PIAZZA PULITA DI FORMIGLI E' LA TV DEGLI ORRORI
Imbastito un processo sommario con lo scopo di infamare la comunità Shalom di suor Rosalina Ravasio che recupera ragazzi con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza (VIDEO: La comunità Shalom)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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SUOR MARIANNA, UNA VITA DEDICATA AI LEBBROSI DELLE HAWAII
Fu una delle primissime collaboratrici di Padre Damiano: morirà a Molokai di morte naturale dopo aver servito i lebbrosi per quasi 30 anni
Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini - Fonte: Santiebeati.it
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LA VERA SCUOLA CATTOLICA: SECONDA GIORNATA DEL VAN THUAN SULL'HOMESCHOOLING
Si entrerà nel mondo delle scuole parentali con esperti che risponderanno a tutte le domande del pubblico (previsto servizio babysitter)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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UNA BELLA NOTIZIA: SIAMO 8 MILIARDI DI ABITANTI
Tornano alla carica i neomalthusiani con le loro previsioni catastrofiche, ma sbagliano ancora (infatti la crisi c'è dove si fanno meno figli, come in Italia)
Autore: Federico Cenci - Fonte: Provita & Famiglia
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FULTON SHEEN E LA CONVERSIONE DELLA COMUNISTA AMERICANA
Bella Dodd era l'astro nascente del comunismo americano e riuscì a far infiltrare oltre mille giovani in seminario per diventare sacerdoti... ma la Provvidenza aveva altri piani per lei
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Il Timone
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LA CORTE SUPREMA ACCOGLIE IL RICORSO DI BIDEN IN FAVORE DELLA RU486 (LA PILLOLA ABORTIVA)
Con una decisione di 7-2 (contrari i giudici Alito e Thomas) la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ripristinato il libro accesso alla RU486 (senza restrizioni!)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OMELIA IV DOMENICA PASQUA - ANNO A (Gv 10,1-10)
Se uno entra attraverso di me, sarà salvato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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PIAZZA PULITA DI FORMIGLI E' LA TV DEGLI ORRORI
Imbastito un processo sommario con lo scopo di infamare la comunità Shalom di suor Rosalina Ravasio che recupera ragazzi con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza (VIDEO: La comunità Shalom)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15 aprile 2023
«Chissà, magari tutto questo fango che Piazza Pulita e Fanpage ci buttano addosso si rivelerà provvidenziale». In che modo? «Le menzogne sono talmente grosse che questo sistema di potere ne potrebbe rimanere sepolto. Intanto noi quereliamo Formigli e compagnia, questa volta sono andati proprio ogni limite». Il giorno dopo il processo mediatico imbastito dalla troupe di Corrado Formigli giovedì sera 13 aprile su La7, suor Rosalina Ravasio, fondatrice della Comunità Shalom di Palazzolo sull'Oglio (Bs), è più in forma che mai. E non sembra neanche pesarle la notte insonne, passata tutta a preparare la puntigliosa risposta alle accuse mosse da una pseudo-inchiesta di Fanpage condita con altri servizi e commenti in studio, che descrive la Shalom come "la comunità degli orrori". Sei pagine fitte di note che documentano punto per punto menzogne e manipolazioni contenute nel servizio, e che pubblichiamo a parte per chi voglia approfondire i dettagli. Il lungo spazio dedicato alla Comunità Shalom ruota attorno all'inchiesta che - dice il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato - nasce da una lettera ricevuta in redazione che denunciava i metodi di questa comunità terapeutica. E subito spara una prima menzogna, affermando che «per quattro mesi, la scorsa estate, una nostra giornalista sotto copertura ha lavorato in questa Comunità come volontaria, ha trascorso i giorni e le notti». L'ascoltatore ha così l'idea che «la giornalista sotto copertura» si sia davvero immersa nella vita della comunità e abbia scoperto chissà quali segreti, a parte l'incongruità di una estate che a Fanpage dura quattro mesi. In realtà, risponde suor Rosalina, «è venuta poche settimane soltanto al giovedì pomeriggio e poi l'ho allontanata perché si comportava in modo strano». Cioè? «Si muoveva sempre tenendo le mani incrociate davanti ai genitali e aveva un atteggiamento sospetto». Intuizione giusta, visto quello che ha fatto. Si è presentata come Giorgia, una giovane bresciana che pensava di farsi suora; in realtà si chiama Chiara Daffini e nel 2022 è arrivata a Fanpage potendo vantare nel suo curriculum importanti inchieste come quella su cosa succede «quando slip e reggiseno non sono coordinati» o quella sul profilo psicologico di chi sceglie «panettone o pandoro». In ogni caso una grave scorrettezza deontologica e una violazione della legge sulla privacy e sul rispetto delle persone vulnerabili (vedi l'articolo di Razzante).
UNA NARRAZIONE FUORVIANTE Nel filmato la Comunità Shalom è descritta come un vero e proprio luogo degli orrori, parola non a caso ripetuta più volte, «un luogo infernale» sottolinea Formigli, dove i pestaggi e le aggressioni fisiche e verbali sono all'ordine del giorno e si imbottiscono gli ospiti di psicofarmaci fino a trasformarli in zombie, e da dove è impossibile uscire una volta varcato i cancelli se non rischiando l'osso del collo buttandosi giù dai tetti. Una narrazione che ovviamente genera a sua volta una serie di commenti sdegnati dagli ospiti in studio, Mario Calabresi, direttore di Chora ed ex direttore di Stampa e Repubblica, e lo psichiatra Leonardo Mendolicchio, che dà subito prova della sua professionalità emettendo una sentenza di condanna senza appello per la Comunità Shalom basandosi su un filmato a tesi: nessuna verifica sull'attendibilità delle testimonianze pur sapendo che in molti casi si tratta di soggetti psicologicamente fragili, nulla da ridire su una giornalista che strumentalizza persone con gravi problemi psichici per costruire il suo racconto; neanche un dubbio, solo fango, salvo poi concludere chiedendo pubblicamente di essere invitato alla Comunità Shalom per una sua indagine conoscitiva super partes: neanche il senso del ridicolo. Ma la narrazione di un lager dove le persone vivono segregate e prigioniere contrasta con la realtà di centinaia e migliaia di ragazzi e adulti che in questi 38 anni sono stati salvati e reinseriti normalmente nella società, anzi che proprio grazie alla Comunità e alla rete sociale che la sostiene escono già con un lavoro; e quella di una sorta di bunker dove anche persone dall'esterno subiscono una perquisizione corporale per accedere alla Comunità contrasta con la realtà conosciuta da migliaia e migliaia di persone che frequentano Shalom: non c'è fine settimana che la Comunità non ospiti gruppi parrocchiali, associazioni, feste di matrimonio (e i nostri lettori sanno che da anni qui si svolge anche la Giornata della Bussola); sono stati ospitati recentemente anche decine di profughi ucraini e prima ancora quelli afghani; e non c'è giorno che non arrivino amici o persone desiderose di conoscere la Comunità.
