LA VIRILITA' PERDUTA: BARBA, TATUAGGI E PALESTRA
Tre indizi di un disperato tentativo di mascherare gli imbarazzanti esiti del calo di testosterone nelle giovani generazioni (VIDEO: I tatuaggi e la Bibbia)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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L'UNICA RISTRUTTURAZIONE DA FARE (ALTRO CHE CASA GREEN!)
Spendiamo per pannelli fotovoltaici e pompe di calore, anziché misure anti-terremoto come fanno in Giappone dove gli edifici resistono anche alle grandi scosse (VIDEO: Case green)
Autore: Nicola Porro - Fonte: Il Giornale
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DISORDINI ALIMENTARI: PER SCONFIGGERLI ALLA RADICE BISOGNA RILEGGERE I PADRI DELLA CHIESA
Introdurre in sé un alimento ci indica un rapporto molto intimo con la creazione (ecco perché anoressia e bulimia portano a gravi disturbi fisici, relazionali e anche ad allontanarsi da Dio)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: Il Timone
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TOLKIEN E IL SIGNORE DEGLI ANELLI 50 ANNI DOPO
Non diminuisce il fascino suscitato dalle storie della Terra di Mezzo in cui traspare la teologia della storia e una bellezza che è simbolo della grazia divina (VIDEO: Primi 10 minuti del Signore degli Anelli)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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EDUARDO VERASTEGUI SI CANDIDA ALLA PRESIDENZA DEL MESSICO
Dopo una vita di successo come attore e cantante si converte al cattolicesimo e recita in Bella, Cristiada e Il circo della farfalla, poi produce Sound of Freedom (VIDEO: testimonianze di Eduardo Verástegui)
Autore: Francesca Romana Poleggi - Fonte: Provita & Famiglia
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LA CRISI NELLA CHIESA ESIGE CHIAREZZA... ANCHE CON I LEFEBVRIANI
La risposta alla crisi di fede non può essere l'ideologia, ma un desiderio di verità e di conversione all'interno dell'unica vera Chiesa
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LETTERE ALLA REDAZIONE: SULLE PUNIZIONI DI DIO SONO D'ACCORDO CON VOI
Anania e Saffira sono puniti da Dio per aver ingannato gli apostoli: questo brano del Nuovo Testamento dimostra che è sempre lo stesso Dio che punì con il diluvio universale
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 20,1-16)
Tu sei invidioso perché io sono buono?
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
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LA VIRILITA' PERDUTA: BARBA, TATUAGGI E PALESTRA
Tre indizi di un disperato tentativo di mascherare gli imbarazzanti esiti del calo di testosterone nelle giovani generazioni (VIDEO: I tatuaggi e la Bibbia)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13 settembre 2023
Ci sono tre caratteristiche che, negli ultimi anni, caratterizzano l'uomo moderno: barba, tatuaggi e palestra. Rappresentano il minimo comune denominatore della virilità attuale. Moda? Certamente. Ma forse c'è di più. Ormai è risaputo: insieme al quoziente intellettivo, negli uomini abitanti l'anglosfera (il cosiddetto «Occidente») sta calando progressivamente anche il livello di testosterone. Le cause, dicono gli esperti, sono parecchie. Sicuramente l'alimentazione moderna favorisce l'obesità, la quale riduce la presenza di questo ormone nel corpo. Ma l'alimentazione è solo uno degli aspetti di un intero stile di vita, quello moderno, che inibisce la produzione di testosterone, fin dalla pubertà. Fin da bambini, infatti, i maschietti fanno una vita sedentaria, sempre meno all'aria aperta e sempre meno ricca di relazioni; non corrono, non si arrampicano, non fanno a botte, non vivono avventure «pericolose», sfide, non affrontano fallimenti. Gli sport competitivi, di squadra, con contatto fisico sono in declino. Tutte queste cose, che - magari al prezzo di qualche sbucciatura - aiutavano uno sviluppo fisico sano e livelli di testosterone adeguati durante pubertà e adolescenza, sono passate di moda a causa di cambiamenti culturali importanti. L'assenza del padre che, anche quando è presente, è un «mammo»; la negazione della competizione e della lotta nel nostro mondo moderno; infine l'educazione gender-free, che vede di malocchio (come prodromi di virilità tossica) l'attrattiva che i maschietti provano verso certi giochi e attività fin dai primi mesi.
IL TESTOSTERONE CAMBIA L'ASPETTO FISICO DEGLI UOMINI Non solo: la plastica che il capitalismo mondiale ci obbliga a ingerire perché contenitore di tutto ciò che mangiamo o beviamo, dall'acqua al pane, è uno dei principali IE (Interferenti Endocrini), ossia una sostanza che altera il nostro equilibrio ormonale ed è uno dei principali nemici del testosterone. Fosse finita qui: ormoni antagonisti del testosterone sono presenti dovunque, nel nostro ambiente, dall'acqua che beviamo al cibo che mangiamo. Sapete che, ormai da anni, i pesci del Lambro stanno cambiando sesso? No, non sono pesci-trans: sono femminilizzati dall'enorme quantità di ormoni antagonisti del testosterone che finiscono nei nostri fiumi attraverso gli scarichi. Significa che qualcuno versa tonnellate di ormoni femminilizzanti nelle nostre acque? E i milioni di pillole anticoncezionali (cioè estrogeni e progestinici) che le donne prendono fin dall'adolescenza dove pensate che finiscono? Che scompaiano nel nulla? Ma la scienza non ci ha detto che gli anticoncezionali sono «sicuri ed efficaci»? Vabbeh, questo è un altro discorso... Insomma, il risultato è un calo progressivo di testosterone negli uomini «occidentali», con gravi conseguenze sul loro benessere psicologico, sulla loro salute, capacità riproduttiva eccetera. Non c'è bisogno di studi scientifici: questo è un cambiamento che si vede anche a occhio nudo. Infatti, il testosterone cambia l'aspetto fisico degli uomini: la loro postura (spalle arretrate, petto aperto, schiena dritta), la conformazione fisica (gambe dritte, evidente massa muscolare, torace ampio) e del volto (mascella squadrata, mento prominente, lineamenti squadrati).
