QUANDO KAMALA HARRIS DIFESE IN TRIBUNALE PLANNED PARENTHOOD
Da procuratrice difese i suoi funzionari che rivendevano parti di feti abortiti e mise sotto processo chi aveva raccolto le prove (VIDEO: Le prove contro Planned Parenthood)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
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PRIGIONIERI POLITICI IN POLONIA: URSZULA COME PADRE OLSZEWSKI
Maltrattata, denudata e colpita anche negli affetti familiari: con l'europeista Tusk torna ad agire il vecchio apparato repressivo che prende di mira i cristiani
Autore: Wlodzimierz Redzioch - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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SPARI SULLA FOLLA: LA STRAGE DI CUI NESSUNO PARLA
Migliaia di persone manifestano in Bangladesh contro il governo e la polizia apre il fuoco in piazza facendo più di 100 vittime
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Sito di Nicola Porro
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LA GRAVIDANZA E I PRIMI DUE ANNI SONO DECISIVI PER IL FUTURO DEL BAMBINO
Intervista al prof. Carlo Bellieni, primario di pediatria e neonatologia a Siena e studioso di chiara fama con 300 pubblicazioni scientifiche, autore del recente libro I primi 1000 giorni d'oro
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Notizie Pro Vita & Famiglia
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AGGRESSIONI A PRO VITA, LA VIOLENZA CHE MATTARELLA NON DENUNCIA
I media mainstream e la sinistra sono soliti condannare solo certi tipi di violenza, infatti nulla dicono sulle aggressioni subite da Pro Vita a Bologna (VIDEO: Baby Olivia, la verità che non si può dire)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IN GERMANIA 500.000 PERSONE IN UN ANNO HANNO LASCIATO LA CHIESA
Un consulente di strategia per aziende afferma che nel mondo degli affari qualsiasi direttore delle vendite responsabile di cifre così disastrose sarebbe stato licenziato tre volte
Autore: Federica di Vito - Fonte: Il Sito del Timone
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OMELIA XIX DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 6,41-51)
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
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QUANDO KAMALA HARRIS DIFESE IN TRIBUNALE PLANNED PARENTHOOD
Da procuratrice difese i suoi funzionari che rivendevano parti di feti abortiti e mise sotto processo chi aveva raccolto le prove (VIDEO: Le prove contro Planned Parenthood)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 25 luglio 2024
È in atto, ormai, la sua "canonizzazione" e da diversi giorni. E non si tratta di qualche religioso distintosi per le virtù eroiche, ma niente meno che di Kamala Harris, per la quale si è attivata la grancassa mediatica, non solo d'Oltralpe ma anche nazionale: «Già in vantaggio di due punti», riportava ieri con toni trionfanti il Corriere della Sera in prima pagina. Era già balzata agli onori della cronaca per essere diventata la prima vicepresidente "addirittura" donna, "addirittura" asiatica e "addirittura" afroamericana (per chi non lo sapesse, nuove "righe importanti" da aggiungere sul proprio curriculum, nel caso dovesse servire). Eppure qualche scheletrino nell'armadio ce l'ha anche Kamala Harris: e neppure così trascurabile. Ma prima di rovistare nel suo recente passato, partiamo dall'ultimo attacco sferrato da Kamala contro Trump, a Milwaukee, durante il suo primo comizio elettorale in cui ha paragonato il tycoon ai truffatori e predatori che in passato, quando era procuratrice, ha più volte perseguito. E parliamone, della sua attività di procuratrice, sbandierata come motivo di vanto e come arma contro Trump perché c'è una "vecchia storia" che riguarda questo suo importante incarico e che attualmente si tiene ben celata, ma che, per amore di verità andrebbe veramente ricordata, per avere una chiara idea della sua "statura politica". Ci riferiamo al fattaccio accaduto qualche anno fa, quando l'associazione Center for Medical Progress, lanciò un'indagine su Planned Parenthood che mise in evidenza lo scandalo grande, ad opera dell'organizzazione abortista, del commercio di feti umani, venduti anche a pezzi, a laboratori compiacenti. Tutto questo venne documentato grazie a video girati di nascosto tra il 2014 e il 2015 dagli attivisti pro life David Daleiden e Sandra Merritt, video nei quali si vedono manager della Planned Parenthood discutere di vendita di tessuti e organi fetali e di altre pratiche disumane e illegali come gli aborti a nascita parziale. Ma indovinate un po' su chi Kamala Harris cominciò ad indagare? Su Planned Parenthood? No! Sul Center for Medical Progress e in particolare proprio sul giornalista David Daleiden, la cui casa venne perquisita, perché - come annunciò la Harris - doveva accertarsi personalmente che «non avesse infranto qualche legge». Criterio investigativo che generò non poche perplessità, al punto da scatenare un'ondata di indignazione generale, in particolare da parte dei gruppi pro life, tra cui l'associazione Susan B. Anthony che chiese a gran voce le dimissioni della Harris come procuratore generale della California accusandola di «conflitto di interessi e abuso di potere». «Abuso di potere» evidentemente perché, come sottolineò all'epoca dei fatti proprio Daledein, l'azione mossa contro di lui aveva più che altro il sapore di un «gesto intimidatorio». «Conflitto di interessi», invece, nei confronti di Planned Parenthood, a causa di una serie di email che documentano come Kamala Harris e il colosso abortista abbiano in sostanza scritto delle leggi insieme, per imbavagliare il movimento pro-life. Sta di fatto che la storia, alla fine, si risolse in un nulla di fatto, per il rifiuto della procuratrice di indagare sull'organizzazione abortista. [...] Una vecchia storia, sì, ma che la dice lunga sul candidata democratica in corsa alla Casa Bianca...
