BastaBugie n�789 del 05 ottobre 2022
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L'ASTRONAUTA SAMANTHA CRISTOFORETTI CI INVITA A MANGIARE INSETTI
Gli eroi di carta della sinistra imperversano nel circuito mediatico, ma per restare ai massimi livelli si adattano al politicamente corretto (invece Giorgia Meloni...)
Autore: Corrado Ocone - Fonte: Blog di Nicola Porro
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IN LIGURIA ANCHE IL CENTRODESTRA VOTA PER IL DIRITTO ALL'ABORTO
I moderati del centrodestra non invertiranno mai il processo rivoluzionario portato avanti dalla sinistra, ma soltanto lo rallenteranno un po' (e infatti anche il cardinal Ruini scende in campo in difesa della legge sull'aborto)
Autore: Stefano Chiappalone - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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COSA FARE SE NON SI TROVA LA PARROCCHIA ADATTA
Occorre tener desto il desiderio, investire tempo e fare diversi chilometri perché dove fiorisce la Chiesa si incontra Gesù, come ad esempio a Staggia Senese
Autore: Miria Ciucci - Fonte: Blog di Aldo Maria Valli
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NUOVA MODA: IL COMPOSTAGGIO DEI DEFUNTI
Il cadavere viene posto insieme a microbi e batteri per ottenere una sorta di terreno ricco di sostanze nutritive (abbandonato Cristo, si torna al paganesimo)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
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LA SCORRETTEZZA DI MATTARELLA CHE BLINDA IL GOVERNO SULLE POLITICHE CLIMATICHE
Il presidente della Repubblica ha dato pieno sostegno agli scienziati catastrofisti e si è impegnato a vigilare sul prossimo governo... rifiutandosi di ricevere altri scienziati che negano l'emergenza climatica
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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SI SUICIDA UNA COPPIA DI SEGUACI DI RAMTHA
La medium a capo della setta è riuscita a convincere milioni di persone, soprattutto grazie alla televisione, di essere la portavoce di un guerriero di 35.000 anni fa... ed è diventata milionaria
Fonte: Sito del Timone
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BEATO GIOVANNI PAOLO I, PAPA PER SOLO UN MESE
Albino Luciani si oppose al fronte socialcomunista alle elezioni del 1948, sciolse la sezione veneziana della FUCI perché favorevole al divorzio nel referendum del 1974, morì in circostanze mai chiarite a 66 anni
Autore: Cecilia Nonnato - Fonte: Corrispondenza Romana
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OMELIA XXVIII DOM. T.ORD. - ANNO C (Lc 17.11-19)
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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L'ASTRONAUTA SAMANTHA CRISTOFORETTI CI INVITA A MANGIARE INSETTI
Gli eroi di carta della sinistra imperversano nel circuito mediatico, ma per restare ai massimi livelli si adattano al politicamente corretto (invece Giorgia Meloni...)
Autore: Corrado Ocone - Fonte: Blog di Nicola Porro, 3 ottobre 2022
La comunicazione ha le sue regole e con essa chiunque voglia dare un senso alla sua attività deve venire oggi a patti. L'impressione è che però spesso il sistema crei dei personaggi che non hanno altra virtù che quella di saper comunicare o di vendere un'immagine a cui corrisponde poco o nulla nella sostanza. L'esempio forse più palese è quello delle influencer, a cominciare da Chiara Ferragni ovviamente. La quale non solo ha creato un brand che non ha sostanza ma spesso, insieme al suo compagno Fedez, decide di scendere direttamente nell'agone politico aggiungendo un'altra voce a quel conformistico coro di massa progressista che pure è il segno dei nostri tempi. Francamente, questa dinamica diventa molto più pericolosa se le "fame usurpate" sono quelle non di persone dello spettacolo ma di esperti di politica internazionale, virologi, esponenti della scienza, che, più astuti dei loro colleghi che buttano il sangue sui libri, negli ospedali e nei laboratori, cominciano a un certo punto ad accondiscendere a quella voglia di creare sempre nuovi eroi (o eroine) a buon mercato che il sistema sembra naturalmente esigere ("eroe di carta" definiva Saviano un illustre accademico scomparso di recente). Eroi che poi, diventati qualcuno per virtù estranee al loro campo di attività, ottengono di rimbalzo anche in esso onori, prebende e incarichi di prestigio.
ASTROSAMANTHA Non abbiamo gli strumenti intellettuali per capire se una Ilaria Capua, ad esempio, o una Samantha Cristoferetti abbiano conquistato i galloni sul campo, come si diceva un tempo. Ma l'impressione è che la loro immagine pubblica li abbia non poco agevolati. E oggi, per consolidarsi, li spinga a rimarcare sempre più la loro appartenenza a quel campo del progressismo "politicamente corretto" che è la fonte legittimante di ogni fortuna. In questo senso, è significativo un video registrato e lanciato recentemente dallo spazio da AstroSamantha, come viene denominata l'astronauta che è ormai una vera e propria protagonista dello star system. In essa, la nuova eroina di massa ci consiglia di mangiare insetti dando ella stessa l'esempio col masticare una barretta il cui impasto è composto da mirtilli e farina di grilli (sic!). Non si tratta di una iniziativa isolata e eccentrica di un irregolare, ma di un'azione promozionale di spessore politico a tutti gli effetti. È infatti dall'Unione Europea che partirà presto una campagna a largo raggio per promuovere il consumo di insetti, che è giudicato in sostanza il più compatibile con quella idea astratta di sostenibilità che sostiene, per dirla con un gioco di parole, la più grande campagna costruttivistica (e quindi illiberale) che abbia mai animato le democrazie occidentali nel secondo dopoguerra: la transizione ecologica.
LA DISTRUZIONE DEL MADE IN ITALY Ora, a parte il fatto che le proprietà nutritive e le virtù ecologiche di questo cibo non sono acclarate scientificamente e sono oggetto di controversia fra gli stessi nutrizionisti, se una campagna del genere avesse successo sarebbero colpiti, in una sola volta, sia gli interessi italiani sia la cultura e l'identità del nostro continente (e si può mai costruire una Unione Europea senza cultura e identità, su una sorta di "deserto spirituale")? Dal primo punto di vista, non è proprio l'Italia che sulla dieta mediterranea e più in generale sulla "cultura del cibo" e del "mangiare sano e naturale", che è fatto anche di tempi lenti e attenzione e cura all'ambiente circostante (Roger Scruton docet), ha costruito nei secoli, grazie al suo clima e alla sua diversità biologica, non solo la propria identità ma anche quello che è forse il suo maggior business economico (asse portante del cosiddetto "made in Italy")? Che poi in gioco sia l'identità non solo nostra, ma di tutto il nostro continente, lo dimostra e contrario la stessa Cristoforetti, quando, nel suo video, per perorare la sua campagna, dice di non aver paura perché gli insetti non fanno male e sono da sempre nella dieta di altre culture. E che noi dobbiamo annullare la nostra per far posto alle altre? Una nota di conforto contro queste "follie" post-moderne è per fortuna arrivata da un'altra donna, che i galloni se li è invece sicuramente conquistati sul campo: Giorgia Meloni. Come sua prima uscita da presidente del consiglio in pectore, la leader di Fratelli d'Italia ha scelto la convention milanese di Coldiretti, da sempre impegnata contro l'introduzione degli insetti nella nostra dieta, e ha parlato del suo forte impegno a favore della "sovranità alimentare". Un sovranismo, questo, che ci piace, e che piace anche al nostro palato!
