LE VERE CAUSE PER CUI NON SI FANNO FIGLI NON SONO ECONOMICHE
Quelli che non hanno avuto figli, semplicemente non li volevano, cioè non hanno dato valore al figlio e hanno preferito carriera, divertimento e tranquillità
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE SENZ'ANIMA, LA NOTA DELLA SANTA SEDE
Si intitola Antiqua et nova il testo vaticano su opportunità e rischi dell'intelligenza artificiale che, malgrado il nome, non è intelligente (VIDEO: Il documento sull'IA)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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FIVET, L'ORDINE DI TRUMP COSTERA' LA MORTE DI MILIONI DI EMBRIONI
Il presidente degli USA offre contributi del governo per ampliare il ricorso alle tecniche di fecondazione artificiale
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL ROBOT DA AMARE, L'ULTIMO FRUTTO DELLA DISUMANIZZAZIONE
Si chiama Lovot ed è un robot che dovrebbe amarci e ricevere amore... ma amare è l'atto più libero che esista, non può essere a comando e dipendere da algoritmi
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LE STRATEGIE PER TINGERE LA CHIESA DI ARCOBALENO
Il cardinale di Chicago vuole superare lo ''scoglio'' della dottrina per far accettare ai cattolici l'omosessualità e la transessualità (invece Trump ha scelto Marco Rubio)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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FINE VITA, UN SONDAGGIO DI SALVINI SVELA L'IPOCRISIA LEGHISTA
La Lombardia, a guida leghista, con una mano ha firmato la bocciatura dell'aiuto al suicidio e con l'altra ha fornito il farmaco letale per praticarlo (e il sondaggio di Salvini svela l'ipocrisia)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OMELIA VIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 6,39-45)
La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
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LE VERE CAUSE PER CUI NON SI FANNO FIGLI NON SONO ECONOMICHE
Quelli che non hanno avuto figli, semplicemente non li volevano, cioè non hanno dato valore al figlio e hanno preferito carriera, divertimento e tranquillità
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23 agosto 2024
«Il 57% degli adulti sotto i 50 anni che dichiarano che difficilmente avranno mai figli affermano che una delle ragioni principali è che semplicemente non vogliono averli; il 31% di coloro che hanno 50 anni e più e non hanno figli indica questo come motivo per cui non ne hanno mai avuti». Questa la sintesi della ricerca Le esperienze degli adulti americani che non hanno figli realizzata dal Pew Research Center. Ma vediamo più nel dettaglio gli esiti di questa indagine. Nel 2023 il tasso di fertilità negli Stati Uniti ha raggiunto il minimo storico con una quota crescente di donne tra i 25 e i 44 anni che non hanno mai partorito. Tra gli under 50, che per ora non hanno ancora figli, la percentuale di adulti che dichiarano che difficilmente avranno figli in futuro è cresciuta di dieci punti percentuali dal 2018 al 2023: dal 37% al 47%. Tra gli over 50 che non hanno figli ben un terzo ha affermato che non ha mai preso in considerazione l'eventualità di averne. Ma veniamo al dato riportato all'inizio: il motivo principale per cui non si hanno avuto figli è che semplicemente non li si voleva. Motivazione più diffusa tra i giovani, meno diffusa nel campione anziano e più diffusa, nella coorte under 50, tra le donne rispetto agli uomini. Sono le donne le prime a non volere figli semplicemente perché non li si desidera. E la motivazione economica? La risposta è necessariamente articolata. Scrivono i ricercatori: «La maggioranza in entrambi i gruppi afferma che non avere figli ha reso più facile per loro permettersi le cose che vogliono, avere tempo per hobby e interessi e risparmiare per il futuro. Nel gruppo più giovane, circa sei su dieci affermano anche che non avere figli ha reso più facile per loro avere successo nel loro lavoro o nella loro carriera e avere una vita sociale attiva».
LE VERE MOTIVAZIONI Questi dati ci dicono almeno due cose. La prima riguarda direttamente l'aspetto economico. Quando gli articoli di giornale ci dicono che le coppie non mettono al mondo i figli per motivazioni economiche, queste sono le seconde cause non le prime. Tentiamo di spiegarci: supponiamo che Tizio non voglia comprare una Ferrari perché non vuole spendere 1.000 euro per acquistarla. Tutti gli diremmo che è un pazzo e che sta perdendo una grande occasione. Il gioco vale assolutamente la candela. Tizio adduce motivazioni economiche, ma il problema di Tizio sta nel fatto - vera causa del mancato affare - che è stato incapace di riconoscere il valore di una Ferrari. Lo stesso avviene per il figlio. Si mette sul piatto della bilancia il figlio e sull'altra i soldi. Quei soldi da spendersi, agli occhi delle coppie, non valgono un figlio perché con quei soldi possono conquistarsi un tenore di vita che vale più di un figlio. Sarebbero soldi mal investiti per un bene non di così alto pregio come altri. Allora il problema non sono i soldi (causa seconda), ma il mancato riconoscimento del valore del figlio (causa prima). La seconda riflessione è analoga: non avere figli e quindi avere la possibilità di coltivare degli hobby e di aver successo nel lavoro e nelle relazioni perché si ha più tempo, mettono in evidenza che il figlio vale meno del ferromodellismo, di una promozione e del gruppo sci a cui si è aderito. Ed infatti secondo il campione la realizzazione personale non passa dall'avere figli: «Grandi percentuali in entrambi i gruppi affermano che avere una vita appagante non ha molto a che fare con il fatto che una persona abbia o meno figli».
