BastaBugie n�916 del 12 marzo 2025

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1 LA STORIA DI SUOR CLARE CROCKETT NEL LIBRO ''SOLA CON IL SOLO''
Proclamata serva di Dio la religiosa nordirlandese ed ex attrice, morta a 33 anni, a cui Gesù disse: ''Se tu non riuscirai a camminare, io ti prenderò in braccio ma tu non mi lasciare'' (VIDEO: Canzone su suor Clare)
Autore: Valerio Pece - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 TRUMP ESCE DALL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA'... E FA BENISSIMO
Nei primi mesi del 2020, l'Oms definì l'aborto un servizio essenziale! Dopo USA e Argentina sarebbe bene che uscisse anche l'Italia
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia 21 febbraio 2025
3 LA MALATTIA DEL PAPA E LA DEVOZIONE AL PAPATO
Il contrasto tra la mortalità del Papa e l'immortalità della Chiesa
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
4 RINUNCE QUARESIMALI, ECCO VENTICINQUE ESEMPI
La Quaresima è iniziata: scopriamo ambiti specifici in cui le tentazioni sono più sottili e ci è richiesta qualche accortezza per stare all'erta
Autore: Redazione del Timone - Fonte: Sito del Timone
5 JIMMY CARTER, MORTO A 100 ANNI IL PRESIDENTE CHE VARO' LA NUOVA SINISTRA
Il presidente debole e perdente che traghettò la sinistra americana verso una visione post-cristiana arrivando a dire che ''anche Gesù sarebbe favorevole alle nozze gay''
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LO SVILUPPO DELLA DOTTRINA CATTOLICA SECONDO NEWMAN
I sette criteri di discernimento del santo cardinale Newman per riconoscere il vero sviluppo dottrinale
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
7 OMELIA II DOM. QUARESIMA - ANNO C (Lc 9,28b-36)
Maestro, è bello per noi stare qui
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: Redazione di BastaBugie

1 - LA STORIA DI SUOR CLARE CROCKETT NEL LIBRO ''SOLA CON IL SOLO''
Proclamata serva di Dio la religiosa nordirlandese ed ex attrice, morta a 33 anni, a cui Gesù disse: ''Se tu non riuscirai a camminare, io ti prenderò in braccio ma tu non mi lasciare'' (VIDEO: Canzone su suor Clare)
Autore: Valerio Pece - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 aprile 2021

Della vulcanica e affascinante suor Clare Crockett, morta a 33 anni nel terribile terremoto che nel 2016 colpì l'Ecuador, la Nuova Bussola si era già occupata. Esattamente il 16 aprile di cinque anni fa la suora irlandese saliva al Cielo insieme a cinque candidate del Focolare della Madre e ad altri 400 ecuadoriani. In sua memoria esce oggi, nella traduzione italiana, il libro che descrive la sua figura: "Suor Clare Crockett. Sola con il Solo". Lo ha scritto suor Kristen Gardner, trentaquattrenne di Columbus, Ohio, che per via degli anni del postulandato passati insieme è stata molto vicina a suor Clare. Suor Kristen presenterà ufficialmente il libro, rispondendo alle domande del pubblico, alle ore 20 di oggi.
Raggiunta dalla Bussola a poche ora dalla presentazione di "Sola con il Solo", la suora americana ci racconta i singolari inizi, indiscutibilmente guidati da Dio in ogni dettaglio, di quella consorella morta in odore di santità. «Possiamo dire che il Signore si servì di un equivoco. All'invito di un'amica per "un viaggio gratis in Spagna", la giovane Clare Crockett rispose con un "sì" entusiasta. Della Spagna, però, cercava il sole e le spiagge, si ritrovò invece catapultata dentro un'intensa settimana di spiritualità in un antico monastero. L'aspirazione della giovane Clare in quel momento della sua vita era una sola: camminare sul tappeto rosso di Hollywood. Sognava di fare l'attrice e aveva tutti i numeri per farlo: voce, bellezza, personalità. Eppure, in quel Venerdì Santo del 2000, a 17 anni, mise da parte tutti i suoi sogni per un sogno più grande. Successe esattamente nell'attimo in cui incontrò da sola Cristo Crocifisso».