Fonte: Blog di Nicola Porro, 3 ottobre 2022
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IN LIGURIA ANCHE IL CENTRODESTRA VOTA PER IL DIRITTO ALL'ABORTO
I moderati del centrodestra non invertiranno mai il processo rivoluzionario portato avanti dalla sinistra, ma soltanto lo rallenteranno un po' (e infatti anche il cardinal Ruini scende in campo in difesa della legge sull'aborto)
Autore: Stefano Chiappalone - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 settembre 2022
Mentre il centrodestra a livello nazionale si prepara a governare, in Liguria (dove già governa con Giovanni Toti) si unisce alla sinistra per proclamare il diritto all'aborto. Nella seduta di martedì 27 settembre è stato approvato l'ordine del giorno n. 647 del consigliere Roberto Arboscello e di altri esponenti del Partito Democratico, «sul diritto delle donne di scegliere l'interruzione volontaria della gravidanza». La Regione a guida centrodestra fa propria la proposta piddina di «assumere le iniziative più opportune affinché sia assicurata la piena attuazione della legge 194». Con «piena attuazione» non si allude certo a quella parte della legge (art. 5) relativa alla prevenzione e alle possibili alternative all'aborto. Al contrario, si parla di piena attuazione nel senso di rimozione di tutti gli ostacoli, il primo dei quali, neanche a dirlo, è costituito dagli obiettori - "bestia nera" dei paladini della libertà che paradossalmente diventano intolleranti con chi si avvale della propria per ragioni etiche (che non vuol dire automaticamente religiose). Il testo rinvia alla risoluzione del Parlamento Europeo che «ribadisce l'importanza della storica decisione Roe v. Wade» della Corte Suprema americana del 1973 sul diritto all'aborto - risoluzione europea seguita alla sentenza statunitense del giugno scorso che ha "rovesciato" la Roe v. Wade, ma che non ha "vietato" l'aborto, come erroneamente si sente dire, bensì solo delegato la questione ai singoli Stati. Sarebbe troppo lungo in questa sede chiedersi se da allora (e dal 1978, quando è entrata in vigore la legge italiana in materia) non ci si possa porre qualche domanda sui milioni di bambini mancanti all'appello - e anche sul dramma vissuto dalle madri, poiché gli stessi abortisti sono consapevoli che non è una "banale" operazione chirurgica. Ma se è un dramma, sarà il caso di fare il possibile per evitarlo piuttosto che rivendicarlo come diritto a ogni costo.
IL DIRITTO DI ABORTO Nel documento ligure si ricorda inoltre che i parlamentari europei «hanno chiesto di inserire il diritto di aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea», impegnando di conseguenza tutti i Paesi coinvolti. Quindi si lamentano le difficoltà italiane per chi volesse abortire, legate «soprattutto all'altissimo numero di obiettori di coscienza fra ginecologi, infermieri ed OSS», pari rispettivamente al 67%, al 43% e al 37%, stando ai dati del ministero della Salute riportati nell'ordine del giorno del consigliere Arboscello. E verrebbe da chiedersi se quel 67% di ginecologi sia costituito da pericolosi fondamentalisti o se proprio attraverso la loro professione non abbiano maturato riserve di altro tipo. Qui cade anche il classico slogan "Sei contrario all'aborto? Non abortire, ma lascia libertà agli altri" - evidentemente non applicabile ai medici che secondo alcuni dovrebbero praticare gli aborti a prescindere dalle proprie convinzioni. Nonostante in Italia anche durante il lockdown l'aborto è stato garantito come servizio ritenuto essenziale e indifferibile, il nostro Paese non è considerato "in regola" con gli standard europei: l'ordine del giorno ricorda che «il Comitato Europeo dei Diritti Sociali, organo del Consiglio d'Europa, ha dichiarato l'Italia un Paese in cui la legge sull'IVG non è ancora completamente applicata». Con l'approvazione, il consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta a favorire il più possibile l'accesso all'aborto in Liguria e «a sostenere nelle sedi più opportune la richiesta del Parlamento europeo al diritto all'aborto legale e sicuro nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea».
NESSUNO HA VOTATO CONTRO L'ordine del giorno è passato con 21 voti, anche del centrodestra. Oltre al proponente PD, hanno infatti votato a favore quasi tutti i partiti, compresi Lega, Forza Italia e la lista di Toti. Esclusi i 6 parlamentari assenti (di vari schieramenti), la sola presa di distanze è stata l'astensione dei 3 consiglieri di Fratelli d'Italia. La posizione del centrodestra (e l'astensione di FdI) pone qualche domanda, anche alla luce della nuova maggioranza parlamentare e in vista della formazione del nuovo governo. Al di là della prevedibile lamentela del consigliere Arboscello («I consiglieri liguri di Fratelli d'Italia si sono astenuti sul mio ordine del giorno [...] Fratelli d'Italia sui diritti non guarda al futuro ma al passato»), resta il fatto che Giovanni Toti e la sua maggioranza hanno accolto l'impegno di buon grado. Toti, che oltre alla Presidenza ha anche la delega alla Sanità, «ha ribadito l'intenzione della giunta di garantire un servizio previsto dalla legge e ha illustrato l'organizzazione in merito fornendo il numero di interruzioni volontarie e di obiettori nel comparto medico e non medico», come riporta il comunicato relativo ai lavori del 27 settembre. Infine, nessuno ha votato contro, neanche Fratelli d'Italia, che ha scelto la via dell'astensione. Se già risulta difficile capire l'adesione di Forza Italia e della Lega (specie di quest'ultima), ancora più arduo è comprendere questa parziale presa di distanze del partito di Giorgia Meloni che finisce per scontentare gli uni e gli altri. Peraltro, gli stessi consiglieri di FdI astenuti sono firmatari di una proposta per istituire sportelli pro vita in ogni struttura ligure che effettui interruzioni di gravidanza, definendo l'embrione «figlio dalla vita nascosta e in pericolo» ma affrettandosi a dichiarare che la 194 è «una legge bellissima» (parole del capogruppo Stefano Balleari) e che «nessuno del resto mette in discussione l'altra scelta, quella di interrompere la gravidanza». Verrebbe da chiedergli: ma questo «figlio dalla vita nascosta» c'è o non c'è? Se c'è un "merito" (si fa per dire) che si può invidiare alla sinistra è che, in materia di principi non negoziabili, rivendica e persegue tenacemente i propri obiettivi (naturalmente a modo loro). Il centrodestra sembra talvolta più preoccupato di "rassicurare" gli avversari che di impegnarsi sul terreno di quei valori che pure, timidamente, proclama.
Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Non c'è più religione: Ruini scivola su aborto e Cirinnà" parla della disarmante intervista del Corriere della Sera al cardinal Ruini. Questa intervista fa capire perché i moderati del centrodestra non invertiranno mai il processo rivoluzionario portato avanti dalla sinistra, ma soltanto lo rallenteranno un po'. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 settembre 2022: Intervista molto deludente quella concessa dal cardinale Camillo Ruini ad Aldo Cazzullo e pubblicata sul Corriere della Sera di ieri, 28 settembre. Prima di trattare altri aspetti dell'intervista, vorrei entrare subito nel merito dei due punti più dolorosi: Il cardinale ha dato la sua piena accettazione della legge 194 sull'aborto e la altrettanto piena accettazione della legge Cirinnà sulle unioni civili anche omosessuali. Tutti vedono la pesante gravità della cosa. A proposito del primo argomento il cardinale ha detto: «Spero che la legge 194 sia finalmente attuata anche dove dice che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio». Con queste improvvide parole egli ha avvalorato la tesi che la 194 è giusta e che deve essere solo completamente attuata. Una tesi purtroppo ormai molto diffusa nella Chiesa, ma insostenibile e inaccettabile: perché quella legge ammette l'aborto che non è mai ammissibile, perché lo riconosce come diritto mentre è un gravissimo torto, perché ha già impedito di nascere a milioni di bambini, perché limitarsi "aiutare le donne che vorrebbero portare avanti la gravidanza" significa riconoscere che, in caso di insuccesso, l'aborto è cosa legittima. Significa anche non tenere conto che le cause dell'aborto sono ben altro da quelle economiche e bloccare qualsiasi progetto di abrogazione della 194. Molti si chiedono oggi con grande disagio spirituale e intima sofferenza: ma la Chiesa è ancora contraria all'aborto? Mille indizi, e ora questo di Ruini, sembrano dirci di no. Il cardinale non si limita tuttavia a questo, ma approva anche la legge Cirinnà. Alla domanda di Cazzullo sul tema egli risponde: «Le unioni civili dovrebbero essere differenziate realmente, e non solo a parole, dal matrimonio tra persone dello stesso sesso. Devono essere unioni non matrimoni». Ora, la legge Cirinnà dice proprio questo, quindi il cardinale la approva. La Cirinnà non le chiama matrimoni, tanto è vero che si fonda sull'articolo 2 della Costituzione relativo alle aggregazioni sociali e non sugli articoli su matrimonio e la famiglia. Il cardinale Ruini è stato presidente CEI fino al 7 marzo 2007. Il 28 marzo di quello stesso anno - sotto la presidenza del "ruiniano", come allora si diceva, cardinale Bagnasco -, il Consiglio permanente della CEI ha pubblicato la Nota sulle unioni di fatto, in cui si dice che eventuali garanzie e tutele giuridiche delle persone coinvolte, sia in relazioni di fatto eterosessuali che omosessuali, debbano venire risolte sul piano del diritto individuale e mai con il riconoscimento della coppia in quanto coppia. Ora, invece, Ruini - ma non lui solo - dice il contrario. Eppure, dalla conclusione della sua presidenza CEI al documento in parola erano passati solo 21 giorni: possibile che egli non se ne faccia più carico? Fin qui l'intervista è drammaticamente disarmante. Su altri punti è tristemente deludente. L'argomento dell'intervista era l'esito delle elezioni politiche. Cazzullo ha fatto delle domande solo politiche, il cardinale Ruini ha dato risposte solo politiche. Il primo ha fatto il proprio mestiere, anche se le domande erano scontate, il secondo, invece, non ha fatto il proprio mestiere, perché non ha risposto da cardinale ma da politicante. Perché Berlusconi ha retto e Salvini no? Il bilancio di Draghi esce ridimensionato? Come spiegare il crollo della sinistra a Modena? Che interesse ci può essere a sapere il parere del cardinale Ruini, in quanto cardinale e non in quanto Ruini, su simili questioni? E non è un parere sprecato, dato che un cardinale, in quanto cardinale, dovrebbe rispondere a ben altre domande, anche se l'intervistatore non gliele facesse? In tutta l'intervista manca, purtroppo, uno sguardo superiore, una visione ispirata che non si limiti alla storia ma che attinga alla teologia della storia. Si dirà: anche per questioni così profane come delle elezioni politiche? Direi proprio di sì, dato che la politica ha - anche quando lo nega, anzi ancora di più quando lo nega - a che fare con valori assoluti, ed è proprio di questo che un cardinale dovrebbe parlare. Il suo parere sul carattere della Meloni, i suoi auspici che governi da moderata, non solo ci interessano poco, ma sono anche poco consoni ad un cardinale. Il cardinale dice la sua anche su tre tematiche strettamente politiche, che non rientrano di per sé nelle competenze ecclesiastiche. Prima di tutto dà un giudizio assai positivo del governo Draghi e prevede - o auspica - che Giorgia Meloni seguirà la stessa linea. Secondariamente elogia l'Unione Europea e sostiene che essa sia un "bene" per l'Italia. In terzo luogo, si dice a favore di un rafforzamento dell'esecutivo anche nella forma del presidenzialismo. Si tratta di indicazioni politiche, per di più non molto cifrate, per la nuova maggioranza? Quando un cardinale scende a questi livelli di politica politicante si può pensare di tutto.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 settembre 2022
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COSA FARE SE NON SI TROVA LA PARROCCHIA ADATTA
Occorre tener desto il desiderio, investire tempo e fare diversi chilometri perché dove fiorisce la Chiesa si incontra Gesù, come ad esempio a Staggia Senese
Autore: Miria Ciucci - Fonte: Blog di Aldo Maria Valli, 16 agosto 2022
Ormai da diversi anni ci definiamo cattolici erranti, come pecore senza pastore in cerca di scampoli di Chiesa viva e vera. E dobbiamo essere grati al Signore che, in questa landa spesso desolata, non ci ha lasciati mai troppo tempo senza incontrare qualche luce e qualche piccola oasi che rinfranchi il cuore. Occorre tener desto il desiderio e investire tempo e spesso macinare parecchi chilometri. E così quattro anni fa, si direbbe quasi per caso, ma piuttosto direi per una di quelle che una nostra amica monaca chiama "Dio-incidenze", siamo approdati a un corso di esercizi spirituali guidati da un sacerdote mai sentito nominare. Ma il tema degli esercizi, "I Novissimi", ormai completamente sparito da omelie, catechesi e meditazioni, faceva sperare di poter trovare un pastore ancora degno di tale nome. Nello spazio di condivisione finale mio marito disse: "Faccio volentieri trecento chilometri per incontrare un prete normale". Già, un prete normale, ed è lui stesso a dire, a chi lo definisce speciale, che non fa altro che proporre quello che la Chiesa ha sempre indicato, ma che purtroppo non propone più, se non in qualche oasi sperduta, come appunto Staggia Senese. Mai sentita nominare prima di questa circostanza questa località che non è neanche un comune, ma una frazione di poco più di duemila abitanti. Ma questo è il metodo del Signore, che sceglie sempre ciò che non è degno di nota, anche in luoghi come Betlemme e Nazaret, per manifestare la Sua gloria. E cosa è mai accaduto in questo luogo? È arrivato un sacerdote che, iniziando col riunire un gruppo di quattro giovani, si ritrova oggi a guidare una comunità viva dove sono presenti anche giovani famiglie che non hanno paura di mettere al mondo dei figli e, udite udite, nascono anche vocazioni alla vita consacrata. Il segreto di tutto questo non sembra essere qualche sbalorditiva trovata pastorale, ma sano nutrimento con la Parola di Dio ed il Catechismo della Chiesa cattolica, con conferenze per conoscere le nostri radici cristiane e mettere in guardia dalle derive che oggi infestano la nostra realtà, con una scuola parentale per proteggere i più piccoli dall'azione di indottrinamento che ormai è lo scopo principale della scuola di Stato. Aria da respirare a pieni polmoni, per cui da tutta Italia molti partecipano agli esercizi spirituali proposti e accompagnano i loro figli al campo-scuola estivo.
