BastaBugie n�844 del 25 ottobre 2023

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1 ASSALTO A ISRAELE, PESA IL FALLIMENTO DELLA POLITICA ESTERA DI BIDEN
Biden ha spazzato via la tessitura di Trump che con gli Accordi di Abramo aveva isolato Iran, Hezbollah e Hamas (VIDEO: Biden finanzia l'Iran, che finanzia Hamas)
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LA SUORA CHE PLACCA L'ATTIVISTA GREEN CHE VUOLE IMPEDIRE LA COSTRUZIONE DI UNA CHIESA
Gli ambientalisti (o eco-terroristi) hanno forzato le recinzioni del cantiere per imporre il rispetto della terra e delle piante in nome della biodiversità e del rispetto della natura (VIDEO: La suora placca l'ambientalista)
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone
3 LA DISPERSIONE DELLE CENERI E' UN RITO PAGANO, NON CATTOLICO
La Chiesa raccomanda la sepoltura dei corpi, ma se comunque si sceglie la cremazione è richiesto che le ceneri siano conservate nel cimitero (quindi non in casa)
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani
4 GRETA THUNBERG SI SCHIERA CON HAMAS
Hamas è il peggior nemico dei palestinesi stessi e intanto il ministro dell'istruzione di Israele annuncia che l'attivista svedese non è più gradita nelle scuole
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 LO SPLENDORE DELLA CONCEZIONE GERARCHICA CONTRO GLI EGUALITARISMI MODERNI
Dio ha creato l'universo secondo un ordine gerarchico e ha fatto della gerarchia l'essenza di ogni ordine veramente umano (la Chiesa Cattolica incarna perfettamente questo ordine)
Autore: Plinio Corrêa de Oliveira - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà
6 GIUDICE INGLESE DECIDE LA MORTE DI UNA BIMBA DI SETTE MESI CONTRO LA VOLONTA' DEI GENITORI
Ormai la sanità inglese è fuori controllo, come dimostra l'intervista alla sorella di Sudiksha, la 19enne che medici e giudici inglesi hanno deciso di far morire in segreto e contro la sua volontà (VIDEO: La storia di Sudiksha)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
7 OMELIA XXX DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 22,34-40)
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
8 OMELIE DI OGNISSANTI E DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
Beati i poveri in spirito
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - ASSALTO A ISRAELE, PESA IL FALLIMENTO DELLA POLITICA ESTERA DI BIDEN
Biden ha spazzato via la tessitura di Trump che con gli Accordi di Abramo aveva isolato Iran, Hezbollah e Hamas (VIDEO: Biden finanzia l'Iran, che finanzia Hamas)
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 ottobre 2023

La visita del presidente statunitense Joe Biden in Israele è stata giudicata dalla maggior parte degli osservatori come un gesto forte e inequivocabile di solidarietà con lo Stato ebraico - unitamente al dispiegamento di unità della flotta davanti alle coste del Mediterraneo orientale - nel momento delicatissimo che quest'ultimo sta attraversando dopo il terribile eccidio perpetrato da Hamas il 7 ottobre entro i suoi confini, e nei giorni della difficile rappresaglia contro i fondamentalisti nella striscia di Gaza. Ed è stata parimenti interpretata da molti come un tentativo di evitare una escalation di violenza nella regione, cercando di moderare la reazione israeliana e di lasciare aperti margini di dialogo e negoziato con il mondo arabo.
Ma essa dovrebbe essere in realtà letta a buon diritto innanzitutto come un tentativo di porre almeno parzialmente rimedio a una catena di eventi negativi per gli interessi statunitensi e occidentali innescati proprio dalla fallimentare strategia di politica estera portata avanti dalla stessa amministrazione Biden.
Quest'ultima, infatti, a partire dal 2021 ha demolito sistematicamente, con esiti disastrosi, alcune linee fondamentali della politica internazionale promossa dal predecessore di Biden, Donald Trump. In primo luogo, ha minato la paziente tessitura che Trump aveva compiuto con gli "Accordi di Abramo" (siglati nel 2020 tra Israele, Emirati Arabi e Bahrein) per riavvicinare lo Stato ebraico ai paesi più influenti dell'islam sunnita, e soprattutto all'Arabia Saudita, e favorire così una stabilizzazione complessiva dell'area, isolando gli agenti disgreganti ed estremisti come l'Iran, Hezbollah e lo stesso Hamas.
Fin dalla campagna elettorale, e poi una volta in carica, Biden ha tenuto invece un atteggiamento apertamente ostile al regime del principe Mohammed Bin Salman, giustificandolo con l'uccisione del giornalista dissidente saudita Jamal Kashoggi, di cui Salman era sospettato di essere responsabile. E, all'inverso, egli ha avviato una politica di dialogo con il regime degli ayatollah iraniani, cercando di riavviare il processo negoziale sul nucleare di Teheran, che Trump aveva fermato nel 2018 revocando il trattato che era stato negoziato nel 2015 ad opera dell'amministrazione Obama.

L'AMMINISTRAZIONE BIDEN CONTRO GLI INTERESSI DI TUTTO L'OCCIDENTE
Un rovesciamento che ha rafforzato gli iraniani, dando ad essi maggiori margini di manovra sullo scacchiere mediorientale (usati da questi ultimi per rafforzare i propri legami con Cina e Russia), e indebolendo decisamente Israele. E che è culminato nello sblocco di 6 miliardi di dollari di fondi iraniani congelati negli Stati Uniti, proprio pochi giorni prima del massacro perpetrato da Hamas nei kibbutz israeliani, verosimilmente incoraggiato, se non finanziato proprio da Teheran: con un effetto boomerang clamoroso sulla credibilità americana.
Nel frattempo, l'amministrazione Biden aveva operato attivamente contro gli interessi vitali propri e dell'Occidente intero anche sul fronte ucraino, alimentando sempre più la tensione con la Russia, rifiutandosi di cercare una soluzione negoziale condivisa alla frattura apertasi nel 2014 e, dopo l'invasione russa del febbraio 2022, sostenendo Kiev a senso unico, trattando Putin come un nemico e isolandolo totalmente dall'Occidente: con il risultato di rinsaldare i rapporti tra Mosca e Pechino, di fare il gioco della Cina - sua principale antagonista globale - sul piano geopolitico e di coagulare un composito fronte anti-occidentale che ha attratto anche paesi precedentemente alleati o amichevoli.
Per quanto riguarda specificamente gli equilibri mediorientali, lo scontro frontale con Putin ha messo fortemente in imbarazzo Israele, che con Mosca intrattiene consolidati rapporti economici e politici e ha interesse a una gestione congiunta con i russi delle aree di crisi tra Siria e Libano. Ha determinato un riavvicinamento dell'Arabia Saudita alla Russia, con una politica coordinata dei prezzi del petrolio, e persino all'Iran, suo antagonista per eccellenza. Ha rilegittimato il regime siriano di Bashar al-Assad, "feudo" di Mosca in Medio Oriente, riammesso nella Lega Araba proprio con il beneplacido dei sauditi. E, soprattutto, ha interrotto il percorso verso il completamento degli accordi di Abramo, con la sperata normalizzazione dei rapporti diplomatici tra israeliani e sauditi.

