BastaBugie n�782 del 17 agosto 2022

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1 MORTO PIERO ANGELA, IL DIVULGATORE CHE HA PRESENTATO LA SCIENZA COME UNA RELIGIONE
Apparentemente neutrale e rigoroso, il giornalista ha diffuso darwinismo, ambientalismo e gender come se fossero provate scientificamente ed ha relegato Dio al livello di mito
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 I VERI NUMERI SUI CRIMINI DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA
In 30 anni il numero di immigrati è aumentato di otto volte (da 625 mila a 5 milioni) e il Ministero della Giustizia deve ammettere che 1 reato su 3 è commesso da extracomunitari
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: Blog di Nicola Porro
3 BIBBIANO E' IN TUTTA ITALIA: VANNO CHIUSE LE CASE-FAMIGLIA
Perché strappare i bambini alla famiglia? Se c'è un adulto maltrattante deve essere allontanato quell'adulto e non il bambino... possibile che in tutta la famiglia, incluso zii e nonni, non ci sia un parente che possa accudirlo? (VIDEO: Bibbiano è in tutta Italia)
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: ProVita & Famiglia
4 CON IL BLITZ DELL'FBI A CASA TRUMP FINISCE LA DEMOCRAZIA AMERICANA
L'irruzione a casa di un ex presidente per intimidirlo non ha precedenti negli Stati Uniti: è evidente che hanno paura che vinca ancora nel 2024 (DOPPIO VIDEO: Le nuove prove evidenti dei brogli 2020)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 LA COSTITUZIONE TUTELA GLI ANIMALI, QUINDI NON L'UOMO
Sarà ancora possibile abbattere un animale se fosse l'unico modo per salvare la vita di una persona?
Autore: Francesca Romana Poleggi - Fonte: Provita & Famiglia
6 DISABILE PER COLPA DEL VACCINO: RISARCIMENTO A UN RAGAZZO DI 16 ANNI
Intanto si insiste con una campagna per la quarta dose che ormai non ha più alcun senso (VIDEO IRONICO: La quarta dose)
Autore: Claudio Romiti - Fonte: Blog di Nicola Porro
7 LA STORIA VERA DEL MARTIRIO DI SAN LORENZO
La festa di san Lorenzo del 10 agosto è legata alle stelle cadenti che ricordano i carboni ardenti del suo supplizio e che fanno avverare i desideri di chi ricorda quella notte il suo martirio
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
8 OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 13,22-30)
Sforzatevi di entrare per la porta stretta
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - MORTO PIERO ANGELA, IL DIVULGATORE CHE HA PRESENTATO LA SCIENZA COME UNA RELIGIONE
Apparentemente neutrale e rigoroso, il giornalista ha diffuso darwinismo, ambientalismo e gender come se fossero provate scientificamente ed ha relegato Dio al livello di mito
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-08-2022

Dopo 70 anni di Tv e 93 di vita, sabato 13 agosto è morto Piero Angela. Non si contano i messaggi commossi provenienti da personaggi famosi e cariche istituzionali, nonché i commenti autorevoli dal sapore agiografico sui social e i coccodrilli di firme note del giornalismo italiano. Qualcuno ha lanciato addirittura la proposta di una Giornata Nazionale della Divulgazione Scientifica per ricordarlo.
Non c'è dubbio: Piero Angela è quello che si dice "un pezzo della televisione italiana" e nessuno di noi, almeno una volta in vita, è riuscito a fare meno di tifare per la gazzella inseguita dal leone dagli spalti di Superquark. Altrettanto indubbie le sue capacità di divulgatore scientifico e autore televisivo che ha inventato un format inossidabile.

QUATTRO GRAVI OMBRE
Accanto a queste luci però vi sono alcune significative ombre. La più significativa è l'impostazione scientista di Angela che ne ha condizionato i contenuti. Il positivismo scientista del decano della televisione ha alcune caratteristiche salienti. La prima: il sapere scientifico è il sapere più elevato. Filosofia e teologia, ad esempio, non possono competere ed anzi non hanno le carte in regola per essere definite discipline scientifiche.
In secondo luogo e come conseguenza del primo assunto, l'unica realtà esistente è quella empirica. Bandita la metafisica e con essa le religioni e Dio. Queste ultime possono essere studiate solo come fenomeni sociali per poi concludere marxianamente che sono solo tutte fanfaluche inventate dagli uomini che hanno paura di morire.
In terzo luogo la scienza ufficiale è solo quella indicata dall'ideologia di turno. Angela infatti fa rima con darwinismo, ambientalismo e teoria del gender. A proposito di omosessualità e transessualità, negli ultimi anni Superquark ospitava lezioni che esplicitamente seguivano l'agenda dell'ideologia arcobaleno. Proprio nell'ottobre scorso, poi, Piero Angela intervenne alla trasmissione Che tempo che fa per spezzare una lancia a favore del Ddl Zan avventurandosi a dire che tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali non c'era nessunissima differenza, neppure nella filiazione (sic).
In quarto luogo lo scientismo angelico era di stampo schiettamente illuminista: la luce della ragione non solo dissiperà tutti i timori e le angosce dell'uomo, ma potrà anche spiegare ogni cosa. Basta darle solo il tempo per farlo. Scienza e tecnica insieme riusciranno nell'impossibile perché debelleranno ogni malattia, porteranno la felicità eterna sulla Terra affrancando l'uomo dalle superstizioni religiose.

ATEISMO MILITANTE
A questo proposito è noto l'ateismo del conduttore televisivo, tanto sfegatato che per decenni invitò a parlare l'etologo Danilo Mainardi, sì accademico ma anche, guarda caso, membro dell'UAAR, l'Unione Atei Agnostici e Razionalisti. Angela è stato quindi sacerdote di un messianismo scientista, di una gnosi tecnologica, di un'utopia del sapere che avrebbe dovuto liberare l'uomo da ogni male, senza bisogno di Dio perché l'uomo si salva da sé dato che è sapiens sapiens. Una visione che tra l'altro, nell'attuale secolarismo che viaggia alla velocità della luce, appare addirittura superata, stantia tanto è stereotipata.
Piero Angela se n'è andato, ma rimarrà il succo dei suoi insegnamenti perpetuato dalle sua prole: l'uomo è poco più di una scimmia perché per caso si evoluto leggermente meglio, tanto che le banane non solo le mangia, ma riesce anche a coltivarle. È tutta questione di cervello, non di anima; stiamo distruggendo il pianeta che ci ospita: dobbiamo iniziare a pagare il risarcimento danni almeno per qualche secolo; Dio non esiste perché con tutti i satelliti in orbita nessuno lo hai mai avvistato; non c'è morale perché siamo bestie al pari dei leoni, semmai solo regole civili stabilite a tavolino per non sbranarci.
Ora l'amato conduttore televisivo sta guardando faccia a faccia il Creatore di tutte quelle meraviglie che lui con tanta passione e professionalità ha illustrato per decenni dagli schermi della televisione. Che le nostre preghiere possano aiutare Angela a continuare a guardarlo faccia a faccia per l'eternità.

Nota di BastaBugie: Corrado Ocone nell'articolo seguente dal titolo "Vi dico dove sbagliava Piero Angela" parla del divulgatore che ha promosso la scienza come una religione.
Ecco l'articolo completo pubblicato sul Blog di Nicola Porro il 14 agosto 2022:

