BastaBugie n�873 del 15 maggio 2024

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1 COME L'ISLAM STA CONQUISTANDO LA GERMANIA
In alcune scuole sono musulmani l'80% degli alunni ed allora accade che i ragazzi si convertono all'islam per sentirsi integrati con i coetanei: è l'inizio della fine dell'Europa (VIDEO: Belgistan, l'islam in Europa)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 IL CAVALIERE PERFETTO, EROE NAZIONALE DEL PORTOGALLO
Combattente devotissimo alla Madonna, Nuno Alvares de Pereira decise di ritirarsi in un convento carmelitano e ai funerali era già acclamato come santo
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Il Timone
3 IL FILM CHALLENGER APPLICA LA TEORIA DEL GENDER PER DIFFONDERE IL POLIAMORE
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Biden forza la costituzione, i figli confusi delle star, autocertificazione per cambio di sesso
Fonte: Gender Watch News
4 IL MINISTERO SAPEVA CHE VACCINARE I GUARITI ERA RISCHIOSO E INEFFICACE
I guariti da Covid erano immuni per 20 mesi, quindi imporre la vaccinazione era inutile e/o dannoso, come emerge ora dagli studi del Ministero della Salute (VIDEO: Quattro chiacchiere con Silver Nervuti)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 SAN GIUSEPPE COTTOLENGO, IL GIGANTE DELLA CARITA'
Diceva: ''Io sono un buono a nulla e non so neppure cosa mi faccio, però la Divina Provvidenza sa certamente ciò che vuole... a me tocca solo assecondarla''
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
6 DIVORZIO, UNA TRAGEDIA SOCIALE DIMENTICATA
Le origini della questione divorzio sono da collegarsi con la fine della società cristiana, accelerata dal pensiero politico moderno, e con l'abbandono del diritto naturale
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 OMELIA PENTECOSTE - ANNO B (Gv 15,26-27;16,12-15)
Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - COME L'ISLAM STA CONQUISTANDO LA GERMANIA
In alcune scuole sono musulmani l'80% degli alunni ed allora accade che i ragazzi si convertono all'islam per sentirsi integrati con i coetanei: è l'inizio della fine dell'Europa (VIDEO: Belgistan, l'islam in Europa)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 8 maggio 2024

Nei giorni scorsi sono circolate due interessanti notizie sull'islam europeo.
La prima è stata lanciata dal tabloid tedesco Bild e poi ripresa da altre testate, anche italiane, secondo la quale in alcune zone della Germania ad alta presenza musulmana - in molti casi la popolazione scolastica è musulmana per l'80% - si nota il nuovo fenomeno di bambini e ragazzi tedeschi che si convertono alla religione islamica. Il motivo indicato dal servizio sarebbe che in questo modo i ragazzi tedeschi possono integrarsi, altrimenti rischiano di rimanere emarginati e vittime della paura. L'interesse della notizia sta nel fatto che, in questo caso, non sono i ragazzi musulmani a trovare difficoltà di integrazione, ma sono quelli tedeschi. Il gruppo sociale islamico non è integrato nella società tedesca, ma è molto integrato in sé stesso e può essere quindi integrante anche al di fuori di sé. Si tratterebbe di un espansionismo esplosivo all'interno del Paese ospitante.
La seconda notizia è che, sempre in Germania, gli islamici chiedono il Califfato. Una manifestazione di un migliaio di cittadini tedeschi di religione islamica tenutasi ad Amburgo ha pubblicamente affermato che il Califfato islamico è l'unica forma di Stato che un musulmano possa accettare. Per "Califfato" si intende lo Stato in cui la legge coranica è anche legge civile, le autorità religiose sono anche autorità civili, la comunità musulmana coincide con la comunità civile e dove è impedita ogni altra religione diversa da quella islamica.
Si potrebbe pensare che questa seconda notizia rimandi ad un gruppo estremista e che quindi rimanga una posizione isolata e marginale rispetto alla presenza musulmana diffusa in Germania. Se però la colleghiamo con la prima notizia il quadro cambia, perché si constata un allargamento della civiltà islamica in Germania non solo tramite una dimostrazione di piazza di tono estremista che inizia e finisce subito, ma nella vita quotidiana.
Il filosofo Rémi Brague, grande conoscitore della cultura islamica, aveva detto che l'islam non è una religione, bensì una civiltà.

Nota di BastaBugie: un esempio delle conseguenze denunciate in questo articolo è il Belgio, una delle nazioni europee a più alta percentuale di musulmani. Più il numero dei musulmani aumenta più le libertà dei belgi iniziano a diminuire ed essere attaccate.
Questo percorso non è un caso. Il Corano stesso invita i musulmani ad essere amichevoli (ma non amici) degli infedeli finché i musulmani sono in inferiorità numerica, ma una volta ottenuto il potere devono imporre l'islam ed eliminare qualsiasi forma di miscredenza.
Ecco il clamoroso servizio della CBN sulla situazione in Belgio:


https://www.youtube.com/watch?v=t51wYGE0KH4

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 8 maggio 2024

2 - IL CAVALIERE PERFETTO, EROE NAZIONALE DEL PORTOGALLO
Combattente devotissimo alla Madonna, Nuno Alvares de Pereira decise di ritirarsi in un convento carmelitano e ai funerali era già acclamato come santo
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Il Timone, gennaio 2024