LE PRIORITÀ DETERMINANO L'AGIRE Ecco perché la motivazione principale addotta tra coloro che non hanno figli e mai non ne vorranno avere è che semplicemente non interessa loro e questo significa, implicitamente e necessariamente, che vi sono altre cose più interessanti (57%); al secondo posto come motivazione troviamo la carriera e gli interessi (44%); lo stato del mondo e l'ambiente (un significativo 38%); l'impossibilità asserita di mantenere economicamente un figlio, ma perché si antepongono beni materiali considerati irrinunciabili (36%); una certa avversione per i bambini in quanto tali (anche qui un significativo 20%). Queste percentuali scemano per il gruppo più anziano di persone che non hanno mai avuto figli. Non aver trovato la persona giusta, come motivo per non aver messo al mondo dei figli, rileva una quota invertita tra i due gruppi: 33% over 50, 24% under 50. Tutte queste motivazioni, lo ripetiamo, indicano alcuni beni - carriera, l'ambiente, beni materiali, tempo libero, etc. - che nel percepito comune valgono più di un figlio, ossia più di una persona nata dalla propria carne e dal proprio sangue. Allora per cambiare il trend della natalità non serve puntare sui soldi da dare alle famiglie - stando però il fatto che la pressione fiscale dovrebbe tenere conto del numero di figli per ragioni di equità - ma occorre puntare sul cambiamento culturale e far comprendere che un figlio da una parte sicuramente erode risorse economiche, di tempo e di opportunità, ma su altro fronte apporta ben maggiori risorse esistenziali e, al di là del contributo che potrà apportare alla propria esistenza, ha in sé una preziosità così incommensurabile che giustifica ogni sforzo e ogni rinuncia.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23 agosto 2024
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE SENZ'ANIMA, LA NOTA DELLA SANTA SEDE
Si intitola Antiqua et nova il testo vaticano su opportunità e rischi dell'intelligenza artificiale che, malgrado il nome, non è intelligente (VIDEO: Il documento sull'IA)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 gennaio 2025
Ieri è stata pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede e dal Dicastero per la Cultura e l'Educazione la nota Antiqua et nova, sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana. Già in passato figure autorevoli della Chiesa, pontefice compreso, si sono espresse sul tema dell'intelligenza artificiale, ma certamente questo documento risulta essere il più importante fino ad ora prodotto a motivo della sua organicità ed esaustività. La Nota sostanzialmente si divide in due sezioni: la spiegazione dei motivi per cui l'intelligenza artificiale non è intelligente e i benefici, ma soprattutto i rischi che questa tecnologia reca con sé. Partiamo dalla prima sezione. Per comprendere il motivo per cui l'intelligenza umana non è sovrapponibile alle capacità tecniche dell'intelligenza artificiale occorre rifarsi alla differenza sostanziale tra persona e intelligenza artificiale che risiede nella natura di entrambe. Per individuare l'ontologia della natura umana è necessario ricordare che la persona è unione strettissima di due principi: uno materiale, il corpo, e uno formale, l'anima (13). Questa affermazione ci permette di articolare una riflessione che sarebbe stato meglio esplicitare nella Nota, perché d'importanza scriminante. La prova dell'esistenza dell'anima deriva dall'analisi qualitativa di alcuni nostri atti. Alcune condotte rivelano che in noi esiste una realtà metafisica. Ad esempio la perfezione di un cerchio è un dato di conoscenza che non può derivare dai sensi perché i sensi ci hanno sempre mostrato cerchi imperfetti. Dunque esiste in noi una fonte di conoscenza sovrasensibile che chiamiamo anima, la quale è appunto capace di astrarre dai dati empirici e singoli per arrivare a concetti universali, quali ad esempio "la perfezione". Altra prova dell'esistenza dell'anima è la capacità di compiere atti liberi: se fossimo costituiti di sola materia saremmo necessariamente obbligati a seguire solo le leggi fisiche che governano il nostro corpo. Invece possiamo digiunare, toglierci la vita, etc. Parimenti per l'autocoscienza: l'occhio non sa di vedere, il tatto non sa di toccare, etc. eppure noi sappiamo di vedere, di toccare etc. Vuol dire che abbiamo capacità che eccedono le capacità sensitive, ossia abbiamo capacità sovrasensibili. In modo analogo pensiamo alla capacità artistica, di formulare giudizi morali, etc. Tutti atti generati dall'anima la quale, dato che è capace di azioni così elevate, prende il nome di anima razionale.
SOLO MATERIA Ora l'intelligenza artificiale è ovviamente costituita solo di materia, non ha certo l'anima. Ergo è incapace e lo sarà sempre di compiere atti che sono generati solo dall'anima razionale: l'astrazione, la coscienza di sé, la formulazione di giudizi morali, la capacità di compiere scelte libere (da cui discende la responsabilità umana e l'irresponsabilità dell'intelligenza artificiale), etc. (39). L'intelligenza artificiale è capace solo di svolgere compiti, di eseguire funzioni assai sofisticate (30), ma il cui punto di origine è da rinvenire sempre nell'intelligenza umana. Possiamo qualificare le sue funzioni come intelligenti perché sono effetti intelligenti di una causa intelligente: la persona umana. Dunque l'intelligenza artificiale mima l'intelligenza, ma non è intelligente. Passiamo alla seconda sezione dedicata ai pro et contra dell'intelligenza artificiale. La Nota si sofferma inizialmente su due considerazioni generali. La prima riguarda le finalità perseguite: come ogni atto umano deve essere giudicato sotto la prospettiva morale partendo dal fine prossimo ricercato, uguale giudizio deve essere applicato all'uso dell'intelligenza artificiale. E così la Nota appunta: «Come ogni prodotto dell'ingegno umano, anche l'intelligenza artificiale può essere diretta verso fini positivi o negativi» (40). La positività dell'atto risiede innanzitutto nel rispetto della dignità personale (43). La seconda considerazione di carattere generale attiene al mezzo in sé: ogni mezzo non è eticamente neutro, perché il mezzo corrisponde al fine per cui è stato creato e quindi incorpora in sé la congruità al fine. In parole povere, il mezzo già rivela il fine buono o cattivo per cui è stato plasmato, il mezzo è già orientato ai suoi fini propri e quindi chi lo usa è già condizionato da questo suo intrinseco orientamento: «I prodotti tecnologici riflettono la visione del mondo dei loro sviluppatori, proprietari, utenti e regolatori, e con il loro potere "plasmano il mondo e impegnano le coscienze sul piano dei valori"» (41).
