BastaBugie n�900 del 20 novembre 2024
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L'AMERICA CHE VOTA TRUMP E' ANCORA INVISIBILE
Il voto plebiscitario per Trump mette a nudo lo scollamento fra popolo ed élite (come mostra la reazione isterica della sinistra alla possibile scelta di Kennedy Jr alla sanità che renderà impossibili altri lockdown)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL PAPA DALLA BONINO: PERCHE' E' UNA VISITA CHE SCANDALIZZA
È positivo visitare gli ammalati, ma è doveroso non scandalizzare i piccoli nella fede e richiamare alla conversione chi ha promosso aborto ed eutanasia
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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A FIRENZE LA PASTORALE DELL'INCLUSIONE ESCLUDE IL CATECHISMO
Coppie gay e poligamia? Per la pastorale familiare fiorentina magistero e teologia vanno aggiornati... mentre il vescovo ha ''capito tantissime cose'' grazie a una coppia lesbo
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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GPT-ME, IL GRANDE FRATELLO CHE SUGGERISCE LA RISPOSTA GIUSTA
Un dispositivo basato sull'intelligenza artificiale che ascolta le tue conversazioni e pensa al posto tuo (ovviamente secondo il pensiero unico)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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NELL'IDOLATRIA DEL SE' NON C'E' SPAZIO PER LE NASCITE
Nel 2023 sono nati 13mila bambini in meno, ma meno figli oggi, vuol dire domani più anziani abbandonati a se stessi
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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DALLA SPONDA TRUMP ALLA PREGHIERA, TUTTE LE ARMI DEI PRO-VITA
Negli USA non si è votato solo per il presidente, ma anche 10 referendum sull'aborto: in Florida, Nebraska e Sud Dakota i pro-life hanno vinto, mentre in 6 Stati l'aborto è diventato diritto costituzionale
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OMELIA SOLENNITA' CRISTO RE - ANNO B (Gv 18,33-37)
Il mio regno non è di questo mondo
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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L'AMERICA CHE VOTA TRUMP E' ANCORA INVISIBILE
Il voto plebiscitario per Trump mette a nudo lo scollamento fra popolo ed élite (come mostra la reazione isterica della sinistra alla possibile scelta di Kennedy Jr alla sanità che renderà impossibili altri lockdown)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15 novembre 2024
Marcello Veneziani, come di sovente gli capita, ha vergato un eccellente articolo su La Verità di Domenica 10 novembre (qui la pubblicazione dell’articolo sul sito di Veneziani il giorno dopo) dal titolo Con Trump finalmente si torna alla realtà. Veneziani articola una semplice constatazione: è mai possibile che «in un mondo libero, plurale e democratico [...] nessuna voce dell’establishment, del mainstream, del potere [...] nessun grande media, nessun grande giornale, nessuna storica testata, nessuna firma, nessun intellettuale riconosciuto e riverito, nessuna agenzia internazionale, nessun rappresentante delle istituzioni e della cultura ufficiale, sottufficiale o accademica [...] nessun regista, attore, cantante, influencer» abbia espresso la propria preferenza per Trump? Eppure costui ha vinto. Da qui la conclusione: i media, i social, gli enti culturali ed educativi, insomma il potere non rappresenta la base sociale. Esiste uno scollamento tra tecnocrati e popolo. Fin qui Veneziani. Ora prendiamo una leggera deviazione dal suo tracciato, deviazione che però corre in modo parallelo a quest’ultimo. La vittoria di Trump conferma che esiste un sottobosco silenzioso, ma esteso, di persone di buon senso, ben orientate, dalla coscienza retta e non omologata che non si vede rappresentata nelle istituzioni, nei giornali, nella politica, nella cultura, in televisione, sui social. O meglio, non si vede rappresentata nelle istituzioni, nei media e nei social più quotati, più in vista, in quelli che vanno più di moda e sono maggiormente promossi dalle stesse istituzioni, media e social che si supportano a vicenda con effetto moltiplicatore sul consenso di massa. Sono gli invisibili per il sistema. Ma quando a questo sottobosco silenzioso viene data l’opportunità di esprimersi - vedi il voto negli States - ecco che emerge un orientamento giudicato dal mainstream inaspettato, irragionevole, frutto sicuramente di plagio. La bella notizia allora non è solo che c’è il bene, ma che soprattutto ci sono i buoni. Non stiamo ovviamente e in modo ingenuo sostenendo che Trump è il bene assoluto e tutti coloro che lo hanno votato hanno staccato un biglietto per il Paradiso, ma che una lettura diversa e avversa all’omologazione degli intelletti e dei cuori è possibile, è predicabile ed è soprattutto condivisibile da molti, molti di più di quelli che pensiamo. Un cambio di paradigma, sebbene con tutti i limiti che questo porterebbe con sé, è perciò realizzabile. Non solo negli States, ma in tutto l’Occidente. In breve la vittoria di Trump è stato come un carotaggio sociale: ha provato che non esiste solo quella tipologia di homo minus sapiens che non dorme la notte se non viene approvata una legge anti-omofobia, che appende in sala il ritratto di una scimmia credendolo un proprio antenato, che spegne i condizionatori d’estate altrimenti il pianeta si ammala e che, a parte la sedia, vorrebbe tutto elettrico, che mangia locuste a posto della fiorentina, che non fa la corte ad una donna perché non è sessista, che vorrebbe cancellare Cristoforo Colombo e Dante perché refusi di stampa sul libro di storia, che prova vergogna ad essere bianco, eterosessuale e sposato. No, esiste anche un’altra specie di umanità che vive sulla Terra e non viene da Marte: uomini e donne a cui piace essere uomini e donne e a cui piace essere attratti gli uni dalle altre e viceversa, che uccidono gli animali per mangiarseli e non uccidono i figli nascituri per esprimere la propria libertà, che hanno odiato la Co2 solo ai tempi delle interrogazioni in chimica ma che oggi, tanto per rimanere in tema, non gli fa né caldo né freddo, che si sentono anche loro un po’ darwinisti a sentire parlare certe persone, che credono più in Dio che nella biosfera, che amano riconoscere un padre nella nazione e la chiamano patria, nella religione e lo chiamano Santo Padre e nei Cieli e lo chiamano Dio Padre, perché chi è senza padre è un bastardo. C’è un sottobosco vivo che aspetta solo l’occasione di crescere.
Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Sinistra isterica per Kennedy, il voto al Senato dirà se è ok" Paolo Gulisano mette in luce il grande consenso trasversale che Trump ottiene per aver candidato Kennedy Jr alla Sanità USA. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 18 novembre 2024: Dopo il ribaltone delle elezioni presidenziali, nessuna scelta operata da Donald Trump ha suscitato maggiore clamore mediatico della nomina di Robert Francis Kennedy a Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, un ruolo di superministro della Salute e del welfare. Le reazioni alla scelta del neo presidente sono state a dir poco veementi, e in Italia addirittura isteriche, sui media progressisti. Kennedy è definito come un "traditore" dei valori sostenuti nel corso degli anni dalla sua famiglia, valori liberal. Ogni Kennedy che si rispetti da sempre aveva fatto politica nel Partito Democratico, e lo stesso avvocato vi aveva militato, fino a quando non ne era uscito, disgustato dalle politiche di Obama e Biden. La sua scelta di appoggiare apertamente Trump aveva suscitato rabbia e indignazione, ma non è nulla rispetto a quanto sta accadendo con la sua nomina a capo della Sanità americana. La stampa italiana ha sfoderato per lui il termine infamante di "no vax", con cui in questo Paese durante il periodo dell’infodemia si è tentato di screditare ogni pensiero critico verso le soluzioni dei prodotti autorizzati come vaccini dopo pochissimi mesi di sperimentazione. In realtà Kennedy non si è limitato negli scorsi anni a criticare i vaccini, ma ha messo radicalmente in discussione le politiche vaccinali degli States e soprattutto dell’OMS. In questo momento non è solo Big Pharma, come dicono in molti, a tremare per le possibili scelte del politico di origine irlandese, e cattolico praticante nonostante una certa visione tollerante nei confronti dell’aborto, ma anche l’OMS. Kennedy potrebbe decidere di far uscire gli USA dall’organizzazione con sede a Ginevra, e questo potrebbe avere delle conseguenze estremamente importanti, innescando un effetto domino, e l’organizzazione finanziata da Bill Gates che decide le linee guida sanitarie a livello planetario potrebbe perdere di forza e credibilità. Si tratta di una partita importantissima che dovrà giocare l’amministrazione Trump e sarà necessaria una forte coesione politica. In America i ministri devono essere confermati dal voto del Senato, ed è prevedibile che ci sarà una forte azione di lobbyng contro il nuovo ministro. Cosa faranno i parlamentari repubblicani? Sosterranno la scelta di Trump per un uomo che viene dal Partito Democratico e che sostiene posizioni che vengono denunciate come complottiste e "pericolose"? «Le opinioni stravaganti del signor Kennedy sui fatti scientifici di base sono inquietanti e dovrebbero preoccupare tutti i genitori che si aspettano che le scuole e gli altri spazi pubblici siano sicuri per i loro figli», ha detto il senatore Ron Wyden, democratico dell'Oregon, in una dichiarazione. Ma dal fronte repubblicano sono immediatamente arrivate espressioni di consenso addirittura entusiastico per la scelta di Trump. Il senatore Bill Cassidy, repubblicano del Louisiana, ha elogiato Kennedy in una dichiarazione, anche se non ha detto come intenderà votare. Cassidy è attualmente il membro di maggiore rango della commissione del Senato per la salute, l'istruzione, il lavoro e le pensioni ed è considerato un contendente per la presidenza della commissione nel prossimo Congresso. «Non vedo l'ora di saperne di più sulle sue altre posizioni politiche e su come sosterranno un'agenda conservatrice e filo-americana», ha detto Cassidy. Una osservazione interessante. Un appoggio che non è una delega in bianco, ma il figlio del celebre Bob ne è perfettamente consapevole. E a proposito del Ministro assassinato nel 1968, sembra che Kennedy abbia ricevuto rassicurazioni da Trump a proposito delle desecretazioni degli archivi dell’FBI, dove potrebbe trovarsi la verità sull’assassinio di suo padre e di suo zio. Diversi altri senatori repubblicani hanno pubblicamente elogiato Kennedy, come il senatore del Wisconsin Ron Johnson che lo ha definito «un brillante e coraggioso narratore di verità», come il senatore dell'Alabama Tommy Tuberville che ha definito Kennedy «una scelta assolutamente brillante» e il senatore del Missouri Josh Hawley che ha affermato che l'annuncio ha segnato una «brutta giornata per Big Pharma». Dall'altra parte dello schieramento politico, molti democratici hanno immediatamente condannato la scelta di Kennedy, definendola «pericolosa» e «inquietante». Ma qualcuno nel partito sconfitto è andato controcorrente, come il governatore del Colorado Jared Polis, che ha detto in un post a X di essere «eccitato dalla notizia», aggiungendo che Kennedy «aiuterà a rendere l'America di nuovo sana scuotendo il Sistema Sanitario e la Food and Drug Amministration», l’ente che autorizza i farmaci. Se dunque il Senato confermerà la nomina di Kennedy, potrebbero essere in arrivo tempi di grandi cambiamenti nel mondo della salute, americana e mondiale.
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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15 novembre 2024
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IL PAPA DALLA BONINO: PERCHE' E' UNA VISITA CHE SCANDALIZZA
È positivo visitare gli ammalati, ma è doveroso non scandalizzare i piccoli nella fede e richiamare alla conversione chi ha promosso aborto ed eutanasia
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 novembre 2024
Ennesima escursione di papa Francesco, che lo scorso 5 novembre è andato a trovare Emma Bonino, dimessa da pochi giorni dall'ospedale per una crisi respiratoria. Su X la storica leader radicale fa sapere che Francesco le ha donato «un mazzo di rose e dei cioccolatini». Poi ha aggiunto che è rimasta colpita dall'«avermi detto di essere "un esempio di libertà e resistenza"». Questo «mi ha riempito di gioia». Già altre volte il Pontefice aveva incontrato la Bonino e anche in passato non sono mancati elogi alla sua persona e al suo operato. Nel 2016 la incluse «tra i grandi dell'Italia di oggi» e in un'altra occasione, facendo riferimento all'impegno della fondatrice di +Europa per i migranti, dichiarò che aveva «offerto il miglior servizio all'Italia per conoscere l'Africa». Come giudicare la visita del Papa alla Bonino? Il giudizio purtroppo è negativo. Cerchiamo di spiegarne i motivi.