Nota di BastaBugie: David Daleiden, attivista pro-life fin dall'adolescenza, mentre frequentava l'università scoprì che sul finire degli anni '90 l'associazione Life dynamics realizzò un'inchiesta sotto copertura sul traffico di organi di bambini dalle cliniche abortive verso enti di ricerca pubblici e privati ma, in un'era in cui internet era poco utilizzato, i media ne parlarono solo per un paio di giorni. Subito dopo la laurea David intraprese un'inchiesta sotto copertura che durò circa 18 mesi, che iniziò con la registrazione alla camera di commercio della California di una società di vendita di materiale biologico. Lui e altri cinque attivisti, usando false identità, bussarono alle porte di Planned Parenthood, la più grande catena al mondo di cliniche abortive, offrendosi come grossisti. "Non credevo che sarebbe stato così facile entrare nel giro ma è bastato far loro dei complimenti e offrire facili guadagni" ha dichiarato dopo il rilascio dei video nel 2015. Ne sono seguite due inchieste parlamentari che hanno dato mandato all'FBI e al ministero della giustizia di mettere sotto inchiesta sia Planned Parenthood che le altre società di vendita di organi e una di queste, Da Vinci Biosciences, è già stata condannata da un tribunale a chiudere e a pagare una multa pari ai suoi guadagni illeciti, di circa 7,8 milioni. Planned Parenthood ha perso molti dei suoi finanziamenti statali e dei suoi clienti; in vari documenti della Open society foundation di George Soros diffusi da alcuni hacker si legge che la catena si rivolse a loro per avere soldi e aiuti nell'attività di lobby politica e mediatica. Planned Parenthood fattura ogni anno circa 1,3 miliardi, riceve milioni di finanziamenti pubblici con cui paga le campagne elettorali di politici, procuratori generali e giudici. Per vendicarsi di David e dei suoi colleghi li ha portati in tribunale con le accuse di mancato rispetto della privacy e degli accordi di riservatezza ma le ha ritirate prima che fosse necessario testimoniare sotto giuramento. Tutte le dipendenti di Planned Parenthood che compaiono in questi video sono state licenziate o trasferite in altri stati. Otto mesi dopo la diffusione di questi video l'allora procuratore generale di San Francisco Kamala Harris (che aveva ricevuto finanziamenti elettorali da Planned Parenthood) ordinò alla polizia di perquisire la casa di David e di sequestrare i suoi pc, chiavette e materiale raccolto durante l'inchiesta. Nel novembre 2019 David e i suoi collaboratori e finanziatori sono stati condannati a risarcire Planned Parenthood con oltre 2 milioni di dollari (in una causa civile il cui giudice è fondatore di un consultorio che ospita una clinica di Planned Parenthood) e sono sotto inchiesta per una decina di accuse di reati penali. Un'ordinanza di un giudice impedisce il rilascio di altre dodici ore di video dell'inchiesta. [...] L'aborto a nascita parziale consiste nell'omicidio di un bambino mentre ha ancora la testa nel canale vaginale della madre, di solito tramite accoltellamento alla base del collo. È illegale dal 2003 ma in questi video le dottoresse ammettono che lo fanno ancora perché se uccidono il bambino con un'iniezione intrauterina di digossina gli organi non sono utilizzabili dai ricercatori. La legge USA vieta la vendita di organi fetali se c'è profitto, ma permette che "i grossisti" rimborsino le cliniche per l'uso dei loro laboratori e per il trasporto e spedizione, cose che in realtà sono i grossisti stessi a fare. I video seguenti sono la versione riveduta e corretta di quello che è stato pubblicato dal canale YouTube "Video di bioetica" nel 2015. La persona che lo tradusse ne rimase sconvolta, fece un lavoro veloce e approssimativo sotto tutti i punti di vista, e per anni non è più riuscita a rivederlo. Lo ha fatto nel 2019 per onorare Holly O'Donnell, la ex dipendente di Stemexpress che ha giocato un ruolo importantissimo in questa inchiesta e che è morta il 30 settembre 2018 per problemi cardiaci a soli 28 anni. Holly pagò un prezzo altissimo per il suo coraggio: particolari intimi della sua vita vennero dati in pasto alla stampa, non riuscì più a trovare lavoro e per un periodo visse in mezzo a una strada. Il movimento pro-life non le ha mai dato il riconoscimento e l'aiuto che meritava. (Fonte: Video di bioetica)
I VIDEO DELLA VERGOGNA Nei seguenti quattro video si possono vedere, con i sottotitoli in italiano, le interviste alle dirigenti di Planned Parenthood sulla vendita illegale di parti dei bambini abortiti.
1° VIDEO Dottoressa di Planned Parenthood vende organi di bambini abortiti
https://www.youtube.com/watch?v=2gAqzo8CSN4
2° VIDEO A Planned Parenthood vendono organi di feti umani per comprarsi una Lamborghini
https://www.youtube.com/watch?v=7o9xICmgCJA
3° VIDEO Dissezione e traffico di organi di bambini abortiti a Planned Parenthood
https://www.youtube.com/watch?v=d1GooUSJcjc
4° VIDEO Per Planned Parenthood i bambini abortiti sono "voci del bilancio"
https://www.youtube.com/watch?v=FjkdBI4pR_k
Fonte: Sito del Timone, 25 luglio 2024
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PRIGIONIERI POLITICI IN POLONIA: URSZULA COME PADRE OLSZEWSKI
Maltrattata, denudata e colpita anche negli affetti familiari: con l'europeista Tusk torna ad agire il vecchio apparato repressivo che prende di mira i cristiani
Autore: Wlodzimierz Redzioch - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 luglio 2024
Già da quattro mesi rimane in prigione padre Michal Olszewski, il primo sacerdote-prigioniero politico nella Polonia governata dall' "europeista " Tusk. La Nuova Bussola Quotidiana segue il caso dall'inizio svelando il calvario subito dal dehoniano polacco, evidentemente orchestrato dalla Procura nazionale e dal ministro della Giustizia Bodnar. Ma recentemente stanno venendo alla luce fatti altrettanto scandalosi che riguardano il trattamento di una delle due impiegate del Ministero della Giustizia arrestate nell'ambito dello stesso caso riguardante il Fondo della Giustizia: la signora Urszula, anche lei in prigione da quattro mesi. Lo ha raccontato in un'intervista il padre di Urszula, Andrzej Skrzetuski (nella foto): è un resoconto drammatico di come sua figlia è stata trattata immediatamente dopo il suo arresto. Doveva spogliarsi nuda e sotto la doccia veniva sorvegliata da agenti uomini. Le era difficile soddisfare i suoi bisogni fisiologici. La donna per oltre un mese non ha potuto cambiare i vestiti. È tenuta in isolamento e non può avere contatti con altre detenute. Vengono limitati i contatti di Urszula con la famiglia. Come spiega Skrzetuski «il contatto con mia figlia è molto difficile. Solo una persona della famiglia può vederla una volta al mese. Finora solo il genero e il nipote hanno incontrato mia figlia». Anche la corrispondenza con Urszula è ostacolata: «Le lettere, se arrivano, arrivano con un grande ritardo, dalle quattro alle sei settimane. E sono censurate. Io ho mandato sei lettere a mia figlia, credo che ne sia arrivata a destinazione solo una».