BENEFICI E DANNI Poi la Nota elenca alcuni benefici e danni che potrebbero derivare dall'uso dell'intelligenza artificiale. Per motivi di spazio andremo ad analizzare solo i rischi e solo alcuni di essi. In primo luogo il favore generalizzato verso l'intelligenza artificiale potrebbe incrementare una mentalità efficientista: plaudiamo all'intelligenza artificiale perché capace di funzioni sbalorditive e questo metro di giudizio basato sull'utilità potrebbe essere applicato anche alle persone. «Stabilire un'equivalenza troppo marcata tra intelligenza umana e intelligenza artificiale comporta il rischio di cedere a una visione funzionalista, secondo la quale le persone sono valutate in base ai lavori che possono svolgere» (34). Altro pericolo: l'intelligenza artificiale opera tramite sistemi e processi molto complessi che vedono, tra l'altro, anche l'interazione con altri dispositivi di intelligenza artificiale. Da qui la difficoltà a volte di individuare la persona responsabile a capo di questi processi, colui il quale ha dato il La allo sviluppo di tutto il successivo e intricato procedimento (44). Un ulteriore rischio è quello degli effetti dell'automazione dell'intelligenza artificiale: occorre vigilare affinché i processi autonomi non producano conseguenze dannose (45). Per non parlare del fatto che, ad oggi, «la maggior parte del potere sulle principali applicazioni dell'intelligenza artificiale sia concentrato nelle mani di poche potenti aziende» (53), creando così un oligopolio tecnocratico assai pericoloso perché sono gli sviluppatori e quindi le aziende che riempiono di contenuti l'intelligenza artificiale, che modellano queste intelligenze artefatte verso scopi ben precisi: il rischio del controllo sociale, dell'indottrinamento di massa, soprattutto tramite la manipolazione dell'informazione (86-87), e di influenzare modi e abitudini in una certa direzione è quindi assai elevato, tenendo poi conto che l'intelligenza artificiale fornisce sì informazioni, ma, altresì, le acquisisce da noi. La vita privata allora potrebbe diventare sempre più merce preziosa per aziende senza scrupoli (90). Un'altra minaccia per l'uomo è data dall' «intrinseca natura dei sistemi di IA, nei quali nessun singolo individuo è in grado di avere una supervisione completa dei vasti e complessi insiemi di dati utilizzati per il calcolo» (53). L'uomo ha creato un sistema così complesso che nessun singolo individuo può comprenderlo appieno, riesce ad abbracciarlo nella sua interezza. Questo potrebbe voler dire che tale sistema si presenta più grande di lui e quindi potrebbe schiacciarlo, inglobarlo e fagocitarlo nella sua sfuggente complessità.
IL PARADIGMA TECNOCRATICO Un danno per l'umanità potrebbe poi essere la caduta nel cosiddetto «"paradigma tecnocratico", il quale intende risolvere tendenzialmente tutti i problemi del mondo attraverso i soli mezzi tecnologici. [...] "Come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell'economia"» (54). Una riduzione antropologica e morale di matrice tecno-efficientista. La Nota poi registra che l'abuso dell'intelligenza artificiale potrebbe incrementare un doppio fenomeno: l'alienazione della realtà a beneficio di un'esistenza imprigionata nel virtuale (58), tanto da decretare la dipendenza da esso (81), e il suo contrario dato dall'antropomorfizzare l'intelligenza artificiale, perché ci parla, ascolta, decide, appare intelligentissimo e ricco di empatia, etc., «offusca[ndo] così la linea di demarcazione tra ciò che è umano e ciò che è artificiale» (59). In merito all'economia, l'intelligenza artificiale potrebbe sviluppare modelli economici e dunque sociali omogenei, quindi globali, quasi astratti rispetto alle condizioni particolari, alle consuetudini locali (65). Riguardo invece al mondo del lavoro, oltre alla perdita di posti di lavoro forse compensati dalla nascita di altri ruoli legati proprio allo sviluppo di questa tecnologia, la Nota sottolinea il pericolo che i lavoratori possano essere demansionati o trovarsi in ritardo rispetto alla rapida accelerazione tecnologica in corso (67). Sul versante educativo l'uso dell'intelligenza artificiale potrebbe persuadere lo studente che la conoscenza sia solo incamerare informazioni ed ottenere risposte pronte e sintetiche, non abituandolo invece alla fatica del pensare e al giudizio critico. Lo studente si troverebbe ad essere usato passivamente dall'intelligenza artificiale visto l'enorme potenziale di quest'ultima (82). L'ultimo rischio, dopo che la Nota ha toccato anche il tema dell'ambiente con qualche tono oggettivamente ideologico, è la divinizzazione dell'intelligenza artificiale a motivo della sua apparente onniscienza e onnipotenza: «Man mano che la società si allontana dal legame con il trascendente, alcuni sono tentati di rivolgersi all'intelligenza artificiale alla ricerca di senso o di pienezza. [...] Tuttavia, la presunzione di sostituire Dio con un'opera delle proprie mani è idolatria» (104).
VIDEO: (POCA) INTELLIGENZA (MOLTO) ARTIFICIALE (durata: 47 minuti) Stefano Magni intervista Tommaso Scandroglio sul documento vaticano sull'intelligenza artificiale, opportunità e rischi.
https://www.youtube.com/watch?v=XiqM0M57oAQ
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 gennaio 2025
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FIVET, L'ORDINE DI TRUMP COSTERA' LA MORTE DI MILIONI DI EMBRIONI
Il presidente degli USA offre contributi del governo per ampliare il ricorso alle tecniche di fecondazione artificiale
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 febbraio 2025
Eravamo in piena campagna elettorale ed era il 29 agosto 2024 quando l'allora candidato presidente Donald Trump tenne un comizio a Potterville, nel Michigan. Tra le altre promesse elettorali ne fece una non proprio pro vita: «Oggi annuncio - ed è una dichiarazione importante - che sotto l'amministrazione Trump il vostro governo pagherà o la vostra compagnia assicurativa sarà obbligata a pagare tutti i costi associati al trattamento di fecondazione in vitro, ai trattamenti di fecondazione per le donne. Perché vogliamo più bambini, per dirla in modo molto carino». Detto, fatto. Lo scorso 18 febbraio Trump ha emanato un ordine esecutivo dal titolo Ampliare l'accesso alla fecondazione in vitro. In esso possiamo leggere che «gli americani hanno bisogno di un accesso agevole alla FIV e di opzioni di trattamento più convenienti, poiché il costo per ciclo può variare da $ 12.000 a $ 25.000. Fornire supporto, consapevolezza e accesso a trattamenti per la fertilità convenienti può aiutare queste famiglie a percorrere il loro cammino verso la genitorialità con speranza e sicurezza. [...] Riduzione dei costi e dei limiti all'accesso alla fecondazione in vitro. Entro 90 giorni dalla data del presente ordine, l'Assistente del Presidente per la politica interna dovrà presentare al Presidente un elenco di raccomandazioni politiche sulla tutela dell'accesso alla fecondazione in vitro e sulla riduzione radicale dei costi diretti e di quelli del piano sanitario per il trattamento di fecondazione in vitro».