1) APPOGGIARE L'ABORTO? Prima di tutto domandiamoci: il Papa è andato a trovare un'abortista convinta perché anch'egli appoggia l'aborto? No. Su questo tema la condanna di Francesco per l'aborto è sempre stata chiara. Più volte il Papa ha qualificato chi procura aborti come un killer. Dunque, usando questa stessa immagine del Papa, due giorni fa il Santo Padre è andato a trovare un serial killer, dato che è noto che Emma Bonino prima del varo della 194 ha procurato lei stessa diversi aborti ad altrettante donne. E quindi come tenere insieme questa netta condanna dell'aborto non solo con la visita, ma anche e soprattutto con le parole di apprezzamento per la Bonino espresse nella stessa visita e in occasioni precedenti? Com'è possibile condannare l'aborto e incensare chi non solo ha abortito, ma ha procurato aborti ed è stata una delle figure pubbliche più incisive nella lotta per la diffusione dell'aborto, dell'eutanasia, del divorzio, delle droghe libere, eccetera, nel nostro Paese? Da una parte, come spiegò Stefano Fontana da queste stesse colonne riferendosi anche e proprio alla Bonino, la prassi vince sulla dottrina. La Bonino, secondo il Papa, si adopera in molti campi con merito e quindi occorre darne atto, riconoscerne il valore. Purtroppo, la promozione dell'omicidio prenatale sopravanza per gravità qualsiasi altra iniziativa politica della leader radicale (iniziative, tra l'altro, assai discutibili). Apprezzabile il famoso discernimento purché sia fatto in modo completo individuando non solo i (supposti) meriti, ma anche le colpe. È come se un giudice davanti ad un imputato reo confesso di molti omicidi, lo assolvesse e addirittura gli donasse una grossa cifra in denaro come premio perché ad esempio fa volontariato con i migranti. Si spiegano in tal modo le parole del Pontefice che, di fronte alle critiche per simili attestati di stima verso una nemica giurata della Chiesa, così rispose in un'occasione: «Pazienza, bisogna guardare alle persone, a quello che fanno». Ed è appunto guardando alle persone e a quello che fanno che sarebbe doveroso, per la salvezza dell'anima della Bonino e per evitare scandali tra i fedeli, richiamare la stessa alla verità. Su altro fronte, la decisione del Papa di far visita alla Bonino si spiega facendo riferimento ai concetti di giustizia e misericordia, mal interpretati da Francesco, e alla strategia comunicativa del Pontefice. Partiamo dal primo aspetto. Nella teologia privatissima di Francesco non esiste la giustizia divina. La giustizia è la costante e perpetua volontà di riconoscere a ciascuno il suo. Al buono il premio, al cattivo la pena.
2) INFERNO VUOTO Secondo Francesco occorre premiare tutti, ma proprio "tutti, tutti, tutti" e punire nessuno, ma proprio nessuno, nessuno, nessuno: ecco perché, nella sua prospettiva, l'Inferno sarebbe vuoto. Ecco perché tutte le religioni sono uguali: essendo tutti salvati per ufficio, la Redenzione di Cristo è inutile. Dunque il cristianesimo è inutile e, perciò, ogni religione permette di salvarti per il semplice motivo che Dio salva tutti. In questa prospettiva la misericordia diventa buonismo. Dio ama tutti e vuol davvero salvare tutti. Ma, allo stesso tempo, è evidente che non tutti rispondono al suo amore e dunque non tutti vogliono essere salvati. Il buonismo di Francesco invece salva anche il peccatore impenitente: lo salva a forza, anche contro la sua volontà: il Paradiso sarà pieno non di santi, ma di peccatori. Sotto questa angolatura il peccato abbracciato e mai abbandonato diventa elemento ininfluente, aspetto non scriminante. Ecco perché il Papa, tra l'altro, insiste tanto sul fatto che in confessionale bisogna sempre assolvere, anche quando non ci sarebbero le condizioni per farlo. Dunque, sempre in questa prospettiva, non sarebbe necessario richiamare alla conversione la Bonino - anche perché Francesco più volte ha condannato il proselitismo - perché la Bonino sarebbe già salva. Non importano le battaglie contro la vita e la famiglia da lei sostenute: Emma ha già staccato il biglietto per il Paradiso. Quindi perché andarla a trovare? Solo per starle vicino umanamente in un momento di prova, per accompagnarla in questo tratto di cammino in salita, per farsi prossimo in modo filantropico, lasciando a Santa Marta la carità, perché è parola che richiama l'amore di Cristo crocifisso, realtà non predicabile per un'atea come la Bonino.
3) INCONTRARE PECCATORI MANIFESTI Vi è poi un terzo motivo per cui il Papa probabilmente ha scelto di andare a trovare la Bonino: consolidare l'immagine di un Papa vicino ai lontani, sofferente con i sofferenti (vedasi la foto di entrambi in carrozzina sul terrazzo della Bonino), che non giudica i peccatori, che prende la sua bianca 500X targata SCV e si reca nelle periferie esistenziali (ma non nelle periferie urbane, dato che la Bonino vive in centro a Roma), ma che - è doveroso ricordarlo - non apre la porta del suo studio per ricevere i cardinali dubbiosi e che marca le distanze a danno di chi non si allinea con il suo orientamento. Spiegato quindi il motivo per cui l'incontro è stato reso pubblico o, perlomeno, per cui non si è fatto di tutto per occultarlo alla stampa (dice molto il fatto che un giornalista di Repubblica, prima che il Papa uscisse dalla casa della Bonino, già lo attendesse in strada). Da sempre i pontefici hanno l'abitudine di incontrare peccatori manifesti per ricondurli sulla retta via. Ma lo facevano, il più delle volte, in privato al fine di evitare scandali, ossia per evitare quello che invece sta accadendo in queste ore: molti cattolici sono rimasti sorpresi, per non dir di peggio, nel vedere che il Papa elogia una sostenitrice convinta di aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, divorzio, omosessualità etc. La libertà della Bonino lodata da Francesco è la libertà della donna di uccidere il figlio con l'aborto, dei coniugi di uccidere la famiglia con il divorzio, del malato terminale di uccidersi con l'eutanasia, del gay di uccidere la natura con l'omosessualità, del tossicodipendente di uccidere la propria esistenza. Una libertà necrofila. La resistenza poi sempre elogiata dal Papa non può che essere la resistenza della Bonino al bene e alla verità. Si dirà che così si fa il processo alle intenzioni. Risposta: positivo stare accanto ai sofferenti e a maggior ragione se soffrono la lontananza da Dio, ma sarebbe doveroso, soprattutto in capo ad un Pontefice e soprattutto nei confronti di una persona che si sta avvicinando all'eternità, accompagnare ai gesti di vicinanza gesti di evangelizzazione o almeno evitare di scandalizzare i piccoli nella fede, i quali potrebbero credere che la visita alla Bonino è anche una benedizione apostolica del Papa a tutto il suo operato.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 novembre 2024
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A FIRENZE LA PASTORALE DELL'INCLUSIONE ESCLUDE IL CATECHISMO
Coppie gay e poligamia? Per la pastorale familiare fiorentina magistero e teologia vanno aggiornati... mentre il vescovo ha ''capito tantissime cose'' grazie a una coppia lesbo
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 ottobre 2024
L'Arcidiocesi di Firenze e il Coordinamento per una Pastorale di Inclusione del Centro Diocesano di Pastorale familiare hanno lanciato l'iniziativa "Quattro passi di inclusione", quattro conferenze su omosessualità e transessualità. Lo scorso sabato 26 ottobre, presso il Teatro parrocchiale di S. Maria al Pignone a Firenze, si è svolto il primo incontro dal titolo "La famiglia - le famiglie, oggi, modelli culturali ed esperienze pastorali" con don Simone Bruno, psicoterapeuta, direttore editoriale di Edizioni San Paolo e de Il Giornalino, nonché nostra vecchia conoscenza, e la testimonianza di Francesca e Annamaria, coppia lesbica unita civilmente. Presente l'arcivescovo Gherardo Gambelli e alcuni membri di Kairos, gruppo di persone LGBT+ che cercano di piegare la dottrina cattolica al credo gender. In sala anche don Andrea Bigalli, sostenitore della Teologia della liberazione, che cita la Bussola asserendo che siamo una realtà scismatica e che scriviamo «cose micidiali». Partiamo dalla coppia lesbica, «uno spaccato di una bellezza unica» commenterà poi don Bruno. Francesca racconta che si sono conosciute in occasione di una veglia contro la cosiddetta omotransfobia svoltasi in una chiesa cattolica. Poi costruisce l'immagine romanticheggiante di una qualsiasi coppia di credenti: «dovevamo diventare l'una l'eternità dell'altra», «noi all'interno della chiesa ci volevamo stare», «siamo una famiglia», «il pregiudizio è tanto derivato dalla non conoscenza». La coppia poi conclude la testimonianza raccontando che hanno avuto molti minori in affido, anche neonati, e una bambina data in adozione ad una sola di loro due. Naturalmente il luogo e il contesto dove si è svolta la conferenza legittimano questa unione anche perché, durante l'incontro, non ci sono state voci dissenzienti, ma solo consenzienti.
