LA CRISI GENERA SCISMI: COME QUELLO DI MONSIGNOR VIGANO' CHE ABBANDONA LA CHIESA
Dopo le ordinazioni sacerdotali illecite farà il centro del suo movimento in un monastero a Viterbo (con i soldi che erano stati raccolti per le monache di Pienza)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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GIOVANI ARRESTATI PER AVER PREGATO DAVANTI A UNA CLINICA ABORTISTA
In Spagna i prolife vengono arrestati, mentre le femministe che molestavano, offendevano e intimidivano non sono state nemmeno identificate (e con Tusk anche in Polonia avanza l'agenda abortista ed lgbt)
Autore: Alessia Battini - Fonte: Provita & Famiglia
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LA REGOLA DI SAN BENEDETTO VALE ANCHE NEL RAPPORTO GENITORI-FIGLI
Vivere lo spirito della Regola nell'istruzione parentale aiuta i genitori che insegnano ai propri figli... del resto la parola ''abate'' richiama l'ebraico ''abbà'', cioè padre (VIDEO: Salviamo i nostri figli dalla scuola di Stato)
Autore: Loredana Basili e Maurizio Bertoni - Fonte: Redazione di BastaBugie
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COSTANZA MIRIANO: NON SONO D'ACCORDO CON LA BENEDIZIONE DELLE COPPIE GAY
Ho letto Fiducia Supplicans: stare con il Papa non vuol dire accettarne anche gli errori, ma favorire la necessaria correzione di un vuoto logico enorme come un baratro
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
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IL FUOCO SEGRETO CHE ANIMA TOLKIEN E' LA SUA FEDE CATTOLICA
L'autore de Il Signore degli Anelli ha impresso nel simbolismo della storia i temi più cari al cristianesimo: la morte, l'accettazione della croce, la creazione, la virtù e il peccato, i rischi morali del potere, ecc.
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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SE ''LOVE IS LOVE'' PERCHE' NON INNAMORARSI DI UN ALBERO?
E infatti una donna dice di provare attrazione sessuale per una quercia (e in California le scuole fanno vedere ai bambini film sui trans e sui bloccanti della pubertà)
Fonte: Provita & Famiglia
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OMELIA III DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 1,14-20)
Convertitevi e credete nel Vangelo
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
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LA CRISI GENERA SCISMI: COME QUELLO DI MONSIGNOR VIGANO' CHE ABBANDONA LA CHIESA
Dopo le ordinazioni sacerdotali illecite farà il centro del suo movimento in un monastero a Viterbo (con i soldi che erano stati raccolti per le monache di Pienza)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 gennaio 2024
La voce girava già da qualche mese e ora la notizia è stata rilanciata da alcuni siti tradizionalisti: monsignor Carlo Maria Viganò è stato ri-consacrato vescovo da monsignor Richard Williamson, il vescovo inglese ordinato illecitamente da monsignor Marcel Lefebvre nel 1988 e poi espulso dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) nel 2012. Da allora Williamson, che è scomunicato, si è dedicato alla fondazione di una rete di gruppi che invitano alla Resistenza contro ogni tentativo di normalizzare i rapporti con la Chiesa cattolica romana. La ri-consacrazione episcopale di monsignor Viganò, "sub condicione", significa che l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti si è convinto della tesi (dapprima sostenuta e poi rifiutata da Lefebvre) che tutti i sacramenti amministrati dopo la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II siano "dubbi", ovvero non sarebbe certa la loro validità a causa delle deviazioni dottrinali operate dal Concilio stesso. Malgrado ci sia qualche smentita che circola online, diverse fonti ci hanno confermato questo passo "scismatico" di monsignor Viganò. E lui stesso, interpellato dalla Bussola con una mail, non ha voluto smentire la notizia, dichiarandosi solo stupito dal nostro interesse attuale per le sue vicende personali. Se dunque fosse confermata ufficialmente la notizia, in questo modo monsignor Viganò sarebbe scomunicato latae sententiae. Questo passo di monsignor Viganò, per quanto clamoroso, non è certo un fulmine a ciel sereno: diventato improvvisamente famoso nell'agosto 2018 con la denuncia pubblica contro papa Francesco, accusato di aver coperto il cardinale pluri-abusatore Theodore McCarrick pur conoscendo la gravità dei fatti che lo riguardavano, il vescovo Viganò ha via via allargato l'orizzonte delle sue critiche: certamente ecclesiali - all'intero pontificato di Francesco, ai suoi predecessori, fino al sostanziale rifiuto del Concilio Vaticano II -, ma anche politiche ed economiche cercando addirittura di mettersi alla testa di un movimento internazionale anti-globalista. Con toni sempre più accesi e giudizi sempre più duri («Papa Francesco falso pastore e servo di Satana», ha detto venti giorni fa a proposito del via libera alle benedizioni delle unioni gay), Viganò ha accompagnato le parole con l'azione tessendo una rete di rapporti culminata nel maggio scorso nell'annuncio ufficiale della nascita di un'associazione da lui patrocinata, Exsurge Domine. Obiettivo dichiarato: fornire assistenza economica e logistica a sacerdoti e religiosi vittime di provvedimenti vessatori da parte dei propri vescovi o superiori, fenomeno che in questo pontificato è diventato decisamente diffuso.
LA VERITÀ DIETRO LA FACCIATA In realtà dietro questa facciata che sa di "soccorso bianco" ecclesiastico, si celano anche manovre economiche e immobiliari poco trasparenti, che coinvolgono anche una ex Società di vita apostolica, Familia Christi, prima commissariata e poi sciolta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel dicembre 2019, e le monache benedettine di Pienza (monastero "Maria Tempio dello Spirito Santo") protagoniste di una vertenza con l'arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice. Torneremo con altri articoli su questa vicenda, che merita di essere approfondita, ma qui è importante comprendere come Exsurge Domine si presenti come un tentativo di consolidare e istituzionalizzare quella rete di resistenza anti-Francesco che ha visto Viganò negli ultimi due anni ordinare sacerdoti in modo clandestino e anonimo e creare comunità in giro per l'Europa. Fatti molto gravi di cui si hanno ampie testimonianze: come ad esempio per l'ordinazione nel 2021 di due monaci in Francia nel monastero Saint-Benoit a Brignoles, diocesi di Frejus-Tolon, usurpando illecitamente il diritto-dovere di vagliare le vocazioni al vescovo Dominique Marie Jean Rey, peraltro colpito a sua volta dai fulmini vaticani. Diverse altre sono state le ordinazioni illecite e clandestine di monsignor Viganò, con preti poi lasciati a se stessi, costretti a celebrare da soli in casa, non avendo alcun mandato. Ma un caso clamoroso vale almeno la pena citare: quello della diocesi di Milano, dove un parroco di un paesino periferico viene aiutato dall'ex nunzio apostolico a mettere in piedi una sorta di seminario clandestino parrocchiale che segue il rito straordinario. Dapprima viene ordinato diacono un ventenne sprovvisto di formazione teologica nonché dell'età minima richiesta dal diritto canonico. Ma poi nella primavera del 2023 si rompono i rapporti tra Viganò e il gruppetto ambrosiano: Viganò si rifiuta di ordinare sacerdote il novello diacono, che rimane così in una situazione di limbo. Negli ultimi mesi sono state anche insistenti le voci su una già avvenuta consacrazione episcopale da parte di monsignor Viganò, ma non abbiamo ancora trovato una conferma certa del fatto già avvenuto anche se tale intenzione - sull'esempio di quanto fatto nel 1988 da monsignor Marcel Lefebvre - è stata espressa con chiarezza. Monsignor Viganò compirà la settimana prossima 83 anni ed evidentemente sente l'esigenza di fare presto per consolidare la sua realtà.
