BastaBugie n�825 del 14 giugno 2023

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1 MUORE BERLUSCONI A 86 ANNI, UNA VITA TRA MERITI POLITICI E LIMITI CULTURALI
Nel 1994 sconfisse la sinistra di Occhetto e D'Alema, colmando il vuoto lasciato da DC e PSI, ma il suo moderatismo lo portò a rispettare il sistema e l'egemonia della sinistra (VIDEO: I processi di Berlusconi)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 I SOCIAL COME INSTAGRAM FAVORISCONO LA PEDOFILIA
Secondo don Fortunato Di Noto le piattaforme se non vengono controllate diventano luoghi di adescamento e abuso dei minori
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
3 LA QUINTA RIVOLUZIONE: LA FANTASIA COME REGOLA DI COMPORTAMENTO
Dopo la decostruzione del linguaggio, siamo passati al tentativo di sovvertire la struttura più intima della natura, sognando una nuova creazione opposta a quella divina
Autore: Julio Loredo - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà
4 LA BBC PROMUOVE IN PRIMA SERATA IL SATANISMO
La Tv pubblica britannica, ribaltando il senso del bene e del male, presenta la setta satanica di Boston come un gruppo inclusivo che ha successo perché appoggia l'ideologia mainstream
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 DOPO UN INCIDENTE AEREO, NELLA FORESTA PER 40 GIORNI, BAMBINI SOPRAVVIVONO DA SOLI
Si deve insegnare ai figli a cavarsela da soli in ogni situazione, come ci insegna l'episodio in Colombia o come accade naturalmente nelle famiglie numerose (VIDEO: Gioco di sopravvivenza nella foresta)
Autore: Graziella Melina - Fonte: Il Messaggero
6 LA DISNEY E' UNO DEI PRINCIPALI SPONSOR DEL GAY PRIDE DI ROMA
La celebre azienda americana sostiene da anni il movimento Lgbt e la barbara pratica dell'utero in affitto e plasma le generazioni future a partire dai cartoni animati di propria produzione
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Pro Vita & famiglia
7 OMELIA XI DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 9,36-10,8)
Erano stanche, sfinite, come pecore senza pastore
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

1 - MUORE BERLUSCONI A 86 ANNI, UNA VITA TRA MERITI POLITICI E LIMITI CULTURALI
Nel 1994 sconfisse la sinistra di Occhetto e D'Alema, colmando il vuoto lasciato da DC e PSI, ma il suo moderatismo lo portò a rispettare il sistema e l'egemonia della sinistra (VIDEO: I processi di Berlusconi)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12 giugno 2023

Non è cosa facile, ma vorrei ugualmente tentare una valutazione della presenza nell'arena politica di Silvio Berlusconi, presenza durata un trentennio, senza mescolare troppo le vicende private con quelle pubbliche. Non è cosa facile, perché all'origine di ambedue c'è la stessa personalità esuberante che, in fondo, non ha mai distinto tra i due piani, e i fatti privati sono diventati automaticamente pubblici certamente per la speculazione degli oppositori ma anche per volontà dell'interessato. Tuttavia, rimane possibile fare una disamina dell'influenza di Berlusconi sulla politica italiana, ponendo l'accento su quest'ultima piuttosto che sulle serate nella villa di Arcore.
Quando, nel 1993, Berlusconi decise di "scendere in campo" eravamo nel pieno dell'inchiesta/manovra di Mani Pulite che aveva travolto la Democrazia cristiana e il Partito socialista, ma non il Partito comunista italiano. Secondo logica sarebbe dovuto accadere il contrario. In quegli anni il comunismo sovietico crollava, ma a subirne le conseguenze negative non erano i comunisti italiani ma i loro storici oppositori: democristiani e socialisti craxiani. Questo perché l'inchiesta del pool di Milano era condotta a senso unico. Era infatti un disegno politico. In quella situazione, con le barriere anti-sinistra divelte e con il Partito comunista di Occhetto pronto a schierare la propria macchina da guerra elettorale, Berlusconi ha riempito un vuoto e svolto un ruolo storico. Gli va anche riconosciuto il merito di aver sdoganato la Lega di Bossi e il MSI di Fini, che poi divenne Alleanza Nazionale, anche se in seguito dovette pagare cara questa alleanza, sia col "ribaltone" di Bossi sia con i continui ricatti di Follini (Udc) e Fini che indebolirono i governi da lui presieduti.

IL PROCESSO INNESCATO DA BERLUSCONI
Ai meriti di Berlusconi in questa prima fase della sua presenza pubblica va anche aggiunto un utile movimentismo culturale che egli riuscì allora a creare in Italia, nel tentativo di rompere l'egemonia della sinistra. Nacquero nuove riviste, come "Ideazione", la rivista culturale di Forza Italia, e "Liberal" che, diretta da Ferdinando Adornato, esprimeva le idee di un pensiero liberale equilibrato e responsabile, utile antidoto al pensiero liberal della sinistra. Nacque Magna Charta di Pera e Quagliarello e capitò anche che Antonio Socci creasse in TV il suo programma "Excalibur" ove si parlò perfino di apparizione mariane. Gli intellettuali di corte rimanevano dall'altra parte, e anzi deridevano la presunta sprovvedutezza culturale del produttore di programmi televisivi come "Drive In", però intellettuali come il già citato Marcello Pera poterono esprimere in pubblico una voce nuova.
Dopo quella fase iniziale, però, il processo innescato da Berlusconi si affievolì fino ad arenarsi. Egli si riferiva ad un elettorale moderato, quello della vecchia Democrazia cristiana, oltre che dei socialisti non massimalisti. L'elettorato del partito cattolico, tuttavia, soprattutto nella fase della segreteria di De Mita negli anni Ottanta, aveva subito un accentuato processo di secolarizzazione. Quella di Berlusconi era una proposta scolorita sul piano dei valori, che corrispondeva a quello che quell'elettorato moderato pensava sul piano dell'etica pubblica.
Il moderatismo politico era figlio di un moderatismo culturale che non lasciava spazio ad impennate sui principi. Non ricordo battaglie decise e convinte di Berlusconi sui temi di frontiera etica che proprio allora stavano emergendo. Nel caso Englaro egli decise di approvare il decreto legge necessario per bloccare la sentenza di morte nonostante Napolitano avesse impropriamente avvertito il Consiglio dei ministri in seduta che non avrebbe firmato quel decreto, meglio sarebbe stato tuttavia farlo prima del novantesimo minuto, quando già si sapeva dove le cose sarebbero andate a precipitare. Forza Italia e i governi Berlusconi non fecero mai nessuna battaglia né culturale né politica nel settore della vita e della famiglia. Da moderati, cercarono al massimo di moderare. Ma i tempi richiedevano ben altro.

