunciare, sospettiamo che il loro numero sia molto più alto. A Deje, nella Svezia centrale, nel 2015 un cittadino afgano ha aggredito e accoltellato in un tentativo di stupro la signora Mikaela Blixt, mentre camminava in pieno giorno La Blixt è riuscita a scappare e a fare ritorno a casa, scioccata e sanguinante, ha cercato di denunciare l'accaduto alla polizia. I tentativi si sono dimostrati pressoché impossibili, non si trattava di un'emergenza perché l'aggressione era finita e il numero di non emergenza era sempre occupato. Il giorno successivo la donna si è recata alla prima stazione di polizia della città vicina dove, 24 ore dopo l'aggressione, gli agenti hanno finalmente raccolto la segnalazione. Dopo essersi recata dalle forze dell'ordine, la signora Blixt ha trovato le prove della sua aggressione sessuale all'esterno del centro di accoglienza per migranti, dove erano appesi ad asciugare - dopo essere stati lavati - i pantaloni dell'aggressore, che però avevano ancora tracce del sangue della donna, ma la polizia quel giorno non ha avuto tempo e il giorno dopo i pantaloni erano spariti. La signora Blixt ha descritto della sua esperienza su una pagina Facebook della comunità locale, ha ottenuto migliaia di condivisioni, ed è stata ammonita dalla polizia, che è accorsa in forze quando una ottantina di cittadini ha partecipato a una manifestazione di solidarietà nei confronti della Blixt e "contro la violenza", manifestazione assolutamente pacifica poi accusata di violazione dell'ordine pubblico.
Solo una settimana dopo l'aggressione alla Blixt, tre donne della vicina città di Karlstad sono state violentate. Per inciso, non solo le donne, ma quasi uno svedese su tre non si sente sicuro in Svezia.
Dato quanto sopra, alcuni complottisti di basso rango sostengono che ci fosse una precisa volontà di non salvare la Grecia e che ci sia un preciso piano di sostituzione etnica in Europa.

Fonte: Blog di Silvana De Mari, 12 aprile 2022

6 - DISNEY SEMPRE PIU' NEL BARATRO ARCOBALENO
Oltre la metà dei personaggi Disney sarà Lgbt e si faranno pressioni contro gli Stati che non accettano l'indottrinamento gay come la Florida (VIDEO: I dirigenti Disney e l'Agenda Gay)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia, 4 aprile 2022

