BastaBugie n�862 del 28 febbraio 2024

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1 BENEDIZIONI COPPIE GAY, ATTI MALVAGI CHE IL SACERDOTE DEVE NEGARE
Il bravo sacerdote non può impartire una benedizione alle coppie irregolari o omosessuali (magari usando l'astuzia) perché è un'azione intrinsecamente malvagia, com'è chiaro per la Bibbia e il Magistero
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 IMMORTALITA' ARTIFICIALE: UN AVATAR AL POSTO DEL CARO ESTINTO
Morto che parla... non è solo il 47 nella tombola, ma anche l'ultima promessa dell'Intelligenza Artificiale, che riproduce volto e voce dei defunti (vana illusione che dimentica che è la preghiera il vero ponte verso l'aldilà)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 UN CUORE CHE BATTE APPRODA IN PARLAMENTO
La proposta obbligherebbe il medico dell'ultima visita prima dell'aborto a far vedere il figlio alla mamma e a farle ascoltare il battito del suo cuore (così molte mamme rinunciano ad uccidere il loro bambino)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 FUNERALE TRANS, UNO SCEMPIO DA DOTTRINA FERNANDEZ
Celebrate nella cattedrale di Saint Patrick le esequie di un attivista transessuale e ateo: un sacrilego spettacolo queer che per il diritto canonico non doveva essere celebrato
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 TELEPATHY, IL CHIP DI MUSK TRA BENEFICI E RISCHI
Il primo impianto di un chip che permette di leggere le onde cerebrali ha un fine terapeutico, ma presenta anche rischi per la deriva transumana
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 IL REALISMO DI SAN TOMMASO D'AQUINO, ANTIDOTO AI MALI ODIERNI
A 750 anni dalla morte del Dottore Angelico la sua filosofia e la sua teologia sono incomprese perché hanno una logica ferrea e si fondano sulla realtà
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 OMELIA III DOM. DI QUARESIMA - ANNO B (Gv 2,13-25)
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - BENEDIZIONI COPPIE GAY, ATTI MALVAGI CHE IL SACERDOTE DEVE NEGARE
Il bravo sacerdote non può impartire una benedizione alle coppie irregolari o omosessuali (magari usando l'astuzia) perché è un'azione intrinsecamente malvagia, com'è chiaro per la Bibbia e il Magistero
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24 gennaio 2024

Il bravo sacerdote che sa che è errato impartire una benedizione alle coppie irregolari o omosessuali come si deve comportare qualora il suo superiore - parroco, vescovo, superiore religioso - gli comandasse invece di impartirla? Non dovrebbe comunque obbedire, perché benedire una coppia irregolare o omosessuale è un'azione intrinsecamente malvagia.
Insegna Giovanni Paolo II: «Esistono atti che, per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze, sono sempre gravemente illeciti, in ragione del loro oggetto» (Reconciliatio et paenitentia, 17). Da qui la conclusione: «Una volta riconosciuta in concreto la specie morale di un'azione proibita da una regola universale, il solo atto moralmente buono è quello di obbedire alla legge morale e di astenersi dall'azione che essa proibisce». (Veritatis splendor, n. 67).
Ma come si può provare che benedire una coppia irregolare o omosessuale sia un atto intrinsecamente malvagio? In merito ad entrambi i casi richiamiamo ancora Veritatis splendor: «Insegnando l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: "Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio" (1 Cor 6,9-10)» (81). Appare evidente che se la fornicazione e la sodomia sono condotte intrinsecamente cattive non posso benedirle, ossia dire bene di ciò che è male: sarebbe una contraddizione in termini sul piano logico e, sul piano morale, sarebbe intrinsecamente iniquo rendere moralmente lecito ciò che non lo è, giustificare l'ingiustificabile, approvare l'ingiustizia. È un sofisma affermare che la benedizione non giustifica o non qualifica in modo positivo o non approva la relazione che si va a benedire. Sarebbe un gioco di parole per occultare una verità lapalissiana: la benedizione si dà solo a ciò che è ordinabile a Dio perché solo tale realtà merita una benedizione.

NON È LECITO COMPIERE IL MALE PERCHÉ NE DERIVI UN BENE
Lo stesso documento Fiducia supplicans lo conferma: «Le benedizioni [...] sono ordinate alla lode di Dio, [...] "le formule di benedizione hanno soprattutto lo scopo di rendere gloria a Dio per i suoi doni"» (10) e in riferimento a chi vive un rapporto di coppia irregolare o omosessuale afferma che costui «vive in situazioni non ordinate al disegno del Creatore» (28). Ecco perché il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede del 2021 chiudeva la questione così: «Dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni. In questo caso, infatti, la benedizione manifesterebbe l'intenzione non di affidare alla protezione e all'aiuto di Dio alcune singole persone [...] ma di approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio».
Dunque, il bravo sacerdote non potrà che rifiutarsi di benedire coppie irregolari o gay anche se il suo superiore glielo comanda e anche nel caso in cui perdesse il posto e fosse mandato in esilio. «Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene», insegna il Catechismo (n. 1756). Con Fiducia supplicans si è aperto ufficialmente il tempo del martirio, dove i persecutori sono persone ordinate che agiscono a danno di altre persone ordinate. Ciò detto, il bravo sacerdote, oltre a rifiutarsi di benedire, deve essere anche evangelicamente furbo. Ossia, tra gli altri stratagemmi per salvare la dottrina e insieme a questa, se possibile, la propria pellaccia, deve comunicare quelle motivazioni, buone in sé, che alle orecchie del proprio superiore appaiono persuasive, sebbene non siano quelle fondamentali per rifiutarsi di benedire.
Un caso esemplare è quello del documento Nessuna benedizione per le coppie omosessuali nelle Chiese africane firmato dal cardinale Fridolin Ambongo, in qualità di presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar e approvato dal Papa e dal cardinal Fernández. Nel documento possiamo leggere: «Le conferenze episcopali preferiscono generalmente [...] non offrire benedizioni a coppie dello stesso sesso». Per quale motivo? Il cardinal Ambongo indica una coppia di motivazioni. La prima è quella fondante, la vera motivazione: l'omosessualità è contraria alla Rivelazione e al Magistero e dunque è impossibile benedire le relazioni omosessuali. Richiamiamo qualche passaggio: «Il costante insegnamento della Chiesa descrive gli atti omosessuali come "intrinsecamente disordinati". [Si cita] Lv 18,22-23 dove l'omosessualità è esplicitamente proibita e considerata un abominio. [...] San Paolo, nella Lettera ai Romani, condanna quelli che chiama rapporti innaturali (cf. Rm 1,26-33) o costumi vergognosi (cf. 1Cor 6,9-10)».