BERLUSCONI E I CATTOLICI
Nei confronti dei cattolici e del mondo cattolico in genere, Silvio Berlusconi rappresentò una pietra di inciampo. Dopo il fallimento del Partito popolare di Zaccagnini, i cattolici si divisero in due parti contrapposte. Quelli che, come Pierferdinando Casini e Rocco Buttiglione, scelsero di collaborare con lui, e quelli della sinistra cristiana che lo odiavano politicamente. Egli era visto come un pericolo della democrazia, come il prevalere del privato sul pubblico, come l'ostacolo principale all'incontro storico tra cattolici e comunisti che da Franco Rodano in poi molti non avevano mai smesso di perseguire.
Comunione e Liberazione lo appoggiò, ma Don Giuseppe Dossetti scrisse il suo pamphlet "Quanto resta della notte", Scalfaro si incaricò, da presidente della Repubblica, di tenerlo a bada, Francesco Saverio Borrelli invitò a "resistere, resistere, resistere!", Romano Prodi scese in campo contro di lui quale rappresentante del dossettismo della sinistra cattolica come se si trattasse dello scontro tra morte e vita. Del resto, già anni prima, Sergio Mattarella ed altri ministri della sinistra DC si erano dimessi per protesta contro la concessione delle licenze TV a Mediaset, paventando una dittatura mediatica. Pietro Scoppola, nel libro "La nuova cristianità perduta" aveva accusato le TV di Berlusconi di essere state la prima causa della secolarizzazione del popolo italiano, secolarizzazione che avrebbe addirittura resa obsoleta la "nuova cristianità" di Jacques Maritain.
Il moderatismo etico-politico di Berlusconi, il suo liberalismo di convenienza, combattivo ma sempre rispettoso del sistema, ebbe un guizzo di fortuna in un primo momento, ma in seguito mancò di prospettiva, come è evidente anche dal fatto che non sia riuscito a creare una classe dirigente all'altezza dei compiti che egli stesso si proponeva. Portare in politica i propri protetti poteva avere una giustificazione nell'emergenza dell'inizio, ma poi non più. Per questo possiamo dire che non esista una vera e propria eredità di Berlusconi in politica, per due motivi: l'identificazione tra pubblico e privato e la debolezza di un liberalismo moderato della convenienza nel mentre la politica diventava l'arena di scontri radicali sempre più accesi sul piano dei valori.

Nota di BastaBugie:
Ruben Razzante nell'articolo seguente dal titolo "Berlusconi, c'è stata anche persecuzione giudiziaria" parla dei processi, anche mediatici, a Silvio Berlusconi, spesso sfociati nel nulla.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 13 giugno 2023:

La morte di Silvio Berlusconi per tante ragioni è un evento epocale. Per giorni i media parleranno prevalentemente della scomparsa dell'ex premier, che ha segnato la storia italiana in tanti campi, da quello imprenditoriale a quello politico, da quello calcistico a quello dei costumi e dell'informazione. Tra gli aspetti più controversi della sua figura c'è il rapporto con la giustizia. Dal 1993, anno della sua discesa in campo, è iniziata tra Silvio e alcune procure, in particolare quella di Milano, una guerra senza esclusione di colpi, che ha condizionato profondamente le dinamiche politiche nazionali, alterando e turbando l'equilibrio tra i poteri.
Di quel giustizialismo, che ha alimentato per anni un cortocircuito tra giustizia e informazione, di cui Berlusconi è stato il principale bersaglio, restano solo macerie. Una parte politica, la sinistra, ha sperato per anni di beneficiare delle disgrazie giudiziarie dell'eterno rivale, ma quasi mai ci è riuscita, anzi il clima giustizialista che ha dominato la scena politica italiana negli anni del berlusconismo ha prodotto solo livore, cattiveria e odio sociale.
Ci si chiede se non sia esagerata l'espressione «persecuzione giudiziaria» applicata a Silvio Berlusconi. Probabilmente non lo è, perché l'accanimento nei suoi confronti da parte di settori altamente politicizzati della magistratura ha raggiunto livelli di guardia per molti anni, ispirando inchieste pretestuose che hanno inciso sulle casse del già dissestato pianeta giustizia e che abbiamo pagato tutti quanti noi cittadini di tasca nostra. Fiumi di denaro pubblico sono stati utilizzati per combattere battaglie di natura politica spesso sfociate in nulla, anzi paradossalmente servite a far apparire Berlusconi come un martire anche quando forse non lo era.
Circa 30 anni di procedimenti che hanno visto implicato il leader di Forza Italia e più di un centinaio di avvocati che hanno lavorato per Berlusconi e le sue società. Decine di processi e più di 4.000 udienze per tentare di incastrarlo perfino sulle sue amicizie femminili.
Ma si era capita subito l'aria che tirava quando entrò in politica. Già il 22 novembre 1994, pochi mesi dopo il suo trionfo elettorale del 27 marzo 1994, mentre presiedeva come presidente del Consiglio a Napoli il vertice Onu sulla criminalità transnazionale, a Silvio Berlusconi fu notificato dal pool di Mani Pulite un avviso di garanzia. Evidente il tentativo di delegittimare sul piano internazionale l'azione del suo governo, che di lì a poche settimane cadde.
Da quel momento si è scatenato l'inferno contro Berlusconi, che è stato quattro volte presidente del consiglio; soprattutto da capo del governo è stato letteralmente preso di mira da quei settori della magistratura che non hanno mai digerito la sua ascesa e il suo successo politico. L'odio politico che ha ispirato molte delle inchieste nei suoi confronti è emerso negli anni successivi. Peraltro gli stessi settori del mondo giudiziario hanno tentato negli anni successivi di azzoppare altri personaggi della vita politica del Paese, da Matteo Salvini a Matteo Renzi.
Chi nega la persecuzione giudiziaria anti-berlusconiana e cataloga le inchieste che hanno coinvolto il fondatore di Forza Italia come semplice e legittima attività dei magistrati, sottolinea come molti processi si siano conclusi con la prescrizione più che con l'assoluzione. Dal 1994, anno del suo primo successo politico, Berlusconi ha dovuto rispondere di almeno 40 capi d'imputazione, fra i quali corruzione, falso in bilancio, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, concorso in stragi, frode fiscale, corruzione giudiziaria, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, aggiotaggio, insider trading, rivelazione di segreto d'ufficio, concussione, favoreggiamento della prostituzione minorile, traffico di droga, eccetera.
L'unica condanna definitiva è arrivata il 1° agosto del 2013: quattro anni di reclusione per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset (nel giugno del 2020 la vicenda è tornata a galla per la registrazione in cui il relatore in Cassazione di quella sentenza, Amedeo Franco, parla di «plotone d'esecuzione» nei confronti del leader di Forza Italia). Quel verdetto ha portato all'espulsione del Cavaliere dal Senato e all'affidamento ai servizi sociali per un anno. Svariate invece le sentenze definitive di assoluzione che hanno riguardato Berlusconi.
L'apoteosi della persecuzione giudiziaria si può forse rintracciare nel processo Ruby, che ha certamente nuociuto al Cavaliere in termini d'immagine, grazie a quella miscela esplosiva tra giustizia e informazione che si chiama processo mediatico. I media lo hanno letteralmente crocifisso in quegli anni, azionando senza pietà la macchina del fango. Dopo la condanna a 7 anni in primo grado nel processo "Ruby" per concussione e prostituzione minorile, il leader di Fi è stato assolto in appello e poi in Cassazione. Il 15 febbraio scorso, poi, Berlusconi è stato assolto a Bari anche nel processo "Ruby ter", nel quale era accusato di corruzione in atti giudiziari.
Le zone d'ombra riguardano invece le sentenze di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Ci sono anche quelle, infatti, nella storia giudiziaria dell'ex premier.
Infine, last but not least, il leader di Fi era finito più volte sotto inchiesta come mandante esterno delle stragi di mafia del 1992-'93. Berlusconi venne indagato una prima volta dalla procura di Palermo poco dopo la sua discesa in campo del 1994: caso poi archiviato; indagato e archiviato anche a Caltanissetta e infine indagato più volte dalla procura di Firenze. L'ultimo capitolo fiorentino si era arricchito grazie al "filone Baiardo", il favoreggiatore dei boss Graviano, con la presunta foto che immortalerebbe Silvio Berlusconi in compagnia del generale dei carabinieri, Francesco Delfino, e del boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano.
C'è da sperare che la morte del Cavaliere possa coincidere con una definitiva pacificazione dei rapporti tra parte della giustizia e del mondo politico e con un salutare riequilibrio di quelle relazioni, viziate per trent'anni da un odio preconcetto nei confronti di un uomo che ha goduto a lungo del gradimento della maggioranza degli italiani.

