BastaBugie n�785 del 07 settembre 2022

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1 TUTTI I FALLIMENTI DI GORBACIOV
La morte dell'ultimo presidente sovietico mette in luce la sua figura divisiva e impopolare sia nelle repubbliche ex sovietiche, che subirono la sua repressione armata, sia in Russia dove infatti non ha avuto funerali di Stato
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LA VERITA' E' CHE GLI UOMINI AMANO LE DONNE
Con la scusa del bullismo e dei femminicidi si accusa e ridicolizza la virilità degli uomini, ma è un errore perché poi chi proteggerà le donne? (VIDEO: Il cavaliere del terzo millennio)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: Provita & Famiglia
3 PERCHE' LUCIFERO RIFIUTO' DI OBBEDIRE A DIO?
Il diavolo cadde a motivo della superbia e dell'orgoglio e fu roso dall'invidia nei confronti del genere umano, quindi probabilmente l'origine della caduta di Lucifero fu il rifiuto dell'Incarnazione
Autore: padre Angelo Maria Lozzer - Fonte: I Tre Sentieri
4 PANDEMIA, CLIMA E GAS: TRE CRISI CREATE ARTIFICIALMENTE PER COMANDARE I POPOLI
Il lockdown (a fronte di un virus spacciato per peste nera), la rinuncia ai combustibili fossili (per contrastare un'indimostrabile emergenza climatica) e le sanzioni alla Russia (che danneggiano soltanto i nostri popoli) ci stanno portando al tracollo economico e sociale favorendo così la deriva totalitaria
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 L'INSEGNAMENTO DI SANT'AGOSTINO E' VALIDO ANCHE OGGI
Nelle ''Confessioni'' ci aiuta a scoprire i tesori nascosti del nostro cuore, mentre nella ''Città di Dio'' ci guida a scoprire i due amori: l'amore di sé fino al disprezzo di Dio e l'amore di Dio fino al disprezzo di sé
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
6 PER GOOGLE E WIKIPEDIA IL FIGLIO NELLA PANCIA NON E' UN BAMBINO E NEMMENO UNA PERSONA
Intanto Disney, Warner Bros, Netflix, Apple, Meta o Microsoft fanno pressioni sulle dipendenti, affinché abortiscano, anziché prendere un congedo per maternità (VIDEO IRONICO: Pizzeria Google)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
7 CLAMOROSO: LA SOCIETA' ITALIANA DI PEDIATRIA E' A FAVORE DEI BLOCCANTI DELLA PUBERTA'
E intanto nella Spagna socialista di Sanchez sono state approvate leggi vergognose contro la vita, la libertà di educazione e la Chiesa cattolica
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia
8 OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 15,1-32)
Vi è gioia per un solo peccatore che si converte
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - TUTTI I FALLIMENTI DI GORBACIOV
La morte dell'ultimo presidente sovietico mette in luce la sua figura divisiva e impopolare sia nelle repubbliche ex sovietiche, che subirono la sua repressione armata, sia in Russia dove infatti non ha avuto funerali di Stato
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 2 settembre 2022

Gli articoli e gli editoriali sulla morte di Gorbaciov, in questi due giorni dopo la sua morte, sono tutti più o meno celebrativi. L'ultimo presidente sovietico fu l'uomo che pose fine alla guerra fredda, dunque viene ricordato soprattutto per il suo ruolo di pace. Ma non si comprende come mai in patria, sia in Russia che nelle altre repubbliche ex sovietiche, sia ricordato con estrema ostilità. Benché rispettato dal nuovo regime, Putin stesso gli ha reso omaggio, non ha ottenuto funerali di Stato. È una figura, ormai storica, divisiva e impopolare. Perché?
Si fa presto ad affermare che Gorbaciov sia odiato dai nostalgici dell'Urss, che con Putin sono tornati in auge. Certamente, questa fu l'opposizione più visibile ed anche più violenta. Nel periodo dal 1985 al 1989, il Kgb era ben consapevole dei limiti economici, militari e strutturali dell'Unione Sovietica. Fu il Kgb a incoraggiare la promozione di Gorbaciov a Segretario Generale, dopo la morte di Chernenko, approvata poi dal Comitato Centrale con voto unanime. Gorbaciov era già uomo di fiducia di Andropov, storico direttore del Kgb e poi segretario generale dell'Urss dal 1982 al 1984. Gorbaciov venne selezionato perché relativamente "giovane" (54 anni nel 1985) e aperto di mente, ma fedele al sistema comunista. Il Kgb stesso promosse e in un certo senso incoraggiò l'abbandono dei regimi dell'Est europeo, con quella che venne informalmente chiamata la "dottrina Sinatra": ciascuno per la sua strada. Tuttavia, l'atmosfera cambiò repentinamente quando nei regimi ex comunisti le elezioni vennero vinte da partiti non comunisti, a partire dalla Polonia.
Esercito e Kgb si coalizzarono per impedire che la disgregazione del blocco orientale divenisse disgregazione anche della stessa Urss. E pretesero che Gorbaciov imponesse l'ordine alle repubbliche secessioniste, anche proclamando lo stato d'emergenza. Il segretario generale usò la forza (contro Kazakistan, Georgia, Azerbaigian, Lituania e Lettonia), ma rifiutò il cambio di passo preteso da militari e servizi. Fu questo rifiuto che portò al tentativo di golpe contro di lui, nell'agosto del 1991. Il resto è noto: il golpe fallì, Gorbaciov ottenne una vittoria apparente, ma di fatto aveva già perso il potere. Eltsin, il presidente della Repubblica Socialista Federativa Russa, si oppose in prima persona ai militari e divenne lui il leader politico carismatico della nuova stagione russa che portò alla disgregazione dell'Urss. Dopo il collasso sovietico, esercito, ex servizi segreti, burocrazia statale, non perdonarono mai a Gorbaciov di aver causato il "crollo" dell'impero, di essersi lasciato sfuggire di mano il processo di riforme e decentramento che loro stessi avevano avviato.

LE REPRESSIONI FINITE NEL SANGUE
Nelle repubbliche ex sovietiche, al contrario, non perdonano a Gorbaciov quelle ultime repressioni della stagione di sangue del 1986-91, volte a tenere assieme un'Urss in piena frammentazione. In Kazakistan ricordano gli oltre 200 morti civili del massacro di Alma Ata del dicembre 1986. Quando Gorbaciov sostituì il segretario generale locale Dinmukhamed Kunaev con il russo Gennadij Kolbin, i kazaki inscenarono proteste che vennero schiacciate con la forza delle armi. Gli armeni non perdonano a Gorbaciov di aver permesso (o non ostacolato abbastanza) i primi massacri compiuti dagli azeri nel Nagorno Karabakh nel 1988 e 1989. Gli azeri, al contrario, non dimenticheranno mai il massacro di Baku, il "gennaio nero" del 1990, quando le forze regolare e le truppe speciali del KGB entrarono nella capitale azera per stroncare sul nascere il locale Fronte Popolare (indipendentista e anti-armeno), uccidendo da 130 a 170 persone, in gran parte civili, fra il 19 e il 20 gennaio. I lituani non dimenticano la "domenica di sangue", culmine di tre giorni di intervento militare sovietico (11-13 gennaio 1991) contro la repubblica baltica, dopo la sua proclamazione di indipendenza. Mentre il mondo era distratto dalla Guerra del Golfo, che sta appena iniziando, i sovietici nella notte fra il sabato 12 e la domenica 13 gennaio 1991, tentarono di occupare la capitale lituana, a partire dalla conquista della sede della televisione. La folla inerme oppose resistenza, vi furono meno morti rispetto ai precedenti massacri (14 le vittime), ma fu comunque traumatico, il tutto ripreso quasi in diretta dai media locali e internazionali. Contemporaneamente, e per lo stesso motivo, i carri sovietici entravano anche a Riga, ma dopo dieci giorni di confronto fra manifestanti (protetti da numerose barricate in cemento) ed esercito, l'Armata si ritirò. Non prima di aver fatto altri 6 morti, fra cui due poliziotti lettoni.

