BastaBugie n�888 del 28 agosto 2024

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1 IUS SCHOLAE, RIFORMA INUTILE: LA SCUOLA NON INTEGRA NEMMENO GLI ITALIANI
La proposta fatta propria da Forza Italia è figlia di quella lanciata dal Movimento 5 stelle, ma la scuola italiana non fornisce un'identità culturale nemmeno agli italiani, figuriamoci se può farlo agli stranieri
Autore: Anna Bono - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 BOXE: E' GIUSTO CHE UN UOMO PICCHI UNA DONNA? CHE DUE DONNE FACCIANO A BOTTE? E DUE UOMINI?
La Chiesa ha spesso condannato la boxe perché è un confronto violento, mettendo a rischio la vita (inoltre è sbagliato il clima di eccitazione violenta che ricorda i giochi dei gladiatori già condannati da sant'Agostino)
Autore: Fabio Fuiano - Fonte: Corrispondenza Romana
3 ABORTO E STERILIZZAZIONE GRATUITI ALLA CONVENTION DEMOCRATICA CHE ACCLAMA KAMALA
Inoltre il card. Cupich non ha fatto nessun riferimento a Gesù o alla difesa della vita umana dal concepimento, ma si vergogna della croce (che infatti nasconde)
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone
4 IL PADRE DI TELEGRAM ARRESTATO IN FRANCIA, MESSAGGIO AI SOCIAL CHE NON CENSURANO
Le autorità USA, UE, inglesi, russe, brasiliane, australiane, ecc. vogliono distruggere chi non si allinea alla loro propaganda censurando le voci dissenzienti (ad es. Elon Musk con X e Pavel Durov con Telegram)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 IL PIANO PER DISTRUGGERE LA FAMIGLIA
Alla scoperta delle cause rivoluzionarie della disgregazione della famiglia e delle condizioni per la sua ricostruzione
Autore: Fabio Fuiano - Fonte: Corrispondenza Romana
6 HUSSERL E LE OPPOSTE VITE DEI SUOI DISCEPOLI PIU' FAMOSI: HEIDEGGER ED EDITH STEIN
Heidegger successe a Husserl nella cattedra, aderì al nazismo ed è tuttora considerato un grande filosofo; Edith si convertì a Cristo, voltò le spalle al successo, divenne monaca di clausura e morì ad Auschwitz
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
7 OMELIA XXII DOM. T.O. - ANNO B (Mc7,1-8.14-15.21-23)
Dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

1 - IUS SCHOLAE, RIFORMA INUTILE: LA SCUOLA NON INTEGRA NEMMENO GLI ITALIANI
La proposta fatta propria da Forza Italia è figlia di quella lanciata dal Movimento 5 stelle, ma la scuola italiana non fornisce un'identità culturale nemmeno agli italiani, figuriamoci se può farlo agli stranieri
Autore: Anna Bono - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23 agosto 2024

Il ministro degli affari esteri Antonio Tajani si è dichiarato favorevole all'adozione di una legge che introduca lo ius scholae, che consenta cioè di acquisire la cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano concluso un certo ciclo scolastico. Una proposta di legge in tal senso era stata presentata nel 2022 dal Movimento 5 stelle, acclamata da tutta la sinistra. Prevedeva il diritto alla cittadinanza per i minori nati in Italia o arrivati quando avevano meno di 12 anni a condizione che avessero frequentato per almeno cinque anni un ciclo di studi. La legge non era passata. Presto potrebbe essere ripresentata, ma a condizioni diverse. Quelle pensate da Forza Italia a quanto pare sono due: che il minore straniero abbia concluso due cicli scolastici oppure che abbia terminato la scuola dell'obbligo.
La seconda opzione farebbe apparire una eventuale battaglia per lo ius scholae più una questione di principio che di sostanza. Poiché la scuola superiore è obbligatoria fino a 16 anni, lo ius scholae anticiperebbe infatti soltanto di due anni la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana dal momento che, in base alla legge 91 del 1992, a 18 anni i figli nati in Italia da genitori stranieri possono diventare cittadini italiani presentando una semplice dichiarazione di volontà all'Ufficio di stato civile del loro comune di residenza, con il requisito necessario della residenza legale in Italia senza interruzioni fino al compimento dei 18 anni.
La rivendicazione di uno ius scholae, e prima ancora di uno ius culturae, simile ma che in alternativa al ciclo di studi di almeno cinque anni prevede come condizione aver seguito dei percorsi professionali, è stata avanzata dopo che era stata respinta la richiesta di sostituire lo ius sanguinis, riconosciuto in Italia, con lo ius soli. Il primo, lo ius sanguinis, attribuisce la cittadinanza per discendenza: i genitori trasmettono ai figli la loro cittadinanza. Per lo Stato italiano è cittadino italiano anche il discendente di un avo italiano, senza limite generazionale. Lo ius soli stabilisce la cittadinanza di una persona in base al luogo di nascita: si è cittadini del paese in cui si è nati, anche se da genitori stranieri.

LO IUS SOLI, IUS CULTURAE O IUS SCHOLAE
Il fulcro della battaglia per lo ius soli, lo ius culturae e lo ius scholae è il riconoscimento ai bambini stranieri degli stessi diritti di quelli italiani, l'ingiustizia presunta, da sanare, di una cittadinanza negata e l'urgenza di un percorso di inclusione sociale che "sapersi stranieri" renderebbe impossibile.
Il primo argomento - i diritti negati - è stato ampiamente smentito. I bambini stranieri godono degli stessi diritti dei loro coetanei italiani, delle stesse libertà e usufruiscono degli stessi servizi, senza discriminazioni e limitazioni. Pur di non ammetterlo, un inconveniente - non può proprio essere considerato un diritto leso - alla fine è stato trovato e riguarda le gite scolastiche. Può capitare infatti che per partecipare a una gita all'estero un bambino non italiano si debba procurare un visto che a quelli italiani non è richiesto.
Invece un inconveniente, anche serio, che non viene minimamente preso in considerazione, può derivare ai minori per il fatto di perdere la cittadinanza dei genitori, nel caso in cui non possano godere della doppia cittadinanza perché i paesi di origine non lo ammettono (ad esempio, il Camerun, la Nigeria, il Senegal, l'Iran, l'Etiopia...). Possono verificarsi problemi sia nel caso che la famiglia continui a vivere in Italia sia nel caso decida o si veda costretta a trasferirsi in un altro Stato o a fare ritorno al paese di origine.

COME SE FOSSERO APOLIDI, SENZA CITTADINANZA
Nel 2022, mentre si discuteva la proposta di legge, l'enfasi era stata posta anche su quanto fosse ingiusto lasciare centinaia di migliaia di bambini e ragazzini "senza cittadinanza", mantenuti "nel limbo di una non riconosciuta cittadinanza". Se ne parlava come se fossero apolidi o, piuttosto, fosse una condizione imbarazzante, patita, quotidianamente sofferta, essere, come i genitori, cittadini nigeriani, pakistani, marocchini, bengalesi e, perché no, canadesi, neozelandesi o giapponesi.
Quanto al "sapersi stranieri" e sentirsi per questo esclusi, basta avvicinarsi a una scuola alla fine delle lezioni per tranquillizzarsi a questo proposito: tra i ragazzini che escono felici non c'è traccia di divisioni, demarcazioni, almeno non per il colore della pelle. Sono altri i criteri che inducono all'emarginazione, e al bullismo, e ne scelgono le vittime. Piuttosto, se e quanto un bambino nato in Italia da genitori stranieri o arrivato da piccolo si auto emargina e manifesta ostilità nei confronti dell'ambiente che lo circonda dipende da come questo ambiente gli viene presentato. La responsabilità è senz'altro della famiglia e conta molto il suo grado di integrazione economica e sociale. Può essere altrettanto e ancora più importante, nel caso dei bambini musulmani, l'insegnamento impartito nelle moschee, soprattutto quelle informali.
Ma forse un ruolo ancora maggiore, decisivo, è svolto dalle continue, martellanti campagne - mostre, conferenze, dibattiti, festival... - condotte "a fin di bene" che accusano gli italiani di razzismo, mettono in guardia contro di loro, descrivono l'Italia come un paese inospitale, neofobico, che respinge gli stranieri, li disprezza. Pretendendo di abbattere muri, creano barriere di risentimento e diffidenza. Sono davvero ostacoli all'inclusione.

Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Ius scholae? Ma la scuola non integra nemmeno gli italiani" spiega che la scuola italiana non fornisce una identità culturale nemmeno agli italiani, figuriamoci se può farlo agli stranieri. Anzi, è il contrario: non ha una sua identità perché assorbendo le ideologie moderne e il relativismo ha reso impossibile la trasmissione della verità.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 agosto 2024:

In questi giorni il mondo politico dibatte la questione dello Ius scholae come possibile criterio per regolarizzare gli immigrati. Il ministro Tajani e Forza Italia, per motivi politici, ci puntano molto. La cosa presenta molteplici aspetti di cui ci siamo già occupati e tutti conducono ad una sola conclusione: la proposta è assurda. Uno in particolare dimostra fuori di ogni dubbio questa assurdità: si pretende di affidare alla scuola italiana la costruzione di una identità italiana nei giovani immigrati, ma la scuola statale italiana non è in grado di educare a nessuna identità nazionale, per il semplice fatto che non è in grado di educare a nessuna identità culturale.
La scuola italiana non fornisce una identità culturale nemmeno agli italiani, figuriamoci se può farlo agli stranieri. Sfido il ministro Tajani ad elencare i caratteri della identità culturale italiana così come plasmata dalla nostra scuola di Stato. Anzi, il processo è esattamente il contrario, la scuola italiana, davanti alla presenza di alunni stranieri, diminuisce i riferimenti alla propria tradizione e alla propria cultura - ammesso che ne abbia una - per un presunto dovere di adattamento di essa alle altre culture per spirito di accoglienza. Il caso delle omissioni nell'insegnamento della Divina Commedia di Dante è molto eloquente.
Però, attenzione! Non è che Dante lo si insegni abitualmente e in modo approfondito e poi lo si purghi dei passi indigesti alle altre culture, soprattutto a quella islamica. La realtà è che Dante non lo si insegna più da molto tempo, l'abdicazione alla propria cultura è avvenuta già prima della presenza in Italia delle altre culture e nessun insegnante pensa più che insegnare Dante sia un dovere per rispetto alla nostra identità. Piuttosto il contrario, Dante, come Manzoni, sono stati da decenni combattuti nelle scuole perché organici ad una certa italianità tradizionale cattolica diventata il nemico della politica culturale gramsciana. Per questo l'archiviazione di Dante davanti alle esigenze islamiche risulta così privo di patemi d'animo, era già avvenuto.
La nostra scuola "pubblica" non ha una sua identità ormai da molto tempo, da quando sono penetrate in essa le ideologie moderne e da quando il relativismo ha reso impossibile intenderla come ricerca e trasmissione di verità, da quanto essa ha assunto come criterio fondamentale di formare il cosiddetto spirito critico, cosa impossibile senza l'idea della verità. Lo spirito critico, non più basato sulla verità, è stato fondato sul soggetto e a quel punto tutte le credenze sono state ammesse, perché la verità stessa è stata trasformata in una credenza.
Ogni verità è stata ridotta a opinione, quindi siccome bisogna accettare tutte le opinioni, come dice la Costituzione, bisogna accettare tutte le verità, che a quel punto non sono più verità. Ciò che importa è che gli studenti ci credano, ci mettano qualcosa di sé, siano coerenti con se stessi: nella nostra scuola l'atto soggettivo e non più il contenuto oggettivo diventa criterio di verità, intervenire in un dibattito in aula è più importante di cosa si dice, anzi tutti dicono il vero e affermare che una idea è sbagliata significa esercitare una discriminazione. Nessuna disciplina viene insegnata ormai come avente a che fare con la verità, ma al massimo come ipotesi di lavoro
Oggi la scuola pubblica italiana non propone più nemmeno una unitaria visione della persona, ma ne ospita di tutti i tipi. L'unico dogma è il pluralismo educativo, esito di una malintesa libertà d'insegnamento, con il quale però al massimo si informa ma non si educa. Oppure si può dire che abbia sì una visione della persona, ma come qualcosa di vuoto da riempire con contenuti diversi a seconda delle preferenze soggettive o delle condizioni dell'esistenza. Non ha nemmeno una nozione di civiltà, per la paura che questo comporti un conflitto delle civiltà. Non è in grado di contrappore una propria civiltà - ripeto, ammesso che pensi di averne una - ad altre civiltà, perché non possiede criteri di giudizio superiori alle civiltà e in grado di giudicarle. Non c'è più nemmeno la nozione di conflitto, la disputa intellettuale è bandita dalla scuola a favore di una tolleranza intellettuale generalizzata che poi di fatto diventa imposizione dell'ideologia relativista.
Non può essere dimenticato che la scuola italiana non può fare nemmeno riferimento alla storia della nazione, cosa che di solito alimenta appunto l'identità culturale. La storia che si studia sui manuali scolastici è artefatta, ideologica, acritica e stereotipata. Non è storia, è retorica politicamente corretta. Tutti i manuali di storia della scuola pubblica sono falsi. Quando va bene è una "storia di Stato", la storia "ufficiale" stabilita da chi governa la scuola, che non è detto sia il ministro della pubblica istruzione. Inoltre, la cosiddetta "laicità" della scuola espunge dalla identità italiana la dimensione religiosa, il cattolicesimo (non un generico cristianesimo) che ne è parte integrante, ma questa sua importanza viene negata per esclusione. Né può risolvere questo problema la patetica istituzione degli insegnanti di religione cattolica. Che del resto sono i primi a parlare di Islam, e di ogni altro argomento, più che di cattolicesimo. Il crollo dei licei è sotto gli occhi di tutti e le discipline non trovano più una connessione sapienziale tra loro perché lo storicismo impedisce qualsiasi architettura del sapere e di tutto si fa solo una storia ideologicamente manipolata.
Dalla scuola italiana escono giovani culturalmente disintegrati, come pensa Tajani che essa posa integrare gli stranieri? Non sa nemmeno "a cosa" integrarli. Quando un ragazzo entra nella scuola pubblica italiana non si sa come poi ne esca: certamente non è dato che ne esca come "italiano".

DANTE HA I GIORNI CONTATI... AGLI ISLAMICI NON PIACE
A Treviso studenti islamici vengono esonerati dalle lezioni in cui si spiega la Divina Commedia, mentre nell'università di Torino l'imam inneggia alla guerra santa
di Marco Lepore
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7804

SCUOLA CHIUSA PER RAMADAN, UN FAVORE NON RICHIESTO ALL'ISLAM
Il 40% degli studenti è musulmano così il preside di Pioltello sospende le lezioni e Delpini, vescovo di Milano, plaude alla decisione (e così si favorisce il radicamento istituzionale dell'islam)
di Stefano Fontana
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7739

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23 agosto 2024

2 - BOXE: E' GIUSTO CHE UN UOMO PICCHI UNA DONNA? CHE DUE DONNE FACCIANO A BOTTE? E DUE UOMINI?
La Chiesa ha spesso condannato la boxe perché è un confronto violento, mettendo a rischio la vita (inoltre è sbagliato il clima di eccitazione violenta che ricorda i giochi dei gladiatori già condannati da sant'Agostino)
Autore: Fabio Fuiano - Fonte: Corrispondenza Romana, 7 agosto 2024

Lo scorso primo agosto si è disputato, in occasione delle Olimpiadi di Parigi, un incontro di pugilato tra Angela Carini e Imane Khelif che ha suscitato un acceso dibattito sulla disparità biologica tra i contendenti. Un dibattito che, purtroppo, è rimasto su un piano superficiale e opinabile, anche a causa di elementi di informazione insufficienti per poter prendere una posizione equilibrata. Con questo articolo si tralascerà volutamente la questione relativa all'identità sessuale di Imane Khelif, o la valutazione sull'opportunità che un tale personaggio possa essere adatto a partecipare ad un incontro di boxe in tale o tal altra categoria. Queste sono questioni particolari che, molto opportunamente, vanno lasciate alla scienza medica, perfettamente in grado, alla luce dei progressi della genetica, di stabilire il genotipo di qualsiasi essere umano. Lo sforzo da fare è quello di ricondurre l'intera vicenda a principi generali che, in quanto tali, non possono essere messi in discussione.
Anzitutto, è fondamentale ribadire l'esistenza di una natura umana, oggettiva e immutabile, con una conseguente legge morale naturale che ingiunge all'uomo di agire conformemente a tale natura se vuol conseguire il proprio fine ultimo. Secondariamente, bisogna domandarsi se, tra gli sport esistenti, la boxe sia o meno conforme alla natura umana e, particolarmente, a quella femminile. Ecco il nocciolo della questione: se la risposta a tali interrogativi è negativa, allora si possono tranquillamente tralasciare tutte le discussioni conseguenti.