VIDEO: I PROCESSI DI BERLUSCONI
Il lungo braccio di ferro con la giustizia (durata: 3 minuti)

https://www.youtube.com/watch?v=mynoOO-QI6M

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12 giugno 2023

2 - I SOCIAL COME INSTAGRAM FAVORISCONO LA PEDOFILIA
Secondo don Fortunato Di Noto le piattaforme se non vengono controllate diventano luoghi di adescamento e abuso dei minori
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 9 giugno 2023

Un'indagine condotta dal Wall Street Journal con le università di Stanford e Amherst ha fatto emergere un dato piuttosto inquietante legato ad Instagram. Questo social avrebbe consentito agli utenti di cercare hashtag relativi ad abusi sessuali su minori, tramite termini espliciti come #pedowhore, #preteensex, #pedobait (già rimossi) utili a mettersi in contatto con profili destinati esplicitamente alla vendita di contenuti pedopornografici: da video di autolesionismo alle foto di atti sessuali con animali, fino alla possibilità di incontrare il minore dal vivo: tutto a scopo di lucro. Non è tutto.
I ricercatori che hanno partecipato all'indagine hanno notato che, dopo avere visionato solo uno dei profili appartenenti alla rete, l'algoritmo di Instagram ne ha immediatamente consigliati di nuovi, inclusi gli account che si occupano, appunto, della compravendita di contenuti illegali. Da parte sua Meta, la società di Mark Zuckerberg, contattata dal giornale ha risposto di aver «istituito una task force interna per indagare su questi risultati e risolvere immediatamente il problema». In effetti sarebbero stati disabilitati più di 490.000 account che violavano le politiche sulla sicurezza dei bambini, lo scorso gennaio e sarebbero stati bloccati più di 29.000 dispositivi, tra il 27 maggio e il 2 giugno.
Misure tuttavia non sufficienti, secondo don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione Meter che al Timone dice: «Le piattaforme se non vengono, moderate, controllate e filtrate diventano i luoghi principe per l'adescamento e l'abuso dei minori e il problema è che poi l'online diventa reale». Una contraddizione forte, inoltre don Fortunato, la evidenzia in tutta questa storia: «Io non capisco» - dice - «tutti questi colossi che hanno economia, risorse e potenzialità, come non affrontino in maniera seria queste problematiche che sono delle emergenze globali». La superficialità nel confrontarsi con il problema della pedofilia online, secondo don Di Noto, consiste nel fatto che ci si limiti a rimuovere i contenuti, mentre bisogna «inoltrare alle forze dell'ordine l'identificazione di chi immette questo materiale».
«Diversamente non si risolve nulla perché» - non ha dubbi don Fortunato - «rimuovere non significa risolvere, in quanto non significa contrastare i divulgatori non solo delle immagini gratuite ma anche di chi con questo materiale ci crea un business». Il motivo è semplice, aggiunge don Fortunato «se non verranno identificati dalla polizia continueranno a fare quello che hanno sempre fatto». «Anzi» - sottolinea - «come osservatorio mondiale di Meter noi siamo più che convinti che se non si interviene capillarmente nei confronti di questi criminali non si risolve il problema. Tant'è che come Meter abbiamo prodotto più di 100.000 segnalazioni alle polizie. Tuttavia poi la segnalazione va approfondita, da qualunque parte del mondo provenga».
Come mai allora il problema non viene ancora davvero preso di petto? Don Fortunato non ha dubbi: «Mancano gli investimenti, la buona volontà, la collaborazione internazionale e il senso di responsabilità da parte dei colossi del web che, spesso non traducono la rimozione dei contenuti in segnalazioni concrete, con i nomi degli utenti che diffondono il materiale pedopornografico».