UNA CHIESA A PROPRIA MISURA Così lo scorso 2 dicembre ha annunciato che nella struttura monastica dell'Eremo della Palanzana a Viterbo, che sta venendo ristrutturata con i soldi raccolti attraverso una campagna di fund-raising inizialmente finalizzata a dare un luogo alle monache di Pienza, si stabilirà una casa di formazione per chierici che prenderà il nome di Collegium Traditionis. In questo Eremo sono attualmente residenti i quattro chierici della ex Familia Christi che condividono con monsignor Viganò il progetto e la succitata operazione commerciale-immobiliare di cui ci occuperemo nei prossimi giorni. Insomma Viterbo, nei disegni di monsignor Viganò, che già ci trascorre molto tempo, dovrebbe diventare la nuova Écône, la cittadina svizzera sede del seminario internazionale della FSSPX. E con la notizia della ri-consacrazione episcopale diventa ancora più chiara la natura scismatica di questo nuovo movimento. Grazie al consenso costruito in questi anni attorno alla figura di monsignor Viganò, fustigatore di questo pontificato, è facilmente prevedibile che anche questa iniziativa porterà molti fedeli fuori dalla Chiesa, oltretutto in conflitto con altre iniziative del genere. È il dramma che sta vivendo la Chiesa: alla crisi provocata da chi vuole ostinatamente capovolgere la dottrina rivelata, si oppongono personalità che a loro volta, pur partendo da analisi giustificabili, si illudono di trovare una soluzione nel costruirsi una Chiesa a propria misura. Una strada già fallita, come ebbe modo di scrivere Benedetto XVI nella lettera-riflessione dedicata agli abusi sessuali e pubblicata nell'aprile 2019: «Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo creare un'altra Chiesa affinché le cose possano aggiustarsi? Questo esperimento già è stato fatto ed è già fallito. Solo l'amore e l'obbedienza a nostro Signore Gesù Cristo possono indicarci la via giusta». E questo amore e obbedienza passa dal perseverare nella Verità dentro la Chiesa cattolica.
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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 gennaio 2024
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GIOVANI ARRESTATI PER AVER PREGATO DAVANTI A UNA CLINICA ABORTISTA
In Spagna i prolife vengono arrestati, mentre le femministe che molestavano, offendevano e intimidivano non sono state nemmeno identificate (e con Tusk anche in Polonia avanza l'agenda abortista ed lgbt)
Autore: Alessia Battini - Fonte: Provita & Famiglia, 8 gennaio 2024
Sono 99.149 i bambini che ogni anno vengono abortiti in Spagna secondo l'ultimo studio dell'Istituto per la Politica Famigliare (IPF): corrisponde a un aborto ogni cinque minuti. Per questo, lo scorso 28 dicembre, 300 persone si sono trovate a pregare pubblicamente il rosario nelle città di Madrid e di Saragoza. «Siamo venuti a chiedere che la vita venga difesa, questa è una battaglia culturale, ma anche spirituale», ha dichiarato un giovane spagnolo di 25 anni che ha deciso di unirsi all'appello lanciato dalla piattaforma "Pregare non è un crimine". In Spagna, nel 2022, è stata approvata la Ley Orgànica 4/2022, che ha introdotto nel codice penale spagnolo l'articolo 172-quater, con il quale si prevede di punire con la reclusione da tre mesi a un anno o con il lavoro di pubblica utilità da 31 a 80 giorni, chiunque cerchi di ostacolare l'esercizio del diritto di aborto di una donna con atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi. A quanto pare, oggi anche la preghiera viene considerato un atto di questo tipo, sicuramente dalle femministe spagnole, che hanno iniziato a inveire contro i cattolici riuniti gridando frasi come "via i rosari dalle nostre ovaie" o "bruceremo la conferenza episcopale con tutti i vescovi dentro". La reazione dei poliziotti che erano stati schierati per evitare possibili scontri davanti alla clinica per aborti Dator di Madrid, la più grande nella capitale, è stata quella di arrestare i "pericolosi" capigruppo del rosario. A questi giovani sono stati chiesti i documenti e poi sono stati fatti salire su furgoni blindati, mentre le femministe che molestavano, offendevano e intimidivano non sono state nemmeno identificate. Oltre a questi ragazzi, gli agenti hanno arrestato anche il dottor Jesùs Poveda, un medico che da oltre quarant'anni si impegna ad aiutare le madri a rischio di aborto, che si era messo seduto davanti alla clinica in segno di protesta, silenziosa e non violenta come quella di altri, anzi di altre... In Spagna la situazione è sempre più drammatica per i pro-life, soprattutto perché pare che tra gli obiettivi del governo Sanchez ci sia anche la possibilità di liberalizzare l'aborto fino al momento della nascita del bambino. Intanto, giovani ragazzi raccolti in preghiera e medici che dedicano la loro vita a salvare le donne dall'aborto vengono arrestati come criminali, mentre donne inferocite li attaccano e li insultano (e chissà cos'altro sarebbe potuto succedere se non fosse stata presente la polizia). Nessuno in questo caso ha ostacolato il diritto d'aborto, è stato invece ostacolato il diritto alla libertà religiosa e di manifestazione del proprio pensiero. Eppure ormai il diritto all'aborto vale più di tutto il resto: è un dogma, un pilastro intoccabile che regge la nostra società egoista ed egocentrica. Il gesto di questi giovani e di questo medico però,ci danno un forte segnale di speranza, perché hanno dimostrato che c'è qualcuno che, nonostante tutto, è ancora disposto a combattere per difendere la verità.