RADDOPPIO DELLE NASCITE TRAMITE PROVETTA La gratuità totale o parziale della fecondazione artificiale che l'amministrazione Trump vuole offrire ai cittadini americani porterà ad un ampliamento del bacino di utenza verso questa pratica. Non solo, ma, diventando più economica la Fivet, le donne saranno spinte a produrre più ovociti, a sottoporsi a più cicli e a programmare la propria maternità in età molto matura. Tanto ci sarà lo Stato o le assicurazioni che pagheranno. Si pensa che grazie a questi finanziamenti il ricorso alla fecondazione in vitro raddoppierà. Ora il numero di nascite tramite provetta negli Stati Uniti è al 2%. In Francia i nati da provetta sono il 4% e lì la fecondazione extracorporea è pagata dallo Stato. Possibile se non probabile che quindi dal 2% si passi al 4% anche negli USA. Una proporzione validata anche da uno studio scientifico dal titolo in italiano L'economia dell'infertilità: prove dalla medicina riproduttiva, pubblicato a febbraio di quest'anno sul National Bureau of Economic Research. Gli autori dello studio ci informano che «il tasso di accesso alla fecondazione in vitro si dimezza quando [la fecondazione in vitro] non è coperta dall'assicurazione sanitaria». A conclusioni simili è giunto anche un altro studio, del 2022, pubblicato su Reproductive Sciences e dal titolo in italiano Il futuro della fecondazione in vitro: la nuova normalità nella riproduzione umana: «Sebbene l'accesso e l'utilizzo della fecondazione in vitro varino notevolmente a livello globale, la pratica rappresenta ora il concepimento di oltre il 5% di tutti i neonati in alcuni paesi europei in cui la fecondazione in vitro è più conveniente e/o è coperta dall'assicurazione», si legge nell'articolo scientifico. Dunque, se negli USA l'accesso alla provetta diventerà più vantaggioso dal punto di vista economico, dovremo aspettarci almeno un raddoppio di richieste rispetto a quelle attuali.
IL 90% DEGLI EMBRIONI PRODOTTI MUORE Questo comporta, tra i numerosi effetti negativi, anche un raddoppio del numero di embrioni morti in provetta. È infatti noto che più del 90% degli embrioni prodotti muoia, soprattutto perché scartato. Se andiamo a stimare al 4% la quota futura di nati in provetta rispetto al numero di nascite annuali negli USA e se fissiamo al 93% la quota di embrioni deceduti, possiamo calcolare in un milione e 900 mila il numero di embrioni che moriranno all'anno anche a causa dell'ordine esecutivo di Trump, numero che è quasi il doppio di quello dell'aborto procurato che si assesta intorno al milione all'anno. Una strage. Tutto questo ci porta ad articolare una riflessione su The Donald. Da una parte è errato divinizzarlo e credere che sia il Pio XIII delle battaglie pro vita. Non solo sulla fecondazione artificiale Trump ha assunto posizioni eterodosse, ma anche sull'aborto il suo approccio è stato ondivago nel tempo (clicca qui e qui), seppur a conti fatti sia innegabile che Trump sia stato finora il presidente più pro life di sempre. Su altro fronte non bisogna assolutizzare queste sue decisioni fortemente liberal, ossia non si deve cadere nell'errore di buttar via l'acqua sporca con il bambino. Ciò che invece è necessario, per Trump come per moltissimi altri temi, è comportarsi come san Paolo insegnava: «Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (1 Ts, 5,21). È l'arte del distinguo, arte sconosciuta ai fanatici, ai massimalisti, agli integralisti, agli ideologi, a coloro che ragionano per tesi precostituite e a coloro che vivono nelle torri eburnee degli a priori. Occorre quindi saper discernere i fatti buoni da quelli cattivi, riconoscere l'ottimo e il pessimo, l'errore dalla verità. Separare il grano dalla pula. E il grano e la pula, a dire la verità, sono sempre presenti in quasi tutte le nostre scelte. Non solo in quelle del presidente degli Stati Uniti.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 febbraio 2025
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IL ROBOT DA AMARE, L'ULTIMO FRUTTO DELLA DISUMANIZZAZIONE
Si chiama Lovot ed è un robot che dovrebbe amarci e ricevere amore... ma amare è l'atto più libero che esista, non può essere a comando e dipendere da algoritmi
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31 ottobre 2024
Una volta c'era l'amore di plastica. Ora c'è quello in silicio. Si chiama Lovot, crasi transumana tra i termini "love" e "robot". Lovot è un robot che nei vaneggiamenti dei suoi creatori giapponesi ci dovrebbe amare e ricevere amore. Groove X è la società che ha ideato Lovot, specializzata, così si esprimono gli addetti ai lavori, nella robotica emozionale. E noi, ancora naif, che pensavamo che le emozioni fossero fatte di vento e di riflessi di stelle. Il ceo della compagnia, Kaname Hayashi, ha spiegato come funziona questo amante di latta: «Nel suo cervello abbiamo inserito un superprocessore sofisticatissimo. Non può pronunciare parole ma può capire i nostri stati d'animo, quello che ci fa stare bene e darcelo. Per esempio, vivi da solo, torni a casa dopo una lunga giornata di lavoro, non c'è nessuno, entri e trovi Lovot davanti all'ingresso che ti aspetta. E lui è davvero emozionato. Noi abbiamo visto che se lo accarezzi, lo ami giorno dopo giorno, lui si affeziona a te. E tu ti affezioni a lui. E dopo pochi mesi si crea una sorta di relazione». Relazione buona per il lettino dell'analista, glossiamo noi. Poi Hayashi aggiunge: «Non sarà una creatura vivente, ma stringerlo o anche solo guardarlo, scalda il cuore. Noi per vivere abbiamo bisogno di provare sentimenti. Possiamo amare gli esseri umani certo, ma amare un essere umano è qualcosa di troppo coinvolgente dal punto di vista emotivo. È veramente complicato. E noi vediamo sempre più persone stanche delle relazioni umane. Cani e gatti sono una grande fonte d'amore, ma muoiono. Mentre Lovot non muore