IL RE LEONE, MOLTO PIU' DI UN CARTONE ANIMATO
A trent'anni dall'uscita del film Disney, la storia di Simba è un classico senza tempo, che ci invita a riflettere sulla vita, sui principi e sul nostro posto nel mondo (VIDEO: Trailer del film e ''Sarò Re'')
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Bussola Mensile
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LA FINANZIARIA, IL SUPREMO ATTO DEL LEVIATANO
Con la legge finanziaria lo Stato moderno dice che noi dipendiamo da lui, come se fosse Dio (per questo pianifica nei minimi dettagli la vita quotidiana dei cittadini)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LE VITTIME DEI MODERNI ERODE NEL 2024
Bambini rapiti o che muoiono sotto le bombe, rimasti orfani, bambini-soldato, ma anche eutanasia infantile, fecondazione artificiale, abusi sessuali, senza dimenticare i 44 milioni uccisi quest'anno con l'aborto
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: Provita & Famiglia
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STORIA DI MARIA: BOCCIATO! SAREBBE BASTATO SEGUIRE IL VANGELO
Il nuovo film sulla Madonna, targato Netflix, delude come quasi tutti i film tratti dal Vangelo (con l'eccezione della Passione di Mel Gibson)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL RAPPORTO DELLA VERGOGNA SCREDITA AMNESTY PIU' CHE ISRAELE
L'unico scopo è delegittimare Israele con frasi ad effetto e concetti travisati, ma numeri (persino quelli di Hamas) e fatti smentiscono che si tratti di genocidio
Autore: Stefano Magni - Fonte: Sito di Nicola Porro
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LETTERE ALLA REDAZIONE: FACCIO PECCATO A CLICCARE SU ''ACCETTA''?
Mi sono trovato su YouTube a dover acconsentire alla pubblicità sul mio canale... ho sbagliato ad accettare?
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA II DOMENICA DI NATALE - ANNO C (Gv 1, 1-18)
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio
Fonte: Maranatha
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OMELIA EPIFANIA DEL SIGNORE - ANNO C (Mt 2,1-12)
Abbiamo visto spuntare la sua stella
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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IL RE LEONE, MOLTO PIU' DI UN CARTONE ANIMATO
A trent'anni dall'uscita del film Disney, la storia di Simba è un classico senza tempo, che ci invita a riflettere sulla vita, sui principi e sul nostro posto nel mondo (VIDEO: Trailer del film e ''Sarò Re'')
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Bussola Mensile, novembre 2024
Il Re Leone è un classico dell'animazione Disney che racconta la storia di Simba, un giovane leone destinato a diventare re della savana. A trent'anni dalla sua uscita, nel 1994, merita essere rivisto con tutta la famiglia e meditato nei suoi significati più profondi. Tutto inizia con la celebrazione della nascita di Simba, figlio del saggio re Mufasa e della regina Sarabi. Il piccolo leone viene presentato alla savana come il futuro sovrano. Simba cresce curioso e pieno di vita, ma viene spesso rimproverato dal padre per la sua avventurosità. Lo zio di Simba, Scar, un leone invidioso e manipolatore, sfrutta la curiosità del nipote per condurlo in un luogo pericoloso, il "cimitero degli elefanti". Durante questa avventura, Mufasa viene ucciso da Scar, ma questi fa credere a Simba di essere responsabile della morte del padre. Per questo il cucciolo fugge illudendosi di non sentire i rimorsi. Simba viene trovato e allevato da Timon e Pumbaa, due strani animali della savana (un suricato e un facocero) che gli insegnano a vivere senza preoccupazioni, secondo la filosofia "Hakuna Matata". E siccome al puzzo ci si abitua, anche il pessimo cibo costituito da vermi e insetti con il tempo sembra buono. Cresciuto, Simba incontra Nala, la sua amica d'infanzia, che lo convince a tornare nella savana per riconquistare il suo regno e vendicare suo padre. Simba affronta Scar in un'epica battaglia, svelando la verità agli altri animali e ripristinando l'ordine nella savana. Così Simba diventa il nuovo re, guidando i sudditi verso un futuro prospero.
TEMA FONDAMENTALE: LA LIBERTA' Il tema fondamentale del Re Leone è la libertà. Simba dopo la tragedia della morte del padre fugge dalla sua responsabilità e si perde nella ricerca di se stesso. Inizialmente, la sua idea di libertà è legata all'assenza di regole, al fare ciò che si vuole, senza pensare alle conseguenze. Ma nel corso della storia comprende che la vera libertà non è anarchia, ma consapevolezza di quello che si è e responsabilità di diventare ciò per cui siamo nati. Il cartone animato insegna che la libertà è una scelta, non è semplicemente fare ciò che si desidera, ma scegliere consapevolmente il percorso da seguire, anche se inizialmente meno piacevole e più faticoso. Essere liberi infatti significa essere responsabili delle proprie azioni e delle loro conseguenze. Significa essere se stessi, ma per un bene superiore, non per l'egoismo di pensare solo a godere e divertirsi. Simba scopre, grazie alla nostalgia del padre, che la missione di ognuno è unica, ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nel mondo, un dono da offrire. E se uno rinuncia a offrire al mondo il suo talento, il mondo sarà più povero perché nessuno potrà sostituirlo. Buona è la rappresentazione della monarchia, vista correttamente non come una dittatura che prevede un uomo solo al comando, ma come una famiglia che guida altre famiglie. Il ruolo di guida infatti è affidato a una famiglia che avrà nel capofamiglia il provvisorio comandante, che cederà il posto al figlio. Per questo chi assumerà il potere viene preparato ad esercitarlo al momento opportuno. Un implicito discredito verso l'improvvisazione con cui i politici moderni guidano le sorti delle nazioni.