UN SACERDOTE CHE CREDE VERAMENTE Finalmente quest'anno siamo riusciti anche noi a far partecipare nostra figlia al campo-scuola guidato da don Stefano, anche forzando un po' la mano perché a tredici anni ormai le proposte dei genitori si accolgono con reticenza, per non parlare della fede che si cerca di trasmettere e che a quell'età viene messa in discussione. Ormai da tempo la nostra piccola, che a cinque-sei anni, con entusiasmo, partecipava al rosario in parrocchia, guidando anche la recita di una posta, andava a messa malvolentieri e rifiutava la proposta di approfondire il catechismo con me per supplire a quello piuttosto banale proposto dalla parrocchia, incentrato sui temi più disparati come amicizia, adolescenza, solidarietà e molto poco su Gesù Cristo e la Sua Chiesa, e ci giudicava strani, quando non pazzi e comunque sempre esagerati. L'abbiamo accompagnata in questo luogo meraviglioso in mezzo al bosco, lasciandola, imbronciata e diffidente, tra una quarantina di ragazzini e ragazzine che non conosceva, con la promessa che se non le fosse piaciuto non ci sarebbe tornata più. In una chiesa di un paesino poco distante ho acceso una candela davanti alla statua della Madonna affidando a Lei questa esperienza. Da una parte eravamo certi che il suo cuore potesse essere raggiunto, ma dall'altra la sua resistenza sembrava così forte da non lasciare spazio a troppe certezze sull'esito. L'esito, devo dire, è stato migliore di ogni più rosea aspettativa. D'altronde come in tutte le cose che fa il Signore. Se all'andata non vedeva l'ora di venir via, quando è arrivato il momento di ripartire non è stato facile convincerla a salutare e andare. Come non ricordare le parole del salmo 125? "Nell'andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni". Se le opere si giudicano dai frutti, come giustamente ci indica Gesù, questa è inequivocabilmente opera Sua. Don Stefano è uno strumento, come tutti gli animatori ed aiutanti che mettono a disposizione il loro tempo per supportarlo. L'impressione che ho avuto riprendendo mia figlia e sentendola raccontare questa esperienza è quella di uno sconvolgimento, un mutamento soprattutto di giudizio, dato dall'incontro con qualcosa di nuovo e affascinante che non aveva messo in conto. Il sentimento più evidente che ha manifestato è la meraviglia. "Mamma, tutta un'altra cosa". Che cosa? "Praticamente tutto". "Don Stefano è un sacerdote che crede veramente": evidentemente quelli incontrati sulla sua strada finora non le avevano trasmesso questa certezza della fede. "Quanto è bello stare tra cristiani": evidentemente non aveva fatto mai esperienza di comunità cristiana. E a noi genitori, prima scartati come pazzi, si è aperta la possibilità di una revisione del giudizio, perché forse l'esperienza che più l'ha toccata è stata quella di sentirsi a casa, di non sentirsi strana.
DOVE FIORISCE LA CHIESA SI INCONTRA GESÙ La nostra società ormai è talmente scristianizzata che chi prova a proporre davvero la fede si sente un extraterrestre. Normale, visto che Gesù stesso ci ha detto "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia" (Gv 15,18-19). Il problema è che questo accade anche dentro le realtà ecclesiali, spesso pervase e corrotte dal pensiero del mondo, in nome dell'inclusione e della misericordia che si traduce nel non distinguere più il bene dal male per non offendere la sensibilità di qualcuno. È la Chiesa liquida, figlia della società liquida dalla quale non vuole sentirsi odiata. Questo processo però mi fa ricordare un passo della Scrittura: "Come pecore sono avviate agli Inferi, sarà loro pastore la morte" (Salmo 49). Se non si distingue il bene dal male, l'uomo, naturalmente inclinato al male, si farà trascinare inevitabilmente verso il basso. Il campo-scuola, una full immersion di soli cinque giorni, ma evidentemente intensi, ha aiutato nostra figlia a maturare un giudizio sulla sostanza delle cose, o meglio, a distinguere ciò che ha sostanza da ciò che non ne ha, ciò che ha sapore da ciò che non ne ha. Inaspettatamente al ritorno è stata disponibile a riprendere l'approfondimento del catechismo, non come un peso, come gli appariva le poche volte che ero riuscita a proporglielo, ma con interesse e partecipazione. E non è stata l'esperienza giocosa che molti possono immaginare ad entusiasmarla. Ci ha raccontato la giornata: due ore di gruppo studio la mattina e due ore il pomeriggio. Ragazzini dagli undici ai tredici anni. Se quanto proposto non fosse stato ricco di sostanza sarebbero fuggiti a gambe levate. E poi mi ha colpito un'altra cosa del suo racconto: "Nel tempo libero Don Stefano era spesso presente e potevamo fargli delle domande o parlare", per cui anche il tempo libero che poteva essere dedicato al gioco veniva magari impiegato ad approfondire qualcosa. E, meraviglia delle meraviglie, il momento più bello? Quello del silenzio. Mezz'ora di silenzio per la riflessione personale ogni giorno. Ce li vedete i ragazzini undici-tredici anni? No, perché nessuno li prende sul serio e nessuno gli propone qualcosa di interessante. È il segno della vittoria sul mondo della nostra fede. Allora io ho un suggerimento per le alte cariche della Chiesa: smettete di inventare strategie pastorali (ho visto addirittura che sono proposti dei master di pastorale!) e di rincorrere il mondo per allargare le fila dei fedeli che puntualmente invece si riducono. Dice sempre mio marito che qualunque azienda con un minimo di spirito di sopravvivenza di fronte agli evidenti risultati fallimentari di questo metodo avrebbe cambiato strategia. Guardate dove crescono i frutti e proponete Gesù, la Sua Parola e la dottrina di sempre della Sua Chiesa e la vedrete fiorire come a Staggia, dove non è stato seminato altro che questo, e da tutta Italia ce ne andiamo a nutrire. E dove fiorisce la Chiesa si incontra Gesù e il nostro cuore e quello di ogni uomo della terra, che ricerca Lui, in Lui trova pace.
Nota di BastaBugie: per informazioni sugli esercizi spirituali descritti nell'articolo, clicca qui! Per i campi estivi, clicca qui!
Ecco l'articolo scritto a distanza di un anno da quello precedente:
UN ANNO DOPO, LETTERA AGLI ANIMATORI DI PERNINA di Miria Ciucci Vorrei ringraziare per questa nuova esperienza vissuta da nostra figlia Maria a Pernina quest'anno. Maria in questo anno che ha separato le due esperienze è molto cambiata, lasciando molto del suo essere bambina per affacciarsi a quella fase intermedia di passaggio al mondo degli adulti. In questa fase non vuole tanto intorno i suoi genitori e rivendica la sua autonomia. In questo contesto mio marito temeva che il campo estivo non riscuotesse lo stesso interesse dell'anno scorso, mentre io ero fiduciosa perchè da ciò che ti ha toccato il cuore puoi allontanarti se manca una frequentazione, ma ritrovandolo non puoi rimanere indifferente. Avevo ragione io, grazie a Dio. Maria è tornata ancor più contenta dell'anno scorso. L'anno scorso tutto era nuovo e diverso dal suo quotidiano quindi in un certo senso era più semplice il coinvolgimento, quest'anno sapeva cosa avrebbe trovato, ma è rimasta sorpresa nel trovare di più. Nel campo superiori ha apprezzato di più i contenuti e anche il maggior spazio di silenzio, ha trovato una maggiore profondità che ha molto apprezzato. Dopo il lungo viaggio di ritorno, appena varcata la soglia di casa, ieri sera alle 23:30 la prima domanda è stata: quando torniamo a Staggia? La mia risposta, il 1° ottobre per il ritrovo del campo, non è piaciuta. Troppo tempo da aspettare. Intanto ha già deciso di voler partecipare agli esercizi spirituali riservati agli adolescenti a Rosano dove potrà vivere questa ulteriore esperienza con gli amici di Pernina e, ovviamente, Don Stefano. Magari sarà la prima ad essersi iscritta, come anche noi genitori già prenotati da tempo al turno per gli adulti. Intanto ringraziamo di cuore per tutto quello che avete offerto a questi ragazzi, di valore inestimabile e merce assai rara ormai anche dentro la Chiesa. Si capisce che dietro c'è un grandissimo impegno, non solo di don Stefano, ma anche di chi collabora con lui, in primo luogo gli animatori adulti che mettono a disposizione le proprie ferie per questa missione, cosa per niente scontata. Le ferie in genere servono per riposare, spese così di certo non sono di riposo. Davvero una grande missione, una luce nelle tenebre di questo mondo. Davvero grazie di cuore.