PREFERISCO LA LIBERTÀ RISPETTO AD AVERE 500 MILIONI Chiunque può testimoniare che non c'è alcuna perquisizione, che i cancelli sono sempre aperti per chi si presenta normalmente. Già, perché in studio la giornalista di Piazza Pulita, Sara Giudice, lamenta di essere stata lasciata fuori da questi cancelli invalicabili e sempre chiusi pur chiedendo di parlare con suor Rosalina come giornalista che voleva verificare alcune notizie. Peccato abbia dimenticato di dire che lei e un suo collega cameraman si sono appostati per due giorni nei campi adiacenti la Comunità e, quando la prima volta un operatore è uscito per chiedere se avessero bisogno di aiuto, ha detto che aveva la macchina in panne e stava aspettando il soccorso stradale. Solo al secondo giorno di appostamento non è stato possibile nascondere la vera identità, visto che stavano facendo riprese dall'esterno, violando ancora una volta la privacy. E pretendeva anche di essere accolta a braccia aperte. Non solo, non paghi i due si sono recati nella vicina Pontoglio, nello studio dell'associazione Virgo Potens, dove i due psichiatri che lavorano all'interno della Comunità (eh già, dottor Mendolicchio, alla Shalom gli psichiatri ci sono e non hanno certo bisogno del suo aiuto) sono a disposizione anche della comunità locale: non sorprendentemente, perché una caratteristica della "comunità degli orrori" è quella di provvedere servizi anche per la popolazione della zona - oltre allo studio medico c'è anche un asilo nido gratuito - e sostegno alle comunità cristiane in Terrasanta e in Siria. Ebbene a Pontoglio i due inviati di Piazza Pulita hanno fatto ripetutamente irruzione nello studio mentre c'erano dei pazienti, al punto che si è dovuto chiamare i carabinieri per allontanarli. Perché tante menzogne e tanta violenza? «La nostra realtà suscita molta gelosia e invidia - ci dice suor Rosalina -. Io qui lavoro duramente, faccio la sguattera ma sono orgogliosa di farlo per il Regno di Dio. E il fatto che da 38 anni il Signore mantiene questa comunità - e lo Stato non ci riuscirebbe - perché la Provvidenza di Dio dà vita alla vita, suscita molta gelosia. Perché non riescono a farci entrare nel circuito del magna magna». Suor Rosalina si riferisce al fatto che la sua comunità si regge soltanto sulla generosità dei suoi benefattori e volontari, non chiede rette e non ha alcuno aiuto da parte dello Stato, quando quello dell'accoglienza e delle comunità terapeutiche è normalmente anche un fiorente business. E si capisce che una comunità come la Shalom, che ospita 250 tra ragazzi e ragazze, faccia gola a molti. «Alcuni anni fa - prosegue suor Rosalina - quando avevo chiesto la possibilità di ampliare la comunità per aprire il ramo femminile, mi fu detto dai politici che era più facile per loro darmi 500 milioni che non lasciarmi l'autonomia. Allora ho detto: preferisco l'autonomia ai 500 milioni; meglio poveri ma liberi che schiavi ma guidati da chi ti paga. A noi ci sostiene Dio». Formigli & co. sono avvisati. Nota di BastaBugie:l'autore del precedente articolo, Riccardo Cascioli, nell'articolo seguente dal titolo "Shalom, la rivolta di famiglie ed ex contro Formigli e FanPage" parla della conferenza stampa convocata da suor Rosalina Ravasio per rispondere alle gravissime accuse lanciate da Corrado Formigli durante la trasmissione Piazza Pulita su La7. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19-04-2023: «Se non fosse per la Comunità Shalom, oggi porterei i fiori sulla tomba di mia figlia»; «Perché oltre ad ascoltare persone che non hanno finito il percorso, non intervistate anche chi ce l'ha fatta, persone come me che sono entrato qui a 18 anni, hanno creduto in questo posto, sono uscite, sono diventate genitori, hanno un lavoro?». Alla Comunità Shalom di Palazzolo sull'Oglio (Bs), finita nella bufera per gli scandalosi servizi di Fan Page e Piazza Pulita trasmessi giovedì scorso su La7, in cui la comunità di recupero è stata definita un lager, ieri 18 aprile è andata in scena la rivolta degli ospiti e soprattutto delle famiglie e degli ex salvati dalla comunità. Suor Rosalina Ravasio, fondatrice e vera anima di questa comunità aveva ieri convocato una conferenza stampa che ha visto anche la presenza di Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita, e di una troupe di FanPage decisi a mettere sotto torchio suor Rosalina, la Comunità e i suoi metodi terapeutici, ripetendo le stesse accuse già lanciate giovedì scorso in trasmissione. Un incontro duro, ad alta tensione, anche perché a seguire l'evento si sono presentati anche diversi genitori ed ex ospiti della comunità infuriati per quanto visto a Piazza Pulita. E a un certo punto, di fronte alla presunzione e all'insistenza di Formigli e compagnia che battevano sempre sulle già smentite accuse riguardo a violenze e uso di psicofarmaci, hanno rotto gli indugi e risposto direttamente con le loro testimonianze, mettendo in risalto l'incompetenza e la malafede degli accusatori della Comunità Shalom. Milena ad esempio, una delle primissime ragazze arrivate, diversi tentativi di suicidio alle spalle e gravissimi disturbi alimentari: a un certo punto era ridotta ad appena 39 chili e con poche settimane di vita secondo i medici dell'ospedale di Vicenza, viste le complicazioni cardiache che erano insorte. Dall'ospedale a uno psichiatra che l'ha riempita di farmaci («sono passata da 2 a 18 farmaci al giorno») e poi dall'anoressia alla bulimia e ancora il ricovero in una struttura di Verona. Un breve periodo di stabilizzazione e poi la ricaduta, vomito 10-12 volte al giorno a cui si è aggiunto il problema dell'autolesionismo. Infine l'arrivo a Shalom: «Suor Rosalina per me è una seconda mamma, esordisce -. La terapia che ha usato per me: nessun farmaco, la guarigione è arrivata attraverso la preghiera e la fatica, perché solo con i sacrifici si può ottenere qualcosa che dura nel tempo e rimane dentro di te, e diventa soddisfazione per aver raggiunto qualcosa. Ma quello che mi ha commosso tanto è aver incontrato in suor Rosalina una persona che ha creduto in me». E ha avuto tanta pazienza, aggiunge, perché c'è voluto tempo: «Quando una persona vive nella menzogna, nell'egoismo, nell'invidia e si mette al posto di Dio è difficile cambiare. Ma ora mi sento una donna libera, perché sono serena e vivo nella verità. Il Signore mi ha dato la grazia di un marito e di una bambina quando mi era stato detto che non potevo avere figli». «Otto anni di anoressia per mia figlia, passati da un ospedale all'altro - sbotta Scilla con foga sulle parole del dottor Leonardo Mendolicchio, uno psichiatra che a Piazza Pulita ha giocato il ruolo di grande inquisitore della Comunità Shalom - spendendo una montagna di soldi e peggiorando sempre». Un calvario iniziato quando la bambina aveva appena 11 anni: psichiatri, strutture specializzate a Monza, Milano, Verona, nulla da fare. «Solo suor Rosalina mi ha guardato negli occhi e mi ha detto il 9 settembre 2020 "farò di tutto per aiutare tua figlia"». Una ragazza di venti