Nota di BastaBugie:Paweł Lisicki, direttore del settimanale Do Rzeczy, nell'articolo seguente dal titolo "La nuova Polonia nasce anti-cattolica" parla del primo ministro Donald Tusk che in Polonia sta accelerando sull'agenda di Bruxelles: perdita di sovranità, ecologismo, diritto all'aborto e diritti LGBTQ+. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 dicembre 2023: Il nuovo primo ministro polacco Donald Tusk ha promesso di riportare il suo Paese «al posto che gli spetta in Europa». Secondo lui è giunto il momento di porre fine a un gelido stallo durato otto anni tra Varsavia e Bruxelles. Suona bene, ma cosa significa in pratica? Donald Tusk ha presentato la sua visione di una Polonia nuova e progressista nel cuore dell'UE, nel discorso con cui ha ottenuto un voto di fiducia in Parlamento. Ma non ha spiegato cosa sia esattamente la «Polonia progressista». In realtà, nel suo discorso ci sono state molte contraddizioni e incoerenze. Da un lato ha detto al Parlamento polacco che «la Polonia riacquisterà la sua posizione di leader nell'Unione europea», dall'altro ha aggiunto che «qualsiasi tentativo di cambiare i trattati che sono contro i nostri interessi è fuori questione... nessuno mi supererà nell'Unione europea». Come è possibile se il tentativo di limitare la posizione polacca era lo scopo principale di Bruxelles? Come può la Polonia «riconquistare» qualcosa che non ha affatto perso? È Bruxelles che tenta di cambiare i trattati, quindi come può Tusk affermare che sarà sia contrario che favorevole a una migliore cooperazione con la Commissione europea? Tusk è un ex presidente del Consiglio europeo ed ex leader del Partito Popolare Europeo, quindi dovrebbe sapere perfettamente qual è il vero scopo delle modifiche ai trattati europei. Ha promesso di «restituire alla Polonia miliardi di euro» di fondi UE, che sono stati congelati a causa di una disputa tra Bruxelles e il governo uscente di Diritto e Giustizia (PiS) su questioni legate allo stato di diritto. Ma come riuscirà a farlo senza perdere la sovranità? Alla fine di novembre di quest'anno il Parlamento europeo ha votato la relazione della Commissione per gli affari costituzionali (AFCO) del Parlamento europeo che raccomanda modifiche ai trattati dell'UE. Il documento prevede, tra le altre cose, il trasferimento di un maggior numero di competenze degli Stati membri all'Unione Europea, che di fatto ridurrebbe ulteriormente la loro sovranità. Le nuove aree in cui gli Stati membri dovrebbero cedere la loro autorità e sottomettersi alla competenza esclusiva dell'Unione sono il clima e l'ambiente. Si può quindi prevedere che Bruxelles deciderà che tipo di auto i polacchi possono guidare e dove possono farlo, se dovranno pagare quote di CO2 per riscaldare le loro case, e molte altre questioni di conseguenza. Le decisioni sul clima e sulle questioni ambientali saranno imposte dalla Commissione europea, come avviene in altri settori in cui l'UE ha già competenza esclusiva, come la politica commerciale comune. Questa sarà la versione più radicale della politica verde, il cosiddetto Green Deal. Le bozze di modifica dei trattati prevedono l'abbassamento della soglia per il voto in Consiglio: dal 55% dei Paesi, che rappresentano il 65% della popolazione della UE, al 50% dei Paesi, che rappresentano il 50% della popolazione della UE. In questo modo, far passare le proposte della Commissione sarà più facile, mentre bloccare qualcosa sarà più difficile. La Polonia perderebbe di fatto il potere di veto. Il precedente governo del PiS non l'ha accettato, ma il nuovo non si opporrà. Inoltre, ci sono nuove competenze condivise che diventano effettivamente competenze della UE, poiché il trattato stabilisce che l'UE ha la priorità nell'esercizio di tali competenze. I Paesi membri possono esercitarle solo nella misura in cui l'Unione sceglie di non farlo. Tra le nuove competenze condivise ci sono la sanità pubblica e l'istruzione. Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, ad esempio, vengono citate come nuove aree di competenza condivisa le seguenti: «Le questioni di sanità pubblica e la protezione e il miglioramento della salute umana, in particolare le minacce sanitarie transfrontaliere». Poiché nella UE l'aborto è mascherato sotto il nome di "salute riproduttiva", sarà trattato come parte della politica sanitaria e sarà deciso come competenza condivisa, per la quale l'Unione ha la priorità. Lo stesso vale per le altre competenze condivise menzionate nella bozza di modifica del trattato: silvicoltura, infrastrutture di trasporto transfrontaliere, politica delle frontiere esterne, affari esteri, sicurezza esterna, difesa, protezione civile, industria e istruzione. O Tusk si opporrà e in questo modo non «riporterà miliardi di euro» di fondi UE alla Polonia o, cosa che sembra più probabile, cederà e perderà la posizione di leader. Chiamarlo «riconquistare la posizione di leader» sembra una battuta di cattivo gusto. L'altro punto menzionato da Tusk è il «ritorno alla democrazia». Il nuovo primo ministro polacco ha iniziato il suo discorso con una dura condanna dell'eredità degli anni del PiS, ricordando uno strano testo politico scritto da Piotr Szczęsny, un chimico di 54 anni che si è cosparso di benzina a Varsavia nel 2017 ed è morto in ospedale 10 giorni dopo per le ferite causate dalla sua autoimmolazione. Tusk ha detto che il "manifesto" che Szczęsny ha scritto prima di morire, attaccando il presunto autoritarismo del governo PiS, potrebbe sostituire il suo discorso, e ne ha letto un frammento: «Protesto contro la xenofobia introdotta dalle autorità nel dibattito pubblico... Protesto contro l'atteggiamento ostile delle autorità nei confronti degli immigrati... Protesto contro l'incapacità della televisione pubblica». Ma come nel caso della politica europea c'è una chiara contraddizione. Da un lato Tusk dichiara di voler abolire l'autoritarismo del PiS, anche se ha vinto elezioni perfettamente democratiche che non sono un marchio di fabbrica di una forma di governo autoritaria, dall'altro, citando il Manifesto di un suicida, suggerisce di vendicarsi del PiS. E infatti una delle prime decisioni prese dal suo governo riguardava l'istituzione di tre commissioni parlamentari speciali indagate che dovevano dimostrare le presunte violazioni della legge perpetrate dai ministri del PiS. A rendere la storia più complicata, o meglio più ironica, è lo stesso Tusk che dichiara la politica di riconciliazione nazionale. Dopo aver condannato il governo uscente, Tusk ha delineato il proprio programma. «È arrivato il momento che la Polonia sia felice», ha detto. Si può sospettare che sia un altro modo per suggerire l'attuazione della rivoluzione di genere in Polonia. Nelle apparizioni in campagna elettorale, Tusk ha promesso di introdurre maggiori diritti per le persone LGBTQ+, qualunque cosa significhi, e di ritirare la legislazione sull'aborto introdotta sotto il PiS. Tusk ha criticato duramente la legge polacca a favore della vita, definendola repressiva e crudele. Tuttavia, non è chiaro quanto il nuovo governo sarà in grado di modificare le leggi sull'aborto, dato che alcuni elementi della sua stessa coalizione non sono favorevoli a una significativa liberalizzazione. Il Presidente Duda, che ha potere di veto sul governo, rimane in carica fino al 2025. È molto probabile che Duda, cattolico dichiarato, usi questo potere per proteggere i bambini non ancora nati. Nel suo discorso al Parlamento, Tusk ha annunciato che il clima per le donne polacche cambierà immediatamente. «Abbiamo sviluppato un programma affinché ogni donna polacca percepisca un cambiamento nel trattamento della maternità, nella protezione delle madri e nell'accesso all'aborto legale». Queste parole sono il massimo dell'ipocrisia. Nella mente di Tusk la «protezione delle madri e il sostegno alla maternità» equivalgono all'«accesso all'aborto legale». Sostenere la vita significa avere il diritto di distruggerla. Ci sono molti altri segnali che dimostrano che il nuovo governo sarà ansioso di iniziare la nuova guerra religiosa contro la Chiesa cattolica polacca, ormai indebolita. Il ministro dell'Istruzione è diventato Barbara Nowacka, un politico di sinistra, una delle più note femministe polacche. Ha mostrato pubblicamente il suo sostegno all'ideologia gender e vorrebbe implementarla nelle scuole. Un altro politico radicale del governo Tusk è Agnieszka Dziemianowicz-Bąk, che è diventata ministro della Famiglia, del Lavoro e delle Politiche sociali. È un'attivista radicale del movimento LGBT. Alcuni anni fa ha scritto una tesi di dottorato su "Riproduzione-resistenza-impotenziamento. Critica radicale dell'educazione nel pensiero occidentale contemporaneo". È una fervente sostenitrice dell'aborto libero e dell'ideologia gender. Tusk ha creato un nuovo ministero per l'Uguaglianza e ha nominato come capo un'altra femminista, Katarzyna Kotula, una delle leader delle manifestazioni a favore dell'aborto. È anche responsabile dell'introduzione nel codice penale polacco di una nuova categoria di disposizioni legali, che punirebbero i cosiddetti reati di incitamento all'odio. Un altro responsabile è Adam Bodnar, il nuovo ministro della Giustizia, ex commissario polacco per i diritti umani, che si è battuto per i diritti delle donne o per i diritti LGBT. Non sono solo annunci vuoti, ma ci sono veri e propri piani per cambiare l'identità culturale polacca. La prima decisione presa dalla nuova maggioranza liberal di sinistra è stata quella di introdurre la nuova legge che consente di finanziare la fecondazione in vitro con fondi pubblici. Lo scopo di Tusk sembra essere chiaro: la nuova Polonia, felice ed europea, non deve avere nulla a che fare con quella vecchia, cattolica e tradizionale.