GIUSTA ASTUZIA
Dopo aver richiamato le vere ragioni per cui negare queste benedizioni, ecco che, con giusta astuzia, si propongono altre motivazioni che - si sa - sono ben accette a Roma, motivazioni non dottrinali, ma puramente sociali: «Oltre a queste ragioni bibliche, il contesto culturale africano, profondamente radicato nei valori della legge naturale sul matrimonio e sulla famiglia, complica ulteriormente l'accettazione delle unioni di persone dello stesso sesso, in quanto viste come contraddittorie con le norme culturali e intrinsecamente corrotte. [Queste benedizioni] non possono essere realizzate in Africa senza esporsi a scandali. [...] Sarebbero in diretta contraddizione con l'ethos culturale delle comunità africane».
Queste motivazioni sociali, come la Bussola ha già spiegato, non possono rappresentare la giustificazione ultima per vietare le benedizioni gay - se il contesto culturale africano mutasse si potrebbero allora benedire le coppie gay? - ma sono quelle più convincenti per papa Francesco e il cardinal Fernández. Buttarla sul piano della cultura africana è stato vincente perché, nell'approccio pastorale proposto dall'attuale Magistero, il buon selvaggio di Rousseau ha sempre ragione, è custode di tradizioni e costumi intoccabili, come le vicende del Sinodo per l'Amazzonia e della Pachamama hanno illustrato bene. E infatti cosa ha risposto papa Francesco a loro, risposta contenuta nel documento di Ambongo? «Sua santità papa Francesco, ferocemente contrario a qualsiasi forma di colonizzazione culturale in Africa...», a conferma di aver premuto il tasto giusto. I vescovi africani dovevano portare a casa un risultato, non dovevano tenere una lezione di dottrina, pur non dovendo tradirla ovviamente.
Così dovrebbe fare anche il nostro bravo sacerdote in veste di negoziatore che vuole liberare la pastorale dalle mani di alcuni sequestratori. Richiami la dottrina del Magistero e accanto a questo faccia appello alla sensibilità dei fedeli, al pericolo di scandalo, alle tradizioni locali, al parere dei suoi fedeli, etc. E soprattutto faccia appello al buon Dio perché illumini il suo superiore.

DOSSIER "FIDUCIA SUPPLICANS"
Non si possono benedire le coppie gay

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24 gennaio 2024

2 - IMMORTALITA' ARTIFICIALE: UN AVATAR AL POSTO DEL CARO ESTINTO
Morto che parla... non è solo il 47 nella tombola, ma anche l'ultima promessa dell'Intelligenza Artificiale, che riproduce volto e voce dei defunti (vana illusione che dimentica che è la preghiera il vero ponte verso l'aldilà)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31 gennaio 2024

La preghiera per creare un ponte tra i viventi e i cari estinti? Roba vecchia di quando non c'era la tecnologia attuale. Oggi ci pensa l'Intelligenza Artificiale a permettere di interloquire con il de cuius.
Eternal You, un documentario presentato al Sundance Film Festival, ha indagato le nuove potenzialità dell'Intelligenza Artificiale in relazione alla creazione di avatar il più possibile simili al padre, alla nonna o al marito che non c'è più al fine di poterli vedere e parlare ancora con loro. Il defunto torna in vita con il suo viso e la sua voce, dedotta da video o registrazioni, con i suoi aspetti caratteriali, tramite il ricordo degli amici e parenti, e con la sua forma mentis, grazie all'analisi dei suoi scritti.
E così abbiamo il caso della signora Jang Ji Sung, mamma sudcoreana, che ha voluto parlare con l'avatar della figlia Nayeon, morta a sette anni. Oppure Josh il quale, grazie alla startup Project December, può chattare con la sua ragazza del liceo scomparsa prematuramente. L'inventore della startup, Jason Rohrer, ha - tanto per rimanere in tema - seppellito la sua coscienza sotto la prospettiva di lauti guadagni e così risponde alle critiche: «Non è mia responsabilità fermare questa tecnologia perché alle persone potrebbero non piacere le risposte che dà».