anni, alta 1.80, è entrata in comunità che non arrivava a 40 chili: «Ora è una ragazza bellissima, è normopeso e sta riprendendo in mano la sua vita. Suor Rosalina è l'unica che ha fatto qualcosa per lei». «L'unica, l'unica», ripete Scilla. Ed è un fiume in piena: «Aveva 11 anni e nelle strutture dicevano che era lei che doveva decidere se entrare in una struttura, in una clinica, il minore deve decidere, ma si rende conto? Noi genitori siamo abbandonati, solo qui ho trovato una vera accoglienza. Se suor Rosalina non mi avesse aiutato, perché io sono una vedova, io oggi andrei al cimitero non solo per mio marito ma anche per mia figlia. Io devo tutto a suor Rosalina». Ed ecco Sonia, madre di un minore che era stato prima affidato a una Comunità consigliata da cui è scappato quattro volte, poi cacciato con un TSO. «Ne siamo usciti devastati e con la nostra legale abbiamo fatto chiudere quella comunità con una denuncia ai NAS di Parma. Quello era un lager, signori - dice rivolta a Formigli e compagnia - Voi entrate qui e l'aria che si respira, vedete l'ordine, la serenità, i ragazzi sorridono, ti salutano». E prosegue: «Io non ho dormito due anni per seguire mio figlio, è arrivato qui in condizioni pietose, abbiamo fatto un colloquio bellissimo, ci hanno accolti come in una famiglia. Addirittura era appena entrato in comunità che, con mio grande stupore, è stato portato in gita a Cracovia, non lo pensavo possibile. Io anche mi vergognavo all'inizio perché bestemmiava, ma quando l'ho detto a suor Rosalina lei non si è scomposta e mi ha detto "Sono abituata a sentire ben peggio". Quando ho riabbracciato mio figlio - ed auguro a tutte le mamme di ritrovare quell'abbraccio che io ho ritrovato dopo sei mesi - ho visto in lui quel sorriso, quella serenità, quegli occhi belli che io non avevo più visto negli ultimi due anni e mezzo». Certo, continua Sonia, «è un percorso duro, non è un villaggio vacanze, ma a mio figlio qui sono stati scalati i farmaci. E noi vediamo i nostri figli ogni mese, passiamo con loro diverse ore, se subissero violenze sarebbe facile per loro dircelo». A seguire tutto l'evento anche alcuni ragazzi tuttora ospiti della Comunità: mi si avvicina Allen, desideroso di aggiungere la sua esperienza dopo le menzogne che ha sentito. Ha 27 anni, è figlio di uno psicologo, vecchio volontario della Comunità: «Sono qui da sei anni perché ero tossicodipendente, uso di cocaina e abuso di alcol. Poi ho anche una malattia ereditaria, peggiorata con l'uso delle sostanze. Quello che posso dire io è che con la fede, con l'aiuto della suora e degli educatori e dei ragazzi in comunità, mi sono raddrizzato e devo dire grazie alla comunità per la persona che sono oggi». In cui rientra anche l'aver recuperato quattro anni di scuola superiore, visto che aveva abbandonato la scuola e ora gli manca solo un anno per la maturità, e l'aver imparato «dei mestieri». E le presunte violenze? «Le ho viste nei filmati di Piazza Pulita, ma non le ho mai viste qua. E continuo a chiedermi da dove saltano fuori, perché io vivo qui con i ragazzi giorno e notte e non ho mai visto niente del genere. È un'assurdità». Già, quanto visto su Piazza Pulita è assurdo per chi conosce la realtà della Comunità Shalom, e le testimonianze ascoltate ieri rendono ancora più evidente la vigliaccata di giornalisti inquisitori che hanno vergognosamente speculato su situazioni drammatiche e negato percorsi di rinascita per vendere uno scandalo.
VIDEO: SUOR ROSALINA E LA COMUNITA' SHALOM Nel seguente video dal titolo "Reportage Comunità Shalom" (durata: 14 minuti) si può vedere un'intervista a Suor Rosalina e ai suoi ragazzi con immagini della comunità che risalgono a qualche anno fa.
https://www.youtube.com/watch?v=cFCk6uGQisE
DOSSIER "COMUNITA' SHALOM" Suor Rosalina recupera i ragazzi sbandati Per vedere articoli e video, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15 aprile 2023
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SUOR MARIANNA, UNA VITA DEDICATA AI LEBBROSI DELLE HAWAII
Fu una delle primissime collaboratrici di Padre Damiano: morirà a Molokai di morte naturale dopo aver servito i lebbrosi per quasi 30 anni
Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini - Fonte: Santiebeati.it
Barbara Koob nacque il 23 gennaio 1838 a Heppenheim in Germania, figlia di Peter Koob e Barbara Witzenbacher, agricoltori. Nel 1840, quando lei aveva due anni, la sua famiglia emigrò negli Stati Uniti, stabilendosi nella città di Utica, nello Stato di New York. Suo padre cambiò il cognome da Koob a Cope, dopo aver ottenuto la cittadinanza americana, il che comportava l'estensione della stessa all'intera famiglia. Da adolescente, Barbara prese a lavorare in una fabbrica per dare un a mano ai bisogni della famiglia, cresciuta nel frattempo di altri tre fratelli e con il padre invalido. Frequentando la Scuola parrocchiale di San Giuseppe a Utica, poté ricevere la Prima Comunione nel 1848. In quest'ambiente fiorì la sua vocazione allo stato religioso, ma tale desiderio dovette essere accantonato, perché le condizioni economiche della famiglia non permettevano il suo allontanamento. Solo a 24 anni poté entrare nell'Istituto delle Suore del Terz'Ordine Francescano di Syracuse, dove, dopo il noviziato, emise la professione religiosa con il nome di suor Marianna. L'apostolato di quelle suore, fra l'altro, consisteva nell'educazione dei figli degli emigrati tedeschi. Suor Marianna, quindi, apprese la lingua originaria dei suoi genitori e fu incaricata di dirigere una nuova scuola specifica. Per le sue doti intellettuali e per la sua generosa dedizione svolse delicati incarichi nella sua Congregazione, fra i quali la cura dei poveri da lei prediletti, nei due ospedali di Santa Isabella a Utica e San Giuseppe a Syracuse (1869). Fu eletta Madre Provinciale nel 1877 e riconfermata all'unanimità nel 1881. Due anni dopo, nel 1883, era Madre generale quando le giunse una richiesta del vescovo di Honolulu, che a sua volta girava alle suore una petizione del re delle isole Sandwich, nell'Oceano Pacifico (le attuali Hawaii, 50° Stato degli USA dal 1959), il quale chiedeva di avere infermiere per i lebbrosi abbandonati del regno. La situazione era critica e già 50 comunità religiose avevano rifiutato la petizione reale. Un religioso, padre Damiano de Veuster, aveva scelto di vivere in quelle condizioni precarie, ma faceva presente che sarebbero state necessarie delle suore. I malati, strappati dai familiari e dai loro villaggi, venivano portati nell'isola di Molokai, dove non esistevano edifici idonei né assistenza sanitaria. Si sarebbe dovuto costruire un ospedale e soprattutto instaurare una severa terapia igienica generale, specie per i figli più piccoli dei lebbrosi, che avevano seguito le madri ed erano bisognosi di educazione. Madre Marianna scelse sei suore fra le 25 che si erano offerte e partì con loro per fondare una Missione delle Suore del Terz'Ordine Francescano nelle Sandwich; le accompagnò prima a Honolulu e poi a Molokai. Collaborò quindi