UN EROE SCONOSCIUTO: UN FILM SU FEDE, FIDUCIA E FAMIGLIA
La storia vera di un padre, una madre, sette figli e sedici valigie costretti a trasferirsi dall'Australia al Tennessee, una sfida vinta grazie al sostegno reciproco e alla presenza di Dio nella vita quotidiana (VIDEO: trailer)
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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L'INGIUSTO COMMISSARIAMENTO DELL'ISTITUTO DEL VERBO INCARNATO (IVE)
I delegati pontifici hanno pieni poteri di governo inclusa la modifica delle Costituzioni e il congelamento delle nuove vocazioni per distruggere l'istituto
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
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UN RAPPORTO ALLARMANTE SUI CRIMINI CONTRO LE CHIESE IN FRANCIA
Nel 2024 sono aumentati del 30% gli incendi contro le chiese, ma anche i furti e i danni sono sempre più numerosi e gravi (e gli attentati di questi giorni confermano il clima cupo in Europa)
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone
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L'ATTACCO DI VANCE METTE A NUDO UN'EUROPA CHE TRADISCE SE STESSA
Il vice-presidente USA denuncia gli abusi di potere: dagli arresti per le preghiere davanti alle cliniche abortiste fino alle elezioni annullate in Romania perché i vincitori sono sgraditi all'UE (VIDEO: Vance alla Conferenza di Monaco)
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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RICONOSCIUTA COME PERSONA UNA MONTAGNA, MA NON IL BAMBINO
La Nuova Zelanda conferisce personalità giuridica al monte Taranaki (per risarcire ai maori le ingiustizie coloniali), ma ai bambini non nati è negato il diritto alla vita
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
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LETTERE ALLA REDAZIONE: LE POLEMICHE DI SANREMO 2025
L'inopportuno messaggio del Papa, la testimonianza del calciatore Bove e l'ironica e innocua frase della maglietta dei Righeira censurata dalla Rai (''Se ti conosci, ti eviti'')
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA VII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 6,27-38)
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
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UN EROE SCONOSCIUTO: UN FILM SU FEDE, FIDUCIA E FAMIGLIA
La storia vera di un padre, una madre, sette figli e sedici valigie costretti a trasferirsi dall'Australia al Tennessee, una sfida vinta grazie al sostegno reciproco e alla presenza di Dio nella vita quotidiana (VIDEO: trailer)
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14 febbraio 2025
Un eroe sconosciuto (titolo originale Unsung Hero) è un film del 2024 che racconta la vera storia della famiglia australiana Smallbone. Gli eventi narrati commuovono fino alle lacrime e invitano a guardare al di là delle inevitabili difficoltà della vita con fiducia e speranza, rimboccandosi le maniche nelle difficoltà, ma confidando in Dio quando le forze vengono meno. Il capofamiglia David Smallbone è un manager discografico specializzato nella promozione di artisti di musica cristiana. Gestisce tour e concerti per vari artisti, tra cui la cantautrice Amy Grant. Tuttavia, a causa di difficoltà finanziarie e della recessione economica in Australia, la sua attività subisce un tracollo e perde molti soldi trovandosi costretto a vendere la casa per pagare i debiti. A questo punto David decide di trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti in cerca di nuove opportunità. La moglie Helen non è d'accordo in quanto si tratta di sradicare i figli dal tessuto sociale in cui sono ben inseriti ed inoltre è in attesa del settimo figlio, ma decide di ubbidire al marito seguendo il suo progetto di ripartenza. Avendo con sé soltanto i loro figli, le sedici valigie (in aereo se ne potevano portare due a persona) e l'amore per la musica, gli Smallbone affrontano la sfida di ricostruire la loro vita a Nashville, nello Stato del Tennessee. Un eroe sconosciuto offre una riflessione autentica sull'importanza della famiglia, del sostegno reciproco e della fiducia in Dio. I coniugi si sono sposati a venti anni ed hanno accettato con generosità e riconoscenza i figli che Dio voleva donare loro, come promettono gli sposi nel giorno del matrimonio. Uno degli elementi centrali è il ruolo della famiglia nel sostegno reciproco dei suoi membri e nella crescita e nella formazione dei figli. Per questo il padre del protagonista dice al figlio che «la famiglia non ti ostacolerà, ma sarà il tuo sostegno». Inoltre attraverso le sfide che affrontano, i genitori dimostrano che l'unità familiare educa i figli con l'esempio concreto di fede in Dio. Negli Stati Uniti i genitori passano all'istruzione parentale per educare alla luce dei principi cristiani i loro figli.
LA MIA VITA È UN'AVVENTURA All'arrivo nella nuova casa gli Smallbone scoprono che non ci sono mobili: niente tavoli, sedie, armadi, letti. I figli chiedono: «Mamma, che cosa facciamo? dove dormiamo?». Invece di disperare, Helen affronta la situazione con ottimismo e con il sorriso. Presto sono pronti i giacigli per la notte, costituiti dalle lenzuola riempite dai vestiti a mo' di materassi. Poco prima di addormentarsi un figlio chiede: «Ehi mamma, quando potremo dormire su letti veri?». Lei risponde prontamente: «Beh, avete tutta la vita per dormire su letti veri... ma è così noioso. Pensateci... cowboy, astronauti, cavalieri in armature luccicanti, non hanno bisogno di letti veri perché loro dormono su quello che capita e si ripetono: "Non so che cosa succederà domani perché la mia vita è un'avventura". Per noi è lo stesso... è un'emozionante avventura... insieme!». Il giorno dopo il padre, dopo l'ennesimo tentativo di trovare lavoro andato a vuoto, rientra a casa sfiduciato e trova il resto della famiglia, mamma inclusa, a giocare in soggiorno. Un figlio esclama: «Papà è fantastico, si può giocare a cricket in casa!». Come si vede il personaggio di Helen, moglie e madre, emerge con particolare intensità. La sua dedizione nel seguire il marito, sostenendolo nei momenti di fallimento e difficoltà, non è solo una dimostrazione d'amore, ma anche un esempio di sacrificio e forza. Helen incarna il ruolo di una moglie che crede nel coniuge, pur sapendo che le sfide richiederanno sforzo e coraggio. Non rivendica parità di diritti, ma si sottomette volontariamente alla decisione del marito di cambiare casa, amici e nazione. Seguire il marito risulterà vincente per mantenere unita la famiglia. Si può fare a questo proposito un confronto con il bellissimo film The Song. In questa trasposizione in chiave moderna della storia di Salomone, il protagonista è un cantante famoso, ma sua moglie decide di non seguirlo nei suoi tour e resta a casa con il loro figlio. Questo però è all'origine dei tradimenti del protagonista il quale si sente abbandonato dalla moglie e non ha la forza di resistere alla tentazione. In Un eroe sconosciuto invece la moglie segue il marito e soffre con lui delusioni, fatiche e privazioni, sostenendolo nel momento più basso della vita quando resta a letto senza motivazioni.