L'INSANO DESIDERIO DI PARLARE CON I MORTI
In tutti noi c'è il desiderio di continuare a parlare con i nostri cari che non ci sono più. Lo possiamo fare? Sì è lecito. I nostri pensieri rivolti a loro giungeranno a questi ultimi? Se Dio lo permette, accadrà. E loro possono mettersi in contatto con noi? L'evocazione dei morti così come l'avvalersi di medium sono pratiche vietate dalla Chiesa (cfr. CCC nn. 2116-2117) anche perché spesso queste pratiche sono varchi dove possono passare forze demoniache. La Chiesa in merito alle anime defunte ci dice solo una cosa: di pregare e offrire sacrifici per loro. Ci consiglia la cosa migliore: far del bene a loro. Ciò non toglie che quelli che stanno là, per permissione divina, possano a volte farsi presenti tra quelli che stanno qui. C'è un caso famoso presente nei Vangeli: quando Gesù si trasfigurò sul Monte Tabor, Mosè ed Elia apparvero anche a Pietro, Giacomo e Giovanni e iniziarono a parlare con Gesù (cfr. Mt 17, 1-9). Oltre a questo, ma non è materia di fede, molti sono i santi che hanno avuto colloqui con le anime defunte. Ma tutto questo sempre per volontà di Dio.
Oggi invece abbiamo inventato l'Intelligenza Artificiale che è diventata il nuovo medium per fare una videochiamata nell'Aldilà e per far tornare in vita chi è già nell'eternità. Da una parte questa esigenza parossistica di voler vedere e sentire il proprio caro è sintomo quasi certo che la persona non ha elaborato il lutto, non ha accettato con serenità la morte dell'amato. Lo vuole con sé costi quel che costi. Il rifiuto della morte è certificato dall'accettazione della farsa, perché la madre che vuole parlare con la figlia defunta sa perfettamente che quella che vede e sente non è sua figlia, ma una ricostruzione di un computer. È l'ipertrofia del virtuale che mima il reale, che falsifica gli affetti, che rende artefatte le emozioni, che illude come potrebbe fare qualsiasi altra droga capace di far accedere a paradisi artificiali. Qui di artificiale c'è una pseudo intelligenza che ci vuole portare in un surrogato di paradiso. Meglio quindi una finzione consolante che una realtà desolante.

LA TECNOLOGIA POSTUMANA
L'estinto che resuscita in forma di avatar è l'ultima frontiera della tecnologia postumana che vorrebbe spingersi al di là della vita per connettersi con il regno dei morti e così eternare qui sulla Terra ciò che invece è transeunte. È una sorta di immortalità offerta a tutti: poter vivere per sempre tramite non un alter-ego digitalizzato, ma tramite il proprio ego digitalizzato. Uno zombie tecnologico. Questa nuova trovata, allora, non spalanca le porte nell'Aldilà, ma le serra nell'Aldiqua perché rende immanente l'assolutamente trascendente come potrebbe essere l'anima che vola in Cielo perché tenta di tradurla in bytes. È una delle tante prove del fatto che oggi l'homo technologicus ha spento per sempre la speranza nella vita eterna ed invece accende sempre più ceri all'altarino della tecnica. Per paradosso l'avatar del nonno morto non ci fa sentire il nonno più vicino a noi, non ci mette in comunicazione con lui, ma fa ripiegare noi e il nostro dolore, la nostra nostalgia, il nostro rammarico, la nostra disperazione su noi stessi, centuplicando così il dolore, la nostalgia, il rammarico e la disperazione. Non solo tutto questo non è dialogo, bensì solipsismo, ma conferma che l'apparenza non ha mai un effetto lenitivo, bensì solo peggiorativo.
Questo accade anche perché nell'attuale era decisamente postcristiana non ci si affida più alla comunione dei santi, comunione che esiste anche tra i vivi e i morti (cfr. CCC n. 958), ma alle community social, ad intelligenze non umane, a speranze fatte di silicio.
Infine appare tristemente curioso che in quest'affanno di riportare in vita chi non c'è più per parlarci, non parliamo più con Chi è morto, ma ora vive per sempre. L'inginocchiatoio davanti a qualsiasi tabernacolo è infatti quella invenzione tecnologica raffinatissima che permette a ciascuno di noi di colloquiare non con un defunto qualsiasi, ma con Dio in persona. In carne ed ossa senza bisogno di avatar.

Nota di BastaBugie: ecco di seguito i brani del Catechismo della Chiesa Cattolica citati nell'articolo.
N. 958 - La comunione con i defunti. «La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché "santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati" (2 Mac 12,46), ha offerto per loro anche i suoi suffragi». La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore.
N. 2116 - Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che «svelino» l'avvenire. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l'onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo.
N. 2117 - Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo - fosse anche per procurargli la salute - sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancora più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all'intervento dei demoni. Anche portare amuleti è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli. Il ricorso a pratiche mediche dette tradizionali non legittima né l'invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento della credulità altrui.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31 gennaio 2024

3 - UN CUORE CHE BATTE APPRODA IN PARLAMENTO
La proposta obbligherebbe il medico dell'ultima visita prima dell'aborto a far vedere il figlio alla mamma e a farle ascoltare il battito del suo cuore (così molte mamme rinunciano ad uccidere il loro bambino)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24 febbraio 2024

La proposta di iniziativa popolare Un cuore che batte, dopo aver raccolto 106 mila firme, più del doppio del necessario, approda in Parlamento, alla Camera, e verrà discussa dalle Commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali. Il testo della proposta mira ad aggiungere il seguente comma all'art. 14 della Legge 194: «Il medico che effettua la visita che precede l'interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».
La proposta di legge è preceduta da una relazione introduttiva elaborata dalla bioeticista Giulia Bovassi. In essa si appunta che il nascituro «è il grande e silenzioso invisibile» della procedura abortiva e dunque «obiettivo della presente proposta di legge [...] è rendere visibile l'invisibile e dare voce al silenzio, la voce di un battito cardiaco udibile già dalla quinta settimana di gravidanza», andando così a tutelare il diritto alla vita del concepito.
Si sottolinea poi che «la proposta di legge agisce sulla presa di coscienza di un dato di fatto: l'evidenza scientifica dell'umanità del concepito, contro ogni tentativo di attribuire a esso una presunta entità altra rispetto all'appartenenza alla specie umana e alla "personeità" [...] Voluto oppure no, un figlio resta tale per natura». Dunque questa proposta di legge  rispecchia fedelmente, secondo gli estensori, il principio contenuto nell'art. 1 della 194: la «tutela della vita umana fin dal suo inizio».