I DISSIDENTI RUSSI
Se nelle repubbliche ex sovietiche vedono in Gorbaciov l'ultimo dei dittatori occupanti, non meno repressivo dei suoi predecessori, anche i dissidenti russi tendono a considerarlo come uno storico bluff. Significativa la reazione di Kasparov, campione di scacchi e poi dissidente: al momento della morte dell'ultimo leader sovietico ha twittato "Come giovane campione del mondo sovietico e beneficiario della perestrojka e della glasnost, ho spinto ogni muro della repressione per testare i limiti improvvisamente mutevoli. Era un periodo di confusione e di opportunità. Il tentativo di Gorbaciov di creare un 'socialismo dal volto umano' fallì, e grazie a Dio". Le pagine più drammatiche di denuncia, le scrisse un altro dissidente, Vladimir Bukovskij, nel suo Gli Archivi Segreti di Mosca: "Per quanto ci affannassimo a spiegare che il sistema sovietico non era una monarchia e che il segretario generale non era uno zar, chi in quel momento non avrebbe comunque augurato il successo al nuovo zar-riformatore? Delle centinaia di migliaia di politici, giornalisti e accademici, solo un minuscolo gruppetto conservò una sufficiente lucidità per non cedere alla seduzione, e un gruppo ancor più sparuto di esprimere apertamente i suoi dubbi".
La repressione del dissenso interno non finì affatto con l'ascesa al potere di Gorbaciov. Come documenta Bukovskij, dai files presi negli archivi del Cremlino, ancora nel 1987, il KGB organizzava campagne per arrestare i dissidenti, far fallire le iniziative a favore dei diritti umani, impedire l'ingresso di intellettuali e attivisti stranieri. Il tutto era ordinato da Chebrikov, direttore dei servizi segreti, con il pieno appoggio di Gorbaciov. Nella sua monumentale opera Gulag, la storica Anne Applebaum, ci ricorda come gli ultimi campi di concentramento vennero chiusi nel 1992, l'anno dopo la fine dell'Urss. "Tipica di quel periodo è la vicenda di Bohdan Klimchak - scrive la Applebaum - un tecnico ucraino arrestato per aver tentato di lasciare l'Unione Sovietica. Nel 1978, temendo di essere arrestato con l'accusa di nazionalismo ucraino, aveva varcato la frontiera sovietica con l'Iran e chiesto asilo politico, ma gli iraniani lo avevano rimandato indietro. Nell'aprile 1990 era ancora detenuto nella prigione di Perm. Un gruppo di congressisti americani riuscì a fargli visita e scoprì che, in pratica, a Perm la situazione rimaneva immutata. I prigionieri si lamentavano ancora per il freddo che dovevano patire e venivano rinchiusi nelle celle di rigore per 'reati' come il rifiuto di allacciare l'ultimo bottone dell'uniforme".

LE MALDESTRE RIFORME ECONOMICHE
Tuttavia fu un altro prigioniero politico ucraino, Anatolij Marchenko, che determinò un primo grande cambiamento nel sistema concentrazionario sovietico. Per protesta contro le orribili condizioni degli internati nei campi, intraprese lo sciopero della fame e fu lasciato morire l'8 dicembre 1986. La vicenda fece scalpore anche all'estero e Gorbaciov si decise ad approvare un'amnistia generale. Non fu, appunto, la fine del sistema dei campi in quanto tale (che come abbiamo visto chiuse solo nel 1992), ma la fine del Gulag come metodo statale repressivo. Il Kgb accettò, sia secondo la Applebaum, che secondo voci dissidenti come quella di Bukovskij, perché l'amnistia ormai "costava" poco al regime. Non si doveva fare alcuna retromarcia ideologica: i prigionieri, graziati, dovevano comunque firmare delle dichiarazioni di pentimento. E giunti alla fine degli anni Ottanta, la dissidenza, ridotta allo stremo, non era considerata più un pericolo per il regime, come si legge dai documenti di allora.
I dissidenti sono, appunto, una minoranza. La maggioranza dei russi ha pessimi ricordi di Gorbaciov per le sue maldestre riforme economiche. "Mi trovai ben presto - ricorda l'allora ambasciatore Sergio Romano al Corriere - ad osservare criticamente gli avvenimenti. Rimproveravo a Mikhail Sergeevic (Gorbaciov, ndr) di non avere un vero programma economico. Va bene concedere più libertà: tutti erano giustamente contenti. Ma cosa fare del sistema di produzione collettivo? Lui parlò della creazione di una 'industria sociale': ma non spiegò mai in cosa consistesse".
Gli anni di Gorbaciov furono anni di ristrettezze. E anche di proibizionismo dell'alcool, che aggiunse ulteriore disperazione ad uno scenario lugubre di suo, con code per il pane e razionamenti. Particolarmente catastrofica fu la "riforma monetaria" del 22 gennaio 1991. A sorpresa, nottetempo, per stroncare i proventi del lavoro nero e del contrabbando, vennero confiscate tutte le banconote da 50 e 100 rubli. La procedura di sequestro permise di ritirare dalla circolazione 14 miliardi di rubli in contanti, ma bruciò i risparmi di decine di milioni di sovietici, soprattutto quelli più benestanti. Nell'aprile successivo, nel tentativo di riallineare il prezzo di Stato a quello di mercato, tutti i prezzi triplicarono di colpo. Furono gli ultimi fuochi prima del collasso.
Alla fine, il cambiamento venne da quel che Gorbaciov non fece: non impose più la censura sulla storia e sulla letteratura, con la sua politica di Glasnost (trasparenza). Per i sovietici non russi fu il momento di parlare nella propria lingua nazionale. E di raccontare ancora la loro storia nazionale, compresi i capitoli più oscuri, come il patto del 23 agosto 1939 (declassificato solo nel 1989) con cui Stalin e Hitler si erano spartiti l'Europa orientale. I russi stessi poterono leggere gli orrori che avevano subito e di cui non avevano potuto raccontare nulla fino ad allora. Fu la verità, alla fine, che ebbe il sopravvento e determinò il crollo del sistema che Gorbaciov voleva riformare.

DOSSIER "PERSONE FAMOSE"
Decedute dal 2020 in poi

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 2 settembre 2022

2 - LA VERITA' E' CHE GLI UOMINI AMANO LE DONNE
Con la scusa del bullismo e dei femminicidi si accusa e ridicolizza la virilità degli uomini, ma è un errore perché poi chi proteggerà le donne? (VIDEO: Il cavaliere del terzo millennio)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: Provita & Famiglia, 22 agosto 2022

L'attore britannico Benedict Cumberbatch ha recentemente rilasciato un'intervista per la promozione dell'ultimo film che lo vede protagonista, intitolato "Il potere del cane". In questa occasione ha espresso il suo pensiero a proposito della cosiddetta "mascolinità tossica": «Dobbiamo aggiustare i comportamenti degli uomini. Penso sia più rilevante che mai farlo e in particolare in un mondo che sta andando incontro a dei cambiamenti, puntando finalmente l'attenzione su quanto siano inadeguati lo status quo e il patriarcato. C'è questa specie di aspetto legato alla ribellione, questo negare la situazione, una posizione piuttosto infantile che sostiene "non tutti gli uomini sono cattivi". No, semplicemente dobbiamo tacere e ascoltare». Già la posizione pare problematica: se parla della mascolinità tossica, non tace. E poi: uno degli aspetti della "mascolinità tossica" non riguarda il fatto che gli uomini siano mutacici, cioè che si esprimano troppo poco? Quindi gli uomini devono tacere o devono parlare? O devono parlare del fatto che devono tacere?
Probabilmente, sono ragionamenti troppo sottili per un povero psicologo di campagna come me.
Quello che so, è che quando la virilità ha trovato la sua pienezza e il suo compimento, anche le donne ne hanno tratto un gran giovamento. Sto parlando della cavalleria, massima summa delle virtù virili; un fenomeno che ha cambiato per sempre (fino a giorni nostri) i rapporti tra uomo e donna... a vantaggio della donna. È infatti in quel periodo che la donna diventa... donna. Donna, infatti, è la contrazione di domina, in latino: signora. Perché il cavaliere faceva il gesto dell'omaggio (cioè il dono dell'uomo, di sé stesso) al signore e alla signora.

TRACCE DI CAVALLERIA
Da questo discendono alcuni gesti di cortesia (cioè tipici della corte) che fanno brillare gli occhi ad alcune donne: aprire la portiera, accomodare la sedia, aiutare a mettere o togliere il cappotto, il baciamano... Che significato hanno questi gesti, che mandano in bestia le femministe? Semplice: il più forte, cioè il cavaliere, mette la sua forza a disposizione del più debole, cioè la donna. La forza dev'essere usata per servire, non per prevaricare. Questo è il grande insegnamento della cavalleria, oggi dimenticato (con le conseguenze che ben conosciamo).
La cavalleria ha anche contribuito a creare una struttura sociale di regole che preservano la sessualità femminile. Così si legge nell'Historia regum Britanniae di Goffredo di Monmouth: «Le dame cortesi non degnavano di ricevere l'amore di alcuno se per tre volte non si era cimentato nell'agone. Si serbavano quindi caste le dame, e i cavalieri per amor loro divenivano più nobili». Così sono le dame a motivare i cavalieri a diventare «più nobili», più coraggiosi; e a loro volta le dame conservano la castità a causa del legame con il loro cavaliere. Funziona ancora così.
Jason e Cristallina Evert sono una coppia che gira per il mondo parlando della Teologia del corpo di Giovanni Paolo II. Jason è arrivato al matrimonio vergine, Cristallina ha avuto una vita sessuale disordinata prima di scoprire la castità. Ecco le sue parole a proposito: «Io non accuso nessuno. Non dico: "Voi ragazzi siete il problema". Sono convinta che voi ragazzi sareste dei signori se noi donne lo esigessimo». Le donne medievali hanno preteso che i loro corteggiatori si comportassero in un determinato modo. E crearono la cavalleria.