PERCHÉ CONTINUI A FERIRMI?
Quel passo, però, non fu semplice. Aggiunge suor Kristen: «Dopo quella forte esperienza estiva, tornata in Irlanda, Clare ricade nello stile di vita che aveva lasciato: partecipa alle riprese di un film ("Sunday", di Charles McDougall, regista di successo e autore della serie televisiva "Sex and the City", ndr) e il peccato torna a regnare nella sua anima». In una testimonianza confluita in "O tutto o niente!" - il commovente docufilm curato sempre da suor Kristen Gardner - fu la stessa suor Clare a confessarlo: «Vivevo male, in peccato mortale. Bevevo molto, iniziai a fumare droghe, continuavo a far tardi con gli amici. Ero uguale a prima, non avevo la forza di tagliare con tutto. Ovviamente non avevo questa forza solo perché non avevo chiesto aiuto al Signore». Il Signore però voleva fortissimamente il cuore di quella ragazza. Così, una notte che Clare esagerò con l'alcol, sentì Gesù che le diceva: «Perché continui a ferirmi?».
Suor Kristen Gardner confessa che furono due i momenti più difficili per la suora irlandese. «È vero che l'estate successiva a quella in cui partecipò alla Settimana Santa in Spagna - racconta la biografa di suor Clare alla Bussola - entrò da postulante nella nostra casa. È vero anche, però, che il suo manager la tartassava, chiamando un giorno sì e uno no per parlarle del ruolo da protagonista che avrebbe avuto in un nuovo film. Era il 2001. Non fu semplice per Clare, ma vinse l'amore per il Signore».
L'altro momento in cui suor Clare fu fortemente tentata fu l'anno prima di diventare suora. «Eravamo negli Stati Uniti, e il diavolo non poteva lasciarla in pace prima dell'appuntamento più importante», confida suor Kristen. «Leggendo attentamente i sei diari personali della nostra amata consorella, ci ha sorpreso un passaggio legato proprio a quel momento. Non sappiamo con quale modalità, ma suor Clare ricevette dal Signore queste precise parole: "Se tu non riuscirai a camminare, io ti prenderò in braccio ma tu non mi lasciare". Parole fortissime che lei ripeté in pubblico più volte e in tutta semplicità».
Le missioni a cui partecipò la suora nata a Derry nel 1982 sono state molte, faticose e multiformi. Lavorò a Belmonte, in Spagna, con le sfortunate ragazze di un collegio; quindi fu spostata a Jacksonville, in Florida, dove insegnò inglese e religione ai bambini della scuola dell'"Assunzione". Nel 2010 tornerà in Spagna, questa volta a Valencia, per assistere spiritualmente i malati in fase terminale. Un apostolato difficile. «Sicuramente arduo - ribadisce suor Kristen alla Bussola -, ma suor Clare ha sempre lavorato ovunque con la stessa gioia, qualunque opera prestasse. Era una trascinatrice infaticabile. Per capirla possiamo pensare all'immagine dell'"assegno in bianco": ogni giorno offriva al Signore un assegno in bianco affinché Egli potesse chiederle tutto ciò che voleva».