LA PRESENZA DI DIO NELLA QUOTIDIANITÀ Il film ruota attorno a una fede incrollabile in Dio, che non è mai dipinta come astratta o lontana, ma come una presenza viva e concreta nella quotidianità. I genitori invitano i figli a scrivere su dei foglietti le loro richieste a Dio e ad attaccarli alla parete sotto la scritta "Per favore". Quando poi le richieste sono state esaudite, il foglietto va staccato e posizionato sotto il cartello "Grazie". Divertente quando un figlio piccolo chiede a Dio che i prodotti da acquistare siano più economici. Grande è lo stupore quando dei buoni sconto trovati dal fratello maggiore consentono di ridurre i prezzi alla cassa. Tornato a casa il bambino che aveva scritto il biglietto lo sposta tra i ringraziamenti a Dio. L'insegnamento che se ne ricava è che a Dio si può chiedere ciò di cui abbiamo bisogno, ma vanno anche riconosciuti i suoi doni nelle piccole cose della quotidianità. Questo invita lo spettatore a riflettere sul valore della gratitudine a Dio e sull'importanza di affidarsi a Colui che rende tutto bello al tempo opportuno ben evidenziata dalla colonna sonora del film con l'inizio della canzone You make everything beautiful (Tu rendi bella ogni cosa): «Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso e la saggezza di conoscerne la differenza». Come abbiamo detto, il film racconta una storia vera. La figlia più grande diventa famosa con il nome d'arte Rebecca St. James, cantante e attrice cristiana evangelica. Nella sua carriera canora di christian music ha espresso apertamente la sua fede in Cristo, attraverso la sua musica e i suoi libri. Ad esempio ha sostenuto l'importanza della castità prematrimoniale ben espressa nella canzone del 2007 Wait for me. I due fratellini che fanno da coro a Rebecca diventeranno il duo canoro For King & Country. Inoltre nel film Joel, uno dei figli del capofamiglia, interpreta suo padre David firmando anche la regia del film. In una toccante scena l'ultimogenita viene consegnata alla madre subito dopo il parto da una infermiera interpretata proprio dalla bambina appena nata ormai adulta. Rebecca, la figlia cantante, compare in una scena dell'aereo come assistente di volo. Come in tutta la loro vita, gli Smallbone hanno collaborato ciascuno a vario titolo alla realizzazione di questo film che solo nel finale rivela chi sia l'eroe sconosciuto a cui allude il titolo. Nel doppiaggio italiano i protagonisti dichiarano alla dogana di essere cattolici, ma nella realtà la famiglia è protestante. Questo non toglie che un cattolico possa trarre buoni insegnamenti da questo film visto che parla della fede in Gesù, della bellezza della famiglia numerosa, dell'affidamento alla Provvidenza, della sottomissione della moglie al marito: tutti principi tratti dalla Parola di Dio e quindi validi per tutti i cristiani. Il film si conclude con un appello urgente: «Se volete cambiare il mondo, andate a casa e amate la vostra famiglia».
PER SAPERE TUTTO SUL FILM Per approfondimenti sul film, recensione, colonna sonora (con testi dei canti), interviste agli attori e ai personaggi veri, differenze tra il film e la realtà.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14 febbraio 2025
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L'INGIUSTO COMMISSARIAMENTO DELL'ISTITUTO DEL VERBO INCARNATO (IVE)
I delegati pontifici hanno pieni poteri di governo inclusa la modifica delle Costituzioni e il congelamento delle nuove vocazioni per distruggere l'istituto
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 19 febbraio 2025
La recente decisione di commissariare la Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato (IVE) ha suscitato non poche perplessità tra coloro che conoscono da vicino il lavoro e l'impegno di sacerdoti e suore di questa congregazione. Sebbene il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica abbia evidenziato difficoltà negli itinerari formativi e nella fase del discernimento vocazionale, la realtà vissuta da tanti fedeli laici e religiosi dell'IVE racconta una storia ben diversa. Chi ha avuto l'opportunità di collaborare con l'IVE sa bene che i membri di questa famiglia religiosa si dedicano con passione alla formazione e all'educazione della gioventù, alla missione evangelizzatrice e a numerose opere di carità e assistenza sociale. Tra le iniziative più apprezzate ci sono i ritiri per famiglie e le attività culturali e spirituali che hanno contribuito alla crescita cristiana di molte persone. Ridurre la storia e l'azione di questa comunità religiosa a mere problematiche interne significa ignorare un lavoro che da decenni porta frutti abbondanti.
UN PROVVEDIMENTO SPROPORZIONATO La decisione di affidare entrambi i rami dell'IVE a delegati pontifici con pieni poteri di governo, inclusa la possibilità di modificare le Costituzioni e sospendere per tre anni le nuove vocazioni, appare eccessiva e penalizzante per una comunità che ha dimostrato un grande slancio missionario. Si rischia, infatti, di minare la fiducia di chi, con dedizione e spirito di sacrificio, ha abbracciato questa vocazione e opera quotidianamente per il bene delle anime. Se è vero che ogni istituto religioso è chiamato a vigilare sulla qualità della formazione e sul discernimento vocazionale, è altrettanto vero che tale processo non può essere giudicato in modo generalizzato e sommario. Molti sacerdoti e suore dell'IVE sono esempi luminosi di dedizione e fedeltà alla Chiesa, e la loro formazione non può essere ridotta a una serie di "criticità" che giustifichino un commissariamento così drastico.
L'IMPORTANZA DEL DIALOGO CON LA CHIESA La Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato ha sempre mostrato una profonda fedeltà alla Chiesa e al Papa. Il provvedimento di commissariamento dovrebbe essere accompagnato da un dialogo aperto e costruttivo che permetta alla congregazione di rispondere alle osservazioni mosse senza però azzerare la sua identità e il suo carisma. La Chiesa ha bisogno di comunità vive e dinamiche, capaci di affrontare le sfide del mondo contemporaneo con fede e speranza. Sospendere le vocazioni e imporre una revisione drastica delle Costituzioni potrebbe avere conseguenze negative su un istituto che ha dato tanto alla Chiesa e ai fedeli. La speranza è che questa decisione non soffochi l'entusiasmo e l'opera evangelizzatrice dell'IVE, ma che invece si possa trovare una via di rinnovamento che valorizzi i suoi punti di forza senza penalizzarne l'identità.
Nota di BastaBugie: Stefano Chiappalone nell'articolo seguente dal titolo "Commissariata la Famiglia religiosa del Verbo Incarnato" spiega cosa è successo all'IVE e perché. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 gennaio 2025: Recano la data dell'8 dicembre 2024 i decreti del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica relativi rispettivamente al ramo maschile e a quello femminile della Famiglia del Verbo Incarnato. Mons. José Antonio Satué Huerto, vescovo di Teruel y Albarracín, sarà delegato ad nutum Sanctae Sedis dell'Istituto del Verbo Incarnato (ovvero i sacerdoti e fratelli coadiutori), mentre suor Clara Echarte, F.I., lo sarà per le Servidoras del Señor y de la Virgen de Matará (il ramo femminile). L'obiettivo, stando ai decreti, è quello di una «conversione ecclesiale». All'Istituto e alle Suore vengono ora contestate «gravi difficoltà negli itinerari formativi (...) e, in modo speciale, nella fase del discernimento vocazionale» - le criticità e i relativi provvedimenti si ripetono nei due decreti - e pertanto «pur evidenziando il grande slancio missionario dell'Istituto e un lodevole impegno personale di molti dei suoi membri» si dispone la sospensione di nuove vocazioni per tre anni e una «una profonda revisione del diritto proprio, che comporterà anche una decisa riduzione dei vari manuali e regolamenti attualmente in vigore». Entrambi i delegati pontifici guideranno i rispettivi rami «ad nutum Sanctae Sedis, con tutti i poteri di governo, a norma del diritto universale e delle sue Costituzioni, con pieno potere di abrogare queste ultime, se ritenuto opportuno e necessario. Successivamente verranno conferiti altri eventuali poteri che si rendessero necessari». Si sottolinea, inoltre, la necessità di «mantenere i contatti con i Vescovi delle Diocesi in cui è presente l'Istituto e svolgerà il proprio apostolato, in particolare con i Vescovi di Velletri-Segni (Italia) e San Rafael (Argentina)» (cioè dove la congregazione fu eretta canonicamente e dove nacque). Apostolato che si svolge anche in Medio Oriente: a loro è affidata la cura della nuova chiesa del Battesimo di Gesù, consacrata ieri in Giordania dal cardinale Parolin, in presenza del patriarca Pizzaballa che nel suo indirizzo di saluto ha pubblicamente ringraziato «la Congregazione del Verbo Incarnato, che, con i suoi sacerdoti e suore, ci offrirà un servizio spirituale in questo luogo».