Fonte: Sito del Timone, 9 giugno 2023

3 - LA QUINTA RIVOLUZIONE: LA FANTASIA COME REGOLA DI COMPORTAMENTO
Dopo la decostruzione del linguaggio, siamo passati al tentativo di sovvertire la struttura più intima della natura, sognando una nuova creazione opposta a quella divina
Autore: Julio Loredo - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 9 giugno 2023

"La distruzione delle parole è una cosa molto bella!", esclamava Syme, personaggio del celebre romanzo di George Orwell, 1984. Si trattava del Newspeak, il nuovo linguaggio forgiato dallo Stato totalitario al fine di manipolare la mente dei cittadini.
Ogni rivoluzione ha manipolato il linguaggio per offuscare la realtà, aggiustandola alla sua particolare ideologia. Quando, nel discorso inaugurale della III Internazionale nel 1919, Lenin proponeva una "pace democratica", era evidente che non si riferiva alla "tranquillitas ordinis" cristiana, ma alla dittatura del proletariato, cioè il suo esatto opposto.
Con la rivoluzione culturale attualmente in atto - la 4ª Rivoluzione, secondo il ben noto schema di Plinio Corrêa de Oliveira - questo tipo di manipolazione linguistica raggiunge il suo parossismo. La contraccezione viene presentata come "controllo del proprio corpo"; l'uccisione di un nascituro diventa "ivg", ovvero interruzione volontaria della gravidanza; gli assassini degli innocenti sono chiamati semplicemente "pro-scelta"; e gli omosessuali si tramutano in "gay", cioè gaudenti.
È tutto un linguaggio che, lungi dall'essere moralmente neutro, induce al peccato presentandolo sotto una luce benevola.
Con la cosiddetta teoria di genere si è varcato un nuovo traguardo. Questa teoria nega la naturale dicotomia maschio/femmina, sostituendola con un'infinità di "orientamenti sessuali" poliedrici. Alcuni studiosi hanno individuato più di cinquanta "generi", e adesso va di moda perfino proclamarsi gender fluid, cioè senza un genere definito.
La teoria di genere nega che esista un'identità sessuale fondata sulla natura. Questa sarebbe il risultato di condizionamenti culturali, sociali e linguistici, mutevoli per definizione. Viene quindi affermato che niente - nemmeno la natura - è oggettivo, ma può essere manipolato a piacere dall'uomo, che in questo modo diventa un demiurgo, non guidato dalla ragione ma dalle passioni sregolate. La sessualità, liberata in modo polimorfico a seconda dei capricci soggettivi, e non dipendente nemmeno dalla legge naturale, diventa quindi la forza motrice della società post-moderna.
Qui non siamo più di fronte ad una mera decostruzione del linguaggio, bensì al tentativo di sovvertire la natura creata da Dio. E questo, a nostro avviso, segna un nuovo passo nel processo rivoluzionario, l'inizio di una 5ª Rivoluzione.

DALLA NEGAZIONE DELL'AUTORITÀ AL VIETATO VIETARE
Ciò che definisce il processo rivoluzionario di scristianizzazione che, dalla fine del Medioevo, sta facendo strage della civiltà cristiana, è l'egualitarismo con il suo necessario corollario, il liberalismo.
Il protestantesimo cercò l'uguaglianza nella sfera religiosa, negando l'autorità del Papa e, in molte sette, anche quella dei vescovi e dei sacerdoti. La rivoluzione francese traspose questi principi ugualitari al campo politico, negando l'autorità del re e della nobiltà. Il comunismo si scagliò contro l'ultima disuguaglianza rimasta, quella economica, attraverso l'abolizione della proprietà privata.
Ma restava un'ultima gerarchia da distruggere, quella in interiore hominis, per la quale la Fede illumina l'intelligenza, che guida la volontà, che domina la sensibilità. Questo è il compito della rivoluzione culturale che, iniziata nei ruggenti anni venti, ha avuto il suo paradigma nel maggio '68 parigino. Si parla di una "rivoluzione nei modi di essere", di una "rivoluzione totale", di una "liberazione", che in realtà implica la tirannia delle passioni su qualsiasi freno di tipo intellettuale, morale, sociale o culturale.
Cardine di questa rivoluzione è la liberazione sessuale. Si proclama il decadimento della morale finora vigente e la libertà di "fare sesso" con chiunque si voglia, ovunque si voglia e comunque si voglia. Intesa inizialmente come sesso libero fra uomini e donne, questa rivoluzione è andata sviluppandosi sempre di più come una proliferazione dell'omosessualità e, più recentemente, della pan-sessualità.
Niente di più logico. Per i più estremisti, il sesso genitale è ancora "oppressivo", in quanto si attua secondo modi definiti dalla nostra naturale morfologia. Quindi proclamano che l'essere umano deve "liberarsi" perfino dalla sua morfologia, esperimentando la propria sensualità attraverso ogni fibra, ogni poro, ogni possibile fantasia. Si arriva in questo modo a una sorta di versione adulta di ciò che Freud chiamava "perverso polimorfo".
Questo tipo di pan-sensualità, però, si scontra con un ostacolo insormontabile: l'oggettività del reale, in altre parole la natura. La differenza maschio/femmina scaturisce dalla natura stessa.
Lungi dal voler piegarsi alle leggi della natura, i partigiani della teoria di genere negano che la differenza fra i sessi, con la conseguente distinzione dei comportamenti fra maschi e femmine, sia oggettiva. Per affermare questo assurdo sostengono che il reale non esiste come oggettività, tutto è soggettivamente interpretabile, riscrivibile e rinominabile a piacere. Non si tratta più di un "pensiero debole". Qui siamo di fronte alla proclamazione della fantasia come regola di comportamento.
Ora, ciò che definisce clinicamente la follia è proprio la non conformità dell'intelletto con la realtà, e la conseguente invenzione di un mondo interno che non corrisponde più con quello esterno.
I partigiani della teoria gender vogliono distruggere la legge naturale. Ora, questa non è altro che la legge divina incisa nella natura. Cercano di sovvertire la struttura più intima della natura, laddove l'uomo comincia a comportarsi come Dio, sognando una nuova creazione opposta a quella divina.
Mai il "non serviam" di Satana era arrivato a una tale radicalità. Pur nella loro distruttività, tutte le rivoluzioni avevano finora rispettato le leggi della natura. Qui siamo di fronte alla più tremenda rivoluzione di tutti i tempi.