mai». Davvero l'amore è eterno e ci voleva Lovot per darne prova. Dunque, pagando solo 3.000 euro per l'acquisto e 100 euro al mese per gli aggiornamenti - perché, si sa, l'amore muore se non ci si rinnova sempre nelle relazioni - puoi comprarti un distributore automatico di emozioni, anzi di illusioni. Ad oggi sono ben 14.000 i giapponesi che si sono fatti fregare dalla Groove X. Fregare, sì, perché Lovot non ti ama, bensì è programmato per rispondere in modo da regalarti piacere e soddisfazioni a comando. Il suo "amore" è determinato dagli algoritmi e quindi in ultima istanza dai suoi creatori. Perciò alla fine sono loro che ti amano, ma solo in quanto cliente e di certo amano di più il tuo portafoglio. Amare è l'atto più libero che esista, tanto che anche Dio, che è onnipotente, si arresta alle soglie della nostra libertà e se non vogliamo amarlo Lui non può coartare la nostra libertà, perché una libertà costretta non è più tale. Lovot non sceglie di amare il proprio padrone, ma compie solo azioni piacevoli per noi, azioni già previste come risposte precise ad alcuni stimoli. Non sceglie perché proprio non ha la capacità di scegliere, dato che la libertà è facoltà dell'anima razionale. Chip questo di cui è sprovvisto Lovot e tutti i robot del futuro, perché chip di natura spirituale. Amare è quindi un affare esclusivo dell'anima, che non può essere robotizzata, programmata, costruita in laboratorio. L'anima è un monopolio delle persone e non potrà mai essere contenuta in un hardware. Lovot può solo simulare le emozioni, ma non le vive per il semplice motivo che non è vivo. Dunque questa invenzione fa rima con finzione, un deprimente inganno di cui i proprietari alla fine saranno pure consapevoli. Un paradiso artificiale a cui si accede non più drogandosi di Extasy, bensì di intelligenza artificiale. Lovot è il frutto tecnologico della solitudine, di cui avevamo parlato qualche giorno fa a proposito delle culle vuote. Nei primi mesi del 2024 ben 22.000 giapponesi sono morti da soli nelle proprie case. Forse solo Lovot avrà pianto qualche lacrima artificiale per costoro. Tremila anziani, poi, sono voluti andare in carcere per non rimanere soli a casa e, a tale scopo, si sono umiliati nel compiere qualche piccolo reato. Meglio il carcere fatto di cemento, però abitato da altri detenuti, del carcere fatto di solitudine, dove l'isolamento diurno e notturno dura una vita. Lovot allora è il parto della desolazione delle esistenze, dell'abbandono della compagnia umana, della desertificazione delle relazioni già perfettamente compiuta nei social, che tutto sono fuorché social. Lovot, in definitiva, non è un surrogato di una persona, bensì è la resa plastica della nostra sconfitta come uomini, del tradimento dell'impegno, inciso nelle nostre carni, di amare il prossimo. Abbiamo delegato ad un robot la nostra umanità. E questo è semplicemente disumano.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31 ottobre 2024
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LE STRATEGIE PER TINGERE LA CHIESA DI ARCOBALENO
Il cardinale di Chicago vuole superare lo ''scoglio'' della dottrina per far accettare ai cattolici l'omosessualità e la transessualità (invece Trump ha scelto Marco Rubio)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28 gennaio 2025
Recentemente il cardinal Blase J. Cupich di Chicago, notoriamente ascrivibile all'area liberalprogressista, ha scritto un articolo sul sito Outreach. Questo è uno dei principali portali statunitensi che si cimentano nella diffusione del credo LGBT in seno alla Chiesa cattolica. Il suo fondatore è il famigerato sacerdote gesuita James Martin, alfiere delle battaglie arcobaleno in casa nostra. L'articolo del card. Cupich sintetizza in sé i principali snodi concettuali che negli ultimi anni si stanno utilizzando nella Chiesa cattolica per sdoganare l'omosessualità e la transessualità. Vediamo dunque quali sono. Il primo è il riferimento al Magistero, ossia l'appello al principio di autorità. Cupich cita uno stralcio di una lettera del 2021 dell'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis F. Ladaria, in cui quest'ultimo rispondeva all'arcivescovo José H. Gomez, ai tempi presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, sul tema dell'accesso alla comunione per quei politici favorevoli all'aborto ed eutanasia. Il cardinale di Chicago ricorda che Ladaria esortava i vescovi statunitensi a «dialogare con i politici cattolici che, all'interno delle loro giurisdizioni, adottano una posizione pro-choice riguardo alla legislazione sull'aborto, all'eutanasia o ad altri mali morali, come mezzo per comprendere la natura delle loro posizioni e la loro comprensione dell'insegnamento cattolico». Da qui l'analogia: «Questo approccio di mettere da parte i nostri preconcetti e di ascoltare veramente si applica anche al modo in cui i leader della chiesa dovrebbero considerare le persone in una varietà di situazioni di vita. Ciò include [...] i cattolici LGBTQ». Naturalmente la strategia impone di selezionare solo alcuni passaggi del Magistero e non altri e soprattutto impone di citarli fuori contesto. Infatti, sul primo versante, Cupich non cita il canone 915 del Codice di Diritto Canonico che vieta di comunicare coloro i quali «ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto». Persone omosessuali e transessuali comprese, se sono in stato di peccato mortale noto a tutti. Sul secondo versante, Cupich volutamente non aggiunge che il cardinal Ladaria in quella lettera non dava il via libera alla comunione ai politici pro-choice. Più a monte il cardinale di Chicago omette di dire che la dottrina della Chiesa su omosessualità e transessualità non è cambiata, dunque chi critica l'una e l'altra è fedele all'insegnamento del Magistero e non è affetto da preconcetti, come invece asserisce Cupich.