Da un punto di vista formale, Piero Angela è stato sicuramente un grande giornalista: sapeva farsi capire da tutti, usava un linguaggio diretto e semplice, aveva un fare gentile, era scrupoloso nel mestiere e nulla concedeva al dilettantismo e all'improvvisazione. Aveva trovato la sua strada, a un certo punto della carriera, nella divulgazione della scienza, e la fortuna gli aveva sorriso oltre forse ogni sua più rosea aspettativa.
Un brand di sicuro successo il suo, con un target ampio di riferimento, facilmente trasmesso, come in quelle imprese familiari che sono la cifra del capitalismo italiano, al figlio che oggi ne continua l'opera. Che poi tutto questo abbia significato che le sue idee siano state scientificamente neutrali o innocenti, asettiche e pure come può esserlo la scienza nell'immaginario comune, questo proprio non lo si può dire. Angela era anche uno straordinario missionario della sua Chiesa, il teologo della sua religione. Era, fuor di perifrasi, il cultore e il promotore di una ideologia e di una visione del mondo ben precisa, che a suo modo non tollera dubbi se non all'interno di un rigido e nettamente delineato perimetro. Fuori di esso ci sono gli eretici, chi si attarda in vecchie superstizioni e miti che infallibilmente e inesorabilmente saranno sconfitti dal trionfo della Ragione.
Da giornalista a propagandista, da divulgatore a uomo impegnato in una missione, il passo è stato breve. Qui non si pretende certo che Angela avesse studiato le epistemologie novecentesche e che, forte delle complesse acquisizioni conquistate riflettendo sul principio di indeterminazione oppure sulle geometrie non euclidee, sulla fisica quantistica o l'anarchismo epistemologico dei post-popperiani, concepisse infine l'idea di somministrarle al suo vasto e affezionato pubblico. Ma da qui a farsi missionario e teologo, quale in effetti è stato, di una nuova religione chiamata Scienza, concepita nel suo senso più positivo, anzi positivista, e banale, ce ne corre. Eppure, questa strada, la più semplice e quella di più facile successo, Piero Angela l'ha percorsa tutta.
E perché questa strada è anche quella che fa da supporto ai nostri tempi, che ne costituisce per così dire il sapere di sfondo o l'ideologia dominante, soprattutto nel versante progressista, Angela è stato anche un insuperabile cantore della nostra epoca, piena di miti quanto e più delle altre ma convinta in cuor suo di non possederne alcuno. Gira in queste ore in rete e sui siti l'intervento che Angela fece in quel palcoscenico dell'autocompiacimento e del conformismo epocale che è in Italia la trasmissione di Fabio Fazio. Il quale non poté farsi sfuggire in quell'occasione l'opportunità di fare una domanda sull'omosessualità per strizzare l'occhio alle culture di genere e delle diversità avvalorandone le tesi con i crismi della scientificità. Piero Angela non si sottrasse e disse che l'omosessualità è del tutto "naturale". Il che, pur dando l'impressione di scolpire nella pietra ciò che è ritenuto giusto o opportuno, finiva per dire una ovvietà e dimostrare l'ambiguità del termine "natura" che significa tutto e niente allo stesso tempo.
Qualcosa invece significa il "naturalismo", cioè l'idea di fondo, tipicamente moderna, che Angela abbracciava toto corde, che non ci sia un salto fra l'uomo e gli altri enti del creato, animati e inanimati. E che nulla ci sia di trascendente rispetto alla natura e all'uomo. Il che può ben concedersi dalla prospettiva, molto parziale è limitata, del biologismo, ma che, nel momento in cui si pone come un assoluto, si trasforma in una metafisica bella e buona, facilmente smontabile sol che ci si chieda chi è l'ente che pone la questione dell'essere e quindi apre l'orizzonte di senso in cui può darsi anche ciò che chiamiamo "natura".
Di fronte alla morte, Angela, che era un ateo piuttosto che un agnostico come pure è stato in queste ore detto, civettando aveva detto che sarebbe stata nulla più che una "scocciatura". Noi gli auguriamo invece con tutto il cuore che sia stata per lui l'apertura di un diverso e più profondo universo di comprensione. Gloria e riconoscenza al grande giornalista scomparso, ma mettiamo a tacere tutti colo che in queste ore si apprestano a erigergli un monumento esaltandone l'attività in modo banale e acritico.

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-08-2022

2 - I VERI NUMERI SUI CRIMINI DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA
In 30 anni il numero di immigrati è aumentato di otto volte (da 625 mila a 5 milioni) e il Ministero della Giustizia deve ammettere che 1 reato su 3 è commesso da extracomunitari
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: Blog di Nicola Porro, 28 luglio 2022

Le immagini del diciassettenne tunisino che grondante di sangue prova a scappare da chi lo ha ridotto in quello stato e nel mentre un uomo di colore lo raggiunge con un calcio in faccia e, steso a terra, continua ad infierire su di lui, a terra esanime, a suon di calci e pugni alla testa, prima di ricevere una bottigliata sul petto, hanno fatto il giro del mondo. Siamo nella Milano di Sala, la stessa che, in un remake delle famose violenze sessuali del capodanno di Colonia - quando 1200 ragazze divennero vittime di una gang di immigrati musulmani con la Merkel che nascose tutto sotto il tappeto e la stampa che continuava a ripetere, "se non avessero usato il profumo..." -, ha visto oltre una decina di ragazzine molestate da una banda di immigrati ben amalgamata tra egiziani, tunisini e cinque italiani di seconda generazione, (cioè figli di stranieri!), durante i festeggiamenti per l'inizio del nuovo anno. Tra i carnefici anche un diciottenne irregolare e già colpito da un decreto di espulsione e un quindicenne sbarcato come minore non accompagnato.
Siamo ancora nella Milano patinata quando, poco prima di Natale, due marocchini di 22 e 28 anni vengono arrestati dalla polizia per aver rapinato un ventiseienne disabile in carrozzina e una donna che aveva provato ad aiutarlo mentre lo aggredivano alla fermata della metro. Ed è stato da poco condannato, invece, il trentenne di origini libiche irregolare, con diversi precedenti e un ordine di abbandonare l'Italia in tasca, ma mai eseguito, che aveva violentato una donna a Segrate, alle porte di Milano, nell'ascensore di casa. Sono alcuni spunti di una cronaca italiana sempre più violenta, ma che necessita di una cornice.

UN REATO SU TRE È COMMESSO DA EXTRACOMUNITARI
Negli ultimi tre decenni il numero di immigrati in Italia è aumentato di otto volte passando da 625 mila a 5 milioni. Gli stranieri compongono il 32% della popolazione carceraria italiana. I dati diffusi dal Ministero della Giustizia raccontano, quindi, che un terzo del totale dei reati è commesso da extracomunitari. Secondo il rapporto Antigone, in alcune strutture si arriva anche al 78% di presenza straniera, come a Milano. A Le Vallette di Torino e a Rebibbia e a Regina Coeli il tetto della presenza di stranieri sfonda, invece, abbondantemente il 60%.
Secondo le statistiche del Dap, il 20% degli stranieri è in carcere per spaccio, il 10% per reati legati alla prostituzione, il 9% per lesioni colpose, l'8% per omicidio, altrettanti per falsificazione di atti, il 6% per furti o rapine. Il 27% dei femminicidi del 2021 ha visto come responsabile un immigrato.
Il maggior numero di denunce nei confronti di stranieri è stato annotato per i cittadini marocchini: 33.865, pari al 12,91% di quelle riferite agli stranieri ed al 4,12% del totale nazionale, 821.181. Anche per quel che concerne le rapine i marocchini sono in testa alla classifica degli stranieri con 1.745 denunciati sul totale di 6.870. Sono in seconda e terza posizione, invece, per le rapine in abitazione che vedono romeni e albanesi in testa.
Gli ultimi dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell'Interno rielaborati dal Sole24ore raccontano che nei primi sei mesi del 2021, gli stranieri hanno commesso il 59% dei furti con destrezza in Italia, il 54% dei furti negli esercizi commerciali e il 52% di rapine in pubblica via. Per le violenze sessuali siamo al 39%, per i reati di droga al 36%, minacce o percosse al 25%. Gli stranieri sono stati poi protagonisti del 20% degli omicidi volontari e colposi, truffe e riciclaggio di denaro sporco.
Secondo l'ultimo rapporto Ismu al 1° gennaio 2021 gli stranieri presenti in Italia sono 5.756.000, quindi l'8,45% della popolazione residente che commette il 30% dei reati con una propensione al crimine quattro volte superiore rispetto agli italiani.

EMERGENZA MINORI
I più recenti dati Istat a disposizione indicano che i minori non comunitari tra i 14 e i 17 anni sono il 9% di tutta la popolazione. Percentuale risibile che, però, commette il 65% degli scippi, il 50,2% dei furti, il 48,1% delle rapine, il 47,7 delle violenze sessuali e il 40,4% delle percosse.
Nel solo biennio 2020/2021, le segnalazioni riferite a minori denunciati o arrestati in Italia hanno fatto registrare un aumento del 14,22%. Ed è straniero il 45,71% dei minori denunciati o arrestati, sono gli immigrati di seconda generazione.
Al 30 giugno 2022, il 31% dei detenuti nelle carceri italiane è straniero, nel 1991, erano il 15,13%. Il 27,4% degli stranieri è dentro per reati contro il patrimonio, il 30,9% per reati contro la persona e il 31,5% per droga.
I dati, riportati nel XIII rapporto dell'associazione Antigone sulle condizioni di detenzione, raccontano di una crescita del numero degli stranieri presenti nelle carceri italiane che, a partire dai primi anni '90, ha subito un aumento implacabile. Tra i detenuti stranieri la percentuale dei migranti irregolari, riportata dal suddetto rapporto si attesta tra il 60 e l'80% a seconda del tipo di crimine e quasi tutti i migranti che commettono reati hanno dei precedenti.
Donne e ragazze molestate e violentate in mezzo alla strada. Agenti e carabinieri aggrediti e minacciati con coltelli. Ragazzine maltrattate e uccise dai propri familiari per aver sposato lo "stile italiano" troppo lontano da quello islamico. Baby gang di immigrati che imperversano e una cronaca che ogni giorno si fa più feroce. È parte dell'effetto collaterale di un'immigrazione incontrollata.
Le periferie delle grandi città si sono trasformate in polveriere pronte a esplodere. Al termine del lockdown, la scorsa primavera, avevano fatto clamore le maxirisse di Roma, dove quasi ogni settimana si affrontavano centinaia di giovanissimi. S'era provato a liquidare l'emergenza come un momentaneo effetto indesiderato di coprifuoco e quarantena. Ma quando il 15 gennaio, nella città dormitorio alle porte di Torino, 80 giovanissimi di Torino si sono scontrati contro una gang di oltre 100 immigrati nordafricani provenienti dal vicino quartiere di di Barriera di Milano, considerato quasi come la banlieue di Torino, s'è smesso per un po' di girare intorno all'argomento.
Alle spalle del progetto del nuovo stadio Inter e Milan ormai c'è un'enclave islamica, è la Molenbeek di Milano dove si vedono donne in burqa, spacciatori, ricettatori con la merce in vista, egiziani, marocchini. Ci sono i minimarket con le insegne in arabo, e l'altoparlante che richiama alla preghiera. Proprio come nei quartieri islamizzati di Londra e Berlino.