UN EFFETTO DOMINO DI DISASTRI AUTOLESIONISTICI
Insomma, un effetto domino di disastri autolesionistici quasi senza precedenti (completato dalla crescente destabilizzazione dell'Africa sub-sahariana, innescata da Cina e Russia), che ha creato il terreno ideale per quanti avevano interesse a riaccendere il conflitto arabo-israeliano. E che si è plasticamente materializzato nello scorso agosto quando, in occasione del vertice dei BRICS di Johannesburg, è stato annunciato l'ingresso congiunto nell'organizzazione, a partire dal 2024, di Arabia Saudita e Iran, insieme agli Emirati e all'Egitto.
Resasi conto tardivamente del piano inclinato pericolosissimo che aveva innescato, l'amministrazione Biden ha cominciato a cercare di porvi rimedio almeno in parte con un cambiamento della sua linea nei confronti di Riad, cominciata con la visita di Biden nell'estate del 2022 e culminata nell'agosto scorso con il coinvolgimento dell'Arabia Saudita, al G20 di Nuova Dehli, nel memorandum d'intesa per il corridoio infrastrutturale India-Medio Oriente-Europa chiamato "Via del Cotone", per contrapporlo simbolicamente al progetto egemonico cinese di "Nuova Via della Seta".
Ma ormai la frittata era fatta, e il vaso di Pandora era scoperchiato. Il potenziale asse tra Israele e i paesi arabi sunniti voluto da Trump, che, una volta saldato, avrebbe potuto contare forse sulla benevola neutralità russa, era già su un binario morto. Ma l'attacco di Hamas e la inevitabile reazione israeliana, polarizzando di nuovo l'odio anti-ebraico nelle società islamiche, lo condanna oggi al rinvio sine die, se non al definitivo naufragio. Per la gioia di fondamentalisti, integralisti e regimi anti-occidentali di tutto il mondo. E con la conseguenza di spingere l'Europa e l'Occidente di nuovo in prima linea, oltre che sul fronte russo-ucraino, anche su quello dei conflitti mediorientali e di una più che probabile, anzi già iniziata, recrudescenza del terrorismo islamista, favorita dalla bomba a orologeria delle cospicue comunità di immigrati islamici "radicalizzati" ormai stabilitesi entro le loro mura.

Nota di BastaBugie: il seguente video dal titolo "Come l’Iran ha aiutato Hamas ad attaccare Israele (anche) con 6 miliardi regalati da Biden" (durata: 12 minuti) spiega come, da decenni, il regime iraniano sta finanziando i terroristi Hamas. Secondo alcune stime, gli invierebbe circa un centinaio di milioni di dollari all'anno. Un mese prima dell’attacco a Israele, l’Amministrazione Biden ha sbloccato 6 miliardi di dollari iraniani da un conto sudcoreano. Troppo tardi il mondo sta scoprendo quanto il presidente Trump aveva fatto per la pace e in quanto poco tempo Biden ha impiegato a distruggere quanto faticosamente ottenuto dall'unico presidente degli Stati Uniti che non ha iniziato nessuna nuova guerra durante il suo mandato.


https://rumble.com/v3qckea-come-liran-ha-aiutato-hamas-ad-attaccare-israele-anche-con-6-miliardi-regal.html

E' LECITO RISPONDERE AD HAMAS VISTO CHE LORO NON HANNO MAI RISPARMIATO DONNE E BAMBINI?
Occorrono 4 condizioni affinché sia moralmente lecito rispondere militarmente agli attacchi del nemico se questo provocherà la morte di civili innocenti
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7576

GRETA THUNBERG SI SCHIERA CON HAMAS
Hamas è il peggior nemico dei palestinesi stessi e intanto il ministro dell'istruzione di Israele annuncia che l'attivista svedese non è più gradita nelle scuole
di Riccardo Cascioli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7579

DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 ottobre 2023

2 - LA SUORA CHE PLACCA L'ATTIVISTA GREEN CHE VUOLE IMPEDIRE LA COSTRUZIONE DI UNA CHIESA
Gli ambientalisti (o eco-terroristi) hanno forzato le recinzioni del cantiere per imporre il rispetto della terra e delle piante in nome della biodiversità e del rispetto della natura (VIDEO: La suora placca l'ambientalista)
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone, 19 ottobre 2023

La scena diventata presto virale è solo una parte della vicenda, certo la più suscettibile di condivisione e battute. Il 16 ottobre infatti la nazionale francese di rugby è stata eliminata dalla Coppa del Mondo e il placcaggio della suora immortalato il giorno successivo sembra una involontaria beffa alla batosta sportiva.
Nel video che gira da due giorni su social e testate giornalistiche si vede chiaramente una giovane suora vestita di blu, zainetto sulle spalle, che intercetta nella corsa e trattiene per il torace, cadendo con lui a terra, un uomo che si sta allontanando a grandi e atletiche falcate con del materiale da costruzione appena sottratto al cantiere. Più precisamente si tratta di due tubi, e nel sito se ne vedono diversi pezzi, alcuni a terra e parecchi portati a braccia e poi calpestati e distrutti da altri manifestanti presenti sul posto.
Siamo in Francia, nella regione sud-orientale dell'Alvernia-Rodano-Alpi, dipartimento di Ardèche, comune di Saint-Pierre-de-Colombier, un piccolo centro di 451 abitanti. Un fazzoletto di terra che attira numerosi pellegrini, fino ad ora accolti nella chiesa parrocchiale. Secondo la famiglia religiosa e anche secondo un certo buon senso, la capienza della chiesa non è più sufficiente al flusso di fedeli, così raccontano le suore stesse sul loro sito.
Per questo la Famiglia Missionaria di Nostra Signora sta portando avanti la realizzazione di un complesso che comprenderà la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, come nel desiderio dei fondatori fino dal 1946, e strutture dedicate all'accoglienza dedicate a San Giuseppe. Dal canto loro, gli eco-attivisti, che da tempo ronzano intorno al cantiere e hanno forzato anche in altre occasioni le recinzioni a protezione del sito, ritengono di difendere un altro irrinunciabile progetto, anch'esso, pare, di una madre piuttosto potente, la natura. In quel territorio infatti ci sarebbero delle piante rare da proteggere in nome della preziosa e benefica biodiversità.
Ciò che contestano è la mancanza di tutte le necessarie autorizzazioni e forse confidano nella forza costrittiva delle spire burocratiche, capaci di stritolare lentamente ma inesorabilmente qualunque attività. Gli attivissimi attivisti che fin dal suo esordio cercano di ostacolare e si augurano di poter bloccare il progetto, appartengono al gruppo Les Amis de la Bourges e ritengono che le ambizioni delle suore siano fuori luogo. [...]
"È un progetto arrogante per una comunità religiosa", ha detto il gruppo in una dichiarazione a Fox News Digital.
Non mancano naturalmente i riferimenti alla pretesa mansuetudine [...] che secondo questi ecologisti dovrebbe immancabilmente fare parte del corredo di ogni cristiano, soprattutto se religioso: la suora è colpevole di reazione aggressiva, non loro che sono notoriamente pacifici. Queste scaramucce moderatamente violente sul terreno di un edificio religioso in costruzione sono una rappresentazione vivida di una sorta di guerra civile: due fazioni opposte che difendono due idee di difesa della vita piuttosto distanti.
Per i primi la piantina rara ha la priorità su tutto il resto, per i religiosi è più importante la persona e la sua salvezza, che passa anche dalla possibilità di pregare in comunità, meditare la parola di Dio, accostarsi ai sacramenti, senza per questo devastare l'ambiente circostante. In fondo si tratta sempre di bio-diversità e la seconda, quella che pretende di portare a tutti i fratelli la salvezza di Cristo, è per sua natura estendibile anche ai recalcitranti e piuttosto riottosi ambientalisti: costoro si sono solo dimenticati di riconoscere, tra le specie da proteggere, quella umana, soprattutto se ha la pretesa di ricordare al mondo che l'uomo è peccatore e bisognoso di redenzione.
La suora disposta al placcaggio e a rotolare nella terra fangosa del cantiere in costruzione per recuperare del materiale edile lo ha fatto in modo piuttosto originale.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 2 minuti) si vede la scena con il placcaggio dell'attivista green da parte della suora appartenente all'ordine religioso a cui gli eco-terroristi vogliono impedire la costruzione di una chiesa.


https://www.youtube.com/watch?v=w33qIIyb_ic


https://www.youtube.com/watch?v=DLOCf86hbyE

Fonte: Sito del Timone, 19 ottobre 2023

3 - LA DISPERSIONE DELLE CENERI E' UN RITO PAGANO, NON CATTOLICO
La Chiesa raccomanda la sepoltura dei corpi, ma se comunque si sceglie la cremazione è richiesto che le ceneri siano conservate nel cimitero (quindi non in casa)
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani, 17 maggio 2023

Buongiorno p. Angelo,
ho letto sul sito tutte le risposte in merito alla cremazione e dispersione in natura. Mia madre ha chiesto entrambe le cose.
Ora vorrei chiederLe se a parte una preghiera al momento della dispersione ci sono altre pie pratiche o preghiere fa fare.
Grazie.
Cordiali saluti.