Fonte: Redazione di BastaBugie, 19 febbraio 2025
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UN RAPPORTO ALLARMANTE SUI CRIMINI CONTRO LE CHIESE IN FRANCIA
Nel 2024 sono aumentati del 30% gli incendi contro le chiese, ma anche i furti e i danni sono sempre più numerosi e gravi (e gli attentati di questi giorni confermano il clima cupo in Europa)
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone, 4 febbraio 2025
È la comunità ebraica il bersaglio più colpito dall'odio antireligioso in Francia, con un preoccupante 62% di atti antisemiti, contro un 7% di quelli contro i musulmani e un allarmante 31% che ha per destinatari i cristiani. Anche se gli atti contro la comunità cristiana sono diminuiti dal 2023 al 2024, si registra un significativo aumento per due anni di fila degli incendi dolosi contro luoghi di culto, cresciuti anche i furti in chiese e edifici religiosi cristiani. «Meno atti anticristiani, - dunque, riporta Europe 1 - ma più chiese prese di mira. Secondo un rapporto dell'intelligence territoriale consultato da Europe 1, la polizia ha registrato un calo degli attacchi anticristiani lo scorso anno (770 incidenti, -10%). (...) per il secondo anno consecutivo, lo scorso anno le chiese sono state nuovamente prese di mira in modo particolare. Nel 2024 sono stati registrati quasi 50 (...) incendi dolosi contro luoghi di culto cristiani. Nel 2023 sono stati 38, con un aumento di oltre il 30%». Un aumento favorito anche dalle rivolte contro il governo di Parigi scoppiate nel maggio del 2024 nella comunità francese della Nuova Caledonia (arcipelago francese in Oceania, Ndr). Numerose le chiese prese di mira dai rivoltosi e date alle fiamme. In Francia sempre nel corso del 2024 due sono stati gli incendi a danno di chiese e comunità cattoliche: il 2 settembre è stata colpita la chiesa di Saint-Omer che ha visto andare distrutti tetto e campanile; il 3 ottobre è toccato alla chiesa di Saint-Hilaire-le-Grand a Poitiers oggetto di due roghi simultanei e di altri danni materiali alle statue presenti nell'edificio sacro. A offrire questo quadro preoccupante è un rapporto dell'intelligence francese che definisce il fenomeno preoccupante anche per il fatto «che si inserisce in un contesto mondiale di degrado e profanazione del patrimonio religioso francese». Il trend purtroppo riguarda anche i furti: si è passati dai già numerosi 270 del 2023 ai 288 dell'anno da poco concluso, un aumento del 7 %, il che ha significato in media 5 furti nelle chiese ogni settimana. «Le regioni più colpite sono Nouvelle-Aquitaine, Île-de-France, Grand Est, Alvernia-Rodano-Alpi e Occitania, dove sono stati segnalati diversi casi di saccheggi e danni». Anche se prevalgono gli attacchi a edifici e oggetti sacri, non sono mancate azioni contro i fedeli, soprattutto con azioni di disturbo durante le celebrazioni, un fenomeno particolarmente intenso durante il periodo del Natale. Così riferisce un'altra testata, Breizh info: «A Bordeaux, due individui ubriachi hanno causato il caos durante la messa. A Saint-Germain-en-Laye, un uomo ha interrotto una funzione gridando “Allah Akbar” prima di salire sull'altare e mostrare il suo posteriore davanti ai fedeli. Lo scorso anno la minaccia contro i cristiani non si è limitata ad atti vandalici. Il 5 marzo 2024, un uomo di 62 anni, islamista, è stato arrestato dalla DGSI mentre pianificava un attacco a una chiesa. Grazie all'intervento dei servizi segreti la tragedia è stata evitata». Con l'apertura dell'Anno Giubilare le preoccupazioni in merito ai rischi per fedeli e patrimonio culturale sono ancora più elevate. Le autorità raccomandano prudenza e misure di prevenzione, ma resta il grande interrogativo sulle cause profonde di questa violenza e sulle misure non estemporanee per arginarla. Come cristiani sappiamo che alla radice di ogni persecuzione contro tutto ciò che è cristiano, dall'insofferenza fino all'odio più implacabile, c'è quello che Cristo stesso ci ha annunciato. La certezza dell'ostilità al Suo nome e la sicura ricompensa nei cieli per chi avrà perseverato. Di sicuro non significa che chi ha responsabilità di governo possa sottrarsi al grave dovere di impedire e limitare questi attacchi, fosse anche solo per amore della propria nazione e dei beni, materiali e non, che custodisce. Ciò che colpisce, infatti, non è tanto l'odio contro i cristiani di chi cristiano non è - e aspetta senza saperlo l'annuncio del Vangelo -, ma quella sorta di malattia tutta occidentale (del laicismo che ha preso a lungo il sopravvento) che ci vede spesso intenti a soffocare le nostre stesse radici.
Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "Attentato in Austria, il jihadismo è la nuova normalità europea" spiega che non solo in Francia, ma in tutta Europa l'immigrazione ha avuto conseguenze catastrofiche. Per esempio il recente attentato a Monaco di Baviera da parte di un afghano arrivato in Europa con un barcone. Poi un altro attacco c'è stato a Villaco, in Austria, ad opera di un siriano: sempre in nome di Allah. Un grave errore sarebbe quello di sminuire la matrice islamista. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 febbraio 2025: Dopo la Germania, l'Austria. Dopo Monaco di Baviera - dove in conseguenza delle gravi ferite riportate nell'attentato di giovedì 13 febbraio sono morte una mamma e la figlia di due anni, investite al grido di «Allah Akbar» - la scia di sangue è arrivata a Villaco (Villach), dove è morto un quattordicenne. La città della Carinzia, così vicina all'Italia (tanti italiani di confine la frequentano), è stata dunque il proscenio dell'ultimo attentato con coltello che il terrorismo islamico ha regalato all'Europa. È un sabato pomeriggio ancora sonnolento quello del 15 febbraio, sono circa le 16, a pochi passi da Hauptplatz, la piazza principale di Villaco circondata da negozi e caffè all'aperto; mentre il fine settimana ancora non s'è animato, un siriano di 23 anni si lancia sui pochi passanti con un coltellaccio che stringe nella mano sinistra. Trafigge al cuore un quattordicenne: morirà pochi minuti dopo, dissanguato. Cinque i feriti che combattono tra la vita e la morte in ospedale. Poi un venditore ambulante, pare anch'egli siriano, si mette in macchina per mettere fuori gioco il terrorista, investendolo. Un gesto che ha probabilmente evitato una strage. L'aria, al centro di Villaco, s'è fatta immediatamente cupa. E mentre ancora echeggiava il grido di «Allah Akbar», il giovane attentatore si faceva fotografare sorridente non lontano dal luogo dell'attentato. Poco più in là, vicino al ponte sulla Drava, le immagini diffuse su Internet lo presentano a fissare la fotocamera con un ghigno ostentato, per niente scomposto, mentre, seduto su una panchina e senza una scarpa, persa nella tentata fuga, tiene l'indice della mano destra alzato verso il cielo. È il gesto di omaggio ad Allah, la firma dei jihadisti da ormai tanti anni. Villaco è un città blindata. Un paio di elicotteri delle forze dell'ordine solcano il cielo. La squadra speciale della polizia austriaca è convinta che il siriano se ne sia andato in giro accompagnato. L'atmosfera è inquietante. La città è vuota d'un tratto. Qualcosa più di un film dell'orrore. Fino appunto alla notizia del venditore ambulante che ha investito il terrorista. Sembra ieri quando nel 2020, a Vienna, in quattro vennero uccisi dall'Isis, nel più grave degli attentati in Austria dal 1985. Che avrebbe ceduto il primato se, lo scorso agosto, un tentativo di attentato, targato Stato Islamico, ad un concerto di Taylor Swift non fosse stato sventato in tempo. Ma torniamo a Villaco. «In 20 anni di lavoro non ho mai visto una cosa del genere», ha commentato il portavoce della polizia locale. Il siriano aveva con sé un tesserino che lo identificava come un richiedente asilo e pare vivesse nel centro di accoglienza di Langauen. Devoto di Allah, era un assiduo frequentatore di imam su TikTok. Quelli che, dopo la stretta all'islam decisa da Sebastian Kurz nel 2018, sono diventati abbastanza introvabili in Austria. Nell'abitazione dell'attentatore è stata trovata anche una bandiera dell'Isis. Interrogato, ha ammesso di aver agito proprio in nome dello Stato Islamico. Eppure non era tra i 150 islamisti sotto osservazione del governo di Vienna. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. E pensare che solo la settimana scorsa sono fallite le trattative per un nuovo governo. Il Partito della Libertà (FPÖ, di destra) e il Partito Popolare (OVP, conservatori) non hanno trovato l'accordo per un esecutivo che, comunque, sarà il più a destra dal secondo dopoguerra. Il leader del Partito della Libertà, Herbert Kickl, che ha vinto le elezioni parlamentari a settembre, per la prima volta nella sua storia, ha chiesto «una drastica riduzione del diritto d'asilo». L'Austria ospita una numerosa popolazione di rifugiati siriani, circa 100.000 persone. Dopo la caduta di Bashar al-Assad a dicembre, Vienna ha congelato le domande di asilo pendenti presentate dai siriani, per riesaminare la loro situazione. E ha posto fine ai ricongiungimenti familiari, oltre che inviato almeno 2.400 lettere di revoca dello status di rifugiato. Il Ministero dell'Interno, dal canto suo, ha appena dichiarato che sta preparando «un programma coerente di rimpatrio ed espulsione in Siria». Il governatore della Carinzia, Peter Kaiser, membro dei socialdemocratici, ha chiesto «le sanzioni più severe». Poi ha aggiunto che «l'Austria e l'Unione Europea hanno bisogno di attuare delle direttive molto restrittive in materia di immigrazione e asilo». Ancora una volta, infatti, si tratta di terrorismo islamico legato all'immigrazione. Come a Monaco. Medesima strategia, diversa tattica. L'afghano che ha ucciso a Monaco di Baviera aveva fatto l'ormai ben noto e collaudato iter. Nel 2016, era arrivato con il classico barcone nella Locride, da lì un breve soggiorno a Brescia e poi la richiesta di asilo rifiutata in Germania, dove, però, è potuto restare, seminando infine panico e morte a bordo della sua Mini Cooper. Quando la Germania l'aveva accolto, gli avevano diagnosticato un disturbo post-traumatico da stress, per il viaggio che aveva fatto. Forse è lo stesso disturbo che l'ha portato ad uccidere. Su mandato di Allah, però, per «andare in paradiso», dice lui. I jihadisti fai-da-te aggrediscono poliziotti, militari, passanti, sacerdoti e bambini. Ma se gli esecutori di attentati con armi bianche e veicoli sono spesso terroristi non professionisti, non vuol dire che la loro azione sia improvvisata o imposta da ragioni personali, frustrazione o problemi psichiatrici, come in Europa si usa ripetere per mitigare la matrice islamica delle azioni terroristiche. Lo Stato Islamico, non a caso, definisce "soldato" chi compie azioni come quella di Villaco. Anche in questo inizio di 2025, resta evidente che l'Europa è ancora sotto tiro. Le conferme sanguinose sono sempre più frequenti. Il terrorismo è ovunque e parlare di "lupi solitari" è il primo errore, che induce a trattare gli attentatori in un certo modo, senza la giusta punizione. Manaf Hassan, giornalista tedesco-siriano, ha pubblicato l'ormai famosa foto dell'attentatore su X commentando: «Il sangue e le lacrime non si sono asciugati. E passiamo all'attentato successivo. Un siriano accoltella a caso dei passanti a Villaco. È morto un quattordicenne. E l'autore? Ride e alza il dito. Ci ride in faccia e non ha paura. Incredibile». Non è un fatto di cronaca. È molto di più. Abbiamo importato la barbarie e l'abbiamo chiamata "multiculturalismo".
Fonte: Sito del Timone, 4 febbraio 2025
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L'ATTACCO DI VANCE METTE A NUDO UN'EUROPA CHE TRADISCE SE STESSA
Il vice-presidente USA denuncia gli abusi di potere: dagli arresti per le preghiere davanti alle cliniche abortiste fino alle elezioni annullate in Romania perché i vincitori sono sgraditi all'UE (VIDEO: Vance alla Conferenza di Monaco)
Autore: Eugenio Capozzi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 febbraio 2025
Le ultime settimane sono state un autentico incubo per le classi dirigenti dell'Unione Europea. A partire dal discorso di insediamento di Donald Trump dall'America sono arrivate bordate devastanti, una dietro l'altra, che hanno fatto a pezzi tutte le convenzioni e le argomentazioni retoriche sulle quali il loro potere tentava di legittimarsi agli occhi dei cittadini delle loro nazioni e del mondo. Prima il ripudio radicale del globalismo ideologizzato, con la nuova uscita degli Stati Uniti dal Trattato di Parigi sul clima e quella annunciata dall'Oms. Poi la minaccia concreta dei dazi "reciproci", che smaschera il protezionismo sedimentato praticato dal vecchio continente verso il nuovo, e obbligherà i leader dei paesi Ue a scomodi negoziati bilaterali. Poi le proposte spiazzanti di risoluzione del conflitto a Gaza, che mettono a nudo la totale impraticabilità della formula retorica dei "due popoli due Stati" con cui le classi politiche europee a lungo hanno comodamente tenuto il piede in molte scarpe sui temi del Medio Oriente, e certificano l'irrilevanza di queste ultime nei giochi di potenza in evoluzione in quell'area. Infine, l'annuncio choc dell'avvio di un negoziato di pace diretto tra Stati Uniti e Russia sul conflitto russo-ucraino, che lascia da parte senza complimenti l'Ue e il governo ucraino di Zelensky da essa sostenuto "senza se e senza ma" dall'inizio del conflitto. Ma i colpi più ferali ai "mandarini" continentali sono arrivati negli ultimi giorni da un componente della nuova amministrazione statunitense la cui rilevanza essi avevano forse sottovalutato: il vicepresidente J.D. Vance. Quest'ultimo è "calato" in Europa per pronunciare due discorsi pubblici, evidentemente pensati e preparati con cura, in cui ha rivolto alle classi politiche europee critiche severissime su temi che toccano nervi particolarmente sensibili e dolorosi per le élites del vecchio continente, e anche dell'intero Occidente, negli ultimi decenni, e ha aperto di fatto un vero e proprio dibattito "sui massimi sistemi" dei fondamenti della civiltà euro-occidentale. Prima, nell'"Action Summit" sull'intelligenza artificiale convocato a Parigi da Emmanuel Macron nella speranza di controbilanciare l'accelerazione impressa da Washington sul tema, Vance ha avvisato con molta chiarezza che gli Stati Uniti non accetteranno che lo sviluppo della ricerca sull'AI venga soffocato dalle iper-regolamentazioni e dalle tendenze alla censura e al controllo, le quali invece sembrano rappresentare ancora le principali preoccupazioni dei vertici dell'Ue in materia. Poi, dopo qualche giorno (14 febbraio), nella Conferenza internazionale di Monaco sulla sicurezza dedicata all'Ucraina il vicepresidente americano ha preso di petto, spiazzandoli, i leader dei Paesi Ue con un intervento che è stato un pesantissimo atto d'accusa nei loro confronti sul tema, appunto, dei princìpi ispiratori dell'Occidente. Vance ha sostenuto, come ormai è noto, che la peggiore minaccia alla sicurezza dell'Europa non viene da nemici