IL TRIONFO DELLA FOLLIA
"L'uomo genitale deve trasformarsi nel polimorfo perverso, capace di vivere il mondo con tutti i suoi sensi e attraverso tutti i suoi pori", scrive Daniel Bell analizzando questa rivoluzione. Superata la genitalità, si supera la distinzione tra i sessi e nasce l'essere androgino. Viene creato il "nuovo Adamo", o meglio, rinasce l'Adamo primitivo, il fauno androgino della mitologia esoterica. Il peccato originale (cioè la repressione dell'Eros, secondo loro) è redento e la Storia, tornando alle origini, giunge al termine.
Norman Brown, araldo di questo nuovo mondo, parla del "trionfo di Dioniso, il Dio folle che viene a liberare i prigionieri". È il trionfo della follia, l'unica via per liberarci definitivamente da Dio. Alcuni teologi post-moderni prospettano che, a questo punto, la creazione verrebbe riassorbita dal "Cristo cosmico", in una sintesi finale, il "Pleroma" di cui parlava Teilhard de Chardin, e si formerebbe il "Corpo mistico del Cristo dionisiaco". Ma, al di là di tale corpo mistico, cosa ci sarà? Bell dice: "Oltre il corpo mistico c'è il nulla".
E per questo, d'ora in poi, poiché il nulla è l'ultimo orizzonte, l'unica attività che abbia senso è fomentare la dissoluzione di tutte le cose, compreso lo stesso io, attraverso la pan-sensualità carnale e il delirio dei sogni. La modernità è stata finora guidata dall'idea di un Aufheben, una costruzione del superuomo razionale all'interno della civiltà perfetta. Si tratta adesso di sostituire questo impulso ascendente con un Niedergang, una discesa verso il nulla.
Dopo aver conquistato tutto, il demonio dovrebbe suicidarsi per cancellare l'ultima traccia dell'opera di Dio nell'universo: egli stesso.

Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 9 giugno 2023

4 - LA BBC PROMUOVE IN PRIMA SERATA IL SATANISMO
La Tv pubblica britannica, ribaltando il senso del bene e del male, presenta la setta satanica di Boston come un gruppo inclusivo che ha successo perché appoggia l'ideologia mainstream
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23 maggio 2023

"Pensi di conoscere i satanisti? Probabilmente no", titola la BBC il suo servizio sulla convention della Satanic Temple (chiesa satanista, legale negli Usa) a Boston. Con un titolo così, cosa potrebbe andare storto? Tutto, è la risposta. Il sito della Tv pubblica britannica, invece che limitarsi a documentare, finisce per sdoganare il Male conclamato ed esplicito di questo culto.
Nell'articolo si scopre che il satanismo è già mainstream, anche se non ce ne siamo accorti. Si spiega che nelle cerimonie di iniziazione si pratica lo "sbattezzo". E in tutto il mondo cristiano le associazioni atee e razionaliste incoraggiano lo sbattezzo. Il primo intervistato nel servizio della BBC è un gay fuggito da una famiglia cristiana che "lo faceva sentire un abominio", mentre nella setta satanica ha ritrovato la sua "dignità". E questo rientra dunque nella classica narrazione contemporanea, progressista, dell'emancipazione dei gay dal cristianesimo.

SI CREDE SOLO NELLA SCIENZA
Tutti, nel culto, portano la mascherina, anche a pandemia finita. E anche questo comportamento è premiato. I satanisti intervistati affermano di non credere a Satana, non credere all'Inferno, ma solo nella Scienza. E chi, nel mondo dell'accademia e della stampa, non si proclama seguace della Scienza? L'impegno maggiore nella società che i Satanic Temple vantano è l'aiuto alle donne per l'accesso alla "salute riproduttiva", leggasi aborto. Apprendiamo anche che eseguano un rito durante l'aborto: è un espediente per aggirare la legge, perché così, nel nome della libertà di culto, si potrà abortire anche negli Stati in cui è vietato. Nei riti di iniziazione, in compenso, vengono strappate Bibbie, ma non è profanazione, bensì parte dei riti di una chiesa legale e riconosciuta. D'altra parte, vorrai mica reagire come un musulmano quando viene strappato un Corano? Sempre nel nome della libertà di religione, vengono organizzati dei doposcuola dei Satanic Temple. Ci sono programmi con giocattoli a tema e libri per l'infanzia per educare sin dalla tenera età ai precetti del culto. E anche dei cartoni animati.
Letto con occhiali laicisti, parrebbero quasi dei benefattori: proteggono i diritti Lgbt, difendono i "diritti riproduttivi", dunque anche i diritti delle donne, partecipano all'educazione, hanno come principio quello della libertà di culto e del rispetto per il credo altrui. Sono sempre giocherelloni e pronti a scherzare, non prendono mai nulla sul serio. Semmai risultano rigidi, aggressivi e ottusi quei gruppi di cristiani, intervistati dalla BBC, che protestano fuori dall'hotel in cui si svolge la convention. Tutto il pezzo, consapevolmente o meno, finisce per riabilitare un culto da una cattiva nomea, come dimostrano le interviste a chi ha perso il lavoro o è stato minacciato quando ha palesato la sua fede satanista. O gli argomenti dei nuovi adepti: "A quel punto mi sono informata. Un po' spaventata, credo, come molti lo sarebbero. E volevo davvero assicurarmi che non facessero sacrifici dei bambini! Poi ho iniziato a entrare nella cultura e nell'ambiente, ho iniziato a partecipare alle riunioni... e alla fine ho capito che no, non è così, è solo un simbolo che usano e sono davvero brave persone".