MARITO LICENZIATO E APPARTAMENTO SVALIGIATO È stata colpita anche la sua famiglia: suo marito è stato costretto a licenziarsi dal lavoro. Qualcuno ha svaligiato il loro appartamento: un evidente tentativo di trovare qualche documento compromettente, spacciato per un furto. Per Skrzetuski il calvario della figlia è tanto più doloroso tenendo conto che lui personalmente ha conosciuto le prigioni comuniste durante il regime di Jaruzelski. «Non pensavo - dice amareggiato - che tutte queste cose che io, da oppositore al regime comunista, sperimentavo durante la legge marziale introdotta dal generale Jaruzelski, toccasse in forme ancora peggiori ai miei figli». Il padre della detenuta ha svelato che in questi mesi difficili della prigione in isolamento Urszula legge sempre il Diario di suor Faustina, che è fonte di conforto, come anche le conversazioni con il sacerdote cappellano. Urszula prega molto, prega anche per i suoi persecutori. Riesce ad affrontare l'attuale calvario grazie alle solide fondamenta spirituali. Va aggiunto, inoltre, che è legata all'Opus Dei. Come mostrano i casi di padre Olszewski e della signora Urszula i metodi utilizzati dall'apparato di repressione comunista sono ancora oggi ampiamente utilizzati in Polonia. Ma oggi c'è dietro una grande ipocrisia. Nella Polonia comunista la repressione dei cosiddetti nemici di classe o del sistema era palese e ben manifesta, oggi viene nascosta dietro il pretesto di "difendere i diritti umani " o di "ripristinare lo Stato di diritto ". Le persone vengono arrestate ed umiliate per costringere loro a dichiararsi colpevoli o di fornire prove per incriminare altre persone. Tutto questo serve, oggi come nei tempi comunisti, per eliminare ogni opposizione.
L'ASSURDITÀ DELLE ACCUSE Ma la cosa più importante riguarda l'assurdità delle accuse contro di lei. Si tratta del presunto abuso d'ufficio nella concessione dei fondi del ministero della Giustizia alla Fondazione Proelio per la costruzione del centro per le vittime degli abusi e dei crimini. «Tutto era legale sottolinea il padre dell'accusata. Nessuno ha rubato un soldo né defraudato i fondi. Gli edifici del centro sono già costruiti». Ma, come suggerisce Skrzetuski, il centro sorge in una zona prestigiosa della capitale, nel quartiere Wilanów, perciò ci sono tanti speculatori immobiliari che vorrebbero impossessarsi di questo immobile e del terreno. Skrzetuski non ha dubbi sul perché sua figlia sia stata arrestata e viene maltrattata: «Questo è un tentativo di vendetta contro le persone che hanno collaborato con il precedente ministro della Giustizia Ziobro. È ovvio. Si vuole colpire l'ex ministro Ziobro e l'ex viceministro Romanowski. E' un tentativo di un attacco all'attuale opposizione». In Polonia si sono mossi in tanti per protestare ed esprimere il loro sdegno per gli arresti e il trattamento di padre Olszewski e di due impiegate del ministero della Giustizia, tra cui Urszula. Bisogna sperare che anche in Europa si protesterà contro questa deriva autoritaria dell'attuale governo polacco del premier Tusk e del ministro della giustizia Bodnar. Va raccontato anche un fatto particolare che mostra come Urszula vive la sua prigionia. Nella cella ha disegnato una Madonna e l'ha mandata alla redazione di Radio Maria polacca, accompagnata da una lettera in cui scrive: «Cara famiglia di Radio Maria. Ringraziandovi per aver sostenuto la nostra Patria con la vostra preghiera costante per oltre 30 anni, desidero esprimervi la mia speciale gratitudine per il fatto che in questi mesi nelle vostre preghiere avete incluso anche me. Posso ripagarvi solo con ciò che ho nella mia cella di prigione, che è la preghiera per voi e le vostre famiglie. Per favore accettate questa icona che ho disegnato per mia madre, che è un membro della famiglia di Radio Maria. Che questa Madonna del Carcere vi sostenga anche nei momenti difficili!».