DON SIMONE BRUNO: LA FAMIGLIA È IN TRASFORMAZIONE Passiamo a don Bruno il quale racconta che, tenendo un corso per fidanzati, una volta si imbatté in una coppia dove lui era divorziato. La lei della coppia allora gli chiese: «Noi siamo sempre una famiglia?». Don Bruno avrebbe preferito «sparire nel nulla». Preso però coraggio così replicò: «In tutta onestà io non so rispondervi. Lo ammetto, non sono preparato. [...] Da quel momento tante certezze, tante sicurezze, tutte le teorie che proponevo hanno iniziato un po' a traballare». E quindi da allora don Bruno iniziò a studiare «tutti i modelli antropologici, sociologici, filosofici che parlano oggi di famiglia» per mettere in dialogo la Chiesa con il mondo contemporaneo. E dunque la fede non si basa sulla Rivelazione, bensì sulle rilevazioni statistiche: «esistono dei dati che rendono alcune parti sia del Magistero che della teologia un attimino da svecchiare». Dunque don Bruno ha interrogato la sociologia, la psicologia, l'antropologia, la filosofia, ma non la Bibbia, non la Tradizione, non il Magistero di sempre. È il classico approccio che vede nelle scienze sociali lo strumento interpretativo unico ed eccellente della fede, perché realtà priva di trascendenza, al fine di giungere alla verità, una verità condannata ad aggiornarsi sempre a motivo delle nuove scoperte scientifiche. Ed infatti don Bruno sentenzia: «bisogna prendere atto che la famiglia a 360 gradi è in continua trasformazione. Mettiamocelo in testa». Ancor più semplicemente per don Bruno tutte le relazioni esistenti per il mero fatto che esistono sono da benedire. «Non possiamo nemmeno condannare quello che accade», per citare le sue parole. È la resa al male esistente. Questa impostazione propria della fenomenologia lo porta a dire, ad esempio, che «la convivenza è diventata una delle tappe del ciclo di vita della famiglia», asserendo così che la convivenza è famiglia. Nessuna condanna della convivenza quindi, a differenza del Catechismo della Chiesa cattolica (cfr. 2390) e, ad esempio, dell'enciclica Casti connubii di Pio XI il quale definisce le convivenze come «turpi connubii».
IL PIATTO FORTE: LE COPPIE GAY Poi si arriva al piatto forte, le coppie gay: «piano piano la società sta aprendo, e la Chiesa anche, la possibilità di riconoscere le coppie omoaffettive». Di fronte all'obiezione, da lui stesso sollevata, che il Catechismo condanna l'omosessualità, don Simone così ribatte: «ricordiamoci che il Catechismo è stato scritto qualche anno fa quando non c'erano ancora i contenuti certi e delle scoperte, la Chiesa fa quello che può». San Paolo sta peggio allora, dato che è ben più datato, quel San Paolo che non fa entrare nel Regno dei Cieli - ed è parola di Dio - chi compie il peccato mortale di atti omosessuali. Non parliamo poi del Vecchio Testamento che già nel nome si condanna da sé e si esclude dall'aggiornamento teologico di don Bruno. Ma torniamo al Catechismo. Quest'ultimo nel n. 2357 riproponeva ieri e ripropone oggi la dottrina di sempre. Vi sono atti e condizioni che saranno sempre contro natura, checché ne dicano la sociologia e la psicologia. In caso contrario nulla ci vieta di pensare che, ad esempio, la pedofilia un giorno potrà essere considerata una forma naturale di espressione affettiva tra adulto e bambino. Detto tutto ciò a don Bruno sfugge un dato di fondo: l'omosessualità non è un bene per le persone, anche se il percepito soggettivo è diverso. Non tutto ciò che sembra bello è buono per davvero. Poi un'altra chicca: «l'orientamento sessuale non è scelto da nessuno [...] nessuno di noi lo può scegliere». Questa è una invenzione della psicologia recente, tesa a legittimare l'omosessualità. La genesi dell'omosessualità, almeno quella maschile, è probabilmente da addebitare alla mancanza della presenza paterna nella vita del ragazzo. Ma ammesso e non concesso che "si nasce gay", non tutto ciò che è innato è secondo natura. Anche nel caso in cui l'orientamento omosessuale fosse necessitato, ciò eliminerebbe la colpa in merito agli atti, ma la condotta omosessuale rimarrebbe intrinsecamente malvagia e l'omosessualità intrinsecamente disordinata. Due buoni motivi per lasciarsi alle spalle questa inclinazione.