L'ACCOGLIENZA DEL FIGLIO
L'introduzione poi sgombra il campo da un fraintendimento: non si vuole solo potenziare il consenso informato della donna giudicando implicitamente così che qualsiasi sua scelta sia eticamente accettabile, ma lo si vuole potenziare perché lo si orienta verso un solo fine ben specifico: l'accoglienza del figlio. E per superare tutte le sterili polemiche nate in seno al mondo pro life e per rispettare le indicazioni presenti nel n. 73 dell'Evangelium vitae si aggiunge che tutte le realtà promotrici sono nettamente contrarie all'aborto.
Successivamente si specifica che le attività richieste al medico non esorbitano da quelle previste dal Codice deontologico bensì sono quelle indicate dallo stesso Codice: il medico, infatti, deve fornire «tutte le informazioni necessarie alla paziente (la madre) in merito alla gravidanza e allo stato di salute e vita del concepito, accertandone la presenza (esame ecografico) e la vitalità (battito cardiaco), come informazioni minime da comunicare in ambito diagnostico, così come accade quando, a parità di condizioni, la gestante si rivolge al medico curante per accertare lo stato di gravidanza e di salute del feto che intende accogliere». Infatti il medico è obbligato ad informare compiutamente la gestante su cosa sia l'aborto affinché il consenso sia realmente informato e libero. Inoltre l'ascolto del battito e la visione del feto configurano «almeno un tentativo per rimuovere le cause che porterebbero all'interruzione» e ciò in ossequio a quanto prescrive proprio l'art. 5 della legge 194.

IL CONCEPITO È UN ESSERE UMANO
La relazione si chiude argomentando, assai opportunamente, su due temi decisivi: lo statuto biologico del concepito e lo statuto antropologico dello stesso. Sul primo versante l'embriologia non ha più dubbi: il concepito è un organismo umano, è un essere umano. Sul secondo versante, la filosofia realista di impianto metafisico riconosce in quell'essere umano una persona. E dunque un plauso a questa relazione perché da una parte ha messo in luce che la proposta di legge va a soddisfare quegli obblighi previsti dalla stessa Legge 194 e dal Codice deontologico medico e, su altro versante, è andata ad individuare le due scriminanti decisive in tema di aborto: se il nascituro è un essere umano di natura personale non può essere ucciso. Tutte le altre considerazioni appaiono meramente accessorie di fronte a questa realtà e come tali devono fare un passo indietro, non risultando mai risolutive in merito ad un giudizio eticamente positivo sull'aborto.
È quasi impossibile che la proposta diventi legge, per evidenti e plurimi motivi politici. Ricordiamo, ad esempio, che nel gennaio del 2023 il Governo a guida Meloni si era impegnato a non modificare in alcun modo la 194. Detto ciò, questa proposta continua ad incassare successi: la mobilitazione di molte associazioni per raccogliere le firme, lo smascheramento in modo ancor più marcato di quelle realtà fintamente cattoliche ma in realtà pro aborto, la riapertura sui media e sui social del tema aborto evitando così che nella coscienza di molti l'aborto sia considerato una pratica archiviata, il risultato sbalorditivo di 106 mila firme, le quali sono la punta dell'iceberg che rivela che sotto il pelo dell'acqua esiste un esteso popolo pro vita, la relazione a questa proposta di legge che ha permesso di far leggere a due Commissioni parlamentari contenuti ormai estinti da qualsiasi dibattito bioetico in seno alla politica. Insomma, anche se la proposta, è il caso di dirlo, verrà abortita, prima di allora avrà già fatto sentire a molti, moltissimi il suo cuore battente e combattente.

IL CENTRODESTRA SVELA IL SUO VOLTO ABORTISTA
Con 257 sì e tre astenuti la Camera ha impegnato il Governo a non intaccare, nemmeno indirettamente, la legge sull'aborto (del resto la Meloni aveva promesso che non avrebbe abolito la 194)
di Stefano Fontana
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7304

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24 febbraio 2024

4 - FUNERALE TRANS, UNO SCEMPIO DA DOTTRINA FERNANDEZ
Celebrate nella cattedrale di Saint Patrick le esequie di un attivista transessuale e ateo: un sacrilego spettacolo queer che per il diritto canonico non doveva essere celebrato
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19 febbraio 2024

C'è il Vetus ordo, il Novus ordo e ora il trans ordo. Un rito trans è stato inventato giovedì scorso in occasione dei funerali dell'attivista transessuale, nonché ateo, Cecilia Gentili, per citare il suo nome anagrafico dato che nacque (e rimase) uomo. I funerali si sono svolti nella famosa cattedrale di Saint Patrick a New York.
Nonostante il professato ateismo del Gentili, l'organizzatore del funerale, Ceyenne Doroshow (anche lui trans), ha scelto la cattedrale di Saint Patrick perché iconica come il de cuius. Infatti il cinquantaduenne Gentili era personaggio assai famoso sia per i suoi trascorsi di ex prostituta, sia per il suo impegno come attivista Lgbt e come sostenitore dei diritti delle prostitute. Gentili, originario dell'Argentina, immigrò clandestinamente negli States all'età di 26 anni e nel 2009 finì in prigione per possesso di droga.
Il funerale si è trasformato in uno spettacolo queer. Canti non certo liturgici sono stati intonati in costumi appariscenti e per soprammercato hanno cambiato il testo dell'Ave Maria in Ave Cecilia. La foto del defunto era impreziosita da un'aureola e tutto intorno al suo viso alcuni termini in spagnolo che significavano "travestito", "puttana", "beata" e "madre", parole che campeggiavano sopra il testo del Salmo 25, mentre alcuni astanti lo invocavano come "madre delle puttane". Il celebrante ovviamente si è riferito al defunto con nomi e pronomi femminili; nelle preghiere dei fedeli c'è stato spazio anche per chiedere l'assistenza divina per gli interventi per il "cambio" di sesso.
La cattedrale era poi stipata da una folla variopinta: paillettes, abiti glitterati con colori audaci, un boa di piume composto da banconote da 100 dollari al collo di un presente. Centinaia di transessuali vestiti in modo non solo non consono ad una chiesa, ma non adatto nemmeno ad alcun altro luogo: seni finti quasi al vento, parrucche appariscenti, tacchi vertiginosi. Gentili si era battuto un'intera vita in favore della prostituzione e così i suoi amici lo hanno accontentato e hanno trasformato la cattedrale in un bordello.
Uno stupro del sacro che ha provocato una dichiarazione di Enrique Salvo, parroco di Saint Patrick, in cui ha annunciato una Messa di riparazione nella cattedrale stessa. Don Salvo aggiunge che lui sapeva solo che la Messa era per un cattolico. Appare una scusa traballante. Di certo sarà stato fornito il nome del defunto, nome notissimo a New York. Inoltre, ammesso e non concesso che nulla sapesse, si doveva comunque intervenire durante la funzione per bloccare simile carnevalata.