Più personaggi nei cartoon sarà arcobaleno, anzi «almeno la metà» dovrà esserlo. È un annuncio che sa di impegno, quello arriva dalla più celebre casa di produzione di cartoni animati del mondo - la Disney - ed è purtroppo un annuncio da prender sul serio. Sì, perché a farlo non è stato un dipendente qualsiasi o un collaboratore saltuario, bensì Karey Burke in persona, presidente della Disney's General Entertainment Content.
L'annuncio è stato fatto all'insegna del solito mantra - «più inclusività» - in una call aziendale su Zoom, successivamente pubblicata su Twitter. «Sono qui come madre di due bambini omosessuali, in realtà», sono state le parole della Burke la quale, in conseguenza di questa sua condizione, ha ricordato che ci sono gruppi «sottorappresentati» e che, di conseguenza, «almeno il 50% dei» personaggi Disney dovrà esserlo «entro la fine dell'anno». C'è insomma di che preoccuparsi, per chi abbia a cuore che i cartoon restino intrattenimento e non diventino indottrinamento.
Ciò nonostante, va detto che questo annuncio non costituisce una novità in senso assoluto. Esiste difatti già una considerevole mole di riscontri che mostra come, negli ultimi anni, la Disney abbia deciso di sposare non solo la cultura dominante ma, più precisamente, l'ideologia woke, prestando sempre più attenzione alle istanze delle minoranze e del mondo progressista in generale. Basti qui ricordare come, già nell'ottobre 2020, Disney+ avesse inserito un avvertimento all'inizio dei suoi classici dell'animazione sui contenuti stereotipati e razzisti, in riferimento ai vecchi classici come Dumbo, Peter Pan, Lilli e Il vagabondo, Il libro della Giungla.
Sempre nel 2020, la svolta Lgbt della celebre casa di produzione si era avuta con la terza stagione di DuckTales, serie televisiva d'animazione sviluppata nel 2017 da Matt Youngberg e Francisco Angones, ma che si ispira ad un omonimo cartone prodotto dalla Walt Disney Company fin dal 1987. Con la terza stagione di quel cartoon, infatti, hanno fatto la loro comparsa due papà gay, due paperi aventi addirittura non una bensì due figlie: Violet Apollonia Sabrewing - personaggio apparso per la prima volta nella seconda stagione della serie - e la sua migliore amica, Lena. A confermare che quella situazione non fosse casuale, allora, era stato Francisco Angones, story editor di DuckTales, il quale aveva però dichiarato che sì, «i due papà gay ci sono, vero, ma non giocano un ruolo significativo nella storia. Si può fare di più».
La «famiglia» di Violet Apollonia Sabrewing era dunque parsa come l'antipasto di quel che ci aspetta; e quel che ci aspetta è probabilmente quello Karey Burke ha annunciato. Trovano così conferme storiche preoccupazioni sui cartoon come prodotti con delle connotazioni ideologiche, preoccupazioni che, però, sono sempre state prese poco sul serio.
Già il sociologo Vance Packard nel suo celebre I persuasori occulti (1957), per dire, denunciava, tra le altre cose, la pericolosità di certi programmi per bambini, solo apparentemente innocenti. Solo che a Packard - come ad altri che come lui lanciavano certi allarmi - negli anni si è sempre risposto con l'accusa d'essere degli esagerati, gente che vuol vedere a tutti i costi minacce e pericoli anche dove non ci sono; probabilmente a tutti costoro ora, alla luce delle parole della presidente della Disney's General Entertainment Content, andrebbero delle scuse.

Nota di BastaBugie: Mauro Faverzani nell'articolo seguente dal titolo "Ora la Disney dovrà pagare molte più tasse" spiega la forte presa di posizione di Ron DeSantis, il governatore della Florida, contro Disney World che si trova nel suo Stato.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Radio Roma Libera il 25 aprile 2022:

Prosegue lo scontro all'interno ed all'esterno della Disney tra quanti la vogliano rendere una bandiera Lgbt e quanti invece intendano tutelarne il ruolo prezioso di sano e sicuro intrattenimento per le famiglie.
La nuova mossa ora l'ha compiuta il governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis, che ha tolto qualsiasi esenzione fiscale alla Disney, in risposta alle minacce ricevute per aver approvato la legge, che impedisce l'indottrinamento Lgbt nelle scuole statali almeno sino alla terza elementare.
Secondo l'amministratore delegato dell'importante azienda, Bob Chapek, quella normativa «non avrebbe mai dovuto essere approvata», per cui ora l'obiettivo sarebbe quello di impegnarsi formalmente e pubblicamente per farla «abrogare oppure cancellare in tribunale». Al contempo, Chapek si è scusato con i propri dipendenti, per aver finora scelto di contrastare la normativa in silenzio e «dietro le quinte».
Il governatore DeSantis, peraltro di lontane origini italiane, aveva già preannunciato di voler dare battaglia alle aziende, scese in politica per contrastare ideologicamente le leggi varate dallo Stato: «Voglio assicurarmi - ha dichiarato, come riportato dall'agenzia InfoCatólica - che la gente comprenda le vostre pratiche commerciali e tutto ciò che non mi piace di quel che state facendo».
Per questo DeSantis ha chiesto al Congresso una legislazione, per por fine allo speciale regime fiscale, il Reedy Creek Improvement District, riservato da molto, forse da troppo tempo - per la precisione, dal 1967 - all'immensa area su cui sorge il parco a tema con le strutture della Walt Disney World Resort, ciò che ha permesso all'azienda di risparmiare centinaia di milioni di dollari in tasse e di governare di fatto in totale autonomia, pressoché indisturbata, sui terreni assegnati (circa 10 mila acri nelle contee di Orange e Osceola), senza versare oneri. Dal primo luglio 2023 non sarà più così, dato che il provvedimento restrittivo chiesto da DeSantis è stato approvato con 23 voti a favore e solo 16 contrari.
Di fatto, come rilevato dalla FoxNews, oggi l'amministratore delegato della Disney, Bob Chapek, si trova al centro di una bufera, attaccato da una parte dagli attivisti Lgbt per il fatto di esser intervenuto tardi e male a loro sostegno, dall'altra dai dipendenti (molti dei quali si sono già dimessi), che vorrebbero invece preservare l'azienda da guerre politiche e ideologiche, che nulla hanno a che fare con l'intrattenimento per grandi e piccini. Le azioni della Disney intanto hanno fortemente risentito di queste tensioni in Borsa e gli investitori guardano con timore e diffidenza al clima esasperato, che infuria in una realtà imprenditoriale prima fiorente e promettente, ma ora dal futuro alquanto incerto.
Dopo la protesta dei dipendenti della Disney, tradottasi in una lettera aperta, di cui già in passato avevamo dato notizia ed in cui si contestava l'«ambiente di paura» vigente per chi non si adegui alle politiche «esplicitamente progressiste» perseguite internamente, va dato contro della storica manifestazione organizzata da molte famiglie contro la Disney per il suo pervicace ed ostinato sostegno dato all'indottrinamento Lgbt, recentemente tradottosi peraltro in un cortometraggio con una coppia gay come protagonista.
Lo scorso 13 aprile centinaia di genitori si sono dati appuntamento dinanzi alla sede principale della Disney, quella di Burbank, in California, per dire basta alla linea spudoratamente ideologica da essa assunta. Per questo è stata avviata anche una raccolta-firme, già sottoscritta da decine di migliaia di persone. Secondo quanto riferito dall'agenzia InfoCatólica, inoltre, già centinaia di viaggi prenotati a Disney World sarebbero stati annullati, mentre sarebbero stati cancellati molti abbonamenti sottoscritti alla piattaforma Disney plus.
Non si erano mai verificate cose simili nei confronti di una realtà, assunta per decenni ad icona dell'intrattenimento per tutti, famiglie in primis. Forse già questo dovrebbe indurre ad un ripensamento l'amministratore delegato della Disney e quanti abbiano improvvidamente lanciato il prestigioso marchio in una battaglia non sua. Avranno l'onestà intellettuale per farlo?

VIDEO: LE PAROLE DEI DIRIGENTI DISNEY SULL'AGENDA GAY


https://www.youtube.com/watch?v=h3WRbXdQ8I4

DOSSIER "WALT DISNEY"
Indottrinamento per piccoli e grandi

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Provita & Famiglia, 4 aprile 2022

7 - CERCASI DISPERATAMENTE UTERI IN AFFITTO
Il New York Times piagnucola il calo di donne americane disposte a vendere il proprio corpo a causa del vaccino anti Covid... e non si può più ricorrere nemmeno all'Ucraina
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone, 6 aprile 2022