IL VITTIMISMO La seconda strategia utile per tingere di arcobaleno le nostre chiese è il vittimismo. Lasciamo il lapis a Cupich: «Un numero schiacciante di cattolici LGBTQ che ho incontrato mi ha detto di soffrire di un senso di alienazione proprio perché si sentono preventivamente giudicati ed esclusi.[...] Raccontano storie in cui sono stati ostracizzati, persino cacciati dalle loro case quando hanno raccontato ai loro genitori il proprio orientamento sessuale. [...] Una persona mi ha detto che il modo in cui sono stati banditi, evitati e persino odiati li ha portati a concludere che essere gay li rendeva dei lebbrosi moderni. Tragicamente, questo tipo di alienazione può portare a idee suicide». La tattica è semplice: se fai passare una categoria di persone per vittime tu sei portato a solidarizzare con loro e quindi, successivamente, è più facile accettare anche la loro condizione e le loro scelte. In sintesi il percorso è il seguente: accogliere la persona omosessuale perché vittima per poi accogliere l'omosessualità. Il vittimismo gay di impronta cattolica, inoltre, volutamente mischia, da una parte, la critica legittima e doverosa su omosessualità e transessualità e, su altro fronte, gli atti di ingiusta discriminazione (insulti, pestaggi, gesti di non accoglienza immotivati, etc.), qualificando così la critica come atto di ingiusta discriminazione. Proseguiamo con una terza strategia: mettere in luce le condotte positive delle persone omosessuali e transessuali. Così Cupich: «costoro partecipano alla messa. Si impegnano nella vita parrocchiale dove sono accolti. Pregano ogni giorno e praticano opere di misericordia, in particolare l'assistenza ai poveri». La censura della morale naturale e quindi cattolica sull'omosessualità e transessualità e relative condotte non esclude, ovviamente, che le persone omosessuali e transessuali possano compiere atti buoni. Ciò detto, uno tra gli esempi proposti dal cardinale però non porta, o meglio: non dovrebbe portare acqua al suo mulino, ma anzi la toglie. Infatti bene che la persona omosessuale preghi, partecipi alla messa e compia atti di misericordia. In merito invece alla partecipazione alla vita parrocchiale, sottintendendo quindi lo svolgimento di servizi utili alla parrocchia, occorre evitare lo scandalo. Aspetto su cui ovviamente il cardinale glissa. A margine: bene, come si diceva, che la persona omosessuale e transessuale preghi, sia caritatevole, etc., ma tutto ciò anche al fine di uscire dalla propria condizione.
LE STRATEGIE IN ATTO Altra tattica è quella di inserire condotte di per sé meritorie nella condizione omosessuale al fine sempre di legittimare quest'ultima. Torniamo all'articolo pubblicato su Outreach: «Molte persone LGBTQ imparano e sanno anche cosa sia l'amore sacrificale, quando assumono il ruolo di genitori di bambini che altrimenti non avrebbero una casa». Intanto è difficilmente difendibile l'affermazione che i bambini non adottati da coppie gay non avrebbero una casa. La lista di attesa per l'adozione formata da coppie eterosessuali è lunghissima. Ma, al di là di questo, dal momento che, secondo la dottrina cattolica, la condizione omosessuale per sua natura è disordinata, ne discende il fatto che la stessa relazione omosessuale è disordinata e quindi il minore inserito in tale relazione non trova il contesto ideale per crescere in modo sano. Questo giudizio è anche confermato da moltissimi studi. La strategia di richiamare una condotta di per sé eticamente lecita all'interno della relazione omosessuale è ancora più marcata in questo passaggio: «ciò che è stato chiaro nelle mie conversazioni con i cattolici LGBTQ è che danno molta priorità alle espressioni di amore e intimità che siano in linea con l'insegnamento della chiesa. Infatti, tendono a vedere una relazione con un partner come un tentativo di stabilire stabilità nelle loro vite di fronte alla promiscuità che a volte è presente sia nelle comunità gay che in quelle eterosessuali». La fedeltà alla relazione omosessuale sarebbe un merito perché contrasta la promiscuità. Questa la conclusione del cardinale. Sulla stessa linea un'ulteriore precisazione che segue immediatamente quella precedente sulla promiscuità: «L'impegno pastorale verso la popolazione LGBTQ dovrebbe sempre includere la chiamata del Vangelo a vivere una vita casta e virtuosa [...]. Dopotutto, siamo tutti chiamati alla castità». L'annotazione è furba. Si menziona la virtù della castità a cui tutti siamo chiamati, sposi compresi. Se quindi anche questi ultimi devono essere casti e ciò non significa per costoro astensione dai rapporti, questo vuol dire che quando il catechismo afferma che «le persone omosessuali sono chiamate alla castità» (n. 2359) sta indicando a queste ultime un modo di vivere la castità identico a quello a cui si devono ispirare le coppie sposate eterosessuali, non vietando perciò i rapporti intimi. In breve il cardinal Cupich ci ha offerto una efficace sintesi delle strategie in atto affinché l'ideologia gender possa essere erroneamente recepita come dottrina cattolica.