IL CODICE DI DIRITTO CANONICO
Ma ammettiamo che davvero nulla sapessero, poniamoci questa domanda: è lecito che si possa svolgere un funerale in suffragio di una persona come Gentili? La risposta viene dal Codice di diritto canonico che vieta le esequie ecclesiastiche, tra gli altri soggetti, ai «peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli», posto che «prima della morte non diedero alcun segno di pentimento» (Can. 1184). Il canonista Luigi Chiappetta commenta così questo divieto: «Le esequie ecclesiastiche, come ogni azione liturgica [...], sono segno ed espressione di comunione ecclesiale. Non possono pertanto essere concesse a coloro che vivono fuori di questa comunione, tranne che, prima di morire, abbiano dato qualche segno di pentimento» (Il Codice di Diritto canonico. Commento giuridico pastorale, Ed. Dehoniane, vol. II, p. 449).
Sarebbe contraddittorio accogliere nella Chiesa chi fino all'ultimo l'ha combattuta. Inoltre violerebbe la libertà di costui che nulla voleva a che fare con la Chiesa. Sarebbe come costringere un vegano ad ingurgitare carne. Il rifiuto di Gentili verso la dottrina della Chiesa è plurimo: sostenitore della prostituzione, del transessualismo e addirittura ateo. Dato che non abbiamo avuto notizia di un suo ultimo ravvedimento non sarebbe stato lecito svolgere esequie ecclesiali per una persona che scientemente ha rifiutato la misericordia di Dio dal momento che non c'è stato pentimento. Poi può essere che in punto di morte si sia pure ravveduto, ma alle autorità ecclesiastiche non era dato saperlo e non si può presumerlo permettendo le esequie perché in tal modo passerebbe il messaggio che la Chiesa benedice la prostituzione, il transessualismo e persino, in un cortocircuito evidente, l'ateismo. È questione di elementare coerenza. Inoltre, anche se il ravvedimento ci fosse stato e fosse noto, tali esequie, come è successo in questo caso, causerebbero grave scandalo nei credenti e dunque, come ricordato sopra, dovrebbero essere comunque vietate (cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Decreto 20 settembre 1973).
Però il divieto prescritto dal canone prima ricordato è minacciato, più che dai diversi drag queen che hanno invaso Saint Patrick, dal cardinal Victor Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Due sono le minacce venute da lui. La prima consiste nella risposta che Fernández ha dato nel novembre scorso al vescovo di Santo Amaro (Brasile), mons. José Negri, in merito a diverse questioni riguardanti anche il battesimo alle persone transessuali e la partecipazione di queste ultime in qualità di padrini o madrine al battesimo. Fernández ha permesso sia l'uno che l'altra.

IL TRANSESSUALISMO È CONTRARIO ALLA MORALE E ALLA RIVELAZIONE
Ma, come ha ricordato Luisella Scrosati da queste stesse colonne, il battesimo per gli adulti può essere concesso solo se si decide di rompere con il peccato e il ruolo di padrino e di madrina può essere assunto solo se è certo che il candidato «conduca una vita conforme alla fede e all'incarico che assume» (can. 874 - §1). Non solo, ma la Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2015 bocciò esplicitamente l'ipotesi che un transessuale potesse assumere il ruolo di padrino: «Lo stesso comportamento transessuale rivela pubblicamente un atteggiamento contrario all'esigenza morale di risolvere il proprio problema di identità sessuale secondo la verità del proprio sesso. Pertanto è evidente che questa persona non ha il requisito di condurre una vita secondo la fede e l'incarico di padrino (CIC, can 874 §1.3), e non può quindi essere ammessa all'incarico di madrina o padrino».
Il transessualismo è contrario alla morale naturale e, necessariamente, alla Rivelazione: «Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio» (1 Cor 6, 9-10). I transessuali sono indicati nel termine "effeminati", termine che non può essere riferito agli omosessuali dato che questi sono già indicati con il termine "sodomiti".
Fernández non si cura della morale naturale, né del diritto divino rivelato, né del Magistero precedente e quindi ha ammesso al battesimo e al ruolo di padrino e madrina anche i transessuali impenitenti. Ergo se il transessuale impenitente può essere battezzato e fare da padrino ad un battesimo potrà a maggior ragione ricevere gli onori delle esequie ecclesiali.
La seconda minaccia deriva da Fiducia supplicans. Il ragionamento è analogo: la benedizione di una coppia omosessuale significa approvazione dell'omosessualità. Se si approva l'omosessualità non si vede perché non approvare la transessualità e, dunque, perché non concedere le esequie cristiane ad un transessuale che andava orgoglioso della sua condizione.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19 febbraio 2024

5 - TELEPATHY, IL CHIP DI MUSK TRA BENEFICI E RISCHI
Il primo impianto di un chip che permette di leggere le onde cerebrali ha un fine terapeutico, ma presenta anche rischi per la deriva transumana
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 1° febbraio 2024