BEATIFICATO DON STREICH, MARTIRE UCCISO DAI COMUNISTI Don Stanislao Kostka Streich fu ucciso nella Polonia democratica, prima della Seconda Guerra Mondiale (e oggi nella nuova Polonia anticlericale di Tusk un sacerdote viene arrestato per motivi politici) di Wlodzimierz Redzioch https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7828
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 luglio 2024
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SPARI SULLA FOLLA: LA STRAGE DI CUI NESSUNO PARLA
Migliaia di persone manifestano in Bangladesh contro il governo e la polizia apre il fuoco in piazza facendo più di 100 vittime
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Sito di Nicola Porro, 24 luglio 2024
Due giorni fa in Bangladesh la polizia ha sparato sulla folla che manifestava, soprattutto giovani, uccidendo centoquindici persone. I feriti? Non pervenuti. Sì, perché i nostri media (quelli che l'hanno fatto) hanno dedicato alla notizia solo un boxino nella pagina Esteri. Non è una novità. I direttori scelgono le notizie da enfatizzare (che so, i divorzi di Kamala, in questi giorni) in base a due criteri: 1. quel che ritengono interessi i loro lettori, 2. quel che fanno le altre testate (soprattutto). Sì, perché uno dei loro terrori è il "buco" in pagina. Da qui i media-fotocopia, cosa che, a ben pensarci, li rende tutti inutili. La moda della sinistra americana - che è quella che comanda la narrazione occidentale - è attualmente il no al razzismo. Ma concentrarsi su un ospedale pediatrico ucraino centrato (forse) dai russi e fregarsene altamente di quel che accade in luoghi esotici che cosa è se non razzismo? In Sudan gli ammazzati sono milioni, ecchissenefrega. Un treno deraglia in India col suo solito abnorme carico di gente sopra? Normale. Alla Mecca la ressa e il caldo fanno stragi? Esotismo. E dire che il Bangladesh dovrebbe essere caro a quelli di una certa età. Esso è infatti il vecchio Bengala nella cui jungla si aggirava l'Uomo Mascherato, The Phantom di Lee Falk e Wilson McCoy. La sua guerra di indipendenza dal Pakistan negli anni Settanta scatenò un mega-concerto tipo LiveAid organizzato da George Harrison, l'ex Beatle che scalò le classifiche con canzoni come, appunto, Bangladesh e il semibuddhista My sweet Lord (plagiato da It's so fine di Carol King, come poi appurò il tribunale). Con quella guerra il Bangladesh (che vuol dire "Bengala libero") si guadagnò due cose: l'indipendenza e il primato mondiale della povertà. Infatti, gli ammazzati dalla polizia protestavano perché il governo aveva riservato il trenta per cento dei posti di lavoro nell'amministrazione ai figli dei veterani di quella guerra, così da garantirsi la fedeltà di una notevole massa elettorale. I bengalesi capirono benissimo la manovra e scesero in piazza. Rimediandoci pallottole ad altezza d'uomo. Il governo addivenne a più miti consigli riducendo quel trenta al cinque per cento. Ma anche i poliziotti mangiano il pane governativo e il resto è storia. Una storia, tuttavia, accecata perché molto probabilmente nulla sapremo degli sviluppi. I nostri direttori di testata, per i motivi anzidetti, sono troppo concentrati sulle disavventure di Fedez, sulle veline di Zelenski e quelle di Hamas. Credendo che tutti i lettori siano stupidi. Per fortuna che ci sono (ancora) i social, che i direttori anzidetti non frequentano, altrimenti saprebbero cosa davvero pensano i lettori. Siamo nella terra di accà nisciuno è fesso e il numero degli "apoti" (coloro che non la bevono, per dirla alla Prezzolini) aumenta a vista d'occhio. I sinistri e i loro seguaci starnazzano più degli altri - ed è l'unica cosa che sanno fare- e sono per questo più visibili ma la verità è che cresce lo stuolo di quelli che danno ragione a Israele, Putin e Trump. E che sanno che un giornalista (di sinistra) pestato da CasaPound non pareggia i danni fatti impunemente, e da sempre, da anarchici e centri sociali. Anche i padroni dei media dovrebbero stare attenti al disastro in termine di calo di copie vendute verso cui stanno precipitando. Ma forse gestire aziende in perdita è un rischio calcolato, che val la pena pur di influire sul governo. Il quale, il nostro, ne è effettivamente intimidito.
Fonte: Sito di Nicola Porro, 24 luglio 2024
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LA GRAVIDANZA E I PRIMI DUE ANNI SONO DECISIVI PER IL FUTURO DEL BAMBINO
Intervista al prof. Carlo Bellieni, primario di pediatria e neonatologia a Siena e studioso di chiara fama con 300 pubblicazioni scientifiche, autore del recente libro I primi 1000 giorni d'oro
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Notizie Pro Vita & Famiglia, luglio-agosto 2024
Ne I primi 1000 giorni d'oro il professor Carlo Bellieni - docente di pediatria e neonatologia all'Università di Siena e studioso di chiara fama con oltre 300 pubblicazioni scientifiche al suo attivo - offre una chiave di lettura della gravidanza e dei primi due anni di vita del neonato, così decisivi per i suoi passi futuri. ProVita e Famiglia lo ha intervistato per condividere con i genitori che hanno tanto a cuore i figli le sue preziose indicazioni di puericultura. La mamma è per il bambino come il mare per un'isola, scrive all'inizio del suo volume. Prof. Bellieni, quanto è importante la relazione simbiotica madre-figlio sin dal momento del concepimento? «Mamma e bambino sono una diade, una coppia organicamente strutturata, importante per la salute reciproca e inseparabile almeno per i primi due anni di vita. Freud stesso alludeva all'esperienza del sonno come ritorno inconscio alla sicurezza del grembo materno. "Il sonno è una riattivazione dell'esistenza intrauterina, che soddisfa le condizioni di riposo, calore ed esclusione dello stimolo; infatti, nel sonno molte persone riprendono la postura fetale". La simbiosi del figlio con la madre è decisiva nella prima fase di crescita del neonato, come ha giustamente osservato Bowlby. Succhiando il neonato assume il latte e al tempo stesso ne attiva la fuoriuscita agendo sugli ormoni della mamma che, a loro volta, attivano il senso di protezione della mamma. La madre deve essere per il figlio un "porto sicuro". L'attaccamento madre-neonato influisce addirittura sull'attaccamento che lo stesso figlio avrà a sua volta un giorno con fidanzata, moglie e figli. La mamma deve però anche gradualmente 'lasciar andar' il