BastaBugie n�812 del 15 marzo 2023

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1 ZAIA DIMOSTRA CHE IL CENTRODESTRA SOMIGLIA ALLA SINISTRA
Il governatore del Veneto (Lega) spinge sul cambio di sesso perché secondo lui non è contro natura ed è un gesto di civiltà, ma sbaglia (meglio guardare ai politici conservatori americani perché l'Italia è condannata)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 L'AUTODISTRUZIONE DEL MONDO E' GIA' INIZIATA
L'obiettivo finale è una drastica riduzione della popolazione da ottenere con sterilizzazioni di massa, educazione sessuale completa, legalizzazione della pedofilia, ecc.
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
3 IL FILM SU PADRE AMORTH FALSIFICA LA REALTA'
L'Associazione internazionale degli esorcisti sostiene che il film con protagonista Russell Crowe ha ben poco a che vedere sia con il vero padre Amorth, sia con gli stessi esorcismi (VIDEO: Padre Amorth a Rai Uno)
Fonte: Sito del Timone
4 LA DITTATURA MONDIALE DEL ''TRATTATO PANDEMICO''
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito una serie di misure legalmente vincolanti per controllare gli Stati nelle future pandemie
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 BASTA PADRINI E MADRINE SOLO PER LE FOTO
Vista la difficoltà a trovare padrini con i requisiti richiesti, alcune diocesi (tra cui Ventimiglia-Sanremo e Palermo) hanno eliminato questa figura per battesimi e cresime, mentre quella di Genova ha messo un freno
Autore: Federica Di Vito - Fonte: Sito del Timone
6 LA SANTITA' DI MAMMA MARGHERITA, LA MADRE DI DON BOSCO
La venerabile Margherita Occhiena non è protagonista di eventi straordinari, quanto piuttosto ebbe una vita umile e nascosta vissuta al fianco dello straordinario figlio
Autore: Fabio Arduino - Fonte: santiebeati.it
7 OMELIA IV DOM. DI QUARESIMA - ANNO A (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - ZAIA DIMOSTRA CHE IL CENTRODESTRA SOMIGLIA ALLA SINISTRA
Il governatore del Veneto (Lega) spinge sul cambio di sesso perché secondo lui non è contro natura ed è un gesto di civiltà, ma sbaglia (meglio guardare ai politici conservatori americani perché l'Italia è condannata)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13 marzo 2023

La Regione Veneto ha "approvato con voti unanimi e palesi" la seguente delibera: "si propone [...] di concentrare nell'Azienda Ospedale-Università di Padova la presa in carico degli assistiti con disturbi di identità di genere, in quanto costituisce attualmente la sede professionalmente più adeguata per il Centro di riferimento regionale".
In merito a questa delibera il governatore Luca Zaia rilascia un'intervista a Il Gazzettino in cui afferma che questo centro che permette il "cambiamento" di sesso "per me è un segno di civiltà". E poi aggiunge: "Bisogna uscire, per chi ancora lo avesse, da quel tabù. Ormai il Veneto guarda alla modernità, all'inclusività, al rispetto umano. Occorre capire che non stiamo parlando di cose fantascientifiche o di comportamenti contro la natura. Si tratta fondamentalmente di pochi casi [...] relativi a persone che non si riconoscono nel loro genere. Come si dice, sono nate nel corpo sbagliato".
Nostro commento: come scrivevamo qualche tempo fa, il "cambiamento di sesso" è atto intrinsecamente disordinato perché "il sesso è aspetto identitario della persona. Attenzione: non il sesso in generale, bensì il sesso maschile è elemento identitario per gli uomini e il sesso femminile è elemento identitario per le donne". Dunque i cromosomi XY e XX non sono aspetti accessori della persona, ma indicano un'appartenenza sessuale che attiene all'identità della stessa. Quindi il corpo sessuato non può mai essere un corpo sbagliato, come sostiene Zaia, perché il sesso maschile e il sesso femminile mai possono costituire delle patologie. Sarà semmai la psiche della persona che, per vari motivi, starà errando, non volendo accettare la propria identità sessuale e volendo costruirne un'altra che risulterà quindi essere aliena alla sua vera identità, contraria alla sua natura. Quindi la scelta di "cambiare" sesso, diversamente da quanto affermato da Zaia, è una scelta contro natura.

CONFUSIONE TOTALE
Il governatore poi aggiunge che "basterebbe conoscere l'embriogenesi che io ho studiato all'Università, per capire come si determina il carattere sessuale nell'embrione e quando in alcuni casi il carattere non è così determinato o determinante. Ecco perché dico che per me è un fatto di civiltà". Vero è che ci possono essere alterazioni a livello cromosomico, ma ciò non pregiudica l'individuazione del vero sesso della persona. Ad esempio esiste la sindrome della tripla X, ma le persone che ne sono affette sono e rimangono donne, seppur con un cromosoma X in più. Poi esistono altre patologie a causa delle quali non c'è corretta trasmissione dell'identità sessuale indicata a livello cromosomico ai caratteri primari (gonadi) e secondari (distribuzione dei peli, timbro della voce, sviluppo dei muscoli, etc.). Zaia al Corriere fa riferimento anche all'ermafroditismo, alterazione rara che attiene al primo caso, in cui nella persona sono presenti tessuti sia ovarici che testicolari. In tutti questi casi il sesso della persona è comunque individuabile con certezza perché è quello genetico, contrariamente a ciò che ha dichiarato Zaia. Riguardo a tali disfunzioni, il percorso clinico, anche tramite supporto psicologico, dovrà tentare, laddove è possibile ed efficace, di configurare i caratteri primari e secondari in modo consono al sesso cromosomico.
Continuiamo con le dichiarazioni del governatore: "L'amministratore non può avere una visione egoistica e personalistica. È un po' come quando si parla di fine vita. Non si può dire: finché ci sono io, questi temi non verranno toccati. O come quando si discute di aborto: approvare la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, non significa essere a favore di quella pratica, ma assicurare l'esercizio di un diritto, che è un'altra roba". E al Corriere: "se dici che sei a favore della legge sull'aborto, non è che sei un abortista: ti tieni le tue idee personali ma riconosci che le libertà altrui vadano rispettate" Che è come dire: approvare le leggi razziali non significa essere a favore del razzismo, ma assicurare l'esercizio del diritto di discriminare a seconda della razza. Se dici che sei a favore delle leggi razziali, non è che sei un razzista: ti tieni le tue idee personali ma riconosci che le libertà altrui di discriminare secondo la razza vadano rispettate. Zaia, uno dei tanti epigoni delle convergenze parallele di Aldo Moro.
Il governatore non è nuovo ad uscite così liberal su tematiche eticamente sensibili come aborto, fine vita, omosessualità e transessualità, orientamento progressista confermato anche dal suo ultimo libro I pessimisti non fanno fortuna. Il consigliere per la regione Emilia Romagna Matteo Montevecchi, in quota Lega, così commenta le parole di Zaia sul suo profilo Facebook: "dispiace vedere un politico di centrodestra che scopiazza la sinistra sui temi etici e spalanca le porte all'agenda LGBT. [...] Una destra con il complesso di inferiorità culturale che arriva a fare esattamente ciò che proclama la sinistra fucsia, non ci piace e non ci serve. [...] Non vogliamo un centrodestra che diventi un centrosinistra ‘in ritardo' di qualche anno. Non vogliamo un centrodestra fluido che cambia opinione a seconda di come tira il vento. Non vogliamo un centrodestra senza radici che si abbandona solo alla mera ricerca del consenso. La nostra identità non è fluida".