È singolare come due nazioni tendenzialmente pacifiche come la Svizzera e il Portogallo abbiano per eroe nazionali due guerrieri. La singolarità si accresce nella Svizzera calvinista, che ha come padre della Patria non solo un combattente ma addirittura un santo cattolico, San Nicola di Flue. E pure il Portogallo ha un Santo, Nuno Alvares de Pereira, canonizzato nel 2009 da Benedetto XVI. Allo svizzero, che dopo le gesta belliche si ritirò in eremitaggio e visse per quarant'anni di sole ostie, abbiamo dedicato a suo tempo una puntata. Oggi parleremo del portoghese, che già al funerale era acclamato come: "o santo Condestàvel", "il Conestabile Santo" (Conestabile era il titolo del comandante supremo delle armate). Nato il 24 giugno 1360 a Cernache do Bomjardim, era figlio illegittimo di un cavaliere di San Giovanni (odierni di Malta), fra Álvaro Gonçalves Pereira, che era pure priore e, ovviamente nobile d'alto rango. Anche la madre, Dona Iria Concalves do Carvalhal, era una gran dama, e a quel tempo la castità non era considerata un problema da perderci il sonno (e l'aborto era escluso a priori).

AL COMANDO DELL'ESERCITO
Le entrature del padre a Corte ottennero un decreto reale di legittimazione, così il tredicenne Nuno poté diventare paggio della regina Leonor e ricevere un'educazione da cavaliere. Dopo l'investitura, a sedici anni il padre lo accasciò in un ottimo partito, la giovane, bella e soprattutto ricca vedova dona Leonor de Alvin. I due sposi ebbero tre figli, due maschi e una femmina. Sopravvisse solo quest'ultima, Beatriz che poi andò in moglie ad Alfonso, Duca di Braganca e figlio del re Joao I. Da questa unione partì la dinastia reale portoghese di Bracanca. Nel 1383 morì Ferdinando senza eredi maschi, per cui la corona passò al fratello Joao. Ma il defunto Fernando aveva una figlia che aveva sposato il re di Castiglia, il quale si affrettò a reclamare per sé la corona portoghese. Naturalmente fu guerra e il nostro Nuno ebbe il comando supremo dell'esercito. Erano tempi in cui il comandante in carica non stava a dirigere le operazioni al sicuro su un'altura ma si spendeva personalmente in prima fila. E Nuno non si faceva pregare. Lo si vide in diverse battaglie e, fin dal giorno in cui le navi castigliane si presentarono di sorpresa davanti a Lisbona, che non era ancora capitale ma aveva già un porto di grande importanza. Nuno riuscì a riunire di fretta solo sessanta uomini e pochi cavalieri, mentre una forza di duecentocinquanta nemici si apprestava a sbarcare.

PRATICAVA IL DIGIUNO
I portoghesi, intimoriti, esitavano, ma Nuno si lanciò all'attacco con pochi compagni. Un colpo di lancia gli abbatté il cavallo e lui rimase intrappolato sotto l'animale. Ma anche da quella scomoda posizione si difendeva spada in mano contro una forma di castigliani. Fu il vedere il loro comandante in grave pericolo a far decidere i portoghesi rimasti a distanza. Dimentichi degli inferiorità numerica si proiettarono nel soccorso e la giornata fu loro: I castigliani, investiti da quelle furie, si affrettarono a reimbarcarsi lasciando sul terreno parecchi uomini. La guerra continuò fino al 1385, quando nella storica Battaglia Aljubarrota il Conestabile di Portogallo sconfisse definitivamente i castigliani e salvò l'indipendenza del Regno. La vittoria, quantunque l'esercito portoghese fosse più ridotto rispetto a quello Castigliano, fu così netta che il nemico venne inseguito fin dentro alla Castiglia e schiacciato a Valverde. Il giorno di Ajubarrota era la vigilia dell'Assunta. Il giorno prima, l'esercito in marcia provenendo da Tomar passò per Fatima. E qui, in località Cova di Iria, si vide lo straordinario spettacolo dei cavalli fermarsi e inginocchiarsi. Nuno, infatti era devotissimo alla Madonna. In Suo onore praticava moderato digiuno, compatibilmente con le esigenze belliche, nei giorni di mercoledì, venerdì e nelle vigilie delle feste mariane.

MESSA OGNI MATTINA
Ogni mattina assisteva alla Messa e sul suo stendardo campeggiavano il Crocifisso, la Vergine, San Giorgio e Santiago. Di tasca sua erigeva chiese e monasteri, tra cui il Carmelo di Lisbona e la chiesa di Santa Maria da Vitòria di Batalha. Poco dopo la fine della guerra morì sua moglie e lui, malgrado le insistenze della corte, non volle prenderne un'altra. Impiegò la maggior parte dei suoi beni per soccorrere i reduci della guerra, in un tempo in cui l'assistenza e la pensione dipendevano totalmente dalla buona volontà dei signori. Nel 1423 lasciò loro tutto quel che gli restava e si chiuse nel convento carmelitano che aveva fondato. Avrebbe voluto sceglierne uno lontano per esservi dimenticato, ma don Duarte, figlio del re, glielo proibì: la situazione politica non era ancora assestata e il Portogallo poteva avere bisogno della sua esperienza in qualunque momento. Prese voti come fra Nuno de Santa Maria e per umiltà vuole restare per sempre un semplice frate. Nello stesso convento c'era anche uno che era stato ai suoi ordini e che adesso era sacerdote. Quando lo incrociava, Nuno si inchinava a baciare un lembo della sua tonaca. Si dedicò alla mensa quotidiana dei poveri che lui stesso aveva organizzato e nei locali della quale assisteva e serviva i più sfortunati. Morì il giorno di Pasqua, il 1° aprile del 1431, e subito il popolo pianse il suo "santo Conestabile". Era un popolo, ahimè, di indole diversa da quello che seicento anni dopo accompagnò le sue reliquie nella traslazione in chiesa. Erano i primi anni sessanta del secolo scorso e l'urna d'argento che conteneva le sue ossa fu rubata e non se ne seppe più nulla.