figlio, dandogli così modo di affezionarsi a un gioco, una palla che la sostituisce per alcuni istanti mentre ella si allontana da lui». Cosa accade di sorprendente nella madre e nel figlio in grembo durante la gravidanza? «La vita nella sua alba è fragile sì e nel contempo esplosiva, se si pensa che nell'embrione tutto si sviluppa a partire da cellule staminali, ossia cellule-tronco, da cui si dipanano cellule-figlie quali rami, foglie, fiori e frutti, per rimanere in tale similitudine. Per quanto riguarda la madre, si è osservato che - oltre agli aumenti di volume plasmatico, gittata cardiaca, metabolismo e consumo di ossigeno - il cervello della donna incinta cambia in modo sorprendente, ossia si riduce la materia grigia nelle aree coinvolte nell'elaborazione e nella risposta ai segnali sociali per rispondere in modo più efficiente nelle aree legate ai bisogni del proprio figlio. Dal feto le arrivano invece cellule che la rigenerano letteralmente e che la madre tradurrà in ormoni, cellule nervose e benessere, poiché alcune di queste cellule, per effetto del chimerismo, fungono addirittura da particolare protezione contro i tumori. Insomma il cervello materno si ristruttura plasticamente, anche grazie all'apporto benefico del figlio in grembo. E in effetti c'è di che stupirsi anche per il fatto che l'embrione, pur essendo di fatto un 'corpo estraneo' nel corpo della madre, non viene attaccato alla stregua di virus e batteri, ma al contrario viene protetto dal corpo della stessa». I sensi del bambino cominciano a strutturarsi nel grembo materno. Può spiegarci meglio come ciò accade? «Non pensate solo al bambino, pensate anche al gattino o al cagnolino che nascono in una radura o in un bosco. Se non avessero già imparato prima di nascere a riconoscere l'odore del latte della mamma, non saprebbero cosa cercare appena nati. L'utero e tutto il corpo della mamma filtrano i rumori, i sapori, gli odori e offrono al feto quello che serve per svilupparsi, per iniziare a conoscere, per affezionarsi. Per quanto non conosce cosa fa rumore, non sa che c'è una mamma che parla, tutto riceve, percepisce e immagazina. Per quanto riguarda la memoria gustativa accade lo stesso: i nostri gusti alimentari cominciano a formarsi nel pancione. Chiesi a un gruppo di signore di mangiare molte carote durante tutta la gravidanza. E in effetti i loro figli preferivano nettamente essere svezzati con pappe a base di carote. Allo stesso modo accade per la memoria uditiva: il calore, il movimento ritmico dell'auto, ma anche le pareti del seggiolino, i rumori lontani aiutano generalmente un neonato ad addormentarsi più facilmente perché gli ricordano i suoi movimenti in grembo. E in effetti ho avuto modo di riscontrare che i figli di madri che hanno trascorso molto tempo a letto a causa di una gravidanza a rischio soffrivano mal d'auto più degli altri». Quanto è importante lo sguardo sul bambino nello sviluppo della sua dimensione relazionale? «È fondamentale, basti pensare che un bambino da come si sente guardato impara a guardare se stesso. Non perché qualcuno glielo dice, ma semplicemente per osmosi; assorbe. Il bambino impara a fare le cose ricercando lo sguardo e l'approvazione del genitore; il bambino impara a voler bene a se stesso riflettendo lo sguardo del genitore. A uno sguardo materno di affetto corrisponde un affetto verso se stesso. Tutta l'infanzia è la ricerca e la sistematizzazione di quello che si è appreso nei primi mesi di vita, cioè di piacere o di non piacere, di piacersi o di non piacersi. In tale prospettiva si colloca, per esempio, anche il gioco del nascondino, che rafforza o mette alla prova la certezza di essere desiderati. A cos'altro serve il gioco del nascondersi, magari dietro una tenda o sotto il letto, per poi ricomparire d'improvviso ai genitori (che stanno al gioco e fingono di cercare il figlio disperati) se non per verificare e simulare se davvero lui mancherebbe loro?». Relativamente all'apprendimento, quale valore assume il gioco per la sua crescita? «Un bambino non impara perché gli si spiega. Impara perché imita e ripete, continuando a ripetere finché non ha imparato. Il bambino ripete non per impadronirsi di quell'azione, ma per impadronirsi del simbolo di quell'azione, per superare una paura, ad esempio. Quando un bambino butta e ributta a terra un piatto dal seggiolone vuol dire che le cose scompaiono e riappaiono e che c'è qualcuno che gli vuole bene che le fa riapparire. Bisogna inoltre tener presente che il gioco non serve ad insegnare, ma a metabolizzare il vissuto, a "ingrassare" di esperienze, ad ammortizzare le paure, per essere pronto a sentirsi gettato nella vita. Perciò gli piacciono meno i giochi che non può rompere a suo piacimento. Ama dondolo, scivolo e girotondo per acquisire periodicità e ritmo; il 'nascondino' per rinsaldare la certezza di essere voluto; i giochi di gruppo coi pari o di superamento dell'ansia (esempio: s'inventa che un bicchiere è la mamma, che il bicchiere sta per cascare e che la salva all'ultimo momento). Il bambino ha infatti una razionalità che non è la nostra. Per noi vale il principio di non contraddizione per cui una bottiglia è una bottiglia; per lui è anche una pistola, un sasso, uno scoglio o il naso di papà nello spazio della fantasia, dove tutto diventa altro o è mistero. Perciò un gioco che spiega e dà regole a chi sta conoscendo il mondo secondo categorie che non sono le regole scritte non serve. Se il bambino lo prende a martellate, non spaventatevi e attenti a regalargli giochi 'troppo intelligenti'!». Qual è invece il significato della risata e del pianto del bambino? «All'inizio il neonato ride per imitazione, poi comincia a ridere per stupore quando, per esempio nella 'linguaccia', constata un'incongruenza innocua rispetto alla realtà. Rispetto al pianto il guaio è che, contrariamente a quanto comunemente si crede, non esiste un 'pianto da dolore', un 'pianto da fame' o un 'pianto da paura'. Di qui occorre 'contestualizzare' il pianto, ragionando e osservando. C'è un graffio, una ferita? Ha mangiato da poco, da tanto? C'è la pelle arrossata o un bernoccolo in testa? È rimasto da solo? Ha sonno? Insomma il pianto è il segno, ma la causa possiamo provare a individuarla solo con questa contestualizzazione. C'è poi da aggiungere un paradosso: qualche volta il bambino ha dolore ma non piange, anzi sta