con il governo locale a istituire ospedali in varie isole dell'arcipelago. Padre Damiano, che aveva contratto la lebbra nel 1884, venne assistito dalle suore come gli altri malati: morì nel 1889. Tutto il lavoro organizzativo passò a madre Marianna, la quale, anche per le minacce delle altre suore di tornarsene con lei in America, dovette restare a Molokai per salvare la Missione e dimettersi dal suo incarico. Non tornò più in America e restò a servire i lebbrosi per quasi 30 anni. Fondò due case separate per i figli dei lebbrosi, tenuti nella più grande igiene, così che una volta adulti potessero essere inseriti sani nella società. Madre Marianna di Molokai, come ormai veniva chiamata, conosceva uno per uno i malati e li chiamava per nome. Li istruiva a coltivare quell'arida terra facendo spuntare arbusti, fiori e alberi, ma soprattutto ridonando loro la dignità di esseri umani non più emarginati e inutili. Gli storici la descrissero come «una religiosa esemplare con un cuore straordinario». Morì a Molokai il 9 agosto 1918 a 80 anni, di morte naturale.
Nota di BastaBugie: per approfondire si può leggere la storia di padre Damiano de Veuster che fu il fondatore della missione a Molokai.
SAN DAMIANO DE VEUSTER NON EBBE PAURA DI PORTARE CRISTO AI LEBBROSI DI MOLOKAI Il missionario belga chiese ai superiori di poter evangelizzare i luoghi sperduti delle Hawaii che nessuno voleva visitare (FILM GRATUITO: Molokai, l'Isola Maledetta) https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7369
Fonte: Santiebeati.it
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LA VERA SCUOLA CATTOLICA: SECONDA GIORNATA DEL VAN THUAN SULL'HOMESCHOOLING
Si entrerà nel mondo delle scuole parentali con esperti che risponderanno a tutte le domande del pubblico (previsto servizio babysitter)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, marzo aprile 2023
La prima via d'uscita dal sistema pervasivo che ci attanaglia è l'educazione. Certo, anche altri, a partire dall'informazione a cui si dedica la Bussola, informazione che, comunque, è anche formazione e quindi educazione. Valori e comportamenti oggi vengono largamente imposti. L'educazione nella scuola statale corrisponde - quando non vada ben oltre! - al patriottismo costituzionale, il che alla fine significa che i nostri figli devono condividere i principi repubblicani, anche quando vanno contro la legge naturale: buon cittadino e uomo buono si divaricano e il primo vince sul secondo. Media e social educano sì, ma nel senso che diseducano: non esiste un serial televisivo che non contempli l'omosessualità e che non presenti le famiglie divise o allargate come cose normali. Per rendere possibili i propri obiettivi, il sistema di oggi deforma sistematicamente l'educazione sull'ambiente, sulla procreazione, sulla religione, sulla salute, sull'identità maschile e femminile, sui fatti, raccontati secondo le narrazioni di regime, sulla storia... Anche nella Chiesa le cose non vanno troppo bene. Limitata e spesso scadente l'educazione religiosa, frequente l'omologazione ai criteri del mondo, presa di distanza dall'educare a giudicare la realtà. Quella che anni fa si chiamava "emergenza educativa" è ormai esplosa. Ci sono educatori - sia genitori che insegnanti, ma anche sacerdoti e religiosi - che si pongono seriamente questo grave problema. Sono genitori e insegnanti cattolici nella scuola di Stato, sono genitori e insegnanti cattolici nelle scuole paritarie cattoliche, sono genitori e insegnanti che stanno dando vista a scuole parentali e ad esperienze di homeschooling (scuola domestica, scuola fatta a casa). I primi si sentono abbandonati e fanno veramente fatica ad andare avanti in un contesto sistematicamente ostile e che percorre altre strade. I secondi resistono, ma si rendono conto che la scuola cattolica paritaria deve pagare un certo dazio al sistema imperante. I terzi sono più motivati e scaltriti, più alternativi al sistema e per molti rappresentano una chance positiva e da incoraggiare. C'è quindi un mondo dell'educazione che "non ci sta", soprattutto il mondo delle scuole parentali o domestiche. Questo mondo rappresenta la principale e forse unica speranza che abbiamo oggi davanti all'omologazione dei cervelli e dei cuori dei nostri figli e nipoti. Non c'è bisogno di attendere l'intelligenza artificiale, già oggi i cervelli e i cuori vengono plagiati sistematicamente. Questo mondo dell'educazione non è però solo un fatto educativo, è anche una mobilitazione sociale, prefigura un diverso assetto della polis, i suoi soggetti pensano ad una diversa presenza della religione cattolica e della Chiesa nella società. Sono quindi anche un fenomeno etico e teologico, che la Chiesa ufficiale, purtroppo, sta trascurando, mentre invece rappresenta un futuro di vera libertà. Se questo mondo è ben più che un semplice fenomeno educativo, esso richiede di essere visto dentro l'intero quadro della Dottrina sociale della Chiesa. Ha bisogno di essere valorizzato come germe di una società cristiana, tramite l'educazione ma oltre la sola educazione. È un ampio fenomeno in atto di costruzione della civiltà cristiana. In un momento storico in cui la Chiesa ufficiale dice che non bisogna impegnarsi per una società e civiltà cristiane, proprio questo sta invece facendo questo movimento della scuola cattolica. I genitori, gli insegnanti, le scuole cattoliche, soprattutto parentali, riconsegnano alla Chiesa e alla religione cattolica il primato educativo nella pubblica piazza, anche se la Chiesa ufficiale di oggi respinge l'offerta. Sabato 29 aprile 2023, si terrà a Lonigo (Vicenza), presso la Villa San Fermo dei Padri Pavoniani, la Seconda Giornata nazionale della Vera scuola cattolica, organizzata dall'Osservatorio cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa. Essa fa seguito ad una analoga iniziativa dell'anno scorso da cui era emerso il Manifesto dal titolo "È il momento della vera scuola cattolica" sottoscritto da molte scuole, soprattutto parentali, nonostante molte di esse non amino comparire per evitare vessazioni e boicottaggi nei loro confronti. Questa prossima seconda Giornata riprende il cammino e l'evento sarà poi anche ripetuto in altre parti d'Italia. Essa sarà sia un momento di riflessione sui contenuti della vera educazione cattolica, sia un momento di incontro, dialogo e confronto sulle problematiche pratiche. Tutto il mondo che ho descritto sopra è invitato. Il filo conduttore della Giornata del 29 aprile sarà "A scuola di verità. Il quadro del sapere e le discipline". Il tema è fondamentale: la fede interpella la ragione e, quindi, le discipline - le "materie" scolastiche, si diceva una volta. Questo richiede che la fede sia considerata come un "sapere", altrimenti non può pretendere di interloquire con le discipline di insegnamento. La vera scuola cattolica fa passare l'annunzio anche attraverso le discipline, i saperi particolari. In gioco c'è la possibilità o meno di un "universo del sapere", senza del quale i nostri figli saranno sperduti e soli.