MORÌ DURANTE LA PASSIONE
Sul letto di morte volle venire ad abbracciarlo il re, quello stesso che, da Gran Maestro dell'Ordine di Aviz, lo aveva creato Conestabile. Rese l'anima mentre gli leggevano la Passione, nell'istante in cui scandivano le parole: "Ecco tua Madre". Così passò al cielo Nuno Alvares di Pereira, Conte di Arraiolos, di Barcelos e di Ourém, Gran Conestabile di Portogallo. La sua tomba venne distrutta durante lo spaventoso terremoto che rase al suolo Lisbona nel 1755, evento che servì a Voltaire come esempio per dimostrare che se Dio esisteva non era affatto buono: La sfortunata traslazione finale, come abbiamo visto, finì con un furto sacrilego. Cosa attrasse la cupidigia dei ladri? L'urna d'argento? La commissione di qualche ricco collezionista? In ogni caso, la fede del 1961 non era più quella del XIV secolo. E non si era che agli inizi. Ero appena laureato e fresco di conversione quando un amico scoprì sulla bancarella di un mercatino antiquario una serie di piccole e artistiche teche contenenti reliquie. Le ricomprò tutte e non ci fu difficile risalire alla chiesa cittadina da cui erano state tolte. E al parroco, più noto per le sue attività di saggista, che non faceva mistero di preferire a quelle di officiante. Già: frammenti infinitesimi di vecchie ossa, di valore inferiore alle scatole che li contenevano. Che vuoi che sia? Ma sì, vendiamo tutto e magari diamone il ricavato ai poveri. Nello spirito (?) del Concilio.

Fonte: Il Timone, gennaio 2024

3 - IL FILM CHALLENGER APPLICA LA TEORIA DEL GENDER PER DIFFONDERE IL POLIAMORE
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Biden forza la costituzione, i figli confusi delle star, autocertificazione per cambio di sesso
Fonte Gender Watch News, 6 maggio 2024

Challenger è un recente film di Luca Guadagnino in cui si narra la storia di tre tennisti professionisti: due uomini, Patrick Zweig e Art Donaldson, e una donna, Tashi Duncan. La vicenda è imperniata sullo scontro agonistico tra i due tennisti e sulla rivalità tra Patrick ed Art per conquistare il cuore di Tashi. Nel film c'è anche un bacio omosessuale tra i due uomini e altre scene che rimandano a suggestioni gay. La pellicola però è anche un inno al cosiddetto poliamore: infatti Tashi, negli anni, ha rapporti sia con Patrick che con Art, il quale tra l'altro sposerà.
L'azienda Lelo, produttrice di sex toys, ha condotto una indagine: dopo la visione di Challenger il 25% degli inglesi ha preso in considerazione di intraprendere una relazione poliamorosa. In particolare il 38% dei giovani crede che una relazione poliamorosa potrebbe soddisfare i suoi più intimi bisogni.
Kate Moyle, che ha condotto l'indagine, ha spiegato: «le statistiche mostrano che le persone sono più esplorative e aperte a provare modelli di relazione etici non monogamici». Ci domandiamo: chissà da dove deriva l'eticità di tali relazioni? «Il movimento per il benessere sessuale [esiste anche questo] sta incoraggiando le persone a trovare ciò che è giusto per loro, che potrebbe trovarsi al di fuori del modello di relazione a cui in precedenza sentivano di dover aderire. Mentre leggiamo, impariamo qualcosa, ascoltiamo, parliamo ed educhiamo, accade sempre più che integriamo e normalizziamo idee sul sesso e sulle relazioni che assumono forme diverse nelle nostre vite. Allora ci muoviamo gradualmente verso un luogo di maggiore accettazione».
La gender theory si salda, necessariamente, con il "poliamore", ossia, per uscire dal linguaggio assolutorio del politicamente corretto, con il nomadismo sessuale e l'adulterio. Questo perché la fluidità insegnata dal pensiero arcobaleno deve diventare bisessualismo e promiscuità sessuale, anche vissute contemporaneamente. La teoria del gender, si sa, predica la liquefazione delle presunte forme rigide dell'amore. Il poliamore dunque non è altro che una delle possibili declinazioni di questo principio dissolutore.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.

BIDEN FORZA LA COSTITUZIONE
«Il fatto che la Costituzione enumeri determinati diritti non potrà intendersi nel senso di negare o di deprezzare altri diritti che il popolo si sia riservato». Questo è il Titolo IX della Costituzione americana, titolo che il presidente Biden vuole applicare agli studenti transessuali al fine di permettere loro di accedere a servizi igienici e a spogliatoi non secondo il loro sesso biologico ma secondo il sesso percepito. Inoltre vuole permettere che i ragazzi trans possano gareggiare in competizioni femminili.
Contro questa deriva ideologica si sono opposti Florida, Texas, Louisiana, Mississippi, Montana e Idaho. Ad esempio il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha dichiarato: «La Florida rigetta il tentativo di riscrivere il Titolo IX. Non ci adegueremo e contrattaccheremo». Sulla stessa frequenza d'onda il commissario all'Istruzione della Florida, Manny Diaz Jr: «Anziché attuare le chiare direttive del Congresso tese a prevenire la discriminazione sulla base del sesso biologico, l'amministrazione Biden fa a pezzi gli statuti rendendoli irriconoscibili e tenta di spingere il Paese a credere che il sesso biologico non abbia più alcun significato».
Analoghe critiche da parte del governatore dello stato del Texas, Greg Abbott, critiche espresse in una lettera inviata a Biden. Abbott parla di un «maldestro tentativo di imporre convinzioni della sinistra tramite il Titolo IX. [Biden] ha riscritto il Titolo IX per costringere le scuole a trattare i ragazzi come fossero ragazze, e ad accettare qualsiasi identità di genere autodichiarata dagli studenti».
(Gender Watch News, 2 maggio 2024)