IL SOLITO VECCHIO TRUCCO DEL DEMONIO
Poche righe sopra, si legge che questa "religione" pratica riti durante l'aborto. "Ha anche sviluppato un rituale per l'aborto per le persone che interrompono la gravidanza, progettato per dare conforto, che comporta la recita di un'affermazione prima dell'aborto". E la signora intervistata non nota alcuna contraddizione. Solo una cultura profondamente laicista non considera un feto come un essere umano. Un rito celebrato mentre si uccide un nascituro è, a tutti gli effetti, un sacrificio umano di un bambino. Strappare copie della Bibbia è un atto profondamente anti-religioso (non solo contro il cristianesimo). Domandiamoci perché vi fosse così tanta ossessione per la mascherina, in certi ambienti atei e scientisti, anche quando e dove non era necessaria. Domandiamoci poi che cosa significhi "seguire la Scienza", considerando che la scienza non può mai costituire un'alternativa alla fede, sempre che non diventi una religione a sua volta. I debunker si sono precipitati a negare l'esistenza di doposcuola satanisti, ma ci sono, i Satanic Temple li vantano: dunque abbiamo a che fare anche con l'indottrinamento dei bambini, sin dalla tenera infanzia.
E non è ateismo, è ben diverso, come sottolinea l'ultimo degli intervistati che "si è convertito dall'ateismo al satanismo solo di recente" e che afferma con chiarezza: "Ho scoperto che il satanismo afferma tutto ciò che io sostengo". La convinzione che Satana non esista, sia solo un simbolo e che soprattutto l'Inferno non esista è la vera chiave di volta per le conversioni al culto. Ma è il vecchissimo trucco demoniaco quello di far credere di non esistere. Di indurre a non credere a nulla e di non prendere mai nulla sul serio. Se si ha fede in Dio, ci si può accorgere del pericolo e resistere, smontando queste dissimulazioni. Ma se la predicazione satanista viene letta con gli occhiali della cultura laicista, immersi come siamo in una cultura relativista, non si hanno più difese nei suoi confronti. Le cifre sono lì a dimostrarlo: i membri di Satanic Temple erano 10mila nel 2019, sono 700mila oggi.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23 maggio 2023

5 - DOPO UN INCIDENTE AEREO, NELLA FORESTA PER 40 GIORNI, BAMBINI SOPRAVVIVONO DA SOLI
Si deve insegnare ai figli a cavarsela da soli in ogni situazione, come ci insegna l'episodio in Colombia o come accade naturalmente nelle famiglie numerose (VIDEO: Gioco di sopravvivenza nella foresta)
Autore: Graziella Melina - Fonte: Il Messaggero, 10 giugno 2023

La storia dei bambini colombiani rappresenta un «manifesto meraviglioso che dimostra come educare». Il prof. Alberto Villani, direttore di Pediatria generale e dell'emergenza dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma pensa con commozione alla forza dei piccoli sopravvissuti da soli per 40 giorni. Ma poi il confronto con i bambini italiani, troppo protetti dai genitori, lo fa diventare subito serio: «La resilienza nasce anche dalla capacità di affrontare le difficoltà, ma si arriva ad affrontarle se si è educati a farlo. I nostri ragazzi invece stanno in mezzo alle "foreste" urbane abbandonati, senza sapere come cavarsela».
Partiamo dal lieto fine. Come è possibile che siano riusciti a sopravvivere?
«Innanzitutto dobbiamo dire che questa vicenda straordinaria sarebbe stata impossibile con bimbi di un'altra nazionalità. Quei bambini sono indigeni, sono cresciuti in quell'ambiente e quindi lo conoscono. Fin da piccolissimi sono addestrati a saper vivere in una condizione ostile, riconoscono le piante e tutto ciò che può essere utilizzato per alimentarsi. Sanno come gestire in maniera ottimale le risorse naturali, come avvantaggiarsi in tutte le situazioni».
La più grande ha appena 13 anni, però.
«In quelle popolazioni una tredicenne ne sa più di un adulto, non sono i nostri "bamboccioni" italiani, sono persone abituate a confrontarsi da sempre con le difficoltà e a superarle. Del resto, avveniva così anche in Italia all'inizio del secolo scorso: il fratello e la sorella maggiore di fatto era il custode dei più piccoli. Ribadisco, è una storia sorprendente in ogni caso, perché è un miracolo che siano sopravvissuti a un incidente aereo; ed è davvero straordinario che siano andati in giro vagando per 40 giorni in una foresta, però in quelle etnie sapersela cavare è il primo insegnamento»
Per i bambini è ancora più difficile sopravvivere in condizioni estreme.
«I bambini sono i più fragili, soprattutto quelli piccoli: la disidratazione rappresenta un problema rilevantissimo. La ragazza deve essere stata molto brava nel garantire per esempio l'apporto idrico, quindi nel trovare i ruscelli, la rugiada sulle foglie. Non dimentichiamo che si può stare senza mangiare per giorni, senza bere invece no. Ma sorprende ancora di più che ce l'abbia fatto il bambino di un anno, è miracoloso che si sia salvato, sicuramente deve esserci stato un accudimento significativo da parte della tredicenne».
Cosa si può imparare da questa storia?
«È evidente l'importanza dell'educazione, delle regole. In quella popolazione c'è il vero insegnamento, che non consiste nell'accontentare e soddisfare le esigenze, ma educare a comportamenti che garantiscano la sopravvivenza. È la riprova che se nei bambini si investe in maniera intelligente e virtuosa, questo è il risultato. Se li si abitua invece a essere semplicemente accontentati in tutto, sono meno reattivi: la resilienza nasce anche dalla capacità di affrontare le difficoltà e si arriva ad affrontarle solo se si è educati a farlo».
Sta dicendo che è sbagliato essere protettivi?
«Si parla oggi di disturbi neurocomportamentali, ma in realtà in questo caso c'è la dimostrazione che i bambini sono estremamente resistenti: vanno solo educati ad affrontare diversi contesti e questo lo ottieni solamente educando le persone. La ragazza di 13 anni sapeva come cavarsela. Quante ragazze della stessa età in Italia sanno comprarsi da mangiare e cucinare?».
Ma in una città, come si fa a lasciare una bambina a occuparsi da sola della spesa?
«La spesa la si può fare andando con i genitori. Ma poi basta insegnare ai più piccoli a vestirsi da soli, a lavarsi. Oggi il ruolo genitoriale è totalmente abbandonato, assente. Essere genitori significa trasmettere esperienze, insegnare a come gestirsi; in quel tipo di società quel ruolo esiste ancora».
Allora chi dovrebbe educarli?
«Fino a 35 anni, spesso una donna non ha mai preso un bambino in braccio. A scuola non si parla di genitorialità; i bambini non sanno cosa significhi avere un fratello e una sorella ed essere accudenti». [...]