LA VERITA' VI FARA' LIBERI Inoltre, in questa storia si possono leggere in filigrana alcuni insegnamenti del Vangelo. La vera libertà non dimentica la verità, come ricorda Gesù quando dice "La verità vi farà liberi" (Gv 8,32). Non il contrario come si pensa oggi: l'importante è essere liberi e poi ognuno si costruisce la sua verità. La libertà sganciata dalla verità su se stessi e sul mondo conduce Simba al fallimento. Solo recuperando la sua dignità regale e la conseguente responsabilità di essere ciò per cui è nato, cioè guidare il popolo della savana a lui affidato, permettono al protagonista di essere veramente libero, realizzato e sereno, nonostante le difficoltà. Anche il riconoscere di essere figlio di re, come accade a Simba al termine del suo percorso interiore, ricorda al cristiano la sua altissima dignità dovuta non all'autorealizzazione secondo i propri gusti, bensì al riconoscere di essere figli del re dei re, cioè Cristo re dell'universo. Il battesimo ci rende figli di Dio, un Dio onnipotente e sovrano di ogni cosa creata. Molto bella anche la figura di Nala, la leonessa amica d'infanzia di Simba che diventerà la sua sposa e di conseguenza regina. È una leonessa coraggiosa e determinata, e insieme a Simba condividono un forte legame fin da cuccioli. Nala è un personaggio importante nella storia, in quanto è colei che, nel momento cruciale, spinge Simba a tornare alla sua responsabilità di sovrano delle Terre del Branco e ad affrontare lo zio Scar che ha usurpato il trono. In pratica Nala ricorda a Simba cosa vuol dire essere maschio e la conseguente responsabilità. Solo così Nala ritrova finalmente in Simba un compagno forte e protettivo. Viene quindi esaltata la vera femminilità che vede la donna non come avversaria paritetica dell'uomo, ma come aiuto all'uomo perché emerga la sua mascolinità e possa così diventare coraggioso e determinato nel difendere la sua donna e i suoi figli. Anche l'amicizia vera ha un suo ruolo nella trama. Il trio Simba, Pumbaa e Timon parte con idee sbagliate di libertà, ma il sincero affetto che li lega porterà ognuno a migliorarsi ed a essere più coraggioso. Inoltre l'arrivo di Nala, nonostante la tristezza inevitabile del distacco (espresso nella canzone con la comica e malinconica frase "il nostro trio diventerà un duo"), non impedisce di provare una sincera gioia per l'amico che ha trovato l'amore della sua vita: l'amicizia non si perde, semplicemente si trasforma. Molti spunti interessanti sono anche l'elogio del sacrificio e dell'importanza dell'educazione dei figli alla dignità e responsabilità personale. Anche la sua colonna sonora indimenticabile, i personaggi iconici e la trama avvincente lo rendono una pellicola intramontabile. In definitiva il Re Leone del 1994, molto meglio del remake del 2019, è ben più di un semplice cartone animato. È un'opera d'arte, un classico senza tempo che ci invita a riflettere sulla nostra vita, sui nostri princìpi e sul nostro posto nel mondo. Ci ricorda che la vera libertà non è egoismo, ma servizio. È la scelta di vivere una vita autentica, in vista di un bene più grande di noi stessi.
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Don Stefano Bimbi, ha commentato "Sarò Re", una delle canzoni della colonna sonora de Il Re Leone nella quale Scar, lo zio di Simba, espone il suo piano per usurpare il trono al legittimo erede (Simba, figlio del re). Nella versione italiana è cantata da Tullio Solenghi del trio Solenghi - Marchesini - Lopez. Dopo il video si trova il testo della canzone con relativo commento e, a seguire, il trailer del film.
https://www.youtube.com/watch?v=u6ynFldkfn4
SARÒ RE Scar: Alle iene ho sempre dato poca confidenza, sono così rozze, così volgari (1), ma tutte insieme saranno una potenza (2) al servizio del mio genio, senza pari (3)... Da ciò che vi leggo negli occhi io so già che il terrore vi squaglia (4), non siate però così sciocchi, trovate l'orgoglio marmaglia. Son vaghe le vostre espressioni, riflesso di stupidità, parliamo di re e successioni, ritrovate la lucidità. Il mio sogno si sta realizzando, è la cosa che bramo di più. E' giunto il momento del mio insediamento. Le iene: Ma noi che faremo? Seguite il maestro e voi, smidollati verrete premiati, l'ingiustizia è una mia gran virtù (5), avrà gli occhi di Scar, sai perché? Sarò re! Sì, siamo pronti. Saremo pronti: ma per cosa? Per la morte del re. Perché è malato? Idiota! Lo uccideremo noi! E Simba con lui. Sì, buona idea: a che serve un re? Niente re, niente re... la, la, la, la... (6) Idioti! Un re ci sarà... Ehi, ma tu hai detto... Io sarò il re: seguitemi e non soffrirete più la fame. Evviva! Sì! Lunga vita al re! Lunga vita al re! Lunga vita al re! Coro delle iene: Avremo la sua compiacenza, sarà un re adorato da noi (7). Ma in cambio di questa indulgenza qualcosa mi aspetto da voi (8). La strada è cosparsa di omaggi, per me e anche per voi lacchè, ma è chiaro che questi vantaggi li avrete soltanto con me. E sarà un gran colpo di stato, la savana per me tremerà. (Cibo a noi, sempre a noi, non dovrà finir mai) Il piano è preciso, perfetto e conciso, decenni di attesa, vedrai che sorpresa! Sarò un re stimato, temuto ed amato, nessuno è meglio di me. Affiliamo le zanne perché sarò re! Affiliamo le zanne perché sarò re!
(1) Il superbo, avendo una disordinata stima di sé, nutre disprezzo degli altri uomini che ai suoi occhi appaiono solo come mezzi per raggiungere il suo fine. (2) Unico criterio per valutare la realtà (e la propria e altrui potenza) diventa la consistenza numerica. Le persone sono quindi ridotte a massa di cui il potere del momento può servirsi a piacimento. Gli uomini sono solo dei numeri (o dei codici fiscali) e così perdono la dignità di persona. (3) Il tiranno pensa di dover comandare sugli altri perché è il migliore. Solo gli altri sono chiamati all'ubbidienza, lui al comando. In realtà solo chi sa ubbidire, sarà in grado di comandare con giustizia. E comunque dovrà sempre ubbidire a Dio come ricordava l'incoronazione nel Medioevo che era come dire: "Ricevi la corona da Dio, non te la sei data tu stesso, quindi ubbidisci sempre a Dio e alle sue leggi (e alla Chiesa). (4) Il terrore viene usato come mezzo per imporre alle masse il volere di chi comanda. Come il malvivente che dice con la pistola spianata "O la borsa, o la vita". O il terrorista che compie le stragi per convincere la popolazione inerme che deve arrendersi a un cambio di regime. O le catastrofi sanitarie o climatiche usate per imporre cambiamenti radicali di vita secondo i desideri di chi governa il mondo. (5) Chi usurpa il potere lo fa con un atto di ingiustizia, ma una volta insediato pretende la "legalità", cioè il rispetto delle sue regole, imposte illegalmente. (6) Ucciso un potente, ne arriva subito un altro che ne prende il posto. È l'illusione del potere al popolo. Per questo le rivoluzioni sono sempre inutili e spesso anche dannose. (7) Chi non adora il Creatore, finisce per adorare una semplice creatura. Il risultato è grottesco. (8) L'usurpatore promette vantaggi, spesso solo apparenti, ma in cambio chiede fedeltà assoluta e pronta.