Fonte: Blog di Aldo Maria Valli, 16 agosto 2022
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NUOVA MODA: IL COMPOSTAGGIO DEI DEFUNTI
Il cadavere viene posto insieme a microbi e batteri per ottenere una sorta di terreno ricco di sostanze nutritive (abbandonato Cristo, si torna al paganesimo)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 3 ottobre 2022
La nuova frontiera dell'orrore si chiama «compostaggio umano» ed è già realtà in diverse regioni degli Stati Uniti: si tratta di un nuovo metodo di smaltimento dei corpi dei defunti, metodo che consiste appunto nel compostaggio dei loro resti e nell'utilizzo del ricavato per fertilizzare gli alberi. Aberrante. Ciò accade già negli Stati di Washington per primo, poi New York, in Oregon ed in Colorado: dal 2027 accadrà anche in California, dove lo scorso 18 settembre il governatore, Gavin Newsom, democratico, ha firmato la legge Assembly Bill 351, che autorizza tale pratica, caldeggiata dal deputato Cristina Garcia, pure democratica, convinta che tale metodo sia più economico e più ecologico della sepoltura tradizionale. Ma la modalità è lontana anni luce dal concetto di corpo come «tempio dello Spirito», contenuto nel Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 364, concetto che implica la pia usanza di seppellire i defunti con riverenza e grande dignità, non certo di trattarli come humus. Come si svolge la pratica del «compostaggio umano»? Il cadavere viene posto in un contenitore d'acciaio riutilizzabile e coperto di trucioli di legno, erba medica ed altri materiali biodegradabili, assieme a microbi e batteri, per consentirne la decomposizione entro un mese, un mese e mezzo, fino a trasformarsi in una sorta di terreno ricco di sostanze nutritive.
COSA DICE LA CHIESA Prevedibilmente i vescovi statunitensi si sono già opposti con vigore alla nuova normativa. La resurrezione di Cristo ha indicato con chiarezza il futuro eterno tanto per il nostro corpo quanto per la nostra anima, come si legge nel Catechismo: «Con la morte, separazione dell'anima e del corpo, il corpo dell'uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella Sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi, riunendoli alle nostre anime, in forza della risurrezione di Gesù» (n. 997). Il «compostaggio umano» ne rappresenta l'antitesi. Secondo Environmental Advocates of New York si tratterebbe di un'alternativa ecologica, in linea coi programmi di riduzione delle emissioni di carbonio e di contrasto al cambiamento climatico. In realtà, si pone in contrasto con la fede della Chiesa, poiché ricade nel divieto previsto dall'Istruzione Ad resurgendum cum Christo, emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nell'agosto 2016, la stessa che proibisce di disperdere le ceneri dei defunti o di tenerle in casa. In essa si legge: «La Chiesa raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti vengano seppelliti nel cimitero o in altro luogo sacro», ritenendo essere l'inumazione «la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale». Spiega: «Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne e intende mettere in rilievo l'alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia. Non può permettere, quindi, atteggiamenti e riti, che coinvolgano concezioni errate della morte, ritenuta sia come l'annullamento definitivo della persona, sia come il momento della sua fusione con la Madre natura o con l'universo», esattamente ciò invece in cui cade in pieno il concetto e la pratica del «compostaggio umano».
LA PRATICA DELLA SEPOLTURA È DA PREFERIRE Aggiunge ancora la Congregazione per la Dottrina della Fede: «La sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti, che mediante il Battesimo sono diventati tempio dello Spirito Santo e dei quali, "come di strumenti e di vasi, si è santamente servito lo Spirito per compiere tante opere buone"». La pratica della sepoltura, inoltre, «favorisce il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana, nonché la venerazione dei martiri e dei santi», custodendo così «la comunione tra i vivi e i defunti», evitando di «privatizzare l'evento della morte ed il significato che esso ha per i cristiani». Anche il fatto che negli Stati Uniti il "compost umano" ottenuto venga restituito alla famiglia, affinché scelga se spargerlo nel proprio giardino o donarlo ad una struttura di conservazione, non va bene. Si specifica opportunamente nell'Istruzione Ad resurgendum cum Christo: «La conservazione delle ceneri nell'abitazione domestica non è consentita», né è possibile la loro spartizione «tra i vari nuclei familiari». Non solo: «Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell'aria, in terra o in acqua o in altro modo». In una parola, la pratica del «compostaggio umano» è assolutamente e totalmente anticristiana, oltre che disumana. E non a caso è stata subito fatta propria, accolta e normata da Stati a guida democratica, quali Washington, New York, Oregon, Colorado e California. A riprova, caso mai ve ne fosse bisogno, di quanto immanente, materialista e positivista, quindi errata, sia una concezione progressista della persona e del mondo.
Nota di BastaBugie: a seguire alcuni articoli da noi rilanciati sul tema della cremazione.
IL NUOVO DOCUMENTO DELLA CHIESA SULLA CREMAZIONE Consigliata la sepoltura e vietati gli abusi nella conservazione delle ceneri (VIDEO: intervista Prefetto della Dottrina della Fede) da Congregazione per la Dottrina della Fede https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4443
LA CREMAZIONE INDICA LA PERDITA DI IDENTITA' CATTOLICA Nemmeno la Rivoluzione francese riuscì a far passare la cremazione, ma nell'Ottocento la massoneria... di Vittorio Messori https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4449
CREMAZIONI IN AUMENTO, ORA LA CEI CORRE AI RIPARI La Chiesa proibisce la dispersione delle ceneri e sconsiglia la cremazione preferendo la sepoltura, sull'esempio di Cristo https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3735
CREMAZIONE. UNA PRATICA CHE NON APPARTIENE ALLA TRADIZIONE CRISTIANA di Maurizio Ceriani https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1341
Fonte: Radio Roma Libera, 3 ottobre 2022
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LA SCORRETTEZZA DI MATTARELLA CHE BLINDA IL GOVERNO SULLE POLITICHE CLIMATICHE
Il presidente della Repubblica ha dato pieno sostegno agli scienziati catastrofisti e si è impegnato a vigilare sul prossimo governo... rifiutandosi di ricevere altri scienziati che negano l'emergenza climatica
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 settembre 2022
«Trasmetterò le vostre sollecitazioni di impegno sistemico sul clima al nuovo governo e seguirò con particolare attenzione quello che verrà fatto». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato il proprio sostegno agli scienziati che gli hanno consegnato l'appello-manifesto, che ha raccolto oltre 200mila firme, lanciato dal quotidiano Repubblica e dal solito gruppetto di scienziati che hanno fatto dell'allarmismo climatico la loro vera professione. Si tratta di un manifesto che, in occasione delle elezioni, rilanciava le solite previsioni di catastrofi climatiche provocate dall'uomo che - forse - si potranno evitare solo alle condizioni dettate da loro stessi. Un altro modo per assicurarsi che, pur cambiando il governo, non venga messa in discussione la notevole torta di finanziamenti e di nomine che il mito dell'emergenza climatica ha assicurato finora e promette di riservarne ancora di più in futuro. E Mattarella si ritaglia così il ruolo di garante di questa operazione che intende mettere un'ipoteca sul prossimo governo, magari blindando già il ministero della Transizione ecologica.