Cercasi disperatamente surrogate. Il titolo campeggiava qualche giorno fa nientepopodimeno che sulla home page del New York Times. Il lungo articolo parte raccontando la storia di Charlie «e suo marito» che stanno aspettando da 15 mesi la loro "surrogata" quando l'agenzia con cui hanno siglato il contratto aveva parlato di «una attesa di sei mesi al massimo». Un disservizio non da poco... I due uomini hanno già effettuato l'inseminazione artificiale attraverso gli ovuli di una donna cosiddetta donatrice (in realtà pagata per questo "servizio") ed erano alla ricerca di una donna che si fosse resa disponibile per la gestazione, una surrogata appunto. E siccome non la trovano, scrive il New York Times, sono disposti ad alzare la posta in gioco, 50mila dollari al posto di 35mila, più extra per i vestiti, gli spostamenti e altre amenità. Chi offre di più?
Secondo il quotidiano americano nella stessa "situazione" ci sarebbero «migliaia di aspiranti genitori» negli ultimi anni a causa della pandemia, si è registrata una diminuzione di circa il 60% delle potenziali "madri surrogate", i tempi di attesa sono raddoppiati e i costi sono aumentati sensibilmente. Ogni tanto una bella notizia, verrebbe da dire.
Tra le motivazioni di questo calo, rileva il Nyt c'è il vaccino anti Covid. Nel contratto che le parti in causa firmano - i committenti che richiedono il bambino e la mamma gestante che porta avanti la gravidanza - ci sono sempre state molte limitazioni della libertà della donna stessa, che per contratto è tenuta ad osservare una determinata dieta, stile di vita ecc. Ora però il contratto prevede la vaccinazione anti Covid che molte potenziali surrogate non sono disposte a fare. Non solo. Nei contratti viene ora richiesto di non viaggiare oppure di partecipare, per tutta la durata della gravidanza, a grandi eventi o raduni pubblici, scenario che, dopo due anni di lockdown, ha evidentemente scoraggiato anche chi ha molto bisogno di soldi. Inoltre pare che il periodo della pandemia abbia portato molte donne a ridefinire le priorità e molte scelgono di non mettersi più a disposizione per questa pratica.
Il Nyt riporta con rammarico che le coppie di "aspiranti genitori" sono così sfortunate da non poter contare su quella che è sempre stata la più economica opzione B, ovvero l'Ucraina, a causa del conflitto in corso. Un bel problema, le americane non sembrano più così disposte a farsi schiavizzare e nemmeno in Ucraina si può più rimediare. E dunque le agenzie corrono ai ripari, spingendo più sul marketing, aumentando compensi, offrendo premi extra a chi si vaccina, insomma ricchi premi e cotillons.
Sempre utile poi è raccontare le storie "positive". Come quella di Amir «e suo marito», che sono al terzo bambino commissionato ottenuto tramite utero in affitto.
Scrive sempre il Nyt: «Hanno pagato circa $ 200.000 in totale per la loro prima maternità surrogata nel 2017: $ 35.000 per le spese di screening delle donatori di ovociti, una donazione di ovociti, l'assicurazione per la donazione di ovociti, la quota dell'agenzia di donazione, le spese di viaggio e le spese legali; $ 35.000 per la fecondazione in vitro, che includeva il recupero degli ovuli, la creazione degli embrioni e il trasferimento dell'embrione; e più di $ 120.000 per il processo di maternità surrogata, che includeva un compenso di $ 35.000 per la surrogata, più le spese di agenzia surrogata, l'assicurazione per la surrogata, le spese legali, lo screening, le spese di viaggio e altre varie. La seconda volta, a settembre 2020, hanno pagato $ 150.000, utilizzando un'agenzia diversa».
Nessuno pensa minimamente ai bambini, o anche "solo" alle donne utilizzate come forni. L'importante è risolvere il problema della carenza di prodotto sul mercato. È l'Occidente, bellezza.

Nota di BastaBugie:
l'autrice del precedente articolo, Raffaella Frullone, nell'articolo seguente dal titolo "8 marzo per le donne ucraine, ma non si parla di utero in affitto" parla della situazione delle donne in ucraina e dei loro bambini.
Ecco l'articolo completo pubblicato sul Sito del Timone il 9 marzo 2022:

E così anche questo 8 marzo è passato, con il suo carico di retorica, finte rivendicazioni, strumentalizzazioni e pseudo battaglie fuori tempo massimo. Il tutto condito da mazzi di mimose ovunque. [...] La variante sul tema, quest'anno, ça va sans dire, era l'Ucraina, e dunque già il giorno precedente il Ministro per le Pari opportunità Elena Bonetti ci aveva tenuto a specificare che questo 8 marzo sarebbe stato per loro, «per le donne ucraine».
E infatti ieri nel suo discorso al Quirinale ha affermato: «L'8 marzo nasce come universo di storie e lo è anche oggi: un popolo di volti e di nomi. [...] Oggi, quelli delle nostre sorelle ucraine, così coraggiose, cui voglio dire: noi siamo con voi, al fianco della vostra storia e delle vostre storie. Sono le nostre storie che ci fanno rinascere quando siamo laceri, feriti, persino distrutti. Storie che, ogni giorno a rischio della propria vita, le donne raccontano da giornaliste o soccorrono da volontarie o proteggono al servizio dello Stato. Tutti questi volti, li portiamo nel cuore».
Chissà se tra le donne ucraine a cui il ministro pensa in questo 8 marzo ci sono anche le cosiddette madri surrogate, ovvero quelle migliaia di donne ucraine che ogni anno vengono sfruttate per portare avanti su commissione gravidanze per cittadini stranieri, prevalentemente occidentali, ma non solo, a cui cedono il bambino dietro compenso di denaro.
Sì perché l'Ucraina - in pochi lo stanno ricordando in questi giorni - è un hub internazionale dell'utero in affitto, uno dei pochi Paesi al mondo che consente agli stranieri di stipulare veri e propri contratti per "ottenere" un figlio da una gestante. Ciò significa che persone provenienti da Stati Uniti, Germania o Australia, ma anche dall'Italia, possono semplicemente andare e acquistare un bambino. E se i termini vi sembrano eccessivi beh, basta andare a vedere direttamente come vengono presentati questi "servizi" dalle agenzie per la cosiddetta surrogacy che si trovano prevalentemente a Kiev, la più nota delle quali è la Biotex di cui abbiamo parlato diverse volte. In Ucraina i prezzi sono più convenienti della scintillante California, dove l'operazione "bambino in mano" può arrivare a costare oltre i centocinquantamila euro, le donne ucraine sono pagate molto meno dalle loro "colleghe" californiane e quindi il prezzo scende di molto. Ce la si può cavare con circa quarantamila euro, a seconda del "pacchetto" scelto.
Eccolo un simbolo dell'occidentalizzazione ucraina, piccolo ma significativo. La reificazione dei bambini che diventano merce e lo sfruttamento delle donne ridotte ad apparati riproduttivi per altri. Il tutto per guadagnare qualche migliaia di euro insieme all'illusione - che poi verrà tradita - di una vita migliore. Che ne è di loro in queste ore? Che ne è del "corpo è mio è lo gestisco io" quando tu, il corpo, la donna, vorresti fuggire da un Paese sotto attacco ma un contratto che hai firmato come "surrogata" ti vincola a un altro corpo, quello che porti in grembo, e a restare in un determinato posto? E quando questo posto magari è un bunker anti missile nel quale sei costretta a rifugiarti e quindi ad allontanarti dalla tua famiglia che non si sa quando e se rivedrai. Che ne è di queste donne? E degli embrioni occidentali congelati in attesa di impianto, piccole vite dimenticate, che ne sarà? Nessuno se lo chiede, nemmeno quell'Occidente che pure a parole dice di aver a cuore le donne ucraine.
Anche la Russia, oggi vista come contraltare all'Ucraina, non è stata risparmiata dalla penetrazione di questo business disumano. Anche lì l'utero in affitto è stato legalizzato, per giunta da tempo, nel 1993, con Eltsin, ai tempi del far west delle liberalizzazioni. Businnes is businnes. E oggi a Mosca ci sono agenzie che realizzano la maternità surrogata - seppur con limitazioni - da oltre vent'anni. Perché il mondo non è diviso in blocchi monolitici, il male è trasversale, la realtà è molto più complessa di come ce la presentano. E non esiste l'Impero del bene, non su questa terra, si intende.