RISPOSTA DEL SACERDOTE

Carissima,
la Chiesa preferisce la sepoltura dei corpi, sebbene acconsenta alla loro cremazione.
E questo per quattro motivi menzionati dall'Istruzione "Ad resurgendum cum Christo" della Congregazione per la dottrina della fede, che porta la data del 15 agosto 2016: "Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne". "Intende mettere in rilievo l'alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia". "Inoltre, la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti, che mediante il Battesimo sono diventati tempio dello Spirito Santo e dei quali, come di strumenti e di vasi, si è santamente servito lo Spirito per compiere tante opere buone". "Infine la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri favorisce il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana, nonché la venerazione dei martiri e dei santi".
In questa Istruzione viene ricordato che proprio attraverso la sepoltura dei corpi nei cimiteri, nelle chiese o nelle aree ad esse adibite, è stata tenuta desta la comunione tra i vivi e i defunti.
Nello stesso tempo si è ovviato al pericolo di nascondere un evento al quale tutti dobbiamo prepararci.
Ugualmente si rimedia ad un altro pericolo qual è quello di privatizzare la morte di una persona cara, dimenticando la dimensione sociale ed ecclesiale di ogni persona per la cui nascita ci si è rallegrati, con la quale si è vissuti insieme, che è stata partecipe della gioia e del dolore degli altri, della quale si è fruito del suo apporto e alla quale ci si è donati.
Privilegiando dunque la sepoltura o l'inumazione, tuttavia "laddove ragioni di tipo igienico, economico o sociale portino a scegliere la cremazione, scelta che non deve essere contraria alla volontà esplicita o ragionevolmente presunta del fedele defunto, la Chiesa non scorge ragioni dottrinali per impedire tale prassi, poiché la cremazione del cadavere non tocca l'anima e non impedisce all'onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l'oggettiva negazione della dottrina cristiana sull'immortalità dell'anima e la risurrezione dei corpi".
La cremazione è vietata solo nel caso in cui venga "scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana".
Fatta la cremazione per ragioni legittime, "le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un'area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica.
La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana.
In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose.
Conseguentemente l'Istruzione dichiara: "Per i motivi sopra elencati, la conservazione delle ceneri nell'abitazione domestica non è consentita".
Vi si legge inoltre: "Non sia permessa la dispersione delle ceneri nell'aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione".
Questo per evitare di pensare che con la morte finisca tutto e venga troncato il rapporto con i vivi.
Sarebbe stato bello se l'Istruzione avesse ricordato l'importanza del sepolcro e della preziosità di essere sepolti in un luogo sacro. A questa lacuna supplisce San Tommaso ricordando l'importanza del monumento funebre, anche se la parola monumento dà l'impressione di qualcosa di grandioso, mentre è sufficiente un sepolcro, un loculo.
Dice testualmente: "Tale pratica giova ai morti perché chi guarda i sepolcri ricorda i defunti e prega per loro" (Somma teologica, Supplemento, 71,11).
"La sepoltura in luogo sacro giova al defunto: poiché si deve credere che il morto stesso, o un altro, nello scegliere la sepoltura del corpo in un luogo sacro affidi l'anima alla protezione e alle preghiere di qualche santo; e anche al patrocinio di quanti sono addetti a quella chiesa, in quanto pregano spesso per i morti tumulati presso di loro".
In passato i cimiteri venivano legati al nome di qualche santo, soprattutto martire. Con questo si intendeva affidare le anime dei defunti all'intercessione del santo patrono del cimitero. Oggi vi supplisce l'intercessione del santo patrono di quel territorio o di quella parrocchia. Ora disperderli per l'aria o nell'acqua del mare significa sottrarli alla speciale intercessione dei santi protettori di quel luogo sacro.
Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene.

Fonte: Amici Domenicani, 17 maggio 2023

4 - GRETA THUNBERG SI SCHIERA CON HAMAS
Hamas è il peggior nemico dei palestinesi stessi e intanto il ministro dell'istruzione di Israele annuncia che l'attivista svedese non è più gradita nelle scuole
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 ottobre 2023

Più i giorni passano più il confronto Israele-Palestina si radicalizza anche da noi, sui social e nei talk show televisivi. Sul web le ricostruzioni della storia del conflitto e della nascita dello Stato d'Israele (perlopiù in chiave pro-Palestinesi) si moltiplicano: mai sospettato che l'Italia fosse anche un paese di storici. Non aggiungeremo qui l'ennesima storia del conflitto, anche se nei prossimi giorni sarà opportuno almeno chiarire la ridicolaggine e la pericolosità di certi luoghi comuni che vengono continuamente ripetuti.
Qui vorremmo soprattutto riportare l'attenzione a quanto avvenuto il 7 ottobre e che prescinde dall'ormai cronico conflitto israelo-palestinese. Sì, perché la carneficina compiuta dai miliziani di Hamas non può essere considerata solo l'ennesimo capitolo della guerra, è un fatto radicalmente nuovo, sia per le dimensioni sia per la natura. È vero, gli attacchi terroristici sono una costante della cosiddetta resistenza palestinese: sono stati compiuti dall'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) di Yasser Arafat e quando questi ha accettato il negoziato politico, sono stati ereditati da Hamas e dalla Jihad islamica. Ma la carneficina del 7 ottobre è molto più di un attentato: non è una bomba lasciata su un autobus e poi fatta esplodere, o un kamikaze che aziona una cintura esplosiva che indossa a un check-point o tra la gente seduta a un bar. Azioni comunque censurabili ma che si consumano in un istante, senza che l'attentatore abbia neanche la possibilità di guardare in faccia le sue vittime.
Quanto avvenuto due settimane fa è tutt'altra cosa: migliaia di terroristi che hanno invaso il territorio israeliano e hanno massacrato centinaia e centinaia di civili inermi (1.400 morti è il bilancio ufficiale sin qui) setacciando le singole case per non lasciare indietro nessuno, godendo nel vedere il terrore nei loro occhi, accanendosi sui feriti e anche sui morti in un'orgia di violenza senza pari. Abbiamo potuto vedere diversi filmati, fatti dagli stessi miliziani di Hamas, che per la crudezza delle immagini non possiamo riproporre ma che testimoniano a che profondità può arrivare l'abisso umano, un odio così profondo e radicato che può far disperare della possibilità di un cambiamento. Un odio che non è di un piccolo gruppetto di terroristi invasati ma di un esercito intero e, probabilmente, ben oltre l'esercito.