CRONACA DELLE ULTIME SETTIMANE
A sfogliare velocemente la cronaca si scopre un'Italia in piena emergenza sicurezza. Lo scorso 2 giugno, cinque adolescenti sono state molestate sul treno per Peschiera da una banda di immigrati al grido di, "Siete bianche, qui (sul treno ndr) non dovete stare".
Pochi giorni fa, a Cagliari uno cuoco di 60 anni si è imbattuto in un gruppo di immigrati che lanciavano decine di bottiglie di vetro contro la chiesa di sant'Agostino, edificio del XVI secolo. L'uomo non è riuscito a trattenersi e ha redarguito il gruppo di giovani stranieri: l'hanno accerchiato e pestato. Per lo chef tre costole rotte e trauma toracico. Ne è stato preso solo uno della banda, un ventiquattrenne africano con regolare permesso di soggiorno residente a Quartu Sant'Elena, città confinante con Cagliari.
A Napoli, dopo circa tre mesi dai fatti, è stato da pochi giorni diffuso il video delle telecamere di videosorveglianza dell'aggressione tra porta Capuana e la stazione centrale, nella zona del Vasto. Si vede un ragazzo che cammina quando due ragazzi di chiara origine africana, in una tecnica che sembra ben rodata, lo pestano e derubano completamente.
Era il 25 luglio, quando quattro ragazzi, due tunisini e due egiziani, hanno abusato sessualmente di una ragazzina fragile ospite all'interno di una struttura gestita da un'associazione no profit.
Ed è di ancora pochi giorni fa, la notizia di un venticinquenne di origini nordafricane ritrovato nei boschi dell'Alto varesotto con le braccia spezzate, i segni delle frustate sulla schiena e un orecchio amputato. A infliggergli le atroci punizioni sarebbero stati tre pusher marocchini della "Cupola della droga", un'organizzazione criminale operativa nella zona di Varese. I tre boss sono stati tutti arrestati: tutti irregolari sul suolo italiano, infliggevano ai sottomessi delle punizioni corporali in caso di lavoro mal svolto e a ogni eventuale tentativo di ribellione. Ad Agrigento un tunisino è finito finalmente in carcere dopo essere entrato ed uscito di galera per tre volte di fila in pochi giorni.
Ancora la scorsa settimana, alcuni ragazzi sul lungo molo di Viareggio sono stati derubati da un marocchino che durante il tragitto verso il commissariato ha continuato a dare in escandescenza colpendo con calci i vetri dell'auto della Polizia, danneggiandoli pesantemente.
Lo scorso fine settimana un quindicenne era in giro con gli amici a Napoli, quando, improvvisamente, un immigrato di colore lo ha colpito ferocemente all'addome con un coltello: è in prognosi riservata e non si sa se sopravvivrà.
I dati e la cronaca (molto più profonda e cupa di quel che si può raccontare) scattano una precisa fotografia del Belpaese. L'Italia, certo, non è ancora la Francia degli arrondissement ostaggio degli immigrati musulmani dove la polizia non entra più e nemmeno postini e ambulanze, ma i tempi iniziano ad essere piuttosto maturi.

Fonte: Blog di Nicola Porro, 28 luglio 2022

3 - BIBBIANO E' IN TUTTA ITALIA: VANNO CHIUSE LE CASE-FAMIGLIA
Perché strappare i bambini alla famiglia? Se c'è un adulto maltrattante deve essere allontanato quell'adulto e non il bambino... possibile che in tutta la famiglia, incluso zii e nonni, non ci sia un parente che possa accudirlo? (VIDEO: Bibbiano è in tutta Italia)
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: ProVita & Famiglia, 3 agosto 2022

Nelle scorse settimane è ricorso il terzo anniversario dello scandalo di Bibbiano. Non semplicemente un "caso" ma l'emersione di un fenomeno che, nel giro di molti anni, è diventato la prassi a vari livelli istituzionali. Le prime vittime sono stati i bambini ma è evidente che la problematica coinvolge le famiglie nel loro complesso. Pro Vita & Famiglia ne ha parlato con Vincenza Palmieri, fondatrice dell'Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, che ha dato recentemente alle stampa il Manuale di pedagogia familiare. Aiutiamo le famiglie a casa loro (Armando, 2022).
 
Professoressa Palmieri, per riprendere il sottotitolo del suo ultimo saggio, qual è il valore aggiunto dell'"aiutare le famiglie a casa loro"?
«Significa ribadire la necessità di aiutarle nel proprio "territorio". Lo dico, con riferimento agli interventi autoritativi che disgregano il nucleo familiare anziché supportarlo, come previsto non solo dalla Costituzione ma da una serie di norme e di leggi che, al contrario, intendono preservare questo istituto. Dal momento che, in Italia, abbiamo un enorme numero di bambini - per l'esattezza 23 al giorno - che, attraverso interventi autoritativi, vengono collocati lontano dalla loro famiglia e dalla loro casa, è giusto interrogarsi rispetto a questa pratica. Ritengo sarebbe più corretto, ad esempio, laddove ci fosse un adulto maltrattante, che sia quell'adulto ad essere allontanato e non il bambino. Non posso accettare l'idea che, in tutto il nucleo familiare - padre, madre, nonni, fratelli - non possa esserci un familiare valido. Va "punito" (corretto, aiutato, sostenuto) solo l'adulto abusante, colui che sbaglia, non il bambino. Aiutare le famiglie a casa loro, quindi significa offrire ogni sostegno necessario senza smembrare le famiglie: dare loro una casa, quando necessario, quindi, politiche alloggiative, politiche occupazionali, che permettano a mamme e papà di avere un lavoro che li aiuti a stare il più possibile vicino ai figli, ad esempio, per mezzo dei micronidi aziendali. Andrebbe invece evitato l'orrore di strappare con la forza un bambino al proprio genitore, perché povero o troppo amorevole o "iperprotettivo" o cosiddetto disfunzionale, inidoneo, simbiotico (purtroppo le motivazioni sono sempre soggettive, opinabili, discriminanti) per portarlo in una struttura dove può accadere di tutto, dove soprattutto il vissuto di un bambino è sempre abbandonico».
 
Lei afferma che molte strutture che ospitano minori andrebbero chiuse: come affrontare il problema della ricollocazione dei loro dipendenti?
«Le strutture di contenimento e i "manicomi per bambini" vanno chiusi, su questo non possiamo transigere. Non è possibile che dei bambini vengano contenuti in strutture con le sbarre, dove si usano trattamenti psicofarmacologici invasivi che non vengono nemmeno prescritti, con frequenti passaggi dalla struttura al TSO o al reparto di psichiatria. Sarebbe necessario un serio controllo e andrebbero impedite queste storture del sistema. Dovrebbero funzionare, doverosamente monitorate, soltanto le strutture legate all'emergenza e per il tempo strettamente necessario. In Italia, c'è una relazione diretta tra i posti letto nelle comunità e i posti di lavoro. Tutto si basa su questo connubio. I posti letto in queste strutture non possono rimanere vuoti, perché ognuna di quelle strutture ha bisogno di un certo budget mensile legato ai posti letti. Il personale che oggi è incaricato di compiere interventi autoritativi sulle famiglie potrebbe essere riqualificato per svolgere invece funzioni educative/correttive/riabilitative/integrative/supportive, come necessita».
 
Come riqualificarle, dunque, queste strutture?
«La prospettiva potrebbe essere quella di trasformarle in centri per la famiglia, in centri ludici o per il dopo scuola oppure in centri diurni professionalizzanti, cineforum, centri di supporto al quartiere, ai ragazzi, comunque di aggregazione. Allontanare un bambino dalla famiglia significa far male a lui e alla sua famiglia. La comunità, la casa-famiglia o la collocazione presso una famiglia affidataria dovrebbero limitarsi a essere una soluzione temporanea. La famiglia problematica, non in grado di occuparsi adeguatamente dei suoi bambini, va aiutata a rimettersi in condizioni di farlo: questo, però, non avviene o non come dovrebbe. Con il risultato che i bambini rimangono fuori famiglia fino alla maggiore età e, quando poi ritornano nella loro famiglia d'origine, questa è la stessa che hanno lasciata; non sono stati attivati quei progetti previsti proprio nel piano di affidamento temporaneo extrafamiliare. Non ci si occupa della famiglia, quanto di occupare posti (molto costosi) in casa-famiglia. Come ho già detto, ciò avviene proprio perché il posto letto in queste strutture non può essere lasciato inoccupato e, quando si libera, viene subito "occupato" da qualcuno dei circa 500mila bambini in carico al Servizio Territoriale».
 