TRAILER: IL RE LEONE
https://www.youtube.com/watch?v=fq0rrGcysOs
APPROFONDIMENTI Per ulteriori commenti alla colonna sonora, approfondimenti sul film e video del Re Leone, clicca qui!
Fonte: La Bussola Mensile, novembre 2024
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LA FINANZIARIA, IL SUPREMO ATTO DEL LEVIATANO
Con la legge finanziaria lo Stato moderno dice che noi dipendiamo da lui, come se fosse Dio (per questo pianifica nei minimi dettagli la vita quotidiana dei cittadini)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 dicembre 2024
In questi giorni il Parlamento sta impastando la torta natalizia della legge finanziaria. Il voto definitivo al Senato sembra previsto per il 28 dicembre ma non è escluso che si vada anche oltre. Alla "manovra" - come viene anche chiamata - ci mettono le mani un po' tutti, o almeno ci provano. La parte principale è svolta dalla maggioranza, ma anche l'opposizione propone e spesso ottiene che siano approvati i propri emendamenti. La ricetta della torta, ammesso che ci sia, non viene applicata con precisione, qualcuno prova a metterci ingredienti non previsti, altri cercano di togliere quelli già inseriti e addirittura già mescolati. Nonostante il tira e molla durante l'impasto e poi la cottura, alla fine comunque la legge finanziaria sarà approvata e, da quel momento, diventerà la principale espressione della forza dello Stato o dello Stato come forza. Anche quest'anno, come ogni anno, essa sarà ancora una volta l'atto politico principale e dal valore assoluto del Leviatano che dall'alto della sua sovranità, non avendo altri e altro sopra di sé, stabilisce come dovranno vivere i cittadini, le famiglie, le imprese, i corpi intermedi nel prossimo anno 2025. La trepida discussione in aula, le pressioni provenienti dalle corporazioni della società civile, le azioni di disturbo e gli scambi di voti combinati sui vari emendamenti, l'infuocata lotta sui giornali e nei talk-show, le accuse reciproche, le previsioni di vantaggi o di svantaggi per il Paese... tutto questo sta lì a comprovare che si è in attesa della Voce del Potere, che la finanziaria è come il tuono di Giove con cui il "Gelido Mostro" (come lo chiamava Nietzsche), il Leviatano come lo designava Hobbes, detta definitivamente la sua legge, impone il suo volere in via impositiva, stabilisce ciò che doveva essere stabilito.
LA FINANZIARIA È COME UNA CELEBRAZIONE LITURGICA Lo Stato moderno, anche se scalcinato come accade nelle nostre post-democrazie, pretende ancora di essere il Dio in terra e la finanziaria è la sua più alta celebrazione liturgica, il Grande Animale che si nutre delle tasse prodotte dai suoi sudditi, la Grande Macchina che con la sua tentacolare burocrazia diffonde la linfa vitale dei finanziamenti in tutte le cellule del corpo politico e lo mantiene in vita, il Grande Individuo (o Persona Civitatis) che sa bene che la società è fatta di tanti individui come lui, solo che lui è più Grande e quindi solo lui, dopo le discussioni e i litigi concessi alle marionette della politica politicante, emetterà il Verbo finale della legge finanziaria. Pensa che i cittadini non siano in grado di intessere tra loro dei legami sociali da soli e nemmeno di autofinanziarsi, di educarsi, curarsi o di costruirsi una televisione, ritiene invece che spetti solo a lui, allo Stato, tenere uniti i cittadini secondo un progetto di reductio ad unum che nella finanziaria trova un punto nevralgico. Con questa legge lo Stato dice che noi dipendiamo da lui e che spetta a lui tenerci uniti, fissando d'imperio i dati materiali che ci permetteranno di vivere l'anno prossimo. Cosa significhi dare a ciascuno il suo, in cosa consista la giustizia sociale e spesso perfino quella retributiva è stabilito dallo Stato con la sua manovra annuale. Esso, stabilendo i dati materiali delle relazioni sociali, ossia chi avrà di più e chi di meno, chi può continuare a sperare e chi no, fissa anche i criteri del bene e del male. La finanziaria stabilisce le priorità a cui tutti devono attenersi.
PIANIFICAZIONE NEI MINIMI DETTAGLI Con la legge finanziaria lo Stato pianifica fino ai minimi dettagli la vita quotidiana della nazione. Questo è per certi versi l'aspetto più stupefacente. Certo, ci sono i grandi finanziamenti ma poi c'è anche una miriade di rivoli che cercano di intercettare anche i bisogni minimi e di penetrare negli interstizi della vita sociale. Lo Stato si occupa dei problemi all'ingrosso ma anche al dettaglio. Naturalmente si occupa della difesa e dell'ordine pubblico, della costruzione delle infrastrutture e dell'amministrazione della giustizia e con la legge finanziaria alimenta tutte queste sue attività. Poi però vuole anche entrare nell'acquisto degli elettrodomestici, finanziare lo psicologo in classe, incentivare l'acquisto del pellet. Non solo 1,4 miliardi in più per il ponte sullo Stretto o 200 milioni per la linea Sibari-Catanzaro, ma anche lo sconto all'asilo nido comunale, gli stanziamenti per le attività di screening, gli aiuti ai non vedenti per il mantenimento dei cani-guida, il ritocco della detrazione per chi frequenta le scuole paritarie, i bonus elettrodomestici e per i bebè. Non c'è un ambito della vita civile - per piccolo che sia - che non venga disciplinato dalla legge finanziaria e debitamente pianificato. Lo Stato provvede a tutti i bisogni, dal più grande al più piccolo. Ogni volta che un cittadino farà qualcosa lungo il nuovo anno dovrà ringraziare o rimproverare Lui, lo Stato, dal quale tutto dipende nel bene e nel male. Ogni singolo cittadino, ogni famiglia, ogni artigiano e ogni impresa, ogni pensionato e ogni pensionabile, ogni dipendente, ogni commerciante, ogni partita Iva, ogni malato in ospedale, ogni pensionato, ogni neonato, ogni scolaro e studente, ogni contadino, ogni venditore di elettrodomestici, ogni viaggiatore, ogni turista... sa che la propria vita nel prossimo anno dipenderà dalle supreme decisioni dello Stato e dalle misure, vantaggiose o svantaggiose per gli uni o per gli altri, che esso inserirà in questa legge finanziaria, altissima manifestazione della sua forza.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 dicembre 2024
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LE VITTIME DEI MODERNI ERODE NEL 2024
Bambini rapiti o che muoiono sotto le bombe, rimasti orfani, bambini-soldato, ma anche eutanasia infantile, fecondazione artificiale, abusi sessuali, senza dimenticare i 44 milioni uccisi quest'anno con l'aborto
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: Provita & Famiglia, 28 dicembre 2024
Il 28 dicembre la Chiesa Cattolica celebra la solennità dei Santi Innocenti Martiri, ovvero per ricordare i bambini massacrati da Erode il Grande, re della Giudea, allo scopo di uccidere il neonato "Re dei Giudei" - ovvero Gesù - della cui nascita era stato informato dai Magi giunti a Gerusalemme da oriente dopo aver visto sorgere la sua stella. Anche in chiave laica, questa ricorrenza può dire molto alle coscienze degli uomini di tutto il mondo. L'idea di un bambino sacrificato sugli altari dell'ambizione e dell'avidità degli adulti è quanto di più ripugnante possa esistere, a prescindere dall'appartenenza religiosa. Un dramma che, a distanza di duemila anni, persiste, seppur in forme diverse. Continuano tuttora, infatti, ad essere dei "moderni Erode" e dunque dei nuovi bambini innocenti massacrati, uccisi e condannati a morire. A partire dai minori che vivono in scenari di guerra: bambini che muoiono sotto le bombe, bambini rimasti orfani, bambini profughi, bambini-soldato. I dati statistici sono numerosi e sovente non omogenei. Ci limiteremo a menzionare il recente rapporto Caritas 2023 "Conflitti Dimenticati", che riferisce il record del numero di bambini uccisi e menomati: 11.649, con un aumento del 35% rispetto all'anno precedente. È record anche per il numero di bambini rapiti: 4.356, in maggioranza maschi. Save The Children, invece, con il rapporto "Stop the war on children: pathway to peace", ha rivelato che addirittura 473 milioni di bambini, uno su cinque al mondo, nel 2023 è stato costretto a vivere in una zona di guerra. Un dato schizzato del 15 per cento in soli dodici mesi, raddoppiato in dieci anni.