Nota di BastaBugie: per una boccata d'ossigeno bisogna andare a vedere cosa sta succedendo negli USA dopo la seconda elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Nell'articolo seguente dal titolo "Un Segretario di Stato anti-LGBT" si parla Marco Rubio, Segretario di Stato negli USA di Trump. Ha posizioni nette in materia di rivendicazioni LGBT. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 dicembre 2025: Marco Rubio sarà il prossimo Segretario di Stato della presidenza Trump. Le sue posizioni in materia di rivendicazioni LGBT sono molto significative. Nel 2015 quando la Corte Suprema aveva legalizzato il "matrimonio" gay, Rubio affermò che era una decisione che «costringe le persone a peccare» e una «stupida perdita di tempo». Votò anche contro il Respect for Marriage Act legge a tutela delle "nozze" omosex e all'Equality Act, legge chiaramente di impronta LGBT. Sulle adozioni gay disse; «Non possiamo permettere che i bambini più svantaggiati dello stato diventino parte di un esperimento sociale». Appoggiò poi la legge Don't Say Gay, del governatore Ron DeSantis, che vieta la propaganda arcobaleno nelle scuole, e la legge Protection of Women and Girls in Sports Act, che in materia sportiva fa riferimento al sesso biologico e non alla cosiddetta identità di genere. Inoltre ha criticato la possibilità per i transessuali di entrare nei bagni pubblici riservati alle donne. Ha giudicato poi dannose per i bambini i trattamenti per il "cambio" di sesso nei minori. Ha sostenuto infine una proposta di legge che avrebbe voluto vietare l'accesso alle persone transessuali nell'esercito.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28 gennaio 2025
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FINE VITA, UN SONDAGGIO DI SALVINI SVELA L'IPOCRISIA LEGHISTA
La Lombardia, a guida leghista, con una mano ha firmato la bocciatura dell'aiuto al suicidio e con l'altra ha fornito il farmaco letale per praticarlo (e il sondaggio di Salvini svela l'ipocrisia)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 febbraio 2025
Ennesimo caso di suicidio assistito in Italia e primo in Lombardia. Lei è Serena, nome di fantasia, aveva 50 anni e da 30 soffriva di sclerosi multipla. Si è suicidata il mese scorso con l'aiuto dell'onnipresente Associazione Luca Coscioni. La vicenda è andata così: i responsabili di Ats e Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano, dopo aver visitato la donna, inviano una relazione al comitato etico e questo conferma la presenza dei requisiti per l'accesso all'aiuto al suicidio previsti dalla Corte costituzionale (clicca qui e qui). L'Asst allora indica il farmaco letale e la relativa strumentazione da usarsi che viene ritirata dal dott. Mario Riccio, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni e medico che aiutò a suo tempo Piergiorgio Welby a morire. Al di là delle ovvie riserve morali, questa vicenda solleva qualche problema di carattere giuridico e politico. In primo luogo a fine novembre la maggioranza di centrodestra aveva approvato una pregiudiziale di incostituzionalità contro una proposta di legge regionale che voleva legittimare, così come è avvenuto di recente in Toscana, il suicidio assistito. La legge regionale non passò, perché il suicidio medicalmente assistito è materia di competenza del Parlamento, non delle singole regioni. Quindi la Regione, a guida leghista, con una mano ha firmato la bocciatura dell'aiuto al suicidio e con l'altra ha fornito il farmaco letale per praticare il suicidio assistito.
CENTRODESTRA SPACCATO Seconda anomalia rilevata, questa volta, dal consigliere regionale lombardo di Fratelli d'Italia Matteo Forte: «Il Servizio sanitario può arrivare al momento della valutazione delle condizioni previste dalla Corte costituzionale [...]. Per tutto quel che riguarda l'identificazione e la prescrizione del farmaco, ad oggi non esiste alcuna competenza del Servizio sanitario». Ciò corrisponde a quanto indicato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 242/2019 e a quanto asserito dalla stessa direzione Welfare della Regione Lombardia, la quale, sottoposta ad esame da parte delle commissioni Affari istituzionali e Sanità della Lombardia lo scorso 23 settembre, esplicitamente dichiarò: «Noi arriviamo fino al momento della valutazione». L'assessore al Welfare Guido Bertolaso invece diede semaforo verde anche per l'identificazione e prescrizione del farmaco. Quindi su questo tema il centrodestra si trova spaccato. Fratelli d'Italia frena, mentre il governatore leghista Fontana vorrebbe accelerare. Il suo compagno di partito Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha di recente annunciato la pubblicazione di una circolare per tutte le aziende sanitarie affinché si stabiliscano regole comuni per l'accesso all'aiuto al suicidio, nonostante il fatto che anche nella sua Regione la legge di iniziativa popolare Liberi subito, voluta da radicali, non fosse passata. Zaia, a Repubblica, si è detto favorevole ad una legge ad hoc varata dal Parlamento, così come richiesto dalla Consulta, legge che andrebbe ad implementare, sul versante del suicidio assistito, la legge 219/17 che ha già legittimato alcune condotte eutanasiche. Zaia ha poi aggiunto: «Lo dico con rispetto, da cattolico. [...] È doveroso rispettare le idee di tutti, non offendere nessuno, ma il mantra per me resta: la tua libertà finisce dove inizia la mia e viceversa». Ma se sei cattolico non puoi essere a favore del suicidio. È molto semplice.
L'APPELLO DEI RADICALI È poi di queste ore l'appello dei radicali Marco Cappato e Filomena Gallo, forti della vittoria ottenuta in Toscana, al presidente della Regione Massimiliano Fedriga affinché «seppellisca l'ascia delle guerre ideologiche e si confronti nel merito delle procedure più adeguate per tutelare le persone che soffrono e gli stessi medici». Anche in Friuli una legge sull'aiuto al suicidio fu bocciata e il leghista Fedriga fu favorevole al suo affossamento, ma questo non ha impedito l'accesso a tale pratica per vie amministrative. Una parentesi a proposito della Toscana: il Partito Democratico ha presentato una proposta per togliere 30mila euro del bilancio a favore del fondo disabilità e destinarli alla pratica del suicidio assistito. Una proposta che svela le reali priorità del PD: l'eutanasia sopra tutto e sopra tutti, disabili compresi. Ma torniamo ai leghisti. Da ultimo Matteo Salvini ha lanciato un sondaggio sui social: «Sarebbe giusto, secondo te, che il Parlamento approvasse una legge sul "fine vita", per stabilire criteri, modi e tempi per permettere ai malati terminali di decidere, in piena coscienza, di porre fine alla propria esistenza?». Forse il miglior commento a questo sondaggio lo abbiamo trovato in un post di un ex leghista, il consigliere della Regione Emilia Romagna Matteo Montevecchi che su Facebook così risponde al Capitano: «Al di là di come la si pensi sul singolo tema, non si può non rimanere quantomeno sconcertati da come Salvini tratta certe tematiche. Forse ha confuso la politica per la corsa alla nomination del Grande Fratello. [...] In questo caso chiede al "pubblico da casa" cosa ne pensi riguardo al suicidio assistito. La politica, che dovrebbe indicare una direzione e saperla argomentare, ridotta a "faccio il sondaggio e così determino la mia posizione in merito". [...] Qualche anno fa ti difesi, ma oggi alla prossima sventolata del Rosario userò le parole corrette: si chiama ipocrisia».