I FESTEGGIAMENTI DAVANTI AI CORPI STRAZIATI
Non c'è rivendicazione politica o militare che possa giustificare un'azione del genere, non c'è ingiustizia subita che dia un senso a tanta barbarie. A cui va aggiunto il dramma degli ostaggi, circa 200: bambini, ragazze, anziani, di cui abbiamo potuto vedere per alcuni il momento della cattura. E soprattutto i video rilasciati dagli stessi assassini, per creare maggiore terrore. Il fatto nuovo è l'ostentazione della violenza perpetrata, il giubilo davanti al terrore seminato, i festeggiamenti davanti ai corpi straziati. Nelle guerre, chi commette i crimini, pur compiendoli consapevolmente, cerca di nasconderli, sa che comunque sono considerati da tutti un male, sa che sta trasgredendo una norma universalmente riconosciuta e che mostrarli farebbe perdere consenso.
Qui invece abbiamo il rovesciamento, le atrocità vengono esibite, proprio perché non è un semplice atto di guerra, per quanto crudele, ma desiderio di annientamento. E con la consapevolezza che tanti altri - in ogni parte del mondo - gioiranno per questa violenza e magari si uniranno a questa barbarie là dove sono.
Non rendersi conto di questa radicale diversità e del livello di ingiustificabile barbarie raggiunta significa essere ciechi e preparare altre tragedie simili. Anche perché anche in Europa, come abbiamo già visto, ci sono altre cellule islamiste pronte ad agire.
Il conflitto israelo-palestinese è solo il pretesto per scatenare la violenza. Ha ben ragione il cardinale Pierbattista Pizzaballa a dire che se non si trova una soluzione vera alla questione palestinese, non ci sarà mai pace in Terra Santa. Ma oggi la situazione è ancora peggiore perché Hamas non vuole alcuna soluzione che non sia l'annientamento dello Stato israeliano e di ogni ebreo che vive in Terra Santa. Hamas non vuole alcuna soluzione che preveda l'esistenza di Israele e per questo ha scatenato tanta ferocia nel momento in cui anche l'Arabia Saudita, dopo altri Paesi arabi, stava normalizzando le relazioni con lo Stato ebraico.

HAMAS CONTA SULLA VENDETTA DI ISRAELE
Di fatto per il popolo palestinese Hamas è un nemico ben peggiore di Israele. E lo dimostra anche il fatto che nel concepire la carneficina del 7 ottobre, Hamas contava proprio sulla vendetta di Israele, funzionale al disegno di far saltare tutto il Medio Oriente per poter alla fine affermare la sua legge. La morte di tanti civili palestinesi è musica per le orecchie dei terroristi di Hamas, che hanno sempre usato i civili come scudi umani, perché sanno che tanti morti palestinesi significano maggiore sostegno alla loro causa. Non per niente stanno impedendo che i civili evacuino le aree che Israele ha annunciato di voler bombardare.
Sta proprio qui oggi la sfida più grande per Israele, rinunciare alla legge dell'occhio per occhio, dente per dente: sconfiggere Hamas senza sterminare i civili palestinesi, fermare questa spirale infinita di violenza che rischia seriamente un allargamento tragico della guerra. In fondo, la vera vittoria di Hamas sarebbe proprio questa, la guerra generalizzata.
Non è un compito facile: Israele dovrebbe certo cambiare il suo approccio politico-militare, che a volte rende difficile la solidarietà internazionale; dovrebbe convincere il mondo che Hamas non è un problema solo per la sicurezza di Israele, visto che i Fratelli Musulmani (di cui Hamas è una branca) sono attivi in altri Paesi arabi e anche in Europa e Occidente in generale; e dovrebbe individuare una soluzione per Gaza che non sia l'occupazione militare, pur prevedendo l'eliminazione della presenza di Hamas.
Tutte cose non scontate e che richiedono che altri Paesi diventino protagonisti di un percorso che raffreddi le tensioni e cerchi di risolvere i problemi escludendo l'opzione guerra. E certo sarà impossibile un passo in questa direzione se prima non viene risolta la situazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.
Ma si deve sperare contro ogni speranza e la preghiera a cui ci ha chiamati il cardinale Pizzaballa e anche il Papa è una potente arma da sfoderare, per quanto possa sembrare illusorio, perché è anzitutto il nostro cuore che deve cambiare. E basta dare un'occhiata ai commenti che si trovano su Internet o alle manifestazioni viste in questi giorni in tutta Europa, per rendersene conto.

Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Israele, Greta Thunberg non è più gradita nelle scuole" si parla della reazione del ministero dell'Istruzione di Tel Aviv, a seguito di quanto postato sui social dall'attivista svedese, che ha condivido un cartello con la scritta «Stand with Gaza».
Ecco l'articolo completo pubblicato sul sito del Timone il 23 ottobre 2023:

Nelle aule scolastiche israeliane non c'è più posto per Greta Thunberg. Lo ha annunciato il ministero dell'Istruzione di Tel Aviv, a seguito di quanto postato sui social dall'attivista svedese, che ha condivido un cartello con la scritta «Stand with Gaza». «Hamas è un'organizzazione terroristica responsabile dell'omicidio di 1.400 israeliani innocenti, inclusi bambini, donne e anziani, e ha rapito oltre 200 persone a Gaza», ha affermato il ministero, «questa posizione la squalifica dall'essere un modello educativo e morale, e non è più idonea a fungere da ispirazione ed educatrice per gli studenti israeliani».
Il ministero israeliano ha altresì fatto presente, nella propria nota, che «Quando Greta affronta un argomento diverso in modo superficiale e sprezzante, ciò indebolisce inevitabilmente la validità delle sue posizioni legate al clima». In realtà, ci permettiamo di notare come anche in qualità di "esperta climatologa" la giovane svedese non pare avere questi grandi titoli per pontificare come, ormai, fa da alcuni anni. Ed è pertanto un vero peccato che ci si accorga della sua scarsa preparazione ed attendibilità solamente in alcune circostanze. Come se su clima e non solo Greta Thunberg fosse una sorta di luminare.

E' LECITO RISPONDERE AD HAMAS VISTO CHE LORO NON HANNO MAI RISPARMIATO DONNE E BAMBINI?
Occorrono 4 condizioni affinché sia moralmente lecito rispondere militarmente agli attacchi del nemico se questo provocherà la morte di civili innocenti
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7576

ASSALTO A ISRAELE, PESA IL FALLIMENTO DELLA POLITICA ESTERA DI BIDEN
Biden ha spazzato via la tessitura di Trump che con gli Accordi di Abramo aveva isolato Iran, Hezbollah e Hamas (VIDEO: Biden finanzia l'Iran, che finanzia Hamas)
di Eugenio Capozzi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7585

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 ottobre 2023

5 - LO SPLENDORE DELLA CONCEZIONE GERARCHICA CONTRO GLI EGUALITARISMI MODERNI
Dio ha creato l'universo secondo un ordine gerarchico e ha fatto della gerarchia l'essenza di ogni ordine veramente umano (la Chiesa Cattolica incarna perfettamente questo ordine)
Autore: Plinio Corrêa de Oliveira - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, ottobre 2023

L'ondata satanica dell'egualitarismo, che dalla rivoluzione protestante del XVI secolo alla rivoluzione comunista dei nostri giorni ha attaccato, calunniato, sovrastato e fatto appassire tutto ciò che è o simboleggia la gerarchia, presenta ogni disuguaglianza come un'ingiustizia. È nella natura umana, dicono gli egualitari, che l'uomo si senta sminuito e umiliato quando si inchina a un superiore. Se lo fa, è perché certi preconcetti, o la regola delle circostanze economiche, lo costringono a farlo. Ma questa violenza contro l'ordine naturale delle cose non rimane impunita. Il superiore deforma la sua anima per l'arroganza e la vanità che lo portano a pretendere che qualcuno si pieghi davanti a lui. L'inferiore perde con il suo gesto alienante qualcosa dell'elevazione della personalità propria dell'uomo libero e indipendente. In altre parole, ogni volta che una persona si inchina a un'altra, c'è un vincitore e un perdente, un despota e uno schiavo.