Fonte: Provita & Famiglia, 8 gennaio 2024
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LA REGOLA DI SAN BENEDETTO VALE ANCHE NEL RAPPORTO GENITORI-FIGLI
Vivere lo spirito della Regola nell'istruzione parentale aiuta i genitori che insegnano ai propri figli... del resto la parola ''abate'' richiama l'ebraico ''abbà'', cioè padre (VIDEO: Salviamo i nostri figli dalla scuola di Stato)
Autore: Loredana Basili e Maurizio Bertoni - Fonte: Redazione di BastaBugie, 17 gennaio 2024
L'inizio dell'anno è tempo di primi bilanci per i genitori con figli che da poco hanno intrapreso il percorso scolastico. Se questo discorso è vero per coloro con bambini che hanno da poco iniziato a frequentare la scuola pubblica, è tanto più urgente per i genitori che hanno deciso di intraprendere il percorso dell’istruzione parentale. Spesso, quando si inizia un percorso simile, si è portati a mettersi in discussione e a porsi diverse domande: sarò un bravo insegnante per mio figlio? Da cosa è necessario partire? Quali sono gli obbiettivi che mi prefiggo? Che tipo di formazione voglio dare? Come conciliare il ruolo di genitore con quello di insegnante? È meglio essere un genitore/insegnante particolarmente rigido e severo o meglio amorevole e paziente? Come genitori di bambini che da poco tempo hanno iniziato la scuola parentale, desideriamo condividere questa nostra, seppur breve esperienza, con l’auspicio di poter essere di aiuto per altri che si pongono o si sono posti gli stessi interrogativi, perché non "si accende una lucerna per metterla sotto il moggio" (Mt, 5,15) e perché anche altri, confrontandosi "vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt. 5,16). Essendo una famiglia molto legata e devota di San Benedetto, ci è venuto naturale trovare una risposta alle nostre domande nel testo della Regola: quello che possiamo dire, è, che a nostro avviso, essa costituisce davvero un valido strumento di partenza, una sorta di prontuario, capace di rispondere alle nostre domande, semplicemente sostituendo alla voce "abate", quella di "maestro o genitore" e a quella di "monaci" la parola "figli". Non a caso il termine "regula" indicava in latino "l’asticella per misurare": essa risulta quindi un modo per misurare il proprio lavoro, per comprenderne i limiti e la portata. La scelta della Regola è stata per noi però anche legata ad un aspetto pragmatico: essa ha finito per eliminare tutte le altre regole del mondo antico, in quanto più equilibrata e meno dura e allo stesso tempo ci è parsa una scelta "vincente", non perché debba dimostrare, in un futuro più o meno prossimo, dei risultati, ma perché ha già vinto, confermandosi "ricetta" di una religiosità, modo di vivere e di lavorare che ha attraversato i secoli, consegnandoci le nostre radici: quelle del mondo classico e del mondo cristiano.
LA REGOLA Percorrere tutto, non sarebbe possibile in poche righe, ma basterà scorrerne pochi passi, in particolare l’inizio del Prologo e il secondo capitolo. Già dall’incipit, infatti, appaiono chiari i soggetti coinvolti nell’educazione, i loro ruoli e il fine: "Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell’obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato". Non è un caso che il Prologo si apra proprio con un invito all’ascolto, rivolto da un padre/maestro ad un figlio ("Ascolta, figlio"!), seguito da un’esortazione a quest’ultimo ad aprire "docilmente il tuo cuore". Non dobbiamo, infatti, dimenticare che la parola "abate" richiama proprio l’ebraico "abbà", "padre" e che l’apprendimento passa innanzitutto dal... cuore e non dalla testa, proprio perché vincolato ad un forte legame affettivo. Quante volte, al contrario, nel mondo di oggi sentiamo la negazione del ruolo di genitore/insegnante, quando ascoltiamo frasi come: "Non voglio rispiegare gli argomenti scolastici a mio figlio, il mio metodo sarebbe diverso da quello della maestra, si finisce poi per rovinare il rapporto tra genitori e figli". In questa società, le figure del maestro e del genitore tendono infatti a differenziarsi sempre più, escludendosi vicendevolmente; la Regola, invece ci invita a riscoprire la nostra prima vocazione di genitori, cioè quella di educare e di insegnare: un lavoro che, aggiunge, deve essere fatto "con amore paterno", dove nell’aggettivo, rimarca ancora di più il ruolo educativo del padre di famiglia. Ci dice anche come deve disporsi, da parte sua, il figlio/discepolo, chiamato ad "accogliere volentieri" e "a mettere in pratica con impegno". "Volentieri" ed "impegno" sono due parole che sembrano incompatibili, laddove l’impegno viene visto solo come mortificazione o finalizzato ad altro. Invece quella dell’impegnarsi volentieri, resta la chiave: trovare gratificazione nel proprio lavoro, nella propria fatica (in latino "labor" è propriamente la "fatica sotto cui si vacilla") di figlio/discepolo, resta la chiave del giusto orientamento; porsi in un atteggiamento positivo è il modo di santificare quel lavoro.
L’OBBEDIENZA AL MAESTRO/GENITORE Infine, nel testo si delinea chiaramente l’obbiettivo da raggiungere: "in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell’obbedienza, a Colui dal quale ti sei allontanato". L’obbedienza al maestro/genitore da parte del figlio/discepolo è l’obbiettivo da raggiungere, perché prefigura l’obbedienza poi al Padre/Maestro che lo salverà per la vita eterna. "Bisogna dunque istituire una scuola del servizio del Signore" recita il Prologo. In proposito, aggiunge la Regola nel secondo capitolo, definendo la figura dell’abate: "Sappiamo infatti per fede che in monastero egli tiene il posto di Cristo, poiché viene chiamato col suo stesso nome" e "l’abate deve sempre ricordarsi quel che è e come viene chiamato nella consapevolezza che sono maggiori le esigenze poste a colui al quale è stato affidato di più". È chiaro quindi che il tempo del nostro obbiettivo è l’eternità stessa e si capisce quindi la lontananza rispetto alla scuola che conosciamo, dove al centro è posto l’alunno solo e il maestro è un semplice facilitatore degli apprendimenti, dove manca non solo la presenza di Dio, ma quella di un vero progetto futuro a lungo termine. La vera domanda è: cosa, desidero per questo bimbo da qui all’eternità? La risposta ci viene fornita chiaramente da questo frammento: "Perciò l’abate non deve insegnare, né stabilire o ordinare nulla di contrario alle leggi del Signore, anzi il suo comando e il suo insegnamento devono infondere nelle anime dei discepoli il fermento della santità". E ancora: "si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà eterne transitorie e caduche, ma pensi sempre che si è assunto l’impegno di dirigere delle anime di cui un giorno dovrà rendere conto" (cap. II, 4-5). La santità è e deve essere il nostro fine di genitori/educatori e, siccome "nessuno si salva da solo", la nostra stessa salvezza sarà legata a quella dei nostri discepoli/figli, di cui risponderemo davanti a Dio: "Si ricordi sempre che nel tremendo giudizio di Dio dovrà rendere conto tanto del suo insegnamento, quanto dell’obbedienza dei discepoli e sappia che il pastore sarà considerato responsabile di tutte le manchevolezze che il padre di famiglia avrà potuto riscontrare nel gregge" (cap. II, 6-7). I modi in cui noi genitori/maestri dobbiamo perseguire tal fine sono due: "mostrando con i fatti più che con le parole tutto quello che è buono e santo" e confermando con la condotta "che bisogna effettivamente evitare quanto ha presentato ai discepoli come riprovevole" (cap. II, 3-4).