IL CENTRODESTRA SOMIGLIA SEMPRE PIÙ ALLA SINISTRA RADICALE
Zaia s'intruppa in quella, ormai nutrita, schiera di politici di centrodestra che sui temi etici la pensano pari pari a quelli di sinistra: Berlusconi, Salvini, Roccella e infine Meloni hanno dato ampia prova che il compromesso su ciò che non dovrebbe essere negoziabile è invece possibile. Questa deriva laicista e liberista dei politici destrorsi, come avevamo già appuntato in altre occasioni, dipende essenzialmente da due fattori, di cui il primo genera il secondo. Il fattore primario è dato dal fatto che culturalmente questi esponenti sono figli di una società laica che, cancellando Dio dalla propria prospettiva, ha provocato un disgregamento anche del piano valoriale che attiene alla morale naturale. Molti politici del centrodestra sono figli di questo nostro tempo malato e quindi o sono convinti che aborto, eutanasia, omosessualità, etc. siano cose buone oppure le ritengono non accettabili personalmente, ma politicamente difendibili sul piano pubblico, non comprendendo che tali fenomeni intaccano il bene comune, non lo arricchiscono di certo. Insomma una scissione tra etica privata ed etica pubblica così come comanda il pensiero liberista.
Il secondo fattore riguarda la perdita di consensi che i politici temono sommamente se dovessero ingaggiare battaglia contro aborto, eutanasia ed omosessualità. Il secondo fattore deriva dal primo per questo motivo: il politico liberal di destra che ritiene che tutte le libertà, anche quelle che personalmente non condivide, debbano essere tutelate, come potrà mai esporsi su questi temi con approccio critico tenendo anche in conto che queste posizioni possono essere perdenti nelle urne elettorali? Non convinto della difesa tenace di alcuni principi anche nell'agone politico, la minaccia della perdita di voti sarà più che sufficiente per fargli dire, ad esempio, "la 194 non si tocca". Si potrà uscire da questo vicolo cieco puntando solo sulla formazione delle nuove generazioni di politici - gli attuali leader ormai li diamo per persi - e quindi su una nuova cultura incentrata sui principi non negoziabili e dunque, ancor più a monte, sulla nuova evangelizzazione, perché non c'è cultura senza fede.

Nota di BastaBugie: per avere delle buone notizie sul fronte vita e famiglia occorre volgersi agli Stati Uniti dove, nonostante il presidente più abortista di sempre, almeno alcuni governatori vincono alcune battaglie etiche importanti.

IL MISSISSIPPI APPROVA LEGGE CHE VIETA LA TRANSIZIONE DI GENERE PER I MINORI
Martedì scorso il governatore del Mississippi Tate Reeves ha firmato un disegno di legge che vieta le procedure di transizione di genere per i minori.
L'approvazione finale di Reeves per il "Regulate Experimental Adolescent Procedures" (REAP) Act è arrivata dopo che il parlamento controllato dai repubblicani ha approvato il disegno di legge lo scorso 21 febbraio. La misura rende il Mississippi il settimo stato a vietare le procedure di cambiamento del sesso per i minori.
"Oggi c'è un movimento pericoloso che si sta diffondendo in tutta l'America", ha detto Reeves mentre firmava il disegno di legge. "Sta avanzando con il pretesto di una falsa ideologia e pseudoscienza che viene spinta sui nostri figli attraverso attivisti radicali, social media e influencer online. E sta cercando di convincere i nostri figli che sono nel corpo sbagliato. Sono davanti a voi oggi per firmare una legge che ponga fine a tutto questo in Mississippi e protegga i nostri figli".
(Provita & Famiglia, 2 marzo 2023)

LA FLORIDA ABOLISCE PRIVILEGI DISNEY
Pochi giorni fa Ron DeSantis, il governatore della Florida, ha firmato definitivamente la legge votata quasi un anno fa che restituisce allo stato il controllo del distretto autogovernato in cui si trova il parco Walt Disney World.
Si tratta dell'epilogo dello scontro politico iniziato quando la Disney aveva preso ufficialmente posizione nei confronti della cosiddetta legge "Don't Say Gay" bloccando i finanziamenti ai partiti della Florida e promettendo che farà di tutto perché la legge venga abrogata.
"Il regno aziendale finalmente giunge al termine," ha dichiarato DeSantis. "Questa situazione era indifendibile: perché dare l'autogestione a un parco, e trattare diversamente tutti gli altri parchi della zona? Crediamo che non sia una politica giusta".
Il governatore repubblicano potrà quindi ora nominare un consiglio composto da cinque membri che supervisioni tutti i servizi del distretto Disney, che impiega circa 80 mila persone in Florida e vede buona parte delle proprie attività coperte dal Reedy Creek Improvement District, inaugurato nel 1967 e ora appunto cancellato. Si tratta di un distretto speciale nel quale Disney auto-governava aspetti quali la zonizzazione, la gestione ambientale e le infrastrutture, approfittando di numerose agevolazioni fiscali.
Una decisione che fa il paio con il palese fallimento della strategia Lgbt Disney. Nel solo mese di febbraio, infatti, la multinazionale dell'intrattenimento ha dovuto licenziare 7.000 persone e ha registrato una perdita di 2,4 milioni di abbonamenti allo streaming.
Anche le ultime uscite al cinema sono state un flop: "Strange World" - il cui protagonista è un adolescente LGBTQ+ - ha perso 147 milioni di dollari e "Lightyear" è stato il film con il minor incasso di tutta la serie Toy Story. Si aggiunga che il CEO, licenziato dopo solo due anni di incarico, ha usato pratiche contabili distorte per nascondere il declino che il grande marchio stava subendo.
Disney, dunque, dovrà lavorare molto - e si spera non più in ottica Lgbt - per recuperare la fiducia delle famiglie che evidentemente si sono destate ed hanno imbracciato la più potente arma che hanno per colpirli: la scelta di boicottarli togliendo loro il denaro.
(Provita & Famiglia, 2 marzo 2023)

Se in Veneto il centrodestra vacilla sui principi non negoziabili, anche la Liguria non sta meglio. Ecco il nostro precedente articolo sul tema.