esterni, come la Russia o la Cina, ma dall'interno, ed è una minaccia di natura culturale, etica, spirituale. In sintesi, il braccio destro di Trump ha denunciato il fatto che il modello politico costruito dall'Unione europea e da gran parte dei governi del continente appare oggi, visto dall'esterno, inclinare decisamente verso l'autoritarismo, e configurare un vero e proprio tradimento dei valori di libertà e democrazia che, pure, a parole quei governi sostengono con tanta enfasi. E ha fatto, a tale riguardo, esempi molto precisi, che sono certamente suonati per molti degli ascoltatori presenti come un vero e proprio schiaffo in pieno viso: l'irregimentazione soffocante dei social media; la censura e la repressione sempre più ferree della libertà di opinione e di espressione (con un particolare affondo sulla libertà religiosa e il diritto a pregare vicino alle cliniche per aborti); l'esplicita tendenza a manipolare i risultati elettorali quando non sono conformi a determinati dettami ideologici (in particolare, il caso incredibile della Romania); il tentativo di ghettizzare ed escludere dal dibattito pubblico forze politiche dal consenso anche rilevante, additandole unilateralmente come "impresentabili"; la promozione dell'immigrazione di massa incontrollata che mina la vita, la sicurezza, le libertà dei propri cittadini. Per di più, lo ha fatto da un punto di vista politico-culturale che per le élite euro-globaliste ha lo stesso effetto dell'aglio per i vampiri: quello di un conservatore assolutamente pro-vita e antiabortista. Le reazioni piccate (come innanzitutto quelle dei vertici tedeschi e francesi), sdegnate, o sprezzantemente sarcastiche di alcuni "mandarini" al discorso di Vance, o addirittura il silenzio in cui alcuni altri hanno tentato di farlo cadere, sono la più chiara dimostrazione di come quell'attacco abbia colpito al cuore le residue sicurezze e i radicati pregiudizi di gran parte delle élites europee. Non sono stati soltanto i contenuti delle accuse a fare male. È stato, forse, ancor più il tono autorevole, sicuro, senza la minima concessione al "politicamente corretto", con cui Vance le ha pronunciate, anzi scandite. Il tono di un emissario che mette pesantemente sul piatto il giudizio, severissimo, di chi tiene in questo momento le redini dell'Occidente e non ha intenzione di fare sconti a nessuno, nemmeno agli amici. «È arrivato un nuovo sceriffo in città», come ha chiosato sorridendo lo stesso vicepresidente. E il nuovo sceriffo - questa è stata forse la frustata più dolorosa - non ha come bussola ispiratrice soltanto il principio dell'"America first", dell'interesse nazionale, ma ha anche un'idea molto precisa della direzione in cui le democrazie alleate dovrebbero muoversi, e non ha nessun ritegno nel comunicarlo. Quella direzione - lascia intendere Vance - sarà d'ora in poi criterio dirimente nei rapporti tra gli Stati Uniti e ciascuna di esse: abbandonare ogni velleità da Stato, o Superstato, etico che pretenda di "educare" i propri cittadini; abbandonare l'ideologia soffocante dell'ambientalismo antiumano e antieconomico; fare marcia indietro sull'indottrinamento woke; tornare a consentire un dibattito politico aperto, a 360 gradi, in cui vengano pienamente ammesse anche le forze populiste e sovraniste, in modo da muovere il continente verso politiche più realiste, orientate alla crescita e alla tenuta di un solido tessuto comunitario. Insomma, Vance ha lasciato inequivocabilmente intendere come l'amministrazione Trump 2 sia tutt'altro che isolazionista o disinteressata ai rapporti con l'Europa, come molti pensavano. Al contrario, essa è estremamente preoccupata per la deriva autolesionista di un continente chiuso in una "bolla" ideologica, votato alla decrescita e alla decadenza, sempre più fragile ed esposto a influenze di poteri estranei alle sue radici. E lancia alle sue classi dirigenti un avvertimento deciso: o state con noi, con la linea di conservatorismo realista, de-regolatore e identitario di Trump, o prima o poi non ci sarà più tra noi una vera alleanza, con tutte le conseguenze negative che per voi potranno derivarne.
Nota di BastaBugie:Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "Romania, Trump toglie la copertura al golpe UE" racconta che la Commissione Europea ha annullato le elezioni presidenziali in Romania perché i vincitori non gli erano graditi. In questo modo la democrazia diventa la parodia di sé stessa. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 17 febbraio 2025: L'intervento promosso dalla Commissione Europea che ha portato all'annullamento delle elezioni presidenziali in Romania è stato uno degli esempi eclatanti che il vicepresidente americano JD Vance ha portato nel suo storico discorso del 14 febbraio scorso alla Conferenza Internazionale sulla sicurezza svoltasi a Monaco. Quello di Vance non è stato l'unico intervento della nuova amministrazione USA sul caso Romania. Sempre la scorsa settimana il presidente Donald Trump ha inviato a Bucarest l'incaricato speciale della Casa Banca Richard Grenell (nella foto LaPresse, con il presidente Trump). Da lui è arrivata la denuncia di come l'amministrazione Biden abbia cercato di boicottare i conservatori ed i loro candidati con la complicità dell'Unione Europea, questione che riguardava anche il caso romeno contro il vincitore del primo turno elettorale dello scorso inverno Călin Georgescu. Secondo il New York Sun della scorsa settimana, l'accusa è stata formulata nel corso di una revisione delle azioni diplomatiche estere della Casa Bianca sotto il governo di Joe Biden. Sarebbero emersi dati, seppur aggiornati alla sola primavera 2024, che proverebbero l'influenza USA sul sistema giudiziario della Romania, non per irrobustirne l'indipendenza, piuttosto per farne strumento di azioni contro i partiti conservatori e, molto probabilmente anche contro il candidato indipendente Călin Georgescu, vincitore del primo turno il 24 novembre scorso. Abbiamo denunciato a suo tempo, su queste pagine e per primi, lo scandalo di un vero e proprio colpo di Stato attuato a Bucarest, sotto l'egida della UE e rivendicato dall'ex commissario europeo Thierry Breton con la complicità della Amministrazione Biden. Ad oggi, i sospetti che portarono all'annullamento del voto espresso da milioni di cittadini e le preoccupazioni europee di una interferenza russa sul voto, sono rimaste senza alcuna prova. Grenell si è recato per colloqui con i vertici istituzionali della Romania il giorno 9 febbraio, precedendo di un giorno l'annuncio inatteso delle proprie dimissioni fatto dal presidente rumeno Klaus Iohannis, nonostante il 3 febbraio avesse dichiarato che mai e poi mai si sarebbe dimesso prima dell'elezione del nuovo presidente prevista per il prossimo maggio. Le dimissioni di Klaus Iohannis sono state accelerate certamente dal desiderio di prevenire una richiesta formale di impeachment da parte dei partiti di opposizione, ma ci son ben pochi dubbi sul fatto che Iohannis sia stato informato dalla nuova amministrazione Trump che Washington non avrebbe dato alcuna copertura ad altri colpi di mano antidemocratici e illiberali. In ogni caso, dal 12 febbraio, il presidente del Senato Ilie Bolojan è subentrato nella carica di Presidente della repubblica ad interim e il 13 febbraio si è rivolto ai cittadini romeni assicurando il proprio impegno a «garantire la stabilità economica, sociale e politica del Paese... e lo svolgimento di elezioni eque e trasparenti! Il voto è il fondamento della democrazia».