I FIGLI CONFUSI DELLE STAR
Il transessualismo impazza ad Hollywood tra i figli degli attori. Ad esempio La figlia della star di Sex and the City, Cynthia Nixon, ora si identifica come maschio. Jackson, figlio di Charlize Theron, le ha detto che dall'età di tre anni si sente femmina e così l'attrice lo tratta come una ragazza. L'All-Star dell'NBA Dwayne Wade insieme alla moglie sta crescendo il figlio Zaion come femmina, avendole cambiato pure il nome in Zaya. L'attore Khary Payton ha fatto sapere che sua figlia ora si chiama Karter. Seraphina Rose Affleck (nella foto), figlia dell'attore Ben Affleck, ora si presenta come un maschio e si fa chiamare Fin. Jennifer Lopez si riferisce alla figlia Emme con il pronome "loro", escamotage ormai usato da tempo per neutralizzare qualsiasi riferimento al sesso.
Come mai questa esplosione di casi di confusione sulla propria identità sessuale nei figli delle star? Potrebbero essere due le motivazioni. La prima si riferisce al fatto che la maggior parte dei Vip sono di impronta liberal, ossia progressisti e, tenuto conto della loro visibilità, devono per forza sposare le cause woke e nel modo più estremo possibile. Questa adesione ideologica non può che riverberarsi anche nella educazione dei figli.
In secondo luogo le relazioni familiari di queste star sono spesso segnate da divorzi, amanti multipli, pressioni dei media, esposizione dei social, etc. tutti fattori che incidono nella educazione dei figli in senso negativo.
(Gender Watch News, 17 aprile 2024)

AUTOCERTIFICAZIONE PER "CAMBIO" DI SESSO
In Germania venerdì scorso è stata varata una legge che permette alle persone transessuali di cambiare identità anagrafica tramite autocertificazione. Nel luglio del 2023 un tentativo di far passare questa legge era stato sventato dal Parlamento tedesco.
E dunque dal primo di novembre non servirà che prima la persona si sia sottoposta a trattamento chirurgico o psicologico, né una sentenza di un tribunale. Come fosse la residenza di casa.
Per i minori di 14 anni la richiesta dovrà essere fatta dai genitori. Per i ragazzi tra i 15 e i 18, la richiesta potrà essere presentata dai minori stessi, ma occorre il consenso dei genitori. Se questo manca il ragazzo potrà rivolgersi ad un tribunale. In Germania a 15 anni non sei abbastanza grande per guidare un'auto, né per acquistarla, ma lo sei per "cambiare" sesso.
E così grazie a questa legge un uomo, che anche di aspetto risulti essere mascolino, potrà presentarsi come donna. È uno dei vertici più significativi raggiunti dall'ideologia LGBT: il pensiero - voglio essere donna - diventa subito realtà. Io sono tutto quello che voglio, nel momento stesso in cui lo voglio. Basta il pensiero. In questa prospettiva la medicina e la burocrazia sono ostacoli da eliminare per non compromettere il delirio di onnipotenza.
(Gender Watch News, 16 aprile 2024)

Fonte: Gender Watch News, 6 maggio 2024

4 - IL MINISTERO SAPEVA CHE VACCINARE I GUARITI ERA RISCHIOSO E INEFFICACE
I guariti da Covid erano immuni per 20 mesi, quindi imporre la vaccinazione era inutile e/o dannoso, come emerge ora dagli studi del Ministero della Salute (VIDEO: Quattro chiacchiere con Silver Nervuti)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 maggio 2024

Il Ministero della Salute non è mai stato in possesso di alcuna evidenza scientifica per vaccinare i guariti dal Covid. Ed è lo stesso Ministero ad ammetterlo dato che si è affidato a studi che sostenevano proprio l'esatto opposto: e cioè che vaccinare i guariti dal covid non solo non aveva alcun senso, ma era anche potenzialmente pericoloso a causa della maggior reattogenicità del sistema immunitario, come poi si è puntualmente verificato.
Continuano ad emergere prove inconfutabili sulla folle accoppiata vaccino/guariti imposta senza alcun riscontro dallo Stato.
Questa volta il contesto è un ricorso straordinario al Capo dello Stato, promosso da un gruppo di sanitari guariti e patrocinato dall'avvocato Jenny Lopresti - tra i portavoce del Coordinamento Comitati Guariti da Covid-19 - e dall'Avvocato Francesco Caronia, ora pendente al Consiglio di Stato.
Il Ministero ha presentato a fine 2023 le sue controdeduzioni a cui ieri ha fatto seguito una corposa relazione del Comitato Guariti che ora è agli atti della causa. Ebbene, come è documentato dalla relazione, le controdeduzioni depositate in causa dal Ministero della Salute dimostrano che la vaccinazione ai guariti è stata imposta senza il supporto di alcuna evidenza scientifica, nonostante fosse già acclarato che vaccinare un guarito lo esponeva a maggiori effetti avversi a fronte di alcun beneficio.
«È la "prova provata" della malafede per la più grande assurdità di tutta la vicenda pandemica: vaccinare chi già aveva contratto l'infezione e ne era guarito», dice il Comitato Guariti in un comunicato stampa diffuso ieri.