La telepatia. È questo in fondo il traguardo che si pone Elon Musk. Per ora il tentativo è quello di creare un collegamento telepatico tra una persona e un computer. E tutto questo grazie a Telepathy, un chip da impiantare nel cervello ideato dalla sua società di neurotecnologia Neuralink.
Telepathy permette di leggere le onde cerebrali e trasmetterle ad un Pc o ad uno smartphone affinché la persona dotata di questo impianto possa digitare su una tastiera e spostare il cursore sullo schermo. Naturalmente con il pensiero si potranno comandare anche altri apparecchi: la carrozzina, il televisore, eccetera. I soggetti destinatari di questa interfaccia cervello-computer sono persone che hanno perso l'uso delle braccia o delle mani o della vista e perciò non possono scrivere al computer. Quindi parliamo ad esempio di tetraplegici o di persone con gli arti amputati o affetti da SLA o morbo di Parkinson o ciechi. Il 29 gennaio scorso Musk ha annunciato su X che Neuralink ha eseguito il primo impianto nel cervello di una persona e pare che l'intervento sia andato bene.
Questo intervento è moralmente lecito? Il fine che si propone Musk è terapeutico, dunque buono. Terapeutico non in senso stretto: infatti le persone non recupereranno l'uso delle mani o la vista. Terapeutico in senso lato perché ha carattere adiuvante-sostitutivo. È come avere una protesi, come mettersi gli occhiali per ripristinare la funzione visiva al meglio, come una protesi alla mano per gli amputati.

GLI EFFETTI NEGATIVI
Se il fine è astrattamente buono occorre però, per giudicare della moralità di questa invenzione, tenere in considerazione anche gli effetti negativi possibili di tale scoperta. Nello scorso maggio Musk aveva annunciato che aveva ricevuto semaforo verde per procedere all'esperimento dalla Food and Drug Administration (FDA), l'ente governativo statunitense che sovraintende anche a sperimentazioni cliniche come la presente. Ma ora pare che la FDA stia ancora indagando sulla pericolosità di questa interfaccia neuronale. Inoltre è stato chiesto alla U.S. Securities and Exchange Commission, l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori, di verificare che Musk non abbia ingannato i propri investitori, dato che le cavie usate per le precedenti sperimentazioni, prima di passare all'uomo, avevano mostrato paralisi, convulsioni e gonfiore del cervello. Inoltre, ci sono i costi economici per chi volesse sottoporsi a questo impianto: 40 mila dollari.
Dunque, per comprendere se simile impianto sia eticamente lecito occorre mettere su un piatto della bilancia gli effetti positivi (tornare a comunicare con un Pc o uno smartphone per un disabile grave) e sull'altro piatto gli effetti negativi (danni gravi alla salute e costi notevoli) e calcolare le probabilità che gli uni e gli altri si verifichino. Ad esempio, dovremo verificare se la persona che ha ricevuto questo primo impianto riesca veramente ad usare un Pc e quali danni fisici si riscontreranno in futuro, anche a distanza di anni. Inoltre, c'è da pensare se questo esperimento sia davvero necessario. Infatti esistono già oggi i comandi vocali per i Pc o software che permettono la scrittura leggendo lo spostamento degli occhi sul video. Chiaro è che Musk con questo test guarda oltre, molto lontano: guarda alla possibilità di comandare le macchine digitali con il solo pensiero. E in questa prospettiva l'esperimento appare suggestivo.

IL TRANSUMANESIMO
E qui emergono altri due effetti negativi che occorre tenere in conto. Il primo ha carattere culturale. Questo esperimento si inserisce pienamente in quell'orientamento filosofico chiamato transumanesimo che predica, tra le altre cose, la cura di tutte le patologie tramite la tecnologia, debellando così il flagello della morte, e il potenziamento (enhancement) delle facoltà umane soprattutto grazie agli innesti tecnologici. Parliamo di cyborg: esseri umani nel cui corpo sono incorporati hardware per scopi terapeutici o perfettivi. Il problema non risiede tanto in questi fini, di per sé buoni, bensì nella mentalità che simili interventi potrebbero fomentare, una mentalità incline a credere che l'uomo possa diventare immortale e a ridurre l'uomo a cosa, a robot. Il transumanesimo conduce alla reificazione della persona, ad una visione immanentista e meccanicista della persona e quindi ad uno svilimento della sua dignità.
Un secondo rischio potrebbe essere quello che in un remoto futuro si possano leggere i pensieri delle persone intercettando la trasmissione delle onde neuronali verso il Pc oppure collegandosi allo stesso Telepathy impiantato nel cervello.
Riguardo a questi due rischi possiamo dire che sono remoti. Infatti nel primo caso il grado di collaborazione, ossia di incisività nel diffondere una cultura transumana, è minimo sia in capo agli sperimentatori sia soprattutto in capo al paziente. Nel secondo caso lo scenario della lettura del pensiero, se si realizzerà, si realizzerà tra molto tempo e poi non è escluso che si potranno creare difese tecnologiche per evitare questo rischio (ad esempio schermature dei dispositivi). Molto più importanti sono i possibili danni alla salute prima accennati.
Da che mondo è mondo, ogni sviluppo tecnologico porta con sé alcuni effetti negativi ineludibili: pensiamo al numero di morti provocati dagli incidenti stradali o per la realizzazione di infrastrutture, alle patologie derivate dall'industrializzazione, etc. Ma guidare l'auto, costruire ponti e ferrovie e produrre beni di consumo rimangono, globalmente intesi, atti buoni perché producono più benefici che danni. E dunque è su questo aspetto che dovrà essere testato Telepathy.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 1° febbraio 2024

6 - IL REALISMO DI SAN TOMMASO D'AQUINO, ANTIDOTO AI MALI ODIERNI
A 750 anni dalla morte del Dottore Angelico la sua filosofia e la sua teologia sono incomprese perché hanno una logica ferrea e si fondano sulla realtà
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27 gennaio 2024