TEST FACILE Per rendersene conto, è sufficiente aprire qualche vecchio album di famiglia e confrontare l'aspetto fisico degli uomini degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso con quelli che compaiono sul nostro cellulare. Oppure, basta confrontare gli attori del secolo scorso con le star attuali. Ma guardiamo anche i calciatori: pensiamo all'esordio di Giuseppe Bergomi in nazionale, ai mondiali del 1982, a diciotto anni. Quello era l'aspetto di un diciottenne del secolo scorso; il confronto con un diciottenne attuale (anche calciatore) è impietoso. Da una parte abbiamo uno sguardo serio, concentrato, lineamenti «tagliati con l'accetta»; dall'altra un orsacchiotto «carino», dai lineamenti morbidi e, immancabilmente, sorridente. Il primo comunica, se non paura, rispetto, tutto di lui dice «pericolo»; il secondo appare completamente innocuo, anche sessualmente. Ok, ma che c'entrano barba, tatuaggi e palestra? C'entrano, c'entrano. Sono un tentativo di mascherare gli imbarazzanti esiti del calo di testosterone nelle giovani generazioni. La barba dà importanza a un mento sempre più sfuggente, quando ancora esiste. I tatuaggi vorrebbero comunicare un esemplare dedito alla «vita spericolata». Un tempo, i tatuaggi erano il segno visibile di altri segni che la vita aveva lasciato nell'anima dell'uomo: la vita di mare, il carcere, l'appartenenza a un corpo militare d'élite... Ora hanno l'effetto di un cartello «Attenti al cane» con la foto di un chihuahua. E poi la palestra, ossia il tentativo di gonfiare artificialmente dei muscoli che, un tempo, erano la naturale conseguenza di una vita attiva e all'aria aperta, del lavoro manuale e una certa sfrontatezza di fronte al pericolo. Ecco quindi che, anche le mode, ci parlano del declino dell'uomo e, con lui, di tutta la nostra civiltà.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 7 minuti) dal titolo "Posso farmi un tatuaggio? Cosa dice la Bibbia?" Padre Mike (doppiato in italiano) risponde con ragionamenti validi per tutti. Inoltre nei due articoli sottostanti si può approfondire l'argomento dei tatuaggi. Per leggerli clicca sul link che interessa.
SECONDO TE PERCHE' HANNO I TATUAGGI BEN 7 MILIONI D'ITALIANI? La risposta è semplice: materialismo e spiritualismo hanno ormai inquinato la nostra società https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6025
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13 settembre 2023
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L'UNICA RISTRUTTURAZIONE DA FARE (ALTRO CHE CASA GREEN!)
Spendiamo per pannelli fotovoltaici e pompe di calore, anziché misure anti-terremoto come fanno in Giappone dove gli edifici resistono anche alle grandi scosse (VIDEO: Case green)
Autore: Nicola Porro - Fonte: Il Giornale, 10 settembre 2023
Con una tragica ripetitività, i terremoti uccidono migliaia di esseri umani. Gli scienziati ormai sanno con buona approssimazione dove possono avvenire, ma non hanno la più pallida idea di quando la scossa ci possa davvero essere. Definiamo questa un'emergenza? Non sembra proprio. Ed è incredibile. Siamo così pronti a definire quella climatica, che molti autorevoli scienziati e premi Nobel contestano, come una catastrofe che si avvicina a rapidi passi. Ma non vediamo il tragico ripetersi di catastrofi vere, certificate, filmate. E dolorose. I morti di inquinamento sono un'astrazione probabilistica e una proiezione di possibile premorienza. Così si definisce chi secondo calcoli magici ci si sarebbe aspettati che morisse a 87 anni e invece è morto a 84 per cause che vengono sempre definite climatiche. Una religione, quella climatica, che si scontra con la realtà della terra che trema. In Pianura Padana vogliono chiudere le industrie e bloccare le auto per una direttiva europea. È un'area tra le più inquinate d'Europa secondo i parametri scelti da Bruxelles, ma - strano a dirsi -, quella in cui l'aspettativa di vita è la più alta. Siamo degli scriteriati. Spendiamo fortune colossali per mettere i cappotti termici, cambiare gli infissi agli appartamenti, verificare le classi energetiche, investendo centinaia di miliardi che in un mondo razionale dovrebbero essere spesi per rendere le nostre vecchie case resistenti ai terremoti. La tecnologia per di più c'è ed è sperimentata. In Giappone gli edifici resistono a scosse mostruose. E noi sull'altare dell'ambientalmente corretto, per rispondere alle sfide della CO2, usiamo le nostre risorse, per definizione limitate, per alimentare la «filiera del verde». Meglio sarebbe pensare al nero, il colore del lutto per migliaia di uomini sepolti da edifici crollati per scosse che non si possono evitare. E la lista dei morti e dei danni, in questo caso, non è una probabilità, non è una proiezione, ma è una triste contabilità di bare in cui il rapporto tra causa (crollo degli edifici) ed effetto (morti e feriti, appunto) è diretto, palese. Eppure questa periodica tragedia si può efficacemente contrastare. Certo non con pannelli fotovoltaici o pompe di calore. Ma con un piano costoso di riqualificazione anti-terremoto dei nostri immobili. Siamo un Paese con vaste zone ad alto rischio sismico, dove invece di rafforzare le fondamenta e puntellare le mura, cambiamo gli infissi e installiamo le pompe di calore. Una follia.
Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Case Green: l'Unione Europea prepara la stretta per il 2030" (durata: 5 minuti) Luca Donadel spiega cosa prevede la Direttiva dell'Unione Europea sulla classe energetica degli immobili residenziali per il 2030, quali saranno gli obblighi e le conseguenze sul mercato immobiliare dell'Italia e sul valore della casa.
https://www.youtube.com/watch?v=_IkK0sxi8mQ
Fonte: Il Giornale, 10 settembre 2023
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DISORDINI ALIMENTARI: PER SCONFIGGERLI ALLA RADICE BISOGNA RILEGGERE I PADRI DELLA CHIESA
Introdurre in sé un alimento ci indica un rapporto molto intimo con la creazione (ecco perché anoressia e bulimia portano a gravi disturbi fisici, relazionali e anche ad allontanarsi da Dio)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: Il Timone, luglio - agosto 2021
Mangiare non è solo consumare cibo; almeno per l'uomo. L'atto del cibarsi porta infatti in sé il principio della relazione: relazione con il mondo materiale, che porto in me e assimilo; relazione con il prossimo, con il quale condivido la mensa; relazione con Dio, dal quale ricevo il nutrimento dell'anima e del corpo e al quale rendo grazie. È in questa tridimensionalità ordinata che avviene l'atto umano del cibarsi. Dando un rapido sguardo alle Scritture e all'Insegnamento di quei grandiosi "psicologi" dei primi secoli dell'era cristiana, ovvero i Padri della Chiesa e i Padri del Monachesimo, ci accorgiamo che l'alimentazione occupa un posto centrale. Dalle prime pagine del libro della Genesi, Dio indica all'uomo il modo di nutrirsi (cf. Gen 1,29-30), mostrandogli fin da subito il limite che corrisponde alla sua natura (cf. Gen 2,15-17), al di fuori del quale non avrebbe conseguito un perfezionamento del proprio essere, ma sarebbe al contrario decaduto. Il peccato originale è giustamente descritto dal Catechismo della Chiesa Cattolica (n° 397) come una disobbedienza, alimentata dalla perdita della fiducia in Dio: "l'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nel suo Creatore e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio". E aggiunge che, "in seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà". Disobbedienza, mancanza di fede, sono la sostanza del peccato originale e di ogni peccato; ma la sua materializzazione, quasi il detonatore dell'esplosione, e un altro , come chiaramente il testo della Genesi 3,1-6 indica. Qui compare per sette volte la parola "mangiare"; e poi nei versetti 11-13 per altre tre volte. Decisamente troppo per passare inosservato dai Padri. Evagrio Pontico è, al riguardo, piuttosto lapidario: "il desiderio di cibo ha generato la disobbedienza, e il dolce gustare ha scacciato dal Paradiso" (gli otto spiriti della malvagità 1). E non è il solo a collegare il peccato originale al desiderio di un alimento; Sant'Ambrogio, per esempio, nell'opera De Iacob et vita beata (I, 2-8), sottolinea che dal momento in cui i nostri progenitori "non mantennero la temperanza, i trasgressori di questa virtù fondamentale furono esiliati dal Paradiso, senza aver più parte all'immortalità".
IL DISORDINE RELAZIONALE DIVENTA ALIMENTARE Insomma, l'atto del cibarsi porta in sé molto più di quanto non appaia a prima vista. Torniamo al racconto genesiaco. La fame è l'appetito primordiale, al quale è legato il mantenimento della vita e della salute del corpo; introdurre in sé un alimento indica poi un con la creazione molto intimo: significa far entrare in sé il mondo naturale, trasformarlo in sé. Ora, è chiaro che un disordine di questa dimensione concupiscibile significa disordine nel desiderio e nella relazione; il problema del peccato primordiale non è quello di mangiare un frutto, ma di disprezzare Dio, disubbidendo al suo comando con l'illusione di diventare come Lui. Il punto però è che, molto realisticamente, le Scritture ci indicano che questo disprezzo si consuma si consuma nell'atto di prendere cibo. Anche Esaù concretizzò il proprio disprezzo per la primogenitura - essere l'erede della promessa! - mangiando un piatto di lenticchie (cf. Gen 25, 29-34). E Giuda consumò il proprio tradimento mangiando il boccone datogli dal Maestro e Signore (cf Gv 13,27). Stringiamo ulteriormente la riflessione. Il cibarsi in modo disordinato nella bibbia è la cifra di un problema relazionale: i progenitori si distolgono si distolgono da un rapporto di fiducia con Dio e mangiano ciò che non devono ; Esaù non considera il bene più prezioso l'essere l'oggetto dell'elezione divina e si butta su un piatto di lenticchie; Giuda tradisce l'amore di Gesù e riempie il suo ventre del boccone del tradimento. Non c'è disordine relazionale che non si traduca in un "problema alimentare". E viceversa la follia del ventre, la gastrimargìa, è vera e propria idolatria, come insegna San Paolo (cf Fil 3,19), e dunque mina, fino a distruggerlo, il rapporto con Dio e con il prossimo. Mangiare solo quello che piace, quando ne abbiamo voglia e quando ci pare: sono questi i tre campanelli d'allarme che tradizionalmente i padri indicano come spie della passione della gola, dell'idolatria del ventre. I padri vi dedicano grande attenzione, così come ai rimedi dell'astinenza e del digiuno, perché ogni passione è una malattia dell'anima - che poi traduce anche in un malattia del corpo, si somatizza - , non solo le sue manifestazioni catalogate nel Dms. Essi sanno molto bene che quando la sfera del concupiscibile cerca soddisfazione nei piacerei della carne - gola, lussuria, avidità, etc -, l'anima si "appesantisce" e Dio sparisce dall'orizzonte. Il desiderio dell'anima viene così sviato dal suo fine proprio: "l'occhio è stato creato per la luce, l'orecchio per i suoni, ogni cosa ha il suo fine e il desiderio dell'anima per slanciarsi verso Cristo" (Nicola Cabasilas, la vita in Cristo, II, 90). Il desiderio di cibo è il più primordiale nell'uomo: per questo il demonio ha tentato lì i progenitori; per questo la prima battaglia di ogni cristiano è quella di ripristinare il primato di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (cf. M.t 4,4). Ed ancora per questa ragione il figlio di Dio diventa nostro cibo, per colmare ogni desiderio dell'uomo.