PREGARE IN SILENZIO NON DEVE ESSERE REATO! Patricia Gooding-Williams nell'articolo seguente dal titolo "Adam Smith-Connor: «Grato a Vance per aver sollevato il mio caso»" racconta un particolare dello storico discorso del vice-presidente USA alla Conferenza di Monaco. Vance cita il caso di Smith Connor che è ancora sotto processo per la preghiera silenziosa nei pressi di una clinica per aborti. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 17 febbraio 2025: Chi è Adam Smith-Connor, il «fisioterapista 51enne e veterano dell'esercito», che il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, ha citato nel suo discorso storico alla 61a Conferenza sulla sicurezza di Monaco (MSC), in Germania? La Bussola lo conosce bene. Siamo stati uno dei pochissimi media a seguire passo dopo passo le vicissitudini del caso di Adam, fermato per una preghiera silenziosa nei pressi di una clinica per aborti; e lo scorso ottobre è stato condannato per il primo reato di pensiero nella storia britannica. Adam Smith Connor è stato anche ospite della Giornata della Bussola nel 2023 (qui puoi rivedere la sua testimonianza). Ora egli attende il processo di appello che si celebrerà il prossimo luglio presso il tribunale di Poole. Ma grazie al vicepresidente degli Stati Uniti che ha sollevato il suo caso da una tribuna internazionale, il nome e la storia di Adam Smith-Connor sono sulle prime pagine in tutto il mondo. Il suo caso è stato citato da Vance nel contesto di una dura arringa contro un'Europa che sta perdendo le libertà civili, facendo alcuni esempi. «Il caso più preoccupante» di questa involuzione, ha detto all'importante assemblea che lo seguiva, è il Regno Unito. Qui sono minacciate «in particolare - ha detto - le libertà fondamentali dei britannici che hanno convinzioni religiose» e ha raccontato la storia commovente di un individuo ingiustamente perseguitato: appunto Adam Smith-Connor, di Southampton. 700 partecipanti, circa 50 capi di Stato e di governo, circa 150 ministri e innumerevoli rappresentanti di ONG, think-tank e imprese, hanno ascoltato con la faccia impassibile Vance descrivere come una nuova legge per regolamentare l'ordine pubblico abbia essenzialmente introdotto il reato di pensiero nel Regno Unito: «Poco più di due anni fa, il governo britannico ha accusato Adam Smith Conner dell'atroce crimine di essersi fermato a 50 metri da una clinica per aborti e di aver pregato in silenzio per tre minuti, senza ostacolare nessuno, senza interagire con nessuno, semplicemente pregando in silenzio da solo. Dopo che le forze dell'ordine britanniche lo hanno individuato e gli hanno chiesto per cosa stesse pregando, Adam ha risposto semplicemente che lo stava facendo per suo figlio non ancora nato. Lui e la sua ex ragazza avevano abortito anni prima. Ma gli agenti non si sono lasciati commuovere. Adam è stato dichiarato colpevole di aver infranto la nuova legge sulle zone cuscinetto, che criminalizza la preghiera silenziosa e altre azioni che potrebbero influenzare la decisione di una persona entro 200 metri da una struttura per aborti. È stato condannato a pagare all'accusa migliaia di sterline in spese legali», ha detto. L'élite politica europea, che ha assistito in un silenzio di tomba, non ha preso bene l'intero discorso. «Questo non è accettabile», ha detto a nome di tutti il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius. Adam Smith-Connor invece, raggiunto dalla Bussola subito dopo il discorso di Vance, era felicissimo. Non sapeva che il vicepresidente americano avrebbe citato il suo caso e ha detto di essere «profondamente commosso» che la censura britannica fosse stata «denunciata sulla scena mondiale». «Sono estremamente grato a Vance per aver messo in luce l'ingiustizia della mia condanna per aver pregato all'interno della zona cuscinetto della clinica per aborti di Bournemouth. Il crimine di pensiero non ha posto in una società che si dice libera e democratica, eppure la mia condanna per aver pregato in silenzio per Jacob, mio figlio deceduto in un aborto, mostra chiaramente che i nostri diritti e le nostre libertà ci vengono portati via», ha dichiarato alla Bussola. Coincidenza vuole che sia Smith Connor che Vance siano dei veterani di guerra che hanno svolto missione all'estero: il primo in Afghanistan, il secondo nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti in Iraq. L'esperienza di Adam, a cui ha fatto riferimento durante un'intervista con la Bussola nel 2023, è il vero senso del discorso di Vance: «Ho combattuto per proteggere i diritti fondamentali e la libertà democratica sul campo di battaglia in Afghanistan e vedo che oggi questi diritti vengono tolti per le strade della Gran Bretagna», ha detto Adam. È importante anche ricordare che Adam non è l'unico caso di molestie da parte della polizia per la preghiera silenziosa nel Regno Unito, come la Bussola ha ampiamente documentato in questi anni. Isabel Vaughan-Spruce, il primo e più famoso caso (anche lei presente alla Giornata della Bussola, nel 2024), è stata fermata di nuovo da due agenti di polizia solo due settimane fa per aver pregato in silenzio vicino a una clinica per aborti a Birmingham. E questo nonostante i giudici abbiano stabilito che non c'erano prove concrete per processarla e la polizia le abbia concesso un risarcimento in un accordo extragiudiziale quando li ha citati in giudizio per una perquisizione corporale invasiva. «È inquietante - ha detto alla Bussola Isabel Vaughan-Spruce a commento del discorso di Vance - che i cristiani si sentano sempre più cittadini di seconda classe a causa dell'atteggiamento discriminatorio della polizia. Recentemente la polizia mi ha detto che la mia semplice presenza costituisce una molestia, che poiché sono una sostenitrice della vita sono automaticamente una criminale in certi spazi pubblici. (...), è un imbarazzo internazionale. Sono grata che un leader mondiale come JD Vance si stia accorgendo della nostra difficile situazione». Considerando che la conferenza riguardava la sicurezza, Vance ha toccato il punto più critico quando ha detto: «Non c'è sicurezza se si ha paura delle voci, delle opinioni e della coscienza che guidano il proprio popolo». Un punto su cui l'Europa è chiamata a riflettere seriamente.
VIDEO: Vance alla Conferenza di Monaco (durata: 19 minuti)
https://www.youtube.com/watch?v=zd1IN99OZR0
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 febbraio 2025
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RICONOSCIUTA COME PERSONA UNA MONTAGNA, MA NON IL BAMBINO
La Nuova Zelanda conferisce personalità giuridica al monte Taranaki (per risarcire ai maori le ingiustizie coloniali), ma ai bambini non nati è negato il diritto alla vita
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 6 febbraio 2025
Una montagna di diritti... ma nel senso letterale del termine! Perché, ebbene sì, succede che nel nostro folle mondo, una montagna acquisti, a tutti gli effetti, lo status di “persona”. È quanto accaduto in Nuova Zelanda, dove il monte Taranaki ora possiede legale personalità giuridica, proprio come un essere umano, anziché essere considerato un, seppure bellissimo, ma oggettivo e puro e semplice, elemento del paesaggio! E tutto ciò dopo che la stessa follia era avvenuta anche per il fiume Whanganui, collegato nell'immaginario collettivo dei maori, al Taranaki. Secondo una leggenda, il monte Taranaki, dopo aver litigato con il monte Tongariro per conquistare le grazie del monte Pihanga, lasciò l'Isola del Nord e si trasferì al mare, lasciandosi dietro un solco delle sue stesse dimensioni. Il monte Tongariro riempì il solco di acqua, dando vita al fiume Whanganui. Insomma, una leggenda che, per quanto poeticamente possa spiegare la nascita di un fiume, tuttavia, in un'epoca come la nostra in cui l'antropocentrismo è considerato un male, al punto che l'uomo è considerato (nella migliore delle ipotesi) solo una delle tante creature del mondo o (nella peggiore delle ipotesi) addirittura il cancro del pianeta, sta portando a conseguenze assurde e, se vogliamo, andando contro ogni buonsenso, anche ridicole.
MONTAGNE E FIUMI La CNN, dal canto suo, ha reso noto che questa decisione bizzarra risalirebbe, in realtà, ad un trattato del 1840, che le tribù Māori firmarono con i rappresentanti della corona britannica, che garantiva ai nativi neozelandesi, di mantenere la loro terra e le loro risorse. Ma nel 1865, parte di quella terra, compresa la montagna, fu presa dagli inglesi in risposta a una ribellione Māori contro la Corona portando, questo popolo, a non avere voce in capitolo sulla montagna. In poche parole, la decisione attuale, sarebbe un modo per dare alla montagna un riconoscimento e, dunque, un risarcimento dei torti del passato. Sarebbe interessante, però, capire come mai la stessa importanza e la stessa dignità giuridica, il governo neozelandese, così vicino alla sensibilità di montagne e fiumi, non le conceda ai bambini non nati, considerati, se si va a vedere la loro legge sull'aborto, praticamente dei fantasmi, visto che fino alla ventesima settimana di gestazione, possono essere eliminati senza problemi, dopo aver consultato anche, semplicemente, un'ostetrica e un infermiere. Invece la montagna è «un tutto vivente e indivisibile» e comprende Taranaki Maunga e le aree circostanti, «incorporando tutti i loro elementi fisici e metafisici», secondo la legge. E verrebbe da chiedersi, spassionatamente, quali siano gli elementi metafisici del vulcano, considerato che, per quanto una montagna possa essere considerata un luogo di spiritualità, per la bellezza e il silenzio, tuttavia non possiede elementi spirituali propri. Mentre, ne possiede eccome il bambino, che anche se non ancora nato ha un'anima già bella e formata, un'attività cerebrale già in azione nel grembo materno e persino una comunicazione ormonale con la propria mamma, al punto che oggi si parla di “lettere d'amore” del feto alla madre, come dimostrano i tantissimi studi scientifici recenti che analizzano la vita intrauterina.
PRIMA DI TUTTO L'UOMO E allora viene da citare la bellissima poesia di Nazim Hikmet “Prima di tutto l'uomo” che sembra parlare tanto alla nostra epoca così ferocemente scientista e che oggi andrebbe imparata a memoria, davvero in tutte le scuole del mondo, per ricordare il giusto ordine di priorità: «Non vivere su questa terra come un estraneo e come un vagabondo sognatore. Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre: credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi all'uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri, ma prima di tutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che secca, dell'astro che si spegne, dell'animale ferito che rantola, ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra [...] ma soprattutto, a piene mani, ti dia gioia l'uomo». Ma, tant'è, l'uomo evidentemente nei secoli, è diventata una creatura così intelligente da darsi la zappa sui piedi da solo e decidere di non meritare, lui solo, una speciale protezione, ma, al contrario, proprio nella fase in cui è più indifeso, di dare agli altri la possibilità di eliminarlo come se fosse un tumore. «Oggi, Taranaki, il nostro maunga, il nostro maunga tupuna, è liberato dalle catene, dalle catene dell'ingiustizia, dell'ignoranza, dell'odio», ha detto Debbie Ngarewa-Packer, co-leader del partito politico Te Pāti Māori e discendente delle tribù Taranaki. in Nuova Zelanda, da oggi, un vulcano è diventato persona e ai bambini non nati non viene riconosciuto nemmeno il diritto alla vita.