LA DOTTRINA CATTOLICA RIGUARDO L'ORDINE GERARCHICO DELL'UNIVERSO
La dottrina cattolica ci dice esattamente il contrario. Dio ha creato l'universo secondo un ordine gerarchico. E ha fatto della gerarchia l'essenza di ogni ordine veramente umano e cattolico.
A contatto con il superiore, l'inferiore può e deve portargli ogni rispetto, senza il minimo timore di abbassarsi o degradarsi. Il superiore, a sua volta, non deve essere presuntuoso o arrogante. La sua superiorità non deriva dalla forza, ma da un ordine di cose santissimo e voluto dal Creatore.
Nella Chiesa cattolica, le usanze esprimono questa dottrina con ammirevole fedeltà. In nessun altro ambiente i riti e le formule di cortesia sanciscono così fortemente il principio della gerarchia. E in nessun altro luogo è così chiaro quanta nobiltà possa esserci nell'obbedienza, quanta elevazione dell'anima e quanta bontà possano esserci nell'esercizio dell'autorità e della preminenza.
In una certosa spagnola un monaco inginocchiato bacia lo scapolare del suo superiore. È l'espressione della più completa sottomissione.
Tuttavia, considerate attentamente la scena e vedrete quanta virilità, quanta forza di personalità, quanta sincerità di convinzione, quanta elevatezza di motivazioni l'umile monaco inginocchiato mette nel suo gesto. C'è qualcosa di santo e di cavalleresco, di grandioso e di semplice, che fa venire in mente allo stesso tempo la "Legende Dorée", la "Chanson de Roland" e i "Fioretti" di San Francesco d'Assisi.
Inginocchiato e sconosciuto, questo umile religioso è più grande dell'uomo moderno, una molecola vana, impersonale, anonima e inespressiva della grande massa amorfa in cui si è trasformata la società contemporanea.

L'AMBASCIATORE DI FRANCIA INGINOCCHIATO DAVANTI AL SANTO PADRE
Dopo l'umiltà del monaco, consideriamo quella del gentiluomo. Il conte Wladimir d'Ormesson è stato ambasciatore di Francia presso la Santa Sede fino alla metà del 1956. Nella nostra fotografia, è vestito con la solenne uniforme di un diplomatico, inginocchiato davanti al Santo Padre Pio XII durante un'udienza. È difficile immaginare un atteggiamento che esprima, in modo così completo e al tempo stesso, un'alta consapevolezza della propria dignità e un vivo rispetto per l'autorità eccelsa e suprema davanti alla quale l'ambasciatore ha l'onore di trovarsi. Il ginocchio a terra, ma il tronco e il collo eretti, la nobiltà e la riverenza del saluto, tutto, insomma, dimostra quanto rispetto e quanta dignità siano contenuti negli stili diplomatici tradizionali, di cui il Conte si mostra qui fedele interprete, e che si sono sviluppati nei secoli d'oro della civiltà cristiana.
D'altra parte, consideriamo il priore. C'è una sorta di contrasto tra la sua figura grande, bianca, eretta, robusta, stabile, che esprime autorità, sicurezza e protezione paterna, e l'espressione fisionomica che sembra neutra, impassibile, serena, un po' distante. La figura esprime l'atteggiamento ufficiale del priore. La fisionomia esprime il distacco, la semplicità dell'uomo. Perché non è l'uomo in quanto tale, ma la carica, a cui è rivolto l'omaggio.
E, con tutto il rispetto, consideriamo la posizione del Pontefice. Seduto su un piccolo trono, non si alza per ricevere l'omaggio dell'ambasciatore. Tuttavia, inclina leggermente il busto per avvicinarsi al conte. Tiene la mano nella sua. Dà all'intero ricevimento una nota di cordialità molto marcata. E pur mantenendosi, tuttavia, interamente come Papa, dà ogni segno della più calda benevolenza e della più alta stima per l'ambasciatore.
Quattro atteggiamenti ispirati da una visione molto gerarchica delle cose, tutti loro nobili, dignitosi, onorevoli, anche se ognuno a modo suo. In una parola, lo splendore dell'umiltà cristiana e la bellezza di una vita gerarchica.

Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, ottobre 2023

6 - GIUDICE INGLESE DECIDE LA MORTE DI UNA BIMBA DI SETTE MESI CONTRO LA VOLONTA' DEI GENITORI
Ormai la sanità inglese è fuori controllo, come dimostra l'intervista alla sorella di Sudiksha, la 19enne che medici e giudici inglesi hanno deciso di far morire in segreto e contro la sua volontà (VIDEO: La storia di Sudiksha)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 17 ottobre 2023

«Con il cuore pesante sono giunto alla conclusione che gli svantaggi di cure cosi invasive non giustificano i benefici di queste stesse cure». Con questa "sentenza", nel vero senso della parola, il giudice dell'Alta Corte britannica, Justice Peel, ha deciso che è "nel migliore interesse" di Indi Gregory, una neonata di sette mesi, affetta da una malattia rara del Dna mitocondriale, staccare i supporti vitali che permettono alla piccola di continuare a vivere. La piccola è ricoverata al Queen's Medical Centre di Nottingham I genitori di Indi, Claire Staniforth e Dean Gregory del Derbyshire, sono sostenuti dall'associazione Christian Concern, per i diritti umani, il cui braccio legale, il Christian Legal Center sta assistendo nel tentativo di ricorrere in appello.
La decisione dell'Alta Corte è stata presa in seguito all'udienza privata che il Nottingham University Hospitals NHS Trust ha richiesto e sostenuto presso il tribunale stesso. Dean Gregory, il padre di Indi, ha espresso il suo sgomento per la decisione del giudice. «Siamo devastati dalla sentenza e ricorreremo in appello». Ha inoltre criticato la descrizione delle condizioni mediche in cui versa la piccola, fatta durante il processo. «Quella immagine era così fuorviante che, dopo aver ascoltato il discorso in tribunale, i media hanno riferito che Indi doveva essere rianimata nove volte in un giorno. Questo è completamente falso», ha detto Gregory.
Secondo lui, la piccola è una vera combattente che merita cure migliori da parte del servizio sanitario nazionale. «Durante la sua breve vita Indi ha dimostrato a tutti che si sbagliavano e merita più tempo e cure possibili, piuttosto che il tentativo di porre fine alla sua vita al più presto». Ha inoltre fatto notare che la bambina prova gioia e piange come un qualunque neonato.
Inoltre, sua madre Claire sottolinea: «Non soffre e trae un evidente conforto dalla presenza della sua mamma e del suo papà, perché il battito cardiaco è stabile e calmo quando viene coccolata tra le nostre braccia». Tutto ciò che Dean Gregory e sua moglie chiedono è avere più tempo affinché le condizioni della bimba si stabilizzino, così da poterla riportare a casa e farla vivere serenamente in un ambiente che per la prima volta nella sua vita finalmente non sia una camera d'ospedale.
Di fronte a tutto questo dolore, Gegory ha anche sottolineato quanto la battaglia legale abbia fatto sentire a loro genitori, tutto il peso di un intero sistema che si muove contro di loro. Dal canto suo, l'amministratore delegato del Christian Legal Center, Andrea Williams, ha dichiarato: «La vita è preziosa e deve essere protetta dalla legge. Dobbiamo dare alle persone, tutte le possibilità di vivere piuttosto che solo quelle di porre fine alla propria vita prematuramente, dicendo che è nel loro interesse morire». Altro trattamento disumano ricevuto dai genitori è stato l'essere stati informati con sole 48 ore di preavviso dell'udienza che avrebbe determinato il destino di Indi.