In che misura il tema che lei affronta nel suo ultimo saggio, si inserisce negli scandali legati al "metodo Bibbiano"?
«Bibbiano è solo la punta di un iceberg. Certo, mi riferisco a fatti noti alle cronache ma se qualcuno indagasse in ogni comune d'Italia, non so quante amministrazioni si salverebbero. Inoltre, non è solo una questione di case-famiglia, la filiera è così ampia che sono in tanti a mangiare in questo "piatto ricco"».

A chi si riferisce?
«C'è un grande giro di denaro intorno alle cooperative, che oggi sembra stiano tamponando la questione della disoccupazione in Italia. Ogni municipio ha decine tra cooperative e associazioni "convenzionate" che garantiscono i Servizi. Bisognerebbe controllare di più in questo ambito visto che ci sono bandi che coprono, in convenzione-appalti, centinaia di migliaia di posti di lavoro privati. Smantellare questo sistema che scorre sulla pelle dei bambini, che ha bisogno di bambini per alimentarsi e tenersi in vita, significa riqualificare o reimpiegare centinaia di migliaia di operatori del terzo settore ma se mai iniziamo questo processo, mai lo porteremo a termine».
 
In questa emergenza sociale, ritiene ci sia un ruolo della magistratura da rivedere?
«I giudici sono sommersi ogni giorno dalle migliaia di carte che arrivano sulle loro scrivanie: relazioni degli educatori, degli assistenti sociali, delle case-famiglia, dei curatori, ecc. I giudici hanno una responsabilità notevolissima, dovrebbero andare oltre relazioni basate su dati soggettivi, conclusioni fondate su punti di vista e valutare, invece, solo fatti e prove concrete. Ogni tanto ci vorrebbe un magistrato che pensasse: "Troppi casi per essere veri". E iniziasse a indagare. Sì, ci vorrebbero più indagini, più verità e più giustizia. E, dal momento che la situazione chiama in causa la politica, metterebbero in crisi il sistema politico. Questo non sarebbe un male, tutt'altro. Per il benessere supremo dei bambini e della nostra società tutta, si dovrebbe farlo, e basta».

Nota di BastaBugie: il terribile mercato dei bambini dati in affido non è solo a Bibbiano.
Per i 35.000 minori dati in affido in Italia ogni anno nel 99% dei casi non ci sono motivazioni derivanti da fatti concreti, ma solo giudizi soggettivi da parte da assistenti sociali e giudici. In pratica si tolgono i figli ai genitori per interesse di tipo economico da parte degli enti privati che gestiscono gli istituti che percepiscono soldi pubblici. Insomma: lo Stato ti porta via i figli come accade nei totalitarismi.
Non basta punire i colpevoli di una singola vicenda come Bibbiano, ma va eliminato il controllo dello Stato sulle famiglie limitando l'intervento della magistratura alle sole situazioni gravissime e con fatti accertati.

VIDEO: BIBBIANO E' IN TUTTA ITALIA
Già nel 2013 si sapeva già tutto (anche il CSM è complice)

L'avv. Francesco Morcavallo a Mattino 5 ospite di Federica Panicucci affermava che "in situazione di disagio sia sociale, sia economico, si interviene con strumenti autoritativi che sono simili a quelli degli ordinamenti totalitari".


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DOSSIER "SCANDALO BIBBIANO"
Bambini tolti illegalmente alla famiglia

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Fonte: ProVita & Famiglia, 3 agosto 2022

4 - CON IL BLITZ DELL'FBI A CASA TRUMP FINISCE LA DEMOCRAZIA AMERICANA
L'irruzione a casa di un ex presidente per intimidirlo non ha precedenti negli Stati Uniti: è evidente che hanno paura che vinca ancora nel 2024 (DOPPIO VIDEO: Le nuove prove evidenti dei brogli 2020)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10-08-2022

Lunedì 8 agosto la repubblica americana è diventata una "repubblica delle banane", per dirla con le parole del governatore della Florida Ron De Santis. Il blitz di diverse ore in una delle residenze di Donald Trump è un grave segno di come si sia diffusa e praticata la cultura del nemico politico da abbattere, anche nel cuore di quella che fu la culla della democrazia.
Lunedì il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha fatto irruzione nella casa di Palm Beach dell'ex presidente degli Stati Uniti. Il raid è iniziato di mattina presto e le forze dell'ordine hanno setacciato in particolare gli uffici e la cassaforte personale di Trump, sequestrando diversi scatoloni di documenti. Un'azione di polizia che mai ha avuto precedenti nella storia degli Stati Uniti. La perquisizione sembra essere in parte legata alla mancata consegna da parte di Trump di alcuni documenti presidenziali alla fine del suo mandato e che avrebbe invece portato nella sua casa in Florida. In precedenza le autorità avevano recuperato 15 scatole di documenti da Mar-a-Lago, consegnate dallo stesso Trump, tra le quali una parte comprendeva materiale riservato. All'inizio di quest'anno il Dipartimento di Giustizia aveva chiesto all'FBI di agire, dopo aver ricevuto una richiesta dell'Archivio Nazionale di indagare sull'eventuale presenza di altri documenti; così lunedì è partito il blitz.
Trump non era a Mar-a-Lago in quel momento, ma ha dato la notizia e rilasciato una dichiarazione molto chiara: «Sono tempi bui per la nostra nazione... Non era mai successo niente del genere a un Presidente degli Stati Uniti. Dopo aver lavorato e collaborato con le agenzie governative competenti, questa irruzione senza preavviso nella mia casa non era necessaria né appropriata. Si tratta... di un'arma del sistema giudiziario e di un attacco da parte dei Democratici della sinistra radicale che non vogliono assolutamente che io mi candidi alla presidenza nel 2024, soprattutto in base ai recenti sondaggi, e che allo stesso modo faranno di tutto per fermare i Repubblicani alle prossime elezioni di midterm».

INTIMIDIRE L'EX PRESIDENTE
I Democratici si dimostrano sempre più incattiviti per la possibile candidatura di Trump alle prossime presidenziali e per la sua crescente popolarità, riscontrata anche alla convention dei conservatori della scorsa settimana. Lo dimostrano gli editoriali di Politico e le notizie rilanciate sulla convention dalla Reuters. L'uso di agenti federali per intimidire un ex presidente non ha precedenti, come dicevamo, nella storia degli Stati Uniti: è tipico invece di regimi totalitari. L'azione dell'FBI, obbligata dopo la richiesta del Dipartimento di Giustizia, è stata immediatamente oggetto di proteste da parte dei Repubblicani - da Nikky Haley a Marco Rubio, da Ron De Santis a Kevin McCarthy - che l'hanno definita un attacco politico al partito e al proprio leader; molti hanno denunciato la «politicizzazione del Dipartimento di Giustizia», lo spirito da «regime comunista», la necessità di un'indagine sul procuratore generale Merrick Garland.
Per altro verso, diversi parlamentari Dem si sono felicitati per l'azione dell'FBI e hanno invocato l'incarceramento di Trump, svelando così lo spirito vero che si celava dietro l'operazione di polizia: il nemico da abbattere. In effetti, stride il trattamento che si è usato con Trump lunedì e l'assoluta noncuranza e mancanza di interventi nei confronti di Hunter Biden e di suo padre Joe (per i diversi scandali e affari opachi), senza dimenticare gli attacchi vandalici (succedutisi negli ultimi tre mesi) di gruppi abortisti contro chiese, persone e centri pro life, gli atti di violenza - rimasti impuniti - degli attivisti di Black Lives Matters, lo scandaloso complotto del "Russiagate" ordito contro Trump dal team di Hillary Clinton, le mail ufficiali e private della stessa Clinton durante le vicende a Bengasi del 2012. In tutti questi casi, l'FBI e il Dipartimento di Giustizia si sono dimostrati tolleranti sino alla pavidità; persino a fronte della recentissima sparatoria contro la Chiesa cattolica dell'Assunzione della Beata Vergine Maria nella contea di Adams, nei pressi di Denver, in Colorado, avvenuta tra il 6 e l'8 agosto 2022, nulla si è fatto.