ADATTAMENTO AL SINGOLO CASO La Regola ci fornisce anche i metodi da adattarsi alle diverse personalità dei nostri figli/studenti, prevedendo semplici piani personalizzati (come si dice oggi) ante litteram calibrati sulle capacità e sul carattere di ognuno: "in altri termini, insegni oralmente i comandamenti del Signore ai discepoli più sensibili e ricettivi, ma li presenti esemplificati nelle sue azioni ai più tardi e grossolani". E ancora, riferendosi al maestro, gli rammenta di doversi lui stesso predisporre ad un insegnamento differenziato, capace di stimolare i più meritevoli, senza lasciare indietro quelli con difficoltà: "bisogna che prenda chiaramente coscienza di quanto sia difficile e delicato il compito che si è assunto di dirigere le anime e porsi al servizio dei vari temperamenti, incoraggiando uno, rimproverando un altro e correggendo un terzo: perciò si conformi e si adatti a tutti, secondo la rispettiva indole e intelligenza (cap. II, 12-13)". A chi si domanda se essere un genitore /maestro rigido piuttosto che amorevole, la Regola risponde: "...alternando i rimproveri agli incoraggiamenti, a seconda dei tempi e delle circostanze, sappia dimostrare la severità del maestro insieme con la tenerezza del padre. In altre parole, mentre deve correggere energicamente gli indisciplinati e gli irrequieti, deve esortare amorevolmente quelli che obbediscono con docilità a progredire sempre più". Con i consigli della Regola di San Benedetto prepariamoci ad affrontare questo arduo compito di insegnanti e questo anno scolastico con i nostri figli: "armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie in modo da meritare la visione di lui, che ci ha chiamati nel suo regno" (Prologo 11).
Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Salviamo i nostri figli dalla scuola di Stato" (durata: 56 minuti) don Samuele Cecotti (vice presidente Osservatorio Card. Van Thuân) affronta il tema della scuola e della educazione dei giovani. In particolare su: chi deve educare e chi no, il progetto rivoluzionario che è alla base della scuola di Stato con tutto quello che comporta, il pensiero nefasto di certi cattivi maestri che hanno sostituto il pensiero cattolico tomista per arrivare all'obbiettivo sia di controllo delle persone, sia di allontanarle dalla fede. Infine don Samuele spiega l'unica vera alternativa da intraprendere per il bene di tutti.
https://www.youtube.com/watch?v=6MsQNTL6IQc
Fonte: Redazione di BastaBugie, 17 gennaio 2024
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COSTANZA MIRIANO: NON SONO D'ACCORDO CON LA BENEDIZIONE DELLE COPPIE GAY
Ho letto Fiducia Supplicans: stare con il Papa non vuol dire accettarne anche gli errori, ma favorire la necessaria correzione di un vuoto logico enorme come un baratro
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 3 gennaio 2024
Ho ascoltato il consiglio dei difensori di Fiducia Supplicans e l'ho letta con attenzione, fino in fondo, con la leale intenzione di cogliervi il bene e di cambiare la mia iniziale idea negativa. Poi l'ho riletta e sottolineata, ci ho riflettuto. Ma niente. Non c'è proprio possibilità di salvarla. Mi dispiace. Una grande confusione la anima dall'inizio alla fine. Molte parole che girano e rigirano a vuoto. Soprattutto c'è un vuoto logico che non viene mai colmato, fino all'ultima riga. Un vuoto enorme come un baratro. Un salto che viene spiccato senza nessuna spiegazione. Come si passa dal benedire le persone singole, a benedire un'azione che fa il loro male? Che bisogno c'è? Che valore ha l'atto di benedire non una persona - cosa sacrosanta - ma la sua decisione di male, cioè di radicarsi in una situazione oggettivamente disordinata? Perché non la benedizione della persona, invece che della azione che oggettivamente la tiene attaccata alla sua ferita? Perché benedire il tumore, e non il malato di tumore? Qual è il significato? Qual è il bene? Non basta a far sentire accolta una persona omosessuale il fatto di essere benedetta, assolta, perdonata, abbracciata, incoraggiata a proseguire il suo cammino alla ricerca di Dio? Praticamente la Dichiarazione dice e ripete in tutti i modi che la Chiesa ama tutti gli uomini, li ama e li accoglie anche quando sono nel peccato (cioè sempre, cioè tutti). Ripete poi che il matrimonio è solo fra un uomo e una donna, e che solo lì dentro "i rapporti sessuali trovano il loro senso naturale, adeguato e pienamente umano". Infine afferma - senza nessun passaggio che spieghi il senso - che le unioni omosessuali possono essere benedette, cioè si può dire che sono bene. Anche se poco prima si è detto che sono innaturali, inadeguate e non pienamente umane.
ERRORE DI SEMPLICE LOGICA Mi sfugge il passaggio logico. Ho riletto alla ricerca delle parole che lo spiegassero, ma non c'è. Tante parole che coprono questo vuoto, e non rispondono all'unica domanda che suscita il documento. Perché non dovrebbe bastare che Gino e Pino vengano benedetti come persone? Perché si dovrebbe benedire il loro avere rapporti "innaturali, inadeguati e non umani", come dice il documento stesso? Che poi io una benedizione così manco la vorrei: "tienitela pure", direi al sacerdote che dovesse fare tutti questi distinguo. La verità è che più di così non si poteva dire, al momento, senza cambiare il Catechismo. È ovvio che tutte le persone possono e devono essere benedette, ma non tutte le loro azioni. Non l'azione dello stare insieme (trovo molto temerario e improprio anche il fatto di usare la parola coppia per due persone dello stesso sesso, dal punto di vista della Chiesa). Ma perché non si possono benedire le unioni? Certo, io non sono teologa e sono solo andata al catechismo, ma una cosa mi è chiara. Il peccato offende Dio non perché Dio sia un legislatore sadico e dispettoso, che ha messo delle regole a suo piacimento. La legge di Dio è come funziona il cuore dell'uomo, andare contro la legge fa soffrire. Dio non benedirà mai ciò che ci fa male. Dio è il Padre più tenero e innamorato, e quello che ci dice di non fare è quello che fa male prima di tutto a noi, esattamente come un buon padre o una buona madre si farebbero ammazzare per i propri figli (e lui lo ha fatto), ma non potranno mai incoraggiarli quando vanno a farsi del male. La mamma benedice e accoglie il figlio drogato, ma non benedice il suo atto di drogarsi; il padre benedice il figlio ladro ma non benedirà l'atto di rubare. Sinceramente mi fa anche ridere scrivere simili banalità da quarta elementare e non mi spiego come si sia potuta creare questa confusione, davvero impresentabile a livello logico prima ancora che teologico. A meno che non ci sia un fine che io nella mia ingenuità non vedo.