APERTURA VERSO LA POLIGAMIA Proseguiamo. Una ragazza chiede: se c'è apertura verso le coppie omosessuali, perché la Chiesa non si apre anche alle relazioni non monogamiche? Risposta del direttore de Il Giornalino: «C'è un cammino e un lavoro da fare nella sensibilizzazione. Sta iniziando. Questa traccia di speranza voglio dartela. [...] Pian piano, piano si sta entrando in una modalità di comprensione. [...] Ci vorrà del tempo». Avete capito bene: il direttore delle Edizioni San Paolo apre alla poligamia. Comunque dobbiamo ammettere che è coerente: date le premesse erronee - qualsiasi relazione affettiva va bene - arriva necessariamente a conclusioni altrettanto erronee - lecita anche la poligamia e, crediamo implicitamente, il poliamore che è la declinazione plurima delle coppie di fatto. Ed infatti indica come motivo di speranza per le relazioni poliaffettive proprio la storia di Annamaria e Francesca. Chiude l'incontro l'arcivescovo Gherardo Gambelli, il quale doverosamente cita l'Evangelii gaudium di Papa Francesco: «la realtà è più importante che l'idea». È il pensiero crociano: «per essa [la storia] non ci sono fatti buoni e fatti cattivi, ma fatti sempre buoni. [...] La storia non è mai giustiziera, ma sempre giustificatrice» (B. Croce, Teoria e storia della storiografia, Laterza, Bari, 1917, pp. 76-77). È la tesi già espressa da don Bruno: i fatti si autogiustificano. La dottrina deve far posto o piegarsi ai fenomeni sociali. Non è il mondo che si deve convertire alla Chiesa, ma quest'ultima al mondo. La lezione storicista è stata appresa alla perfezione da Sua Eccellenza che infatti rivela compiaciuto: «quando sono stato a cena da Annamaria e Francesca ho capito tantissime cose». Ma forse non quelle giuste.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 ottobre 2024
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GPT-ME, IL GRANDE FRATELLO CHE SUGGERISCE LA RISPOSTA GIUSTA
Un dispositivo basato sull'intelligenza artificiale che ascolta le tue conversazioni e pensa al posto tuo (ovviamente secondo il pensiero unico)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 3 novembre 2024
Aver sempre la risposta giusta? Dare sfoggio di una cultura enciclopedica? Mostrare un eloquio fluente e brillante? E tutto questo senza il minimo sforzo? Oggi è possibile grazie all'intelligenza artificiale (IA). Fanpage ha intervistato Avital Meshi, biologa comportamentale e New Media Artist, che ha indossato al braccio per mesi un dispositivo di sua creazione che ha battezzato GPT-Me. Si tratta della chatbot GPT modificata al fine di far ascoltare all'IA le conversazioni che la Meshi ha con le persone e di fornire risposte, tramite un auricolare, alla stessa Meshi, la quale poi potrà rispondere come suggeritole dalla macchina oppure no. La mamma di GPT-Me all'inizio dell'intervista dichiara: «incarno GPT, sono il suo corpo e la mia intelligenza diventa artificiale». L'inserzione più o meno permanente di apparati tecnologici nel corpo delle persone per potenziarne le capacità, una delle possibili varianti dell'Human Enhancement Technologies (clicca qui), darebbe vita al cyborg: l'uomo robotizzato, uno dei traguardi che si pone il movimento transumanista per superare i limiti fisici che madre natura ci ha imposto. Ma la Meshi, nella interpretazione del significato antropologico di questa sua invenzione, compie un passo ulteriore: è lei ad aver dato il corpo alla macchina. La macchina ha preso possesso di lei, si è incarnata in lei e l'intelligenza naturale è stata sostituita da quella artificiale. La Meshi preconizza uno scenario inquietante perché realistico: le macchine già si sono sostitute a noi nel lavoro - uno degli effetti positivi della Rivoluzione industriale - ossia nel fare e in futuro si sostituiranno nell'essere: scalzeranno la nostra identità perché prenderanno possesso del nostro intelletto e volontà. Ci cancelleranno: esito estremo della cancel culture. Non saremo più noi a pensare ed ad agire come pensiamo, ma l'IA. Ed infatti il campo di ricerca della Meshi riguarda proprio lo studio degli «algoritmi di intelligenza artificiale per la trasformazione dell'identità». Non useremo più la tecnologia, ma noi saremo usati dalla tecnologia, anzi diventeremo parte di essa ed essa parte di noi: «non volevo solo usare questo tipo di intelligenza, volevo integrarla con me», spiega la biologa comportamentale. Da una identità personale ad una identità robotica, perché l'essere umano fuso con la macchina dà vita ad un superuomo, tanto che la Meshi parla della sua applicazione come uno strumento che genera super poteri.
LA SOSTITUZIONE IDENTITARIA Per giungere a questo scopo è necessario dotare la macchina dei cinque sensi propri dell'uomo, perché così potenzieremo il suo “pensiero”. Ora GPT-Me sente, ma a breve, spiega la sua creatrice, potrà anche vedere. Il pensiero umano trova il suo incipit sempre dai suoi sensi. Parimenti per le macchine. Se dunque vogliamo sostituire il raziocinio dell'uomo con gli algoritmi dell'IA è indispensabile dotare anch'essa dei cinque sensi. È antropomorfizzare la macchina e reificare l'uomo. Queste riflessioni sulla sostituzione identitaria trovano un riscontro nelle percezioni psicologiche sperimentate dalla stessa Meshi: «Avere costantemente pensieri e suggerimenti generati dall'IA nella mia testa ha creato un senso di distacco dai miei istinti. Ho iniziato a chiedermi se le mie azioni fossero veramente mie o influenzate dall'IA. Mi sono chiesta quale voce stessi veramente rappresentando e cosa significasse essere il portavoce dell'IA». Notate: lei portavoce dell'IA. Non più quest'ultima al servizio dell'uomo, ma viceversa. Lo scambio di personalità è stato accentuato dalla Meshi creando un pulsante rosso. Premendo questo pulsante l'IA cambia di personalità: può essere un poeta, un ingegnere, un delinquente o un personaggio famoso. Così racconta la Meshi: «Ho esplorato decine di personalità diverse. Di recente mi sono esibita al New Media Festival a Santa-Fe, New Mexico e ho avuto più di 100 conversazioni individuali. In ognuna di quelle conversazioni ho incarnato una persona diversa. È stato pazzesco». Un disturbo dissociativo di personalità, una volta chiamato disturbo di personalità multipla, autoindotto. La creatrice di GPT-Me ha impersonato anche Alan Turing, Albert Einstein, Mahatma Gandhi, Whitney Houston, Leonard Cohen e Michael Jackson, quasi fosse una seduta spiritica tanto che ha descritto l'esperienza come paranormale. Dunque, assodato che la matrice culturale di questo device inclina ad una visione transumanista in cui si potenzia la tecnologia a discapito dell'umanità, perseguendo il mito dell'onnipotenza, andiamo a vedere, nel concreto, quali conseguenze positive e negative la Meshi ha riscontrato nel suo utilizzo. Innanzitutto ci sono stati problemi relazionali. Le persone sapevano che Meshi indossava il suo suggeritore personale e quindi si creava una sorta di diffidenza: nelle risposte che lei dava, quanto c'era della Meshi e quanto dell'IA? La creatrice di GPT-Me ha parlato addirittura di tensioni e incomprensioni nate da risposte percepite come innaturali. Più che artificiali, artificiose. In secondo luogo «c'è il rischio di affidarci troppo - continua la Meshi - il che potrebbe diminuire la nostra capacità di pensare in modo indipendente». Se la macchina risponde e quindi pensa a posto mio, evito di pensare. È la sostituzione del pensiero. Tanto è vero che la Meshi ammette che «quando non lo indosso mi trovo a imitare alcune delle sue risposte quasi come se l'IA mi avesse addestrato a comportarmi in modo diverso». Un plagio tecnologico.