Fonte: Sito del Timone, 6 febbraio 2025
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LETTERE ALLA REDAZIONE: LE POLEMICHE DI SANREMO 2025
L'inopportuno messaggio del Papa, la testimonianza del calciatore Bove e l'ironica e innocua frase della maglietta dei Righeira censurata dalla Rai (''Se ti conosci, ti eviti'')
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 19 febbraio 2025
Egregio Direttore di BastaBugie, siete un faro nella tempesta e vi ringrazio quindi per il vostro stupendo sito che leggo volentieri da molti anni. Le scrivo per condividere alcune perplessità sul recente Festival di Sanremo. Inizio con il sottolineare la crescente esposizione mediatica di Papa Francesco, che ha raggiunto livelli che ritengo poco opportuni per la figura del Pontefice. L'ultimo episodio è accaduto proprio a Sanremo. Il conduttore ha trasmesso durante la prima serata del Festival, non si sa se con il permesso o meno del Papa, un suo videomessaggio che ha suscitato in me e in molti fedeli non poca perplessità. La presenza del Papa in un contesto del genere, spesso caratterizzato da spettacolarizzazione e polemiche di dubbio gusto, rischia di banalizzare il suo messaggio e di svilirne la portata spirituale. Questa tendenza all'eccessiva presenza nei media è apparsa evidente anche poche settimane fa con l'intervista concessa a Fabio Fazio, che, al di là dei contenuti, ha alimentato un'immagine più mondana che pastorale del Santo Padre. Mi chiedo se tutto questo non sia un segno di un cambiamento comunicativo che rischia di allontanarsi dalla sobrietà e dall'autorevolezza tipica della Chiesa. Un altro tema che mi ha colpito è stata l'intervista al calciatore Edoardo Bove, in cui si è parlato della sua miocardite, ma senza accennare minimamente a un possibile legame con la vaccinazione anti-Covid. Mi chiedo se sia stata una dimenticanza o una scelta deliberata, e in tal caso, con quale finalità. Chiedo questo perché già nel primo anno di vaccinazione di massa si era riscontrato un aumento dei casi di miocardite giovanile e negli atleti con morti improvvise tra i calciatori superiori alla media: le morti improvvise segnalate nei giocatori di calcio dalla FIFA erano state 31 nel 2021 mentre la media degli anni precedenti 2009-2020 era stata 7 all'anno, con un aumento di oltre il 400%. Addirittura in questa settimana, come riportato dalla Bussola Quotidiana, il tribunale del lavoro di Reggio Emilia ha accolto la richiesta di un invalido da vaccino che si batte per il risarcimento. La cosa bella è che invece di citare in giudizio l'Asl, ha chiamato in causa direttamente il Ministero della Salute e Aifa. Il processo non potrà ignorare il nesso di causa già accertato nel suo caso. Infine, vorrei chiederle un suo parere sulla polemica legata alla maglietta indossata da Johnson Righeira sul palco dell'Ariston quando ha cantato, nella serata dedicata alle cover, il suo successo del 1985 "L'estate sta finendo". Il cantante ha espresso il suo disappunto per essere stato costretto a indossare la maglietta al rovescio durante l'esibizione, a causa della scritta "Se ti conosci ti eviti" presente sul capo. Righeira ha sottolineato che la maglietta era una sua creazione personale, non associata a marchi noti visto che la Rai ha sostenuto che doveva prevenire la promozione non autorizzata di marchi durante le esibizioni del Festival. Grazie ancora per quello che fate per la diffusione della verità, "merce" assai preziosa nel mondo di oggi. Sergio
RISPOSTA DEL DIRETTORE
Caro Sergio, ti ringrazio per la tua lettera, perché tocca punti che credo vadano affrontati con grande serietà. Sono d'accordo con te: vedere il Papa "ospite" del Festival di Sanremo ha lasciato un senso di stonatura. Tralasciando di commentare i contenuti del messaggio, va evidenziato che l'averlo inserito in un contesto come quello dell'Ariston, tra polemiche, canzonette e provocazioni di ogni genere, anche se il Pontefice avesse detto le cose più belle del mondo con inviti alla conversione e ribadendo la morale cattolica, questo avrebbe comunque banalizzato la figura del Papa. Un intervento del genere riduce il successore di Pietro a un testimonial, e questo non può che preoccupare. Anche la terza intervista concessa a Fazio poche settimane fa va nella stessa direzione: un Pontefice che ormai sembra sempre più una figura televisiva che spirituale. Non che il Papa debba essere distante dalla gente, ma c'è una differenza tra avvicinarsi e lasciarsi inglobare nella macchina dello spettacolo. E mi chiedo: questa sovraesposizione aiuta davvero la Chiesa o la rende sempre più simile a un'istituzione terrena, priva della sua dimensione trascendente? Sul caso Bove, la tua osservazione è più che lecita, ma non tiene conto di alcuni fattori. Innanzitutto non possiamo sapere se nel suo caso ci fosse correlazione tra la vaccinazione anticovid e il suo malore. Anzi non mi risulta nemmeno che ci sia una dichiarazione ufficiale del giocatore della Fiorentina in merito alla sua vaccinazione, ma magari mi è sfuggita. In ogni caso, a prescindere dal suo caso, è innegabile che la Rai, come del resto tutta l'informazione mainstream, abbia volutamente ignorato a quel tempo, e continui a ignorare ancora oggi, quello che ormai è evidente di tutta la pessima gestione della cosiddetta pandemia. Abbiamo per questo pubblicato il primo, e per ora ultimo, libro di BastaBugie che riporta in oltre cinquecento pagine gli articoli che abbiamo pubblicato in quegli anni. Significativamente il titolo del libro è "Ci hanno preso per il Covid". Non è quindi per nulla strano che in un'intervista sul palco dell'Ariston si sia evitato del tutto il tema della correlazione con il vaccino Covid per non mettere in discussione le scelte fatte negli ultimi anni, ma si sia preferito sottolineare l'importanza della rapidità dei soccorsi al giocatore che si è accasciato sul campo di gioco. Per quanto riguarda infine la polemica sulla maglietta di Johnson Righeira, non entrerò nella sterile polemica tra il cantante, residuo dell'ormai disciolto duo che ebbe successo per poco tempo negli anni '80, e la Rai che censura inutilmente una innocua frase scritta su una maglietta. Ti confesserò invece che a me questa frase è piaciuta e semmai vorrei commentarla come fosse la cosa più seria del Festival, che peraltro non né visto, né sentito alcuna canzone. La frase "Se ti conosci, ti eviti" mi sembra che rappresenti un gioco di parole ironico e paradossale, che ribalta il luogo comune secondo cui la conoscenza di sé sia un percorso sempre positivo e arricchente. Il suo significato, per quanto umoristico, apre a riflessioni più profonde sulla natura dell'introspezione e sulle possibili conseguenze di un'autoanalisi troppo accurata di una psicologia che pretenda di risolvere tutti i problemi delle persone. La conoscenza di sé, esaltata nella famosa incisione sul tempio di Apollo a Delfi, è giustamente presentata come necessaria per raggiungere una vita più autentica. Tuttavia, la frase del Righeira suggerisce che scavare troppo a fondo nella propria psiche possa portare a scoperte scomode, al punto da voler evitare la propria stessa compagnia. Infatti l'introspezione psicologica non è sempre un processo piacevole. Guardarsi dentro con sincerità significa anche affrontare i propri difetti, le contraddizioni, i fallimenti e le insicurezze. Da questo punto di vista, la frase censurata a Sanremo "Se ti conosci, ti eviti" suggerisce che, una volta compreso davvero chi siamo, potremmo non essere del tutto soddisfatti di ciò che scopriamo. Questo accade perché spesso ci costruiamo un'immagine idealizzata di noi stessi, filtrata dal desiderio di apparire migliori di quanto siamo. Tuttavia, tolto il velo dell'illusione, il confronto con la realtà potrebbe portarci a un senso di disagio o di autocritica eccessiva, spingendoci a prendere le distanze da noi stessi. Al di là di queste riflessioni, la frase funziona anche come una battuta irriverente sulla tendenza umana a prendersi troppo sul serio. L'introspezione psicologica può diventare un esercizio sterile di autocommiserazione o un viaggio senza fine nel labirinto dei propri pensieri. L'umorismo dissacrante della frase "Se ti conosci, ti eviti" invita a ridere di sé e a non perdersi troppo sul serio. Questo potrebbe aiutare a non cadere nell'ossessione moderna di ricorrere allo psicologo per qualunque problema senza andare alla radice vera dei nostri problemi che sono invece di origine religiosa e spirituale (come abbiamo sottolineato in recenti articoli rilanciati sul nostro sito: qui e qui). Per questi problemi occorre invece un buon cammino nella vita di fede e un padre spirituale di provata fede cattolica che sia anche un uomo di preghiera. In conclusione non posso che confermare come giusta la mia decisione di non guardare nemmeno quest'anno il Festival di Sanremo. Come BastaBugie ci siamo solo permessi di ricordare che esattamente dieci anni fa c'era lo stesso conduttore di quest'anno, il toscano Carlo Conti, il quale fece almeno una cosa buona con l'intervista alla famiglia più numerosa d'Italia: i cattolici Anania con i loro sedici figli.