La Chiesa, questa domenica, celebra la memoria liturgica di san Tommaso d'Aquino (1224/1226 - 7 marzo 1274), di cui inoltre a marzo ricorreranno i 750 anni dalla morte. Naturalmente non basterà un solo anno per celebrare la sua grandezza, figuriamoci ricordarlo in un articoletto come questo.
Tra gli infiniti aspetti di radicale importanza che troviamo nel suo insegnamento, vogliamo qui però metterne in evidenza uno. Le teorie filosofiche sono valide o erronee, alla fine, per due motivi. Per le loro premesse e/o per l'iter argomentativo che si è sviluppato dalle premesse alle conclusioni. A volte le premesse, ossia il punto di partenza da cui prende l'abbrivio il ragionamento, sono valide. Pensiamo, tanto per rimanere all'attualità, alla posizione dottrinale della Chiesa sull'omosessualità, posizione che è di condanna. Ma poi può accadere che le conclusioni non siano conseguenti alle premesse. Ecco permettere, come nella recente dichiarazione Fiducia supplicans, le benedizioni delle relazioni omosessuali. L'iter logico del ragionamento è dunque fallace.
Altre volte le stesse premesse sono erronee: ad esempio, "Dio non esiste". Va da sé che, stante questa premessa erronea, tutte le argomentazioni svolte successivamente, sebbene e proprio perché assolutamente coerenti con la premessa, risulteranno erronee. Se Dio non esiste, tutto è nato e regolato dal caso.
Tommaso torna attualissimo anche per questi due motivi. Da una parte per la sua maestria ineguagliata nell'articolare un ragionamento serratissimo, connotato da una logica ferrea, dove ogni passaggio argomentativo è sempre provato e non è mai apodittico. Torna attuale perché simile capacità è oggi perlopiù persa anche tra gli studiosi e tra la gente comune, dove la fa da padrone l'emozionalismo, ossia la ragione asservita alle passioni, ai sentimenti. La testa, oggi, è finita nella pancia.

IL REALISMO
Su altro fronte - ed è l'aspetto su cui qui vorremmo soffermarci un poco di più - la filosofia e la teologia di Tommaso provocano i contemporanei perché la premessa su cui si fonda tutta, ma davvero tutta la sua riflessione, è inattaccabile, una premessa che invece è fortemente attaccata dalla cultura contemporanea. L'unica premessa esistente per qualsiasi ragionamento è la seguente: qualcosa c'è. L'essere è il primo dato di ragione ed è una evidenza ineludibile. Da notare il realismo assoluto: Tommaso non parte per la sua riflessione dalla fede, dalla Rivelazione, da Dio (perché non è evidente, egli dice), dalle teorie di altri maestri, dal pensiero, dai sensi, ma dalla realtà perché essa è un dato oggettivo e non soggettivo. Il reale si pone di fronte all'uomo per quello che è. Vero che lo conosciamo in modo soggettivo, ma non perde la sua oggettività a motivo di ciò. Nei secoli le obiezioni articolate per confutare questa evidenza si sono sprecate. Ad esempio: la realtà che noi percepiamo è solo un sogno, non esiste. Si tratta invero di un grande autogol, perché così dicendo si affermano implicitamente due realtà: che esistono il sogno e il sognatore.
Perché il realismo di Tommaso è così fastidioso per l'uomo post-moderno e così inviso anche in casa cattolica? Perché i nostri amici, colleghi, parenti, conoscenti vivono spesso di idee sganciate dalla realtà, perché per realizzare i loro desideri egoistici devono passare sopra la realtà. Pensiamo alla fantasia di credersi donna quando si è uomo. Pensiamo alla legittimità dell'aborto perché tanto nel ventre della donna c'è solo un grumo di cellule. Pensiamo alla liceità dell'eutanasia perché il paziente, per la malattia e il dolore, da persona diviene vegetale. La realtà è altra, ma, dato che contrasta con i nostri progetti, ecco che la ignoriamo e sovrapponiamo ad essa il calco dei nostri sogni, sogni di false libertà.

I VIRTUOSI E I MALVAGI
Il realismo di Tommaso non è presente solo nella premessa generale su cui si fonda tutto l'edificio maestoso della sua riflessione, ma anche in moltissimi argomenti. Ad esempio quando il Dottore Angelico tratta il tema della legge umana (cfr. Summa Theologiae, I-II, qq. 95-97) afferma quello che per lui è una evidenza: nella società umana ci sono i virtuosi e i malvagi. Usa letteralmente questi due termini. Questa è un'asserzione che per Tommaso e i suoi contemporanei era innocua, tanto era lapalissiana nel suo oggettivo realismo, ma per noi non lo è per niente, per più motivi. In primis la virtù e la malvagità sono parole superate, risibili, tanto suonano bigotte. In secondo luogo, per il mondo odierno, la virtù e la malvagità non esistono, sono solo concetti astratti. Esistono solo scelte personali che, finché non offendono gli altri, sono lecite. Non ci sono dunque persone cattive e se esistono, si sostiene, lo sono diventate a causa della società. È solo la nostra personalissima griglia valoriale a considerarle tali. Tuttalpiù esistono persone fragili, in ricerca, ferite.
Ecco, questa visione dell'uomo buono sempre e comunque, semmai corrotto da sovrastrutture sociali, era esclusa da Tommaso non solo a motivo del peccato originale, ma anche perché appariva evidente, a lui come ai suoi contemporanei, che tutti compiamo il male e che vi sono persone dedite al male. Un realismo inaccettabile oggi per il buonismo imperante nato da un approccio relativista dove ogni scelta è insindacabile. Buonismo, però, solo di facciata perché nel privato ciascuno di noi bolla gli altri spesso come spregevoli, mediocri, invidiosi, eccetera.
Celebrando allora san Tommaso in questo 2024 vogliamo celebrare non solo questo ingegnere della filosofia, questo scienziato della teologia, ma anche l'uomo per quello che è, per come dovrebbe essere e non per come vorremmo che fosse secondo i nostri capricci.