IN LIGURIA ANCHE IL CENTRODESTRA VOTA PER IL DIRITTO ALL'ABORTO
I moderati del centrodestra non invertiranno mai il processo rivoluzionario portato avanti dalla sinistra, ma soltanto lo rallenteranno un po' (e infatti anche il cardinal Ruini scende in campo in difesa della legge sull'aborto)
di Stefano Chiappalone
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7157

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13 marzo 2023

2 - L'AUTODISTRUZIONE DEL MONDO E' GIA' INIZIATA
L'obiettivo finale è una drastica riduzione della popolazione da ottenere con sterilizzazioni di massa, educazione sessuale completa, legalizzazione della pedofilia, ecc.
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 6 marzo 2023

«Siamo già nella fase finale della demolizione della cultura e dei valori, in corso da molti anni»: a dirlo a chiare lettere, nel corso di un'intervista rilasciata lo scorso primo marzo all'agenzia InfoCatólica, è Alicia V. Rubio, filologa presso l'Università di Salamanca e docente in una scuola superiore di Madrid.
Sposata e madre di tre figli, Rubio è ricercatrice e scrittrice: è divenuta bersaglio delle lobby Lgbt e dei partiti dell'ultrasinistra, accanitisi contro di lei dopo l'uscita di alcuni suoi libri sull'ideologia gender, mostrandone contraddizioni e conseguenze, tanto personali quanto sociali. È conduttrice di talk show, collabora con diversi programmi radiofonici e televisivi ed è membro dell'Assemblea di Madrid.
Secondo la professoressa Rubio, il motivo per cui si incoraggiano relazioni o pratiche infeconde, è molto chiaro: «L'obiettivo finale è quello di ottenere una drastica riduzione della popolazione, continuando a generare ricchezza per i grandi gruppi di potere, che impongono queste politiche di sterilizzazione». Da qui l'accanirsi contro i più piccoli, con l'aborto e non solo: «I bambini sono il loro grande problema, perché un giorno potranno riprodursi e generare nuovi esseri umani. Il modo per sterilizzarli è separare la sessualità dall'amore e dalla procreazione, renderli incapaci di paternità e maternità, fisicamente e psicologicamente. Dall'aborto alle droghe, dal transessualismo alla pornografia, dalle sessualità alternative alla maternità surrogata, tutto è un enorme business, che trae profitto a scapito dell'innocenza dei nostri figli». Un piano disumano, questo, che mira ad ottenere «individui senza radici, senza principi, perfettamente manipolabili». Per impossessarsi dei minori - delle loro anime, prima ancora che dei loro corpi -, è sufficiente «ingannarli, indottrinarli a nuovi "valori". Vengono educati ad una libertà piena di censure e di violazioni dei diritti di espressione, di pensiero e di culto, la "verità" viene imposta e si impedisce loro di cercarla, la "tolleranza" è, in realtà, un'intransigenza verso chi non si pieghi all'ideologia dominante, la diversità impone l'uniformità in tutto tranne che nella sessualità, l'"uguaglianza" è una struttura piena di disuguaglianze "legali", la giustizia è un compendio di leggi, che parificano crimini e misfatti, che creano reati di opinione e di pensiero». Già piccoli, vengono istituzionalmente sottratti alla protezione dei genitori, contrapponendoli ad essi (si pensi, ad esempio, alla facoltà offerta alle ragazzine di scegliere l'aborto, senza neppure informarne mamma e papà!).

LA PEDOFILIA LEGALIZZATA
Tutto questo genera mostri. Come la pedofilia, verso cui si registra purtroppo una crescente condiscendenza: «Credo che vi siano molti gruppi pedofili potenti - afferma Rubio - che hanno interesse, per ovvie ragioni, alla sua legalizzazione ed al rovesciamento dei valori di questa civiltà. Allo stesso tempo è un modo per distruggere i bambini, per lasciarli traumatizzati senza che possano nemmeno riconoscerlo. È tutto così sinistro e assurdo che, se come società non ci svegliamo in tempo, presto sarà troppo tardi. Se non facciamo nulla per proteggere i nostri figli da tutto questo, meritiamo di scomparire e meritiamo un castigo eterno».
In un contesto come questo, allora, non stupisce che addirittura un ministro spagnolo, quello per l'Uguaglianza, Irene Montero, esponente di Sinistra Unita prima e di Podemos poi, abbia pubblicamente definito, nel settembre scorso, un "diritto" dei bambini «amare e fare sesso con chi vogliano», purché «sulla base del consenso», affermazione peraltro contraria a quanto previsto dal Codice penale e fatta a fronte delle critiche giunte dall'opposizione, che a questo punto ne ha chiesto le dimissioni.
Né stupisce che una collega della Montero, Ione Belarra, ministro per i Diritti Sociali e l'Agenda 2030, sempre di Sinistra, di Podemos nello specifico, abbia promosso una nuova legge sul benessere degli animali - peraltro approvata lo scorso 9 febbraio -, che depenalizza la zoofilia, quando la bestia non resti ferita e non necessiti di cure veterinarie, a seguito dell'atto sessuale compiuto. Da notarsi come tale normativa punisca, invece, col carcere chiunque uccida un topo, entrato nella propria abitazione. Assurdo! E si noti come tanto Montero quanto Belarra, di professione, siano psicologhe!
Non aiutano certo, in tutto questo, le interferenze mediatiche come la serie televisiva Escándalo, prodotta da Telecinco (gruppo Mediaset, per intenderci), che, di fatto, "sdogana" la pederastia, raccontando - anche con l'ausilio di molte scene dai contenuti sessuali espliciti - la relazione tra una donna di 42 anni ed un ragazzo di 15. La protagonista, l'attrice Alexandra Jiménez, ha spiegato in un'intervista al quotidiano Abc la trama della fiction: «Inés è una donna completamente distrutta, che decide di togliersi di mezzo - racconta - Viene salvata da un ragazzo ed il suo ritorno alla vita diventa una storia d'amore, che si distorce in un'altra storia malata».

IL RAPPORTO UNICEF
Non stupisce neppure, poiché parte di un unico piano mefistofelico, che il rapporto Unicef 2021 abbia negato risolutamente che la pornografia possa danneggiare i bambini ed anzi abbia affermato che qualsiasi tentativo di bloccare loro l'accesso a contenuti pornografici online violi i loro diritti. Un giudizio espresso, ignorando l'immensa mole di ricerche, che dicono esattamente il contrario. Il rapporto, si badi, è stato ritirato dal sito web dell'Unicef pochi giorni dopo, a fronte delle critiche sollevate, poi modificato e ripubblicato. Nell'ultima versione si sostiene - il che resta comunque grave - che i bambini non vengano influenzati dalla visione di materiale sessualmente esplicito.
Da notarsi come, solo un mese prima l'Assemblea Mondiale della Sanità avesse respinto l'«educazione sessuale completa» (che promuove per i bambini masturbazione, accesso alla contraccezione ed all'aborto, nonché «famiglie non tradizionali», compresi i "diritti" Lgbt), sostenuta dall'amministrazione Biden e dai governi occidentali, nell'ambito di una risoluzione sulla violenza contro i bambini.
A fronte di tutto questo, mette conto ricordare come, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, la pornografia venga definita una «colpa grave», tale da offendere «la castità», snaturare «l'atto coniugale» e ledere «gravemente la dignità di coloro che vi si prestino» (n. 2354); la masturbazione venga descritta come «un atto intrinsecamente e gravemente disordinato» (n. 2352);... l'elenco potrebbe continuare. Ma, su tutto questo, son le parole di Gesù a rappresentare un monito perenne: «Chi scandalizza uno di questi pargoli, che credono in me, meglio sarebbe per lui che, legatagli al collo una macina da mulino, fosse gettato in mare» (Mc 9, 42). Dovrebbero tenerlo presente tutti: anche ministri, produttori televisivi ed organismi internazionali.