PETIZIONE SUL CLIMA Non si tratta solo di formalità istituzionale. La responsabilità del Presidente della Repubblica è grave perché ha ignorato un altro appello di segno contrario proveniente da scienziati italiani e mondiali che nell'agosto scorso avevano sfidato i promotori del manifesto pubblicato da Repubblica a un pubblico "duello" scientifico sul tema. Mattarella ha risposto picche anche a una loro richiesta di incontro per spiegargli più dettagliatamente la loro posizione scientifica. Convinti che non ci sia alcuna emergenza climatica e che non ci sia alcuna prova della correlazione tra aumento della concentrazione di Co2 e aumento delle temperature, i firmatari della "Petizione italiana sul clima" avevano invitato i loro antagonisti a scegliere una sede istituzionale in cui svolgere questo confronto. Ovviamente la loro sfida non è stata raccolta da chi sa di avere già i politici nella propria tasca e non ha alcuna intenzione di mettere in discussione la propria posizione di rendita; ma è più grave che sia stato il Presidente della Repubblica a non volere ascoltare questa voce di scienziati altamente qualificati a parlare di clima. E ricordiamo che stiamo parlando dello stesso presidente della Repubblica che non ha avuto alcun problema a trovare del tempo per ricevere e incensare Greta Thunberg giusto un anno fa.
LA SCIENZA AL VOTO Questo sta a dimostrare ulteriormente che le politiche climatiche hanno molto a che fare con la politica e ben poco con la scienza. Non per niente tutto lo sforzo dei promotori dell'appello di Repubblica, riuniti nel comitato pomposamente chiamato "La Scienza al voto", è stato per creare una blindatura politica attorno alle loro richieste e per accreditarsi come unico interlocutore del Parlamento e del governo. È così che hanno fatto firmare a tutte le forze politiche, poco prima del voto del 25 settembre, una dichiarazione comune in cui ci si impegna a costituire nella nuova legislatura un Consiglio Scientifico Clima e Ambiente che «dovrà svolgere un compito di supporto tecnico alle decisioni di Governo e Parlamento». In pratica si vuole bissare sul tema del clima l'esperienza del famigerato Comitato tecnico-scientifico sanitario che ha già fatto disastri durante la pandemia. Purtroppo tale impegno è stato sottoscritto anche dai partiti del centrodestra, a ulteriore dimostrazione di una debolezza culturale e di una sudditanza nei confronti della sinistra. L'unica speranza è che, forti della maggioranza assoluta in Parlamento, i partiti del centrodestra - Fratelli d'Italia in testa - abbiano la volontà e la forza di perseguire davvero il bene comune ed evitare di seguire la sinistra sulla strada del suicidio energetico ed economico con il pretesto delle politiche "green". Significa scegliere un ministro dell'Ambiente competente e aperto ad ascoltare davvero le diverse opinioni scientifiche; e rifiutare la creazione di questo nuovo Comitato tecnico-scientifico o, almeno, mantenerlo a un livello puramente consultivo e comunque aperto alla presenza anche dei climatologi che sono critici nei confronti dell'allarmismo climatico.
DOSSIER "SERGIO MATTARELLA" Il presidente catto-comunista Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 settembre 2022
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SI SUICIDA UNA COPPIA DI SEGUACI DI RAMTHA
La medium a capo della setta è riuscita a convincere milioni di persone, soprattutto grazie alla televisione, di essere la portavoce di un guerriero di 35.000 anni fa... ed è diventata milionaria
Fonte Sito del Timone, 24 maggio 2022
Paolo Neri, originario di Marino (in provincia di Roma), e Stefania Platania, anche lei di Roma, rispettivamente di 67 e 65 anni, si sarebbero suicidati «contemporaneamente» a colpi di arma da fuoco. Erano ex dipendenti del Senato italiano, in pensione. Vivevano a Roma, ma quando potevano amavano trascorrere qualche giorno a Spinello di Santa Sofia, un piccolo paese dell'Appennino forlivese, in provincia di Forlì-Cesena, dove, una decina di anni fa, avevano comprato casa. La stessa casa dove la notte del 21 maggio, in camera da letto, sono stati trovati morti con due pistole accanto ai corpi. «Il giorno prima hanno partecipato a un'assemblea pubblica cittadina e non sono stati colti segnali che una cosa del genere potesse accadere tra amici e conoscenti», dice Daniele Valbonesi, sindaco di Santa Sofia. «Non li conoscevo personalmente, ma so che venivano spesso in città. Avevano amici, erano stimati». Rossella Capuano, comandante dei Carabinieri di Meldola, che ha coordinato le attività, non ha dubbi sull'ipotesi del doppio suicidio.
UN BUNKER PER LA FINE DEL MONDO «Il medico legale ha riscontrato in entrambi un foro di uscita del proiettile nella parte occipitale del cranio e, visto il copioso afflusso di sangue dalla cavità orale, si presume che si siano suicidati puntandosi la pistola alla bocca. Abbiamo anche trovato un post-it sul comodino in camera da letto con scritto "nella speranza di poter trovare un posto migliore"». Riguardo alle cause che hanno portato la coppia a un atto così estremo, il comandante esclude problemi economici o sanitari. «Sappiamo che stavano bene. Certo, erano persone con una mentalità particolare. Si erano trasferiti a Spinello nel 2012, quando si temeva la fine del mondo e Spinello veniva indicato come l'unico posto al mondo che si sarebbe salvato. Avevano costruito un bunker sotto casa, facevano una scorta infinita di viveri». Nel 2001 i seguaci di Ramtha indicarono il piccolo agglomerato dell'Appennino Tosco-Romagnolo come un luogo "benedetto", ideale per trascorrere il fatidico giorno profetizzato dai Maya come la fine del mondo: il 21 dicembre 2012. «Sono tante persone che, da allora, hanno scelto Spinello come loro seconda casa. Alcuni hanno installato pozzi, serbatoi d'acqua, bunker. Come hanno fatto Paolo Neri e Stefania Platania», conferma il comandante.