LA DOTTRINA DELLA CHIESA
La Dottrina della Chiesa in merito al tema dello "sport" ha avuto il suo sviluppo con i pontificati di San Pio X e i successivi. In particolare, papa Sarto, pur rilevando gli aspetti positivi dello sport, rivolgeva ai partecipanti al Concorso Internazionale di Ginnastica del 27 settembre 1908 l'invito a «non passare i confini della prudenza, non esporsi a pericoli» recando danno alla propria salute.
Nel suo Discorso agli sportivi romani del 20 maggio 1945, Pio XII parlava positivamente di uno sport che «concorre ad elevare il valore spirituale dell'uomo e, quel ch'è più, lo orienta verso una nobile esaltazione della dignità, del vigore e della efficienza di una vita pienamente e fortemente cristiana». Al tempo stesso, il Papa ricordava come questa concezione cristiana fosse lontana da quel materialismo «per il quale il corpo è tutto l'uomo! Ma come è anche aliena da quella follia di orgoglio, che non si rattiene dal rovinare con uno strapazzo insano le forze e la salute dello sportivo, per conquistare la palma in una gara di pugilato o di velocità, e lo espone talvolta temerariamente anche alla morte! Lo "sport" degno di questo nome rende l'uomo coraggioso di fronte al pericolo presente, ma non lo autorizza a sfidare senza una ragione proporzionata un grave rischio; il che sarebbe moralmente illecito».
Per quel che attiene alla boxe, la Chiesa ha spesso espresso la sua condanna per due principali ragioni:
1) perché richiede, per poter essere svolta, un confronto violento con l'avversario, mettendone in pericolo l'incolumità, se non la vita stessa;
2) a causa del clima di eccitazione violenta che esso provoca tra gli spettatori, analogo ai giochi gladiatori già condannati da sant'Agostino.
Basti ricordare, a questo proposito, un articolo dell'Osservatore Romano del 15 febbraio 1933 in cui si descrive «quel popolo che invade, assiepa, riempie sino all'impossibile gli stadi [...] pronto a dirsi truffato se la rissa coi guantoni non ha spaccato sopracciglia, infranto nasi, slogato mascelle, rotto costole, pesto almeno un occhio, regalata una emorragia [...] quel popolo che s'erge dal suo posto allo stadio come su un piedistallo e si innalza a simbolo della civiltà odierna. La quale è fiera di premiare i "pugili" che con la forza, la violenza, la brutalità proiettate nello stadio, nella arena del mondo, ne esalta e diffonde la fama. Questa nostra civiltà! [...] Quella che ha tanto camminato in venti secoli da ritrovarsi seduta ancora nell'anfiteatro».

LA MORTE IN DIRETTA TELEVISIVA
Numerosi sono stati gli interventi di questa natura, soprattutto dopo le ingenti morti seguite alla diffusione di questa disciplina sportiva a partire dagli anni '60. "La Civiltà Cattolica", in una documentata analisi del problema, sotto il pontificato di Giovanni XXIII, affermava che «la maggior parte dei moralisti, confortata dal giudizio ancora più severo dei medici, non ha dubbi nel ritenere il pugilato professionistico, così come è attualmente, di fatto, esercitato, uno sport oggettivamente immorale» (Il pugilato professionistico e la morale, in "La Civiltà Cattolica", 1962, II, p. 160); «in verità - proseguiva l'organo ufficioso della Santa Sede - non c'è ancora su tale problema una dichiarazione ufficiale della Chiesa; ma occorre notare che, per giudicare della moralità di un fatto o di un problema, non si richiede sempre un intervento ufficiale della Chiesa; basta applicare ai casi concreti i principi generali della morale naturale, elevata e perfezionata dal cristianesimo» (ivi).
Dopo la morte in diretta televisiva, del pugile Davey Moore il 21 marzo 1963, in un incontro con Sugar Ramos, "L'Osservatore Romano" ribadiva a sua volta «il giudizio intrinseco sulla immoralità di uno sport che attenta all'integrità della persona fisica degli atleti gratuitamente e stoltamente e nella triste cornice della passionalità scatenata del pubblico». Nell'articolo si concludeva: «Non si dica che anche gli altri sport, auto, ciclismo, alpinismo, calcio, possono provocare tragedie e costare vittime. In quegli sport la disgrazia non può essere che accidentale e, del resto, anche per essi vale l'obbligo del limite ragionevole e della prudenza cristiana. Ma nel pugilato l'essenza è l'offesa fisica contro l'avversario. Fissare un punto limite o stabilire una sicurezza certa nell'impetuoso gioco, alla luce dell'esperienza sembra pura illusione. E la persona umana va salvaguardata, non distrutta. Va educata non abbruttita» (Ribalta dei fatti: Lo stadio o il circo? in "Osservatore Romano", 27 marzo 1963, p. 2).

IL PIANTO DELLA PUGILE ANGELA CARINI
Ma, a questo punto, se già per lottatori di sesso maschile si pongono remore morali, che pensare quando a combattere sul ring sono delle donne? È davvero conforme alla natura femminile? La Chiesa non avrebbe esitazioni: la natura della donna è fatta per ben altro. Il pianto prorompente della pugile Angela Carini a seguito dell'incontro è una palpabile testimonianza della cocente sconfitta, certo, ma anche dello sfogo inconsapevole dovuto all'innaturalità di questo sport per una donna.
In una riflessione, pubblicata su CR, dedicata alle donne c.d. "childfree", si sono riportati ampi stralci delle parole di papa Pio XII sulla naturale vocazione della donna alla maternità, alla sua spiccata sensibilità e delicatezza, che la rendono regina del focolare, atta a diffondervi gentilezza e dolcezza. L'antitesi della intrinseca violenza della boxe. Già il predecessore, Pio XI, metteva in guardia da una pretesa emancipazione femminile che mira ad assegnare alla donna i medesimi ruoli che ricopre l'uomo. Nella sua enciclica Casti Connubii, del 1930, il pontefice rilevava che in tal modo si mira alla corruzione dell'indole muliebre e della dignità materna, nonché alla perversione di tutta la famiglia. Anzi, «questa falsa libertà e innaturale eguaglianza con l'uomo tornano a danno della stessa donna; giacché se la donna scende dalla sede veramente regale, a cui, tra le domestiche pareti, fu dal Vangelo innalzata, presto ricadrà nella vecchia servitù (se non di apparenza, certo di fatto) e ridiventerà, come nel paganesimo, un mero strumento dell'uomo».
Per curare questa piaga materialistica e individualista, affermava Pio XII nella sua Allocuzione alle delegate delle Leghe Femminili Cattoliche il 14 aprile 1939, «non c'è che un balsamo efficace: il ritorno dello spirito e del cuore umano alla conoscenza e all'amore di Dio, il Padre comune, e di Colui che Egli ha inviato per salvare il mondo: Gesù Cristo. Ora, per versare l'unzione di questo balsamo sulle carni vive dell'umanità straziata da tanti urti, le mani delle donne sembrano provvidenzialmente preparate, rese più docili dalla sensibilità più affinata e dalla tenerezza più delicata del cuore». Ecco l'alta vocazione cui sono destinate le mani di una donna, lasciando da parte i guantoni del pugile.

LA VERITA' BIOLOGICA SUI DUE PUGILI MASCHI (XY) CHE HANNO VINTO LA MEDAGLIA D'ORO PICCHIANDO LE FEMMINE (XX)
Il Comitato Olimpico Internazionale ignora la scoperta del 1905 della scienziata Steven's che dimostrò che i maschi hanno il cromosoma Y
di Renzo Puccetti
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7887

Fonte: Corrispondenza Romana, 7 agosto 2024

3 - ABORTO E STERILIZZAZIONE GRATUITI ALLA CONVENTION DEMOCRATICA CHE ACCLAMA KAMALA
Inoltre il card. Cupich non ha fatto nessun riferimento a Gesù o alla difesa della vita umana dal concepimento, ma si vergogna della croce (che infatti nasconde)
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone, 21 agosto 2024