LA MODERNITÀ
Tutto è cambiato con la modernità. La caratteristica principale della modernità è il rifiuto delle leggi morali e religiose. Solo che le leggi morali e religiose proteggono i deboli dai forti; eliminarle, ovviamente, significa abbandonare i primi in balìa dei secondi. Lo aveva previsto lucidamente il Marchese de Sade che, all'interno del suo romanzo blasfemo e pornografico intitolato La filosofia del boudoir, inserì un opuscolo intitolato Francesi, ancora uno sforzo se volete essere repubblicani. In sostanza: non è sufficiente rovesciare le strutture politiche, per fare la rivoluzione; è invece necessario contravvenire a tutte le regole morali e religiose, comprese quelle che proibiscono la calunnia, il furto, lo stupro, la prostituzione, l'adulterio, l'incesto, la sodomia e l'omicidio. Eliminata ogni legge morale e religiosa - come abbiamo detto - resta la legge del più forte: «[...] è incontestabile che abbiamo ricevuto dalla natura il diritto di esprimere i nostri desideri indifferentemente a tutte le donne, è incontestabile anche che abbiamo il diritto di obbligarle a sottomettersi a questi nostri desideri, non esclusivamente (mi contraddirei), ma momentaneamente. È incontestabile che abbiamo il diritto di promulgare leggi che le costringano a cedere al fuoco di chi le desidera; essendo la violenza stessa una conseguenza di questo diritto, possiamo impiegarla legalmente. La natura non ha forse provato che abbiamo questo diritto, accordandoci la forza necessaria a sottometterle ai nostri desideri?».
Ecco, quindi, che, liberata dalle leggi morali e religiose, la virilità diventa dannosa: il suo scopo non è più proteggere, servire; bensì prevaricare, opprimere. La liberazione sessuale della donna si trasforma, tragicamente, in schiavitù.
Ecco, quindi, l'insegnamento: non è la virilità in sé, ad essere tossica; non il modello patriarcale. La virilità tossica è quella moderna, nella quale la forza non è al servizio del debole, ma diventa fonte del diritto. Non ci piace la virilità tossica? Rifiutiamo la modernità e torniamo alla cavalleria. Facciamo in modo che la forza sia al servizio e a protezione del debole; che gli uomini facciano dono di sé alle donne. Rifiutiamo la legge del più forte, la legge della jungla, la lotta per la sopravvivenza. Avremo protezione per il nascituro, accudimento dell'anziano e del malato, rispetto per le donne.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 1 ora e 43 minuti) dal titolo "Il cavaliere del terzo millennio" l'autore del precedente articolo, Roberto Marchesini, offre agli uomini un codice da scegliere volontariamente, composto da una serie di valori a cui tendere per vivere una vita pienamente realizzata, mettere a frutto i propri talenti e sentirsi orgogliosi di se stessi. Solo così è possibile smettere di accontentarsi di una dose di piacere momentaneo e trovare il proprio posto nel mondo e quindi la vera gioia di vivere.
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DOSSIER "FESTA DELLA DONNA"
L'ideologia dell'8 marzo

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Fonte: Provita & Famiglia, 22 agosto 2022

3 - PERCHE' LUCIFERO RIFIUTO' DI OBBEDIRE A DIO?
Il diavolo cadde a motivo della superbia e dell'orgoglio e fu roso dall'invidia nei confronti del genere umano, quindi probabilmente l'origine della caduta di Lucifero fu il rifiuto dell'Incarnazione
Autore: padre Angelo Maria Lozzer - Fonte: I Tre Sentieri, 17 agosto 2022

La Scrittura ci dice soltanto che il diavolo cadde a motivo della superbia e dell'orgoglio e che fu roso dall'invidia nei confronti del genere umano. Tuttavia c'è una tradizione corroborata da diversi Padri che sostiene la tesi secondo cui l'origine della caduta di Lucifero fu proprio il rifiuto del piano divino dell'Incarnazione. L'origine di questa tesi risale ai giudeo-cristiani, che credevano vi fossero tre specie di angeli precipitati nel fuoco: Lucifero, la "stella mattutina" con i suoi seguaci, che si rifiutò di accogliere il piano dell'Incarnazione; i benê ‘Elohim, che sarebbero quelli che trascinarono l'umanità nei peccati della carne causando il diluvio; e infine Beliar con le sue armate, che combattendo alla fine dei tempi contro il Messia e i suoi discepoli verranno infine precipitati nell'inferno. Riguardo il secondo gruppo si tratta evidentemente di una cattiva interpretazione letterale di alcuni passi della Genesi ed è quindi da rigettarsi. L'ultimo gruppo, invece, va ricondotto al primo. Infatti, sono gli stessi angeli ribellatisi agli arbori della creazione a continuare la loro opposizione a Dio fino al loro definitivo scacco alla fine dei tempi.
Ma perché Lucifero si sarebbe dovuto ribellare al piano dell'Incarnazione?
Sembra di dover affermare con la scuola francescana che ciò che diede principio al suo decadimento fu l'eccessivo amor di sé, accompagnato dal desiderio disordinato di possedere per se stesso l'unione ipostatica del Verbo. Come se si fosse chiesto internamente: "Perché il Verbo deve assumere la natura umana invece di quella angelica che è più sublime ed alta? Anzi perché non proprio la mia?".
San Bernardo afferma: «Quel Lucifero che si levava al mattino, per aver tentato di usurpare la somiglianza dell'Altissimo, ed essersi attribuito ingiustamente l'uguaglianza con Dio, che è proprietà esclusiva del Figlio, rovinò precipitando all'istante, perché il Padre rivendicò la causa del Figlio, come se avesse messo in atto questa parola: "A me la vendetta. Sono io che ricambierò" (Rm 12,19)».

UN ENORME DRAGO
Tuttavia se dinanzi all'uomo Gesù, Lucifero si poteva ancora inchinare a motivo della Persona Divina del Verbo, come avrebbe potuto farlo nei confronti della sua Madre che si presentava come una semplice creatura umana? Come riconoscerla propria Signora e Regina e addirittura Mediatrice nell'ordine della Grazia? Questo per Lucifero fu troppo e non accettò quella che ritenne un'umiliazione troppo grande. Così fu questa la ragione determinante della caduta di Lucifero e degli altri angeli.
Così scrive san Massimiliano M. Kolbe: «Allorché Dio creò gli angeli, li mise alla prova, affinché potessero scegliere liberamente di sottomettersi in tutto alla sua volontà oppure no, e svelò ad essi il futuro, ossia l'intenzione di dare vita ad una creatura senza macchia di peccato, immacolata, che però sarebbe stata una creatura umana, la quale sarebbe diventata la loro Regina ed essi, secondo la sua Volontà, avrebbero dovuto renderle onore. E ci fu una parte di angeli i quali considerarono tal cosa una umiliazione della loro perfezione. Si ribellarono alla Volontà di Dio e, con Lucifero a capo, vennero precipitati nell'inferno». Sebbene quest'ultima tesi non sembra trovare sostenitori antichi presso i Padri, è stata definita dal Padre Hophan, come una "fondata opinione". La stessa Sacra Scrittura sembra suffragarla nel libro dell'Apocalisse. Infatti, dopo aver parlato della Donna vestita di sole, aggiunge: «Vidi un altro segno nel cielo, un enorme drago [...]. che con la sua coda trascinava giù sulla terra un terzo delle stelle del cielo. E il drago si stabilì di fronte alla donna per divorare il suo figlio maschio [...]. E la donna fuggì nel deserto [...]. E ci fu una grande battaglia in cielo» (Ap 12). «Da tutto ciò è lecito dedurre: il Cristo futuro e Maria futura sono proposti agli angeli in visione, come re e regina del mondo, anche degli angeli, e così essi dovettero sottomettersi a loro. Ma essi rifiutarono di fare ciò, perché diventarono superbi» (Padre Minges, Quaderni scotisti). Perciò il diavolo tentò in seguito di distruggere questo disegno facendo precipitare Adamo ed Eva e cercando di trascinare insieme a loro in questo vortice di fango che è il peccato tutto il genere umano.

DEFINITIVAMENTE CHIUSO IN SE STESSO
La venerabile Maria D'Agreda, nel suo libro La mistica Città di Dio, spiegando i suddetti passi dell'Apocalisse, afferma che gli Angeli dopo la creazione furono messi alla prova con tre precetti: riconoscere Dio come loro fine, riconoscere il Verbo Incarnato e infine sottomettersi umilmente alla regalità della sua Madre. Se al primo precetto si assoggettarono tutti, sebbene non con lo stesso slancio e amore, al secondo Lucifero con i suoi angeli, opposero resistenza, ed infine al terzo «si levarono in superbia e in vanità anche maggiori, a tal punto che, disordinatamente furibondo, egli bramò per se stesso il privilegio di essere capo di tutta la stirpe umana e di tutti gli ordini angelici» attraverso l'Unione Ipostatica. D'altra parte se Venanzio Fortunato († c. 600) scrive che anche «l'ardente Lucifero cede» di fronte alla bellezza della Madonna, quale deve essere stata la sua invidia nello svelare loro tale creatura, adorna di tale Grazia e Gloria! Anzi, seguendo il beato Giovanni Duns Scoto, potremmo avanzare la modesta ipotesi che sia stato questo l'ultimo e determinante peccato, che l'ha definitivamente chiuso in se stesso, impedendogli il ritorno a Dio. Infatti, se come afferma Gregorio Palamas (m. 1359), famoso teologo ortodosso, «nessuno arriva a Dio se non per mezzo di Lei e per il Mediatore nato da Lei; nessuna forza da Dio arriva agli angeli e agli uomini se non per Lei», di conseguenza è proprio rifiutando Lei, che il diavolo si è precluso da se stesso la via del pentimento, e quindi della Misericordia e della Grazia.