SOLA CON IL SOLO
Il titolo del libro, «Sola con il Solo», è preso dal motto che lo spagnolo Padre Rafael Alonso, settantatreenne fondatore del Focolare della Madre, diede a Clare Crockett il giorno in cui questa emise i voti perpetui. «In realtà - racconta suor Kristen - nella scelta del motto da parte del nostro fondatore, che a quella ragazza che andava a parlargli fumando ha creduto fin dal primissimo incontro, si nasconde un doppio significato. Innanzitutto, il giorno in cui prese i voti, a differenza di quanto comunemente accade, suor Clare si trovò sola. Dovevano essere in quattro suore ma tre lasciarono il Focolare poco prima. L'altro motivo è che nel già ricordato Venerdì Santo del 2000, quando Clare, mettendosi in fila con le mani in tasca, baciò la croce, si trovò sola con il Crocifisso. "Sola con il Solo", appunto. Senza, cioè, quelle maschere che facevano di lei una persona irresistibile, perennemente "contesa" ma fondamentalmente incapace di rimanere sola davanti alla sua vita».
In effetti quel faccia a faccia in solitaria per l'allora diciassettenne Clare - che a 15 anni già presentava programmi giovanili per Channel 4 (tra più importanti canali televisivi del Regno Unito) e che veniva corteggiata dall'emittente statunitense Nickelodeon - si rivelò una catarsi, il vero spartiacque della sua vita. A liturgia conclusa le cronache raccontano che la trovarono con le lacrime agli occhi: «È morto per me! Mi ama! Perché nessuno me l'ha detto prima?».
Il libro nei mesi scorsi è già uscito in inglese e spagnolo. «Ci sono arrivate moltissime mail - spiega al nostro giornale suor Kristen - e la cosa che colpisce è che i messaggi arrivano da tutte le fasce d'età: i ragazzi sono affascinati dalla prima parte della sua vita, dal salto enorme fatto da suor Clare, dal suo stile da "O tutto o niente!"; le altre persone, invece, sono impressionate dalla profondità e maturità spirituale che dimostrò dopo. In ogni caso i 33 anni di vita terrena di suor Clare, con gli innumerevoli aneddoti e gli abissi d'amore attinti dai suoi preziosi diari, contengono un messaggio speciale per ognuno e sono una chiamata alla santità per tutti».

Nota di BastaBugie:
Ermes Dovico nell'articolo seguente dal titolo "Aperta la causa di suor Clare Crockett, nuova stella di Dio" racconta che è stata proclamata serva di Dio la religiosa nordirlandese ed ex attrice, morta a 33 anni, la cui vita sta ispirando e restituendo speranza a innumerevoli persone.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 gennaio 2025:

Domenica 12 gennaio, nella cattedrale di Alcalá de Henares (Spagna), è stata aperta solennemente la causa di beatificazione di suor Clare Crockett (14 novembre 1982 -16 aprile 2016). La giovane nordirlandese, appartenente alle Serve del Focolare della Madre e vittima del tremendo terremoto che colpì l'Ecuador il 16 aprile di nove anni fa, gode perciò adesso del titolo di serva di Dio.
A presiedere la cerimonia il vescovo Antonio Prieto Lucena, alla cui diocesi è stata concessa la competenza sulla causa, dopo il benestare dell'arcidiocesi ecuadoregna di Portoviejo (sul cui territorio è avvenuta la morte della religiosa) e del Dicastero per le Cause dei Santi. Come ha spiegato il vescovo di Alcalá, il tribunale eletto per studiare la causa a livello diocesano avrà adesso il compito di «indagare approfonditamente la vita, le virtù, la fama di santità e le grazie e i favori ricevuti per intercessione di suor Clare, per provare l'eroicità delle sue virtù».
Se le virtù eroiche saranno provate, suor Clare potrà essere proclamata venerabile, passo che precede l'eventuale beatificazione (per la quale servirà poi il riconoscimento di un miracolo per sua intercessione) e canonizzazione (per la quale è richiesto, in via ordinaria, un secondo miracolo). Queste, in breve, le tappe fondamentali prima che suor Chiara Maria della Trinità e del Cuore di Maria - secondo il suo nome in religione completo e italianizzato - possa essere dichiarata santa.
In attesa che la Chiesa cattolica studi la causa con la dovuta prudenza, la fama di santità di suor Clare è già diffusa in mezzo mondo. E dalle testimonianze emerge come Gesù stia continuando a servirsi di questa sua sposa come uno strumento prediletto del suo piano di salvezza. «La sua gioia traboccante ha condotto molte anime, soprattutto di giovani, a scoprire che la vera felicità si trova unicamente in Dio. La sua coerenza di vita e la sua totale dedizione nei diversi apostolati che ha svolto in Spagna, negli Stati Uniti e in Ecuador sono riusciti a trasmettere il messaggio che solo Dio può saziare il cuore dell'uomo quando questi si dona completamente a Lui senza negargli nulla», ha dichiarato domenica in cattedrale la postulatrice suor Kristen Gardner, consorella di suor Clare, chiedendo formalmente l'apertura della causa.
Suor Kristen ha ricordato che i familiari di suor Clare hanno voluto seppellire la figlia nella sua città natale, Derry, in Irlanda del Nord. All'inizio le Serve del Focolare credevano che la loro consorella avesse la speciale missione di evangelizzare, dal Paradiso, la sua nazione d'origine. Ma presto hanno scoperto che quella di suor Clare è una missione molto più ampia, come attestano i messaggi e le email che la sua famiglia religiosa ha ricevuto «da più di 50 Paesi». Le testimonianze sono delle più varie. «Anime disperate, sull'orlo del suicidio, hanno recuperato la speranza; studenti universitari, persi nel vizio, hanno ricevuto la forza di tornare al Signore; cattolici tiepidi hanno recuperato il desiderio di essere santi», ha sintetizzato la postulatrice. Ragazzi e ragazze si sono sentiti ispirati a decidersi per la vita consacrata. Inoltre, «innumerevoli seminaristi e religiosi hanno detto che suor Clare ha salvato la loro vocazione, proprio quando pensavano di non avere altra scelta che voltare le spalle a Dio». Sempre suor Kristen ha spiegato che una nota comune di queste testimonianze è il fatto che «molti descrivono suor Clare come una loro amica, anche senza averla conosciuta». Ci sono pure testimonianze di grazie a livello corporale; persone che «parlano di miracoli» e che «ricorrono a suor Clare nei loro bisogni e si sentono ascoltate. Chiedono reliquie e che sia proclamata santa».
Una richiesta - ribadita appunto nella solenne cerimonia di domenica 12 gennaio - che era umanamente impensabile appena 25 anni fa, quando Clare Crockett (di cui la Bussola ha già scritto) era ancora un'adolescente che sognava di diventare un'attrice di Hollywood. Aveva tutte le carte in regola per riuscirci: talento, simpatia, fascino, una carriera già ben avviata in TV e a teatro, un manager. Una brillante figlia del nostro tempo, si potrebbe dire, che dopo i primi sacramenti aveva abbandonato la pratica religiosa.
Poi era giunto il 21 aprile 2000, Venerdì Santo, quando l'allora diciassettenne si trovava da qualche giorno in Spagna per un pellegrinaggio, a cui era stata coinvolta - "incastrata" da una sua amica - senza che ne avesse alcuna voglia. Quel Venerdì Santo la nostra Clare, che era solita restare fuori e fumare, entrò in cappella solo dopo essere stata sollecitata a farlo. Al momento dell'adorazione della croce, anche lei si alzò, si mise in fila verso il presbiterio e diede un bacio al chiodo che trafiggeva i piedi di Gesù. A liturgia conclusa, una suora la trovò in lacrime: «Egli è morto per me. Mi ama!... Perché nessuno me l'ha detto prima?».
Al ritorno in Irlanda del Nord, Clare avrebbe avuto ancora delle ricadute nel suo stile di vita precedente, fatto di disordine sessuale e alcol, a cui aggiunse il fumo di droghe. Una notte, mentre si trovava nel bagno di una discoteca, sul punto di vomitare per il troppo alcol, sentì il Signore dirle dentro di sé: «Perché Mi continui a ferire?». Fu la svolta definitiva, che le fece comprendere il male che stava facendo e come stesse sprecando la sua vita. La chiamata di Gesù a consacrarsi a Lui fu talmente forte che nulla poterono le tentazioni, le promesse del suo manager, le suppliche dei familiari. L'11 agosto 2001, festa della santa di cui porta il nome, Clare entrò come postulante tra le Serve del Focolare della Madre.
Da lì in poi, la sua vita è stata un crescendo di donazione a Dio e agli altri, nei vari luoghi in cui fu destinata. Da vera sposa del Crocifisso, un anno prima di morire, in un'email a padre Rafael Alonso, fondatore delle Serve del Focolare, scriveva: «Anche se il Venerdì Santo è un giorno triste, non so spiegare la gioia e il desiderio entusiasta che ho di soffrire per il Signore. Tutto mi sembra poco: la mancanza di riposo, il digiuno, il caldo, il dover dare retta alla gente... Tutto ciò che può costare mi riempie di gioia, perché mi fa stare vicino al Signore. (...) Sono rimasta a lungo davanti alla croce chiedendo la grazia di mai, mai dimenticare tutto ciò che il Signore e la Madonna hanno sofferto per me» (8 aprile 2015). La morte la colse, come per il suo Sposo, a 33 anni. Era il 16 aprile 2016 e quel giorno, durante l'ultimo pranzo, secondo la testimonianza di chi era con lei, aveva affermato: «Io non ho paura della morte. Perché dovrei avere paura della morte se vado da Colui con cui ho sempre anelato stare tutta la mia vita?».