L'ILLUSIONE DELLA COMPENSAZIONE Proviamo adesso a chiudere il cerchio. La persona con un disturbo alimentare è disperatamente affamata: il suo desiderio non riesce a trovare soddisfazione nell'apertura relazionare, che anzi è stata ed è una sofferenza. Nell'anoressia questo si traduce nel rigetto: il rifiuto della relazione che ferisce diviene rifiuto di cibo, controllo maniacale di ciò che entra in me, di ciò che in qualche modo penetra nella mia persona. La persona che ne soffre si difende chiudendosi a riccio, respingendo ogni forma di "intrusione" nella propria persona, che il cibo incarna perfettamente. La persona bulimica si una relazione contraria, ma in fondo c'è lo stesso problema: il tentativo di saziare la propria disperata fame primordiale di relazione si traduce questa volta nell'introdurre cibo in quantità e modalità sregolate, rigorosamente in solitudine, cercando così di occupare lo "spazio" vuoto della relazione; eccesso che poi viene "compensato" ricorrendo all'assunzione di lassativi, al vomito autoindotto e altre modalità. Compensazione che non si trova invece nella persona affetta da binge eating. Anoressia, bulimia, binge eating sono vere e proprie patologie che, nell'ottica delle Scritture e dei Padri, devono essere comprese come devastazioni del desiderio, che si incaglia nei beni sensibili per compensare un vuoto relazionale. Una compensazione ingannevole e insalubre, destinata al fallimento , poiché conduce verso l'oblio di Dio, relazione fondamentale, Sommo bene capace, solo, di dare pienezza al desiderio dell'uomo. I disordini alimentari di ogni tipo devono essere riconosciuti, senza coprirli con una vergogna fallace, perché sono un campanello d'allarme che rivela questa dinamica di uno sviato amore di sé, brillantemente descritta da San Massimo Confessore: "più l'uomo andava verso cose sensibili attraverso i suoi soli mezzi, più l'opprimeva l'ignoranza di Dio; più era soggiogato dall'ignoranza di Dio, più si abbandonava al godimento delle cose materiali (...); più egli si impregnava di questo godimento, più eccitava la filautìa (amore disordinato di sé, n.d.a) che ne era la conseguenza; più coltivava la filautìa, più inventava molteplici modi per ottenere il piacere, frutto e scopo dell'amore di sé" (Questioni a Talassio, Prologo). Rendersene conto non è la parola ultima di un fallimento, ma l'inizio prezioso e indispensabile del percorso di guarigione. Il cui esito è la piena comunione con Dio, che le Scritture descrivono come un banchetto di gustose e abbondanti vivande. Dio colma con sovrabbondanza il desiderio dell'uomo.
Fonte: Il Timone, luglio - agosto 2021
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TOLKIEN E IL SIGNORE DEGLI ANELLI 50 ANNI DOPO
Non diminuisce il fascino suscitato dalle storie della Terra di Mezzo in cui traspare la teologia della storia e una bellezza che è simbolo della grazia divina (VIDEO: Primi 10 minuti del Signore degli Anelli)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 1° settembre 2023
Il 2 settembre del 1973, cinquant'anni fa, moriva in Inghilterra John Ronald Tolkien. È trascorso mezzo secolo, e questo autore deve essere ormai considerato un vero e proprio classico della Letteratura. L'opera di Tolkien ha continuato a conoscere un grande successo di pubblico, incrementato dalle versioni cinematografiche dei suoi libri. Sono finiti i tempi degli ostracismi ideologici nei confronti del professore di Oxford, e anzi si tenta di darne nuove letture politicamente corrette. Tentativi che lasciano il tempo che trovano, perché Tolkien si staglia con la sua opera al di sopra di ogni lettura riduttiva. La chiave interpretativa per comprendere tutta la bellezza offerta dal Signore degli Anelli, dallo Hobbit, dal Silmarillion, è quella religiosa. Tolkien era un cattolico inglese, perfettamente consapevole della storia religiosa del suo Paese, dai monaci santi del Medioevo ai Martiri che avevano reso la loro testimonianza fino al sangue sotto Enrico VIII, sotto Elisabetta I, sotto Cromwell. Tolkien rivela nitidamente una propria teologia della storia, che riprende la concezione agostiniana delle due città: la Città terrena, opera degli uomini in cui agisce il male, e la Città di Dio, meta verso la quale indirizzare attese, sforzi e speranze. È da sottolineare che sant'Agostino si trovò a vivere al confine tra il crepuscolo di un mondo antico un tempo grandioso e l'alba di una nuova era dai contorni ancora incerti, e insegnò che la storia è guidata dalla Provvidenza e che quindi ogni avvenimento - dalla piccola vicenda personale alle grandi svolte dell'umanità - possiede un significato che dissipa l'oscurità e sorregge le forze dell'uomo. Le rovine, i numerosi segni di civiltà cresciute, ascese a grandezza e poi irrimediabilmente finite e dimenticate costellano ovunque la Terra di Mezzo, ricordandoci la caducità della Città terrena.