RAMTHA, MARCHIO REGISTRATO Spinello sin dai primi anni del 21° secolo ha accolto circa 70 membri della Ramtha School of Enlightenment, una setta spirituale americana New Age, nata vicino alla città rurale di Yelm, una piccola cittadina degli Stati Uniti situata nello Stato di Washington, nella Contea di Thurston e che in Italia organizza regolarmente eventi per un massimo di 2.000 persone in questo paese della Romagna. La scuola è stata fondata nel 1988 da JZ Knight, una medium, che afferma di incarnare Ramtha, un saggio guerriero di Atlantide che si manifesta proprio attraverso la controversa medium, il cui vero nome è Judith Darlene Hampton, 76 anni. La "medium" JZ Knight è riuscita a convincere milioni di persone, soprattutto grazie alla sua presenza in televisione, di essere davvero la portavoce dello spirito di Ramtha, un guerriero di 35.000 anni fa. Ed è in questo modo che la signora è diventata milionaria (il nome stesso - Ramtha -, "colui che è illuminato", è un marchio registrato). Secondo i seguaci della setta, l'antico guerriero Ramtha "tornò" nel 1977 per parlare esclusivamente tramite Knight, che sarebbe stata la sua compagna ai tempi di Atlantide. Profezie stravaganti, ma che hanno permeato anche l'Italia, e che nel 2012 hanno portato molti seguaci nel comune di Spinello. In paese, però, sono convinti che non ci sia alcun legame tra la la comunità e il suicidio, e che la coppia avesse già smesso da tempo di seguire la Ramtha's School of Enlightenment, come confermato dalla stessa fondatrice in un comunicato in cui esprime le proprie condoglianze: «Lo staff e gli studenti della RSE, noi tutti inviamo le nostre preghiere alle famiglie, agli amici e membri della comunità di Spinello che sono stati colpiti dalla morte di Paolo e Stefania. E ai loro figli, sappiamo che le parole non possono consolarvi per una tale perdita, ma sappiate che i nostri cuori sono con voi» Aggiungendo: «Paolo Neri e Stefania Platania hanno frequentato i corsi della RSE tra il 2003 e il 2012. La RSE non ha avuto contatti con loro dall'ultima volta che hanno partecipato a un seminario 10 anni fa». Per ora il mondo non è finito. Ma questa setta americana New Age continua a far discepoli nel campo della "religiosità alternativa", che cerca in tutti i modi di colmare il bisogno di sentirsi amati, intrappolando l'uomo in se stesso. Al contrario del primo comandamento "non avrai altro Dio all'infuori di me" quello che propongono è "non avrai altro Dio all'infuori di te". Storie come questa - per quanto molto resti da chiarire e accertare - ci ricordano che, anche se non se ne parla molto, le sette sono attive. E rappresentano la punta dell'iceberg di un fenomeno articolato basato principalmente sulla distorsione dei bisogni spirituali delle persone.
Fonte: Sito del Timone, 24 maggio 2022
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BEATO GIOVANNI PAOLO I, PAPA PER SOLO UN MESE
Albino Luciani si oppose al fronte socialcomunista alle elezioni del 1948, sciolse la sezione veneziana della FUCI perché favorevole al divorzio nel referendum del 1974, morì in circostanze mai chiarite a 66 anni
Autore: Cecilia Nonnato - Fonte: Corrispondenza Romana, 31 agosto 2022
Per motto episcopale, Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I, beatificato domenica 4 settembre a San Pietro da papa Francesco, scelse quello di san Carlo Borromeo: Humilitas, termine andato in disuso nei nostri tempi, ricchi di vanagloria, non solo in ambito pubblico, ma anche privato, che privato spesso e volentieri non è più a causa dell'uso smodato e bulimico dei Social, dove l'edonismo esasperato fa da padrone sulle coscienze. Una volta affermò: «Dio certe cose grandi ama talvolta scriverle non sul bronzo o sul marmo, ma addirittura sulla polvere, affinché, se la scrittura resta, non scompaginata o dispersa dal vento, risulti chiaro che il merito è tutto e solo di Dio». [...] Qualcuno nel presentare la figura di Giovanni Paolo I evoca elementi come ecumenismo, liberalismo, relativismo... ma per conoscere veramente chi era occorre informarsi, studiare, raccogliere fonti. [...] Il suo pontificato, dal 26 agosto al 28 settembre del 1978, anche con la sua fulminea e tragica morte, suscitò aspettative e grandi speranze in una Chiesa entrata in profonda crisi di fede, di morale, di vocazioni e in una società del benessere materiale, ma del malessere spirituale, inquieta e ribelle, dove i valori perdevano ogni giorno di più consistenza e perfino senso.
I PRIMI QUARANT'ANNI Nacque a Canale d'Agordo 110 anni fa, il 17 ottobre 1912, in provincia di Belluno, in una povera famiglia, dove si pativa veramente la fame, ma si conosceva la fede. Suo padre era Giovanni Luciani (1872-1952) e sua madre Bortola Tancon (1879-1948). Nell'ottobre del 1923 Albino entrò ad appena 11 anni nel Seminario interdiocesano minore di Feltre e in seguito, nel 1928, nel Seminario interdiocesano maggiore di Belluno. Fu ordinato diacono il 2 febbraio 1935 e sacerdote il 7 luglio di quell'anno nella chiesa rettoriale di San Pietro Apostolo a Belluno. Nominato cappellano e vicario cooperatore di Canale d'Agordo, di lì a poco venne trasferito ad Agordo, dove fu cappellano fino al luglio del 1937 e dove insegnò religione all'Istituto minerario, e poi al Seminario Gregoriano di Belluno (1937-1958), per divenire dal 1937 al 1947 vice-rettore. Il 27 febbraio 1947 si laureò in Sacra teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. In prossimità delle elezioni politiche dell'aprile 1948 collaborò alla campagna di propaganda contro il fronte socialcomunista, sottolineando l'impossibilità di aderirvi per i cattolici. Inoltre, per tutta la sua esistenza ebbe una cura particolare per la catechesi, alla quale riservò un posto centrale nella sua azione pastorale a Vittorio Veneto, a Venezia, a Roma. Per Luciani era necessaria un'istruzione catechetica sana e capillare. Da buon veneto aveva di fronte a sé l'esempio di san Pio X. Nel 1954 divenne vicario generale della diocesi di Belluno e il 30 giugno 1956 fu nominato canonico della cattedrale di Belluno, fino a quando Giovanni XXIII, il 27 dicembre 1958, nella basilica di San Pietro, lo consacrò vescovo di Vittorio Veneto, dove si insidiò l'11 gennaio 1959, incontrando, suo malgrado, e scontrandosi con il malaffare interno alla Chiesa. Subito iniziò, a tappeto, le visite pastorali nelle parrocchie.
DA PATRIARCA DI VENEZIA A SOMMO PONTEFICE I rapporti e i fatti torbidi che allacciavano figure ecclesiastiche e mondi finanziari vennero da lui attenzionati scrupolosamente, anno dopo anno, formandosi un bagaglio di presa d'atto della situazione, nell'attesa di poter avere lo spazio idoneo per operare ad una sanificazione morale. Fu elevato a patriarca di Venezia il 15 dicembre 1969 e il 5 marzo 1973 fu creato cardinale del titolo di San Marco da papa Paolo VI. Proprio a Venezia, Luciani ebbe modo di verificare le manovre che i poteri occulti, soprattutto la massoneria, conducevano attraverso il Banco Ambrosiano e come personalità del livello del monsignore statunitense Paul Marcinkus dello IOR (Istituto per le Opere di Religione) operassero maneggi finanziari con le grandi banche straniere. Non bisogna dimenticare che, dal punto di vista dottrinale, ampi settori progressisti nella Chiesa ritenevano possibile il dialogo tra cattolici e massoni. Nel 1974, in occasione della campagna elettorale per il referendum sul divorzio, sciolse la sezione veneziana della FUCI, la Federazione degli universitari cattolici, perché si era mostrata favorevole al no all'abrogazione della Legge Fortuna, contrariamente alle indicazioni della sua Curia. Come Patriarca di Venezia approfondì la conoscenza delle trame massoniche e finanziarie attraverso delle precise indagini, che molte figure di potere non gradirono. Divenne Pontefice con sommo sgomento, sentendosi inadeguato a questo tremendo incarico di responsabilità, non solo di carattere umano, ma anche soprannaturale. Quella elevatezza dell'onore di guidare la Chiesa, ed una Chiesa in piena crisi, con l'obiettivo di sanare le ingerenze massoniche, lo condusse ad una grande sofferenza, ma anche alla morte, naturale o indotta che sia stata. A tutt'oggi non si hanno prove certe in un caso come nell'alto.