In guerra e in amore si sa, tutto e concesso, figuriamoci in politica. Figuriamoci in campagna elettorale, figuriamoci se in ballo ci sono le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d'America. E infatti a Chicago i democratici si stanno giocando il tutto per tutto in occasione della convention chiamata a incoronare la corsa della prima donna nera alla Casa Bianca. Si parte con gli intrattenimenti più tradizionali tipo il coro gospel, la base delle basi per galvanizzare un po' i presenti, poi si passa ai gadget. Fra i più gettonati c'è la borsa di tela plasticata (ma non dovevamo liberare il pianeta da questo veleno tossico?) con la foto di Kamala Harris stampata sopra, venduta al modico prezzo di cento dollari, lo so, voi starete pensando che non è proprio alla portata delle tasche della woeking class, ma questa non è semplicemente una borsa, è un'appartenenza, una tessera al club dei buoni, quindi il prezzo è anche basso.
Poi ci sono le t-shirt contro il competitor Donald Trump, che lo ritraggono principalmente dietro le sbarre perché si sa, la demonizzazione del nemico è un'attività da repubblicani. E poi c'è tutto il resto, murales lungo le strade, i marsupi sulla body positivity, spille arcobaleno, nani e ballerine. Tutto come da copione. D'altra parte se abbiamo le parrocchie che cercano di ingolosire i fedeli offrendo lo spritz dopo la messa e per il vaccino anti covid qualche amministrazione ha offerto il gin tonic ai ragazzi, quello che sta accadendo a Chicago è perfettamente nello standard. O forse no?
Apprendiamo dal New York Times che i partecipanti alla convention, mentre dal palco si susseguiranno speech sul futuro del Paese, «avranno anche la possibilità di sottoporsi gratuitamente a una vasectomia o di abortire farmacologicamente a pochi isolati di distanza». Sì avete capito bene, non regalano un hot dog vegano, o una una comoda borraccia eco sostenibile, nemmeno regaleranno unicorni, no, offriranno vasectomia e aborto. Ossia sterilizzazione per i maschi e soppressione di un bambino nel grembo nella madre per le fanciulle. Tutta vita, insomma.
Sempre secondo il NYT «un centro sanitario mobile gestito da Planned Parenthood Great Rivers, che serve gran parte del Missouri e parte dell'Illinois meridionale, si fermerà nei pressi del luogo della  convention e di offrire questi servizi a chi si prenoterà». Quale migliore occasione? Quale miglior offerta? Chi di noi se va a un comizio politico, tanto che c'è non si fa sterilizzare? Che c'è di strano?
Non solo. Secondo il New York Post un altro gruppo,  Americans for Contraception, ha in programma di erigere una spirale contraccettiva gonfiabile alto 45 alti con lo slogan «prima l'aborto ora la contraccezione», perché i servizi si sa, vanno offerti in modo completo. Non si capisce perché non ci sia il punto cannabis, o magari un buono sconto per l'utero in affitto, o perché no il servizio bloccanti della pubertà per minorenni. Così, giusto per assaporare un anticipo della presidenza Harris, un cocktail che miscela perfettamente “diritti civili” e wokismo. Colorato come l'arcobaleno, seducente e servito freddo, come la morte.

Nota di BastaBugie: Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "Cupich, l'amico del Papa parla ai Dem mentre fanno aborti" parla del discorso del cardinale Cupich alla Convention Democratica che non ha fatto nessun riferimento a Gesù.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 22 agosto 2024:

Si sta concludendo la Convention meno democratica di sempre dei Democratici Usa con la scontata nomina di Kamala Harris come candidata alla presidenza e Tim Walz alla vicepresidenza degli USA. Ieri ci sono stati i discorsi festosi e speranzosi degli Obama, ma soprattutto a preoccupare è il sermone vuoto e inaccettabile del Cardinale Blase Cupich della prima giornata, 19 agosto, nel quale il porporato, invece di riaffermare i principi cardine della dottrina della Chiesa, a partire dal diritto alla vita del concepito e sino alla morte naturale, i diritti doveri dei genitori verso i figli e la condanna alla ideologia del gender, ha preferito sproloquiare sul nulla, vergognandosi pure di Gesù Cristo e della croce.
Cupich si è limitato a chiedere a Dio un aiuto per «comprendere veramente e rispondere alla sacra chiamata della cittadinanza», sradicando «le ingiustizie in corso nella nostra vita nazionale, specialmente quelle create dalla cecità morale e dalla paura dell'altro».
Il discorso di Cupich si è distinto per i suoi silenzi davanti ad una sala piena di fanatici abortisti sostenuti, esplicitamente e massicciamente dalla multinazionale dell'aborto Planned Parenthood. L'invocazione di «sognare sogni e vedere visioni» si riferiva forse ad un mondo guidato da Kamala Harris nel quale l'aborto sino alla nascita sia un omicidio dell'innocente legalizzato e libero per tutti?
Una inaccettabile vergogna che, proprio a ridosso delle elezioni americane, mette in gravissimo imbarazzo il Vaticano e Papa Francesco dai quali ci si aspetterebbe che pongano rimedio senza alcun indugio a tutto questo.
Mons. Cupich, che è considerato un fedelissimo del Pontefice, ha visto e letto dell'iniziativa terribile ma esemplare presa da Planned Parenthood alla Convention dei Democratici? Oltre ai manifestanti vestiti da pillole abortive, per tutta la settimana della Convention è stato visibile un dispositivo intrauterino gonfiabile (IUD) alto 20 piedi (circa sei metri). Planned Parenthood ha offerto invece per il 19 e 20 agosto aborti farmacologici e vasectomie gratuiti ai residenti e ai visitatori di Chicago, in occasione dell'inizio della Convention nazionale democratica (DNC), le operazioni sono state possibili a bordo di un furgone mobile.
Mentre la piattaforma del Partito Repubblicano di 16 pagine aveva ricevuto critiche dai leader pro-life per aver notevolmente “annacquato” la posizione del partito sull'aborto, relegando il tema alle decisioni dei singoli Stati, la piattaforma del Partito Democratico di 94 pagine include quasi due pagine dedicate ai "diritti riproduttivi" ed altre ai diritti LGBT. Esprimendo indignazione per l'inversione del 2022 della sentenza Roe vs Wade che ha legalizzato l'aborto a livello nazionale, il documento dichiara: «Il presidente Biden, la vicepresidente Harris e i democratici sono impegnati a ripristinare i diritti riproduttivi che Trump ha eliminato».
Le proposte politiche specifiche su questo cruciale tema includono «una legislazione nazionale per rendere di nuovo Roe vs Wade la legge del paese», il rafforzamento «dell'accesso alla contraccezione in modo che ogni donna che ne abbia bisogno possa ottenerla e permettersela», la protezione del «diritto di una donna ad accedere [alla fecondazione in vitro]» e l'abrogazione dell'emendamento “Hyde” che impedisce l'uso dei soldi dei contribuenti federali per pagare gli aborti nel paese e all'estero.
Secondo la piattaforma, «si continuerà a sostenere l'accesso all'aborto farmacologico approvato dalla Food and Drug Administration, a nominare dirigenti presso la FDA che rispettino la scienza e a nominare giudici che difendano le libertà fondamentali», tra cui appunto l'aborto. Per quanto riguarda le questioni LGBT, i democratici si impegnano ad approvare l'“Equality Act” che potrebbe portare all'inclusione obbligatoria di uomini transgender nelle squadre sportive femminili, nonché a costringere imprenditori e aziende a violare le loro convinzioni più profonde su genere e sessualità per conformarsi alle disposizioni contro la discriminazione LGBT.
L'unica menzione del matrimonio fatta nel programma democratico del 2024 è nel contesto della protezione dell'«uguaglianza del matrimonio nella legge federale LGBTQ+». Tutto questo doveva esser conosciuto dal Cardinale Cupich prima di accettare l'invito e tenere il suo discorso/invocazione. L'arcivescovo Jerome Listecki dell'arcidiocesi di Milwaukee che aveva invece ha pregato sul palco durante la Convention nazionale repubblicana, il mese scorso, non solo aveva ricordato «alcuni diritti inalienabili, tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità», evidenziando la necessità di «tutelare la dignità di ogni vita dal concepimento alla morte naturale».
Invece dell'auto censura su Gesù Cristo, mai citato, e il nascondimento della croce pettorale durante il discorso pronunciato dal Cardinale Cupich, che evidentemente si vergognava sia di Cristo che della sua croce, Mons. Listecki alla convention dei repubblicani del 15-18 luglio, non si è vergognato della croce ma implorato Dio di «tenere gli Stati Uniti d'America sotto la tua santa protezione e di inclinare i cuori dei cittadini all'affetto fraterno e all'amore reciproco attraverso Gesù Cristo, nostro Signore».
Che cosa farà ora il Santo Padre? Prenderà quelle contromisure auspicabili e chiare nei confronti di Cupich e di quei chierici di ogni ordine e grado che sostengono di fatto abortisti, ideologia di genere, lobbies e limitazioni delle libertà e diritti dei genitori? O farà finta di niente, continuando ad alimentare questa ambiguità?