Nota di BastaBugie: secondo noi la soluzione al problema sta molto semplicemente nelle famiglie numerose. Dove i figli sono sei o otto si impara molto più facilmente ad aiutare presto in casa. Ad esempio le bambine sono naturalmente portate ad aiutare la mamma nei compiti dell'accudimento e le mamme con più figli si fanno aiutare più volentieri. Dove i figli sono pochi si pensa erroneamente che "il loro lavoro è lo studio" per cui si preservano dai lavori più umili e quotidiani, ma così li si condanna a non sapersi arrangiare, né a saper faticare. Gli effetti devastanti di questa impostazione sono sotto gli occhi di tutti.

VIDEO: GIOCO DI SOPRAVVIVENZA NELLA FORESTA
Nel seguente video (durata: 12 minuti) dal titolo "12 Indovinelli Estremi per Testare le tue Abilità di Sopravvivenza" puoi fare un gioco che simula la caduta dall'aereo e la sopravvivenza nella foresta. Puoi fare questo gioco con i tuoi figli e alla fine raccontare l'episodio dei bambini colombiani sopravvissuti di cui ha parlato l'articolo. Al termine puoi annunciare ai tuoi figli che dovranno cambiare molte cose: dovranno imparare ad arrangiarsi da soli e ad aiutare di più in famiglia perché... non si sa mai. Se non ti piace questa idea, puoi almeno fare il gioco. Si divertirà tutta la famiglia.


https://www.youtube.com/watch?v=ETvC8G6z4uw

Fonte: Il Messaggero, 10 giugno 2023

6 - LA DISNEY E' UNO DEI PRINCIPALI SPONSOR DEL GAY PRIDE DI ROMA
La celebre azienda americana sostiene da anni il movimento Lgbt e la barbara pratica dell'utero in affitto e plasma le generazioni future a partire dai cartoni animati di propria produzione
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Pro Vita & famiglia, 9 giugno 2023

Tra le conferme di questo mese di giugno ce n'è una abbastanza scontata, ancorché significativa: è quella che vede la Walt Disney company tra gli sponsor del Roma Pride 2023, la manifestazione Lgbt in queste ore finita al centro delle polemiche per la revoca, dopo la denuncia di Pro Vita & Famiglia, del patrocinio alla stessa da parte della Regione Lazio. La dimensione significativa di tutto ciò sta nel fatto che colpisce - e non può che essere così - vedere una grande casa produttrice di contenuti per bambini sostenere una manifestazione che, appoggiando l'utero in affitto, sostiene di fatto una pratica neoschiavista come la compravendita di bambini.
L'aspetto «abbastanza scontato», invece, consiste nel fatto che purtroppo sono anni che Walt Disney sostiene il movimento Lgbt al punto da farlo anche con i suoi prodotti di punta: i cartoni animati. Prova ne siano le serie tv Star Wars Resistance (2018-2020) - i cui creatori hanno confermato che lo show ha una coppia gay - e The Owl House - Aspirante Strega (2020-2023) - la cui la protagonista Luz è stata dichiarata bisessuale dall'autrice Dana Terrace. Oppure si pensi a Toy Story 4 (2019) - prodotto insieme alla Pixar Animation Studios - in cui si mostrano due madri omosessuali accompagnano e lasciano il figlio all'asilo; o lo stesso Lightyear - La vera storia di Buzz (sempre del mondo do Toy Story) dove si vedono due "mamme" e un bacio gay tra le due; ma anche a Onward - Oltre la Magia (2020), dove c'è il primo personaggio Lgbtqia+ ad apparire in un film Disney, la poliziotta Specter; a Red (2022) - dove si vede Priya, un personaggio queer d'inclinazione bisessuale.
Inutile dire che si tratta di un elenco incompleto e destinato a crescere, se si deve credere a Karey Burke, presidente della Disney's General Entertainment Content, la quale in una call aziendale su Zoom, successivamente pubblicata su Twitter, ha ricordato che a breve «almeno il 50% dei» personaggi Disney dovrà essere arcobaleno. Ma se queste sono le tendenze che si delineano, vale la pena di ricordare come esse non siano affatto recenti; rispecchiano infatti agganci nell'ambito dei cartoni animati che i militanti arcobaleno hanno in modo stabile non da anni, ma addirittura da decenni. Un episodio, in tal senso, appare illuminante.
Si tratta del video d'una conferenza tenuta nell'ormani lontano 1998 all'Università della California da Elizabeth Birch, dirigente dal 1995 al 2004 della Human Rights Campaign, la più grande organizzazione Lgbt americana. Ebbene in questo video, dopo essersi accertata che tra il pubblico non vi fossero giornalisti - e probabilmente senza sapere di essere ripresa - la Birch riferisce di uno scambio di battute avuto con Michael Eisner, amministratore delegato della Walt Disney Company per oltre vent'anni, cui lei disse che il 30 per cento dei suoi dipendenti era gay, prima di essere da costui corretta: «Ti sbagli, Elisabeth, sono il 40 per cento». Lo si ripete: parliamo del 1998, dunque di un'era geologica fa rispetto ai progressi e alle conquiste Lgbt degli ultimi anni.
Per quanto riguarda Disney oggi, oltre al patrocinio del Roma Pride, si può segnalare come Disneyland California abbia recentemente annunciato addirittura il suo primo Pride americano in un Parco a tema; un evento notturno ad hoc ideato e pensato per «celebrare la comunità Lgbtqia + e i suoi alleati». Dunque la celebre casa di produzione rilancia più che mai, ad ogni occasione, il suo appoggio al movimento arcobaleno; e lo fa con una passione e una convinzione che colpiscono, se si pensa che proprio la Walt Disney Company - per far fronte ad un 2022 economicamente difficile e a un momento parimenti duro - ha iniziato draconiani processi di decimazione del personale, che porteranno al licenziamento di 7.000 persone.
Se ne potrebbe dunque concludere come l'appoggio all'ideologia Woke, al progressismo più estremo e alle rivendicazioni Lgbt, a lungo andare, non porti affatto bene ad una azienda. Anche perché esistono altri casi simili di aziende - da marchi di birra a grandi magazzini - che stanno pagando caro, specie negli Usa, il loro sostegno all'agenda arcobaleno. Eppure c'è chi perseverà, fino a quando dovrà rendersi definitivamente conto che la realtà, ecco, rischia di essere molto più dura ed amara di un cartone animato.