UN BUCO NELL'ACQUA E/O UN BOOMERANG
Ma in particolare che cosa dicono quelle controdeduzioni? La relazione del Comitato è molto precisa, analizza infatti ogni singolo studio scientifico portato dal Ministero a riprova della bontà della "combo" vaccinazione/guariti. Ma è un buco nell'acqua in molte sue parti e in altrettante è un boomerang.
A cominciare dal primo studio citato (Stamatos et al., 2021) che era già obsoleto al tempo dell'emanazione della circolare perché prendeva in esame solo pseudovirus e il Sars Cov 1. Ma anche il secondo studio citato dal Ministero (Crotty 2021) non poteva dimostrare la necessità di una vaccinazione sui guariti. Afferma infatti che «la riduzione della neutralizzazione anticorpale della spike può essere mitigata dalle cellule T protettive». Per questo «la vaccinazione con seconda dose in individui vaccinati con una dose dopo l'infezione non offre alcun miglioramento aggiuntivo». È quello che in gergo scientifico si chiama "smorzamento immunitario ibrido" e che descrive come la combinazione di infezione e successiva vaccinazione determinerebbe un impatto negativo sulla successiva immunità protettiva nei confronti di Omicron e dei suoi sottolignaggi».
Insomma, una pietra tombale sulla pretesa di sottoporre i guariti ad una vaccinazione che non si doveva fare, ma che invece è stata imposta fino anche a costringere le persone a doversi inoculare nonostante il recente virus passato, pena la perdita dei diritti.
Alcuni studi citati dal Ministero non avevano nemmeno superato la revisione tra pari (peer review) ed erano ancora in fase di Preprint, comunque inutilizzabili per fondare su di esse delle prescrizioni sanitarie (Leier et al. 2021) mentre il quarto studio va completamente a supporto della posizione dei guariti. È lo studio Ebinger et al. 2021, che evidenzia «una maggiore reattogenicità della vaccinazione nei guariti e gli effetti collaterali compresi quelli neurologici e di memoria; così come il sesto (Krammer et al. 2021) e il settimo (Sasikala et al. 2021) i quali provano come i destinatari del vaccino con immunità preesistente hanno avuto effetti collaterali sistemici a frequenze più elevate (fino al 50% in più) rispetto a quelli senza immunità preesistente.
La beffa è che gli stessi autori «raccomandavano cautela fino a quando non sarebbe stato possibile valutare l'intero set di dati, compresi gli effetti collaterali». E il Ministero cosa fece? Non solo fece finta di nulla, ma ora utilizza quello studio per difendersi dall'accusa di aver vaccinato senza riguardi i guariti, quando tutti sapevano che sarebbe stato un rischio e un azzardo.

LA PROTEZIONE NATURALE ERA EFFICACE PER ALMENO 20 MESI
Del resto, che la protezione naturale fosse efficace per proteggere dalla malattia grave per almeno 20 mesi lo dimostravano gli stessi studi presi a modello dal Ministero. Come il Nordstrom et al del 2021 che analizzava i dati su una ricerca compiuta su 10 milioni di svedesi per indicare un beneficio minimo fino a spingersi a proporre alla comunità scientifica l'assunto che l'immunità conferita da precedente infezione si sarebbe dovuta riconoscere al pari di quella di vaccinale.
Se l'Italia avesse preso questa decisione, ragionevole anche alla luce delle evidenze scientifiche, ci saremmo risparmiati una buona dose di reazioni avverse su soggetti completamente guariti dal covid e poi ritornati nel girone infernale per colpa di un vaccino che non avrebbero dovuto fare.
Ma erano i mesi folli della tutela della salute pubblica, sopra la quale non si è esitato a calpestare i diritti delle persone a colpi di scienza e virostar pronte a dimostrare che anche i guariti potevano trasmettere il virus. Invece? Stando alle stesse prove portate dal Ministero era falso. Il quindicesimo e ultimo studio (Bozio et al 2021) prova categoricamente che «i soggetti non vaccinati con reinfezione hanno una carica virale più bassa e una più rapida eliminazione dell'infezione con conseguente minore trasmissione secondaria e pertanto meno preoccupanti per la salute pubblica.
«Ci sconforta prendere atto che il Ministero della Salute - conclude il Comitato -, che dovrebbe agire nell'ottica della miglior tutela della salute dei cittadini, abbia omesso di attivarsi vagliando e analizzando la documentazione da prendere a base nel processo decisionale, ampliando ed aggiornando continuamente la ricerca al fine di una valutazione rischio/beneficio precauzionalmente più corretta possibile, soprattutto riguardo alle categorie non ricomprese nei trials clinici pre-marketing come appunto i guariti».
Una sconfitta, ancora una volta per la scienza, quella vera, piegata a fini ideologici e politici. «Un'istituzione di tutela della salute che ha abdicato al suo compito prioritario, trascurando di garantirsi di consulenti all'altezza e continuando a ignorare reiteratamente, oltre alle conoscenze già note, le evidenze che emergevano e si susseguivano nel tempo».