Fonte: I Tre Sentieri, 17 agosto 2022

4 - PANDEMIA, CLIMA E GAS: TRE CRISI CREATE ARTIFICIALMENTE PER COMANDARE I POPOLI
Il lockdown (a fronte di un virus spacciato per peste nera), la rinuncia ai combustibili fossili (per contrastare un'indimostrabile emergenza climatica) e le sanzioni alla Russia (che danneggiano soltanto i nostri popoli) ci stanno portando al tracollo economico e sociale favorendo così la deriva totalitaria
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 5 settembre 2022

Un legame strettissimo di continuità logica e causale connette la gravissima crisi energetica nella quale oggi ci troviamo con le politiche di "transizione ecologica", le restrizioni/coercizioni "pandemiche", la guerra russo-ucraina.
La massiccia e accelerata riduzione dei combustibili fossili - non compensata da fonti alternative e competitive - e la strozzatura drammatica della domanda generata da lockdown, chiusure, lasciapassare vaccinali, seguita da una improvvisa ripresa a partire dal 2021, hanno prodotto una sproporzione colossale, innaturale tra le materie prime disponibili e le esigenze dei paesi industrializzati.
Le sanzioni adottate da G7 e Ue verso il gas russo, sebbene da esso quasi tutta l'Europa continuerà a essere dipendente ancora per anni, hanno dato il colpo di grazia a una situazione già difficilissima, mettendo bruscamente i paesi del Vecchio Continente davanti allo spettro del razionamento, della paralisi economica, di una recessione catastrofica.
Ma cosa hanno in comune questi tre fenomeni - "decarbonizzazione", lockdown, sanzioni a Mosca? Il fatto di non essere calamità piovute dal cielo, eventi naturali o imposti da circostanze esterne, bensì al contrario decisioni consapevoli delle classi politiche, da loro assunte in piena responsabilità. Decisioni prese come se fossero ineluttabili, come se non ci fossero alternative. Ma non era e non è vero. Si tratta invece di scelte fondate su dogmi ideologici.
Se i governi occidentali (più altri, che però nella pratica si comportano diversamente) hanno deliberato di tagliare drasticamente i combustibili fossili a rischio di lasciare i loro popoli senza energia, industria, collegamenti ciò è avvenuto esclusivamente perché quei governi hanno propugnato come una verità apodittica la tesi - indimostrata, indimostrabile, largamente confutata da teorie e fatti - di una "crisi climatica" catastrofica in corso, causata dalla civilizzazione umana, e più in particolare dalle emissioni di anidride carbonica.
Se i governi occidentali e quelli di altre nazioni industrializzate e popolose (in particolare la Cina) hanno costretto per mesi e mesi le popolazioni a limitare ogni interazione sociale, hanno costretto alla chiusura gran parte degli esercizi commerciali e del terziario, hanno impedito la circolazione delle persone, hanno tagliato fuori dalla vita sociale chiunque non accettasse terapie di dubbia efficacia e sicurezza imposte dai poteri statali e dalle grandi multinazionali farmaceutiche ciò è avvenuto esclusivamente perché essi hanno sposato ciecamente la tesi secondo cui un virus della famiglia influenzale rappresentasse una minaccia pari a quella delle pestilenze dei secoli scorsi, e potesse essere bloccato soltanto attraverso la clausura, l'isolamento, il "congelamento" della vita collettiva, la coazione all'inoculazione più o meno universale con vaccini mai usati prima nella storia.

LE INUTILI (ANZI DANNOSE PER NOI) SANZIONI ALLA RUSSIA
Se, infine, i governi dell'Ue hanno deciso, su pressione degli Stati Uniti, di adottare severissime sanzioni economiche verso la Russia e di ridurre bruscamente da un giorno all'altro i loro acquisti di gas russo, al quale per decenni si erano sempre più affidati, ciò è avvenuto unicamente perché essi hanno fatto propria, senza quasi fiatare, la linea dell'amministrazione Biden e dei vertici Nato secondo cui la Russia putiniana è il pericolo pubblico numero uno per le democrazie occidentali, la rottura dei rapporti commerciali con esso è uno strumento necessario per fermarne le mire imperialistiche, e tale rottura in breve tempo avrebbe mandato all'aria la sua economia.
Naturalmente, come molti osservatori di economia avevano visto fin dall'inizio, l'economia russa non è andata gambe all'aria, perché le materie prime che essa non vende all'Occidente può tranquillamente venderle ad altri (Cina e India in primis) a cui Mosca, tra l'altro, si è legata sempre più, mentre quelle europee (molto meno gli Usa, che almeno riguardo all'energia sono autosufficienti, anzi esportatori) stanno andando sempre più velocemente verso il baratro: tanto più quando, come l'Italia, rifiutano di adottare anche le valide alternative che avrebbero (o avrebbero già avuto) a disposizione (rigassificatori, centrali nucleari, estrazione di petrolio e gas sul proprio territorio).
Eppure politica, istituzioni, media a canali praticamente unificati continuano imperterriti a negare l'evidenza, a descrivere penuria e razionamento come fossero un fato determinato dagli astri per affrontare il quale si può ricorrere solo al risparmio, alla riduzione dei consumi, a una diversificazione delle forniture nel medio-lungo periodo; e continuano a proclamare stentorei che grazie a questi sacrifici "spezzeremo le reni" al brutale invasore, tacciando chiunque esprima scetticismo o critiche in proposito di essere un agente del nemico.

AVANZA IL TOTALITARISMO
Siamo di fronte dunque, in tutti e tre i casi, a crisi create artificialmente dalle classi politiche, derivanti pressoché integralmente da assiomi imposti alle opinioni pubbliche volenti o nolenti, pretendendo che in merito a essi non vi sia discussione e delegittimando radicalmente chi osa intraprenderla: con una tendenza sempre più marcata, in quelle che ancora vengono definite democrazie, all'abolizione del pluralismo, del government by discussion, appunto, e alla verticalizzazione autoritaria del potere. In tutti e tre i casi, con effetti che si sommano e amplificano dall'uno all'altro, si tratta di scelte che comportano impoverimento, decrescita (infelice per definizione, perché la tesi che esista una decrescita felice è uno dei peggiori inganni dei nostri tempi), recessione.
Soprattutto, in tutti e tre i casi i governi tendono non soltanto a presentare crisi e restrizioni come un dato indiscutibile, ma a investire fortemente di responsabilità etica in merito a esse i cittadini da loro governati, cercando di convincerli che la radice delle crisi stesse e la condizione primaria per la loro risoluzione risiedono nei loro comportamenti privati individuali. La tendenza crescente alla verticalizzazione del potere cerca di trovare un fondamento di consenso popolare culturale attraverso una propaganda eticizzante che fa leva sul senso di colpa incombente sugli individui, e sull'aspirazione di questi ultimi a "espiare" loro "peccati" conformandosi a "penitenze" imposte dall'alto da autorità indiscutibili (una classe politica sempre più intrisa di pretese scientistiche e tecnocratiche), fino a essere, in virtù di tali sacrifici, "purificati" e redenti.
È chiaro, insomma, che in Occidente (altro discorso vale per società più continuativamente gerarchiche e fondate sul dovere individuale come quella cinese) la verticalizzazione autoritaria, coercitiva, decrescitista viene innescata innanzitutto da una diffusa domanda etico-religiosa, che prende la forma di ossessioni e sensi di colpa legati alle conseguenze materiali di comportamenti e stili di vita, perché nasce per colmare il gigantesco vuoto lasciato dell'eclissi di un autentico sentimento religioso, quello fondato sul Dio creatore e trascendente proprio della civiltà ebraico-cristiana.
Il dibattito democratico deperisce, i comandi dei governi vengono subìti sempre più passivamente, le crisi artificialmente provocate da miti ideologici si succedono a catena e vengono troppo poco messe in discussione perché quanto più avanza una secolarizzazione radicale, relativista, nichilista tanto più il bisogno fondativo di senso, salvezza, di connessione all'origine e al destino della vita, deviato dal suo oggetto proprio - il Dio trascendente che fonda la razionalità del mondo - si scarica in un pervasivo, irrazionalistico sentimento apocalittico segnato da colpe oscure e irredimibili, in superstizioni sempre più paradossali, nella credulità diffusa, in un atteggiamento ossessivo/compulsivo fondato sull'ansia di salvarsi osservando "regole" minuziose, sulla cui fondatezza si rinuncia ormai a porsi domande.