L'EROISMO, LA BELLEZZA E LA GRAZIA Se la storia è questa, è necessario affrontarla con eroismo, secondo la concezione che ne offre Tolkien: non è quello della forza e dell'orgoglio, ma dell'amore e del sacrificio. Riecheggiano in questa via le parole di uno degli autori più cari al professore di Oxford, G.K.Chesterton: «È assolutamente necessario essere un uomo buono: avere il senso dell'amicizia e dell'onore e una tenerezza profonda. Soprattutto è necessario essere apertamente e indecorosamente umani, confessare appieno tutte le pietà e le paure primordiali di Adamo». Oltre all'eroismo, Tolkien ci invita a cercare la bellezza, che è segno visibile della grazia. La bellezza trova la sua origine e la sua consistenza in Dio, e rende presente nelle realtà create la bellezza divina. Nella teologia medievale la bellezza sensibile era considerata un riflesso, una traccia di Dio che ne può favorire la percezione. Tolkien riprende questa concezione della bellezza come luce della forma e splendore della verità. Nella contemplazione dello spettacolo di un bosco, dei fiori, delle montagne, degli alberi tanto cari al professore di Oxford, nell'ammirazione per le cose ben fatte dei nani o degli hobbit, c'è l'amore per questa bellezza che ci può ricondurre a Dio e salvare il mondo. Questa bellezza, che come dimostra la tanta sofferenza che percorre la Terra di Mezzo, la fatica del cammino di rinuncia di Frodo, la dura condizione dell'esilio di Aragorn e la sua lotta per la giustizia e il diritto, non prescinde dal problema del male, è visibile e presente come grazia.
LA LEGGIADRIA DEGLI ELFI È grazia la sensazione che si prova di fronte alle cose per la loro naturale armonia, per la loro delicatezza, per la loro semplicità; è grazia la gradevolezza del creato con i suoi sapori e profumi; è grazia la leggiadria degli elfi, in particolare di Galadriel, la Regina, figura che - come Tolkien stesso aveva confermato all'amico padre Murray - fu inspirata dalla Vergine Maria, Colei che per definizione è la piena di grazia. Ancora è grazia l'amabilità, la gentilezza negli atti della vita quotidiana, l'assenza di sgarbo e di grossolanità; la grazia è così nel regale Aragorn, nel nobile Faramir, nel sapiente mago Gandalf, così come nel giardiniere Sam Gamgee. È grazia la gratitudine, la riconoscenza, la magnanimità, che non mancano mai nei personaggi tolkieniani, così come il loro contrario, ovvero l'avarizia, l'ingratitudine, l'avidità insaziabile sono i segni distintivi del rifiuto della grazia, della caduta. Segno di questa grazia è infine Gandalf, il grande protettore dei piccoli hobbit e dei fragili uomini, il cui ruolo assomiglia a quello dell'Angelo Custode: illuminare le menti con i suoi saggi consigli, custodire le vite in pericolo dei suoi amici, reggere i loro sforzi e le loro fatiche, governare sulle loro coscienze, affinandole e tenendo desto e pronto il loro spirito. Tolkien, 50 anni dopo, continua ad indicare la strada ad una compagnia sempre in viaggio.
Nota di BastaBugie: per sapere tutto, ma proprio tutto, su Tolkien e il Signore degli anelli, leggendo recensioni, guardando video di approfondimento, spezzoni e trailer dei film, e molto altro, visita il sito Film Garantiti cliccando sul seguente link. http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=8
INIZIO DEL SIGNORE DEGLI ANELLI
I primi dieci minuti del film con la storia degli anelli e l'incontro tra Frodo e Gandalf
https://www.youtube.com/watch?v=TlOcXXohKOc
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 1° settembre 2023
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EDUARDO VERASTEGUI SI CANDIDA ALLA PRESIDENZA DEL MESSICO
Dopo una vita di successo come attore e cantante si converte al cattolicesimo e recita in Bella, Cristiada e Il circo della farfalla, poi produce Sound of Freedom (VIDEO: testimonianze di Eduardo Verástegui)
Autore: Francesca Romana Poleggi - Fonte: Provita & Famiglia, 10 settembre 2023
Tra i film più belli in cui ha recitato c'è Bella, Cristiada e prima di tutto e soprattutto Il circo della farfalla. Come produttore cinematografico lo ricordiamo per il recente Sound of Freedom, il bellissimo film - denuncia contro la pedofilia e la tratta dei bambini. Stiamo parlando di Eduardo Verástegui, che ha annunciato di aver presentato la sua candidatura alla presidenza del Messico. Le elezioni si terranno il 2 giugno 2024. Ha preso la decisione «Dopo un periodo di discernimento». «La mia battaglia è per la vita. La mia lotta è per la libertà. È tempo di rimuovere dal potere le solite cose vecchie. Il nostro Paese ha bisogno di un nuovo modo di fare politica, per sradicare la corruzione e l'impunità», ha detto. Verástegui, cresciuto in Messico, è un devoto cattolico fermamente pro-vita. Il suo annuncio segue la recente legalizzazione dell'aborto da parte della Corte Suprema del Messico che ha definito un diritto umano l'uccisione di esseri umani prima della nascita. Già 12 stati federati avevano legalizzato l'aborto, ma questa decisione ora lo consente a livello nazionale. Giovanni Paolo II, nell'Evangelium Vitae, insegna che quando uno Stato emana una legge ingiusta (come quella che legalizza aborto, eutanasia ecc), la responsabilità morale della cosa è certamente di chi l'ha proposta e l'ha votata, ma anche di tutta la società che in qualche modo - in un sistema democratico - ha accettato supinamente la decisione dell'organo legislativo. Peggio se si adegua e considera quel male come una cosa inevitabile, se non "normale". Verastegui ha dimostrato in modo eclatante che lui quella responsabilità non la vuole. E noi?
Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "La conversione al cattolicesimo" (durata: 8 minuti) Eduardo Verástegui racconta il suo cambiamento di vita. Per un video più lungo con la sua testimonianza (42 minuti), clicca qui!
https://www.youtube.com/watch?v=nT_s0LN5wfY
Per vedere altri video di Eduardo Verástegui, clicca qui!
Per vedere il cortometraggio Il Circo della Farfalla, clicca qui!