DOSSIER "WALT DISNEY"
Indottrinamento per piccoli e grandi

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Fonte: Pro Vita & famiglia, 9 giugno 2023

7 - OMELIA XI DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 9,36-10,8)
Erano stanche, sfinite, come pecore senza pastore
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

La pagina del Vangelo di Matteo, che abbiamo ascoltato, ci descrive la prima missione degli apostoli.
Dal contesto della narrazione appare chiaro che Gesù la considera una missione provvisoria e sperimentale: quasi una prova generale in vista della missione definitiva di cui li incaricherà dopo la risurrezione, quando darà l'ordine di andare a tutte le genti non solo ad annunziare il Regno di Dio, ma anche a battezzare e a guidare i credenti in conformità ai suoi comandi.
Alcune delle raccomandazioni qui contenute (per esempio quella di non uscire dai confini di Israele) si spiegano col carattere di preparazione e di saggio di questa prima evangelizzazione. Tuttavia nel suo insieme l'episodio è esemplare, ricco di insegnamenti, e merita tutta la nostra attenzione. Noi ci limiteremo a commentare in breve alcune frasi particolarmente rilevanti di questo brano.

LA CHIESA, FRUTTO DELLA COMPASSIONE DIVINA PER L'UMANITA' SMARRITA
Vedendo le folle, ne sentì compassione. Come si vede, proprio la compassione di Cristo viene indicata come il motivo sostanziale della decisione di eleggere tra i suoi discepoli dei capi responsabilizzati e di avviare così una precisa struttura ecclesiale. La ragione profonda della missione apostolica è lo stato di miseria dell'umanità: una miseria che punge il cuore del Figlio di Dio. La Chiesa dunque nasce dalla pietà del Signore e dalla sua volontà di salvezza. Qual è la natura di questa miseria?

ERANO STANCHE, SFINITE, COME PECORE SENZA PASTORE
La stanchezza, il disorientamento, la disgregazione sono le note dolorose che l'occhio penetrante dell'Unigenito del Padre, che è diventato uno di noi, rileva nell'umanità abbandonata a sé sola. È un giudizio che è ancora pienamente attuale. Anche l'uomo di oggi spesso si sente stanco: stanco di lottare contro mille difficoltà che gli amareggiano l'esistenza; stanco di faticare senza risultato e qualche volta addirittura senza perché; stanco di non essere compreso nelle sue aspirazioni più essenziali e più vere; stanco di essere imbrogliato; stanco di essere sopraffatto da mille soprusi; stanco di essere vittima di molte ingiustizie. Magari crede di poter uscire da questa prostrazione con riforme sociali e cambiamenti politici, anche legittimi, ma che alla fine lo lasciano sempre deluso. Poi l'uomo di oggi è immerso nella confusione dei pareri, frastornato da mille messaggi e da mille proposte; e non sa più a chi credere. E trova la divisione e il conflitto perfino là dove gli sembrerebbe giusto attendersi un po' di concordia (per esempio nella propria famiglia, nel proprio ambiente di lavoro e di vita, nella propria comunità di preghiera). Perciò è smarrito: non sa più dove andare, non sa più quale sia la sua strada, non sa più quale sia il suo destino. Ebbene, appunto per venire incontro a questa disperata condizione degli uomini, Gesù sceglie i Dodici; e così dà inizio alla Chiesa. La Chiesa è dunque un dono che ci è dato per farci uscire dalla nostra stanchezza, dal nostro disorientamento, dalla nostra disgregazione; e guai a trascurare o peggio a disprezzare i doni di Dio! La Chiesa ci è data come aiuto provvidenziale a superare i nostri smarrimenti ed approdare alle certezze vitali: stiamo attenti a non fare della nostra capacità di litigare, dei nostri problematicismi, della nostra inesauribile propensione a dubitare, quasi un titoli di merito e un segno di più consapevole ecclesialità. La Chiesa ci è data come mezzo di unificazione e di concordia: e allora non dobbiamo diventare mai all'interno della famiglia dei credenti profeti di divisione e di contestazione, magari all'insegna del diritto al pluralismo.

L'INCONTRO INTIMO E PERSONALE CON CRISTO
Chiamò a sé i Dodici. La scelta è sua, sua la chiamata. Gli apostoli perciò non saranno tanto dei rappresentanti della "base", quanto dei "mandati" da Cristo agli uomini, i quali, in virtù della loro presenza, della loro parola, della loro azione, potranno e dovranno diventare una comunità di fratelli.
Chiamò a sé. Prima di andare tra gli uomini, l'apostolo deve andare a Gesù. Prima ancora di scoprire tutte le necessità e le sofferenze del mondo che lo aspetta, deve scoprire personalmente l'amore appassionato e coinvolgente di di colui che lo chiama; diversamente non è un apostolo. Prima di essere un "mandato", è un "chiamato", che deve fare della sua inalienabile intimità con Cristo la ragione della sua esistenza e l'anima della sua operosità.

LA PREGHIERA E' INDISPENSABILE PER EVANGELIZZARE
Gli operai sono pochi. Pregate dunque... È una parola un po' sorprendente. Il mondo ha bisogno di apostoli, e il Signore dei cuori ritiene necessaria la nostra preghiera perché ci siano operai per la messe del Regno di Dio. Il Signore vuole che ci sia la nostra implorazione anche per le cause che stanno a cuore soprattutto a lui. Del resto, il Vangelo di Luca - narrando lo stesso episodio - ci informa che Gesù passò in preghiera l'intera notte precedente la elezione degli apostoli. Quando mancano i sacerdoti, noi siamo portati a studiare le cause del fenomeno, a organizzare inchieste, a promuovere sondaggi di opinione. Ed è giusto. Gesù però ci dà un consiglio più semplice e ci dice: pregate...
Forse questa è la più notevole diversità che c'è tra noi e il Vangelo. Noi riteniamo che i problemi del mondo si risolvano soprattutto attraverso una migliore conoscenza del mondo. Il Vangelo ci insegna che i problemi del mondo si risolvono soprattutto attraverso una più grande e intensa familiarità con Dio.

Nota di BastaBugie: questa omelia è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire", Edizioni Studio Domenicano. Le omelie del card. Giacomo Biffi si distinguono per la concisione e l'eleganza dello stile, per il tono caldo e talvolta ironico e pungente, per il fondamento biblico e per l'attenta applicazione esistenziale.
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Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

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