INTRINSECAMENTE DISORDINATI Ne consegue che o si cambia il CCC sull'omosessualità, smettendo di dichiarare i rapporti sessuali con persone dello stesso sesso "intrinsecamente disordinati", oppure si correggerà il tiro della presente dichiarazione, anche ascoltando - in nome della sinodalità - le voci di diverse conferenze episcopali nel mondo, come quella polacca, ungherese, kazaka, diverse africane e altre, più alcune voci di singoli pastori in Italia e in tutto il mondo, e anche l'affermazione della Chiesa ortodossa, che dichiara chiusa in seguito questa posizione della Cattolica ogni possibilità di ricongiunzione. Ma io prima di tutto vorrei che venisse ascoltato il grido di dolore delle persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, e che finora hanno trovato nella Chiesa l'unica voce che indicasse loro la verità. Perché io non so dove vivano quelli che lavorano alla Congregazione per la Dottrina della fede, ma nel mondo, almeno in Europa, Usa, Canada, in tutto il mondo occidentale l'omosessualità è non solo non condannata né stigmatizzata, ma anzi incoraggiata. I colossi dell'entertainment pagano dazio alla lobby mettendo almeno una coppia dello stesso sesso in ogni serie o film, altrimenti neanche ottengono l'imprimatur. Le scuole promuovono le carriere alias anche contro la legge, attivisti del mondo lgbt vengono chiamati a pontificare per insegnare a tutti che quello è l'amore vero, perché bisogna essere inclusivi (che orrore leggere quella parola anche in Fiducia supplicans, ormai l'unica opera che non usi "inclusivo" nel suo vocabolario è il Vangelo, e io due domande me le farei). Quindi, se il motivo di questa dichiarazione fosse che la Chiesa si sente in dovere di non far sentire giudicate le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, io vorrei dire che la Chiesa non deve farsi mettere all'angolo dal mondo, magari per paura di dispiacere, ma deve essere umilmente fiera di Cristo che sa, solo Lui, cosa è nel cuore dell'uomo, solo Lui lo sa! A giudicare le persone omosessuali è solo il loro personale dolore, è la verità intima che li fa soffrire, non lo stigma sociale. Ma quello che si aspettano dalla Chiesa è la Verità, che ci fa liberi davvero, e un incoraggiamento a proseguire nella ricerca di Dio, perseguendo la castità, come molti omosessuali cattolici fanno. Sono loro le vere vittime di Fiducia supplicans. Infine, a chi dice che si sta sempre con il Papa, rispondo che sono d'accordo. Sono pronta a morire per la Chiesa, davvero. Ma essere con il Papa significa anche esercitare la corresponsabilità dei fedeli laici e aiutare a far sì che intervenga presto una correzione del tiro che è richiesta da tante autorevoli voci di pastori nel mondo, e che non dubito avverrà presto, essendo questo un pronunciamento evidentemente provvisorio, dal momento che apre e lascia sospese troppe questioni di fondamentale importanza.
DOSSIER "FIDUCIA SUPPLICANS" Non si possono benedire le coppie gay Per leggere gli articoli, clicca qui!
Fonte: Blog di Costanza Miriano, 3 gennaio 2024
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IL FUOCO SEGRETO CHE ANIMA TOLKIEN E' LA SUA FEDE CATTOLICA
L'autore de Il Signore degli Anelli ha impresso nel simbolismo della storia i temi più cari al cristianesimo: la morte, l'accettazione della croce, la creazione, la virtù e il peccato, i rischi morali del potere, ecc.
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 novembre 2023
«Ho esposto il mio cuore perché gli sparassero», scrive Tolkien all'indomani della pubblicazione del primo volume de Il Signore degli Anelli. I suoi detrattori ne liquidarono subito l'opera, poiché delineava a loro avviso in maniera semplicistica il confine tra bene e male. Eppure i «temi dell'opera sono la chiave d'accesso alle sue più profonde preoccupazioni, comprese la morte e l'immortalità, la nostalgia del paradiso, la creazione e la creatività, la realtà della virtù e del peccato, della corretta gestione della natura, dei rischi morali che il possesso del potere tecnologico comporta. Dal momento che credeva nelle verità di certi dogmi, egli le utilizzò come torce o lampade di cristallo, che diffondevano la luce nei luoghi bui. Si tratta di una storia che ci dice cose che abbiamo bisogno di sapere». Nel prezioso saggio Il fuoco segreto (Lindau 2023, pp. 191) recentemente ripubblicato, Stratford Caldecott - direttore del Chesterton Institute di Oxford - illumina così il tema della ricerca spirituale di Tolkien a partire da un'analisi acuta di opere, personaggi e simboli che popolano l'immaginario epico del grande scrittore britannico. «Tolkien era un esploratore. Le storie a cui dedicò così tanto tempo ed energia sono appunti delle sue spedizioni alla ricerca di un mondo più antico o "interiore". Sapeva di scrivere finzioni, ma allo stesso tempo sentiva che stava raccontando la verità sul mondo». Tolkien fa esperienza infatti dell'amore vero per Edith che diventerà presto sua moglie; del dolore familiare (orfano del padre, perde anche la madre a 12 anni) e collettivo (partecipa alla Prima Guerra Mondiale); dell'amicizia in particolare con Lewis. Tutte esperienze che trasfigura nella mitopoiesi dei suoi racconti epici, dove il linguaggio è rivelativo della realtà profonda, nel contempo misteriosa e concreta, delle cose.
L'EROE CRISTIANO Di qui, rileva Caldecott, «la 'Terra di mezzo' prende il nome dalla sua posizione tra paradiso e inferno». Come Lo Hobbit anche il suo capolavoro è un viaggio «"andata e ritorno" dal terreno all'epico, dal quotidiano all'eroico, per poi far ritorno al terreno». Al contrario de Lo Hobbit ne Il Signore degli Anelli «non vi è la riconquista di un tesoro, ma la sua perdita: l'anello deve essere "disfatto" nel fuoco in cui era stato forgiato. Il nemico non può sospettare che coloro che custodiscono l'Anello si rifiutino di utilizzarlo, o addirittura vogliano distruggerlo». In questo modo, «via via che l'avventura procede, Frodo emerge come modello d'eroe molto "cristiano". L'eroe cristiano si lascia umiliare e crocifiggere, rifiuta il rispetto e la gloria terreni in nome di qualcosa di molto più grande: non solamente la propria integrità, ma la volontà del Padre nei cieli; non per se stesso, ma per Dio e per il prossimo. Frodo fa quello che sa di dover fare per il bene degli altri: "Ho tentato di salvare la contea ed è stata salvata, ma non per merito mio"». Una missione che inizia, non a caso, il 25 dicembre. E in effetti i riferimenti cristologici sono, fuor di metafora, molteplici. Per esempio, come Gesù nell'orto degli ulivi, così nella tana di Shelob Frodo subisce le conseguenze del tradimento di Gollum; oppure, come Gesù cade sotto il peso della croce e necessita dell'aiuto del Cireneo, così quando l'Anello cresce in peso e potere l'hobbit cade a terra e Sam si offre di portare "il fardello". Tuttavia nell'ora finale non è Frodo a salvare il mondo, né Gollum che gli stacca il dito con un morso; «la salvezza giunge come conseguenza della misericordia e del perdono che Frodo aveva dimostrato precedentemente nei confronti di Gollum», ossia in sostanza è Dio che, nella sua provvidenza, sa volgere al bene anche gli errori umani e i piani del nemico.