Fonte: Provita & Famiglia, 10 settembre 2023
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LA CRISI NELLA CHIESA ESIGE CHIAREZZA... ANCHE CON I LEFEBVRIANI
La risposta alla crisi di fede non può essere l'ideologia, ma un desiderio di verità e di conversione all'interno dell'unica vera Chiesa
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, agosto settembre 2023
Quando abbiamo deciso di affrontare il tema della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX), in linea con un discorso sulla crisi della Chiesa iniziato già da tempo, avevamo messo in preventivo delle reazioni dure. Ma la violenza verbale, gli insulti, le insinuazioni e anche le minacce di tanti leoni da tastiera che ci sono piovute sui social in questi giorni vanno anche oltre le previsioni. E sono significative, perché dicono della "spiritualità" e della sensibilità cattolica di questo mondo molto più della serie di articoli di Luisella Scrosati, serie che termina oggi. In ogni caso queste reazioni scomposte ci rafforzano nella convinzione che era ed è necessario un lavoro per fare chiarezza su quanto stiamo vivendo. Che la Chiesa stia attraversando una profonda crisi che ha portato disorientamento e confusione in tantissimi fedeli è un dato di fatto. Lo documentiamo sistematicamente fin dalla nascita della Bussola: c'è una fortissima spinta alla protestantizzazione che purtroppo arriva anche dall'alto e ora si sta concentrando sul prossimo Sinodo di ottobre.
RIFUGI IN CUI SENTIRSI GIUSTI Ma la risposta non può essere reattiva, sentimentale o anche brandendo parti della dottrina cattolica cercandovi giustificazioni alla propria condotta. Abbiamo già scritto nei mesi scorsi sulle tentazioni di una fuga verso realtà che si autoproclamano depositarie della verità ma che si collocano fuori dalla Chiesa. Sempre più fedeli sono attratti da queste realtà pensando così di mantenersi "cattolici". Ma alla fine, anche se tanti sono in buona fede, si tratta spesso di rifugi in cui sentirsi "giusti" e in cui si può essere esentati dalla propria conversione. Perché se un problema esiste è sempre colpa degli altri: i modernisti, i conservatori, i seguaci di questo o quel Papa, il Concilio, la messa Novus Ordo, e così via. In fondo è una visione ideologica e politica della Chiesa, trattata come fosse un partito o un governo, in cui tutto dipende dalla "linea" impressa da chi li guida. Ma la Chiesa è ben altro, non dipende dal Papa e dai vescovi, è Cristo che la guida. Ciò non toglie che ognuno di noi abbia il dovere di fare il possibile perché la Chiesa rifletta nel modo più trasparente possibile la Verità, ma anzitutto desiderando la propria santità. Si dice tante volte che sono i santi i veri riformatori della Chiesa, ma bisogna essere consapevoli che costoro pensano anzitutto alla propria conversione, mendicandola da Cristo, sopportando per Lui - anche dentro la Chiesa - ogni persecuzione ed umiliazione. Solo per fare un esempio recente, possiamo pensare a San Pio da Pietrelcina. Non è la prima volta che la Chiesa vive una grave crisi e sempre ne è uscita solo grazie ai santi, a coloro che hanno vissuto nella propria carne la sofferenza di appartenere a Cristo, rifuggendo la tentazione di farsi una Chiesa "giusta", "povera", "non corrotta". Pensiamo alle vicende parallele di san Francesco e Valdo, come hanno vissuto la povertà nella Chiesa e gli opposti esiti a cui hanno dato origine. Né possiamo negare che lo stesso Lutero dichiarasse di voler salvare la verità della Chiesa: sappiamo come è andata a finire e come invece la Chiesa sia rinata grazie ai santi della Controriforma.
LA STRADA CORRETTA Allora, davanti a una crisi così importante è decisivo imboccare la strada corretta, seguire chi - pur tra mille difficoltà - permane nella Verità dentro la Chiesa cattolica, seguire chi più testimonia la santità e l'appartenenza piuttosto che chi fa i bei discorsi o chi si autoproclama "illuminato". Per questo riteniamo importante fare chiarezza, fare emergere le reali situazioni di persone e comunità, indicare ciò che è nel solco dell'insegnamento perenne della Chiesa e cosa no, smascherare chi sfrutta le situazioni di chiaroscuro per guadagnare proseliti e potere. Poi ognuno scelga la strada che preferisce, ma almeno nella consapevolezza e nella trasparenza. Qualcuno potrebbe chiedersi perché dedicare comunque così tanti articoli alla FSSPX. È presto detto: la situazione è delicata e complessa, negli anni ci sono stati diversi sviluppi che hanno creato ancor più confusione, per cui è necessario spiegare bene i diversi punti in questione. Tanto più che c'è un numero crescente di simpatizzanti, ignari di come stiano veramente le cose e convinti che partecipare alle messe della Fraternità sia pienamente legittimo per un cattolico. Quindi nessun attacco, soltanto una necessità di chiarezza. Ma c'è anche un altro punto che vale la pena sottolineare. A lefebvriani e simpatizzanti piace presentarsi come alternativi a Roma. Eppure oggi, volenti o nolenti, si trovano ad essere i migliori alleati di papa Francesco che, a sua volta, spinge verso la FSSPX numerosi fedeli. L'attacco costante del Papa alla Messa in rito antico e agli istituti ex Ecclesia Dei, che ha avuto il suo culmine con il Motu Proprio Traditionis Custodes (16 luglio 2021), è oggettivamente un regalo alla Fraternità, che osteggia il Summorum Pontificum quanto papa Francesco. Il nemico comune è la visione di Benedetto XVI che vedeva Vetus e Novus Ordo come due forme dello stesso rito, e che vedeva la continuità della Chiesa tra prima e dopo Concilio Vaticano II. Altro che alternativi.