L'INCONCILIABILITÀ FRA CATTOLICESIMO E MARXISMO Fra il 1962 e il 1965 partecipò al Concilio ecumenico Vaticano II, senza prendere mai la parola durante i lavori. L'esperienza conciliare lo indusse a valorizzare la Bibbia come strumento pastorale nell'esposizione della tradizionale teologia, a dimostrazione del fatto che la contrapposizione fra Scrittura e tradizione, allora in voga fra i teologi progressisti, era destituita di fondamento. Ingenuamente, rimase sempre convinto - o forse fu un suo illusorio auspicio - che il rinnovamento teologico promosso dal Concilio Vaticano II fosse una questione circoscritta alla pastoralità. Respinse con fermezza l'adozione da parte dei cattolici delle metodologie di critica economica e politica propugnate dai movimenti di ispirazione marxista e si oppose pubblicamente a ogni ipotesi di «apertura a sinistra» o di rottura dello schieramento cattolico a favore dei partiti socialista o comunista in occasione delle scadenze elettorali. Nel corso degli anni Settanta, ribadì più volte l'inconciliabilità fra cattolicesimo e marxismo, in cui scorgeva un programma di radicale scristianizzazione. Come patriarca di Venezia visse le tensioni sociali e politiche (sono gli anni del referendum abrogazionista sul divorzio, 1974, e sono gli anni di piombo), che ben presto consolidarono una significativa frattura fra il Patriarca e quella parte del clero e del laicato cattolico veneziani che erano più inclini a sperimentare nuovi criteri di azione nella pastorale e nella liturgia. Fu un estimatore del convertito Gilbert Keith Chesterton, al quale scrisse una lettera, nella quale si legge: «Il progresso con uomini che non riconoscono in Dio un unico padre, diventa un pericolo continuo: senza un parallelo processo morale, interiore e personale, esso - quel progresso - sviluppa, infatti, i più selvaggi fondacci dell'uomo, fa di lui una macchina posseduta da macchine, un numero maneggiatore di numeri» (Giovanni Paolo I (Albino Luciani), Illustrissimi. Lettere ai Grandi del passato, pp. 29-31). Giovanni Paolo I rimase fedele al battesimo, ricevuto nella pieve di San Giovanni Battista, nel cuore delle Dolomiti, fino alla fine dei suoi giorni, quando i cattolici di tutto il mondo rimasero scossi e profondamente addolorati per quell'improvvisa e inspiegabile morte.
Nota di BastaBugie: per approfondire la figura di papa Giovanni Paolo I si può leggere il libro di Cristina Siccardi "Giovanni Paolo I. Una vita per la fede e per la Chiesa", edito dalle Paoline Editoriale Libri. Per acquistarlo, clicca qui!
Fonte: Corrispondenza Romana, 31 agosto 2022
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OMELIA XXVIII DOM. T.ORD. - ANNO C (Lc 17.11-19)
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Il tema del Vangelo di oggi è la gratitudine. Gesù si stava recando a Gerusalemme quando gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali supplicavano: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi» (Lc 17,13). La legge ebraica prescriveva che i lebbrosi dovevano vivere appartati, ai margini della società, per evitare il rischio del contagio. La loro era una situazione drammatica; il loro allontanarsi dalla società era quasi sempre un viaggio senza ritorno. Una eventuale guarigione doveva essere costatata da un sacerdote che riammetteva quella persona nella società in seguito all'offerta di un sacrificio. Tra quei dieci lebbrosi vi era anche un samaritano. I samaritani non erano ben visti dai giudei. L'evangelista Luca, in altri passi del suo Vangelo, ci fa comprendere come essi erano guardati con disprezzo a causa della loro ibrida origine etnica e religiosa. Gesù andò contro quella mentalità additando come modello di carità fraterna il buon Samaritano (cf Lc 10,33-37). La stessa sciagura aveva accomunato un lebbroso samaritano a nove lebbrosi giudei. Certamente essi avevano sentito parlare di Gesù, dei suoi miracoli, della sua compassione verso i miseri. Animati da quella speranza, si fecero coraggio e si avvicinarono al Maestro per chiedere la grazia. Non la chiesero esplicitamente, ma si limitarono a invocare pietà; fu Gesù stesso che andò incontro al loro più profondo e straziante desiderio, invitandoli a recarsi dai sacerdoti: «Andate a presentarvi ai sacerdoti» (Lc 17,14). Solo i sacerdoti potevano, una volta accertata la guarigione, riammetterli nella vita sociale e religiosa di Israele. Da notare che la grazia non era stata ancora fatta e Gesù li mandò dai sacerdoti. In un'altra circostanza, il Signore mandò un lebbroso dal sacerdote dopo averlo miracolato (cf Lc 5,14). Per quale motivo, nell'episodio del Vangelo di oggi, Gesù mandò quei dieci lebbrosi dai sacerdoti prima ancora di averli guariti? È chiaro che Gesù volle mettere alla prova la fede di quegli infelici. La guarigione, infatti, avvenne mentre i dieci erano in cammino. Avvenuto il miracolo, soltanto uno tornò indietro per ringraziare. Quell'uomo era proprio il samaritano. Gli altri nove proseguirono per raggiungere i sacerdoti e ritrovare quindi la sospirata libertà; soltanto il povero samaritano sentì la necessità di fermarsi e di tornare indietro. Egli si gettò ai piedi di Gesù e lo ringraziò di cuore (cf Lc 17,16). L'episodio culmina con l'affermazione risentita di Gesù: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?» (Lc 17,17-18). E poi disse al samaritano: «Alzati e va'; la tua fede ti ha salvato» (Lc 17,19). Nella Bibbia la lebbra è il simbolo del peccato. Di questa lebbra siamo stati infetti tante volte, e Gesù ci ha guariti con il suo perdono. Anche se siamo molto pentiti, però, Gesù ci manda dai sacerdoti per ricevere l'assoluzione sacramentale. La Chiesa ci ricorda con forza che, anche se grande è il nostro pentimento, in caso di peccato mortale, prima di ricevere la Comunione, dobbiamo confessare i nostri peccati dal sacerdote e riceverne l'assoluzione. Ricordiamocelo sempre. Siamo stati beneficati tante e tante volte da Gesù. Pensiamo a quante volte abbiamo ricevuto il perdono di Dio attraverso il sacramento della Confessione e abbiamo ricevuto la Comunione. Domandiamoci: abbiamo sempre ringraziato, oppure ci siamo comportati come gli altri nove lebbrosi? Vogliamo dunque prendere un proposito pratico quest'oggi, quello di fare bene il ringraziamento dopo la Comunione. Non dobbiamo e non possiamo andarcene via come se niente fosse. Dentro di noi abbiamo Gesù. Fermiamoci, per quanto è possibile, a parlare familiarmente con Lui. Durante il quarto d'ora che segue la Comunione, Gesù è realmente presente dentro di noi, nel nostro cuore, finché perdurano le sembianze del Pane eucaristico. Non sprechiamo malamente quei minuti che sono i più importanti della nostra giornata. Adoriamo e ringraziamo, come ha fatto il povero lebbroso. Inoltre, abituiamoci a ringraziare Gesù ogni volta che riceviamo il suo perdono nel sacramento della Confessione. Non è una cosa da poco essere perdonati da Dio. Ricordiamocelo sempre: quanto più ringrazieremo, tanto più riceveremo. La mancanza di gratitudine, al contrario, allontana da noi i benefici di Dio.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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