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Fonte: Redazione di BastaBugie, 19 febbraio 2025
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OMELIA VII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 6,27-38)
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
In questa pagina del Vangelo di Luca Gesù delinea la figura ideale del suo discepolo in alcuni tratti tipici e particolarmente rilevanti. Viene così configurato un tipo d'uomo del tutto originale, che si comporta in maniera che spesso agli occhi del mondo apparirà incomprensibile. Il cristiano, secondo questa descrizione, è uno che non risponde al male col male, non reagisce alla violenza con la violenza, non coltiva lo spirito di vendetta ma cerca di esercitare sempre, con chi l'ha trattato ingiustamente, la legge del perdono. San Paolo enuncia lo stesso concetto quando esorta: Non lascarti vincere dal male, ma vinci il male col bene (Rm 12,21). Per imprimerci bene questo insegnamento difficile, il nostro Maestro si esprime paradossalmente, cioè con frasi che, più che essere prese alla lettera, vanno capite nel loro significato sostanziale. Dice ad esempio: A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra (Lc 6,29). È un'espressione famosa, sulla quale si è fatto qualche volta dell'ironia. Qualche altra volta è stata invece travisata, facendone contro ogni buon senso un principio di comportamento per le stesse pubbliche autorità, a tutto vantaggio dei prepotenti agguerriti e a tutto svantaggio degli onesti indifesi. È molto istruttivo rileggere il commento che su di essa fa san Tommaso d'Aquino, uno dei più grandi teologi della storia: «Dobbiamo intendere la Scrittura alla luce dell'esempio di Cristo e dei santi. Gesù non porse l'altra guancia allorché fu schiaffeggiato in casa di Anna, così come non la porse san Paolo quando, come raccontano gli Atti degli Apostoli, fu bastonato a Filippi. Non bisogna pertanto ritenere che Cristo abbia comandato alla lettera di presentare l'altra guancia a chi te ne ha già percossa una; occorre invece intendere le parole del Signore come riferite alla disposizione interiore; in altri termini, quando è necessario, dobbiamo essere disposti a che il nostro animo non muova ad ira contro chi ci percuote, e pronti a sopportare qualcosa di analogo e anche di più. Come appunto fece il Signore quando consegnò il proprio corpo alla morte» (In Ev. Ioannis espositio et lectura, 18,37).
L'AMORE MISERICORDIOSO DI DIO VERSO DI NOI FONDA LA NOSTRA MISERICORDIA VERSO GLI ALTRI Possiamo individuare la fonte della norma di comportamento assegnataci nel fatto che noi siamo figli di Dio. Questo è il grande annuncio che il Signore è venuto a portarci, anzi questa è la stupenda ricchezza che ci è stata ottenuta dalla sua azione redentrice. Ora, è giusto e bello che i figli assomiglino al padre e si adoperino a conformarsi ai suoi esempi: proporci di imitare Dio nostro Padre nella sua attitudine ad amare e a donarsi, questo è il traguardo altissimo e affascinante che ci viene sorprendentemente indicato nella legge della Nuova Alleanza. Dio ci ha fatti oggetto della sua benevolenza quando eravamo ancora ostili a lui e ribelli, al punto da sacrificare per l'umanità peccatrice il suo unico Figlio. Perciò ci viene ordinato: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano (Lc 6,27); che è una cosa bellissima, facile da dire ma difficilissima da mettere in pratica. Benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano (Lc 6,28). Gesù non si è limitato a suggerircelo a parole, ce lo ha insegnato con la vita. Già confitto alla croce, ha invocato sui suoi uccisori la misericordia di Dio: Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34). A sua imitazione Stefano, il primo martire, mentre moriva sotto i colpi di pietra aveva la forza di supplicare perché il peccato dei suoi assassini non venisse loro imputato (cf. At 7,60), dimostrando così di aver imparato bene la lezione del suo Redentore. L'amore più arduo da esercitare è proprio l'amore misericordioso, cioè l'amore che sa raggiungere anche i colpevoli e coloro che, sbagliando, si sono messi contro la verità, contro la Chiesa, contro di noi. Ma appunto di questo amore il Creatore ci ha dato l'esempio; e ce lo dà continuamente, sopportando la malvagità e le offese che a lui sciaguratamente sono rivolte. Perciò ci viene raccomandato: Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro (Lc 6,36).
IL DOVERE DI NON GIUDICARE LA COSCIENZA DI NESSUNO, CHE SOLO DIO PUÒ SCRUTARE Senza dubbio la comprensione verso i nostri nemici non deve significare assenza di reazione nei confronti del male, della menzogna, del travisamento della realtà delle cose. A questo proposito mette conto di rileggere quanto è stato insegnato dal Concilio Vaticano II: «Certamente l'amore e l'amabilità [verso i nemici] non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene. Anzi lo stesso amore spinge i discepoli di Cristo a annunziare a tutti gli uomini la verità che salva. Ma occorre distinguere tra l'errore, sempre da rifiutarsi, e l'errante, che conserva sempre la dignità di persona anche quando è macchiato da false o meno accurate nozioni religiose. Solo Dio è giudice e scrutatore dei cuori, perciò ci vieta di giudicare la colpevolezza interiore di chiunque» (Gaudium et spes, 28). Non giudicate è in effetti uno dei precetti più caratteristici e importanti di tutto il Vangelo. Ogni uomo è per gli altri uomini un mistero insondabile: che cosa ci sia nel suo cuore, da che cosa siano condizionati i suoi pensieri, in che misura gli accadimenti e i suoi dati fisici e psichici determinino le sue deliberazioni, tutto questo non è consentito a noi di sapere. Resta il segreto di Dio. Noi possiamo e dobbiamo valutare l'oggettività degli atti, ma non le intenzioni profonde e le responsabilità personali. Sarebbe ugualmente sbagliato sia non distinguere più tra bene e male, ritenendo che le azioni siano sottratte alla valutazione della morale oggettiva, sia pretendere di sostituirci al Signore nel giudicare il mondo intimo e segreto del soggetto che agisce. Gesù infine ci ricorda che a coloro che si impegnano a praticare il comando dell'amore, della misericordia, della generosità verso tutti, è riservata una ricompensa munifica: Una buona misura, pigiata, scossa, traboccante vi sarà versata nel grembo (Lc 6,38). Date e vi sarà dato (Lc 6,38): per quanto largamente possiamo donare a Dio in questa vita, più largamente sarà donato a noi da Dio nella vita eterna. Dio è più grande del nostro cuore (1 Gv 3,20) e sarà per noi un premio molto eccedente la magnanimità con cui l'avremo saputo amare.
Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.
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