fermo. Questo succede quando qualcosa gli fa male se si muove, e lui ovviamente non si muove. Di qui l'immobilità insolita di un braccio, per esempio, deve far sospettare il dolore. Come è più opportuno muoversi rispetto ai suoi capricci? «Bisogna considerare che il capriccio non avviene perché il bambino non ottiene quello che vuole, ma perché ottiene quello che non vuole. Allo stesso modo, contrariamente a quanto si pensa, il bambino si vizia quando ottiene sempre quello che non vuole. Il capriccio è in effetti una manifestazione di un desiderio cui l'adulto risponde male. Per intenderci, è come dare a un affamato un biscottino, invece di un buon pranzo; alla fine si accontenterà del biscottino ma lo cercherà cento volte al giorno. Il bambino vuole essere guardato, all'occorrenza consolato e incoraggiato, vuole sostanzialmente il tempo dal suo genitore. Ogni 'no' del bambino è una richiesta di 'tu'». I neonati sognano? «Innanzitutto è opportuno ricordare che generalmente durante il sonno il cervello elabora, costruisce, cresce. Anche il bambino sogna, come si può constatare dalla fase REM, e lo fa sin dal grembo materno. Egli rielabora principalmente le sensazioni, le esperienze, gli stimoli che ha provato nel corso della giornata, e forse inizia anche a trasformare in sogni i dispiaceri avuti o le belle cose che gli sono successe». Cosa pensa rispetto alla scelta di diversi genitori di esporre precocemente i figli a tablet, smartphone e tv? «Bisogna dire chiaramente in proposito che tali strumenti non costituiscono un alleato della mamma per distrarre il bambino, bensì delle celle anguste in cui il bambino finisce per rinchiudersi. Quindi non usare tablet, cellulari o altro a far da baby-sitter ai figli, poiché sono pervasivi e quasi ipnotici. È l'unica cattiva abitudine da impegnarsi a vietare nei bambini, in specie durante una fase così delicata della crescita in cui l'immaginazione è in aumento e l'apprendimento dipende ancora in gran parte dall'attività visiva». Qual è infine il ruolo del padre? «Pur constatando che siamo passati da una società additata come 'patriarcale' a una società orfana di padre, la sua figura rimane ed è fondamentale. Se infatti la madre lega il desiderio del bambino alla vita, il padre lo aggancia alla realtà, aprendo la via a una progressiva autonomia del bambino. Il padre inoltre non spiega ma mostra che per lui le cose hanno un significato, un senso, una bellezza». Nel concludere il suo saggio, Lei afferma che la nostra società non è pronta per i bambini. Perché? «Il bambino spaventa la società perché è irrazionale, cioè ha una maniera di ragionare che non è la maniera richiesta all'adulto consumatore. Inoltre il bambino guarda i suoi genitori e gli altri per quello che sono, senza cioè badare ai titoli (nobiliari, accademici o professionali) di una persona. Infine il bambino spaventa perché "è matto", cioè corre, mette in bocca tutto, sale sui balconi e quindi la società non ha forze per stargli dietro. Un tempo invece i bambini erano i padroni delle piazze; oggi non vanno nemmeno a scuola da soli. Scendevano in strada e giocavano in gruppo; oggi per vedere altri bambini vanno alle feste o a fare sport, cioè sempre sotto sorveglianza. Mettevano in bocca di tutto e lo sputavano, migliorando così la loro intelligenza delle cose e il loro sistema immunitario; oggi la pubblicità, per vendere, instilla un'idea che tutto sia pericoloso, sporco, da pulire, sgrassare, sterilizzare. Il bambino vuole aria fresca, vuole genitori e non "ruoli genitoriali", vuole una scuola basata sui suoi ritmi. Perciò qualcosa rinascerà solo dai piccoli nuclei familiari, dalle esperienze delle piccole scuole, dagli asili innovativi in cui qualcuno avrà avuto a cuore la persona del bambino insieme alla sua realtà sociale. Questo certo non cambierà il paradigma culturale della nostra società, ma cambierà il modo in cui alcuni bambini si sentiranno guardati e inizieranno a guardare a sé stessi e al mondo».
Nota di BastaBugie: per acquistare il libro dal titolo "I primi 1000 giorni d'oro. Puericultura per i genitori e per chi cura i bambini" del prof. Carlo Bellieni di cui si parla nell'intervista, clicca qui!
Fonte: Notizie Pro Vita & Famiglia, luglio-agosto 2024
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AGGRESSIONI A PRO VITA, LA VIOLENZA CHE MATTARELLA NON DENUNCIA
I media mainstream e la sinistra sono soliti condannare solo certi tipi di violenza, infatti nulla dicono sulle aggressioni subite da Pro Vita a Bologna (VIDEO: Baby Olivia, la verità che non si può dire)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27 luglio 2024
In Italia ci sono aggressioni di serie A e aggressioni di serie B, episodi che conquistano le prime pagine dei quotidiani per giorni diventando perfino casi politici e, invece, altri che spesso non valgono nemmeno un trafiletto nei media mainstream. Oppure, quando assurgono agli onori delle cronache, li si cataloga magari sotto titoli quali "scontri", "tensioni" et similia, che confondono vittime e aggressori. Nella seconda categoria rientrano certamente le aggressioni, violenze, minacce di morte, eccetera, che vengono subite - ormai da anni - da Pro Vita & Famiglia. L'ultima vicenda di rilievo, in ordine di tempo, è quella avvenuta a Bologna, in piazza XX Settembre, appena otto giorni fa, venerdì 19 luglio. La onlus aveva una regolare autorizzazione per proiettare un video di tre minuti, Baby Olivia, prodotto dall'associazione americana Live Action e che la stessa Pro Vita ha doppiato in italiano, intendendolo mostrare in varie città del nostro Paese. Si tratta di un video che mostra i passaggi principali dello sviluppo della vita umana dentro il grembo materno, dal concepimento fino al momento prima della nascita. La voce narrante fa presente che «la fecondazione stabilisce già il sesso, l'etnia, il colore dei capelli, degli occhi e molti altri aspetti di Olivia, che inizia a impiantarsi nell'utero della mamma circa una settimana dopo la fecondazione». Si spiega che già a 22 giorni si può sentire il battito del cuore del concepito, a sei settimane se ne può rilevare l'attività cerebrale, a nove lo si può osservare mentre si succhia il pollice, deglutisce, stringe le mani, si tocca il viso, respira, si distende. E così via. Un video semplice ed efficace, che dà conto del miracolo della vita umana, senza alcun tono fuori luogo.