VIDEO: QUATTRO CHIACCHIERE PER FARLA BREVE di Silver Nervuti
Nel seguente video (durata: 3 minuti) dal titolo "Quattro chiacchiere per farla breve" Silver Nervuti riassume quello che è successo dal 2020 al 2023 e che abbiamo cercato di far emergere anche con i nostri articoli di quegli anni.


https://www.youtube.com/watch?v=Tabd1pVdTeg

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 maggio 2024

5 - SAN GIUSEPPE COTTOLENGO, IL GIGANTE DELLA CARITA'
Diceva: ''Io sono un buono a nulla e non so neppure cosa mi faccio, però la Divina Provvidenza sa certamente ciò che vuole... a me tocca solo assecondarla''
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 6 maggio 2024

Martedì 30 aprile 2024 tutti i religiosi della Piccola Casa della Divina Provvidenza e delle congregazioni ad essa collegate hanno festeggiato la solennità di san Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842) a novant'anni dalla sua canonizzazione.
Giuseppe Cottolengo fu infatti proclamato santo il 19 marzo 1934 nella Basilica di San Pietro da Papa Pio XI, che lo definì "gigante della carità" e "genio del bene".
Giuseppe Benedetto Cottolengo nacque a Bra, cittadina della provincia di Cuneo, nel Piemonte sabaudo, il 3 maggio 1786. In quegli stessi anni l'ex-gesuita Nikolaus von Diessbach e il sacerdote Pio Brunone Lanteri fondavano a Torino la Amicizia Cristiana, che poi divenne la Amicizia Cattolica, una società segreta che si opponeva agli errori del tempo, l'illuminismo e il giansenismo, riproponendo l'autentico spirito cattolico, soprattutto la spiritualità di sant'Ignazio e la teologia morale di sant'Alfonso de'Liguori. Negli anni che vanno tra la Rivoluzione francese e la restaurazione sabauda del 1814, l'opera di disseminazione intellettuale e spirituale delle Amicizie preparò la grande rinascita del Piemonte cattolico nell'Ottocento.
Uno dei primi frutti di questa rinascita fu Giuseppe Cottolengo, che nel 1811 abbracciò la via del sacerdozio, imitato anche da due fratelli. Fu nominato canonico e divenne un apprezzato predicatore e conferenziere. Dio però chiedeva qualcosa di più da lui e gli manifestò la sua Volontà, in modo drammatico, la domenica mattina del 2 settembre 1827. Proveniente da Milano giunse a Torino una diligenza dove si trovava una famiglia francese in cui la moglie, con cinque bambini, era in stato di gravidanza avanzata e con la febbre alta. Dopo aver vagato per vari ospedali, quella famiglia trovò alloggio in un dormitorio pubblico, ma la situazione per la donna andò aggravandosi e alcuni si misero alla ricerca di un prete. Fu chiamato Cottolengo, e fu proprio lui, ad accompagnare alla morte questa giovane madre. Rimase profondamente colpito da questo evento e pregò davanti al Santissimo Sacramento: "Mio Dio, perché? Perché mi hai voluto testimone di una morte così triste? Cosa vuoi da me?". Rialzatosi, fece suonare tutte le campane e accendere le candele, esclamando: "La grazia è fatta! La grazia è fatta!". Da quel momento il Cottolengo fu trasformato: tutte le sue capacità, specialmente la sua abilità economica e organizzativa, furono utilizzate al servizio dei più bisognosi.

UNA SANTA GARA
Affittò un paio di camerette nel centro di Torino e iniziò ad accogliere poveri e sofferenti, con l'aiuto di collaboratori e volontari. Tra essi una giovane vedova, Marianna Nasi, che fu alle origini delle sue suore, la cui giornata era divisa tra il servizio ai poveri e l'adorazione al Santissimo Sacramento. Fondò poi una famiglia religiosa di fratelli laici, e una comunità di sacerdoti, con la stessa missione di assistenza ai poveri e ai malati. Le dimensioni dell'iniziativa furono tali da obbligarlo ad allargarsi verso la periferia di Torino, a Valdocco. Cottolengo creò una sorta di villaggio, nel quale ad ogni edificio assegnò un nome significativo: "casa della fede", "casa della speranza", "casa della carità", coinvolgendo uomini e donne, religiosi e laici, uniti per affrontare insieme le difficoltà che si presentavano.
Il canonico Cottolengo era di una carità eroica, ma la sua virtù più caratteristica era la fede nella Divina Provvidenza. Diceva: "Io sono un buono a nulla e non so neppure cosa mi faccio. La Divina Provvidenza però sa certamente ciò che vuole. A me tocca solo assecondarla. Avanti in Domino". Fu detto che una santa gara si avvertiva fra il totale abbandono del Cottolengo nelle mani della Divina Provvidenza e la cura della Provvidenza Divina nel premiare, spesso in modo prodigioso, la smisurata fiducia che egli aveva in essa.