TRATTA E ABORTO Quanto all'aborto, è verosimile stimare una crescita di questa pratica nei prossimi anni, vista la sua liberalizzazione massiccia nella maggior parte degli ordinamenti in tutto il mondo (con alcune lodevoli eccezioni come la Polonia, Ungheria e numerosi Stati Usa amministrati da governatori Repubblicani). L'attuale cavallo di battaglia dei pro-choice consiste nella criminalizzazione dei medici e infermieri obiettori di coscienza, accusati di ostacolare il presunto diritto all'aborto (che quest'anno la Francia ha addirittura inserito nella propria Costituzione). Proprio in Italia, inoltre, dove questo tipo propaganda è particolarmente forte, i numeri risultano drammaticamente in ascesa, con ben 65.661 bambini abortiti soltanto nel 2022, ovvero 2008 in più rispetto all'anno precedente. In tutto il mondo, inoltre, in un solo anno (dati riferiti al 2023), sono stati più di 44 milioni i bambini uccisi nel grembo materno. La "via crucis" dei bambini procede anche lungo il sentiero della tratta di esseri umani, in cui i minori sono tra le vittime più ricorrenti. Un fenomeno molto ampio, che va dallo sfruttamento della prostituzione alla pedofilia.
ERODE È ANCHE CHI ABUSA C'è poi l'enorme dramma dei bambini abusati. Secondo un rapporto di Terre des Hommes, nel 2022, in Italia, i minori vittime conclamate di abusi sessuali sono stati 906, con aumento del 27% rispetto all'anno precedente. Speculari a tali fenomeni e ad essi indissolubilmente collegati, sono gli adescamenti online: a riguardo, il rapporto Meter 2023 riferisce numeri choc, con 5.745 link illeciti denunciati, oltre 2 milioni di foto, 651.527 video e almeno 237 gruppi social segnalati. Ultimo, ma non per importanza: i bambini vittime di eutanasia. Belgio e Paesi Bassi sono gli unici due Stati ad aver legalizzato ufficialmente questa prassi, tuttavia, non va dimenticata la prassi de facto, che ha preso piede da ormai qualche anno nel Regno Unito. Alla fine dell'anno scorso, infatti, Pro Vita & Famiglia ha seguito, passo dopo passo, il tragico caso di Indi Gregory, l'ultima di un'agghiacciante serie di vicende, i cui nomi resteranno tristemente impressi nella memoria collettiva di chi lotta per il diritto della vita di tutti, a partire dai più indifesi: Charlie Gard (2017), Alfie Evans (2018), Archie Battersbee (2022). Tutti sacrificati contro il volere dei propri genitori, sull'altare di un presunto "miglior interesse" del minore, ovvero quella falsa pietà, che ipocritamente ammanta il sordido taglio alle risorse sanitarie destinate ai bambini gravemente malati. Una nuova Rupe Tarpea ma, secondo alcuni, è progresso.