Nota di BastaBugie: ai 750 anni dalla morte di San Tommaso d'Aquino è dedicato il primo piano del numero di marzo della rivista di formazione apologetica La Bussola mensile. Per ricevere il mensile cartaceo è possibile abbonarsi al costo annuo di 30 euro (11 numeri) oppure si possono acquistare le singole copie nelle parrocchie che la espongono.
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MA UNA MELA E' UNA MELA, OPPURE NO?
In morale bisogna oggi tornare alla (forse inventata) leggenda che narra che san Tommaso abbia mostrato agli allievi una mela dicendo: ''Questa è una mela. Chi non è d'accordo può uscire''
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7683

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27 gennaio 2024

7 - OMELIA III DOM. DI QUARESIMA - ANNO B (Gv 2,13-25)
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Siamo ormai giunti alla terza domenica di Quaresima e, nel Vangelo di oggi, abbiamo un chiaro annuncio della morte e risurrezione di Gesù. Ai Giudei che lo interrogavano, Gesù disse: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Gv 2,19). Gesù intendeva parlare del tempio del suo Corpo, che è il vero tempio della divinità, di cui la costruzione di pietra era solo una immagine.
Gesù parla della sua prossima passione e morte, ma i farisei non comprendono questo linguaggio. Anche noi tante volte non comprendiamo il linguaggio della croce e cerchiamo di allontanare quanto più è possibile questo mistero dalla nostra vita. San Paolo, invece, nella seconda lettura ci vuole far comprendere che la Croce «è potenza di Dio e sapienza di Dio» (1Cor 1,24).
Anche noi, come i Giudei, chiediamo dei segni, o, come i pagani, cerchiamo solo una sapienza umana; ma Gesù ci offre un solo segno: la sua Croce; e ci insegna una sola sapienza: quella che lo condusse a offrire la sua vita in sacrificio per noi. Il cristiano deve comprendere bene questa lezione e saper riconoscere nella croce che porta un dono che lo rende ancora più simile al nostro Maestro Divino.
Il brano del Vangelo di oggi deve essere compreso bene. Il gesto di Gesù non deve essere inteso come un atto di impazienza di fronte ai venditori di animali e ai cambiavalute. Dobbiamo infatti ricordare che il Tempio di Gerusalemme aveva dei locali che si utilizzavano appositamente per la vendita degli animali destinati al sacrificio, e per il cambio delle monete. Infatti, questi animali dovevano essere comprati con una moneta speciale, di qui la necessità dei cambiavalute.
Gesù non era contrario a questo culto esterno: Egli stesso si recava al Tempio per adempiere queste prescrizioni. Il vero significato del suo gesto è un richiamo all'interiorità. Se questa mancasse, la cerimonia esterna diverrebbe un gesto inutile, buono solo ad ingannare la coscienza, facendo credere di essere a posto con Dio, quando invece non lo si è.
La Quaresima è il tempo adatto per penetrare anche noi in questa interiorità, per scrollarci di dosso la nostra superficialità nel culto divino. Il nostro culto esteriore, le nostre preghiere, la penitenza e i digiuni devono essere un'espressione d'amore, altrimenti varranno ben poco. Queste pratiche dovranno essere accompagnate dalla misericordia verso il nostro prossimo. Se con la preghiera chiediamo, sarà sempre con la misericordia che otterremo. Le più grandi penitenze non serviranno a nulla se saremo dominati dalla durezza del cuore.
Comunque, il gesto di Gesù è di grande insegnamento anche per il rispetto esteriore che dobbiamo avere per la Casa di Dio. Per questo motivo valgono le severe parole di Gesù: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (Gv 2,16). Anche noi rischiamo di rendere la chiesa non solo un mercato, ma addirittura un teatro e un luogo di divertimento, profanato spesso da mode indecenti e scandalose.
Gesù stesso, un giorno, si lamentò con santa Gemma Galgani in questo modo: «Il mio Cuore è sempre contristato, me ne rimango quasi sempre solo nelle chiese e se molti si radunano hanno ben altri motivi e devo soffrire di vedere la mia chiesa, la mia casa ridotta in un teatro di divertimento...». E, a santa Margherita Maria, così diceva: «Io ho una sete ardente d'essere onorato dagli uomini nel Santissimo Sacramento e non trovo quasi nessuno che, secondo il mio desiderio, si sforzi di dissetarmi, usando verso di me qualche contraccambio».
In questa Quaresima dobbiamo fare un proposito molto importante: quello di venire spesso in chiesa, non soltanto per la Messa domenicale, ma anche per delle brevi visite a Gesù Sacramentato. Il pensiero che Gesù rimane notte e giorno nelle nostre chiese, nei nostri tabernacoli, non ci deve lasciare indifferenti. Dobbiamo sentire il dovere di venire ad adorare Gesù, di metterci ai suoi piedi e di donargli un po' del nostro tempo. Sarà il tempo meglio speso, e il Signore ci ricolmerà delle sue benedizioni.
La prima lettura di oggi ci richiama, invece, alla fedeltà alla Legge di Dio, ovvero ai dieci Comandamenti. I dieci Comandamenti tracciano quello che deve essere il nostro cammino, il cammino di ogni uomo che vuole raggiungere la felicità non solo su questa terra, ma, soprattutto, in Paradiso. Solo dall'osservanza di questa legge potrà scaturire la vera gioia, una gioia che nessuno potrà toglierci. Ad un certo punto della sua vita, san Leonardo da Porto Maurizio così diceva: «Ho settantadue anni e non sono stato neppure un giorno triste». Questo lo poteva dire perché egli visse sempre nell'amicizia con Dio, nell'osservanza dei suoi Comandamenti. Così potremo dire anche noi se faremo di questa legge di vita la luce per il nostro cammino.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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