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 febbraio 2025
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OMELIA VIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 6,39-45)
La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
La pagina evangelica che abbiamo ascoltato più che riferire un discorso organico di Gesù, riproduce alcune frasi da lui pronunciate verosimilmente in contesti diversi, ma tutte ricche di verità e di sapienza. Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in una buca? (Lc 6,39). Con questo paragone così semplice ed efficace è presumibile che il Signore prenda di mira i farisei, che pretendevano di insegnare al popolo la strada che conduce a Dio, mentre essi stessi non riuscivano a capire il disegno divino di salvezza né ad accogliere l'inviato del Padre. Ma l'ammonimento è di grande attualità anche ai nostri giorni, quando tanta gente è smarrita, ha perso ogni punto di riferimento; quando molti, invece di ascoltare l'unico vero maestro, che ci parla per mezzo del Vangelo autenticamente presentato dalla sua Chiesa, si rivolgono a persone che in merito alle scelte esistenziali di fondo, al comportamento morale, alla soluzione da dare alle questioni davvero serie, ne sanno meno di loro. Sarebbe perfino comico, se non fosse drammatico, vedere con quanta facilità per i problemi della loro coscienza molti si affidano alle rubriche radiofoniche, televisive e dei rotocalchi, dove improvvisati direttori di spirito dispensano consigli con una autorevolezza che non pare per niente giustificata, vista la superficialità, la frivolezza e talvolta l'insensatezza che troppo spesso dimostrano: ciechi che guidano ciechi. E a dimostrare che, quando illanguidisce la fede, finisce sempre col deteriorarsi anche la ragione, molti nostri contemporanei, per orientarsi nelle decisioni anche importanti da prendere, non trovano di meglio che consultare gli estensori di oroscopi. E così si avvera quanto san Paolo scrive di coloro che non vogliono aprire la mente e il cuore al Dio vivo e vero: Hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa (Rm 1,21). Noi invece riconosciamo di avere qui, nella parola di Dio che ogni settimana ci viene annunziata, la sorgente di una luce che può davvero illuminare le nostre tenebre e dissipare i dubbi e le incertezze che tutti possiamo sperimentare. A noi è dato di trovare un aiuto determinante in coloro che parlano legittimamente in nome del Figlio di Dio nostro Salvatore, e ricevono da lui la missione di condurre il suo gregge sul giusto cammino della salvezza. E di questo dobbiamo sentire profonda riconoscenza verso il Signore, che non ci ha abbandonati a noi stessi nel buio di questo mondo.
GESÙ CI INVITA A CORREGGERE NOI STESSI PRIMA CHE GLI ALTRI Ma anche tra noi, fraternamente, possiamo aiutarci a non uscire di strada. Su questo punto però Gesù con molto buon senso - mediante le figure paradossali della pagliuzza e della trave - avverte che prima di correggere gli altri dobbiamo impegnarci a correggere noi stessi, perché è troppo facile deplorare nel prossimo i medesimi difetti che, in misura anche più grave e vistosa, tolleriamo tranquillamente in noi, o addirittura non ci accorgiamo nemmeno di avere. Anzi, nel guazzabuglio del cuore umano è normale diventare critici tanto più impietosi degli altri quanto più ci allontaniamo noi dalla giustizia. I santi, che erano severi con se stessi, di solito erano comprensivi e indulgenti col loro prossimo, e, più che rimprovera re, insegnavano e trascinavano col loro esempio. Su questo argomento merita di essere ricordata l'osservazione acuta di sant'Agostino: «Cercate di acquisire voi le virtù che ritenete manchino nei vostri fratelli, e non vedrete più i loro difetti, perché sarete voi a non averli» (Enarrationes in psalmos 30,2,7).
LA BONTÀ DEL NOSTRO CUORE EDIFICA CHI CI STA INTORNO In ogni caso, ci dice Gesù, noi riusciremo a migliorare chi ci sta intorno a misura che siamo buoni noi di dentro. Non dalla bellezza delle nostre parole, non dal fascino della nostra immagine (contro i convincimenti diffusi di questa nostra epoca televisiva), ma dalla bontà del nostro cuore può irradiarsi da noi un'azione veramente ed efficacemente benefica. L'uomo buono - abbiamo ascoltato - trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore, l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore (Lc 6,45). Il Signore insiste a farci capire che, più che quello che si dice, più che quello che si fa, nell'ordine dei valori veri conta quello che si è; e a questo scopo ci propone il paragone comprensibile a tutti dell'albero. Ogni albero dà o non dà frutti pregiati non a seconda della sua apparenza esteriore, ma a seconda della virtù produttiva che porta in sé. Ci sono alberi bellissimi da vedere, che sono del tutto infecondi: sono in grado di produrre soltanto fogliame. E ci sono alberi magari dimessi e senza splendore, che alla stagione opportuna offrono un raccolto abbondante e gustoso. Così è dell'uomo. Se lascia lavorare dentro di sé la grazia vivificante dello Spirito e si sforza di essere sempre più conforme all'ideale che il Signore Gesù è venuto a farci conoscere, allora effonde la fede, la speranza e l'amore attorno a sé, e tutti edifica con l'eccellenza delle sue opere. Altrimenti produce soltanto parole vuote e illusioni, appunto come una pianta che sia ricca soltanto di foglie.
Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.
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