LA NOSTALGIA DI CRISTO Riguardo alla figura di Aragorn, Caldecott sottolinea che in lui, «come in Artù, il sangue regale si deve dimostrare meritevole del regno attraverso l'eroismo». Aragorn, che percorrendo i Sentieri dei Morti libera l'esercito fantasma di Isildur e svela le insegne del suo regno che solo i morti viventi vedono e seguono, allude alla figura del Re che dorme e sveglia le anime dei giusti nel sabato santo. Di qui, «una volta che il Re si prende il suo trono, potremo far ritorno al nostro mondo con l'autorità di amici e servitori del Re, per dare inizio al compito che ci attende una volta tornati a casa». È la «conoscenza di una luce e di una bellezza che vale la pena difendere a ispirare l'eroismo» della Compagnia dell'Anello. Sam, fedele a Frodo, fa ritorno dalla sua famiglia e assume il potere di guarire la Contea dalle ferite della guerra. Galadriel, immacolata per non aver compiuto azioni malvage, «visione di saggezza, bellezza, grazia e luce senza ombre», è figura della Vergine Maria, in quanto ha «la bellezza sia come maestà che come semplicità»; e ancor più Elbereth, Regina delle Stelle, la quale «ha il ruolo di trasmettere la luce alle regioni celesti». Esiste dunque «uno spirito elfico infuso negli uomini che significa il risveglio di un'insoddisfazione divina, un eros per il trascendente». È la nostalgia di Cristo che il lembas, il «Pan di via» degli Elfi che allude all'Eucarestia, rinsalda. Ne è ben consapevole Tolkien che cerca perciò di partecipare quotidianamente alla Santa Messa per attingere quel «fuoco segreto», ossia «l'amore di Dio che brucia nel cuore del mondo» e di ogni uomo. Nota di BastaBugie: per sapere tutto, ma proprio tutto, su Tolkien e il Signore degli anelli, leggendo recensioni, guardando video di approfondimento, spezzoni e trailer dei film, e molto altro, visita il sito Film Garantiti cliccando sul seguente link. http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=8
Per acquistare il libro "Il fuoco segreto" (Lindau 2023, pp. 191) di Stratford Caldecott, direttore del Chesterton Institute di Oxford, di cui si parlava nell'articolo, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 novembre 2023
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SE ''LOVE IS LOVE'' PERCHE' NON INNAMORARSI DI UN ALBERO?
E infatti una donna dice di provare attrazione sessuale per una quercia (e in California le scuole fanno vedere ai bambini film sui trans e sui bloccanti della pubertà)
Fonte Provita & Famiglia, 4 gennaio 2024
Le scuole della California promuovono attivamente il transgenderismo nei minori tramite materiali audiovisivi, sollevando preoccupazioni e sdegno tra i genitori e gli attivisti pro family. Il distretto scolastico di Hayward, infatti, che serve oltre 19.000 studenti dalla scuola materna alle superiori, ha adottato un approccio educativo controverso, incoraggiando gli studenti a guardare film che normalizzano il transgenderismo infantile e promuovono trattamenti come i bloccanti della pubertà. In particolare, l'HUSD ha creato un elenco di "film inclusivi LGBTQ", inclusi film destinati agli studenti dalla quinta elementare in su, che mirano a mostrare "la diversità delle esperienze di genere". Uno di questi film, per fare un esempio, è incentrato su una ragazza di 12 anni che esplora la sua identità di genere e riceve un trattamento medico per ritardare lo sviluppo fisico. Un vero e proprio tentativo di indottrinare i bambini su questioni di genere e sesso, spingendo attivamente l'ideologia di genere e sovvertendo i valori scientifici e biologici. Le preoccupazioni crescono anche a causa della promozione di film che criticano le concezioni tradizionali del sesso. Un altro esempio è "Straightlaced: How Gender's Got Us All Tied Up", un film che mette in discussione i ruoli di genere tradizionali e incoraggia alla fluidità di genere. Il distretto sta anche promuovendo un programma di libri per le scuole elementari che si concentra su storie che includono strutture familiari non tradizionali, come famiglie con due mamme o due papà, e temi di identità di genere. Questo approccio è stato denunciato da genitori e associazioni come un'intrusione ideologica nell'educazione dei bambini, distogliendo l'attenzione da temi educativi fondamentali. Inoltre un documento del distretto sulle risorse "inclusive, anti-pregiudiziali, antirazzisti, LGBTQIA+" vorrebbe indirizzare a elenchi di libri LGBT per bambini piccoli. Questo orientamento pedagogico è dunque un tentativo di plasmare e influenzare le giovani menti su temi delicati e complessi, senza un'adeguata considerazione delle implicazioni etiche e psicologiche a lungo termine. Un modo, da parte del distretto scolastico, per promuovere un'agenda pro-transgender tra i giovani studenti, ignorando le preoccupazioni dei genitori e la necessità di un approccio più equilibrato e attento alla questione dell'identità di genere e del benessere dei minori.
Nota di BastaBugie:nell'articolo seguente dal titolo "Sono ecosessuale" si parla di una canadese (una donna, non una tenda, perché in tal caso poteva essere) che si è innamorata di una quercia e prova per essa un'attrazione sessuale. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 gennaio 2024: La canadese Sonja Semyonova, 45 anni, è ecosessuale. Ossia si è innamorata di una quercia e prova per essa un'attrazione sessuale. La quercia, a suo dire, la riempie di «un'energia erotica ». L'incontro con la quercia è avvenuto nelle sue passeggiate quotidiane nel bosco fuori casa. La donna spiega che «c'era in essa un erotismo con qualcosa di così grande e così vecchio che mi attraeva. Ho notato una connessione con l'albero. Mentirei se dicessi l'opposto». L'ecosessualità è una delle infinite conclusioni logiche dell'omosessualità, anzi: del principio che ogni affetto è amore ed è dunque sano. Se una persona si può innamorare di una persona dello stesso sesso perché non può innamorarsi di una pianta? Si obietterà che nell'omosessualità si prova attrazione verso una persona e non verso un vegetale. Ma, volendo fare l'avvocato del diavolo, è discriminatorio affermare che l'amore possa essere confinato solo nello stretto recinto della nostra specie, escludendo così i vegetali e gli animali. Come l'amore vero può essere espresso per una persona dello stesso sesso o di sesso differente e, così l'amore vero può essere espresso per un essere della stessa specie o di specie differente. Tra l'altro, come l'omosessualità è per sua natura infeconda, parimenti anche l'ecosessualità. Continuando ad argomentare secondo la logica LGBT, è solo una sovrastruttura culturale ecofoba, una ristrettezze di vedute che ci spinge ad escludere le piante dal raggio del nostro amore. Chi siamo noi alla fine per giudicare la signora Semyonova? Fa del male a qualcuno con il suo amore ecosostenibile? E non è forse questo un'alta espressione dell'ambientalismo? Non dobbiamo forse noi amare il creato? E allora questa donna canadese non sta semplicemente dando forma particolare a questo nostro doveroso amore? "Love is love" is green.