LA VISIONE TRANSUMANISTA Questo rischio è connesso ad altri due indicati dalla biologa comportamentale: «la tecnologia può alimentare i pregiudizi, perché è addestrata su dati esistenti». Ciò che il gobbo tecnologico suggerisce non è ovviamente farina del suo sacco, bensì è farina del sacco di coloro che inseriscono contenuti in rete, luogo virtuale dove l'IA pesca per fornire risposte. Ed è ovvio che in rete la fa da padrone il pensiero unico. Risultato: avrete nell'orecchio il Grande Fratello che vi suggerirà cosa pensare. Da qui un ulteriore pericolo: «l'intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per monitorare e influenzare il comportamento». L'ambizione delirante di alcuni tecnocrati è quella di rendere schiavi le persone volontariamente per orientarle verso alcune scelte e condotte. La manipolazione della coscienza collettiva tramite IA auricolare porterà ad una società di automi. Come dicevamo prima: una società di persone robotizzate in cui la loro coscienza critica è stata sostituita da una coscienza artificiale. La libertà personale verrà così consegnata nelle mani degli sviluppatori dell'IA, soprattutto perché, come ammesso dalla Meshi, GPT-Me può creare dipendenza. Dipendenza dal pensiero unico. GPT-Me però non promette solo scenari distopici. Ci possono essere anche aspetti positivi nell'utilizzo di questo dispositivo. La Meshi dichiara che il suo uso può stimolare la scoperta di nuovi aspetti della propria personalità, incrementare la conoscenza di tematiche sconosciute, permettere di confrontarsi con persone che hanno competenze completamente differenti dalle nostre. Che giudizio infine dare di questa invenzione? Tenuto conto delle rilevanti, numerose e assai probabili derive che potrebbe arrecare in seno alla società, generate necessariamente dalla sua matrice transumanista, il device potrebbe essere usato non su larga scala - la sua diffusione sarebbe dirompente - ma con prudenza solo da addetti ai lavori culturalmente e umanamente ben formati. Insomma la gestione di un reattore nucleare non è per tutti.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 3 novembre 2024
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NELL'IDOLATRIA DEL SE' NON C'E' SPAZIO PER LE NASCITE
Nel 2023 sono nati 13mila bambini in meno, ma meno figli oggi, vuol dire domani più anziani abbandonati a se stessi
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 ottobre 2024
Un numero che certifica che la vitalità italiana è in regressione, che il nostro punto vita si sta snellendo ma l'estetica non ne guadagna, che il popolo dei bambini è ormai un'etnia in via di estinzione che sopravvive in una riserva indiana. Questo numero è 3,4. L'Istat pubblica la ferale notizia che nel 2023 sono nati in Italia 13mila bambini in meno rispetto al 2022. Il 3,4% in meno. Ogni anno, alla pubblicazione del report dell'Istat, siamo qui a ripetere la litania dei motivi per cui, prima che le culle, gli uteri delle donne sono vuoti: l'aborto in primis, poi lo scarso valore che riconosciamo ai figli, la notte oscura dei valori umani, la fede ridotta a stoppino fumigante e molti altri. Ma forse il motivo ultimo è banale. Ci piace stare da soli. Ammettiamolo. Il solipsismo è stato elevato a status symbol e così l'universo misura in altezza, lunghezza e profondità quanto il nostro Io, la propria esistenza è campo minato in cui è vietato a terzi mettere piede ed alti bastioni vengono alzati per proteggere il cuore della vita di ciascuno che prende il nome di privacy. È l'idolatria del Sé che non può lasciare spazio ad altro da Sé. Una recita questa che non tollera coprotagonisti che potrebbero fare ombra all'attore principale. Figurarsi un cucciolo di uomo che pur non sapendo ancora parlare riesce a mettere in scacco i genitori a suon di pianti e deiezioni ed ad ottenere attenzione, risorse psico-fisiche così elevate che la stanchezza assurge a condizione ontologica di padre e madre e poi tempo, tempo e ancora tempo e tra l'altro proprio quel tempo che, prima dello spuntare di questo nuovo fiore nel giardino di casa, aveva i toni della libertà, della spensieratezza, delle sere passate con gli amici, dello sport. Insomma il tuo tempo migliore, ora è suo. È tutto suo, anche la considerazione della moglie che, elevatasi al rango di madre, presidia questa sua conquista difendendola anche nei confronti del marito che più che padre spesso si sente solo maschio. E dunque è inconcepibile il figlio per coloro i quali sono buchi neri dove anche la luce di una nuova vita viene risucchiata al suo interno.
IL FIGLIO È UNA PERDITA? Per il solipsista radicale e integrale - e un po' tutti lo siamo - l'altro diviene amico, fidanzato, marito se promette un certo utile. Tutti incasellati in un foglio di calcolo Excel. Tutti in una partita doppia dove le entrate devono superare le uscite. Questa deforma mentis rende sterili nel cuore prima che nelle gonadi. E allora il figlio, così si filosofa, è una perdita esistenziale, un crack finanziario, uno spreco di spazio ed ore, un rischio che nessuna agenzia assicurativa vorrebbe mai coprire, una trappola nascosta nel percorso che porta alla realizzazione personale. Questo è l'immaginario collettivo che avvelena le coscienze e le fa piccole, micragnose, asfittiche nei propri aneliti. E soprattutto le rende cieche con la menzogna. Perché il figlio - se è vero che non chiede molto, ma tutto - dà anche tutto. Ti regala il titolo di padre e madre, quegli artisti che insieme a Dio hanno chiamato ad esistenza e dal nulla una nuova persona. Un piccolo uomo o una piccola donna la cui preziosità è maggiore di tutto il cosmo creato. E di questa creatura dal valore incommensurabile tu sei il padre e la madre. La tua responsabilità verso di lui è ciò che comprensibilmente ti sfianca, ma anche ciò che ti rende onore. L'esistenza stessa del figlio è la celebrazione per i genitori delle loro virtù che, con il sangue, hanno dovuto acquisire: la pazienza, il consiglio, il discernimento, la giustizia, la mitezza, l'umiltà, il perdono, la speranza. Il figlio è l'allenatore esigente che non ti permette di fare sconti a te stesso, che non tollera che si abbassi l'asticella, ma che pretende che venga posta sul punto più alto. Il figlio è l'anello, legato ai successivi anelli, di quella catena generazionale che eterna il tuo nome. E poi anche sposando l'utilitarismo più estremo non potremmo che sperare in uno tsunami di parti che possa rinverdire il Bel Paese. Meno siamo, più siamo vecchi. È la famigerata immagine della piramide rovesciata, dove pochi giovani dovrebbero sostenere il carico dell'assistenza di un popolo di anziani. Le risorse saranno quelle che saranno e ad ognuno spetteranno solo alcune briciole della torta. E con le briciole non campi o campi male. Meno figli, più badanti.