Fonte: Radio Roma Libera, 6 marzo 2023

3 - IL FILM SU PADRE AMORTH FALSIFICA LA REALTA'
L'Associazione internazionale degli esorcisti sostiene che il film con protagonista Russell Crowe ha ben poco a che vedere sia con il vero padre Amorth, sia con gli stessi esorcismi (VIDEO: Padre Amorth a Rai Uno)
Fonte Sito del Timone, 9 marzo 2023

Manca ancora più di un mese dal debutto nelle sale cinematografiche de L'esorcista del Papa, il film di Julius Avery con protagonista Russell Crowe che uscirà il prossimo 13 aprile e ispirato alla vita di padre Gabriele Amorth (1925-2016). Finora della pellicola si è potuto solo vedere un trailer, che si propone appunto di far conoscere al grande schermo «un sacerdote che ha agito come principale esorcista del Vaticano e che ha eseguito più di 100.000 esorcismi nella sua vita».
Chi ha visionato il trailer sarà rimasto senza dubbio colpito dalla sua intensità hollywoodiana, per così dire: colpi di scena, immagini molto forti e splatter, effetti speciali horror, ecc. Il punto è che questo ha ben poco a che vedere sia con il vero padre Amorth, sia con gli stessi esorcismi. A dirlo, dopo la visione del trailer, è una fonte decisamente qualificata sull'argomento, vale a dire l'Aie, acronimo di Associazione internazionale degli esorcisti, che al riguardo ha diffuso una articolata nota nella quale motiva la sua bocciatura.
«Il titolo è già in sé pretenzioso», premette la nota dell'Aie, che subito continua: «La visione del trailer del film conferma, semmai ve ne fosse bisogno, non solo la sua qualità da cinema splatter, vero e proprio sotto-genere del cinema horror, ma la sua inattendibilità su un tema così delicato e rilevante [...] Dopo aver visionato il trailer, ci preme offrire alcuni rilievi, in attesa di vedere e valutare il film nella sua interezza quando sarà nelle sale. In quell'occasione seguirà un eventuale comunicato più approfondito».
L'Associazione degli esorcisti critica inoltre com'è presentata la Chiesa cattolica: «La Chiesa cattolica viene poi rappresentata da un papa altrettanto poco credibile, interpretato dall'attore italiano Franco Nero. Infine, gli ambienti vaticani, dipinti con la solita collaudata gamma di tinte chiaroscurali, danno al film un effetto "alla Codice da Vinci", per insinuare nel pubblico il solito dubbio: chi è il vero nemico? Il diavolo o il "potere" ecclesiastico?». In effetti, le tinte chiaroscurali nel trailer non solo ci sono, ma abbondano.
«L'esorcismo così rappresentato», prosegue la nota riferendosi alle immagini scioccanti che si vedono negli spezzoni del film già resi noti, «diventa uno spettacolo finalizzato a suscitare forti e malsane emozioni [...] Il risultato finale è di infondere la convinzione che l'esorcismo sia un fenomeno abnorme, mostruoso e pauroso, il cui unico protagonista è il demonio, le cui reazioni violente si possono fronteggiare con grande difficoltà; il che è l'esatto contrario di ciò che si verifica nel contesto dell'esorcismo celebrato nella Chiesa Cattolica». Non resta che vedere ciò che dirà l'Aie dopo la proiezione del film, anche se le premesse non sono esattamente confortanti.
Per chi volesse conoscere il vero padre Amorth, non resta quindi che rifarsi alle testimonianze di chi lo ha conosciuto veramente oppure leggere i suoi libri. Il nuovo film con la star del Gladiatore sembra infatti lontanissimo dal poter far rivivere un "incontro" con lui.

Nota di BastaBugie: per approfondire il tema delle possessioni demoniache non ci stancheremo mai di consigliare il film di successo "L'esorcismo di Emily Rose" che si rifà a una storia vera accaduta in Germania nel 1976. Anneliese Michel, questo il vero nome, acconsentì alla richiesta della Madonna di espiare i peccati dei giovani tedeschi e dei sacerdoti: tale espiazione consistette nelle sofferenze della possessione demoniaca. Per approfondire, clicca nel link qui sotto:
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=12

Nel seguente video Padre Gabriele Amorth è intervistato su Rai Uno sui principali argomenti dell'azione di Satana:


https://www.youtube.com/watch?v=HfFn2-1F9fo


https://www.youtube.com/watch?v=5PZUgNth-R8

Fonte: Sito del Timone, 9 marzo 2023

4 - LA DITTATURA MONDIALE DEL ''TRATTATO PANDEMICO''
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito una serie di misure legalmente vincolanti per controllare gli Stati nelle future pandemie
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 marzo 2023

In questi giorni va sempre più prendendo corpo il cosiddetto trattato pandemico, ovvero il documento dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha l'ambizione di definire una serie di misure e obiettivi per la «prevenzione, preparazione e risposta» a eventuali future pandemie. Si prevede di presentare la versione finale dell'accordo il prossimo anno, alla 77^ Assemblea mondiale della sanità (maggio-luglio 2024). Ma intanto, lo scorso 1 febbraio, è stata pubblicata una nuova bozza, di 32 pagine, più estesa di quella dell'estate 2022. Il documento presenta ancora diversi punti da definire e l'Organo negoziale intergovernativo dice di basarsi sul principio che «niente è concordato finché tutto non sarà concordato». Eppure, i contenuti fin qui messi nero su bianco continuano a destare preoccupazioni, riguardanti il rafforzamento di poteri in capo all'Oms e le ricadute sulle politiche dei singoli Stati e, quindi, sulla vita concreta delle persone. Il rischio è un'ulteriore deriva rispetto ai modelli totalitari di gestione del Covid, messi in atto, spesso in modalità-fotocopia, dai governi di mezzo mondo dal 2020 in poi.
Un primo nodo è proprio quello della sovranità nazionale. Anche la bozza di febbraio riafferma nel preambolo «il principio della sovranità degli Stati parti, nell'affrontare questioni di salute pubblica» (p. 4), comprese quelle legate alle pandemie. Ma allo stesso tempo gli aderenti si impegnano a riconoscere «il ruolo centrale dell'Oms, quale autorità di indirizzo e coordinamento del lavoro sanitario internazionale, nella prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie», nonché nel «generare prove scientifiche» (p. 4). Da notare che il documento, in base all'approccio seguito dall'Organo negoziale intergovernativo, ricadrebbe sotto l'ambito dell'articolo 19 della Costituzione dell'Oms e «dovrebbe essere legalmente vincolante», contenendo sia elementi legalmente vincolanti sia non vincolanti (p. 1).