Fonte: Provita & Famiglia, 28 dicembre 2024
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STORIA DI MARIA: BOCCIATO! SAREBBE BASTATO SEGUIRE IL VANGELO
Il nuovo film sulla Madonna, targato Netflix, delude come quasi tutti i film tratti dal Vangelo (con l'eccezione della Passione di Mel Gibson)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 dicembre 2024
Tutti i più famosi registi americani hanno voluto dire la loro sui seguenti temi: fantascienza, horror, Vietnam, sesso. In una specie di gara al grido di "mo' vi faccio vedere io come si fa". Qualcuno ha prodotto capolavori, i più ciofeche. Vabbè. Ma c'è un tema su cui anche i non famosi, cioè quasi tutti, si cimentano: i Vangeli. Da una parte la cosa potrebbe far piacere, perché denota una certa qual nostalgia anche da parte degli atei che, nemmeno loro, non possono non dirsi cristiani perché anche la stessa possibilità di professare l'ateismo senza passare i guai viene dal cristianesimo. Dall'altra, però, questo continuo sfornare film su Gesù, Giuseppe e Maria (non tutti lo sanno, ma anche Christian Bale, "Batman", è stato Gesù) alla lunga stucca. Come le continue rivisitazioni di Francesco & Chiara. L'ultimo nato del ricco filone è Storia di Maria, distribuito da Netflix e arricchito dalla presenza dell'ormai troppo vecchio Anthony Hopkins nei panni di Erode. Anticipo subito che l'unica cosa azzeccata è la scelta della protagonista, Noa Cohen, attrice israeliana dal nome squisitamente ebraico. Infatti, la Madonna era ebrea. Lo sviluppo della trama, poi, fa porre allo spettatore una domanda: ma perché tutti questi film si ostinano a non seguire pari pari il racconto evangelico, già di per sé avventuroso quanto basta? Macché, e giù con le varianti secondo l'estro, di solito dettate dal politicamente corretto del momento. E pure a questo Storia di Maria (nell'originale semplicemente Mary) l'idea che, essendo immune dal Peccato Originale, Maria abbia figliato in tutta serenità non riesce ad essere contemplata. Boh, chissà che consulenti ha utilizzato, forse teologi à la page. Ebbene, nel film Maria e Giuseppe non trovano alloggio a Betlemme perché la città è intasata da quanti sono venuti perché sanno che lì deve nascere il Messia. Cosa che non sapeva nemmeno Erode. Boh. Il censimento romano? Nessuna traccia. Tiremm innanz. L'arcangelo Gabriele si presenta subito. A chi? A Gioacchino, disperato per non avere figli. A lui annuncia la nascita di Maria. Ma l'attore scelto per fare l'angelo ha un viso bruttino e inquietante. Invece, quello che fa Lucifero è bello. Ri-boh. Tra l'altro, Giuseppe, per difendere la moglie rapita da Lucifero, trafigge quest'ultimo con una spada. Vabbe', licenze poetiche. Ma a Giuseppe nessun angelo spiega come mai la sua fidanzata sia incinta. Se la tiene lo stesso, sì, solo perché ne è innamorato, e senza alcuna curiosità su chi sia il padre del nascituro. Per quanto riguarda il premio Oscar Erode, questi, tra una gigionata e l'altra, manda a uccidere tutti i bambini di Betlemme, tranne i neonati, che si fa portare al suo cospetto per vedere qual sia il Messia. Naturalmente non riesce a distinguere il Prescelto e viene praticamente ucciso da Gabriele. Le scene di massa, al solito, sono girate in Marocco, e si vedono chiaramente facce maghrebine che lo spettatore è invitato a considerare ebree. Potremmo continuare con le incongruenze & ingenuità, ma ci sentiamo di invitare i registi a, per una volta, seguire il racconto evangelico senza aggiunte e/o varianti. Il risultato sarebbe molto migliore, come ha mostrato Mel Gibson. Tutto il resto, come direbbe Califano, è noia.
Nota di BastaBugie: come consigliato da Rino Cammilleri nell'articolo è meglio tornare al capolavoro di Mel Gibson nel suo La Passione di Cristo che pur risalente a venti anni fa resta il miglior film sul Vangelo. Per sapere tutto sul film La Passione di Mel Gibson, con articoli, video, interviste, trailer, ecc., clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 dicembre 2024
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IL RAPPORTO DELLA VERGOGNA SCREDITA AMNESTY PIU' CHE ISRAELE
L'unico scopo è delegittimare Israele con frasi ad effetto e concetti travisati, ma numeri (persino quelli di Hamas) e fatti smentiscono che si tratti di genocidio
Autore: Stefano Magni - Fonte: Sito di Nicola Porro, 7 dicembre 2024
"Amnesty International è giunta alla conclusione che Israele stia commettendo un genocidio a Gaza". E il lettore fa un balzo sulla sedia. Se Amnesty International, dunque la più autorevole ong internazionale per la difesa dei diritti umani, è giunta anch'essa a questa conclusione, dopo il mandato di cattura per Netanyahu e Gallant spiccato dalla Corte penale internazionale, dopo il processo per genocidio indetto dalla Corte internazionale di giustizia, dopo che Papa Francesco ha pubblicamente scritto che Israele sta probabilmente compiendo un genocidio... beh, verrebbe da pensare proprio che ci sia un serio sospetto di genocidio a Gaza, commesso da Israele? O no? I pochi filo-sionisti rimasti devono arrendersi a questa "evidenza"? Neanche per idea. Prima di tutto, bisogna leggere il rapporto di Amnesty International prima di capire di cosa stiamo parlando. E bisogna anche, prima ancora di leggerlo, ricordare bene cosa significhi la parola "genocidio" così come è stata formulata da Raphael Lemkin, giurista ebreo polacco, nel 1944, alla vigilia della sconfitta della più grande potenza genocida europea, la Germania nazista. Ebbene, il genocidio è: "piano coordinato di differenti azioni mirante alla distruzione dei fondamenti essenziali della vita di gruppi nazionali, con l'intento di annientarli". Per Amnesty International, Israele sta agendo con l'intento dichiarato di eliminare il popolo palestinese a Gaza. Poi però nel suo stesso rapporto si contraddice più e più volte. Prima di tutto, il documento parla di una "distruzione senza precedenti", ma per le stime su morti e feriti e quanti di essi siano non combattenti si basa solo sulle cifre fornite dai palestinesi. Cioè da Hamas, che è l'unica organizzazione terrorista internazionale che ha il controllo di Gaza e che diffonde informazioni per fare propaganda.
I NUMERI Stando all'Onu i morti accertati sono 8119, come abbiamo già avuto modo di scrivere su queste colonne. Poco più di 8 mila morti sono una tragedia, ma su una popolazione di oltre 2 milioni di palestinesi sono un genocidio ben strano. Un "genocidio a bassa intensità" si potrebbe dire. Lo sarebbe anche se prendessimo per buone le statistiche di Hamas, che per altro sono del tutto implausibili, se non altro perché progrediscono con una regolarità disarmante, nei periodi di tregua come in quelli di escalation. Ma anche 42 mila morti, su 2 milioni di abitanti di Gaza non sono troppo rivelatori di un intento genocida. Il ritmo con cui una popolazione viene eliminata è una caratteristica indicativa di un genocidio in corso. Gli armeni subirono un milione di morti in poco più di un anno, lo stesso lasso di tempo in cui gli israeliani avrebbero ucciso (stando a Hamas, ripetiamolo) nemmeno 50 mila palestinesi. I nazisti eliminarono fisicamente 6 milioni di ebrei in Europa dal 1939 al 1945, circa 1 milione all'anno facendo la media, ma considerando soprattutto che il grosso venne eliminato solo dal giugno 1941 (occupazione dell'Urss occidentale) al gennaio del 1945 (liberazione dei primi campi di sterminio). In Ruanda, gli hutu sterminarono l'etnia tutsi al ritmo di 200 mila morti a settimana, arrivando a 1 milione di vittime in poco più di un mese. La conta dei morti è macabra, d'accordo, non ci sono sicuramente vittime di serie A o di serie B, ma serve a capire, per lo meno, le dimensioni del problema e di cosa stiamo parlando. Prevenendo la critica sui numeri, Amnesty afferma che comunque Israele sta negando alla popolazione di Gaza tutti i mezzi che le permettono di vivere (cibo, acqua, energia, ospedali) e tutti i suoi siti culturali e religiosi (scuole, moschee, centri culturali). Però poi non spiega cosa ci facciano quelle file di camion che portano aiuti alimentari ai palestinesi (anche e soprattutto dal territorio israeliano) e come mai, dopo un anno e due mesi di guerra, non sia ancora scoppiata una carestia. Anche i rapporti più allarmanti parlano di "rischio carestia", ma non è documentata alcuna mortalità di massa per fame e stenti, come avverrebbe in una carestia. Per una carestia indotta artificialmente, come quella in Ucraina nel 1932-33, morirono dai 4 ai 7 milioni di contadini, più del 10-15 per cento della popolazione di allora. Non si vede nulla di simile a Gaza, nemmeno stando ai rapporti più allarmanti. Quanto alla distruzione dei simboli e siti della cultura palestinese, Amnesty dimentica di dirci come vengano usate le moschee e le scuole che vengono colpite dagli israeliani. D'altronde, forte della sua imparzialità, sicuramente non crede alle "fonti di parte", cioè ai video con cui l'esercito israeliano mostra le armi catturate al loro interno, o i terroristi uccisi nei raid contro di esse. Hamas, se usa scudi umani e utilizza ospedali, scuole e moschee per lanciare i suoi attacchi o mettere al riparo i suoi comandanti, non è da considerarsi colpevole di crimini di guerra?