Fonte: Sito del Timone, 6 aprile 2022

8 - OMELIA III DOMENICA PASQUA - ANNO C (Gv 21, 1-19)
Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Gli Apostoli erano andati a pescare, ma senza esito. All'alba, un uomo, che ancora non avevano riconosciuto, sulla spiaggia dice loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete" (Gv 21,6). Obbediscono e prendono una grande quantità di pesci. Allora, quel discepolo che Gesù amava, ossia Giovanni, disse a Pietro: "È il Signore!" (Gv 21,7). Notiamo subito una cosa: Giovanni è sempre il primo, il primo a credere nella Risurrezione del Signore e il primo a riconoscerlo sulla spiaggia del mare. Giovanni è il primo perché è colui che ama di più. E' sempre l'amore ad aprire il nostro cuore al dono della fede. Al sepolcro Giovanni fu il primo a credere alla Risurrezione di Gesù, ma lasciò che fosse Pietro il primo ad entrare nel sepolcro vuoto; sulla barca Giovanni fu il primo a riconoscere Gesù, ma fu Pietro che per primo lo raggiunse, buttandosi in mare. Questo particolare ci fa comprendere che il vero amore a Gesù è sempre rispettoso della gerarchia voluta da Dio. Pietro era il primo nell'autorità e Giovanni fu sempre obbediente a questa volontà divina. Così dobbiamo fare anche noi: dobbiamo obbedire ai legittimi pastori della Chiesa non perché amano il Signore più di noi (a volte potrebbe essere il contrario), ma perché hanno ricevuto da Dio la missione di governare la Chiesa.
Quando infine erano tutti sulla spiaggia e stavano consumando il pasto, Gesù, per ben tre volte, chiese a Pietro se lo amava. Pietro si rattristò di questa insistenza, e disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene" (Gv 21,17). Egli comprese bene il significato di quella triplice domanda: per tre volte aveva rinnegato il Signore, ora per tre volte gli viene chiesto se amava il Signore. Egli doveva riparare per tre volte il suo triplice rinnegamento. Questo particolare ci insegna che la migliore riparazione dei nostri peccati è sempre l'amore di Dio, l'amore che ci spinge a fare grandi cose per Lui e per i fratelli.
Ad ogni risposta di Pietro, Gesù replicò: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Questo ci insegna che, nella Chiesa, l'autorità non è dispotismo, ma servizio d'amore. Solo chi ama è capace di pascere il gregge di Cristo che è la Chiesa. Pietro, sospinto dall'amore di Cristo, fece grandi cose per Dio e per la Chiesa. Si spinse fino a Roma, nel cuore del paganesimo, ove subì il martirio. Ogni Papa è il Vicario dell'Amore di Cristo. Nei primi tre secoli, pressoché tutti i Papi sono morti martiri per la fede e per il loro gregge. Comunque, la vita di ogni Papa è un continuo martirio spirituale. [...]
Negli anni '50, a Roma, vi fu un uomo che voleva uccidere il Papa, che allora era Pio XII. Egli si aggirava spesso in Piazza San Pietro con un pugnale nascosto dentro la giacca. Grazie a Dio non riuscì mai a realizzare questo suo proposito. Con l'andare degli anni cresceva sempre di più nel suo cuore l'odio alla Chiesa e al Papa, finché in seguito a una apparizione della Madonna, egli si convertì profondamente, diventando, da persecutore, fervente apostolo. Il suo nome era Bruno Cornacchiola, e morì pochi anni fa a Roma. La Madonna, in seguito, gli apparve, diverse volte e gli parlò dei mali cui era soggetta la Chiesa. Diventato ormai anziano, egli disse che non si è persecutori della Chiesa solo pugnalando il Papa, come lui voleva fare, ma anche non obbedendogli, cosa che purtroppo avviene molto frequentemente ai giorni d'oggi.

Nota di BastaBugie: per approfondire la storia di Bruno Cornacchiola si può leggere l'articolo seguente e vedere il video di due minuti e mezzo cliccando sul link sottostante.

BRUNO CORNACCHIOLA, IL PROTESTANTE CHE VOLEVA UCCIDERE IL PAPA, MA A ROMA...
Sulla Collina delle Tre Fontane gli appare la Vergine Maria che cambia la sua vita per sempre (VIDEO: Bruno Cornacchiola)
di Matteo Carletti
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4667

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.