GLI STATI CEDERANNO LA LORO SOVRANITÀ
Fin da questi aspetti generali appare chiaro che gli Stati cederanno pezzi della loro sovranità aderendo all'accordo, che prevede tra l'altro - andando più nello specifico - meccanismi di controllo interstatali e nuovi organi di potere destinati a supervisionare sul rispetto e la messa in pratica della convenzione. In particolare si prevede di costituire un Organo direttivo, che avrà un primo ramo governativo, la Conferenza delle parti, formata da rappresentanti degli Stati e degli altri aderenti, e che sarà «l'unico organo decisionale»; un secondo ramo amministrativo, destinato ad accrescere la classe di burocrati in ambito Oms. Si prevede anche la formazione di una rete globale di logistica e approvvigionamento, sempre in capo all'agenzia dell'Onu, a cui dovranno contribuire gli aderenti all'accordo. Questi ultimi, nelle fasi di quiete, dovranno stabilire i prodotti necessari per prevenire e affrontare future pandemie, mantenendo anche delle «scorte» (p. 13). Il 20% di tutti questi prodotti - vaccini inclusi - dovrà essere destinato all'Oms, la metà (cioè il 10%) come donazione e l'altra metà da vendere «a prezzi convenienti» alla stessa Oms, che poi dovrà provvedere a redistribuirli, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo (p. 18).
Un intero capitolo, il sesto, è dedicato all'impegno finanziario per conseguire gli obiettivi del trattato pandemico. Ai suoi scopi, le nazioni partecipanti dovranno destinare ogni anno non meno del 5% della spesa sanitaria; inoltre, i Paesi più ricchi destineranno una percentuale (da definire) del loro Pil per la cooperazione internazionale, a favore delle aree meno sviluppate.
Ogni Paese aderente si impegna a sviluppare «un sistema nazionale onnicomprensivo» con piani appositi per affrontare i periodi «pre-, post- e interpandemico» (p. 23), termine quest'ultimo - designante la fase tra le pandemie - che ricorre più volte all'interno del documento. In questo sistema onnicomprensivo, un ruolo fondamentale lo gioca la comunicazione e così la bozza indica di rafforzare «l'alfabetizzazione in materia di pandemia» nella popolazione. A tal fine, gli Stati dovranno «contrastare» le informazioni «false, fuorvianti» e fronteggiare la cosiddetta infodemia anche attraverso i social media (p. 23). Gli aderenti promuoveranno la «fiducia e diffusione dei vaccini», nonché la «fiducia nella scienza e nelle istituzioni governative».

LA DISINFORMAZIONE DELL'INFORMAZIONE UFFICIALE
Eppure, se la bozza si propone veramente di «riflettere - com'è scritto nel preambolo - sulle lezioni apprese dalla malattia da coronavirus (Covid-19)», i suoi estensori dovrebbero riconoscere che negli ultimi due-tre anni i media mainstream e i governi hanno contrastato e censurato tanta presunta "disinformazione", che alla prova dei fatti (vedi ad esempio l'efficacia delle cure domiciliari precoci a base di antinfiammatori) è risultata essere molto più affidabile dell'informazione ufficiale. [...]
A proposito di mancanza di trasparenza, C-Fam ha fatto notare la singolare convergenza tra Cina e Stati Uniti. Nei negoziati della scorsa settimana, la delegata degli USA ha appoggiato la richiesta del collega cinese di non rivelare al pubblico le posizioni dei governi sulle proposte di modifica alla bozza, mentre il rappresentante dell'Unione europea ha manifestato l'intenzione di condividere pubblicamente i commenti dell'Ue.
La stessa delegata statunitense, Pamela Hamamoto, nella dichiarazione del 27 febbraio in apertura dei negoziati, ha chiesto di fatto l'inserimento dell'aborto nel trattato pandemico. «Un impegno per l'"equità" deve affrontare le disuguaglianze non solo tra i Paesi, ma anche al loro interno», ha detto la Hamamoto, aggiungendo che bisogna proteggere le popolazioni non solo dalle pandemie ma anche dall'interruzione di «servizi sanitari essenziali», «compresi i servizi di salute sessuale e riproduttiva». Come appunto l'aborto. Tema su cui non c'è accordo generale in ambito Onu, ma da qui alla scadenza del 2024 è molto probabile che ci saranno altre spinte per cercare di inserire uno specifico aggancio pro-aborto all'interno del documento dell'Oms.
Del resto, è nota la posizione ormai radicalmente abortista della stessa agenzia dell'Onu, così com'è nota la premura con cui vari Paesi dell'Occidente, Italia inclusa, si siano dati da fare per assicurare la libera uccisione dei nascituri fin dalle prime chiusure legate al Covid, mentre venivano tagliati servizi sanitari veramente essenziali. A ciò si aggiungono le preoccupazioni per un trattato che sembra più sbilanciato verso lo stato di emergenza permanente, anziché verso un'equilibrata prevenzione.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 marzo 2023

5 - BASTA PADRINI E MADRINE SOLO PER LE FOTO
Vista la difficoltà a trovare padrini con i requisiti richiesti, alcune diocesi (tra cui Ventimiglia-Sanremo e Palermo) hanno eliminato questa figura per battesimi e cresime, mentre quella di Genova ha messo un freno
Autore: Federica Di Vito - Fonte: Sito del Timone, 23 febbraio 2023

È frequente che nell'immaginario comune la scelta dei padrini sia legata unicamente alla relazione affettiva con i genitori del battezzando, con il risultato che questi durino il tempo della cerimonia. Ma c'è chi sta mettendo alcuni paletti. Dopo il decreto di un anno fa di monsignor Suetta vescovo di Ventimiglia-Sanremo, che prevedeva la sospensione di padrini e madrine per battesimi e cresime, poiché «nel contesto odierno la loro presenza risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale», anche la diocesi di Genova mette un freno alla scelta dei genitori.
«A coloro che sono chiamati a svolgere il servizio di padrino e di madrina è chiesto di far parte della Comunità cristiana, attraverso un cammino di Fede condiviso con altri fratelli», spiega il decreto firmato da Monsignor Tasca, «e che comprenda anche in modo graduale la santa messa domenicale, un momento di riscoperta o approfondimento della fede, di nutrimento spirituale, di condivisione con i fratelli e di servizio nella carità». Il decreto arcivescovile entrerà in vigore con l'inizio del prossimo anno pastorale, il 3 dicembre 2023, prima domenica di Avvento. La nuova procedura sarà prevista inizialmente per una fase sperimentale della durata di un triennio. La Diocesi ha poi spiegato che «ogni comunità e ogni pastore saprà offrire occasioni per realizzare tutto ciò secondo la possibilità della parrocchia e quanto potrà essere suggerito dalla creatività pastorale. Tra i possibili cammini da proporre, si suggeriscono momenti di ascolto e condivisione della parola di Dio secondo modalità indicate attraverso appositi strumenti forniti dall'ufficio catechistico diocesano».