UNA NAZIONE IN DECLINO
Il blitz di lunedì a casa Trump, già alle prese con tanti guai giudiziari, è un preoccupante segno di una cultura barbara e antidemocratica, di cui l'Italia è stata oggetto sin dal 1994, secondo la quale non c'è opposizione politica, bensì ci sono nemici da eliminare dalla scena politica in ogni modo e con ogni mezzo legale e illegale. In quest'ottica tutto è consentito, persino le minacce, gli attacchi fisici e la delegittimazione delle istituzioni, siano esse la Chiesa cattolica e le altre denominazioni cristiane che si oppongono all'aborto, oppure la Corte Suprema o un partito o il leader di un partito che potrebbe addirittura guidarlo, nel caso degli USA, alla vittoria alle prossime elezioni.
Il video diffuso da Trump a poche ore dal blitz dell'FBI è eloquente. Gli USA sono una nazione in declino. Nulla di nuovo se consideriamo che lo scopo dei Dem, sin dai primi giorni della vittoria alle presidenziali di due anni or sono, è sempre stato quello di eliminare Trump dalla scena politica, quantomeno di impedirgli di candidarsi nel 2024: lo proclamavano nel gennaio 2021, lo confermano i giornali liberal e i commentatori Democratici con il blitz di lunedì. Lo ribadisce con le sue parole, ancor prima che ci siano dichiarazioni ufficiali di FBI o Dipartimento di Giustizia, Nancy Pelosi: «Nessuno è sopra la legge, c'erano giustificazioni per il raid». Ciò che sta accadendo negli USA è un fatto che stiamo osservando anche nelle fatwa contro politici, governi e coalizioni alternative alle sinistre globaliste in tutta Europa. Il clima di guerra reale che respiriamo da febbraio scorso, unito alla cultura marxista e gramsciana, provoca una miscela esplosiva: antidemocratica, intollerante e totalitaria. C'è una sola speranza, che l'effetto di questi abusi ripetuti si trasformi in un boomerang nei confronti dei nuovi tiranni.

Nota di BastaBugie: per capire come è stata recepita negli Stati Uniti la notizia della perquisizione dell'FBI nella casa di Trump si può vedere il video con l'intervista che ByoBlu ha fatto al giornalista Roberto Mazzoni che vive in Florida. Per vedere il video, clicca qui!
John Rao nell'articolo seguente dal titolo "L'assalto a Trump segna la fine del modello americano" parla dell'irruzione dell'FBI in casa dell'ex Presidente.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 agosto 2022:

Pur avendo impiegato interamente la mia carriera a predire il collasso del sistema politico americano, devo ammettere che non avrei mai immaginato che la sua fine avvenisse già durante la mia esistenza. Tuttavia, gli eventi degli ultimi due anni, culminati l'8 agosto con la palese dichiarazione di guerra alla libertà politica e a una giustizia equa secondo la legge, rappresentata dall'assalto a Mar-a-Lago, mi ha reso evidente che si può intonare senza dubbio il requiem per l'ordine costituzionale americano.
L'irruzione in casa del presidente Trump - dichiarata necessaria per proteggere documenti che di fatto sono già pienamente accessibili all'FBI - ha costituito l'ultimo segnale di quanto sia diventata sicura l'oligarchia politica, finanziaria, tecnologica, sanitaria e mediatica che domina la nazione con arroganza. È un'oligarchia che disprezza totalmente tutto ciò che è relativo alla creazione, all'interpretazione e all'amministrazione delle leggi del Paese, così come dei desideri e del benessere della popolazione statunitense nel suo insieme. La cosa non sorprende, dato il carattere internazionale dei suoi membri, le cui annuali sessioni parlamentari non si tengono a Washington ma a Davos, con la presenza di rappresentanti di ciascuno dei suoi elementi costitutivi. La giustizia e la libertà sono ora semplicemente ciò che questa oligarchia globale vuole che siano, e ogni istituzione americana, sia privata che governativa, è stata mobilitata e politicizzata da essa per garantire i suoi obiettivi internazionali.
Di conseguenza, la giustizia americana assume un certo significato per i corrotti affari di Joe e Hunter Biden con la Cina e l'Ucraina, e un altro invece per le piccole imprese devastate dai lockdown e dai requisiti vaccinali richiesti dai servitori medici dell'oligarchia. Significa che i criminali sono autorizzati a seminare il panico nelle città con la benedizione di sindaci democratici e di procuratori sostenuti da George Soros, che condannano l'opera della polizia e il diritto dei cittadini rispettosi della legge di difendersi dalla violenza. Significa che i difensori della vita, i giudici della Corte Suprema che prendono decisioni che sembrano favorirli, i genitori che desiderano proteggere i loro figli da programmi educativi progettati per pervertire i giovani fin dalla più tenera età e i possibili piani del Nemico Pubblico Numero Uno di candidarsi alla presidenza nel 2024, devono essere bloccati con qualsiasi strumento per quanto scellerato.
La libertà per gli oligarchi implica il diritto di propugnare senza ostacoli qualsiasi menzogna, per quanto assurda, che contribuisca alla loro causa; per il resto della gente, invece, la libertà significa accettare ciecamente tale propaganda e tenere la bocca chiusa sulla collusione di tutti i diversi elementi dell'élite globale che la perpetrano. La libertà implica un'azione risoluta da parte della Gestapo, un tempo nota come FBI, che di fronte ai mugugni pubblici dei servi della gleba deve invadere le loro case e rinchiuderli in carcere, come è avvenuto per alcuni dei manifestanti del 6 gennaio. Se le masse continueranno a ribellarsi, sarà il loro stesso bene a esigere che l'oligarchia torni a spingere gruppi come Black Lives Matter a entrare in azione per dare inizio a un'altra serie di Notti dei Lunghi Coltelli. E la stessa causa della Democrazia dovrà essere difesa da un'interferenza tecnocratica e popolare con una potenziale rivincita elettorale; cioè attraverso la manipolazione dei meccanismi di voto e la contestazione armata delle masse contro qualsiasi esito contrario che disgraziatamente dovesse emergere.
In poche parole, l'assalto a Mar-a-Lago dice che l'oligarchia è pronta a imporre il Trionfo della sua Volontà con ogni mezzo a disposizione, che il sistema di pesi e contrappesi e l'uguaglianza della giustizia di fronte alla legge è totalmente infranti e che bisogna cantare il requiem per l'ordine costituzionale. Prego e spero di sbagliarmi, perché non voglio vivere nel Paese che si sta delineando sotto lo stivale di questa forza corrotta, ideologica e criminalmente vile. Prego e spero che a novembre si palesi una reazione elettorale vittoriosa e che venga difesa da una reazione nelle strade se i risultati saranno ancora una volta falsati come nel 2020.
Ma anche se accadesse, alla nazione resterebbe ancora da risolvere un altro problema ben più cruciale. Per "ricostruire al meglio", nell'unico modo che può garantire il bene comune e la vera dignità della persona umana, si dovrebbe smascherare l'intrinseca menzogna, sofisticata e autodistruttiva, dell'intero mito dell'American way come "ultima e migliore speranza dell'umanità". Infatti, a meno che questa bestia non venga riconosciuta per la pericolosa frode che è, la facciata esteriore del sistema politico americano, già morto, come le corti dell'ultimo imperatore romano d'Occidente, sarà mantenuta artificialmente in vita, consentendo la continua oppressione di una popolazione che in larga misura si rifiuta ancora di riconoscere chi la sta governando, come ci è arrivato e per quali scopi ultimi governa ingiustamente. E poiché questo mito è stato propagandato in tutto il mondo, soprattutto dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la sua sopravvivenza continuerà ad avere spiacevoli conseguenze a livello mondiale.
Non posso certo illustrare qui tutte le ragioni per cui il mito della gloria dell'American way ha condannato il sistema fin dalla sua nascita. Chiunque sia interessato a una discussione così dettagliata può consultare un articolo che ho scritto su questo tema per il Bollettino di Dottrina Sociale della Chiesa dell'Osservatorio Internazionale Cardinal Van Thuan. Basti dire che la Rivoluzione americana, la Costituzione americana e l'American Way, tutte plasmate dal movimento Whig del XVII e del XVIII secolo, i cui obiettivi sono stati espressi al meglio da John Locke, il fondatore del liberalismo, sono state concepite sin dalle origini per consentire il dominio sociale e politico di un'oligarchia. Sotto lo slogan della protezione della libertà e della dignità della persona, in realtà il liberalismo anglo-americano ha liberato l'individuo dagli ostacoli alla sua volontà rappresentati dalle legittime autorità tradizionali, orientate al bene comune, classiche e cattoliche, dello Stato e della Chiesa, e sostenuto che qualsiasi sforzo per ripristinarle avrebbe minato la libertà in generale. Ciò ha sempre comportato un invito aperto agli individui più forti a dominare la società "in nome della libertà di tutti", senza che nessuna forza politica e morale solida, aperta, naturale e soprannaturale potesse opporsi loro.
Le combinazioni oligarchiche di questi uomini forti sono cambiate nel corso del tempo e hanno portato alla vittoria dell'élite globale che opprime non solo gli Stati Uniti ma anche l'intero mondo occidentale, in nome della libertà e della dignità di tutti. Il presidente Trump e i suoi sostenitori sanno che questa affermazione è un vero e proprio inganno. Ma se pensano che il rimedio a questo male consista in un ritorno "ai principi dei Padri Fondatori", Whig, Lockean e liberali che siano, si sbagliano di grosso. Solo il ritorno a uno Stato fondato sulla ragione socratica e sulla verità cattolica può domare le devastazioni provocate dal tentativo di fondare l'ordine politico e sociale sullo scatenamento della volontà individuale corrotta dal peccato originale. Se Cristo non è il re, la Gestapo rimarrà sempre in attesa fuori da Mar-a-Lago.