NESSUN INTENTO GENOCIDA: TRE ERRORI IN UNA FRASE Infine, ma non da ultimo, un genocidio è un'azione deliberata. Gli israeliani vogliono deliberatamente eliminare (del tutto o in parte) la popolazione di Gaza? Non c'è traccia di alcun ordine di questo tipo. Non ci sono neppure i sintomi tipici di un genocidio o di una pulizia etnica, come tante volte abbiamo visto, ad esempio, nei Balcani: campi di filtraggio, deportazioni, rastrellamenti e uccisioni deliberate di tutti coloro che hanno il passaporto sbagliato, il cognome sbagliato, o frequentano la parrocchia sbagliata. Ecco, non si vede nulla di tutto questo, né i campi, né le colonne di deportati, né le fosse comuni piene di civili. Israele afferma di combattere una guerra contro i terroristi e di fare tutto il possibile per evacuare i civili nelle zone in cui l'esercito colpisce. Ebbene, Amnesty accusa Israele anche di queste evacuazioni, denunciandole come "deportazioni". Come "prova" dell'intento genocida, cita qualche scatenato di destra, minoritario nel governo Netanyahu, con ragionamenti del tipo "non fornire aiuti umanitari a Gaza finché Hamas non libera tutti gli ostaggi". Ragionamento che non indica alcun intento genocida, per altro. E che è una politica neppure seguita dal governo, visto che gli aiuti umanitari continuano ad arrivare a Gaza, ma un centinaio di ostaggi ancora vivi sono nelle mani di Hamas fino ad oggi. Il rapporto di Amnesty International, insomma, giunge alla conclusione che è in corso un genocidio, perché quel che sta avvenendo a Gaza è inserito in un "contesto" (parola magica) genocidario. E quale sarebbe questo "contesto"? Citiamo testualmente: "Nel contesto del sistema di apartheid di Israele, del blocco disumano di Gaza e dell'occupazione militare illegale del territorio palestinese che dura da 57 anni". Già il numero di aggettivi (disumano, militare, illegale) dovrebbe far suonare un campanello di allarme sulla serietà di questa analisi. Ma in una frase troviamo tre errori da matita blu. Sistema di apartheid: un paese multi-etnico in cui un arabo è membro della Corte Suprema e può anche condannare il premier ebreo? Occupazione militare illegale del territorio palestinese: quale territorio palestinese, considerando che nessuno Stato di Palestina è mai stato riconosciuto? I territori contesi fino al 1967 erano a loro volta occupati da Egitto (Gaza) e Giordania (Cisgiordania) e anche la loro presenza militare su quegli stessi luoghi era illegale, per il diritto internazionale. Quindi chi è l'occupante e chi il liberatore? Il blocco inumano di Gaza: Israele dovrebbe aprire le frontiere di una regione da cui partono razzi e attacchi terroristici tutti gli anni, dove un'organizzazione terrorista internazionale regna sovrana? Insomma, il rapporto di Amnesty serve a un solo scopo: delegittimare Israele con frasi e dati ad effetto. Ma l'unico scopo che otterrà, almeno per i governi che ancora ragionano, sarà quello di screditare se stessa. Da autorevole organizzazione per i diritti umani, è diventata un'organizzazione militante di estrema sinistra.
Fonte: Sito di Nicola Porro, 7 dicembre 2024
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LETTERE ALLA REDAZIONE: FACCIO PECCATO A CLICCARE SU ''ACCETTA''?
Mi sono trovato su YouTube a dover acconsentire alla pubblicità sul mio canale... ho sbagliato ad accettare?