OPERE STRAORDINARIE E STRAORDINARIE DIFFICOLTÀ
Nello spazio di quindici anni, Cottolengo realizza opere straordinarie, ma conosce anche straordinarie difficoltà. Nel 1838 viene denunciato per i debiti che fa per le sue case e parte un'inchiesta governativa nei suoi confronti. Il Re Carlo Alberto, invia due suoi uomini di fiducia il conte di Collegno e il conte di Castagnetto, che lo interrogano severamente. Cottolengo risponde: "Ho esaminato la casa per vedere se vi è qualche disordine tale da attirare l'abbandono del Cielo, non vi è nulla. Dunque perché le risorse mi vengono meno? Ecco ciò che penso: nella Piccola Casa non ho mai lasciato un letto vuoto. Ora da qualche tempo ho due o tre camere sottotetto vuote. Ecco la causa dell'abbandono di Dio. Ho mancato di fiducia. Datemi una piccola somma affinché io possa ripulirle, allestirle e riempirle di poveri, e fra un mese la situazione sarà capovolta". Nel diario del conte di Castagnetto che riporta il dialogo, si legge: "Il conte di Collegno ed io ci guardammo: dopo tre ore di discussione giungemmo alla conclusione che per sanare una situazione finanziaria disastrosa bisogna aumentare le spese! La fede di quest'uomo è ben grande e ci è mancato il coraggio di opporvici".
La sera Cottolengo scrive al conte di Castagnetto, "Ho ferma fiducia di arrivare a Pasqua vedendo allargata la mano di Dio sulla Piccola Casa". E così' avvenne. Arrivarono delle inaspettate donazioni e per Pasqua il debito fu ripianato.
Era il 1838. Cottolengo aveva davanti a sé solo quattro anni di vita nei quali fondò cinque monasteri di suore contemplative e uno di eremiti, considerandoli tra le realizzazioni più importanti. Mancano tre giorni ai suoi cinquantasei anni quando rimane vittima di un'epidemia di tifo. Muore a Chieri, il 30 aprile 1842, mentre Torino è in festa per le nozze del giovane Re Vittorio Emanuele II. Le sue ultime parole sono: "Misericordia, Domine; Misericordia, Domine. Buona e Santa Provvidenza... Vergine Santa, ora tocca a Voi".
Con san Giuseppe Cafasso, san Giovanni Bosco, san Luigi Orione e tanti altri santi e beati, san Giuseppe Cottolengo costituisce una fulgida espressione di quella grande fioritura spirituale piemontese che aveva avuto i suoi prodromi nell'opera silenziosa, ma decisiva delle Amicizie cristiane.

Fonte: Radio Roma Libera, 6 maggio 2024

6 - DIVORZIO, UNA TRAGEDIA SOCIALE DIMENTICATA
Le origini della questione divorzio sono da collegarsi con la fine della società cristiana, accelerata dal pensiero politico moderno, e con l'abbandono del diritto naturale
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 maggio 2024

Una brevissima storia del divorzio in Italia può farci capire alcune cose importanti. Agli inizi del XIX secolo il Regno d'Italia napoleonico e il Regno di Napoli, recependo il Codice civile di Napoleone, introdussero per primi il divorzio. Cadute queste realtà politiche non si parlò più di divorzio fin verso la fine del secolo, quando varie proposte di leggi divorziste furono presentate nel 1878, 1882, 1883, 1892 ma senza trovare successo. Nel 1902 Zanardelli presentò un progetto di legge che fu respinto con un voto massiccio. Poi ancora vari decenni di silenzio, fino al 1954 e al 1958 con le proposte Sansone, che non vennero nemmeno discusse in aula.
La svolta avvenne nel 1965 quando Loris Fortuna presentò una proposta di legge attorno alla quale si mobilitarono i Radicali. La legge Fortuna-Baslini fu approvata dal Parlamento alla fine del 1970. Quattro anni dopo un referendum popolare la confermò. Loris Fortuna era socialista e radicale, Antonio Baslini era liberale. È bene notare, di passaggio, che la Costituzione repubblicana dice sì che la famiglia è fondata sul matrimonio, ma non afferma che il matrimonio è indissolubile.
Questa breve storia può favorire alcune altrettanto brevi riflessioni.
Innanzitutto, le origini della questione divorzio sono da collegarsi con la fine della cristianità, in atto già da tempo ma giunta al capolinea con il pensiero politico moderno, la Rivoluzione francese e il nuovo tipo di Stato inaugurato da Napoleone e imitato poi da tutti gli Stati del XIX secolo. La possibilità del divorzio comporta l'abbandono del diritto naturale e l'acquisizione della visione della società come "convenzione".
Secondariamente è da notare che per lungo tempo i tentativi di introdurre nell'ordinamento giuridico italiano lo statuto del divorzio finirono in un fallimento. Il motivo è che il senso del diritto naturale continuò a vivere sia nella popolazione sia addirittura nei politici "illuminati" i quali, pur essendo irreligiosi o anticlericali, consideravano il matrimonio come un istituto di diritto naturale.
La cosa può essere interpretata in due modi:
1) finito il fondamento religioso del matrimonio è possibile che permanga comunque quello naturale;
2) venendo a mancare il fondamento religioso del matrimonio si finirà con il venire meno anche di quello naturale, solo bisogna aspettare un certo tempo.
Io sono più favorevole alla seconda interpretazione. Infatti, quel momento è poi arrivato, tardi rispetto ai primi tentativi, ma è arrivato.
Una terza osservazione riguarda la confluenza su questo tema del socialista Fortuna e del liberale Baslini e, dietro di loro, dei rispettivi partiti e movimenti culturali e sociali. Socialismo e liberalismo sono due facce della stessa medaglia e convergono fisiologicamente nel radicalismo. Dopo di allora ne abbiamo avuto innumerevoli prove. Un'ultima sottolineatura: la Costituzione italiana ha molti punti neri, uno di questi è di non aver blindato il matrimonio dichiarandone l'indissolubilità. L'avrebbero raggirata lo stesso, intendiamoci, ma con maggiori difficoltà.
A distanza di tanti anni, nessuno in Italia si permette più di spendere una parola di critica del divorzio, Chiesa cattolica compresa.