REQUISITI DEL PADRINO O MADRINA
Inoltre, il decreto specifica che a quelle persone «indicate dalla famiglia che, pur non avendo i requisiti prescritti, esprimono pur sempre una positiva vicinanza parentale, affettiva ed educativa, si può, eventualmente, offrire l'opportunità di prendere parte alla Celebrazione solo come testimoni del Rito sacramentale» e che «in tal caso, sul Registro dei Battesimi e delle Cresime si indichi come "testimone" la persona scelta».
Se ci appelliamo al diritto canonico, risaliamo all'origine della scelta del padrino. San Tommaso d'Aquino ricorderà che la rigenerazione spirituale operata dal battesimo assomiglia a quella carnale e, come in questa il bambino ha bisogno di una nutrice e di un pedagogo, così in quella spirituale c'è bisogno di qualcuno che lo istruisca nella fede e nella vita cristiana (Summa Th. III, q. 67, a. 7). Pertanto, codice di diritto canonico alla mano, ecco i requisiti del padrino o madrina: «Ogni cattolico che abbia ricevuto la Confermazione e l'Eucaristia, che abbia compiuto i 16 anni e che conduca, per quanto possibile, una vita conforme alla fede, può fare da padrino/madrina nel rito del Battesimo. [...] Non possono fare perciò da padrini quelle persone che: sono sposate solo civilmente, sono conviventi, sono divorziate, sono separate ma convivono con un altro partner» (Cf Codice di diritto canonico, 874).

I BAMBINI APPRENDONO PER IMITAZIONE
Secondo la tradizione della Chiesa i padrini sono membri della comunità cristiana che presentano colui che deve essere battezzato o cresimato, li accompagnano nel loro itinerario di formazione e ne garantiscono la preparazione con serietà e sincerità. Il rischio è quello di pensare che qui si voglia far rispettare semplicemente uno sterile elenco di requisiti, ma, come ogni norma canonica, la verità è molto più profonda. Se quindi è palese che i bambini apprendano per imitazione e che la loro fonte di ispirazione primaria è l'esempio dell'adulto di riferimento, ecco che il cuore di questo elenco risulta più chiaro. I padrini si affiancano al genitore per rendere manifesta la presenza della Chiesa come madre che presenta e accoglie i nuovi figli, la loro vicinanza non può così concludersi con il Rito del Battesimo e non può limitarsi alle foto di rito e ai regali infiocchettati, ma è necessaria una presenza duratura chiamata a dare una decisa e costante testimonianza di fede.
Allora se nell'elenco delle necessità da soddisfare dei nostri figli trovano spazio una scuola di alto livello, almeno una lingua straniera e un'alimentazione quanto più varia ed equilibrata, non si capisce perché la scelta del padrino e della madrina non debba ricevere la stessa attenzione. O ben superiore, mi verrebbe da dire. Perché qui è della crescita spirituale che si parla, della Vita eterna. E se perfetto qui non lo è nessuno, è anche vero che a monte della Grazia ricevuta per ogni nostro impegno, c'è sempre un'apertura, una disposizione, un sì che spetta solo a noi e senza il quale non possiamo portare nessun carico.

Nota di BastaBugie: anche l'Arcidiocesi di Palermo ha sospeso "ad experimentum" il ruolo di padrino e madrina nel Battesimo e nella Cresima a partire dal 1° luglio 2023.
Ecco il testo completo del decreto dell'Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice:

Il ruolo del Padrino e della Madrina, in occasione della celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima, è un vero e proprio munus che la Chiesa affida ai fedeli che abbiano "l'attitudine e l'intenzione di esercitare questo incarico" (can. 874 §1,10) e che conducano una vita conforme alla fede e al compito che si assumono (cfr. can. 874 §1,30).
Nel corso del tempo convenzioni sociali e abitudini consolidatesi hanno compromesso l'autentico significato di questo ufficio esercitato a nome e per mandato della Chiesa. Confuso spesso con relazioni di parentela - se non addirittura con legami ambigui - e relegato, il più delle volte, al solo momento rituale, ha perso l'originario significato di accompagnamento nella vita cristiana del battezzato e del cresimato, riducendosi a semplice "orpello coreografico" in una cerimonia religiosa.
Da tempo, ormai, si discute sull'opportunità o meno di sospendere o abolire l'istituto del "padrinato", ritenuto, di fatto, non obbligatorio dallo stesso Codice di Diritto Canonico, che a tal proposito rimanda a una valutazione discrezionale significata dalla clausola "per quanto possibile" (cfr. cann. 872 e 892).
Il superamento della cognatio spiritualis che, fondata su un'antica tradizione recepita dal Codice di Diritto Canonico del 1917, si instaurava tra padrini e figliocci, così come le mutate esigenze pastorali delle nostre comunità parrocchiali e la necessità di dare nuovo impulso alla prassi sacramentale, inducono a ripensare il ruolo del Padrino e della Madrina anche nella nostra Arcidiocesi.
Pertanto, alla luce di tali considerazioni:
VISTA la normativa liturgica vigente riguardo l'ufficio dei Padrini, come definita nelle Premesse al Rito del Battesimo dei Bambini (1970) al n. 6; nelle Premesse al Rito della Confermazione (1972) ai nn. 5-6 e nelle Premesse al Rito dell'lniziazione Cristiana degli Adulti (1978) ai nn. 8-10;
TENUTE PRESENTI le disposizioni del Codice di Diritto Canonico riguardanti l'ufficio dei padrini nella celebrazione del Battesimo (cfr. cann. 872 - 874) e della Confermazione (cfr. cann. 892 - 893);
CONSIDERATO che la normativa codiciale recepisce e precisa, ampliandole, le disposizioni dei libri liturgici, appena richiamate;
ALLA LUCE di esperienze analoghe avviate in diverse diocesi italiane;
SENTITO il parere del Consiglio Presbiterale nella sessione dell' 1/03/2022 e del Consiglio Pastorale Diocesano in quella dell' 11/03/2022;
CONSIDERATO che, ai sensi dei richiamati cann. 872 e 892, l'ufficio dei padrini nella celebrazione del Battesimo e della Confermazione, come detto in premessa, non ha carattere di essenzialità;
DISPONGO
1. È sospeso «ad experimentum», dal 1° luglio 2023 e per la durata di un triennio, l'ufficio di Padrino e di Madrina nel Battesimo dei bambini, nella Confermazione degli adolescenti e degli adulti, nonché nell'lniziazione Cristiana degli adulti.
2. Nei riti rispettivi si ometta tutto quanto riguarda i Padrini.
3. I ministri ordinati, soprattutto i parroci, hanno la responsabilità di ottemperare alle presenti disposizioni e di illustrare adeguatamente ai fedeli le ragioni pastorali che hanno indotto a questa decisione.
4. Gli Uffici Liturgico e Catechistico, insieme al Servizio Catecumenale, hanno mandato di monitorare e verificare, durante questo triennio, l'andamento della nuova prassi e, contemporaneamente, di studiare possibili nuove forme di accompagnamento che richiamino e recuperino il vero senso ecclesiale dell'ufficio del padrino e della madrina.
Palermo, dalla Sede Arcivescovile, 31 gennaio 2023