QUANDO KAMALA HARRIS DIFESE IN TRIBUNALE PLANNED PARENTHOOD
Da procuratrice difese i suoi funzionari che rivendevano parti di feti abortiti e mise sotto processo chi aveva raccolto le prove (VIDEO: Le prove contro Planned Parenthood)
di Manuela Antonacci
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7874

Fonte: Sito del Timone, 21 agosto 2024

4 - IL PADRE DI TELEGRAM ARRESTATO IN FRANCIA, MESSAGGIO AI SOCIAL CHE NON CENSURANO
Le autorità USA, UE, inglesi, russe, brasiliane, australiane, ecc. vogliono distruggere chi non si allinea alla loro propaganda censurando le voci dissenzienti (ad es. Elon Musk con X e Pavel Durov con Telegram)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26 agosto 2024

Tutti o quasi sanno cosa sia Telegram, la app di messaggistica usata per comunicare in modo criptato e sicuro. La usa la gente comune, la usano molto i giornalisti perché i molteplici canali Telegram contengono informazioni in tutte le lingue del mondo. Anche il giornale online che state leggendo ha il suo canale Telegram. Ha 950 milioni di utenti in tutto il mondo.
Telegram è balzato agli onori della cronaca, all'improvviso, perché sabato 24 agosto, il suo amministratore delegato e co-fondatore, Pavel Durov, è stato arrestato a Parigi, appena arrivato all'aeroporto di Le Bourget, col suo aereo privato partito dall'Azerbaigian. Su di lui, che è cittadino francese, oltre che russo, pendono numerosi capi d'accusa della magistratura d'oltralpe che ha spiccato il mandato d'arresto: complicità in traffico di stupefacenti, terrorismo, frodi, riciclaggio di denaro, pedopornografia, diffusione non consensuale di immagini intime. Durov, personalmente, non ha preso parte a nessuno di questi atti criminali. Ma questi reati sono stati commessi da utenti di Telegram, nel corso dell'ultimo decennio. Perché il fondatore di una app di messaggistica viene ritenuto responsabile di tutto quel che fanno 950 milioni di persone che la usano gratuitamente in tutto il mondo? Perché Telegram non "modera" i contenuti che le autorità ritengono più pericolosi.
In particolar modo, secondo la televisione francese Tf1, la magistratura d'oltralpe ritiene che l'assenza di moderazione, di cooperazione con le forze dell'ordine e degli strumenti offerti da Telegram (numero usa e getta, la sua criptovaluta Ton, ecc.) lo renda complice di tutti i delitti che sono stati commessi dai suoi utenti, nel corso degli anni. Secondo l'avvocato di Durov, Dmitry Agranovskij, sarebbe come incriminare un produttore di auto perché le vetture da lui costruite vengono impiegate per commettere un crimine. In una nota emessa ieri sera da Telegram, l'azienda afferma che «Telegram rispetta le leggi dell'UE, incluso il Digital Services Act, la sua moderazione è in linea con gli standard di settore e in costante miglioramento». E inoltre ribadisce che: «È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili degli abusi su quella piattaforma».

LA PROPAGANDA USA "MODERAZIONE" PER INDICARE LA CENSURA
Vi sono molti aspetti che restano oscuri in questa vicenda, prima di tutto sapremo solo a processo iniziato di cosa Durov sarà realmente accusato. Singolare, poi, che un imprenditore di successo e molto ben informato ignori che, una volta in Francia, possa essere arrestato perché in quel paese pende un mandato di arresto su di lui. Perché atterrare proprio nella capitale francese? Si sa anche che, in Azerbaigian, Durov abbia provato a contattare il presidente russo Vladimir Putin, ma senza successo. L'arresto è connesso a questo mancato incontro? La Russia è sicuramente esposta nel caso e dal Cremlino sono arrivate critiche alla magistratura francese: pare che Telegram sia anche la app di messaggistica preferita dalle spie russe, oltre che dalle compagnie private come la Wagner.
Ma Pavel Durov non può certamente considerarsi un uomo vicino a Putin, anzi, fin dal 2014 vive fuori dal suo paese d'origine perché, da co-fondatore sia di Telegram che di VK (la risposta russa a Facebook), aveva rifiutato di fornire le identità degli utenti dei suoi social network alle autorità di Mosca. La risposta del Cremlino era stata, di fatto, il sequestro di VK, che è passato nelle mani di oligarchi vicini al presidente. Paradossalmente viene arrestato in Francia per un'accusa molto simile a quella che gli veniva mossa in patria.
Stando però ai capi d'accusa rivelati dai media francesi, il caso di Pavel Durov si rivelerebbe molto simile a quello che riguarda Elon Musk e il suo social network X (ex Twitter). Le autorità europee stanno prendendo di mira le piattaforme che non sono "moderate". E «moderazione è la parola che la propaganda usa per indicare la censura», come ha dichiarato Elon Musk in una intervista. I Twitter files, i documenti interni all'azienda che il nuovo proprietario ha svelato, una volta preso il controllo, mostrano come i dirigenti, d'accordo con le autorità statunitensi, rimuovessero contenuti, li mettessero in ombra, nascondessero deliberatamente certi utenti ritenuti pericolosi e facessero di tutto per far passare certe tesi e non altre. Un intervento continuo, insomma e soprattutto unidirezionale: sempre allineato con i desiderata del Partito Democratico e contro la destra.

NESSUNA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE SARÀ GARANTITA
Musk ha rimosso, come promesso, questo tipo di controllo e le autorità americane, brasiliane, australiane ed europee stanno facendogli la guerra. La lettera di ammonizione mandatagli dal commissario Thierry Breton, in cui si minacciano misure contro X in Europa, precedeva di poche ore la conversazione di Elon Musk con il candidato Donald Trump. L'Ue e il governo britannico attribuiscono a X anche gran parte della colpa degli scontri etnici in Inghilterra di inizio agosto, come se un social network fosse non solo una bacheca dove esporre informazioni, ma un istigatore della violenza.
Anche Telegram è stato a lungo stigmatizzato, soprattutto dagli anni del Covid-19 in poi. Considerato prima uno strumento di diffusione delle idee dei no vax, poi uno strumento di guerra ibrida della Russia e da sempre come un mezzo di scambio di informazioni e soldi per chiunque volesse fare affari loschi. Perché "non modera", dunque non censura nessuno, nemmeno Trump, nemmeno i canali di anti-vaccinisti e neppure quelli dei cattolici più conservatori.
Nelle app di messaggistica si deve poter comunicare da persona a persona, con la certezza che nessun agente terzo sia in ascolto. Da questo punto di vista, la magistratura francese accusa Durov proprio per aver realizzato quel che un programma di messaggistica dovrebbe essere. Ma in un'epoca in cui un candidato vicepresidente americano [Tim Walz, il vice di Kamala Harris, N.d.BB] dice «contro il linguaggio di odio o la misinformazione, nessuna libertà di espressione sarà garantita», forse sono cambiate le priorità e anche i valori che contraddistinguono le società occidentali.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Stefano Magni, nell'articolo seguente dal titolo "Elon Musk intervista Trump e l'Ue lo vuole censurare" spiega perché l'Ue non ammette che X non imponga la censura, come faceva Twitter che bloccò "a vita" il profilo di Trump.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 agosto 2024:

Elon Musk conversa in pubblico con Donald Trump, su X, il social network che si chiamava Twitter, prima che venisse comprato dal miliardario nato in Sudafrica. Chiaramente se l'uomo più ricco del mondo parla con l'ex (e aspirante prossimo) presidente degli Usa, il boom di ascolti è assicurato: la platea è stata di 73 milioni di utenti connessi. Un numero che continua ad aumentare esponenzialmente, visto che la conversazione è ancora ascoltabile sull'account di Elon Musk (più sotto il video con la versione integrale).
Di intervista non si può parlare, Musk non ha un taglio giornalistico e non aspira neppure ad averlo. Si trova poi d'accordo con tutto quel che dice l'interlocutore e dichiara sin dalla prima domanda che ha dato il suo sostegno alla campagna per la rielezione di Trump. È dunque più una conversazione organizzata per dare a Trump una vetrina in più, in cui presentare le sue idee, lontano dall'ostilità manifesta della quasi totalità dei media tradizionali. E i numeri parlano da soli: cresce la fiducia nel social network che vanta il maggior tasso di libertà di espressione, al tempo stesso crolla quella nei confronti delle testate tradizionali.
E libero da ogni laccio, il candidato repubblicano ha potuto spaziare in lungo e in largo sui suoi programmi politici. Affermando prima di tutto che la sua fede in Dio si è rafforzata, da quando è sopravvissuto al tentativo di attentato a Butler, in Pennsylvania. «A salvarmi è stato un intervento divino e di questo sono molto grato». Si è salvato solo perché si è voltato di scatto per illustrare un grafico sull'immigrazione, «un grafico che uso solo nel 20% delle volte in cui parlo in pubblico».
Sull'immigrazione, istigato da Musk, Trump ha sfoderato tutto il suo armamentario più politicamente scorretto, dicendo che il problema degli ingressi illegali dal Messico è che sono, appunto, illegali. Per cui, in quella massa di 20 milioni di persone entrate senza documenti si può nascondere di tutto, anche persone deliberatamente scarcerate dalle prigioni o dai manicomi criminali per essere mandati oltre confine. Sia Musk che Trump fanno presente che l'immigrazione non arriva solo dall'America latina, ma da tutto il mondo e che il Messico è solo una terra di passaggio. Con un passaggio che farà sicuramente discutere e allarmerà chi teme il discorso sulla sostituzione etnica, l'immigrato Musk e l'ex presidente concordano che gli Usa possono "sparire" sotto una massa di 50 o 60 milioni di arrivi, visto che il Nord America costituisce circa il 5% della popolazione mondiale e non sosterrebbe l'arrivo di immigrati da tutto il resto del mondo.
Il caos del confine meridionale è imputabile direttamente a Kamala Harris che aveva la delega sull'immigrazione, anche se ora pare del tutto estranea all'argomento e non voglia assumersi alcuna responsabilità. Durissimo, poi, l'attacco a Biden, un presidente che viene definito come un uomo "con un basso quoziente intellettivo", incapace di gestire crisi internazionali. Secondo Trump, è solo a causa della debolezza di Biden, percepita dai nemici degli Usa, che l'Iran e Hamas hanno attaccato Israele e la Russia ha invaso l'Ucraina. «Con me non sarebbe mai successo» è uno dei tipici slogan di questa campagna elettorale. Anche se Trump non si dilunga troppo nelle soluzioni dei conflitti che vorrebbe fermare. Si limita al discorso, molto personalista (alla Berlusconi) dei suoi rapporti di reciproco rispetto con gli uomini al potere in Cina, Russia e Corea del Nord, un atteggiamento che gli è valso spesso la critica di essere troppo accondiscendente con i dittatori.
Il terzo grande argomento della campagna elettorale riguarda l'inflazione che è ciò che tuttora maggiormente preoccupa gli americani. Musk suggerisce che l'inflazione sia causata soprattutto da una spesa pubblica troppo alta, troppo generosa e piena di sprechi. Trump concorda, ma punta il dito anche sul rialzo dei costi dell'energia, dovuti alla transizione verde. Per l'ex presidente repubblicano la soluzione è sempre quella: "trivellare, trivellare, trivellare", quindi tornare al fossile. Cosa che risulta un po' indigesta anche allo stesso Musk, il primo a introdurre le auto elettriche sul mercato di largo consumo. Un punto di contatto fra i due è sicuramente l'energia nucleare, "troppo sottovalutata", secondo il miliardario. Trump è favorevole al nucleare, anche se ritiene che soffra per un pessimo marchio «dovrebbe cambiare nome, è una questione di marketing»
Ma la questione più difficile da risolvere, prima di tutto, è stata quella di mandare online la conversazione stessa. Prima di tutto per attacchi illegali: un massiccio attacco hacker ha costretto Musk a ritardare la diretta di ben 40 minuti. «Significativo che tanti non vogliano nemmeno farci parlare», ha esordito il miliardario, introducendo l'ospite. Ma a preoccupare maggiormente sono gli attacchi legali. Poche ore prima che andasse online il dialogo, il Commissario europeo al mercato interno e ai servizi, Thierry Breton, ha scritto una lettera pubblica a Elon Musk che suona come una minaccia.
Breton cita l'esempio negativo dei disordini in Inghilterra e pare attribuire interamente la colpa ai social media e al "linguaggio d'odio" (non alle tensioni provocate da un'immigrazione incontrollata), assecondando in pieno la linea difensiva del governo di Keir Starmer. «Come lei saprà, sono già in corso procedimenti formali contro X, nel rispetto della DSA [la legge sui servizi digitali, ndr], soprattutto nelle aree riguardanti la diffusione di contenuti illegali e l'efficacia delle misure adottare per combattere la disinformazione. Visto che anche gli utenti dell'Ue possono accedere a contenuti sensibili e possono essere amplificati nella nostra giurisdizione, non possiamo escludere conseguenze anche nell'Ue. Dunque stiamo monitorando i rischi potenziali nell'Ue associati alla diffusione di contenuti che possono incitare alla violenza all'odio e al razzismo, in concomitanza con importanti eventi politici e sociali nel mondo, compresi dibattiti e interviste in occasione delle elezioni».
Ed ecco il punto: l'intervista a Trump, fatta da Elon Musk, su X, è agli occhi della Commissione europea materiale scottante, dunque da censurare. "Visto che l'hai fatta grossa con i disordini etnici in Inghilterra, almeno l'intervista a Trump non te la perdoniamo": così si può riassumere il discorso del commissario europeo, in poche semplici parole. E altrettanto semplice è la soluzione suggerita: «Pertanto la sollecito ad assicurarsi l'efficacia dei suoi sistemi [di controllo sui contenuti, ndr] e di riferire al mio team le misure adottate», come faceva Twitter prima di Musk. Oppure penserà l'Ue a "moderare" X, a modo suo. Twitter, d'altra parte, si era resa celebre nel 2021 per aver bannato a vita l'ex presidente americano. All'Ue, evidentemente, piaceva quella gestione.

VIDEO: Intervista di Elon Musk a Trump su X (durata: 2 ore)
Cliccando sulle impostazioni si possono attivare i sottotitoli in italiano.


https://www.youtube.com/watch?v=QzWjFzRMQNA

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26 agosto 2024

5 - IL PIANO PER DISTRUGGERE LA FAMIGLIA
Alla scoperta delle cause rivoluzionarie della disgregazione della famiglia e delle condizioni per la sua ricostruzione
Autore: Fabio Fuiano - Fonte: Corrispondenza Romana, 26 giugno 2024