Nota di BastaBugie: Patricia Gooding-Williams nell'articolo seguente dal titolo "Così i medici britannici hanno fatto morire mia sorella Sudiksha" riporta gli scioccanti dettagli della morte della 19enne, affetta da una grave malattia genetica (nota come ST), che medici e giudici inglesi avevano deciso di far morire contro la sua volontà. Ecco l'intervista alla sorella.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 ottobre 2023:

«I medici hanno negato a mia sorella le medicine di cui aveva bisogno (...) Si sono rifiutati di darle un antibiotico per curare un'infezione contratta in ospedale, solo quando i miei genitori li hanno supplicati in ginocchio lo hanno fatto; ma non le hanno dato la medicina per la pressione sanguigna, cosa che ha causato l'arresto cardiaco (...) È questo che ha ucciso mia sorella Sudiksha Thirumalesh».
Varshan Thirumalesh parla al telefono con la Bussola mentre si trova sul treno che dal Kent lo porta a Birmingham per partecipare al funerale di sua sorella. E racconta lo scioccante trattamento subito da Sudiksha Thirumalesh, la studentessa 19enne affetta da sindrome da deplezione mitocondriale (MDS) a cui medici e giudici volevano sospendere le cure contro il suo volere e quello della sua famiglia. E che è morta il 14 settembre prima di una sentenza definitiva: per infarto, una morte naturale date le sue condizioni, hanno detto i medici.
Ma Varshan ci racconta tutta un'altra storia, che apre una finestra sulla realtà del trattamento comune nei casi di fine vita nel Regno Unito. La controparte, l'NHS Trust degli University Hospitals di Birmingham, ha combattuto per porre fine alla vita di Sudiksha e ha fatto silenziare la famiglia con un Ordine di trasparenza del tribunale per impedire alla stampa o alla famiglia di rivelare nomi e circostanze in tempo reale. Recentemente, le restrizioni sono state parzialmente revocate consentendo alla famiglia di rendere noto il nome della figlia, Sudiksha Thirumalesh (precedentemente indicata come ST) e a Varshan di raccontare la sua storia.
Abbiamo seguito con sgomento la vicenda che ha portato alla morte di Sudiksha, ma puoi dirci qualcosa della tua famiglia?
Siamo una famiglia cattolica dell'India settentrionale. Mio padre è stato il primo ad emigrare in Inghilterra nel 2001. È un esperto analista informatico e si è trasferito nel Regno Unito per migliori prospettive di lavoro, e alla fine ha aperto la propria azienda. Mia madre, mia sorella ed io lo abbiamo raggiunto nel 2003. Ci siamo stabiliti felicemente nella zona di Birmingham e viviamo secondo i nostri valori cristiani.
Come questi valori cristiani hanno influenzato il modo in cui la tua famiglia ha affrontato la malattia di tua sorella e il caso giudiziario che alla fine le ha negato il diritto alla vita?
Fin dall'inizio è stato chiaro che da cristiani diamo alla vita un valore diverso rispetto ai medici ospedalieri. Noi crediamo che la vita abbia sempre valore e dignità anche se la persona è molto malata. Il sistema invece rinuncia molto facilmente alla vita in nome del miglior interesse del paziente. Il personale si prendeva gioco delle nostre convinzioni e prendeva in giro Sudiksha. Hanno cercato di spezzarla psicologicamente e di distruggere la sua voglia di vivere dicendole ripetutamente che sarebbe morta. Le hanno detto che loro sapevano cosa era meglio per lei. Le dissero che non c'era una bacchetta magica da agitare e che doveva accettare che la morte fosse vicina. Hanno fatto di tutto per provocare la sua morte il più rapidamente possibile. Mia sorella ha detto loro che era sotto la protezione di Dio. Non ha mai lasciato andare la piccola croce di legno che teneva in mano, anche quando veniva sottoposta a terapie. Aveva perso completamente la fiducia nei medici. Alla fine, ha detto che si fidava solo di Dio.
Come è stata trattata la famiglia dall'ospedale?
È stato molto stressante e intimidatorio. Quando i medici hanno deciso di porre fine alla vita di Sudiksha, siamo stati portati in una sala riunioni. Il medico ci ha detto che volevano toglierle il ventilatore e terminare la dialisi. Ho risposto che era un percorso per uccidere mia sorella. Il medico allora ha detto: o ritiri la frase o esci dalla stanza. Ad un certo punto, Sudiksha stava abbastanza bene da poter tornare a casa con un ventilatore, ma non l'hanno lasciata uscire dall'ospedale. Non uscirai dal reparto di Terapia Intensiva, le hanno detto. Avevamo paura di lasciarla sola e un membro della famiglia è rimasto al suo capezzale giorno e notte. Mia madre ha persino imparato a monitorare le sue esigenze quotidiane e il suo sondino gastrico nasale. Anche se le infermiere sono state molto di aiuto, quell'ospedale e un medico in particolare sono responsabili della morte accelerata di mia sorella.
Se la malattia mitocondriale non può essere curata nel Regno Unito, perché i medici non avrebbero dovuto lasciare che Sudiksha andasse all'estero?
È una malattia molto costosa da curare e il Servizio sanitario nazionale (NHS) non fornisce il trattamento. Ma a Newcastle c'è una ricerca che viene condotta sul trattamento nucleosidico. Sudiksha ha sostenuto questa ricerca recandosi più volte a Newcastle per fornire biopsie muscolari per gli studi clinici. Uno dei medici le disse che doveva andare all'estero per curarsi, altrimenti la malattia l'avrebbe gradualmente uccisa. I medici del Trust dissero che non erano contrari al fatto che mia sorella andasse altrove per farsi curare, ma poi hanno fatto tutto il possibile per impedirle di andarsene. Tutti i medici hanno testimoniato contro la possibilità di Sudiksha di andare in Canada per un trattamento sperimentale. Se a Sudiksha fosse stato permesso di andare in Canada sei mesi prima, io credo che oggi sarebbe ancora viva.
Col senno di poi, ritieni ancora che sia stata giusta la decisione di combattere "il sistema" in tribunale?
Col senno di poi probabilmente no, perché è impossibile vincere. I medici lo sanno bene, l'unica cosa che il paziente non ha è il tempo. Sanno che se il paziente non riceve le cure di cui ha bisogno, prendere tempo gli impedirà di sopravvivere. Sanno che una lunga causa giudiziaria gioca a loro favore e sanno che tu sei da solo. È una situazione di Davide contro Golia. I medici hanno avvocati di alto livello che combattono per loro, pagati dallo Stato. La famiglia deve trovare i propri avvocati e pagarli di tasca propria. Anche quello che è successo in tribunale è stato scioccante. Il giudice ha ordinato una seconda perizia per decidere se mia sorella fosse mentalmente in grado di prendere decisioni sulla sua salute. Due psichiatri, scelti dal tribunale, sono stati fatti venire a Birmingham da Bournemouth per una valutazione approfondita sulla salute mentale di mia sorella. Quando hanno riconosciuto che Sudiksha era mentalmente capace, abbiamo pensato di avere la possibilità di salvarla. Allora il giudice ha ignorato la relazione di questi specialisti e ha condannato a morte Sudiksha. Ci siamo sentiti impotenti.
Quali sono i progetti della famiglia adesso?
Ricorreremo in appello contro la decisione sulla capacità mentale di Sudiksha per farla ribaltare. Mia sorella non solo era in grado di prendere decisioni sulla sua salute, ma è stata pienamente vigile e cosciente fino al suo ultimo respiro. Vogliamo evitare che altre famiglie vengano silenziate dai tribunali che impediscono loro di chiedere preghiere, parlare con amici e parenti o raccogliere fondi per le cure, a meno di rischiare pesanti multe o di andare in prigione. Non vogliamo che nessun altro debba gettarsi ai piedi del medico implorandolo di aiutare la propria figlia come ha fatto mio padre quando Sudiksha ha avuto un arresto cardiaco e poi guardare la figlia morire perché i medici si rifiutano di assisterla. Sudiksha non è morta naturalmente di malattia mitocondriale come ha scritto il coroner sul suo certificato di morte. È morta per un arresto cardiaco provocato dalla mancanza di cure in ospedale e vogliamo che i medici coinvolti si assumano la responsabilità di quanto accaduto. Siamo devastati, ma siamo anche una famiglia cristiana e diciamo a quei pochi medici che sembravano preoccuparsi solo della morte di Sudiksha: vi perdoniamo.