Nota di BastaBugie: Ruben Razzante nell'articolo seguente dal titolo "Sanzioni, un po' di onestà non avrebbe guastato" spiega perché era prevedibile l'effetto catastrofico (per noi italiani) delle sanzioni contro la Russia che ci rifornisce di energia e senza la quale il nostro sistema imprenditoriale e il Prodotto interno lordo crollano rovinosamente.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 6 settembre 2022:

Da anni ci si batte per contrastare le fake news che finiscono per disorientare e disinformare l'opinione pubblica. Ce ne sono alcune, però, che è vietato contestare e smentire, nonostante esistano indizi inequivocabili della loro inattendibilità. La più attuale riguarda l'efficacia delle sanzioni inflitte alla Russia per l'aggressione all'Ucraina. Rileggendo le dichiarazioni di febbraio e marzo dei principali leader politici italiani e anche dei vertici dell'Unione europea vien da sorridere, anche se ci sarebbe da piangere. Si registrava, infatti, all'indomani dello scoppio del conflitto russo-ucraino, un coro unanime di voci che preconizzavano il default della Russia, la fine politica di Putin e la rapida conclusione delle ostilità in favore delle truppe ucraine, sostenute massicciamente dall'Occidente.
A quasi 7 mesi dal primo attacco russo all'Ucraina la situazione bellica è ben diversa da quella pronosticata dai presunti esperti di geopolitica e l'Italia si prepara a fare i conti con una delle crisi energetiche più drammatiche della storia. I nodi stanno venendo al pettine e le cifre svelano impietosamente il bluff dell'occidente che puntava su una celere sconfitta della Russia, mentre ora si trova a fare i conti con un fabbisogno di luce e gas difficile da soddisfare e con un regime putiniano sempre più solido e leader sui mercati.
Forse bisognava essere più onesti con gli italiani fin dall'inizio e [...] valutare bene il prevedibile effetto boomerang di sanzioni contro una potenza che ci rifornisce di energia, senza la quale il nostro sistema imprenditoriale e il Prodotto interno lordo crollano rovinosamente.
Nel week-end, intervenendo al Forum di Cernobbio, Matteo Salvini ha provato a evidenziare quello che è sotto gli occhi di tutti. «Le sanzioni - ha sottolineato il leader della Lega - sono un errore e fanno male all'Europa. Non dico di abolirle, ma serve uno scudo europeo».
La Russia continua a incrementare le sue esportazioni di petrolio, carbone e gas in altri Stati, in particolare Cina e India. Nei tre mesi successivi all'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio scorso, il regime di Putin ha ottenuto 24 miliardi di dollari da quelle esportazioni e si è tutt'altro che isolato, come speravano invece Ue e Stati Uniti. In particolare la Cina, da fine febbraio a fine maggio, ha acquistato petrolio greggio, gas naturale e carbone dalla Russia per quasi 19 miliardi di dollari, circa il doppio rispetto allo stesso periodo del 2021. Nello stesso periodo l'India ha importato idrocarburi russi per 5,1 miliardi, cinque volte tanto rispetto a un anno prima. L'incremento complessivo degli introiti per le casse russe è pari a 13 miliardi in tre mesi. Il calo delle vendite russe all'America e all'Europa è certamente compensato, quindi, dalle esportazioni verso Cina e India. Eppure il Ministro degli esteri, Luigi Di Maio, nel marzo scorso, pregustava il default russo entro poche settimane. E con lui tutti gli esponenti di sinistra, come Enrico Letta.
Che venga demonizzato Salvini perché esprime riserve sul prolungamento delle sanzioni la dice lunga sulla miopia di certe scelte occidentali degli ultimi mesi. Un conto è condannare le brutali aggressioni russe e solidarizzare con il popolo ucraino, altra cosa è non rendersi conto che la chiusura dei rubinetti del gas da parte di Putin prelude alla paralisi di molte attività produttive nel nostro Paese e costringerà le imprese ad acquistare gas ed elettricità a prezzi molto più cari. Le bollette rincareranno vertiginosamente come già successo e senza scudo europeo si rischia davvero una crisi senza precedenti.
Eppure si continua a insistere sul muro contro muro nei confronti di Putin, come se questa strategia avesse sin qui dato gli esiti sperati: neutralizzarlo e favorire l'economia occidentale.
Che il vento sia cambiato anche nel nostro Paese e che ora gli italiani siano scettici sulla linea di politica estera intrapresa dal governo Draghi è testimoniato da un recente sondaggio di Termometro Politico, secondo cui il 51,1% dei cittadini è contrario alle sanzioni contro la Russia. Di questi, almeno la metà era favorevole a quelle sanzioni fino a qualche mese fa e ora ha cambiato idea. Più di un italiano su due sta prendendo atto che l'Italia è ferma e si è completamente messa nelle mani degli Usa, che continuano a venderci il gas a un prezzo elevato.
Nessuno scostamento di bilancio, nessuno stanziamento in favore delle imprese danneggiate dal rincaro stratosferico delle bollette di luce e gas. La Germania ha invece già messo sul tavolo 65 miliardi, che rappresentano un paracadute sostanzioso per evitare il fallimento di migliaia e migliaia di imprese. Stessa cosa hanno fatto Francia e Svezia. Presto anche altri Stati si muoveranno con sostegni adeguati. In Italia, invece, l'attuale esecutivo preferisce temporeggiare fino a quando sarà troppo tardi e non ci sarà più nulla da fare per evitare la caduta del Pil e l'esplosione della disoccupazione. Il prossimo governo che uscirà dal voto del 25 settembre si troverà una situazione drammatica da gestire, anche per colpa degli errori commessi in questi mesi. Per i quali però, pagheranno solo imprese, lavoratori e famiglie. Gli organi di informazione saranno onesti e trasparenti nel riconoscerlo?

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 5 settembre 2022

5 - L'INSEGNAMENTO DI SANT'AGOSTINO E' VALIDO ANCHE OGGI
Nelle ''Confessioni'' ci aiuta a scoprire i tesori nascosti del nostro cuore, mentre nella ''Città di Dio'' ci guida a scoprire i due amori: l'amore di sé fino al disprezzo di Dio e l'amore di Dio fino al disprezzo di sé
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 27 agosto e 3 settembre 2022

l 28 agosto si celebra la festa liturgica di sant'Agostino, Vescovo e Dottore della Chiesa.
La voce di sant'Agostino parla ai nostri tempi per la sua capacità di andare a fondo nei problemi filosofici e morali anche più difficili, con una semplicità di stile e una immediatezza di linguaggio che ne fanno un autore più che moderno contemporaneo. La modernità, infatti, invecchia, la contemporaneità è sempre viva.  
La vita di Aurelio Agostino, era questo il suo nome, si situa tra il 354 e il 430 dopo Cristo. Nasce a Tagaste un grosso borgo della Numidia, dunque in Africa del nord, una terra che allora era cristiana.  
È un giovane di estrema intelligenza, ma conduce una vita sregolata, provocando le lacrime della madre Monica, fervente cristiana, che un giorno, come lui, sarà canonizzata dalla Chiesa.
Ha per oltre dieci anni una relazione con una donna, da cui ha un figlio, Adeodato. Aderisce alla setta dei manichei. Intanto insegna e dall'Africa si trasferisce a Milano, dove ottiene una cattedra di professore, senza avere peraltro molto successo, anche a causa dell'indisciplina dei suoi allievi. A Milano è vescovo il grande sant'Ambrogio di cui Monica, sua madre, è discepola, Grazie ad Ambrogio, Agostino si converte e riceve dalle sue mani il battesimo, il 24 aprile dell'anno 387. Ci racconta egli stesso la sua conversione: un giorno mentre era nel giardino... sentì la voce di un bambino che gli ripeteva: "Tolle, lege, tolle, lege". Prendi il libro e leggi. Aprì San Paolo dove dice: "Comportiamoci onestamente... non nelle ubriachezze e nell'impurità... Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo" (Rm, 13, 13)
Agostino venne come folgorato da quella Parola, come San Paolo sulla via di Damasco. Iniziò una nuova vita come cristiano. Tornò in Africa, fu ordinato sacerdote e poi consacrato vescovo di Ippona. Rimase tale fino alla morte, avvenuta il 28 agosto 430, mentre la città era assediata da Genserico, re dei Vandali.
Tra le tante opere di sant'Agostino ce ne sono due fondamentali: le Confessioni e la Città di Dio. [...]