UNA CONTRO-MANIFESTAZIONE NON AUTORIZZATA Ma ad un gruppo di contro-manifestanti, non autorizzati, la proiezione di Baby Olivia non è andata giù. «Poco dopo l'inizio dell'evento - ha ricostruito Pro Vita in un comunicato - si è radunata nella stessa piazza una contro-manifestazione non autorizzata composta da centri sociali, collettivi femministi e i consiglieri comunali Giulia Bernagozzi e Mery De Martino del Pd e Detjon Begaj della Coalizione Civica. In un primo momento i contro-manifestanti hanno iniziato a disturbare la proiezione urlando con un megafono insulti come "bastardi", "pezzi di m...", "vaff...", per poi avvicinarsi al palco lanciando volantini e preservativi contro i presenti e tentando addirittura di manomettere i cavi di alimentazione dell'impianto audio». Si è levato anche un coro con minacce di morte, con tanto di rima. È quindi dovuta intervenire la polizia, per proteggere il palco e i manifestanti di Pro Vita. Nella serata del 19 luglio, la giunta - di sinistra - del Comune di Bologna è intervenuta con una nota, ma non per esprimere solidarietà a Pro Vita, bensì, all'opposto, per comunicare il proprio «sdegno» per un'iniziativa che attacca «la salute e l'autodeterminazione delle donne». Il clima di odio emerso a Bologna, purtroppo, non è un caso isolato, ma appunto l'ultimo episodio di una lunga serie, che va dalle censure dei manifesti di Pro Vita in vari Comuni fino all'assalto, il 25 novembre 2023, alla sede romana dell'associazione, scampata ai tentativi di incendiarla solo per la presenza delle forze dell'ordine. Anche in quel caso, dai partiti di sinistra non si levò la voce di condanna che ci si sarebbe aspettati. Una mancanza che legittima di fatto chi compie queste violenze e ne alimenta di nuove e perfino più gravi. Ieri, per la cronaca, anche ad Ancona sono intervenute delle femministe per disturbare la campagna Baby Olivia.
DUE PESI E DUE MISURE La logica dei due pesi e delle due misure emerge qui in tutta la sua evidenza. Sinistra e sistema mainstream urlano se il caso di violenza o presunta tale può tornare a proprio vantaggio politico-culturale, mentre solitamente tacciono, minimizzano o mistificano nel caso opposto. Per esempio, giustamente si è chiesta la condanna unanime del pestaggio subìto lo scorso 20 luglio da Andrea Joly, giornalista della Stampa, e operato da membri di Casa Pound. Ma non altrettanto è stato fatto, in questa e in altre occasioni, con Pro Vita e altri gruppi ed esponenti del mondo pro life e pro family. Anzi, vedi giunta Lepore, è avvenuto addirittura il contrario. Sarebbe auspicabile che l'esempio venisse innanzitutto da una figura istituzionale come quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che da quando è al Colle si è espresso molte volte contro la violenza e un certo clima d'odio, come anche tre giorni fa durante la cerimonia del Ventaglio. Ma la violenza che il pensiero oggi dominante non considera tale, purtroppo, difficilmente fa capolino nei discorsi di Mattarella. Sarebbe invece auspicabile che il capo dello Stato usasse uno dei suoi periodici richiami contro la violenza anche per stigmatizzare quella violenza costante che si registra contro ogni tipo di iniziativa di sensibilizzazione riguardante i bambini nel grembo materno, come appunto - da ultimo - per l'aggressione a Bologna. Se un tale richiamo avvenisse, renderebbe più credibile l'enfasi sul pluralismo, sul rispetto dell'altro, sul dialogo, sulla democrazia, eccetera, che si ritrova in genere nei discorsi di Mattarella. Aggiungiamo: anche il richiamo alla "scienza", tanto presente nell'era del Covid (fino ad alimentare la divisione sociale), diverrebbe più credibile, visto che video simili a quello di Baby Olivia si basano sull'evidenza biologica che mostra tutta l'umanità e l'essere persona del bambino nel grembo, fin dal momento del concepimento.