Nota di BastaBugie: l'incontro di Lonigo è il primo di una serie di incontri che si terranno in tutta Italia organizzate dall'Osservatorio cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa. Ecco di seguito i riferimenti per i vari incontri.
A SCUOLA DI VERITÀ, IL QUADRO DEL SAPERE E LE DISCIPLINE Don Samuele Cecotti, Don Stefano Bimbi, Stefano Fontana Lonigo (Vicenza), Villa San Fermo Sabato 29 aprile 2023, ore 10,30-16,00 Vedi il programma qui: www.vanthuanobservatory.com
SCUOLA E STUDIO - Marco Di Matteo (Apprendimento e insegnamento nel pensiero di san Tommaso d'Aquino), - Giovanni Turco (Studio e studiosità), - Don Stefano Bimbi (Lo studio e la scuola parentale) Napoli, Convento San Tommaso (Corso Sirena, 66, Barra) Sabato 6 maggio 2023, ore 9,30-16,00
LA SCUOLA PARENTALE E L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA - Don Samuele Cecotti (L'insegnamento della religione cattolica) - Don Stefano Bimbi (La scuola parentale di Staggia Senese) Staggia Senese (Siena), Piazza Grazzini 4 Domenica 4 giugno 2023, ore 16,00-20,00 Vedi il programma qui: www.amicideltimone-staggia.it
LO SGUARDO EDUCATIVO - p. Andres Bonello I.V.E. (L'educazione come responsabilità), - Fabio Piemonte (La cura educativa nella riflessione di Dhuoda), - Don Stefano Bimbi (Il dovere di educare e la scuola parentale) Vitorchiano (Viterbo), Piccola Opera "Sacro Cuore" (strada Ortana, 15) Sabato 17 giugno 2023, ore 9,30-16,00
Le Giornate di studio sono dedicate in primo luogo alle scuole parentali cattoliche, ma anche alle paritarie cattoliche e ai singoli docenti cattolici della scuola statale. La partecipazione è gratuita. Si richiede l'iscrizione da inviare a scuole.ossvanthuan@gmail.com Vedi e aderisci al Manifesto "È il momento della vera Scuola cattolica": clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, marzo aprile 2023
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UNA BELLA NOTIZIA: SIAMO 8 MILIARDI DI ABITANTI
Tornano alla carica i neomalthusiani con le loro previsioni catastrofiche, ma sbagliano ancora (infatti la crisi c'è dove si fanno meno figli, come in Italia)
Autore: Federico Cenci - Fonte: Provita & Famiglia, 17 Novembre 2022
Siamo otto miliardi di persone nel mondo. Il record - come annunciato dalle Nazioni Unite - è stato raggiunto il 15 novembre. Per avere un'idea dello sviluppo demografico complessivo, basti considerare che rispetto al 2011 siamo aumentati di un miliardo. E che rispetto al 1974, siamo raddoppiati. Il prossimo obiettivo fissato dall'Onu dovrebbe essere raggiunto nel 2037, quando verranno superati i 9 miliardi. Dovremmo gioire di questi dati, giacché rappresentano il risultato dei progressi sanitari e medici. Eppure, come del resto è ampiamente prevedibile, hanno dato fiato alle trombe dei catastrofisti. È tornato ad agitarsi lo spettro di Thomas Robert Malthus, l'economista e demografo che già a fine Settecento predicava la necessità di allentare la pressione demografica per arginare povertà e fame nel mondo. Bisogna riconoscere a costoro, ai cosiddetti neo-malthusiani di sapersi adattare ai cambiamenti: gli annunciatori di sciagure a causa delle tante nascite non cessano infatti la loro disfattistica attività. È piuttosto noto a tal proposito quanto avvenne negli anni Sessanta: un collegio di esperti internazionali si riunì all'Accademia dei Lincei nel cosiddetto Club di Roma per lanciare un allarme. Nel mondo - avvisavano - c'erano quattro miliardi di persone, considerate troppe, per cui di lì a poco inesorabilmente le risorse si sarebbero esaurite e lo sviluppo arrestato. Sono passati quasi sessant'anni, ma - come direbbe Vasco Rossi - siamo ancora qua. Nessuna fine del mondo. Anzi, la fame e la povertà si sono notevolmente ridotte grazie ai passi da gigante della tecnica. È comprensibile che si faccia fatica a crederci, dal momento che la campana mediatica delle notizie negative non smette mai di oscillare nervosamente. Per avere allora un riscontro empirico sul miglioramento progressivo della condizione umana generale, si può visitare il sito Our World in Data: la popolazione è costantemente aumentata e così anche il suo tenore di vita. L'inizio di questo processo viene collocato da molti nella rivoluzione industriale, ma forse occorre spostare le lancette dell'orologio di un paio di secoli: come dimostra uno studio pubblicato sempre su Our World in Data, in Inghilterra già subito dopo il 1650 cominciò a crescere sia la popolazione sia il reddito pro capite. La storia, dunque, è maestra di vita, almeno quanto lo è l'attualità. Oggi, d'altronde, i Paesi in ascesa sullo scacchiere geopolitico sono quelli più popolosi, giovani e fecondi. Al contrario, la crisi morde il calcagno delle aree del pianeta in cui si fanno meno figli. Un esempio di tal risma, purtroppo, ce l'abbiamo dentro casa: periodicamente l'Istat sciorina previsioni sempre più cupe sul futuro demograficamente arido dell'Italia. Il concetto è piuttosto semplice: se diminuisce la popolazione e si riduce il numero di famiglie con figli, aumenta il divario tra individui in età lavorativa e non, a tal punto che il sistema di previdenza sociale rischia di esplodere. Cosa possiamo quindi fare noi italiani? Proviamo a rispondere con tre regole: la prima è non lasciarsi persuadere da chi profetizza sciagure dovute alla sovrappopolazione; la seconda è impegnarsi con i propri mezzi affinché si creino condizioni economiche e culturali per accrescere la natalità; la terza è sostenere i piani di sviluppo e di cooperazione nei Paesi del Terzo Mondo.