Fonte: Sito del Timone, 23 febbraio 2023

6 - LA SANTITA' DI MAMMA MARGHERITA, LA MADRE DI DON BOSCO
La venerabile Margherita Occhiena non è protagonista di eventi straordinari, quanto piuttosto ebbe una vita umile e nascosta vissuta al fianco dello straordinario figlio
Autore: Fabio Arduino - Fonte: santiebeati.it

Non è cosa semplice tracciare un breve profilo biografico di questa semplice donna, genitrice di un grande santo quale Giovanni Bosco. La santità di Margherita Occhiena non è infatti frutto di eventi straordinari, quanto piuttosto di una vita umile e nascosta vissuta in armonia con l'insegnamento evangelico.
Nacque il 1° aprile 1788 a Capriglio, sulle colline astigiane, ed il giorno stesso venne battezzata nella chiesa parrocchiale del paese. Qui rimase sino al matrimonio con Francesco Bosco, amico di famiglia, già vedovo e padre di un figlio. Il matrimonio fu celebrato a Capriglio il 6 giugno 1812. La coppia si stabilì ai Becchi, frazione di Castelnuovo d'Asti (odierna Castelnuovo Don Bosco), sul colle ove oggi sorge la grande basilica, nella casa del mezzadro Francesco. Iniziò così per Margherita una nuova vita. Il marito aveva un sogno: diventare un piccolo proprietario, con le proprie terre e la propria casa. Per questo acquistò alcuni campi, una striscia di vigna, e una casupola che trasforma in stalla per i due buoi e la mucca che già possedeva. Il 17 aprile 1813, nacque Giuseppe, il primo figlio di Margherita e Francesco. Il 16 agosto 1815 nacque poi il secondo figlio, Giovanni, che diventerà il celeberrimo Don Bosco.
Ancora due anni di rustica serenità, poi morì il padre, come Don Bosco narrò nelle sue Memorie: "Non avevo ancora due anni, quando Dio misericordioso ci colpì con una grave sventura. Mio papà era nel pieno delle forze, nel fiore degli anni, ed era impegnato a darci una buona educazione cristiana. Un giorno, tornando dal lavoro madido di sudore, scese senza pensarci nella cantina sotterranea e fredda. Fu assalito da una febbre violenta, sintomo di una grave polmonite. In pochi giorni la malattia lo stroncò. Nelle ultime ore ricevette i santi Sacramenti e raccomandò a mia madre di avere fiducia in Dio. Cessò di vivere a 34 anni. Era il 12 maggio 1817".

GIOVANE VEDOVA
Alla prematura morte del marito, la ventinovenne Margherita si trovò ad affrontare da sola la conduzione della famiglia in un momento di grande carestia, ad assistere la suocera ed il figliastro Antonio, nonchè ad educari i due figli nati dal matrimonio: Giuseppe e Giovanni. Donna forte, dalle idee chiare, determinata nelle scelte, con un regime di vita sobrio, nell'educazione cristiana è severa, dolce e ragionevole. I tre ragazzi avevano un temperamento assai diverso, ma Mamma Margherita non livellò e non mortificò mai nessuno. Costretta a fare scelte talvolta drammatiche, quale l'allontanamento da casa del figlio minore per non rompere la pace e per farlo studiare, era solita assecondare con fede, saggezza e coraggio le propensioni dei figli, aiutandoli a crescere nella generosità e nell'intraprendenza.
All'età di nove anni, il piccolo Giovannino ebbe un sogno che lo guidò verso il suo futuro di educatore di una immensa schiera di giovani. Con il passare degli anni si consolidò in lui il desiderio di diventare sacerdote, ma mancavano in famiglia le possibilità economiche per un tale passo e l'unica via percorribile sarebbe stata diventare francescano. Questa idea fu anche comunicata dal parroco a Mamma Margherita, che allora chiese al figlio: "Il parroco è stato da me per confidarmi che tu vuoi farti religioso. È vero?". Giovanni rispose: "Sì, madre mia. Credo che voi non avrete nulla in contrario". Allora la madre lo ammonì sapientemente: "Io voglio solamente che tu esamini attentamente il passo che vuoi fare e poi segui la tua vocazione senza guardar ad alcuno. La prima cosa è la salvezza della tua anima. Il parroco voleva che io ti dissuadessi da questa decisione in vista del bisogno che potrei avere in avvenire del tuo aiuto. Ma io dico: in queste cose non c'entro, perché Dio è prima di tutto. Non prenderti fastidio per me. Io da te voglio niente; niente aspetto da te. Ritieni bene: sono nata in povertà, sono vissuta in povertà, voglio morire in povertà. Anzi te lo protesto. Se ti decidessi per lo stato di prete secolare, e per sventura diventassi ricco, io non verrò neppure a farti una sola visita, anzi non porrò mai piede in casa tua. Ricordalo bene".

LA SANTA IGNORANZA
Toccò proprio a Margherita accompagnare con particolare amore il figlio sino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta dei Becchi, lo seguì nella sua missione tra i giovani poveri e abbandonati di Torino. In una sera piovosa del maggio del 1847, Mamma Margherita e Don Bosco accolsero a Valdocco il primo ragazzo, dando così inizio alla loro opera. Illetterata, parlava solamente in lingua piemontese, ma piena di quella sapienza che viene dall'alto poté essere d'aiuto a tanti poveri ragazzi di strada, figli di nessuno. Pose sempre Dio innanzi a tutto, consumandosi per Lui in una vita di povertà, di preghiera e di sacrificio.
Qui, per ben dieci anni, la sua vita si confuse con quella del figlio e con gli albori dell'opera salesiana: Mamma Margherita fu così la prima e principale Cooperatrice di Don Bosco ed estese la sua maternità allo stuolo di ragazzi che affollarono il celebre oratorio di Valdocco. Con bontà fattiva divenne l'elemento materno del "sistema preventivo" e senza saperlo fu vera "cofondatrice" della Famiglia Salesiana, sarta che da una buona stoffa seppe creare grandi santi come Domenico Savio e Michele Rua.
Una sera Margherita sussurrò al figlio: "Giovanni, sono stanca. Lasciami tornare ai Becchi. Lavoro dal mattino alla sera, sono una povera vecchia, e quei ragazzacci mi rovinano sempre tutto. Non ce la faccio proprio più". Don Bosco guardò il volto di sua madre e sente un nodo alla gola. Non trova parole potenzialmente capaci di consolare quella povera donna. Si limitò allora a fare un gesto: le indicò il Crocifisso appeso alla parete e la vecchia mamma capì in silenzio.
Il 29 ottobre 1854 arrivò all'oratorio Domenico Savio, un ragazzino di Mondonio. Mamma Margherita, sempre più frequentemente faceva qualche pausa durante il suo pesante lavoro e per riprendere fiato si recava nella nuova chiesa di San Francesco di Sales, tirava fuori la corona del Rosario e la sgranava lentamente. Un giorno osservò con Don Bosco: "Tu hai tanti giovani buoni, ma nessuno supera la bellezza del cuore e dell'animo di Domenico Savio". Don Bosco le chiese il perché e lei riprese: "Interrompe i giochi per venire a trovare Gesù nel tabernacolo. Sta in chiesa come un angelo". Fu dunque lei la prima persona ad accorgersi della santità di quel ragazzo al quale un giorno un papa avrebbe concesso l'aureola dei santi.