VIDEO 1: LE ELEZIONI 2020 FURONO TRUCCATE

Nel seguente video (durata: 9 minuti) si parla del documentario "2000 Mules" che analizza i diffusi brogli elettorali durante le elezioni presidenziali del 2020. Segue una intervista a un detenuto della manifestazione del 6 gennaio, rinchiuso nel carcere di Alexandria in Virginia.


https://www.youtube.com/watch?v=Gxv7_wCQ2WA

VIDEO 2: TESTIMONIANZE DEI BROGLI 2020

Nel seguente video (durata: 12 minuti) Roman Balmakov intervista i co-autori del film di Dinesh D'Sousa, 2000 Mules, che inizia a dare una prima dimostrazione della realtà e dell'entità delle irregolarità elettorali che nel 2020 hanno "fatto fuori" il presidente Trump e messo Joe Biden alla Casa Bianca.


https://www.youtube.com/watch?v=wC6lGXYFcg4

DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10-08-2022

5 - LA COSTITUZIONE TUTELA GLI ANIMALI, QUINDI NON L'UOMO
Sarà ancora possibile abbattere un animale se fosse l'unico modo per salvare la vita di una persona?
Autore: Francesca Romana Poleggi - Fonte: Provita & Famiglia, 2 agosto 2022

Scrivendo in modo critico dell'animalismo e dell'anti-specismo non vorrei essere accusata di avere un cuore arido e insensibile nei confronti degli animali e dell'ambiente. Allora ci tengo a precisare che sono convinta che ogni essere umano degno di tale qualifica debba amare e rispettare gli animali e il creato (meglio di "ambiente") e mi permetto di condividere con i lettori la foto mio amatissimo e bellissimo Gattuccio. È morto alcuni anni fa, ma ancora ne sento molto la mancanza.
L'8 febbraio 2022 Il Parlamento ha varato la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione. L'art. 9, tra i «Principi fondamentali», «tutela il paesaggio, il patrimonio storico e artistico della Nazione». Ora si aggiunge: «La Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». Quindi, gli animali, gli ecosistemi e la biodiversità diventano "valori" costituzionalmente garantiti.
L'art. 41 recitava: «L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Ora dopo «danno» si aggiunge «alla salute, all'ambiente», che quindi vengono anteposti alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Il secondo comma pone limiti alla libertà economica privata dicendo: «La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». Ora si aggiunge alla fine «e ambientali".

IL GORILLA DELLO ZOO DI CINCINNATI
È questo il compimento di un percorso: di ambiente ed ecosistema si parla già nel nuovo testo dell'art. 117 che ripartisce il potere legislativo fra Stato e Regioni. E la Corte costituzionale da una trentina d'anni ha lavorato sul concetto di "paesaggio", fino a trasformarlo in "ambiente", bene unitario, che va salvaguardato nella sua interezza.
Alla luce di quanto sopra, l'insigne giurista Francesco Mario Agnoli si chiede se si chiuda così la bocca agli ambientalisti che di solito protestano contro le pale eoliche e i pannelli solari che deturpano il "paesaggio".
Inoltre, Tommaso Scandroglio, su La Nuova Bussola Quotidiana, stigmatizza l'anteposizione della tutela della salute e dell'ambiente rispetto alla tutela della dignità umana. «Dovrebbe essere l'opposto perché è il riferimento alla dignità della persona a costituire il paradigma che orienta il nostro agire morale. Un'azione è buona o malvagia a seconda che sia in accordo o disaccordo con la dignità umana, questo è il principio fondamentale della morale naturale. In tal senso io posso lecitamente arrecare un danno ambientale se è di vantaggio per la dignità personale. Ad esempio, sarebbe bene radere al suolo un intero bosco se fosse l'unico modo per salvare la vita di una persona».
Invece, nel 2016 quando un gorilla dello zoo di Cincinnati è stato abbattuto per salvare un bambino caduto nel recinto, il web si è indignato e i genitori sono finiti sotto processo. E di storie analoghe ce ne sono parecchie.
D'ora in poi, dunque, le leggi del Parlamento dovranno tutelare gli animali tanto quanto le persone.

NESSUN DIRITTO SENZA DOVERI
Chissà se verrà data loro anche la "capacità giuridica", cioè la capacità di avere diritti e doveri, che finora appartiene solo agli esseri umani (art. 1 cod. civ.). In Spagna ed in alcuni Stati federati americani ci provano da tempo.
Ma poiché non possono esserci diritti senza doveri (il dovere è il comportamento che consente la realizzazione dei diritti altrui), come potrà un animale essere tenuto ad adempiere i suoi doveri? Sarà un "soggetto" dotato di soli diritti?
Lo stesso art. 1 del codice civile, riconosce in qualche modo anche la capacità giuridica del concepito: la qualcosa è stata in mille modi aggirata e calpestata con la legalizzazione dell'aborto e della fecondazione artificiale. Il concepito, quindi, è di fatto considerato un "sub-umano" perché non ha diritto di vivere. Invece gli animali potranno essere considerati come persone?
La risposta già si sa, visto che le leggi (in Italia e all'estero) tutelano i cuccioli di cani, gatti e animali da allevamento molto di più dei cuccioli d'uomo.
Bisogna fare molta attenzione nel voler mettere gli animali allo stesso livello delle persone, perché in tal modo non si eleva la loro dignità, ma si abbassa quella della persona, che così, come un qualsiasi animale, diventa un oggetto disponibile, che si può comprare, vendere, manipolare, sopprimere in base all'utilità che ne può trarre il più forte. Così già è, se si pensa all'aborto alla fecondazione artificiale, all'ingegneria genetica o all'eutanasia.
Il grande G. K. Chesterton, in The Thing (del 1939) aveva parlato del ‘comunismo cosmico'. Una nuova ideologia che, affermando l'indifferenza tra il corpo umano e quello animale, si esprimeva «lasciando che un uomo muoia come un cane e pensando che la morte di un cane sia più patetica di quella di un uomo». Dai tempi di Chesterton ad oggi, riforma costituzionale compresa, l'umanizzazione degli animali prosegue inesorabile.
Ma all'umanizzazione dell'animale corrisponde la bestializzazione dell'uomo. E chi ne fa le spese è la porzione di umanità più fragile e indifesa. L'idea secondo la quale "l'uomo non è che un animale" vuol dire che siamo solo una specie tra gli animali della foresta, dove vale la legge del più forte. Se animali ci definiamo, come animali agiremo.

Fonte: Provita & Famiglia, 2 agosto 2022

6 - DISABILE PER COLPA DEL VACCINO: RISARCIMENTO A UN RAGAZZO DI 16 ANNI
Intanto si insiste con una campagna per la quarta dose che ormai non ha più alcun senso (VIDEO IRONICO: La quarta dose)
Autore: Claudio Romiti - Fonte: Blog di Nicola Porro, 18 luglio 2022

Mentre imperversa la propaganda per la quarta dose di un vaccino ampiamente scaduto, di quando in quando emergono fatti ben poco rassicuranti sull'efficacia e sui rischi del medesimo vaccino a mRNA. Come riportato da un lancio dell'agenzia AdnKronos, un ragazzo pisano di 16 anni, uno sportivo in buona salute, dopo essersi sottoposto ad un'unica dose del vaccino Moderna, ha sviluppato una grave forma di trombocitemia autoimmune, riportando una menomazione permanente dell'integrità psicofisica.
A questa sconvolgente conclusione, dopo un lungo iter, è giunto il Dipartimento militare di Medicina legale di La Spezia, il quale ha riconosciuto senza ombra di dubbio un nesso causale tra la vaccinazione e la succitata patologia invalidante. Dunque, lo sfortunato giovane riceverà un risarcimento dallo Stato per i danni subiti dal vaccino anti-Covid, ai sensi della legge 210/92.
Secondo quanto riporta AdnKronos,la vicenda è stata resa nota dal Codacons, che ha assistito legalmente il ragazzo. A tale proposito l'associazione dei consumatori ha tenuto a sottolineare la adesione incondizionata alla campagna vaccinale, pur battendosi affinché tutti i cittadini danneggiati nella medesima campagna vaccinale vengano adeguatamente indennizzati.
Ma al di là della meritoria iniziativa portata avanti dal Codacons, ciò che è capitato al sedicenne pisano, così come a molte altre persone in buona salute, non deve essere attribuito al solito destino cinico e baro. Qui ci troviamo di fronte ad un clamoroso esempio di danno collaterale, se così vogliamo definirlo, che si poteva tranquillamente evitare semplicemente considerando che i rischi di contrarre il Covid-19 in forma grave per un ragazzo sano, così come un buon numero di studi tenderebbero a dimostrare, sarebbero addirittura assai minori rispetto a quelli legati alla somministrazione dei citati vaccini a mRNa, alias terapie geniche.
Rischi, occorre anche sottolineare, che nel lungo termine non sono stati ovviamente indagati, sebbene da tempo alcuni studiosi ne parlano con una certa preoccupazione. Sta di fatto che, nell'ossessione di smaltire l'inusitata montagna di vaccini acquistati a prezzi proibitivi (19,50 euro per il Pfizer e 25,50 per il Moderna) e tutti tarati su un virus, quello di Wuhan, completamente mutato, si continua ad esporre la popolazione sana a tutta una serie di reazioni avverse, senza apportare alcuna reale protezione nei confronti di un agente patogeno sempre meno aggressivo anche nei riguardi della componente più fragile della società.
In tal senso, i sacrosanti indennizzi che tutte le vittime da vaccino dovranno necessariamente ricevere non potranno mai compensare i danni sociali, psicologici economici ed erariali causati da un regime sanitario che, per costringere tutti a vaccinarsi, quindi anche lo sfortunato ragazzo pisano, ha imposto un abominevole lasciapassare sanitario di stampo stalinista.
L'aver di fatto imposto un obbligo vaccinale surrettizio, pena la sostanziale impossibilità a circolare liberamente, rappresenta un vulnus democratico e costituzionale che non potrà mai essere sanato con un semplice risarcimento. Non si doveva semplicemente arrivare a tanto.

Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Ossessione quarta dose, ma in intensiva sono soprattutto vaccinati" spiega perché l'emergenza non esiste e che il vaccino non protegge dalle conseguenze gravi. Ma si insiste con una campagna che ormai non ha più alcun senso.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 luglio 2022:

Vaccinati, ma in terapia intensiva: qualcosa non torna. La campagna di massa per la quarta dose non decolla, ma il governo insiste per "bucare" la popolazione con la seconda dose di booster. Come? Con l'unica arma a disposizione: la paura. Solo l'altro ieri, 14 luglio, le dosi di vaccino somministrate sono state 47mila, un dato, fanno notare dal Ministero «numericamente simile a quello delle inoculazioni degli inizi dello scorso maggio». Quasi a voler dire: l'emergenza non è mai finita, l'emergenza è un continuum inscindibile senza capo né coda dall'autunno all'inverno, dalla primavera all'estate.
Ma che cosa giustifica questa pervicace insistenza a non mollare la presa? L'esplosione dei contagi in luglio, mese nel quale storicamente ci si concentra sul mare e invece, effettivamente, il virus sta girando più del solito. Nessuno si vuole porre davvero la domanda sul perché il virus stia girando adesso, nessuno vuole davvero chiedersi se non c'entri o no proprio la vaccinazione che di variante in variante continua a tenere in vita il Covid.
Ma, anche ammettendo che l'esplosione dei contagi da Omicron 5 sia sganciata dalla vaccinazione, bisognerebbe chiedersi razionalmente se tutta questa paura di contagiarsi sia o no giustificata. Omicron 5 è un virus fondamentalmente innocuo, contagioso, certo, ma che si ferma nelle alte vie respiratorie. Anche il numero di 391 pazienti ricoverati in terapia intensiva lo testimonia. Il dato è dell'altro ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari è di 10.115. E proprio giovedì dovremmo essere arrivati al picco di crescita, quindi ci si aspetta che nelle prossime due settimane i numeri scenderanno ancora di più.
Numeri che non giustificano un'apprensione maniacale a vaccinarsi. Soprattutto tenuto conto che la scienza insegna che non ci si vaccina nel bel mezzo di una epidemia e questa di luglio effettivamente lo è. Ma anche perché la vaccinazione non solo non preserva dal ricovero in rianimazione, ma ormai, essendo la maggioranza della popolazione vaccinata, è la condizione comune alla maggior parte dei ricoverati in Intensiva.
Lo dimostra anche questa mini-inchiesta della Bussola in alcune delle terapie intensive di ospedali tra i più importanti in Italia. Un viaggio breve, ma significativo, dal quale emergono fondamentalmente due dati: le rianimazioni sono pressoché vuote in tutt'Italia e - secondo - sono sempre più i vaccinati dei non vaccinati ad occuparle. Segno che la vaccinazione, questa vaccinazione per un virus mutato già decine di volte, è inutile.
A Verona hanno fatto scalpore le dichiarazioni del dottor Enrico Polati, primario del reparto di Rianimazione all'ospedale Borgo Trento, che a una televisione locale ha spiegato la situazione: «In terapia intensiva ci sono 7 pazienti e sono tutti pazienti che hanno ricevuto 3 dosi di vaccino», ha detto. Le sue affermazioni non sono state smentite, se ne deduce che la vaccinazione non è proprio più una condizione imprescindibile per evitare i ricoveri in terapia intensiva. Quindi a che cosa serve?
Nel resto del Nord Italia non va diversamente. A parte la situazione del San Raffaele dove addirittura l'ufficio stampa ci comunica che «non abbiamo pazienti covid in terapia intensiva», è significativa la situazione dell'Ospedale San Martino di Genova: «Oggi ci sono tre pazienti ricoverati in Rianimazione Covid al terzo piano del Padiglione Monoblocco dell'Ospedale Policlinico. Solo 1 ha la polmonite, gli altri 2 presentano solo la positività. Dei 3, 2 sono vaccinati e 1 no». Insomma: due su tre hanno ricevuto il vaccino, ma questo non ha impedito loro di peggiorare le condizioni di una malattia che, quasi sicuramente come dimostra l'esperienza, è stata mal curata o non curata affatto arrivando a degenerare in polmonite.
A Pavia il rapporto tra vaccinati e non vaccinati è simile: 3 su 5 degli attuali ricoverati al San Matteo. Infine, curiosa la situazione del Sant'Orsola di Bologna, uno degli ospedali principali dell'Emilia-Romagna: c'è un solo paziente in terapia intensiva - ci informa l'addetto stampa -, ma è con Covid e non per Covid. Tradotto, significa che era in ospedale per ben altri problemi, ma è risultato anche positivo e quindi isolato.
Sempre al Sant'Orsola le terapie intensive sono praticamente Covid free, ma la struttura ha riservato al Covid solo tre box; soltanto uno di questi però è attualmente occupato.
Letti di rianimazione vuoti, vaccinati tra i principali ricoverati: perché dunque insistere con la campagna di vaccinazione sopra i 60 anni come si sta facendo?


https://www.youtube.com/watch?v=8pfvRKKgCZM&list=PLolpIV2TSebVtj34zS7A0AabuQ9cf1Uxp&index=3

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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DOSSIER "IL VACCINO ANTI-COVID"
La scienza e la propaganda

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Fonte: Blog di Nicola Porro, 18 luglio 2022

7 - LA STORIA VERA DEL MARTIRIO DI SAN LORENZO
La festa di san Lorenzo del 10 agosto è legata alle stelle cadenti che ricordano i carboni ardenti del suo supplizio e che fanno avverare i desideri di chi ricorda quella notte il suo martirio
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 6 agosto 2022

Il 10 agosto la liturgia della Chiesa celebra il martire san Lorenzo nato attorno al 225 e morto nella notte tra il 9 e il 10 agosto dell'anno 258.  
Lorenzo era il capo dei sette diaconi romani al tempo di Papa Sisto II (m. 258). A Roma, il numero dei diaconi restò per lungo tempo limitato a sette, uno per ogni regione ecclesiastica. Oltre al ministero dell'altare e dell'assistenza al Papa, i diaconi romani avevano la cura dell'amministrazione dei beni temporali della Chiesa romana. Tale funzione faceva di essi dei personaggi importanti e spesso accadeva che il Papa venisse scelto fra i diaconi, piuttosto che tra i sacerdoti.
Poiché apparteneva alla gerarchia della Chiesa, san Lorenzo cadeva sotto il colpo del rescritto dell'imperatore Valeriano, nell'anno 258. Questo atto ordinava l'esecuzione capitale di ogni vescovo, sacerdote o diacono su semplice costatazione della loro identità. Il Papa, san Sisto, fu arrestato e decapitato mentre si trovava nelle catacombe di San Callisto per celebrare la Santa Messa. Lorenzo lo incontrò e gli parlò, mentre andava al supplizio, assicurandogli la sua fedeltà.
Tre giorni dopo il prefetto di Roma Daciano convocò Lorenzo, che come primo diacono era anche il tesoriere della Chiesa, e gli ordinò di consegnargli tutti i tesori che amministrava. Lorenzo rispose che lo avrebbe fatto. Radunò quindi tutti i poveri e i malati di Roma, che la Chiesa assisteva e li condusse davanti al prefetto, spiegandogli che questi erano i più grandi tesori della Chiesa. I poveri sono l'oro, le vergini e le vedove le perle e le pietre preziose.