Fonte: Provita & Famiglia, 17 Novembre 2022
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FULTON SHEEN E LA CONVERSIONE DELLA COMUNISTA AMERICANA
Bella Dodd era l'astro nascente del comunismo americano e riuscì a far infiltrare oltre mille giovani in seminario per diventare sacerdoti... ma la Provvidenza aveva altri piani per lei
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Il Timone, aprile 2023 (n. 227)
Il venerabile Fulton John Sheen era un pastore della tempra di sant'Ambrogio: inflessibile sulla dottrina, paterno con l'umana debolezza, predicatore eccezionale (fu proprio ascoltando i sermoni di sant'Ambrogio che sant'Agostino si converti). Sono note le sue trasmissioni prima radio e poi televisive con cui batteva ogni record di ascolti e teneva avvinti milioni di americani, anche non cattolici. A differenza dei telepredicatori protestanti, la sua non era un'esposizione apocalittica, con uso di toni drammatici e abbondanza di riferimenti all'Inferno. No, solo logica e paradossi alla Chesterton, di cui tra l'altro era amico. E, soprattutto, un sapiente intercalare di fine umorismo, inframmezzando nei punti giusti quelle battute di cui il pubblico americano è ghiotto. Uomo di profonda cultura, trovava anche il tempo di aggiungere agli impegni come arcivescovo i numerosi libri che ancora oggi istruiscono gli incerti e rianimano gli sfiduciati.
UNA DONNA PROMETTENTE Molti quelli che dovettero a lui la conversione. Come Clare Boothe Luce, poi famosa e battagliera ambasciatrice statunitense a Roma. E la meno nota (leggendo il seguito si capirà perché) Bella Dodd, la cui conversione non fu inferiore in importanza - importanza sociale e politica, intendo; dal punto di vista spirituale, infatti, hanno tutte la stessa importanza - e sulle cui tracce mi sono messo incuriosito da un articolo sull'agenzia Aletheia.org del 6.12.22. «Bella» perché era italiana e si chiamava Isabella. Per l'esattezza Maria Assunta Isabella Vissono ed era lucana di Picerno, in provincia di Potenza. Nata nel 1904, si accorse anche lei che gli americani non amavano gli immigrati che non si sforzavano di integrarsi. A cominciare dal nome. Dei suoi tre, il secondo non era americanizzabile. Il primo si, ma lei, tendente all'ateismo, non lo prese nemmeno in considerazione. Invece, «Bella» agli americani ricordava i tempi del saloon del vecchio West. E Bella fu. «Dodd» era il cognome del marito, che mantenne anche dopo il divorzio perché sempre meglio di Vissono. Sveglia e portata agli studi, grazie a una borsa di studio statale poté frequentare la prestigiosa Columbia University. Si laureò in giurisprudenza e divenne avvocato, nonché docente di scienze politiche all' Hunter College di New York. In breve fu a capo della New York State's Teachers Union, l'associazione che riuniva i docenti dello Stato. Animo battagliero e da suffragetta, nel 1932 si iscrisse al partito comunista americano (CpUsa), scalandone la cima, tanto che in dieci anni arrivò a far parte del consiglio nazionale.
IL PARTITO COME RELIGIONE Grazie all'amico Fiorello LaGuardia, sindaco di New York, riusciva ad avere tutti i congedi sul lavoro che le servivano per dedicarsi al suo vero scopo nella vita: l'attivismo nel partito. Nel 1930, nel corso di un lungo viaggio in Europa, conobbe John Dodd, con il quale si sposò nello stesso anno. Durante la Guerra civile spagnola lui e lei si attivarono per spedire quanti più volontari potevano a combattere nelle file dei repubblicani. Nel 1940 lui abbandonò il tetto coniugale per imprecisate divergenze ideologiche. Dopo avere visto film Come eravamo, con Barbra Streisand e Robert Redford (un classico), sospetto che lui, pur comunista, a un certo punto non ne abbia potuto più del fanatismo di lei. Ancora dieci anni, anzi nove, ed ecco la mazzata finale: venne espulsa dal partito. La scusa ufficiale fu che lei, avvocato, aveva assunto le difese di un proprietario contro il suo affittuario. Un avvocato comunista dalla parte di un padrone? Non sia mai. L'affittuario doveva essere anche nero, tant'è che le appiopparono della «razzista» e infine, come tutti gli epurati a sinistra, della «fascista». Il che lascia pensare che Bella fosse incappata in una delle tante purghe interne Stalin-style con cui periodicamente i comunisti rinnovano i ranghi.
LA CONVERSIONE Solo che per lei il partito era tutto. La sua vita, la sua ragione di esistere e vivere. Per esso aveva rinunciato a ogni cosa, perfino a suo marito. E ora? II senso di sbandamento, solitudine, straniamento, angoscia, delusione che deve provare qualcuno finito in tale situazione deve essere abissale. Ovviamente, i vecchi compagni le fecero il vuoto attorno. Solo che non ne aveva altri. Intanto la stampa si era impadronita del suo caso. Bella era stata un'esponente di sinistra molto in vista e ben nota per le sue battaglie. Nel 1951, a New York, dove lei stava, arrivò come vescovo ausiliare Fulton Sheen. Non si sa bene in quale occasione i due si incontrarono. Tra i compiti nel partito, Bella Dodd aveva anche quello di infiltrare comunisti nei seminari cattolici. Perciò doveva avere qualche dimestichezza con il palazzo vescovile. Ma questa volta qualcosa si era rotto e si ritrovò a singhiozzare sulla spalla del magnetico Sheen. E poi, non si sa come, in ginocchio nella cappella dove lui l'aveva portata. Scrisse in seguito che non avrebbe saputo dire come e perché, ma si era inginocchiata disperata e si era rialzata con una pace profonda nel cuore. Sheen, dopo, le disse che lei aveva odiato il cristianesimo perché non lo conosceva. Era laureata, aveva il dovere di studiarlo. E cosi fu. Bella Dodd, sotto la guida del vescovo, compila sua istruzione catecumenale e il 7 aprile 1952, lunedì della Settimana Santa, ricevette il battesimo dalle mani di Sheen nella Cattedrale.