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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, agosto settembre 2023
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LETTERE ALLA REDAZIONE: SULLE PUNIZIONI DI DIO SONO D'ACCORDO CON VOI
Anania e Saffira sono puniti da Dio per aver ingannato gli apostoli: questo brano del Nuovo Testamento dimostra che è sempre lo stesso Dio che punì con il diluvio universale
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie, 20 settembre 2023
Gentile Redazione di BastaBugie, ho letto con interesse il vostro articolo sull'episodio di Anania e Saffira. Dio li punisce per aver ingannato gli apostoli. Come giustamente da voi sottolineato questo brano si trova nel Nuovo Testamento e questo nonostante quello che solitamente si dice e cioè che il Dio che punisce è una cosa che si trova solo nel Vecchio Testamento. Onestamente sono d'accordo con voi ed anzi mi ha sempre stupito sentire cristiani che mi contestavano una certa durezza nel parlare dei peccati mortali e volevano sostenere che Gesù, ovvero il Dio delle beatitudini del Vangelo, fosse diverso dal Dio che puniva con il diluvio universale. A questo punto gli chiedevo come fosse possibile che Dio cambiasse idea. Ma loro rimanevano sulle loro posizioni. Cari amici vi ringrazio di questo articolo che mette le cose in chiaro ed anche per aver fatto notare che proprio questo brano è stato saltato durante le letture del periodo pasquale. Non lo avevo notato, ma controllando mi sono accorta che è proprio così. A questo punto avrei due domande. La prima è più una richiesta che una domanda, e cioè vi chiedo di approfondire ulteriormente le conseguenze dell'eliminazione del concetto di peccato mortale e di pena eterna. La seconda domanda è una domanda vera e propria e cioè vorrei sapere se la liturgia riformata ha fatto altri tagli mirati alla Parola di Dio, simili a quello clamoroso di Anania e Saffira. Grazie ancora per il vostro prezioso lavoro. Maria
RISPOSTA DELLA REDAZIONE
Gentile Maria, grazie a te per la mail e per l'affetto con cui ci segui. Per quanto riguarda la tua richiesta di approfondimenti ti accontento subito. Purtroppo l'eliminazione del concetto di pena ha delle conseguenze enormi sulla concezione del Cristianesimo. Infatti la dottrina cattolica insegna che Dio è infinitamente giusto ed esige che ogni male venga riparato attraverso una pena. Anche se la sua Misericordia è infinita non può derogare a questa legge. Quando Adamo ed Eva commisero il peccato originale, per la sua infinita Giustizia li ha cacciati per sempre dal paradiso terrestre, anche dopo il loro pentimento. Dio ha punito il peccato di Adamo ed Eva con l'introduzione nel mondo della morte, della malattia e della sofferenza. Inoltre ha punito specificatamente Adamo, e con lui tutti gli uomini della storia, con il dover faticare nel lavoro. Ha punito Eva, e con lei tutte le donne, con la sofferenza durante il parto. Inoltre dopo il peccato originale Dio ha chiuso le porte del Paradiso all'umanità. Questa punizione sarebbe durata nel tempo perché non sarebbe bastata un'eternità di sofferenze per ripagare il debito che aveva contratto con Dio commettendo quella colpa. Se per un cristiano non sono chiare queste cose vuol dire che ha le idee confuse e rischia di non capire cosa sia venuto a fare Gesù nel mondo. Il Signore infatti è venuto tra gli uomini per pagare il prezzo del loro riscatto. Gesù è l'Agnello di Dio, cioè la vittima sacrificale per la salvezza dell'uomo. Questo concetto è espresso in maniera sublime dal salmo 39, che mette in bocca al Messia queste parole: "Non hai gradito né olocausto né sacrificio (...) allora ho detto: Ecco, io vengo" che si potrebbe tradurre anche con il più incisivo "allora vengo io". Immaginatevi Cristo che dice al Padre queste parole, osservando la nostra incapacità di riscattarci da soli. Soffre la più dolorosa passione e muore in croce per pagare sulla sua carne la pena che spettava a noi. Insomma Dio poteva essere soltanto Misericordia e condonare tutti i peccati senza esigere una riparazione. Oppure poteva essere soltanto Giustizia e quindi punire con l'Inferno tutti gli uomini. Ma Dio ha fatto il capolavoro di unire la sua infinita Giustizia (che esigeva la punizione per il peccato) con la sua infinita Misericordia (facendo incarnare suo Figlio per essere punito per noi). Perché era quindi necessaria l'incarnazione del Figlio e la sua passione, morte e risurrezione? Perché solo con il suo intervento nella storia potevamo essere salvati? Perché in quanto uomo avrebbe pagato per le colpe di tutti gli uomini e in quanto Dio le sue sofferenze avrebbero avuto meriti infiniti, capaci di pagare il debito infinito che avevamo contratto nei confronti di Dio. Ecco che, alla luce di questi fatti, le punizioni divine e la Redenzione stessa, assumono un significato più chiaro e profondo. Un significato che appariva più sfumato se si dimentica l'episodio di Anania e Saffira. E vengo alla tua seconda domanda, cioè se ci sono altri tagli nella liturgia. Tra i casi che si possono citare vorrei portare l'attenzione a diversi salmi che sono stati tagliuzzati e tre addirittura eliminati totalmente dal breviario (il 58, l'83 e il 109). Il motivo è semplice: sono considerati troppo violenti per la mentalità contemporanea. Ad esempio nel salmo 58 possiamo leggere "Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca". Il punto è che, anche se queste parole ci possono sembrare troppo dure, non si può censurare la Parola di Dio. Se è Dio che ha tolto la vita ad Anania e Saffira e ha ispirato il salmista a scrivere queste parole dure chi siamo noi per eliminarle? Se cancelliamo i castighi e l'inferno otterremo il risultato che il paradiso sembrerà una storiella per bambini, paurosi di affrontare la vita che hanno bisogno di essere consolati con la promessa di vivere felici e contenti come nelle fiabe. Se non c'è un castigo che senso ha impegnarsi tanto a fare la volontà di Dio fino all'eroismo, accettare e talvolta ricercare la sofferenza per amor suo, come hanno fatto i santi? Gesù insegna che "il regno dei cieli si acquista con la forza e solo i violenti riescono a rapirlo" (Mt 11,12). Con questo vuol dire che il paradiso è solo per i veri uomini che lottano incessantemente contro il demonio, il mondo e contro loro stessi. Per questo è meglio non seguire le interpretazioni mielose oggi tanto alla moda, ma occorre tornare a leggere la Parola di Dio integralmente, cioè senza censure ideologiche e, per questo, fuorvianti.