Per fare una donazione alla famiglia di Sudiksha per sostenere le spese legali per fare ricorso contro la sentenza che l'ha condannata a morte contro il suo volere, clicca qui!

VIDEO: LA STORIA DI SUDIKSHA, CONDANNATA A MORIRE IN SEGRETO
Nel seguente video (durata: 19 minuti) si può scoprire tutto sulla vita e sulla morte di Sudiksha guardando il servizio su Daily Mail. Per i sottotitoli in italiano, clicca SOTTOTITOLI per attivarli, poi clicca IMPOSTAZIONI e scegli SOTTOTITOLI e poi TRADUZIONE AUTOMATICA cliccando successivamente su ITALIANO.


https://www.youtube.com/watch?v=wuX6cXJg3p8

IL VERO VOLTO DELL'EUTANASIA: ORA SI UCCIDE ANCHE CHI NON E' D'ACCORDO
Una ragazza 19enne in terapia intensiva, ma cosciente, afferma ''Sono malata, ma voglio vivere'', ma i medici le vogliono togliere la vita e il giudice dà loro ragione
di Patricia Gooding-Williams
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7539

Fonte: Sito del Timone, 17 ottobre 2023

7 - OMELIA XXX DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 22,34-40)
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

Accese discussioni con i vari gruppi religiosi ebraici e insidiose interpellanze da parte di agguerriti dottori della legge hanno contraddistinto gli ultimi giorni della vita terrena del Signore Gesù, costituendo quasi le naturali premesse all'esplosione di odio che doveva portare alla sua uccisione sul Calvario. La scorsa domenica abbiamo visto la questione del tributo a Cesare; in questa domenica, sempre sulla scorta del Vangelo di Matteo, veniamo a conoscere un altro interrogativo che al Maestro è stato proposto dai farisei, e ancora con la malafede di chi non ricerca la verità ma vuol tendere dei tranelli: Per metterlo alla prova. Stavolta Gesù viene sollecitato a rispondere su un classico problema della teologia rabbinica: di tutta la serie interminabile dei precetti di Mosè, qual è il comandamento più importante e meglio ricompensato? Non c'era niente di insolito o di particolarmente originale nella domanda. Ma se la questione era convenzionale, la risposta di Cristo è senza dubbio un colpo d'ala, che ci trasporta alle massime altezze della riflessione religiosa. Poche parole nella storia umana hanno avuto una rilevanza e un'incisività paragonabile a quella della frase pronunciata da Gesù in questa occasione: Amerai il Signore Dio tuo... Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Nel comando dell'amore Gesù individua non solo il punto più elevato, ma anche l'anima e l'ispirazione di tutta la religione. Da esso, egli afferma, dipende tutta la legge e i profeti.

LA FEDE AUTENTICA POSSIEDE LO SLANCIO DI UN INNAMORAMENTO
La religione non prescrive prima di tutto e sopra tutto: Non fare, oppure: Fa'. Prima di tutto e sopra tutto dice: Amerai. Senza dubbio delle proibizioni e dei comandi positivi specifici hanno un giusto posto nella legge di Dio. Ma non costituiscono l'elemento primario, lo spirito, il vertice del nostro rapporto personale col Signore. La religione, prima e più che in un patrimonio di idee, di usi, di precetti, di opere buone, risiede nel cuore. La fede, nella sua autenticità, prima di ogni altra cosa, è una specie di innamoramento, e possiede tutto lo slancio, l'insaziabilità, il desiderio non mai placato di superarsi, che è proprio di un essere raggiunto e dominato dall'amore. Chi nella vita religiosa punta al minimo (per esempio: evitare le colpe più gravi, arrivare a messa il più tardi possibile, occuparsi delle pene altrui nella misura minima e meno impegnata), o anche solo si contenta di quello che egli è (senza nessuna ansia di crescere e di migliorare) contraddice la logica dell'amore, che vuole dare sempre di più, e misconosce la realtà profonda del suo rapporto con Dio.

LA GELOSIA DI UN DIO CHE CHIEDE A NOI IL NOSTRO "TUTTO"
Con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Tre volte la parola "tutto" ritorna in questa breve frase di Cristo: un'insistenza quasi ossessiva, che racchiude una fondamentale verità. La misura che conviene al Dio che è l'Infinito e l'Eterno, è quella espressa dalla parola "tutto" e dalla parola "sempre"; che sono poi anche i termini preferiti dal linguaggio dell'amore, quando non è inquinato dalle mode ideologiche e culturali. L'amore di un Dio, che è l'unico, è esigente. È un Dio "geloso", ci dice con vocabolo pittoresco la Sacra Scrittura. Non vuole comproprietà nel nostro cuore, non accetta compromessi nella fedeltà a lui, non tollera di dividerci con altri che non possano essere visti a giusto titolo come presenze e incarnazioni legittime della sua amabilità. Non è facile per noi vivere in conformità a questo principio. A noi piace mercanteggiare; cerchiamo sempre le strade intermedie; abbiamo paura di ciò che è totale e definitivo. Noi possiamo arrivare fino a dare "tanto", purché non sia "tutto". Dio invece si accontenta anche del nostro "poco", purché sia "tutto": tutto quello che abbiamo e tutto quello che siamo. Così si spiegano le nostre quotidiane incoerenze, che Dio pazientemente sopporta, purché non ne facciamo una regola accettata e indiscutibile di vita, purché ogni giorno tentiamo e ritentiamo di superarle e arrivare all'integralità della nostra donazione. Nessuno dunque si illuda che sia facile essere sul serio "cristiani", cioè discepoli di Cristo che vuole tutto per sé. D'altra parte nessuno, dall'amara esperienza delle sue spirituali avarizie, deve concludere che essere cristiani sul serio è impossibile. Quel Dio, che è esigente e totalitario, è anche tollerante e misericordioso: ci prende come siamo, purché veda in noi l'aspirazione sincera a diventare come lui ci vuole.