UN PIANO PER SOVVERTIRE LA CHIESA Scrisse un libro, School of Darkness, nel quale spiegò come il comunismo proponeva una specie di religione della giustizia sociale che faceva presa sui semplici. E anche sui cattolici, che erano più attenti alle istanze degli ultimi. Parlò dei potentati economici, non solo americani, che finanziavano il comunismo per plasmare e soggiogare le masse, e soprattutto distruggere il cristianesimo. Per quest'ultimo scopo, secondo le direttive di Mosca, lei stessa aveva convinto "almeno 1.200 giovani" a entrare nei seminari, onde farli diventare sacerdoti e vescovi per corrodere la Chiesa dall'interno. Perché la Chiesa cattolica? Perché era la meglio organizzata anche sul piano internazionale. Quando venne convocata al Senato per riferire di queste attività, dichiarò che sapeva di almeno quattro cardinali che in Vaticano lavoravano per il partito comunista. Alla commissione senatoriale raccontò di come i comunisti fossero presenti in numerosi uffici legislativi del Congresso e in alcuni gruppi che fornivano consigli di settore al Presidente. Oltre alle presenze nei sindacati e altre istituzioni di rilievo, naturalmente. Bella Dodd morì nel 1969, a causa di un intervento chirurgico.
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Fonte: Il Timone, aprile 2023 (n. 227)
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LA CORTE SUPREMA ACCOGLIE IL RICORSO DI BIDEN IN FAVORE DELLA RU486 (LA PILLOLA ABORTIVA)
Con una decisione di 7-2 (contrari i giudici Alito e Thomas) la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ripristinato il libro accesso alla RU486 (senza restrizioni!)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 aprile 2023
Le pillole abortive a base di mifepristone possono ancora essere vendute. Lo ha deciso ieri la Corte Suprema degli Stati Uniti, con un voto di 7-2. Contrari soltanto Samuel Alito e Clarence Thomas, i giudici che si confermano come i più sensibili rispetto al buonsenso giuridico e quindi al diritto naturale. La decisione non è stata motivata. Ad ogni modo essa accoglie il ricorso dell'Amministrazione Biden e della Danco Laboratories (azienda che produce le pillole a base di mifepristone) che in due cause separate chiedevano il ripristino dello status quo precedente al 7 aprile, quando il giudice federale del Distretto Settentrionale del Texas, Matthew Kacsmaryk, aveva sospeso l'approvazione del mifepristone data dalla Food and Drug Administration nel 2000. Un ordine che valeva per tutti gli Stati Uniti, eccetto per 17 Stati (governati dai Democratici, tranne il Nevada e il Vermont) e per il Distretto di Columbia, che sempre il 7 aprile si erano visti accogliere la propria richiesta dal giudice Thomas Rice, il quale aveva ordinato alla Fda di mantenere lo status quo. La sentenza della corte distrettuale texana era stata poi in parte bloccata (per una questione tecnica, peraltro controversa, relativa alla prescrizione dei termini legali) dalla Corte d'Appello del Quinto Circuito, che il 12 aprile aveva deciso di ripristinare la commercializzazione del mifepristone, sebbene con diverse restrizioni non gradite agli abortisti, come ad esempio il blocco alla distribuzione del mifepristone per posta e l'uso della pillola abortiva solo dopo tre visite di persona, da parte di un medico.
LA BATTAGLIA NON È FINITA Dunque, la decisione della Corte Suprema ripristina in tutta la nazione le regole in vigore fino al 7 aprile, ma ciò non significa che la battaglia sul tema sia finita. Essa continua infatti nelle corti inferiori, come ha ricordato, parlando con Life News, Erik Baptist di Alliance Defending Freedom, il gruppo che rappresenta legalmente l'Alleanza per la Medicina Ippocratica che nel novembre 2022 ha introdotto la causa contro il regime di aborto chimico approvato e poi esteso scriteriatamente dalla Fda. «Come è prassi comune, la Corte Suprema ha deciso di mantenere lo status quo che esisteva prima della nostra causa mentre la nostra sfida all'approvazione illegale da parte della Fda dei farmaci abortivi chimici e alla sua rimozione delle necessarie salvaguardie per quei farmaci va avanti», ha detto Baptist. Il membro dell'Alliance Defending Freedom ha quindi assicurato: «Il nostro caso, che cerca di mettere la salute delle donne al di sopra della politica, continua in modo spedito nei tribunali inferiori. La Fda deve rispondere dei danni che ha causato alla salute di innumerevoli donne e ragazze e allo stato di diritto, non avendo studiato quanto sia pericoloso il regime farmacologico per l'aborto chimico e rimuovendo illegalmente ogni significativa salvaguardia, perfino consentendo gli aborti ordinati via posta», cioè tramite appunto la crescente liberalizzazione della "telemedicina" pro aborto, che ne ha ulteriormente banalizzato la pratica, perpetuando la strage dei bambini nel grembo materno (prime e innocenti vittime di questa situazione) e al contempo accrescendo i rischi per le loro madri. Da qui l'auspicio di Baptist e degli altri pro life americani, i quali sperano che attraverso questa causa si giunga al riconoscimento delle gravi responsabilità della Fda, che negli anni - prima con l'approvazione nel 2000 e poi con la serie di estensioni tra il 2016 e l'inizio del 2023 - ha reso sempre più facile l'accesso alle pillole abortive. E lo ha fatto agendo non certo in base a criteri scientifici, bensì dietro pressioni politiche provenienti dal Partito Democratico e in ultima analisi dall'industria dell'aborto. Industria che spinge verso una più facile distribuzione delle pillole abortive (che ad oggi contano per oltre il 50% di tutti gli aborti negli Stati Uniti), anche per contrastare gli effetti dell'annullamento della sentenza Roe contro Wade e "scavalcare" così gli Stati che legittimamente vietano l'aborto.
L'IMPATTO NEGATIVO In attesa di vedere come finirà, la condotta della Fda è stata già messa a nudo nella causa intentatale dall'Alleanza per la Medicina Ippocratica. Nella sua decisione del 7 aprile scorso, il giudice Kacsmaryk aveva particolarmente sottolineato la realtà degli effetti avversi conseguenti all'assunzione di mifepristone e misoprostolo (la seconda pillola prevista dalla procedura più comune per l'aborto chimico), ricordando quanto è presente nella letteratura scientifica: «Prove convincenti suggeriscono che le statistiche fornite dalla Fda sugli effetti avversi dell'aborto chimico sottostimano l'impatto negativo che il regime di aborto chimico ha su donne e ragazze. Quando le donne cercano cure di emergenza dopo aver ricevuto le pillole abortive chimiche, l'abortista che ha prescritto i farmaci di solito non è colui che provvede a gestire le complicazioni della madre. Di conseguenza - aggiungeva il giudice federale - il medico curante potrebbe non sapere che l'evento avverso è dovuto al mifepristone. Gli studi supportano questa conclusione rilevando che oltre il 60% delle visite al pronto soccorso di donne e ragazze a seguito di aborti chimici vengono erroneamente etichettate come "aborti spontanei" piuttosto che come effetti avversi del mifepristone». E questo è solo uno dei motivi per cui i dati della Fda sono sottostimati e fuorvianti. Anche la Corte d'Appello del Quinto Circuito aveva chiaramente criticato l'approccio della Fda di mettere la testa sotto la sabbia rispetto agli effetti avversi e aveva quindi ripristinato l'obbligo di riferire tutti gli effetti avversi, per le donne, dell'aborto chimico (che includono gravi emorragie e infezioni), dunque non solo le morti materne. Statistica, quest'ultima, che secondo il conteggio ufficiale più aggiornato della stessa Fda (al 30 giugno 2022) include «28 segnalazioni di morti di pazienti associate al mifepristone, da quando il prodotto è stato approvato nel settembre 2000». Il che ricorda come l'aborto, da un lato, uccide bambini innocenti e, dall'altro, non è nemmeno "sicuro" - come viene propagandato - per le loro madri.