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 30 dicembre 2024
Cari amici di BastaBugie, vi ringrazio per il vostro sito, costantemente aggiornato, che seguo da anni. Ho un problema molto serio che ha sconvolto profondamente la mia vita spirituale, facendomi sentire fuori dalla volontà di Dio. Essere fuori dalla volontà di Dio è, in un certo senso, già un'anticipazione dell'inferno. Recentemente, su YouTube, mi sono trovato nella condizione di dover accettare i termini per consentire la pubblicità sul mio canale, pena il blocco del profilo. Ho dato il consenso, ma ora sono tormentato da un dubbio morale. Non c'era un'opzione che mi permettesse di escludere pubblicità contrarie alla dottrina cattolica; le opzioni disponibili riguardavano, per esempio, pubblicità che tutelassero gli animali, ma non specificamente i valori cattolici. Mi chiedo quindi: accettando, ho implicitamente dato il consenso anche a pubblicità immorali? Davanti a Dio, può essere considerato un assenso a contenuti contrari alla morale? So che non si può mai approvare ciò che è immorale, al massimo tollerarlo, ma solo in presenza di motivazioni gravi e proporzionate, e con la speranza ragionevole di non commettere peccato. In mancanza di queste condizioni, ciò che è immorale dovrebbe essere fermato, anche ricorrendo a mezzi più incisivi, se necessario. Un altro dubbio morale che mi assilla riguarda il momento in cui si clicca "accetta" su informative, contratti o regolamenti online senza leggerli attentamente o senza comprenderli appieno. Potrebbe succedere, per esempio, che accettando i termini di un sito, si approvino clausole che richiedono comportamenti contrari alla fede, come l'impegno a non discriminare in base a religione o genere, dove per "genere" potrebbero intendersi pratiche contrarie alla morale cattolica. Mi chiedo: cliccare "accetta" in queste circostanze, senza verificare, costituisce un peccato? Anche solo per inviare questa lettera mi viene chiesto di autorizzare il trattamento dei miei dati personali, e mi domando se questo possa comportare responsabilità morali che ignoro. Grazie per il lavoro che fate in difesa della Fede cattolica. Tiziano
RISPOSTA DEL DIRETTORE
Caro Tiziano, il tuo messaggio esprime una profonda sofferenza interiore e un sincero desiderio di vivere in armonia con la volontà di Dio. Voglio rassicurarti: Dio vede il cuore e conosce le tue intenzioni. Egli è misericordioso e non ti condannerà per situazioni che sfuggono al tuo controllo o per errori non intenzionali. Vorrei offrirti alcune riflessioni e consigli per aiutarti a trovare pace. Il fatto che ti preoccupi così intensamente di seguire la volontà di Dio dimostra il tuo amore per Lui. La confusione e l'angoscia che provi non sono segni di condanna, ma piuttosto un invito a confidare di più nella misericordia divina. Quando firmiamo qualcosa senza conoscere tutti i dettagli o quando accettiamo condizioni senza capire completamente il loro contenuto, non possiamo essere moralmente responsabili per ciò che non comprendiamo o non possiamo controllare. Perché ci sia un peccato mortale sono necessari la piena consapevolezza e il pieno consenso. Se tu non intendevi approvare contenuti immorali o azioni contrarie alla fede, Dio non ti riterrà responsabile per cose che sono al di fuori della tua volontà e, francamente, della tua portata, come quella della maggior parte delle persone. In molte situazioni della vita moderna, siamo chiamati a tollerare situazioni imperfette perché non abbiamo il controllo completo. La tolleranza non è approvazione. Per esempio, il fatto che YouTube possa inserire pubblicità inappropriate sul tuo canale non significa che tu le approvi moralmente. Hai fatto il possibile per fare una scelta prudente, ma il contesto tecnologico non ti ha permesso di specificare ulteriormente. Questo non è peccato. Cerca sempre di agire con retta intenzione e, quando possibile, fai scelte che riflettano i tuoi valori cristiani, ma non temere ciò che sfugge al tuo controllo. Oggi siamo costretti spesso a cliccare "accetta" per utilizzare strumenti e servizi essenziali. È una necessità pratica e non implica necessariamente un'associazione morale con ogni singola clausola. Se hai ragionevoli motivi per credere che stai agendo per una causa proporzionata e non hai intenzione di approvare il male, non c'è peccato. In caso di dubbio su una questione specifica, puoi sempre chiedere consiglio a un sacerdote. La vita di fede non è un cammino privo di ostacoli o dubbi, ma il nostro Signore ci accompagna sempre. Se senti di aver peccato o sei tormentato dal dubbio, rivolgiti al sacramento della Confessione per ricevere grazia e chiarezza. Ma ricorda che Dio non è un giudice severo pronto a condannarti per ogni minima incertezza: è un Padre amorevole che desidera la tua salvezza. Ti incoraggio a pregare con queste parole o con altre simili: "Signore, vedi il mio cuore e conosci il mio desiderio di seguirti. Ti affido le mie paure e le mie incertezze. Aiutami a discernere ciò che è giusto e dammi la pace nel sapere che Tu sei con me, anche nelle mie debolezze. Confido nella Tua misericordia e nel Tuo amore infinito. Amen." Se hai bisogno di ulteriore conforto o vuoi discutere più approfonditamente di queste preoccupazioni, non esitare a cercare il supporto di un qualunque sacerdote o, meglio, rivolgiti al tuo padre spirituale che sicuramente ti conosce bene.
DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE" Le risposte del direttore ai lettori Per vedere articoli e video, clicca qui!
Fonte: Redazione di BastaBugie, 30 dicembre 2024
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OMELIA II DOMENICA DI NATALE - ANNO C (Gv 1, 1-18)
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio
Fonte Maranatha
«Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo e ho ricoperto come nube la terra... Prima dei secoli, fin dai principio, egli mi creò... ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso...». La prima lettura di questa domenica costituisce uno dei grandi elogi della Sapienza divina: essa si identifica da una parte con la Parola di Dio personificata, dall'altra con lo Spirito divino che si librava sulle acque primordiali. Il prologo di Giovanni ha un andamento molto simile: Gesù è chiamato la Parola, il Verbo, in quanto rivelazione definitiva del Padre. E la Parola, per Giovanni, evoca precisamente il ricordo della Parola divina dell'Antico Testamento, Parola che trova la sua perfezione in Gesù: egli è la Parola di Dio fattasi carne per la vita del mondo. La seconda lettura è costituita dall'inno con cui Paolo inizia la lettera ai cristiani di Efeso. Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli per opera di Gesù. Dobbiamo chiedergli «uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui». Ci troviamo di fronte ad un grande trittico scritturistico: con toni solenni celebriamo l'intervento di Dio Padre nella storia degli uomini nella persona annunciata nell'Antico Testamento; il Verbo è la Parola di Dio che si è fatta carne e ha piantato la sua tenda fra noi; in lui Dio «ci ha benedetti con ogni benedizione...».
SI È INCARNATA LA PAROLA Gesù è la Parola di Dio: non può essere una parola che non ha senso. Egli è tutto parola e parola di tutto. Dio aveva rivelato il suo eterno potere per mezzo della creazione, aveva inviato i suoi profeti, i suoi messaggeri, ma nonostante ciò era rimasto pieno di mistero, imperscrutabile, invisibile, celato dietro i principati e le potenze, dietro le tribolazioni e le ansietà. Ad un certo punto Dio si è rivelato; ha parlato distintamente e chiaramente. Ciò è avvenuto in Gesù di Nazaret. Gesù è la Parola che ha rotto il relativo silenzio di Dio. Il contenuto di questa Parola è Dio stesso. Un Dio diverso da come lo pensavano gli uomini: è un Dio Trinità d'amore, è un Padre misericordioso che ama l'uomo e lo vuole salvo. Gesù «a tutti i credenti indica la via della verità» (oraz. sopra le offerte), ed è venuto per rivelarci quel Dio che l'uomo di ogni tempo attende e invoca: «...luce dei credenti... rivélati a tutti i popoli nello splendore della tua verità» (colletta).