DA PROMESSA STAR DI HOLLYWOOD... A SUORA IN VIA DI BEATIFICAZIONE: ''A DIO TUTTO, O NIENTE!''
Suor Clare Crockett fin da piccola viene spinta in un mondo fatto di fama, soldi e piacere senza freni... ma a 17 anni il Crocifisso la attira a sé: ''Perché continui a farmi soffrire?'' (VIDEO: Suor Clare, versione estesa)
di Costanza Signorelli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8078

VIDEO: O TUTTO, O NIENTE! di Don Roberto Fiscer (durata: 3 minuti)


https://www.youtube.com/watch?v=DVtepqmqJCo

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 aprile 2021

2 - TRUMP ESCE DALL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA'... E FA BENISSIMO
Nei primi mesi del 2020, l'Oms definì l'aborto un servizio essenziale! Dopo USA e Argentina sarebbe bene che uscisse anche l'Italia
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia 21 febbraio 2025

Lo aveva già annunciato nel corso del suo primo mandato e lo ha rifatto all'inizio di questo: Donald Trump ha annunciato l'uscita degli Stati Uniti dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Un annuncio a cui ne è seguito uno simile, ai primi di febbraio, da parte del presidente argentino Javier Milei, il quale ha motivato la scelta di far uscire il suo Paese dall'Oms parlando di «profonde divergenze sulla gestione della salute pubblica». Questo terremoto internazionale ha sollevato un dibattito che si è allargato anche al contesto italiano: a fine gennaio, infatti, il senatore della Lega Claudio Borghi ha depositato un «ddl per l'abrogazione del decreto legislativo del 1947 che ci lega all'Oms» e, nel Consiglio regionale della Lombardia, è stata approvata una mozione della Lega, sostenuta anche da Forza Italia e Fratelli d'Italia, che impegna la giunta regionale «a sostenere il governo nella valutazione di un eventuale disimpegno dall'Oms dell'Italia».