Il libro di mons. Delassus, Lo spirito famigliare nella società e nello Stato, appena pubblicato dalle Edizioni Fiducia (pp. 176, euro 15) con una prefazione del prof. Roberto de Mattei, è un prezioso strumento per comprendere le cause della disgregazione della famiglia e le condizioni per la sua ricostruzione.
L'autore, Henri Joseph Delassus, nacque in Francia il 12 aprile 1836 a Estaires, un piccolo villaggio nei pressi di Lille. Fu ordinato sacerdote a Cambrai nel 1862 ed esercitò il ministero nella città di Lille. Le sue numerose opere sono una mirabile espressione della scuola di pensiero contro-rivoluzionaria. Tra queste, va ricordata Il problema dell'ora presente: Antagonismo di due civiltà, che fu pubblicata nel 1904, preceduta da una lettera del cardinale Merry del Val, che impartiva all'autore la benedizione apostolica del Santo Padre Pio X. Il 19 settembre 1910 veniva dato l'imprimatur per la pubblicazione a Lille dell'opera L'Esprit Familial dans la Maison, dans la Cité et dans l'Etat, tratta dal secondo dei due volumi de Il problema dell'ora presente. Le Edizioni Fiducia propongono ora un'edizione critica di questo volume, arricchita di note, che mette a disposizione dei lettori un vero e proprio tesoro della letteratura cattolica.
Nel primo capitolo del volume, mons. Delassus, ripercorrendo la storia degli Stati, dimostra come questi, nessuno escluso, si siano formati a partire dalla cellula fondamentale che è la famiglia. Infatti, spiega l'autore, «tale è l'origine storica di tutte le tribù; e l'origine delle nazioni è affatto somigliante: le tribù si agglomerano, come si sono raggruppate le famiglie, e sempre sotto l'ascendente d'una famiglia principesca».
Nel secondo capitolo, il teologo francese spiega la struttura gerarchica dello Stato a partire da quella familiare e il piano della Rivoluzione per distruggere attraverso la famiglia la società intera.
Il terzo capitolo è dedicato alla legge principale delle famiglie e degli Stati, ovvero la legge dell'unione e ai suoi effetti benefici sulla società. Infatti, afferma mons. Delassus, «l'uomo isolato non può far niente. L'associazione ha fatto tutto ciò che noi vediamo: ha prodotto tutte le ricchezze che la civiltà possiede attualmente. Tutto è prodotto dal lavoro degli uomini associati nello spazio e nel tempo».
Il quarto capitolo è consacrato a descrivere l'origine della prosperità dei popoli e quella della loro decadenza. In particolare, spiega l'autore, nessuna società «può sussistere senza la mutua assistenza; aiuti dei grandi ai piccoli, servigi dei piccoli ai grandi; ed è cosa incontestabile che, affinché questa mutua assistenza sia efficace, e possa far regnare la pace e la prosperità nella società, non deve solamente essere occasionale, ma costante, e per essere costante, deve essere organizzata socialmente». Dati storiografici alla mano, mons. Delassus dimostra come la decadenza è venuta nel momento in cui l'uomo non ha più esercitato la virtù, cedendo il passo ai vizi, corrompendo l'aristocrazia che ha eluso i propri doveri nei confronti dei subordinati.
Nel quinto capitolo, è ben descritto l'esito di tale corruzione, dove l'amore per il denaro ha sostituito l'amore vicendevole che regolava e armonizzava i rapporti tra il superiore e l'inferiore. È col pretesto di questa corruzione che la Rivoluzione ha poi avuto man forte per sovvertire l'intero ordine gerarchico.
Dopo aver descritto le conseguenze nefaste della corruzione e dell'allontanamento degli Stati dal modello della famiglia, mons. Delassus dedica i restanti capitoli a spiegare come è possibile ritornare a quei principi che fecero grandi gli Stati. In particolare, la riforma deve passare dalla ricostituzione della famiglia capostipite, che si distingue dalla famiglia semplicemente patriarcale. Spiega mons. Delassus che sotto il regime patriarcale «il padre custodisce sotto la sua immediata autorità i propri figli, le loro donne ed i loro fanciulli. [...] Il cattivo lato di questo regime è l'abitudine, la mancanza di progresso». D'altro lato, la famiglia capostipite, pur conservandosi attraverso le età come la famiglia patriarcale presenta una maggiore flessibilità e meglio si presta al perfezionamento. In particolare, spiega il Monsignore nell'ottavo capitolo, tale famiglia «ha, come la famiglia patriarcale, un doppio elemento di stabilità e di perpetuità: l'uno materiale, il focolare; l'altro morale, la tradizione. L'interesse che la famiglia capostipite considera come maggiore e che mette avanti ogni altro, è la conservazione del patrimonio trasmesso dagli antenati. La famiglia è simile ad un alveare, vi nascono e partono nuovi sciami, ma l'alveare non deve perire. Per conservarla, i genitori, ad ogni generazione, associano alla loro autorità quello fra i loro figliuoli che giudicano più atto a lavorare di concerto con loro, per poi continuare dopo la loro morte l'opera della famiglia».
Tutto ciò è stato gravemente minato dalla Rivoluzione, soprattutto con l'imposizione per legge dell'innaturale ripartizione eguale dell'eredità fra tutti i figli, indipendentemente dalla loro ricchezza o indigenza, dignità o indegnità morale. Ciò alla lunga ha causato la scomparsa del bene patrimoniale che la famiglia capostipite cercava di conservare. Accanto al ristabilimento della famiglia capostipite, sottolinea mons. Delassus nel nono capitolo, è necessario ristabilire anche le tradizioni radicate nei principi morali che fanno virtuosi gli uomini e solide le famiglie. Come illustrato nel decimo capitolo, le tradizioni non possono essere ristabilite che per mezzo del principio vitale della famiglia tripartito nell'autorità del padre, nella santità della madre e nel culto degli antenati. Nell'undicesimo capitolo, infine, si descrive la conseguenza naturale della ricostituzione della famiglia, per come descritta nei capitoli precedenti: la ricostruzione del corpo sociale.
Non si può rendere la bellezza e la profondità delle verità contenute nelle parole di mons. Delassus con una sola recensione. Non resta che invitare il lettore a leggere il libro ed a constatarlo da sé!

Fonte: Corrispondenza Romana, 26 giugno 2024

6 - HUSSERL E LE OPPOSTE VITE DEI SUOI DISCEPOLI PIU' FAMOSI: HEIDEGGER ED EDITH STEIN
Heidegger successe a Husserl nella cattedra, aderì al nazismo ed è tuttora considerato un grande filosofo; Edith si convertì a Cristo, voltò le spalle al successo, divenne monaca di clausura e morì ad Auschwitz
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 18 agosto 2024

Agli inizi del Ventesimo secolo, una nuova scuola filosofica si presentava alla ribalta in Europa, nel tentativo di portare il pensiero moderno alla sua "maturità critica". Fondatore della nuova scuola era Edmund Husserl (1859-1938), professore a Gottinga e a Friburgo in Breslavia, che cercava nella coscienza umana l'oggettività della conoscenza e dei valori.
Nella cerchia dei collaboratori di Husserl si distinguevano due giovani studiosi, Edith Stein e Martin Heidegger, i cui opposti itinerari intellettuali ed esistenziali sembrano riassumere emblematicamente le diverse possibilità che ha di fronte a sè la filosofia e la civiltà moderna. Martin Heidegger, nato cattolico, percorse fino in fondo l'itinerario teorico dell'immanentismo moderno, approdando ad un nichilismo tanto ambiguo quanto radicale; successe a Husserl nella cattedra, aderì al nazionalsocialismo e dopo la guerra concluse la sua esistenza, acclamato filosofo; oggi è un controverso profeta della Sinistra postmoderna.
Edith Stein, la discepola prediletta di Husserl, nata ebrea, dopo una sofferta ricerca personale, si convertì al cattolicesimo; voltò le spalle ad una brillante carriera universitaria e trovò la pienezza della Verità e della Vita alla quale anelava nella filosofia dell'Essere di san Tommaso d'Aquino e nella profondità interiore del Carmelo. Suggellò con il martirio la sua adesione totale a Cristo. La sua figura merita di essere ricordata.
Edith Stein, nacque a Breslavia, in Germania nel 1891, undicesima figlia di una coppia di ferventi ebrei. Nel 1910, dopo aver concluso brillantemente gli studi liceali, si iscrisse all'Università di Breslavia. Nel 1913 si trasferì all'Università di Gottinga, dove incontrò il filosofo Husserl, di cui divenne assistente, assieme a Martin Heidegger, di due anni maggiore di lei.

QUESTA È LA VERITÀ
La Autobiografia di santa Teresa d'Avila, letta in una notte d'estate del 1921, cambiò la sua vita. Edith era sola nella casa di campagna di alcuni amici, che si erano assentati brevemente. Ella stessa racconta: "Presi casualmente un libro dalla biblioteca; portava il titolo "Vita di santa Teresa narrata da lei stessa". Cominciai a leggere e non potei più lasciarlo finché non ebbi finito. Quando lo richiusi, mi dissi: questa è la verità".
Contro la volontà dei suoi genitori, Edith ricevette il battesimo e la prima comunione nel giorno di Capodanno del 1922. Voltò le spalle a un futuro di successo e il 14 ottobre 1933, mentre il nazismo andava al potere in Germania, entrò nel monastero delle Carmelitane di Colonia, con il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Il padre Cornelio Fabro, scrisse di Lei: "La vita carmelitana le infondeva una pace di spirito, una pienezza di vita, una gioia del cuore inesprimibile che s'irradiava su quanti poterono in rare occasioni avvicinarla: colpiva, nell'aspetto chiaro e giovanile, una dignità di semplicità, una caritatevole affabilità, una fraterna comprensione che dava quel gaudio e quel pungolo insieme da cui siam colpiti ogni volta che in questa grama esistenza ci tocca qualche autentico raggio del Bene infinito» (Edith Stein, dalla filosofia al supplizio, in "Ecclesia", IX, 7 ,1949, pp. 344-346).
Il 21 aprile dello stesso 1933 Martin Heidegger, su proposta di un gruppo di docenti nazionalsocialisti era stato eletto rettore alla Albert-Ludwigs-Universität di Friburgo. Il 21 aprile 1938, suor Teresa Benedetta della Croce emise la professione perpetua nell'ordine del Carmelo. Qualche giorno dopo, il 26 aprile, morì a Friburgo il suo maestro, Edmund Husserl, pronunciando parole di abbandono in Dio. Martin Heidegger, dopo una torbida relazione sentimentale con la sua allieva Hannah Arendt, morirà a Friburgo, a ottantasei anni, nel 1976.