DIO NON SERVE PIÙ? Per molti oggi questa «Parola» cade nel vuoto. Dio non fa più parte delle nostre abitudini. Oggi la sua esistenza è messa in discussione. L'ateismo non è più soltanto il problema di pochi: esso investe un numero sempre maggiore di uomini, tanto da diventare un fenomeno di civiltà. «Dio non serve a niente», è l'obiezione più facile. In effetti Dio non esiste per «servire» a qualche cosa, come molti ancora pensano; Dio non è il medico dei casi disperati, né un'agenzia di assicurazioni su pegni di giaculatorie o pellegrinaggi, né un alibi per spiegare quello che l'uomo non capisce o ancora non riesce a fare. Il Dio di Gesù Cristo non è una specie di tiranno, benevolo o irritato, secondo i casi, che interviene arbitrariamente nel corso degli avvenimenti per arrestarne alcuni o modificarne altri. Credere in un Dio così, è sedere nell'anticamera dell'ateismo.
ABBIAMO BISOGNO DI DIO Non è semplice fare un'analisi del complesso problema dell'irreligiosità moderna poiché non si presenta come un tutto omogeneo e anche le sue radici affondano spesso nell'inafferrabilità della coscienza individuale. Non sono pochi coloro che danno la responsabilità di tutto questo a larghe sfere della cristianità stessa che con atteggiamenti sbagliati e con un certo assenteismo ne avrebbero favorito il dilagare. Alla base del fenomeno dell'ateismo e dello scetticismo religioso attuali c'è spesso l'ignoranza dell'autentico messaggio cristiano. Per questo la Chiesa ha teso la mano agli atei per un incontro leale ed un dialogo sincero. Ci si dimentica che l'uomo in tutto il suo essere spirituale, cioè nelle sue supreme facoltà di conoscere e di amare, è correlativo a Dio, è fatto per Lui; e ogni conquista dello spirito umano accresce in lui l'inquietudine, e accende il desiderio di andare oltre, di arrivare all'oceano dell'essere e della vita, alla piena verità che sola dà la beatitudine. Togliere Dio come termine della ricerca, a cui l'uomo è per natura sua rivolto, significa mortificare l'uomo stesso. La così detta «morte di Dio» si risolve nella morte dell'uomo. E allora un primo dovere ci coglie: quello di godere della conoscenza di Dio; e un secondo: quello di cercarlo; di cercarlo appassionatamente, dove, come e quando egli si lascia incontrare.
Fonte: Maranatha
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OMELIA EPIFANIA DEL SIGNORE - ANNO C (Mt 2,1-12)
Abbiamo visto spuntare la sua stella
Fonte Il settimanale di Padre Pio
La solennità di oggi è un prolungamento della celebrazione del Natale del Signore. Più specificamente, ha lo scopo di celebrare il mistero della manifestazione della gloria infinita del Figlio unigenito del Padre al mondo intero. Già san Girolamo così spiegava ai suoi ascoltatori nell'Omelia sul giorno dell'Epifania: «Per designare questo giorno si usa il termine greco epifania. Ciò che noi, latini, indichiamo col termine apparizione oppure manifestazione, i greci lo chiamano epifania. A questo giorno si è dato questo nome proprio perché il nostro Signore e salvatore si è manifestato al pubblico». Per questo oggi ciascuno di noi è in festa ed è pieno di gioia, perché è sicuro di non essere escluso dalla salvezza che Gesù è venuto a portare a tutti. Le Letture di oggi mostrano molto bene questo grande mistero. La salvezza non è più offerta soltanto ai giudei, ma anche i pagani sono chiamati ad entrare nel Regno di Dio. È interessante notare come san Matteo, all'inizio del suo Vangelo, riferisca questo accenno alla misericordia di Dio rivolta a tutti i popoli, e concluda il suo Vangelo con la frase di Gesù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli [...] io sono con voi [...]» (28,19s). Gesù vuole aprirsi a tutti gli uomini. A tutti vuole portare più pace, più amore, più gioia. Vuole diffondere ovunque il Suo lieto annuncio, la Buona Novella. Nessuno può più restare nelle tenebre. E per questo oggi vuole servirsi di noi. Nella prima Lettura vediamo la processione dei popoli verso la luce di Gerusalemme: «Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano» (Is 60,3s). In passato, solo la città di Gerusalemme, cioè il popolo eletto, aveva la gioia di conoscere Dio. Ora, Dio in Cristo si è donato interamente all'umanità, per la salvezza di tutti. La Chiesa, istituita da Cristo, ha il compito di annunciare questa Buona Novella a tutti i popoli della terra. La salvezza è offerta a tutti, ma per averla in dono bisogna aderire a Cristo e fare la sua Volontà. Dopo aver conosciuto Cristo, non è possibile continuare a vivere come prima. Questo vale anche per noi cristiani. Se non ci convertiamo e non cambiamo stile di vita, finiremo anche noi per seguire il tragico cammino del popolo eletto, il quale non seppe riconoscere il suo giorno e la sua luce. Non riconobbe il suo Re e il suo Salvatore nel Bambino di Betlemme. L'episodio evangelico della visita dei Magi a Gesù Bambino è la manifestazione di questa grande verità: oggi viene rivelato quel mistero – come lo chiama san Paolo – che era rimasto nascosto precedentemente sia agli Ebrei che agli altri popoli, cioè che Cristo è l'unico Salvatore di tutti gli uomini, e non solo del popolo ebraico. È vero che Gesù è «il re dei Giudei», il Messia, discendente di Davide, nato a Betlemme. Però, Egli è pure destinato ad essere la «salvezza preparata da Dio davanti a tutti i popoli» (Lc 2,30s), e la «luce per illuminare le genti» (2,32). L'Epifania è perciò per eccellenza la festa missionaria, la festa in cui tutti i popoli sono chiamati alla fede. E poiché anche noi eravamo tra quei popoli pagani, oggi è anche la festa della nostra chiamata alla fede. Pure noi siamo stati chiamati ad entrare in quel disegno di salvezza, che Dio ha voluto per tutti gli uomini. Questo grande dono non possiamo però tenerlo per noi. Anche noi dobbiamo essere luce e salvezza per gli altri con la testimonianza delle nostre opere buone, scaturite dalla nostra fede, secondo quanto scriveva san Paolo agli Efesini, e secondo quanto la Liturgia ora rivolge a noi: «Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente» (Ef 5,8-11). Gli altri vedendo le buone opere nostre glorificheranno il Padre e si sentiranno attirati al Vangelo di Gesù, che dona la salvezza. La preghiera di Colletta della Santa Messa ci fa chiedere con fiducia: «O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria» (dal Messale Romano). Rivolgiamoci con fiducia alla Madonna: come ha presentato Gesù Bambino all'adorazione dei pastori nella Notte di Natale, come lo ha presentato all'adorazione dei Magi, così lo presenti ogni giorno anche a noi, come nostro Salvatore.
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