1) LE CONFESSIONI
Le Confessioni di sant'Agostino sono la storia di una conversione, di un itinerario verso l'assoluto
Oggi viviamo in un'epoca di smarrimento di certezze, di perdita di valori, di assenza di verità. Nessuno certo può dire di possedere la verità. Anche perché la verità non può essere posseduta da nessuno, casomai è la verità stessa ad impossessarsi di noi. Ma non possedere la verità non significa rinunciare a cercarla. E' proprio questa ricerca che caratterizza l'uomo, che lo distingue dall'animale, privo di intelligenza e di libertà. Ma dove è la verità?
Ebbene, ci dice sant'Agostino, la verità non va cercata all'esterno, quasi che sia un'entità di cui ci si possa disinteressare. La verità può essere scoperta solo se si guarda dentro di noi. "Non uscire da te - scrive - torna in te stesso, nell'interno dell'uomo abita la verità. E se troverai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso" (cfr. De vera religione, 39).
Bisogna dunque raggiungere il più intimo nucleo dell'io per trovare la verità, che è Dio, e finché l'uomo non l'ha trovata non sarà mai felice. "Tu ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te" (Confessioni, 1,1), scrive sant'Agostino nella celebre apertura delle Confessioni.
Agostino sperimenta però la sua incapacità a raggiungere questo Dio creatore dell'universo, da cui tutte le cose derivano (cfr. Conf. VII, 11, 17), con le sue sole forze: "Scorsi quanto in Te è invisibile, comprendendolo attraverso il creato, ma non fui capace di fissarvi lo sguardo" (Conf. VII, 17, 23). A Dio si arriva attraverso la Grazia di Cristo, perché, egli scrive, "la Verità spuntata dalla terra è Cristo, nato da donna... Cos'è infatti la Verità? Il Figlio di Dio" (Comm. al Salmo 84, 13). Cristo solo dice: " ‘Io sono la via, la verità e la Vita' [Gv 14, 6]. Se cerchi la verità, segui la via; perché la via è lo stesso che la verità. La meta cui tendi e la via che devi percorrere, sono la stesso cosa" (Comm. Vangelo Giovanni, 13, 4).
Le Confessioni non sono un'autobiografia, né un libro di ricordi: sono, come dice il titolo, una confessione pubblica, rivolta però non a Dio, ma agli uomini. Agostino parla con Dio, ma si rivolge a tutti gli uomini. Non vuole nascondere nulla, nulla vuole tacere dei suoi errori, dei suoi peccati, dei suoi dubbi, delle sue esitazioni. Mette a nudo il suo cuore, nelle pieghe più segrete, e in questo ci è vicino.  
La sua storia individuale è la storia di tutti gli uomini, potremmo dire dell'anima umana. Le Confessioni è un libro che merita di essere letto e meditato. [...]

2) LA CITTÀ DI DIO
Le Confessioni sono un libro individuale, è la storia di un'anima. La Città di Dio è un libro collettivo: rivela l'azione di Dio nella storia del mondo, così come le Confessioni mostrano l'influenza di Dio sull'anima umana. Agostino ci guida all'interiorità, ci aiuta a scoprire i tesori nascosti del nostro cuore, attraverso tutte le nostre facoltà, a cominciare dalla memoria. Nella Città di Dio la prospettiva si allarga.
La Città di Dio non è un'opera astratta, ma una riflessione teologica su un'epoca drammatica, che presenta impressionanti analogie con quella attuale.
All'inizio del V secolo, i barbari, che hanno varcato le frontiere dell'Impero romano, dilagano sulle vie un tempo percorse dalle legioni di Roma. I Vandali attraversano la Gallia e raggiungono la Spagna e poi l'Africa. Un altro popolo, i Visigoti, guidati dal loro re Alarico, irrompono in Italia e arrivano alle porte di Roma. Il 24 agosto del 410, attraverso la Porta Salaria, i barbari di Alarico invadono la Città eterna, inviolata da ottocento anni, mettendola a sacco per tre giorni.
Nel 410 sant'Agostino è vescovo di Ippona, in Africa. Egli è ormai anziano e la sua salute è malferma, quando, nel mese di settembre, gli giungono le notizie terribili del saccheggio di Roma. La riflessione su questi drammatici eventi è alle origini della Città di Dio, il suo capolavoro alla cui composizione egli avrebbe dedicato tredici anni della sua vita.
Roma era il simbolo dell'ordine e della sicurezza del mondo civile. L'Impero romano riassumeva la storia della civiltà, così come oggi la riassume l'Europa. Sant'Agostino si chiede perché è caduta la città di Roma e rovesciando le accuse dei pagani verso i cristiani, ne individua la causa nella corruzione intellettuale e morale dell'Impero. Sulle rovine dell'Impero romano vede sorgere la Chiesa fondata da Cristo, la Città di Dio, e contro di essa schierarsi una città nemica, che egli chiama Città del demonio. Queste due città sono destinate a combattersi implacabilmente nella storia, che è il campo di battaglia della libertà dell'uomo. Tutta l'attività umana, per sant'Agostino si riduce all'amore: "due amori hanno generato due città: quella terrena, l'amore di sé fino al disprezzo di Dio; quella celeste, l'amore di Dio fino al disprezzo di sé" (Città di Dio, Libro XIV, cap. 28). La scelta radicale è tra Dio, a cui ci unisce intimamente l'umiltà, e il demonio a cui ci vincola irrevocabilmente l'orgoglio e l'amore di sé.
Sant'Agostino non attribuisce alla Città del demonio il dominio del mondo e a quella divina, il regno dell'al di là. Queste due città si combattono sulla terra. In mezzo a queste due città - quella infera e quella celeste - sta la città degli uomini, ossia l'umanità che vive sulla terra, passando il proprio periodo di prova.  L'alternativa presente nella vita di ogni uomo - per o contro Dio - è ugualmente presente nella storia dell'umanità. Destino della città degli uomini è quello di tendere verso la città celeste o verso quella infera, di essere governata dall'una o dall'altra. Tertium non datur: non le è possibile restare indifferente o neutrale. Sant'Agostino in fondo ci propone non solo una filosofia della storia, ma una concezione militante della storia.
Il maggior insegnamento che la Città di Dio può dare, o almeno la ricchezza che io trovo nelle sue pagine, è l'idea che esiste un senso e un profondo significato della storia umana. Agostino è un filosofo e un teologo della storia: è convinto cioè che Dio agisca nella storia, come agisce nella vita degli uomini, anche se la sua azione è discreta e invisibile ai più. Tutto quello che nel mondo esiste e avviene ha una causa e un significato. "Niente - dice sant'Agostino - accade a caso nel mondo". Tutto è Provvidenza. La Provvidenza è l'azione di Dio nella storia. Nulla accade che Dio non voglia o non permetta. Tutto quel che accade nel mondo avviene solo per il bene delle anime soggette alla volontà di Dio.
La grandezza della Divina Provvidenza non si manifesta tanto nella elargizione di grazie destinate a sollevare le miserie materiali e morali degli uomini, quanto soprattutto nella capacità che Dio ha di trarre il bene dal male fisico e morale che si produce nell'universo. Dio, che non è causa del male, perché è sommo bene, pur non causando in alcun modo il male, dà a qualsiasi male una ragione e un significato, trasformandolo in bene per la creatura che lo subisce. Dio non causa, ma permette, il male perché, nella sua infinita sapienza, sa, vuole e può ricavare il bene dal male, l'ordine dal disordine. Dio permette il male non nel senso che lo subisca ma perché vuole permetterlo. Egli infatti, secondo sant'Agostino, ha giudicato meglio permettere l'esistenza del male per trarne il bene piuttosto che evitare l'esistenza di qualsiasi male. Trarre il bene dal male significa saper realizzare il bene mediante quel male che avviene senza che esso sia voluto come tale. L'universo di Agostino ci appare dunque come una misteriosa trama in cui anche il male, entrando nella storia con il peccato, ha il suo posto. Spesso il male, il dolore, la sofferenza è per noi incomprensibile. Sant'Agostino ci dice che il dolore è entrato nell'ordine universale del creato come conseguenza del peccato; da quel momento è divenuto la legge dell'umanità e nessun uomo vi si può sottrarre.
Il dolore umano non ci priva della vera felicità, che si ha solo quando si possiede il vero bene, ma ci sottrae beni esterni e contingenti. L'infelicità nasce invece nell'uomo proprio dal fatto che i beni apparenti non soddisfano i veri bisogni spirituali e morali della nostra natura. L'unica causa di infelicità e dunque l'unico male possibile è quello morale, prodotto dalla creatura razionale con il peccato.
La Città di Dio non offre solo una grande teologia della storia, ma propone una concezione militante della vita. Afferma l'esistenza del bene e del male che si affrontano nella storia e la necessità per ogni uomo di scegliere tra i due poli.
Questo insegnamento a me sembra particolarmente attuale in un'epoca come la nostra in cui, in tutti i campi, si tende a diluire l'esistenza di scontri e di conflitti tra religioni, civiltà, uomini e società. Questi conflitti sono convergenza del male che è nella storia. Nessuno come sant'Agostino ha approfondito il mistero del male, che egli ha visto innanzitutto come una paurosa carenza di bene e di verità. Il male è privazione di bene e in questo senso, propriamente non è, ma purtroppo esiste, sia pure solo come assenza di bene.
La necessità della scelta caratterizza la vita degli uomini e dei popoli. Tra il bene e il male, tra la Città di Dio e la Città del demonio, non esiste compromesso o modus vivendi possibile. La vita cristiana esige la militanza.
È questa la grande lezione della Città di Dio.