L'INSCINDIBILITÀ DELL'AMORE DI DIO E DELL'AMORE DEL PROSSIMO
Amerai il Signore... Amerai il prossimo. L'amore di Dio e l'amore del prossimo sono da Gesù presentati come strettamente connessi tra loro: sono i due volti di un'unica carità. Perciò non si possono separare e tanto meno si possono porre tra loro in contrasto. Non si tratta di scegliere tra l'uno e l'altro. Si tratta piuttosto di fare del primo il necessario fondamento del secondo, e del secondo l'immancabile manifestazione del primo. Chi li contrappone e dice: "Piuttosto che pregare Dio e andare in chiesa, è meglio far del bene agli altri", oppure dice: "Piuttosto che occuparsi degli altri e immischiarsi nella vita sociale, è preferibile adorare il Signore, meditare sulla sua parola, celebrare la sua liturgia", li ha già violati tutti e due. La parola "piuttosto" qui diventa segno di un sostanziale travisamento della prima legge del Vangelo. D'altronde, se non si pensa a Dio da amare con tutte le forze, l'amore per gli uomini non ha nessuna giustificazione. Perché dovremmo amarli (dal momento che spesso non sono né amabili né giusti verso di noi), se non avessimo la persuasione che tutti siamo legati dall'affetto doveroso verso il Padre comune? E reciprocamente, come si potrà salvare dalla vuotezza, dalla sterilità, dall'illusione il nostro amore per Dio, se non tentiamo di attualizzarlo e di renderlo operativo nell'amore per gli uomini, che sono sempre e tutti immagini vive di Dio? I pericoli, come sempre, stanno su ambedue i versanti. C'è il pericolo di fare della ricerca e del culto di Dio una scusa per stare lontano dai problemi dei nostri fratelli, e c'è il pericolo di presentare come interessamento concreto per gli altri e passione per la giustizia terrena ciò che in fondo è soltanto uno spaventoso disinteresse nei confronti di Dio, una squallida incapacità di amare, una ribellione a prendere la volontà del Padre che è nei cieli come norma assoluta della nostra vita. Possiamo concludere dicendo che essere discepoli di Gesù significa semplicemente saper amare: saper amare Dio nei suoi figli, saper amare gli altri partecipando allo stesso amore paterno che Dio ha per loro.

Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
Per acquistare il libro "Stilli come rugiada il mio dire" che raccoglie le omelie per le Domeniche del Tempo Ordinario Anno A (€ 12), clicca qui!
Per acquistare i tre volumi (Anni A, B, C) a prezzo scontato (€ 29) con anche in omaggio due piccoli libri sempre del card. Biffi (La fortuna di appartenergli e L'ABC della fede), clicca qui!
Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.

ALTRA OMELIA XXX DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 22,34-40)
da Il settimanale di Padre Pio
Clicca qui!

Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

8 - OMELIE DI OGNISSANTI E DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
Beati i poveri in spirito
Fonte Il settimanale di Padre Pio

1) SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI (Mt 5,1-12a)

Oggi è la solennità di tutti i Santi. Con questa celebrazione la Chiesa intende ricordare tutti i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio della fede e già godono della visione beatifica in Paradiso.
I Santi sono per noi dei modelli. Guardando a loro, noi comprendiamo come deve essere vissuto il Vangelo, fedelmente, in ogni circostanza della nostra vita. San Francesco di Sales domandava che differenza ci fosse tra il Vangelo e la vita di un Santo. Egli stesso diede poi la risposta, affermando che il Vangelo è come se fosse una sinfonia scritta sul rigo musicale, mentre la vita di un Santo equivale a questa sinfonia eseguita nella vita.
Da questo si comprende come sia importante leggere la vita dei Santi, per comprendere sempre più in profondità tutta la ricchezza del Vangelo. Sant'Ignazio di Loyola iniziò il suo cammino spirituale leggendo quasi per forza un libro che narrava la vita dei Santi. Egli si trovava convalescente a letto e, tanto per ingannare il tempo, si mise a leggere, inizialmente controvoglia, uno dei due unici libri che si trovavano in quella casa, appunto un florilegio sulla vita dei Santi. Inizialmente quella lettura lo lasciava indifferente; ma, quanto più andava avanti, tanto più avvertiva i benèfici influssi di quei racconti. Quelle pagine lasciavano nel suo cuore una profonda pace e il desiderio sempre più forte di imitare degli esempi così belli. Così, un po' alla volta, fece a se stesso questa domanda: «Ma, se ce l'hanno fatta loro, perché non posso farcela anch'io?». Fece sul serio, e in breve tempo bruciò le tappe e giunse ad una grande perfezione.
I Santi non sono soltanto dei modelli da imitare, essi sono anche degli intercessori da invocare. Essi pregano per noi, e Dio vuole far risplendere la sua bontà e misericordia servendosi della preghiera dei suoi Santi per elargire le sue grazie sul mondo intero. Affidiamoci anche noi all'intercessione di qualche Santo di cui abbiamo particolare devozione, e sperimenteremo certamente dei grandi benefici. Per assicurarci ancora di più la loro intercessione, cerchiamo di imitarne gli esempi, mirando decisamente a migliorare la nostra vita. Sarebbe infatti da biasimare il comportamento di chi volesse pregare i Santi senza sforzarsi minimamente di correggere la propria condotta.
Santi non si nasce, ma si diventa. Tutti sono chiamati alla santità, dal momento che Gesù per tutti ha detto: «Siate santi come il Padre vostro che è nei cieli». Non riusciremo mai ad essere santi come il Padre Celeste, e allora, per quale motivo Gesù ci ha detto di essere santi come Lui? Per farci comprendere che ci sarà sempre da migliorare, e che non ci sarà mai un momento nella nostra vita nel quale potremo dire di aver fatto abbastanza.
I Santi sono coloro che hanno vissuto la pagina evangelica di oggi nel modo migliore. Essi sono stati "poveri in spirito", ovvero sono stati staccati dai beni terreni e hanno rivolto il loro cuore unicamente al Signore. Essi "hanno pianto e hanno sofferto" per il Regno dei cieli, ed ora godono eternamente la felicità del Paradiso. Essi sono stati "miti di cuore" sull'esempio di Gesù, e, con la forza della mitezza, hanno trionfato sulla violenza che domina il mondo. Essi hanno avuto "fame e sete della giustizia", ovvero hanno avuto un vivo desiderio di Dio, mettendolo al di sopra di ogni loro aspirazione. Essi sono stati "misericordiosi" e "puri di cuore", "operatori di pace" e "perseguitati per la giustizia". In poche parole, essi hanno vissuto la vita di Gesù.
Un particolare molto bello accomuna la vita dei Santi: la devozione alla Madonna. Tutti loro l'hanno amata e invocata con fiducia. Affidiamoci anche noi alla Vergine Santissima Regina di tutti i Santi, e chiediamole un vivo desiderio di raggiungere anche noi la santità.

2) COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (Gv 6,37-40)

Oggi, Commemorazione di tutti i fedeli defunti, le letture ci invitano a riflettere sulla nostra sorte eterna.
La prima lettura riporta le parole piene di fede di Giobbe, il quale esclama: «Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero» (Gb 19,26).
La certezza della vita dopo la dipartita finale, rende la morte cristiana colma di speranza. Il giorno della nostra morte si può paragonare al giorno della nostra vera nascita, quella definitiva, della nascita al Cielo.
Un Santo la paragonava al balzo di un bambino tra le braccia del proprio genitore. L'amore a Dio caccerà via ogni timore. San Francesco poteva quindi andare lieto incontro alla morte e chiamarla "sorella".
Ogni giorno dobbiamo pregare con le parole del Salmo: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario» (26,4).
«La speranza non delude» - ci ricorda san Paolo nella seconda lettura - e la nostra speranza si fonda sull'amore di Dio, il quale è morto per noi, per donarci la sua vita. Il suo Sangue ci salva dalla morte eterna.
Infine, il brano del Vangelo ci colma di consolazione, al pensiero che la Volontà del Padre è che «chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 6,40). Inoltre Gesù ci rassicura con le sue parole piene di amore: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò» (Gv 6,37).
Andiamo dunque a Gesù con un cuore umile, contrito e pieno di fiducia; faremo anche noi questo balzo tra le sue braccia e troveremo la salvezza.

Nota di BastaBugie: per approfondire i significati della festa di Ognissanti si può leggere il seguente articolo.

VUOI ANDARE IN PARADISO? DEVI DIVENTARE SANTO
La festa di tutti i Santi mette in evidenza la bellissima realtà della Chiesa trionfante, cioè di coloro che, essendo in Paradiso, sono eternamente felici con Dio
di Don Stefano Bimbi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3496

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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