IL MARTIRIO
Furioso, il prefetto condannò Lorenzo al terribile supplizio del fuoco. Il santo fu spogliato delle vesti e legato a una graticola sotto la quale bruciavano carboni ardenti e venne cotto a fuoco lento. Il Signore intervenne con la sua grazia per permettere a Lorenzo di sopportare questa prova. Una gioia soprannaturale si irradiava dal volto del martire che dopo un po' di tempo si rivolse ai suoi torturatori dicendo: "Giratemi, perché questo lato è già ben cotto". Lo girarono, e dopo qualche minuto aggiunse: "Adesso sono pronto per essere portato in tavola". Quindi alzò gli occhi al Cielo, pregò per la conversione di Roma ed esalò l'ultimo respiro. Dio ascoltò subito la sua preghiera. Infatti alcuni senatori romani che assistevano al suo martirio si convertirono, ne ottennero il corpo e lo seppellirono, presso l'attuale cimitero del Verano, dove oggi sorge la basilica di San Lorenzo fuori le Mura.
Secondo Dom Guéranger, la tradizione vuole che Roma si sia definitivamente rivolta verso Cristo proprio a partire dal giorno glorioso in cui, prima di spirare, san Lorenzo pregò per essa. Il poeta spagnolo Prudenzio (348-405 ca) è autore di un poema dal titolo Peristephanon, (intorno alle corone di martire, o corone di vittoria) in cui fa l'apoteosi di Roma madre e regina della civiltà. In quest'opera Prudenzio esalta i martiri romani decorandoli con i titoli ufficiali della Repubblica romana. San Lorenzo, nominato "cittadino di Roma", conquista la corona civica e diviene console perpetuo della Roma celeste. Lo stesso martire mentre soffre l'atroce supplizio, eleva nella poesia di Prudenzio una preghiera per Roma, che l‘Offertorio della Vigilia della festa di san Lorenzo riprende con queste parole: "O Cristo, Verbo unico, splendore, virtù del Padre, creatore della terra e del cielo, tu la cui mano elevò queste mura. Tu che hai posto lo scettro di Roma al vertice delle cose: tu volesti che il mondo si sottomettesse alla toga quirite, per radunare sotto uniche leggi le genti divise per costumi, usanze, lingua, ingegno e sacrifici. Ecco che tutto il genere umano si è raccolto sotto l'impero di Roma; dissensi e discordie si fondono nella sua unità: ricordati del tuo fine, che fu quello di stringere in uno stesso legame sotto l'impero del tuo nome l'immenso universo. O Cristo, per i tuoi Romani, fa' cristiana la città chiamata da te a ricondurre le altre alla sacra unità. Tutti i suoi membri in tutti i luoghi si uniscono nella tua fede; l'universo domato si fa docile: possa diventarlo anche il suo regale capo! Manda Gabriele, il tuo arcangelo, a guarire l'accecamento dei figli di Iulo, e che essi conoscano quale è il vero Dio. Io vedo venire un principe, un imperatore servo di Dio! Egli non sopporterà più che Roma sia schiava; chiuderà i templi, e li sigillerà con eterne catene".

IL VALORE DEL SANGUE DI UN MARTIRE
Plinio Correa de Oliveira ricorda che nel "Magnificat" la Madonna canta questa regola del comportamento di Dio: Dio ha deposto i potenti dai loro troni e ha esaltato gli umili. "Oggi nessuno ricorda il nome di quel prefetto di Roma, e dello stesso imperatore Valeriano hanno sentito parlare pochi specialisti. Già pochi anni dopo la sua morte il popolo di Roma o aveva dimenticato Valeriano o lo ricordava con orrore. Al contrario, milioni di persone nel mondo conoscono San Lorenzo, lo amano e lo pregano".
Chi scrive la storia deve sapere che il sangue di un martire può avere più valore di quello versato da migliaia di uomini in una grande battaglia, anzi può propiziare una grande vittoria.  Uno dei più grandi palazzi del mondo, l'Escorial, è stato costruito dal re di Spagna Filippo II (1527-1598) proprio in onore di san Lorenzo. Filippo II stava combattendo una difficile guerra in Francia. Nel giorno della festa di san Lorenzo, il 10 agosto del 1557, il re combatté la battaglia decisiva a San Quintino, in Piccardia. Promise a Dio di costruire una magnifica basilica in onore di san Lorenzo se avesse vinto quella battaglia. Vinse, e per commemorare l'occasione fece erigere la più grande opera d'arte del suo regno, l'Escorial. La pianta del palazzo ha la forma di una graticola per celebrare il martirio di San Lorenzo.
La festa di san Lorenzo è anche legata al fenomeno delle stelle cadenti, che ricordano i carboni ardenti del suo supplizio, e che, secondo la tradizione, fanno avverare i desideri di tutti coloro che in quella notte si soffermino a ricordare il suo martirio. Il santo chiese e ottenne la conversione di Roma. Nella notte di san Lorenzo chiediamo al grande martire, console perpetuo della Roma celeste, la conversione dell'umanità e la restaurazione della Chiesa, di cui fu un così glorioso rappresentante.

Fonte: Radio Roma Libera, 6 agosto 2022

8 - OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 13,22-30)
Sforzatevi di entrare per la porta stretta
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Per la solennità dell'Assunzione di Maria in Cielo abbiamo meditato come la Madonna assunta alla gloria celeste indica a tutti noi la meta da raggiungere: il santo Paradiso. Abbiamo meditato che dobbiamo desiderare il Cielo e per desiderarlo dobbiamo pensarci spesso. Questa domenica il brano del Vangelo continua il discorso dicendoci che la porta di accesso al Cielo è stretta e noi dobbiamo sforzarci di entrare. Gesù infatti afferma: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno» (Lc 13,25).
Queste parole ci fanno comprendere che l'inferno non è vuoto, come alcuni vanno dicendo, e che, purtroppo, molti non riusciranno per colpa loro a varcare quella porta stretta. Alle parole di Gesù fanno eco quelle della Madonna a Fatima, quando Ella diceva che molte anime vanno all'inferno. Ma cosa voleva dire Gesù con il riferimento alla porta stretta? Una risposta può essere la seguente: la porta stretta ci fa comprendere che per la salvezza eterna ci vuole la nostra collaborazione. Dio, che ci ha creati senza di noi, non ci salva senza di noi. Bisogna dunque impegnarsi, pensando che andare in Paradiso non è un viaggio in carrozza, ma un percorso in salita su di un sentiero angusto e a volte spinoso e, in fine, la porta che troveremo sarà così stretta che solo gli umili vi entreranno. L'entrata in Paradiso si potrebbe paragonare al travaglio di un parto: come vi è stata sofferenza per venire a questo mondo, così ve ne sarà per entrare nella Vita eterna.
Ci vuole dunque la nostra collaborazione. Prima di tutto il Signore ci chiede di pregare. Sant'Alfonso de' Liguori non esitava ad affermare che chi prega certamente si salva e chi non prega certamente si danna. San Pio da Pietrelcina aggiungeva: chi prega certamente si salva, chi prega poco è in pericolo. La salvezza eterna è una grazia e questa grazia si deve domandare di continuo nella preghiera. Preghiamo soprattutto con il Rosario. Quando recitiamo l'Ave Maria, infatti, diciamo alla Madonna «prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte». Tutte le Ave Maria che recitiamo in vita le ritroveremo al momento della nostra morte e saranno per noi di grande sollievo in quell'ora suprema.
Apparendo dopo morte a san Giovanni Bosco, san Domenico Savio – ragazzo morto a poco più di quattordici anni – diceva che, al momento della morte, il pensiero che maggiormente rasserena l'anima è quello di essere stati devoti della Madonna durante la vita. La devozione alla Madonna e la preghiera frequente del Rosario ci consentiranno di varcare questa porta stretta e di entrare in Paradiso.
Ci vuole la nostra collaborazione per andare in Paradiso, e questa collaborazione, oltre che con la preghiera, la daremo sforzandoci ogni giorno di combattere contro il peccato che costantemente ci minaccia. Combatteremo contro il peccato, prima di tutto, evitando tutte le occasioni pericolose. Pensiamo a quei divertimenti, spettacoli, amicizie che ci espongono al peccato e ci mettono sull'orlo della perdizione. Un cristiano non dovrebbe esitare a spezzare con forza questi legami che lo mettono così in pericolo!
Quando recitiamo l'Atto di dolore diciamo: propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Queste parole indicano chiaramente che dobbiamo fuggire con decisione da tutti i pericoli che minacciano la nostra anima. Insegnava san Filippo Neri che, di fronte all'occasione pericolosa, chi ha coraggio fugge, chi invece è vigliacco vi rimane e soccombe.
Affidiamoci con tutto il cuore alla Madonna, amiamola con tutto il cuore, preghiamola sempre con fiducia. Accompagnati per mano da Lei, il cammino che conduce al Cielo diventerà dolce e soave.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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