EROICA ANCHE NELLA VECCHIAIA
Nell'autunno del 1856, Mamma Margherita non usciva ormai quasi più dalla cucina. Ad ottobre, Don Bosco si recò come sempre ai Becchi per la festa della Madonna del Rosario, portando con sé i ragazzi migliori. Ma per la prima volta Mamma Margherita restò a casa. Per alcuni giorni rimase a letto, tormentata da una tosse insistente. Sopraggiunse poi una febbre alta. Don Bosco chiamò il medico e la diagnosi fu "polmonite". SI avvicinava dunque la sua morte, vista che per gli anziani quelle era una malattia fatale. Don Bosco pensò che questa sarebbe stata una gravissima perdita per l'oratorio e specialmente per lui. Sua madre gli aveva insegnato a vivere, ad essere prete, ad educare i ragazzi, tutto ciò mentre andavano insieme in campagna, quando si confidava con lui alla sera, mentre all'oratorio rimestava la polenta. Gli aveva insegnato la forza di non stancarsi mai, la fiducia nella Provvidenza. Gli aveva regalato, senza che lui se ne rendesse conto, il suo sistema educativo che meravigliò il mondo. Tutto questo fu condensato nella sua vita e può essere riassunto in sei parole: "bontà dolce e forte della madre".
Don Giovanni Battista Borel, suo confessore, le amministrò gli ultimi sacramenti. Lei disse al figlio: "Quando eri bambino, ti aiutavo io a ricevere Gesù. Ora tocca a te aiutare tua madre. Di' le parole forte. Io le ripeterò". Giunse dai Becchi anche l'altro figlio, Giuseppe, con le mani ancora sporche di terra. Con le sue ultime parle lasciò il suo testamente spirituale: "Vogliatevi sempre bene". Dio la venne a prendere alle 3 del mattino del 25 novembre 1956. Aveva 68 anni di età. L'accompagnano al Cimitero Monumentale di Torino tanti ragazzi che la piansero quale vera "Mamma".
Purtroppo i suoi resti mortali sono oggi andati perso, ma mai svanì nella Famiglia Salesiana il suo ricordo e la sua fama di santità. Il suo processo di canonizzazione iniziò però solo nel 1995. E' stata dichiarata "venerabile" nel 2006, nel 150° anniversario della sua nascita al cielo, eroica nell'esercizio "delle virtù teologali della Fede, della Speranza e della Carità, sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le virtù cardinali della Prudenza, della Giustizia e della Temperanza", come recita il decreto promulgato dalla Congregazione delle Cause dei Santi.

DOSSIER "SAN GIOVANNI BOSCO"
Il santo educatore dei giovani

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Fonte: santiebeati.it

7 - OMELIA IV DOM. DI QUARESIMA - ANNO A (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori
Fonte Il settimanale di Padre Pio

La quarta domenica di Quaresima ci presenta l'episodio evangelico della guarigione del cieco nato. Secondo la mentalità dell'epoca, ogni malattia o sciagura era conseguenza di un peccato. Ora, dato che quell'uomo era cieco dalla nascita, due erano le possibilità: o egli aveva peccato fin dal grembo materno, oppure, scontava i peccati dei suoi genitori. I Discepoli domandarono infatti a Gesù: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori?" (Gv 9,2). Gesù rifiutò tutte e due le possibilità e affermò che quella cecità era occasione perché gli uomini riconoscessero Lui come l'Inviato dal Padre, venuto a salvare l'umanità. Quella cecità, dunque, è simbolo della condizione dell'uomo peccatore: mentre la luce degli occhi rappresenta il dono di grazia donatoci da Gesù.
Ogni volta che Gesù compie un miracolo, sono due i motivi che lo spingono ad operarlo. Il primo motivo, quello più ovvio, è quello di andare incontro alle miserie dell'uomo, è la misericordia che si commuove di fronte alle sofferenze umane. Ma vi è un altro motivo, anch'esso molto profondo: ogni miracolo è anche un segno che rimanda a qualcosa di superiore, ad un insegnamento molto importante. Qual è l'insegnamento del miracolo del cieco nato? L'insegnamento è quello che Gesù è venuto a salvarci, è venuto a dissipare le tenebre del peccato e a donarci la luce della fede e della grazia.
L'episodio del cieco nato si inserisce nella catechesi battesimale della Quaresima, e, fin dal terzo secolo, questa pagina evangelica era utilizzata nella preparazione di tutti quelli che desideravano diventare cristiani. Come il cieco guarisce dopo l'immersione nelle acque di Siloe - Siloe era una piscina posta nei pressi del Tempio -, così Gesù Cristo continua ad illuminare gli uomini per mezzo del Sacramento dell'acqua, ovvero il Battesimo. Il cieco nato riceve due grazie: la prima è quella della vista; la seconda è quella della fede. Infatti, dopo essere stato miracolato, alla domanda di Gesù: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?" (Gv 9,38), ovvero in Gesù, egli risponde: "Credo Signore!" (Gv 9,38). La vista materiale che aveva ottenuto era segno di un dono ancora più grande che aveva ricevuto per l'anima: il dono della fede.
Il 20 Gennaio 1842 si convertì al Cattolicesimo Alfonso di Ratisbonne, un ebreo caduto nell'ateismo che odiava il cattolicesimo. Un giorno, durante una visita a Roma, per non far dispiacere ad un amico, accettò per pura cortesia una piccola medaglia della Madonna e se la mise al collo. Era la famosa Medaglia Miracolosa fatta coniare in seguito alle apparizioni mariane del 1832. Improvvisamente, durante una visita ad una chiesa fatta solo per vedere se vi era qualche opera d'arte degna di nota, cadde in ginocchio e si convertì all'istante. In quel momento egli vide come delle bende che gli caddero dagli occhi e, finalmente, capì quella che era la verità. Egli stesso poi diede questa testimonianza: "All'improvviso, mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi come scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella come se la luce si fosse concentrata tutta lì. Non posso rendermi conto di come mi sia trovato in ginocchio davanti alla balaustra di quella cappella. Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile nell'atto e nella struttura all'immagine della Medaglia che mi era stata donata perché la portassi. Cercai più volte di alzare gli occhi verso di Lei, ma il suo splendore e il rispetto me li fecero abbassare, senza impedirmi però di sentire l'evidenza dell'apparizione. Fissai lo sguardo, allora, sulle sue mani e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Con quelle stesse mani, mi fece segno di restare inginocchiato. Ma una forza irresistibile mi spingeva verso di Lei. Alla sua presenza, benché Ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto, di colpo".
Quando vi è una conversione, vi è sempre il lavoro nascosto di Maria che ottiene ai suoi figli la grazia più grande: la grazia di incontrare Gesù, Via, Verità e Vita. Preghiamola per rafforzare sempre di più la nostra fede e per la conversione di tanti nostri fratelli che vivono ancora nelle tenebre del peccato e dell'errore.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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