Fonte: Radio Roma Libera, 27 agosto e 3 settembre 2022

6 - PER GOOGLE E WIKIPEDIA IL FIGLIO NELLA PANCIA NON E' UN BAMBINO E NEMMENO UNA PERSONA
Intanto Disney, Warner Bros, Netflix, Apple, Meta o Microsoft fanno pressioni sulle dipendenti, affinché abortiscano, anziché prendere un congedo per maternità (VIDEO IRONICO: Pizzeria Google)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 22 agosto 2022

Davvero a volte "basta la parola", come recitava lo slogan di una vecchia pubblicità. È il caso del sostantivo «feto». Cercandone la definizione sul principale motore di ricerca Internet al mondo, Google, quella proposta così recita: «Il prodotto del concepimento dei mammiferi durante la vita intrauterina, dalla comparsa dei caratteri distintivi della specie al parto; nella specie umana, il prodotto del concepimento dalla fine del secondo mese di vita intrauterina fino alla nascita». Un incredibile esercizio d'acrobazia lessicale, che evita in qualsiasi punto di parlare di «bambino».
Lo stesso, qualora si cercasse la definizione su Wikipedia: «Stadio dello sviluppo prenatale degli organismi vivipari già dotato delle forme e delle caratteristiche della relativa specie. Il feto, diversamente dall'embrione, non subisce particolari modificazioni negli organi, ma questi maturano strutturalmente e funzionalmente fino al parto. Il passaggio da embrione a feto nella specie umana avviene intorno al 60°-70° giorno dal concepimento». Come a dire, ha già tutte le caratteristiche dell'essere umano fatto e finito, ma guai a definirlo tale. Lo stesso sul vocabolario online della Treccani: «Il prodotto del concepimento dei mammiferi considerato durante il suo sviluppo intrauterino; il termine in passato veniva usato solo con riferimento al periodo, che comincia con la riconoscibilità dei caratteri morfologici della specie (nella specie umana, tra la fine del 2° mese dal concepimento ed il compimento della gestazione), mentre si preferiva chiamare embrione lo stadio precedente». L'elenco potrebbe continuare. «Prodotto» o «stadio», ma «bambino» o «persona» mai, benché lo si ammetta «già dotato delle forme e delle caratteristiche della relativa specie». È l'antilingua, signori!

NON VOGLIONO CHE SAPPIATE LA VERITÀ
L'organizzazione Students for Life of America, che ha notato l'anomalia, si è accorta anche di un altro particolare: «Google ha modificato la definizione di "feto" per non includere la parola "bambino"», ha scritto in un post su Twitter. Lo stesso avrebbero fatto l'ACOG-American College for Obstetricians and Gynecologists e la multinazionale dell'aborto, Planned Parenthood. «Non vogliono che sappiate la verità: un feto umano è un bambino», commenta Students for Life. La fonte della definizione proposta da Google sarebbe Oxford Languages, utilizzata tuttavia anche da altri siti specializzati, come Lexico, i quali ciò nonostante riportano ancora esplicitamente il termine «bambino», non lo hanno cancellato. «La nuova definizione di Google si adatta meglio ad un programma pro-aborto, non alla scienza. I medici confermano che i feti sono bambini non ancora nati, esseri umani unici e viventi», commenta in merito l'agenzia InfoCatólica. Che aggiunge: «Google ha una storia di politiche di sinistra favorevoli all'aborto. È stato ripetutamente accusato di censurare le informazioni fornite dai fautori della vita. Qualche anno fa il celebre motore di ricerca ha definito "propaganda" il film pro-life Unplanned sulla vita dell'ex-direttrice di Planned Parenthood, Abby Johnson».
Ha rincarato la dose su di un'altra agenzia, LifeSiteNews, la dottoressa Heidi Overton, direttrice del Center for a Healthy America presso l'America First Policy Institute: «La sinistra - ha dichiarato - continua a dire di "seguire la scienza", tranne quando si tratta del dibattito sull'aborto».

PRESSIONI SULLE DIPENDENTI AFFINCHÉ ABORTISCANO
Non solo. Anche la multinazionale americana della grande distribuzione Walmart, proprietaria dell'omonima catena di negozi al dettaglio, pagherà con appositi piani sanitari alle proprie dipendenti, residenti negli Stati Usa ove abortire sia diventato illegale, i costi di viaggio e clinica per recarsi laddove uccidere i propri figli in grembo sia ancora possibile, nel raggio di 100 miglia. Lo ha rivelato l'emittente CNBC, citando una mail inviata da Donna Morris, responsabile del personale di Walmart, azienda che, per la verità, a differenza di altre, coprirà le spese non solo per far abortire, bensì anche per parto, assistenza prenatale e adozione.
Il deputato repubblicano del Texas, Michael Cloud, si è detto preoccupato del fatto che le grandi aziende - come Walt Disney, Warner Bros, Netflix, Google, Apple, Meta o Microsoft e molte altre - «facciano pressioni sulle donne, affinché abortiscano, invece di prendersi un periodo di congedo per maternità. Le donne devono sentirsi sostenute nella loro decisione di conciliare famiglia e lavoro. Se queste aziende sfruttano le donne col pretesto dell'accesso all'aborto, allora abbiamo un problema serio». Per questo ha scritto a tali imprese, chiedendo loro spiegazioni circa le politiche di gestione del personale attuate in merito, deciso ad evitare una sorta di "induzione all'aborto" diretta o indiretta, voluta o meno.
Non a caso molte di queste aziende devono già affrontare diverse denunce giunte con l'accusa di discriminazione nei confronti delle dipendenti in dolce attesa, coloro che hanno scelto la vita e che oggi lamentano una disparità di trattamento nei confronti delle colleghe, completamente spesate per abortire.

Nota di BastaBugie:
nel seguente video ironico (durata: 3 minuti) dal titolo "Pizzeria Google" mostra quanto la privacy viene violata impunemente. Non c'entra nulla con l'articolo, ma fa vedere lo strapotere di chi gestisce la tecnologia oggi.


https://www.youtube.com/watch?v=7FvCaQhh1Z0

Fonte: Radio Roma Libera, 22 agosto 2022

7 - CLAMOROSO: LA SOCIETA' ITALIANA DI PEDIATRIA E' A FAVORE DEI BLOCCANTI DELLA PUBERTA'
E intanto nella Spagna socialista di Sanchez sono state approvate leggi vergognose contro la vita, la libertà di educazione e la Chiesa cattolica
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia, 18 agosto 2022

Nei giorni scorsi la Società italiana di pediatria ha affermato - come riporta il blog Feminist Post - che gli effetti dei bloccanti della pubertà (puberty blocker) utilizzati per trattare bambine e bambini con disforia di genere sono perfettamente reversibili e non creano dunque né danni né pericoli. Ciò significherebbe, dunque, che se la bambina o il bambino cambia idea riguardo al proprio proposito di "cambiare sesso" e sospende la "terapia", il suo sviluppo riprenderà normalmente, senza alcun effetto definitivo e/o problema di salute.
Una vera e propria fake news, poiché la scienza a vari studi dimostrano esattamente il contrario. Gli effetti della terapia con puberty blocker, infatti, non sono affatto "completamente reversibili" e spaventa il fatto che i pediatri italiani non vengano messi a conoscenza (o non si informino) di queste evidenze scientifiche.
Tra gli studi che, al contrario, da sempre denunciano i molti pericoli per i bambini, spicca quello pubblicato dal British Medical Journal, «in cui si sostiene che i blocker non alleviano la sofferenza psichica delle/dei giovani sottoposti». Al contrario, infatti, gli adolescenti e i bambini che hanno sperimentato, indotti da medici imprudenti, queste pseudo terapie, hanno avuto «una crescita ridotta dell'altezza e della forza ossea quando hanno terminato il trattamento all'età di 16 anni».
La stessa clinica britannica Tavistock, di cui abbiamo parlato più volte, ha dovuto chiudere i battenti pochi giorni fa proprio per i danni fisici e psicologici inferti a tantissimi giovani e adolescenti. Danni dovuti in primis proprio alla «prescrizione senza criterio di bloccanti della pubertà da parte della clinica».
Ora un migliaio di genitori ha iniziato una class action contro la clinica per ottenere giustizia e risarcimenti per delle terapie sconsiderate che hanno avuto, contrariamente a quanto pensano i pediatri italiani, «conseguenze irreversibili».
Anche in America, inoltre, molti genitori sono in guerra contro la American Academy of Pediatrics perché l'istituto medico avrebbe spinto i giovani all'uso di «farmaci dannosi». E lo svedese Karolinska Institute ha ammesso «di aver rovinato la salute di numerosi bambini».
La stessa autorevole Accademia medica di Parigi, in un comunicato del febbraio scorso, parlava di «effetti indesiderabili» dovuti all'uso e all'abuso di certe «terapie disponibili», in materia di riassegnazione del sesso biologico. E enumerava, tra i rischi possibili, «l'impatto sulla crescita, l'indebolimento osseo, il rischio di sterilità» e per le ragazze dei «sintomi simili alla menopausa».
Insomma, i pediatri italiani o chi li rappresenta tengono conto delle evidenze scientifiche ormai acclarate o seguono ciecamente teorie pericolose, ideologiche e senza senso?