VIDEO 1: Baby Olivia (durata: 3 minuti)
https://www.youtube.com/watch?v=lBdgzva5c2A
VIDEO 2: Femministe bloccano Baby Olivia (durata: 3 minuti)
https://www.youtube.com/watch?v=4nhDLZAP7-c
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27 luglio 2024
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IN GERMANIA 500.000 PERSONE IN UN ANNO HANNO LASCIATO LA CHIESA
Un consulente di strategia per aziende afferma che nel mondo degli affari qualsiasi direttore delle vendite responsabile di cifre così disastrose sarebbe stato licenziato tre volte
Autore: Federica di Vito - Fonte: Il Sito del Timone, 18 luglio 2024
Quasi mezzo milione di persone hanno lasciato la chiesa in Germania nell'ultimo anno. Non è certo questa la notizia, visto che è una tendenza in corso ormai da anni. Il dato di fatto da cui partire è che proprio laddove si è maggiormente annacquato il messaggio di Gesù Cristo perdendosi dietro a un annuncio indefinito e sempre più vicino al mainstream i fedeli scappano. E nessuno di quei "lontani" a cui sembrano indirizzarsi tutti gli sforzi di evangelizzazione si avvicina. Lo scrittore tedesco Veit Etzold, CEO coach e consulente di strategia e storytelling per aziende con esperienza nel settore bancario, assicurativo, della consulenza strategica e della formazione dei dirigenti, professore presso l'Università di Aalen scrive: «Una volta Gesù Cristo disse a Pietro: "Pietro, qual è la tua professione?". E Pietro rispose: "Sono un pescatore". Gesù allora disse: "D'ora in poi sarai un pescatore di uomini. Su di te costruirò la mia Chiesa". Essere pescatori di uomini significa ispirare il maggior numero di persone possibile. Un chiaro compito di vendita per il direttore commerciale Pietro. Oggi, invece, "vendere" per le chiese significa "allontanare" il maggior numero possibile di persone. Non lo si fa se si perde meno di mezzo milione di "clienti" all'anno. Qualsiasi direttore delle vendite responsabile di cifre così disastrose sarebbe stato licenziato tre volte nel mondo degli affari». La sua visione, seppur riferita soprattutto alla situazione della Chiesa in Germania, può tranquillamente essere allargata all'intera situazione della Chiesa in Occidente. «La gente non se ne va perché la Chiesa non è abbastanza contemporanea», spiega Etzold, «al contrario: la Chiesa sta cercando di ingraziarsi il mainstream verde-sinistro fino al punto di ottenere un auto-abbandono. I congressi della Chiesa si stanno trasformando in eventi politici e la Chiesa sta cercando di essere attraente per le persone che non hanno altro che disprezzo per la religione e non vanno mai in chiesa. In questo modo, la Chiesa si rivolge a un gruppo target che non esiste nemmeno, allontanando allo stesso tempo i suoi fedeli abituali». Tanto più in un momento storico in cui l'uomo non sa che volto dare a Dio, è importante che sia la Chiesa ad annunciare che quel volto è lo stesso di Gesù Cristo morto e risorto per noi. Seppur va riconosciuta la buona fede, la tendenza di molti vescovi sembra essere quella di creare una rappresentazione indefinita e rispondente ad aspettative umane di misericordia a basso costo e garantita a priori. Vano sarà l'annuncio di salvezza di Gesù Cristo se teniamo solo i «molti chiamati» e tagliamo fuori la parte sui «pochi eletti». Che la Chiesa possa riscoprire «l'essenza del suo marchio», per usare le parole del professor Etzold, caratterizzato dalla provvidenziale missione di annunciare la verità evangelica con zelo e amore. Solo così fioriranno credenti che potranno essere a loro volta santi e martiri.
Fonte: Il Sito del Timone, 18 luglio 2024
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OMELIA XIX DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 6,41-51)
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
Prosegue in questa domenica la meditazione sul grande discorso del capitolo sesto di Giovanni, che ci occuperà anche nelle prossime settimane. La pagina evangelica di oggi si apre con una solenne e un po’ misteriosa dichiarazione di Gesù: Io sono il pane disceso dal cielo. Quasi a dire: io nutro, io sazio la fame di verità e di giustizia che c’è innegabilmente nell’uomo; se l’esistenza umana può essere per qualche aspetto raffigurata nel deserto, arido e di sperante, allucinante e angoscioso che il profeta Elia attraversava per fuggire la collera di un tiranno, io – dice Gesù – sono quel pane che gli ha dato la forza di superare la spossatezza e di arrivare fino all’Oreb, cioè al Sinai, il monte dell’incontro con Dio. Conoscere Gesù è dunque condizione indispensabile per avere una vita spirituale autentica, per non arrendersi alle difficoltà dei giorni penosi, per poter vivere da uomini. Ma conoscere come? Perché non ogni conoscenza di Gesù è salvifica.
LA CONOSCENZA STERILE C’è una conoscenza infeconda, una conoscenza terrestre, fatta di frasi fatte o di notizie che ingombrano la mente e lasciano vuoto il cuore. È la conoscenza dei Giudei di cui ci parla il brano evangelico: Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Sapevano tutto, erano al corrente di tutti i particolari, ma non conoscevano niente, perché non si sentivano personalmente coinvolti e trasforma ti da questo conoscere. Così, per esempio, si può essere al corrente di tutti gli avvenimenti e i pettegolezzi ecclesiastici, e non avere nessuna conoscenza vitale e trasformante né di Gesù né della Chiesa, la sua sposa bellissima, antica e sempre giovane, fatta di uomini peccatori come siamo tutti noi, ma in se stessa senza macchia e senza rughe. Così, si possono studiare gli evangeli, e tutte le loro interpretazioni, e tutte le questioni sottili suscitate dall’evento cristiano, ma avere il cuore senza speranza, senza gioia, senza amore. Anche il demonio conosce tutte le Sacre Scritture e tutta la dottrina teologica a questo modo. Si può percorrere con acutezza e competenza tutti i decreti del concilio, ma avere l’animo gonfio di ama rezza, di zelo acre e senza benevolenza, e qualche volta perfino di odio. È tutta conoscenza inutile, che può anche diventare dannosa.
LA CONOSCENZA CHE TRASFORMA Ma c’è anche una conoscenza di Cristo, crocifisso e risorto, che dà la vita e la salvezza. Questa conoscenza sta nel riconoscerlo come l’invia to dal Padre; sta nell’accoglierlo non soltanto come un uomo, sai pure il più grande, il più giusto, il più buono, che viene dalla terra ed è uguale a noi, ma anche come il Pane disceso dal cielo, che è venuto per darci la forza di guardare in alto e non perdere di vista il nostro vero destino, che non è qui ma nella casa del Padre; sta nel credere in lui, cioè nell’accetta re con semplicità di cuore la sua iniziativa di salvezza, la sua legge d’amore, il suo messaggio di speranza, senza pretendere di sovrapporre al suo disegno i nostri calcoli, i nostri progetti, i nostri punti di vista: Chi crede ha la vita eterna. Questa conoscenza di Gesù non è inerte ma trasformante: tende a cambiare prima di tutto noi stessi, e poi, attraverso noi, a cambiare il mondo e le sue in giuste strutture. È una conoscenza che conduce al pentimento, cioè al rammarico per quello che noi siamo e facciamo, e alla misericordia, cioè alla comprensione per quello che sono e che fanno gli altri: Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece bene voli gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda… È una conoscenza che è un dono di Dio: Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato. Chiediamolo dunque al Padre in questa celebrazione.
Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.
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