Fonte: Provita & Famiglia, 4 gennaio 2024
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OMELIA III DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 1,14-20)
Convertitevi e credete nel Vangelo
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
La pagina evangelica che è stata letta ci ha offerto soltanto pochi versetti del primo capitolo della narrazione di Marco. Ma in poche righe ci è stato richiamato quasi tutto ciò che è essenziale al nostro impegno di figli di Dio e di appartenenti al gregge del Signore. Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio (Mc 1,14). Tutto nell'evento cristiano comincia con un "annuncio", anzi con un "buon annuncio": un "evangelo". Il vangelo di Dio. È un annuncio che viene dall'alto. Per questo è "buono": dagli uomini è difficile aspettarsi delle notizie che davvero ci possano rallegrare. Notizie "dal basso" sono, per esempio, quelle che ascoltiamo dai telegiornali; e quasi mai sono notizie che ci incoraggino nel nostro mestiere di uomini e ci accrescano la voglia di vivere. Come si vede, la vita nuova, che siamo chiamati a vivere nella Chiesa, non prende inizio da un'analisi sociologica, né da un sondaggio di opinioni, né da una rassegna dei problemi e dei guai umani. Prende inizio dall'"evangelo di Dio", vale a dire, dalla stupefacente novità che c'è sopra di noi, ma a noi vicinissimo e anzi intimo, un Dio che si prende cura di noi e ci vuole bene. C'è sopra di noi - di là da quella che abbiamo sentito san Paolo chiamare la "scena di questo mondo" - un oceano di amore paterno, che è pronto a riversare sulla nostra povertà, sui nostri smarrimenti, sui nostri errori l'onda inesauribile della sua misericordia. Questo è l'annuncio, questo è il "vangelo di Dio". Il "vangelo di Dio", cioè la riscoperta del Padre, fonte decisiva di ogni speranza, è, dunque, il primo messaggio che ci viene trasmesso da Gesù all'inizio della sua vita pubblica. Egli è venuto tra noi appunto per rivelarci il Padre, per metterci a parte di questa fortuna inattesa che è ormai alla nostra portata. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1,18). Diceva:... Il regno di Dio è vicino (cf. Mc 1,15). Questa realtà salvifica, che ci viene annunziata, è un "regno": un "regno" che si è fatto vicino. Un "regno", che vuol dire: una potenza capace di rovesciare le sorti assurde e tragiche della stirpe di Adamo; una energia infusa nei cuori che si risolvono ad aprirsi, in modo che il male non possa più infiltrarsi e spadroneggiare dentro di noi; una vittoria della verità e della giustizia sulla menzogna e sulla iniquità: vittoria che è già in atto e aspetta solo di essere pienamente manifestata. Tutto ciò è il "vangelo", e noi siamo invitati ad accoglierlo nella fede: Credete, è la prima proposta vitale del Signore Gesù; Credete al vangelo (Mc 1,15). Senza questa nostra personale certezza che il regno di Dio è vicino (ibid.), noi restiamo ancora oppressi dal Principe di questo mondo (cf. Gv 12,31) e suoi prigionieri. Se invece cominciamo a "credere" sul serio, allora si delinea in noi la vittoria di Dio: Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede (1 Gv 5,4).
L'URGENZA DI CONVERTIRSI Ma credere qui non vuol dire soltanto accettare intellettualisticamente come vera la grande notizia che ci è stata comunicata. Vuol dire anche questo; ma vuol dire soprattutto dischiuderci con ogni fibra del nostro essere alla luce e al fuoco dell'amore di Dio. Niente allora in noi, nei nostri pensieri, nei nostri affetti, nella nostra condotta può restare più come prima; niente deve rimanere nella vecchiezza, nella contaminazione, nella fragilità dell'uomo irredento. Tutto in questa fede deve essere trasfigurato. Perciò Gesù dice: Convertitevi e credete al vangelo (Mc 1,15). Convertitevi, cioè cambiate totalmente; o, meglio, lasciatevi cambiare totalmente, così che non ci sia più niente in voi che sia in contrasto con la realtà giovane e viva che vi viene donata. Convertirsi è ritrovare il Padre e la sua infinita misericordia. E come è inesauribile l'amore divino che perdona, inesauribile e incontentabile deve essere dentro di noi la volontà di adeguarci sempre di più alla sua santità. Il tempo è compiuto (Mc 1,15), ti dice Gesù. Non si tratta solo del tempo dei "segni" e delle "figure", che si è esaurito con la fine della missione di Giovanni il Battezzatore. Si tratta del tempo che è stato assegnato a ciascuno di noi: al momento stesso che l'annuncio definitivo della salvezza è arrivato alle nostre orecchie, è arrivata per noi l'ora di arrenderci alla grazia e di entrare con pienezza e senza indugio nell'avvenimento della redenzione. Se il tempo è compiuto, se l'amore di Dio si è fatto ormai incalzante e imminente sulla nostra esistenza, non ci possono essere più svogliatezze o rimandi. Se il tempo è compiuto, l'avverbio che conviene alla nostra risposta è "subito". E "subito" è anche, come avete sentito, la parola che contraddistingue la decisione dei primi chiamati: Subito... lo seguirono (cf. Mc 1,18).
IL MINISTERO APOSTOLICO NEL DISEGNO DIVINO DI SALVEZZA Vi farò diventare pescatori di uomini (Mc 1,17). L'episodio riferito nel vangelo di Marco pone in risalto un altro elemento importante del disegno divino di salvezza, ed è l'assunzione di alcuni uomini a essere i ministri qualificati della predicazione e della grazia sacramentale nella Chiesa. È il "ministero apostolico", che per volere di Cristo dovrà animare, illuminare, dirigere la vita cristiana sino alla fine dei secoli. La vocazione di Andrea, Simone, Giacomo e Giovanni - come ci è stata qui raccontata - non è solo la vocazione "battesimale" di chi si pone come credente alla sequela dell'unico vero Maestro. È anche la vocazione "sacerdotale" di chi nella comunità ecclesiale sarà l'immagine viva e attiva di Gesù Capo, Sposo e Pastore. La "pesca" che qui viene compiuta da Gesù è "pesca di pescatori", cioè arruolamento di persone che in modo diretto ed eminente si dovranno fare carico di portare gli altri sulle strade del Regno. Vi farò pescatori di uomini (Mc 1,17). Essi non costituiranno mai una tribù a parte o una "casta", come nell'Antico Testamento i figli di Levi. Saranno di volta in volta presi dalla gente del popolo che ha un lavoro comune e una famiglia. Ma, per corrispondere adeguatamente alla loro missione, saranno collocati in una situazione "diversa": il loro lavoro a tempo pieno sarà l'impegno apostolico; la loro più autentica famiglia sarà la comunità cui saranno invitati. Perciò "lasciano le reti", come Simone e Andrea; e "lasciano il padre", come i figli di Zebedeo (cf. Mc 1,18.20). Di questi "pescatori di uomini" il popolo cristiano non può assolutamente far senza. Preghiamo allora perché il Signore assicuri sempre questo dono indispensabile alla nostra Chiesa.
Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire". Per acquistare il libro "Stilli come rugiada il mio dire" che raccoglie le omelie per le Domeniche del Tempo Ordinario Anno B (€ 12), clicca qui! Per acquistare i tre volumi (Anni A, B, C) a prezzo scontato (€ 29) con anche in omaggio due piccoli libri sempre del card. Biffi (La fortuna di appartenergli e L'ABC della fede), clicca qui!
Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.
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