Nota di BastaBugie:
Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "Nuovo attacco alla vita nella Spagna socialista" rivela come i quattro anni di governo di Pedro Sanchez hanno fatto della Spagna un "modello" di aggressione legislativa contro la vita, la libertà di educazione e la stessa Chiesa cattolica.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 1° settembre 2022:

Il governo del socialista Pedro Sanchez è in carica, di fatto, dal 2018 ad oggi, dopo la vittoria in due elezioni successive (giugno 2018 e aprile 2019) e la sua autorevolezza nel Partito Socialista Europeo è dimostrata dalla nomina di Josep Borrell (Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza) e da quella di Iratxe García Pérez (capogruppo socialista al Parlamento europeo). La coalizione di governo è un "insalata russa" dove secessionismo politico e populismo marxista sono cementati dal potere socialista.
In questi quattro anni, Sanchez ha imposto le peggiori normative del continente nei confronti della vita umana, della famiglia, della civiltà cristiana, della educazione e della memoria del paese: anticristianesimo allo stato puro.
Il governo Sanchez è erede naturale dell'aggressività "iconoclasta" impersonata da Zapatero che, dal 2004 al 2011, introdusse il divorzio sprint, liberalizzò l'aborto, promosse l'omosessualità e adozioni per coppie gay e impose un laicismo anti-cattolico. Più volte e con dovizia di particolari, La Bussola ha seguito le incivili decisioni prese dal Socialista Sanchez e dalla sua cricca al potere: un esempio concreto di quel che potrebbe accadere in Italia con la coalizione di centro sinistra al governo.
Sin dall'inizio Sanchez ha messo in chiaro la sua predilezione per l'ideologia LGBTI e ogni "diritto" sui temi di bioetica (utero in affitto) e della vita umana (aborto). Con l'entrata in pianta stabile di Podemos (l'altro partito si sinistra radicale) nell'esecutivo, in seguito all'accordo di governo del novembre 2019, l'azione devastatrice dei socialisti ha preso ulteriore slancio. Si è approfittato del Covid 19 per imporre divieti alle celebrazioni liturgiche cattoliche, vietandole sin dall'aprile del 2020, ma non alle celebrazioni per il Ramadan.
Nel giugno 2020 inizia l'assalto alla libertà di educazione e alle scuole paritarie, con scontri duri tra l'Esecutivo ed Associazioni di scuole, genitori e la stessa Chiesa Cattolica che rimane l'unica, nella "vecchia Europa", capace di difendere con intelligenza i fedeli, la fede e la civiltà del proprio Paese. Contemporaneamente, nel giugno 2020, l'Osservatorio sulla libertà religiosa nel paese registra una impressionante crescita di atti vandalici e blasfemi contro chiese e simboli cristiani. Si delibera definitivamente nel marzo 2021 la legge sull'eutanasia, nonostante l'opposizione di Chiesa, Comitato di Bioetica, Ordini dei Medici e forze di minoranza in Parlamento.
Nei mesi successivi, a ridosso della ripresa scolastica dello scorso anno, le nuove linee guida educative e la riforma della Legge Celaà, tratteggiano il cuore della nuova dottrina: matematica "gender", scoperta della "sessualità" da zero a 12 anni, ridotto sostegno all'insegnamento della religione cattolica e minaccia di azzeramento delle convenzioni per le scuole paritarie. In novembre l'esecutivo modifica le norme sulla fecondazione medicalmente assistita e le estende, gratuitamente, anche alle persone transessuali. Lo stesso mese si riducono le ore di insegnamento di religione cattolica, garantite da un'intesa tra Chiesa, Vaticano e Regno di Spagna.
La Chiesa protesta e Sanchez istituisce una Commissione di indagine parlamentare sugli abusi (1° febbraio 2022), ma solo quelli di chierici e sacerdoti! Avanti popolo! Sanchez fa approvare la prima legge europea contro la recita di preghiere fuori dalle cliniche abortive, ennesimo attacco alla libertà religiosa. Delle scorse settimane è la "Legge della Memoria Democratica" che impone una revisione del passato franchista e una rilettura rivoluzionaria e comunista della storia insegnata nelle scuole.
Il 27 giugno, con l'approvazione in Consiglio dei Ministri della "Legge Trans", inizia l'iter parlamentare di una norma che prevede: diritto all'autodeterminazione di genere e cambio sesso, anche per i migranti, a partire dai 12 anni. Intanto, in questi giorni, si pubblicano i dati ad un anno dal entrata i vigore della eutanasia: 180 gli assassinati con l'eutanasia e, mentre si predispone l'indottrinamento di tutti gli studenti di ogni età attraverso l'"Agenda 2030" dell'ONU, il "Soviet spagnolo" ha deciso la completa riforma e sostituzione dei componenti del Comitato di Bioetica Nazionale, reo di essersi opposti alla ‘Legge eutanasia'.
Negli ultimi giorni, si è data attuazione alla legge sul consenso nei rapporti sessuali (Ley Orgánica de Garantía Integral de la Libertad Sexual) nella quale, oltre alla presunzione di colpevolezza del maschio, si criminalizzano le pubblicità che appaiono "omofobiche o transfobiche", educazione femminista nelle scuole ed università e ri-educazione per giudici, polizia e militari.
Infine ieri, dopo l'annuncio di maggio, il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova legge di liberalizzazione dell'aborto, perché «le donne posano vivere meglio» e grazie alla quale: le donne tra i 16 e i 17 anni potranno interrompere volontariamente la gravidanza senza bisogno del consenso dei genitori (già previsto dalle norme di Zapatero nel 2010, poi modificate da Rajoy), sono aboliti i tre giorni di riflessione, è previsto il congedo dal lavoro obbligatorio, viene distribuita gratuitamente la pillola del giorno dopo (ora 20 euro) e garantita la copertura del servizio sanitario per quelle contraccettive. Inoltre è introdotta la schedatura dei medici obiettori di coscienza, ogni tipo di ospedale dovrà garantire il diritto all'aborto, si introducono il congedo mestruale (pagato) e la riduzione Iva su assorbenti.
Rimane il divieto della maternità surrogata ma ora c'è l'obbligo di indottrinamento dell'educazione sessuale completa nelle principali fasi educative dei bambini, per insegnanti, agenti penitenziari e operatori pubblici. La Chiesa? «Veramente tragico e tremendo» in un Paese nel pieno della crisi demografica - così ha commentato il segretario dalla conferenza episcopale spagnola. Ma forse mons. Paglia non sarà dello stesso avviso...

Fonte: Provita & Famiglia, 18 agosto 2022

8 - OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 15,1-32)
Vi è gioia per un solo peccatore che si converte
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Il brano del Vangelo di questa domenica ci presenta diverse parabole chiamate le "parabole della misericordia". Prima di tutto abbiamo ascoltato la parabola della pecorella smarrita e poi ricondotta all'ovile; subito dopo quella della moneta ritrovata; infine la stupenda parabola del figliol prodigo.
Il più grande insegnamento di queste parabole riguarda l'infinita Misericordia di Dio. Se grande è il nostro peccato, ancor più grande è la Bontà di Dio. Egli costantemente cerca le pecorelle smarrite, fa di tutto per portarle alla conversione, suscitando salutari rimorsi di coscienza e permettendo a volte anche delle sofferenze affinché il peccatore rientri in se stesso e rifletta sulla sua infelice condizione. Proprio come si legge nella parabola del figliol prodigo: il figlio ritornò in se stesso solo quando si vide ridotto alla fame.
L'inizio della conversione è questo rientrare in se stessi per riflettere. Giustamente sant'Alfonso diceva che meditazione e peccato non vanno mai insieme: se ci abituiamo a meditare ogni giorno, troveremo la determinazione di abbandonare il peccato. Un tempo si insisteva molto sulla meditazione dei cosiddetti "Novissimi", ovvero sulle ultime realtà, sulla morte, il Giudizio, l'inferno e il Paradiso. Ritorniamo a queste meditazioni, ci doneranno molta luce. Per meditare basta poco. Bisogna, innanzitutto, mettersi alla presenza di Dio, ovvero essere raccolti, e leggere con calma un libro spirituale. Quando si trova un brano che ci colpisce particolarmente, ci si ferma a riflettere e ci si domanda: "Cosa vuole dirmi Gesù con questa frase?". Si riflette e si conclude poi la meditazione con un proposito pratico di miglioramento. Come il figliol prodigo, anche noi sentiremo l'ispirazione a rialzarci, a tornare a Dio, a cambiare profondamente la nostra vita, e diremo: «Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: "Padre, ho peccato verso il cielo e verso di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio"» (Lc 15,18-19).
Da tutte e tre queste parabole emerge, inoltre, la gioia che vi è in Cielo per ogni peccatore che si converte. Al termine del primo racconto Gesù dice: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione» (Lc 15,7). Concludendo la seconda parabola Gesù afferma: «Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte» (Lc 15,10). Infine, la parabola del figliol prodigo si conclude con le parole del padre rivolte al figlio maggiore: «Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,32).
Vogliamo anche noi dare questa gioia a Gesù. Rallegreremo il suo Sacratissimo Cuore convertendoci personalmente, lottando con tenacia contro i nostri difetti. Gli daremo una grande gioia, inoltre, adoperandoci per la conversione di tanti nostri fratelli che vivono lontani da Dio. Ci adopereremo alla loro conversione con la nostra preghiera, innanzitutto, sull'esempio di Mosè (cf Es 32,11), il quale, subito dopo il peccato degli israeliti, che si erano costruiti un vitello di metallo fuso, supplicò il Signore e ottenne per loro la Misericordia divina.
Ci adopereremo per la conversione dei peccatori con l'offerta dei nostri sacrifici. Da soli non hanno valore, ma uniti al Sacrificio di Gesù diventeranno molto efficaci. La Madonna a Fatima insegnò ai tre Pastorelli ad offrire continuamente preghiere e sacrifici. In poche parole, questo è il grande insegnamento che ci viene dalle sei Apparizioni della Madonna a Fatima.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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