MENO FIGLI, PIÙ ANZIANI ABBANDONATI A SE STESSI E ancora: meno figli, più morti perché meno figli significa più anziani abbandonati a se stessi e l'abbandono è l'anticamera dell'obitorio. Quella solitudine, che prima avevamo abbracciato con entusiasmo e che gli invidiosi chiamavano individualismo, anche ora ci abbraccia, ma nascondendo in una mano un coltello ben affilato. Quella solitudine che era una torre di avorio, ora è un carcere. Un carcere dove si esce solo per finire sul patibolo. Allora porre il baricentro esistenziale su di sé, sul proprio nome, farà solo scrivere più velocemente quello stesso nome sulla nostra lapide. Perché è impensabile che il nostro sistema sanitario diventi solo un ospizio. I più deboli saranno lasciati indietro in questa ritirata dalla carità e dalla compassione e così avremo più culle vuote e più bare piene. Si raccoglierà infine ciò che abbiamo seminato, anzi, ciò che non abbiamo seminato. «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo» (Gv 12, 24). Occorre morire a se stessi per far posto all'erede gattonante, altrimenti l'alternativa è la solitudine più spietata. E si sa: anche tra gli animali che vivono in branco, l'esemplare che rimane isolato è più facile vittima dei predatori. E il nostro predatore numero uno è la morte. Non inganniamoci poi, non pensiamo che riusciremo a bloccare il nostro orologio biologico, che certe misere e fatiscenti esistenze senili non ci toccheranno in sorte, che il pannolino lo abbiamo lasciato parecchi decenni fa e non lo incontreremo mai più sulla nostra strada con il nome di pannolone. E dunque siamo fieramente egoisti, siamo furbi: mettiamo al mondo una folta progenie che, anche se non è il motivo più nobile al mondo ma di certo nemmeno ignobile, ci permetterà di scampare al nostro personale inverno esistenziale, di non vivere da scarti di macelleria, di sfuggire alla sopravvivenza per vivere appieno seppur centenari, di spirare tra gli abbracci dei parenti e non tra le sponde di un letto di ospedale con accanto soltanto la compagna di tutta una vita: la solitudine.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 ottobre 2024
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DALLA SPONDA TRUMP ALLA PREGHIERA, TUTTE LE ARMI DEI PRO-VITA
Negli USA non si è votato solo per il presidente, ma anche 10 referendum sull'aborto: in Florida, Nebraska e Sud Dakota i pro-life hanno vinto, mentre in 6 Stati l'aborto è diventato diritto costituzionale
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 9 novembre 2024
Negli USA, il 5 novembre, si è votato non solo per il presidente, ma anche sull'aborto. In dieci Stati federati i cittadini hanno votato su altrettanti referendum. In Florida i pro-choice hanno perso: rimarrà il divieto di abortire dopo la sesta settimana. In Nebraska e Sud Dakota si chiedeva di rendere costituzionale il diritto d'aborto: i pro-life hanno vinto. Inoltre in Nebraska rimane invariato il limite per abortire fissato a 12 settimane, eccetto nei casi di stupro, incesto e rischio per la vita della madre. In Arizona hanno vinto i pro-choice e si potrà abortire fino a quando il feto ha possibilità di sopravvivenza autonoma fuori dal grembo materno, ossia intorno alla 23°-24° settimana. L'aborto è poi diventato diritto costituzionale in Missouri, Nevada, Montana, Maryland (la terra di Maria), New York e Colorado. Luci e ombre quindi. Da una parte l'abortismo arretra, su altro fronte mantiene le posizioni e su un altro fronte ancora guadagna terreno. Come invertire la rotta a favore del nascituro? Di certo la vittoria di Trump permetterà ai pro-vita di avere più spazi di manovra. È noto che il neo presidente è stato ondivago sul tema aborto soprattutto a motivo di strategie elettorali. Certo è che in Trump si potrà trovare, come si è trovato in passato, un interlocutore attento su questi temi. Non c'è chiusura ideologica come in seno ai democratici. Trump è un pragmatico e se le lobby pro-life riusciranno a convincerlo che essere dalla parte della vita è vincente anche sul piano dei consensi, allora una grossa mano alla causa potrà venire anche dalla Casa Bianca. Un esempio noto a tutti è stata la decisione Dobbs contro Jackson Women's Health Organization della Corte Suprema (2022) che ha mandato in soffitta la sentenza abortista Roe contro Wade e ha rimandato ai singoli Stati la disciplina normativa in materia di aborto. Tre membri della Corte, infatti, furono nominati da Trump (e altri tre da George W. Bush). Le spinte abortiste che i referendum hanno messo in evidenza potranno essere contrastate non solo grazie alla politica, ma anche e soprattutto con altri strumenti.
1) LA CORRETTA INFORMAZIONE In primis con la corretta informazione: la prima forma di plagio delle coscienze è la diffusione della menzogna. Se alcuni fatti non sono noti oppure addirittura falsificati il giudizio sugli stessi non potrà che essere erroneo.
2) CRITERI DI GIUDIZIO CORRETTI In secondo luogo non è sufficiente conoscere la realtà dei fatti, ma è necessario saper leggere questi fatti con i criteri di giudizio corretti. Una mente che giudica alla luce di criteri come quello dell'autodeterminazione della donna, della tutela della salute della donna a danno della vita del figlio, dell'esclusione del padre nella decisione sull'aborto, eccetera, è una mente che non può che naufragare nell'errore.