RAPPRESAGLIA CONTRO L'EPISCOPATO OLANDESE
La notte del 30 dicembre 1938, per sfuggire alle persecuzioni razziali, Edith abbandonò il Convento delle Carmelitane di Colonia per rifugiarsi nel Carmelo di Echt, in Olanda. Così scriveva: "Ho un pensiero persistente: quaggiù non ci sono dimore permanenti. Non desidero nulla, se non che si compia in me e attraverso di me la volontà di Dio: quanto tempo mi lascerà qui e che cosa succederà in seguito? Tutto questo dipende da Lui e perciò non devo preoccuparmi affatto. È però importante pregare molto, per restare fedeli in ogni circostanza". "Fin da adesso - scrive nel suo testamento - accetto la morte che Dio mi ha destinato, con gioia e con una totale sottomissione alla sua santissima volontà. Prego il Signore di voler accettare la mia vita e la mia morte per la sua gloria e glorificazione [...], per il popolo ebreo affinché il Signore sia accolto dai suoi e venga il suo regno [...] Per la salvezza della Germania e per la pace nel mondo; infine, per i miei parenti, vivi e morti, e per tutti coloro che Dio mi ha affidato: perché nessuno si perda".
Dopo lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, nel maggio 1940, l'Olanda venne occupata dai tedeschi. Il 2 agosto 1942, il commissario del Reich fece arrestare tutti i religiosi e le religiose non ariane presenti nei conventi, in tutto circa 300, come atto di rappresaglia contro l'episcopato olandese che si era opposto pubblicamente alle persecuzioni contro gli ebrei. Suor Teresa Benedetta, assieme alla sorella Rosa, fu internata nel campo di concentramento di Auschwitz, dove morì, in una camera a gas, il 10 agosto 1942.
Suor Teresa Benedetta della Croce, monaca carmelitana, vergine e martire, fu proclamata beata nel 1987 da Giovanni Paolo II, canonizzata nel 1998 ed elevata alla dignità di co-patrona d'Europa insieme a santa Caterina da Siena e a santa Brigida di Svezia.
La grandezza di Edith Stein, più ancora che nel suo martirio, fu nella scelta eroica con cui, decise di voltare le spalle allo spirito del mondo, per immergersi nella profondità spirituale del Carmelo. La grazia del martirio fu la ricompensa di questo ardente amore per la Verità che costituì il filo conduttore della sua vita.

LA FESTA DELLA DONNA SECONDO EDITH STEIN
Santa Teresa Benedetta della Croce (1891-1942), monaca carmelitana, filosofa e mistica tedesca, vittima ad Auschwitz perché di origine ebraica, scrisse parole bellissime sulla complementarietà uomo-donna
da I Tre Sentieri
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6049

Fonte: Radio Roma Libera, 18 agosto 2024

7 - OMELIA XXII DOM. T.O. - ANNO B (Mc7,1-8.14-15.21-23)
Dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

La pagina evangelica ci presenta una delle tante occasioni di polemica e di scontro con i farisei e i dottori della legge, che si sono verificate durante la missione di Gesù. L'argomento della discussione stavolta è il rispetto delle minuziose prescrizioni legali, che accompagnavano la vita giudaica di allora e spesso la intristivano e la inceppavano. Ancora una volta Gesù condanna quanto di troppo esteriore e quasi meccanico c'è nelle prescrizioni farisaiche e cerca di ridonare al rapporto con Dio l'autenticità e la freschezza dell'origine. [...]
Gesù, per superare la grettezza della mentalità dei suoi interlocutori, in questa pagina enuncia o suppone alcuni princìpi di vita, che hanno un valore eterno, e come tali sono per noi sorgente inesauribile di riflessione.

1) IL PRIMATO DEL MONDO INTERIORE
Il pregio dell'uomo non sta in ciò che è al di fuori di lui, ma in quello che è dentro di lui. Ciò che è fuori di noi - qualunque cosa sia: condizione economica, sociale, politica, culturale ecc. - non determina la nostra sorte. E questo è un pensiero consolante: le circostanze esteriori, per quanto sfavorevoli o addirittura oppressive, né ci possono mai veramente costringere né in definitiva ci possono seriamente mandare in perdizione. Sotto ogni necessità, sotto ogni disagio, sotto ogni prepotenza, noi restiamo liberi e padroni del nostro ultimo destino.
Ciò che c'è dentro di noi invece - i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre decisioni, i nostri orientamenti di fondo - determina il nostro reale valore, e dipende da noi. E questo è un pensiero preoccupante, perché ci dice che il nostro destino sta nelle nostre mani, e possiamo giocarcelo con leggerezza. Noi dunque con le nostre scelte sbagliate possiamo arrivare a perdere noi stessi. Arriviamo così al secondo principio.

2) LA VERA ORIGINE DEL MALE E' IL CUORE DELL'UOMO
L'origine vera del male del mondo non è esteriore all'uomo, ma è il cuore stesso dell'uomo. Questa concezione di Cristo è opposta a quella che domina la mentalità contemporanea in tutte le sue componenti. Per l'uomo di oggi il male è sempre fuori di lui: sta nelle strutture sociali, nelle leggi sbagliate, nel governo che non funziona, nella classe politica, nel potere economico, nel consiglio comunale, nell'assemblea dei condòmini, ecc. Di qui l'illusione, sempre ricorrente, che basti cambiare le strutture esteriori, perché si abbia il benessere, la giustizia, la felicità; di qui la delusione che di solito segue ogni cambiamento.
Non che sia sempre e tutto sbagliato questo giudizio; ma non coglie il nòcciolo del problema. Il nostro male nasce dal nostro interno. Perciò la sola cosa decisiva da fare per combattere il male e per migliorare la condizione nostra e del mondo, è la "conversione", il cambiarci di dentro. Ed è la strada seguìta dai santi, gli unici veri benefattori dell'umanità.

3) LA RELIGIONE E' UN FATTO D'AMORE
Il primato del mondo interiore vale anche e soprattutto per la vita religiosa. La religione non è, come credevano i farisei e come talvolta crediamo anche noi, una serie di formalità, di pratiche, di abitudini. È soprattutto un fatto d'amore: vuol dire voler bene a Dio, che per primo ci ha amati. Essendo un fatto d'amore, segue le leggi dell'amore. Per esempio, l'amore non si accontenta mai del minimo, del puro dovuto, di ciò che è tassativamente prescritto, ma vuole sempre superare se stesso. Un cristiano che ha capito la religione come fatto d'amore non cercherà di venire a messa tardi e di partire in anticipo; al contrario sentirà il desiderio di partecipare a questa grande realtà che è la celebrazione eucaristica anche nei giorni feriali, quando non è obbligato; e vorrà aprire il suo cuore al Signore nella preghiera e nella lode il più spesso che gli sarà consentito dalle sue condizioni concrete d'esistenza. Soprattutto, essendo un fatto d'amore, la religione consisterà essenzialmente nel tentativo sempre imperfetto ma sempre ripetuto di conformare la propria volontà a quella del Padre. E qui nasce il quarto principio.

4) LA SAGGEZZA DELL'UOMO STA NELL'OSSERVARE LA LEGGE DI DIO
L'osservanza dei comandamenti è la fonte e la misura della saggezza e della intelligenza dell'uomo. Oggi comunemente si crede il contrario. Essere furbi, slegati da ogni norma di comportamento, che non sia il proprio tornaconto o il proprio piacere: questo è l'ideale di vita decantato dai nostri spettacoli, dalle nostre canzoni, dai discorsi che si ascoltano un po' a tutti i livelli. Chi non è capace di prevaricare, è considerato un povero di spirito, un pavido, un complessato.
Dio pensa il contrario. Non si può, dice Gesù, "trascurare il comandamento di Dio". Come ci ha insegnato la prima lettura, la saggezza e l'intelligenza dell'uomo sta nell'osservare la legge che il Signore ci ha dato. Chi trascura i dieci comandamenti non è solo un peccatore; è prima di tutto uno che si comporta da sciocco, perché quella è la legge della vita, e chi la vuole violare si rovina con le proprie mani.

5) IL CUORE UMANO E' FONTE DI MALVAGITA'
Ogni uomo per se stesso è sempre cattivo. Gesù sa che noi siamo malvagi, e il nostro cuore è fonte di malvagità: Dal cuore dell'uomo escono le intenzioni cattive: prostituzioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizie, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Gesù non si illude sull'uomo; non ritiene che sia una creatura innocente e indifesa rovinata dalla società.
Ritiene piuttosto che la società malvagia sia il risultato della cattiveria di ogni singolo uomo. Come si vede, non ci ha amati perché ci credeva buoni, ma per renderci buoni. Ci ha amati così come siamo, per farci diventare come ci vuole lui. Concludiamo con l'ammonimento di san Giacomo: Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi.

Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.

Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

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