ESSELUNGA, LA FORZA DIROMPENTE DELLO SPOT CHE MOSTRA IL DOLORE DEI FIGLI DEI SEPARATI
Un avvocato familiarista, che i dolorosi processi delle separazioni e dei divorzi li conosce bene, presenta i diversi livelli di lettura della pubblicità della pesca (VIDEO: Lo spot di Esselunga)
di Massimiliano Fiorin
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7554

ESSELUNGA FA UNO SPOT DOVE LA FIGLIA DESIDERA CHE I GENITORI SEPARATI SI RIMETTANO INSIEME
Il doppio standard dell'indignazione selettiva lgbt che non sarebbe scattata se la coppia era gay o si inneggiava all'utero in affitto (VIDEO: Lo spot di Esselunga)
da Provita & Famiglia
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7550

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 maggio 2024

7 - OMELIA PENTECOSTE - ANNO B (Gv 15,26-27;16,12-15)
Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Prima di salire al Cielo, Gesù promise ai suoi Apostoli di non lasciarli orfani e di mandare loro il Consolatore. Questa promessa si realizzò il giorno della Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese sulla Chiesa nascente, ovvero sugli Apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo. Per questo motivo, la Pentecoste è la festa della fondazione della Chiesa.
Lo Spirito Santo discese sulla Vergine Maria, a Nazareth, per l'Incarnazione del Figlio di Dio; il giorno della Pentecoste, il Paraclito fu invece effuso per la formazione del Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa. La prima discesa avvenne nel silenzio e nel nascondimento; la seconda effusione dello Spirito Santo si verificò invece in modo sensazionale, «come vento che si abbatte impetuoso» (At 2,2) e «come lingue di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro» (v. 3). In ambedue le manifestazioni dello Spirito Santo era presente Maria Santissima, la quale è la Madre di Cristo ed è la Madre della Chiesa.
La scena della discesa dello Spirito Santo a Pentecoste è descritta dal capitolo secondo degli Atti degli Apostoli. Colpisce profondamente un particolare: prima di allora, gli Apostoli erano timorosi e non osavano predicare apertamente alle folle; ma, dopo aver ricevuto il dono dello Spirito Santo, essi parlarono liberamente e con coraggio a tutti quelli che incontravano.
Gerusalemme era piena di pellegrini ebrei, provenienti dalle più diverse parti del mondo allora conosciuto, in occasione della festività di Pentecoste. Ciascuno di loro udì gli Apostoli parlare nella propria lingua. Dio volle così contraddistinguere la discesa dello Spirito Santo con il Dono delle lingue, per far comprendere che il messaggio del Vangelo doveva raggiungere gli estremi confini della terra.
Prima di tutto, il Paraclito ci arricchisce con i suoi sette Doni. Il primo Dono è la Sapienza, che ci permette di ragionare non secondo il mondo, ma secondo la profondità di Dio, e ci dona il gusto inesprimibile di Dio e delle realtà divine; poi abbiamo il Dono dell'Intelletto, che ci consente di approfondire le verità della nostra fede e di aderire ad esse quasi per un istinto soprannaturale; segue poi il Dono della Scienza, che ci dà la capacità di risalire al Creatore partendo dalle creature e di vedere in ciascuna delle creature un riflesso di Dio; poi abbiamo il Dono del Consiglio, che, nei momenti più importanti, ci suggerisce la decisione giusta, secondo la Volontà di Dio, e, innanzitutto, ci suggerisce di ascoltare con docilità il consiglio di una saggia guida spirituale; vi è inoltre il Dono della Fortezza che ci dà l'energia per resistere al male che c'è intorno a noi e, tante volte, anche dentro di noi; in seguito, c'è il Dono della Pietà che perfeziona il nostro amore e lo dilata oltre l'umana ristrettezza, per poter così amare Dio e il prossimo nostro fino all'eroismo; infine, abbiamo il Dono del Timor di Dio, che ci consente di evitare il peccato, non tanto per paura dei castighi, ma per puro amor di Dio.
I Doni dello Spirito Santo li abbiamo ricevuti con la Cresima, ma sono come dei piccoli semi che devono essere irrigati dalla nostra preghiera per giungere a maturazione. Nella vita dei Santi possiamo vedere il loro pieno sviluppo. Questi sette Doni rimangono in noi se noi rimaniamo in Grazia di Dio. Con il peccato mortale li perdiamo, per riceverli nuovamente dopo una buona Confessione.
Oltre ai sette Doni, lo Spirito Santo elargisce i carismi che sono propriamente la sua particolare manifestazione, unica e irripetibile. Questi carismi sono diversi in ciascun cristiano e sono dati per l'utilità comune. Sono come delle capacità che devono essere messe al servizio di tutti. Da questo si comprende quanto ogni fratello e ogni sorella sono preziosi agli occhi di Dio, perché da Lui hanno ricevuto una missione particolare da svolgere all'interno della Chiesa. Alla luce della preghiera, e dietro il consiglio di una buona guida spirituale, si riuscirà a discernere qual è questo particolare carisma da far fruttificare, per il bene comune.
Infine, lo Spirito Santo produce in noi i cosiddetti frutti, enumerati san Paolo nella seconda lettura di oggi, ai quali si contrappongono le opere della carne. Le opere della carne sono «fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere» (Gal 5,19-21); i frutti dello Spirito Santo sono «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). Lasciamoci sempre guidare dallo Spirito Santo e in noi si produrranno questi meravigliosi frutti. San Paolo ci esorta con queste parole: «Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne» (Gal 5,16). Sia questo il nostro proposito.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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