3) LA TESTIMONIANZA DI VITA (OGGI: MARTIRIO) Un terzo passo è la testimonianza di vita che oggi si chiama martirio. Lo scenario è cambiato: oggi chi difende la vita non è semplicemente emarginato nel cono dell'indifferenza, ma è osteggiato, perseguitato e in alcuni casi anche incarcerato. Su queste tematiche con parenti, amici, conoscenti, colleghi non si può assumere una posizione neutra, super partes, perché questa posizione significherebbe nei fatti connivenza con l'errore, con il male. Oggi il pro-life si deve rivestire della corazza del coraggio. Molto probabilmente il nostro interlocutore non cambierà idea, ma sicuramente noi avremo difeso i bambini nel grembo materno.
4) I MOVIMENTI PROLIFE Un quarto strumento è quello dell'associazionismo, per chi può. Negli States come da noi moltissime sono le sigle pro-vita. L'impegno del singolo in queste associazioni produce un effetto moltiplicatore.
5) LA PREGHIERA E IL DIGIUNO Infine, la preghiera e il digiuno. Giovanni Paolo II nell'Evangelium vitae affermava con chiarezza che la battaglia sull'aborto è una battaglia che prima di tutto avviene nel cuore delle persone, nelle loro anime. È uno scontro che ha natura essenzialmente spirituale tra le potenze angeliche capeggiate da Dio e le potenze infernali capeggiate da Satana. Allora, se lo scontro è essenzialmente spirituale, le armi da usare devono essere anche loro spirituali. E così la preghiera busserà alle porte del cuore delle donne che vogliono abortire o che hanno già abortito, dei padri dei nascituri, degli amici e parenti della donna che ha una gravidanza indesiderata, dei medici e infermieri, dei politici, dei giudici e degli uomini di Chiesa affinché aprano quella porta e facciano entrare la grazia di Dio. Solo così la coscienza collettiva di un popolo cambierà il proprio cuore, la propria cultura e le proprie leggi.
DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO" La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade Per vedere articoli e video, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 9 novembre 2024
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OMELIA SOLENNITA' CRISTO RE - ANNO B (Gv 18,33-37)
Il mio regno non è di questo mondo
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Oggi, ultima domenica del Tempo ordinario, è la solennità di Cristo Re. Il Vangelo ci propone la scena dell'incontro di Cristo con Pilato. Il Re dell'universo sta davanti al rappresentante di una potenza terrena destinata a cadere. Egli, l'uomo che proclama la libertà dei figli di Dio, è prigioniero: Egli, la Santità stessa, è punito come un malfattore. È proprio in questo violento contrasto che appare in tutta la sua grandezza la Missione reale di Cristo Salvatore. Gesù, interrogato da Pilato, afferma chiaramente di non aspirare ad un potere politico: «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,36), ma non nega di avere un regno di natura ben diversa. Gesù non rifiuta il titolo di re, ma ne precisa il significato profondo. Mentre il Signore si era sempre sottratto alle folle che nei momenti di entusiasmo volevano proclamarlo re, ora che sta per essere condannato a morte e si sta avviando alla Croce, confessa chiaramente la sua regalità. E, alla domanda di Pilato: «Dunque tu sei re?» (Gv 18,37), risponde: «Tu lo dici: io sono re» (ivi). Gesù è il Re dell'universo perché è il Figlio di Dio, perché, insieme al Padre e allo Spirito Santo è il Creatore di ogni essere visibile e invisibile. Inoltre, è il Re dell'universo perché, con la sua Incarnazione, Morte e Risurrezione, Egli è il Redentore, ovvero Colui che salva il mondo intero dal naufragio del peccato. Noi tutti siamo di Gesù, apparteniamo a Lui, per creazione e per redenzione: Egli è il nostro Re. Su questa terra, tutte le potenze umane sono destinate a cadere. La storia insegna che ad un impero ne succede un altro e che tutto ciò che è umano poggia su delle fondamenta vacillanti. Solo il Regno di Gesù Cristo durerà per sempre e la prima lettura di oggi dice chiaramente: «Il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai» (Dn 7,14). Lungo i secoli in molti hanno cercato di cancellare il Cristianesimo dalla faccia della terra, ma nessuno di essi vi è riuscito. Uno dei più fieri persecutori della Chiesa fu Napoleone, il quale finì la sua vita relegato all'isola di Sant'Elena chiedendo perdono a Dio dei suoi peccati e confessandosi con vero pentimento da un sacerdote mandato appositamente dal Papa. La regalità di Cristo consiste nell'annunciare la Verità, nel condurre gli uomini alla Verità suprema, liberandoli da ogni tenebra di errore e di peccato: «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità» (Gv 18,37). Se pertanto vogliamo che Gesù regni su di noi, in nessun modo devono regnare in noi il peccato e la menzogna. Dobbiamo dunque professare la retta Fede, la Fede trasmessa dagli Apostoli che si custodisce nella Chiesa, e vivere in conformità al Vangelo, secondo la morale insegnata infallibilmente dal Magistero. Non accettare la Fede e la morale della Chiesa significa rifiutare la Verità e allontanarci da Cristo Re. Per questa Fede, molti cristiani hanno affrontato la morte, preferendo la regalità di Cristo piuttosto che la schiavitù del peccato. Uno di questi martiri è stato il beato Michele Pro che rese la suprema testimonianza di fedeltà a Cristo e alla Chiesa durante la violenta persecuzione che scoppiò nel Messico nella prima metà del secolo ventesimo. Egli era un sacerdote gesuita e, durante la persecuzione fino al giorno della sua cattura, esercitò di nascosto il suo ministero sacerdotale in mezzo a pericoli di ogni genere. Venne purtroppo il giorno della sua cattura e, infine, fu condannato alla fucilazione. Morì gridando: «Viva Cristo Re!», entrando così nel Regno eterno preparato per tutti coloro che servono fedelmente su questa terra Gesù, il Re eterno.
Nota di BastaBugie: dopo aver chiesto a Gesù che cos'è la verità, nel film la Passione di Mel Gibson, Pilato si confronta sull'argomento con la moglie Claudia. Lei sostiene di sentire la verità e allora il marito le chiede come si faccia a sentirla. Claudia gli risponde: "Se non vuoi ascoltare la verità, nessuno te la può dire". Infatti, come dice Gesù a Pilato, nel Vangelo di questa domenica, chi vuole sentire la verità ascolta la Sua voce. Ne deriva che chi non vuole ascoltare la verità, non ascolta Gesù... ma solo se stesso e le proprie voglie.
PER INTEGRARE L'OMELIA Per integrare l'omelia della solennità di Cristo Re va approfondito il tema della Regalità sociale di Cristo, principio cardine della Dottrina Sociale della Chiesa. Molto utile al riguardo il seguente articolo da noi pubblicato in passato: https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=676
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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