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Fonte: Redazione di BastaBugie, 20 settembre 2023
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OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 20,1-16)
Tu sei invidioso perché io sono buono?
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
Nelle parabole del Signore bisogna distinguere accuratamente il racconto (pittoresco, colorito, qualche volta paradossale) dalla dottrina. Ciò che è proposto alla nostra fede non è l'episodio, ma solo l'insegnamento centrale che è significato dall'episodio. Ne consegue che i particolari di una parabola raramente sono da considerarsi elementi di verità o norme di comportamento. Essi spesso sono soltanto abbellimenti della narrazione. Ad esempio: se è detto che il giorno della fine e del giudizio è simile a un furto con scasso perpetrato di notte, non se ne può dedurre che Gesù sia un ladro armato di grimaldelli, ma solo che verrà all'improvviso, perché solo questo è ciò che direttamente si vuol insegnare. Perciò spesso le parabole di Cristo possono essere anche largamente inverosimili. Questo vale anche per la pagina evangelica di oggi. Essa descrive molto bene una scena tipica delle antiche società agricole e padronali: i braccianti in piazza del paese che aspettano chi li assoldi a giornata per i lavori della mietitura o della vendemmia. Ma non è molto plausibile che il padrone venga a prendere operai anche nell'imminenza del tramonto e quindi quasi al termine della giornata lavorativa; né che voglia pagare i lavoratori violando spudoratamente le norme della giustizia distributiva. È un padrone strano, capriccioso, poco probabile e - per dirla con chiarezza - francamente antipatico. E guai se a qualcuno venisse in mente di usare questa parabola per stabilire quale sia la dottrina sociale della Chiesa. In realtà, in questa pagina Gesù non intende dirci nulla dei rapporti tra datori di lavoro e lavoratori; egli vuole dirci invece alcune cose importanti sui rapporti tra l'uomo e Dio, tra noi e il nostro destino.
DIO CI RICOMPENSA IN PROPORZIONE ALLA SUA BONTA', NON AI NOSTRI MERITI La prima cosa è che, per fortuna, quando si tratta della salvezza e del merito, Dio non guarda la sua giustizia (ché staremmo freschi tutti) ma la sua bontà, per la quale egli sa ricompensare non in proporzione a quello che noi abbiamo fatto, ma a quanto egli è capace di amarci. Io sono buono, dice il proprietario della parabola, che adduce proprio questa bontà come spiegazione del suo strano comportamento. E questo è assolutamente vero per il nostro Creatore e Signore. «Non ho paura di morire, perché abbiamo un padrone buono», diceva.
LE VIE SALVIFICHE DI DIO SONO IMPREVEDIBILI La seconda cosa è che le forme con le quali Dio riesce a dare a tutti il "denaro" della vita eterna, sono imprevedibili, sicché c'è sempre speranza. Certo noi siamo impazienti e vorremmo vedere tutto subito: una madre vorrebbe vedere subito il figlio sulla strada del bene; un educatore vorrebbe vedere subito il risultato della sua opera; un apostolo vorrebbe vedere subito l'efficacia della sua parola. Ma le strade di Dio sono piene di giravolte; la sua azione è piena di indugi per noi esasperanti; i suoi momenti sono fissati, a suo piacimento, lungo tutto l'arco della giornata dell'uomo e della storia: Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
IN QUALUNQUE MOMENTO AVVENGA LA CHIAMATA, LA RISPOSTA DEVE ESSERE IMMEDIATA La terza cosa è ancora più importante: se Dio può indugiare, lui che prevede i tempi futuri, non possiamo indugiare noi, che vediamo solo il presente. Se il padrone può chiamare tardi, il bracciante deve accorrere appena è chiamato. Tutti i lavoratori della parabola ricevono il denaro della vita eterna, perché tutti hanno risposto subito, quando il Signore li ha cercati. Nella vita dello spirito non si può dire: dopo, quando sarò più vecchio, l'anno venturo, il mese prossimo, domani. Bisogna sempre dire: adesso. Quando la voce di Dio invita a una perfezione più grande, il sì della nostra risposta deve essere immediato. Non bisogna lasciar passare il momento di grazia: Cercate il Signore mentre si fa trovare; invocatelo, mentre è vicino. Vorrei aggiungere un'ultima osservazione (che conviene particolarmente alla tematica di questo convegno). Curiosamente, questa pagina di vangelo è l'unica dove siano citate praticamente tutte le parti della preghiera del giorno: Lodi (all'alba), Terza, Sesta, Nona, Vespero. A ognuna di queste ore il Signore viene con la sua grazia, viene nella Chiesa a cercare i suoi adoratori, viene con una chiamata più decisiva, viene con un dono specifico. Ogni volta che noi recitiamo una parte di questa splendida preghiera ecclesiale, rinnoviamo l'incontro con il Padrone della vigna, rendiamo più chiara e più certa la nostra vocazione di figli di Dio, cresciamo nella conformità al volere del Padre. Così, giorno dopo giorno, se saremo assidui e attenti alla Diurna Laus entreremo sempre più nella divina intimità e la nostra esistenza diventerà sempre più feconda.
Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire". Per acquistare il libro "Stilli come rugiada il mio dire" che raccoglie le omelie per le Domeniche del Tempo Ordinario Anno A (€ 12), clicca qui! Per acquistare i tre volumi (Anni A, B, C) a prezzo scontato (€ 29) con anche in omaggio due piccoli libri sempre del card. Biffi (La fortuna di appartenergli e L'ABC della fede), clicca qui!
Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.
ALTRA OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 20,1-16) da Il settimanale di Padre Pio Clicca qui!
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