Nota di BastaBugie: per approfondire si può leggere questo articolo cliccando qui sotto.
VERSO L'ABOLIZIONE DELLA RU486 IN AMERICA? Due sentenze opposte sulla pillola abortiva potrebbero aprire la strada per una nuova storica sentenza della Corte Suprema (e i vescovi si schierano contro Biden) di Luca Volontè https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7378
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 aprile 2023
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OMELIA IV DOMENICA PASQUA - ANNO A (Gv 10,1-10)
Se uno entra attraverso di me, sarà salvato
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Nelle ultime domeniche abbiamo meditato sulla bontà di Gesù, sulla sua immensa misericordia che ci ha dimostrato donandoci la salvezza. Oggi la Chiesa ci presenta la figura del Buon Pastore. Questa immagine ci fa comprendere bene la cura e la sollecitudine che Gesù prodiga per il suo gregge che siamo noi. Dove c'è il pastore, il gregge pascola al sicuro e vi regna sicurezza e abbondanza. Il Salmo di oggi diceva: «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l'anima mia» (Sal 22,1-3). Il Signore ci conduce ai pascoli della Vita eterna, ci «guida per il giusto cammino» (v. 3) e ci difende da ogni pericolo. Spetta a noi ascoltare la sua voce e seguirlo docilmente. Gesù è il Pastore e la Chiesa è l'ovile dove le pecore sono al sicuro. Nella Terra Santa, ai tempi di Gesù, l'ovile era uno spazio a cielo aperto, cinto da muri di pietre, con un'unica porta che di notte veniva chiusa. Alla sera, i pastori conducevano le pecore all'ovile che era custodito da un guardiano. Quando si faceva giorno, i pastori tornavano, entravano nell'ovile, e chiamavano le pecore ad alta voce. Le pecore, riconoscendo la voce del loro pastore, si riunivano attorno a lui e, quando il gregge era al completo, il pastore, al suono del flauto, conduceva le pecore al pascolo. I pericoli non mancavano. Vi erano animali feroci che tentavano di assalire il gregge, vi erano anche ladri che cercavano di rubare le pecore. Non sempre il pastore riusciva a salvare il suo gregge e, spesso, per mettere al sicuro la sua incolumità fuggiva di fronte ai briganti. Al contrario, Gesù, il Buon Pastore, non ha esitato a dare la sua vita per noi, morendo sul legno della croce. Nel Salmo di oggi abbiamo ascoltato: «Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza» (Sal 22,4). Finché siamo con Gesù non avremo nulla da temere. Per i pastori della Terra Santa la sorveglianza doveva essere continua. A volte capitava che i ladri entravano di notte nell'ovile, scavalcando il muro. Ecco Gesù che dice allora: «Chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce» (Gv 10,1-3). Solo il legittimo pastore entra per la porta, e solo la sua voce è riconosciuta dalle pecore. Gli altri sono solo dei briganti. Nel Vangelo di oggi, Gesù dice chiaramente: «Io sono la porta delle pecore [...] se uno entra attraverso me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,7.9). Con questa similitudine, Gesù ci vuole far comprendere che solo in Lui noi possiamo trovare la salvezza. Gesù è il Pastore e Gesù è anche la porta dell'ovile. Nessuno entra nell'ovile di Cristo, che è la Chiesa, senza credere in Lui e senza ricevere il Battesimo che ci schiude questa porta della vita. Per questo motivo, san Pietro, nella prima lettura, disse a tutti quelli che gli domandavano cosa dovessero fare per ottenere la salvezza: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati» (At 2,38). Quel giorno, era il giorno della Pentecoste, furono battezzate circa tremila persone (cf v. 41). Inoltre, nella seconda lettura, san Pietro aggiunge che prima di ottenere la salvezza noi eravamo come pecore erranti, ma ora siamo stati ricondotti al pastore e custode delle nostre anime (cf 1Pt 2,25). Gesù è il Pastore che non solo ci salva dal nemico, ma che anche ci dona la sua vita. Egli dice: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Gesù ci dona la sua vita in abbondanza. Ce la dona in modo particolare con l'Eucaristia che è il suo Corpo e il suo Sangue. Nutriamoci spesso di questo celeste alimento, il più spesso possibile. Gesù vuole donarci questo Cibo ogni giorno, non perdiamo per pigrizia un dono così grande, e badiamo bene che il non potere non sia il non volere. Ascendendo al Cielo, Gesù ha affidato agli Apostoli il compito e la responsabilità di pascere il gregge dei fedeli. A loro volta, gli Apostoli hanno scelto i loro collaboratori e successori, fino ad arrivare ad oggi e fino ad arrivare alla fine dei tempi. I Vescovi sono i successori degli Apostoli e il Papa è il successore di Pietro, il primo degli Apostoli. Gesù vuole che noi ascoltiamo docilmente la voce dei Pastori della Chiesa, consapevoli che chi ascolta loro, ascolta Lui. Sono loro, il Papa e i Vescovi in comunione con il Papa, ad essere i maestri della fede. Nel corso della storia della Chiesa falsi pastori hanno sempre cercato di penetrare all'interno della Chiesa con i loro insegnamenti sbagliati. Sotto la veste di pastori non mancano neppure ai giorni d'oggi dei predoni che turbano la Chiesa con le loro false teorie. Abbiamo un criterio infallibile per riconoscerli e per rifiutarli: se ciò che insegnano va contro il Magistero della Chiesa non dobbiamo ascoltarli! Ascoltiamo invece la voce del Papa. Egli è l'unico Pastore infallibile per tutto quello che riguarda la fede e la morale. Infine, non dobbiamo mai dimenticare la preghiera per le vocazioni. Vogliamo elevare anche la nostra supplica, affinché il Signore, il Buon Pastore, non privi mai la sua Chiesa del dono di vocazioni sacerdotali e religiose. I sacerdoti ci donano Gesù, con la celebrazione della Messa, e i religiosi, con la loro preghiera e testimonianza, sono un segno luminoso della vita futura che ci attende. L'esperienza insegna che dove mancano vocazioni, la vita cristiana illanguidisce. Preghiamo con fervore che il Signore, oggi stesso, faccia sentire la sua voce a tanti giovani generosi e faccia loro comprendere la bellezza di una vita tutta spesa per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli.
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