LE CRITICITÀ DELL'OMS
Ora, a prescindere dalle motivazioni per cui ciascuno dei citati esponenti e forze politiche appoggia l'uscita dall'Oms - o l'ha addirittura già decisa -, non pare superfluo un ragionamento sulle politiche bioetiche di tale organizzazione. Che, di fatto, sono ormai storicamente contrarie ai valori fondamentali della società, a partire da quello della vita; e questo sin da quando, nel 1985, l'ente si appiattì sull'interpretazione messa a punto due decenni prima dalle lobby abortiste riconoscendo la gravidanza solo a partire dall'avvenuto impianto dell'embrione nell'utero. Una menzogna che in tempi più recenti, nel 2019, ha portato l'Oms alla pubblicazione delle prime "Linee Guida sull'autocura" richiamando l'attenzione sulla cosiddetta «salute sessuale e riproduttiva» e, quindi, facendo dell'autocura - definita come «la capacità di individui, famiglie e comunità di prevenire e affrontare malattie, con o senza il supporto di un operatore sanitario» - un pretesto per sponsorizzare nuovamente l'aborto.
Ancora, appena scoppiata la pandemia, nei primi mesi del 2020, l'Oms - nella sua dichiarazione alla Daily Caller News Foundation - ha definito l'aborto nientemeno che un «servizio essenziale». Ma non si pensi ad un solo discorso di parole: oltre alle dichiarazioni, in favore delle politiche abortiste questa organizzazione ha investito anche parecchi quattrini. Quanti? Lo si può evincere spulciando il "Bilancio consuntivo 2022-2023 del Programma di riproduzione umana", stilando dall'Oms, appunto, dove a pagina 57 si afferma che l'8% del budget è stato impiegato per la pianificazione familiare e la contraccezione e, poi, l'11% per l'aborto cosiddetto sicuro. Con una semplice addizione, possiamo quindi affermare che il 19% dei soldi che l'Oms riceve per incentivare o tutelare la natalità - e stiamo parlando di diversi milioni di dollari - servono di fatto per lo scopo diametralmente opposto: impedire il concepimento o uccidere il nascituro.

NON SOLO L'ABORTO TRA LE OSCURITÀ DELL'OMS
L'Oms è anche sponsor della fecondazione extracorporea; nell'aprile 2023 ha pubblicato "Infertility prevalence estimates", un rapporto di 80 pagine da una parte per dire che una persona su 6, nel mondo, è affetta da infertilità, dall'altra per lamentare come «le soluzioni per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell'infertilità, tra cui le tecnologie di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro (FIV)» resterebbero «sottofinanziate e inaccessibili a molti a causa dei costi elevati»; quindi non è esagerato affermare che l'Oms tifi per più figli in provetta per tutti. Come ricordato da Pro Vita & Famiglia, l'Oms ha emanato anche linee guida sui transgender e tutto lascia pensare che, prima o poi, si voglia arrivare ad estenderne la validità anche per i giovanissimi. Ora, considerando - come ha dichiarato in Aula, proprio ad inizio febbraio, il Ministro della Salute Orazio Schillaci - che nel 2024 il nostro Paese ha contribuito all'Oms con 18 milioni di dollari come quota obbligatoria e con 7,8 milioni di dollari in contributi volontari, sarebbe il caso di chiedersi se non sarebbe opportuno, seguendo Trump e Milei, che anche l'Italia valutasse di uscire da questo ente, interrompendo di finanziarlo quanto meno nella quota obbligatoria, pari come si è appena detto a quasi 20 milioni di dollari. Parecchi soldi che, oggettivamente, potrebbero essere investiti in modo senza dubbio più utile ed equo, che finanziando una organizzazione che ne destina moltissimi per sostenere, nel mondo, l'aborto ed altre pratiche tutt'altro che eticamente accettabili.

Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Sprechi, interessi e pure spot alla pedofilia: usciamo dall'Oms" spiega come l'Oms abbia gestito malissimo la pandemia, dispensi contraddizioni, causi sprechi faraonici, ma diventa efficientissima nella sessualizzazione precoce dei bambini quasi vicina alla pedofilia. Ecco perché l'Italia deve uscire dall'Oms. Intervista a Claudio Borghi della Lega.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 26 febbraio 2025:

Se mai l'Italia dovesse uscire dall'Oms non avverrà con una suggestiva firma come fatto dal presidente statunitense Donald Trump, ma attraverso l'approvazione di una legge parlamentare che abroghi il decreto legislativo che recepisce il regolamento dell'Oms. Ma da qui al voto definitivo il cammino per il senatore Claudio Borghi e il collega deputato Alberto Bagnai è ancora molto lungo. Intanto però i due esponenti leghisti hanno depositato un disegno di legge, sia alla Camera che al Senato, che dovrà essere calendarizzato.
La necessità per il nostro paese di uscire dall'Organizzazione Mondiale della Sanità risponde principalmente a due criteri: uno di sovranità nazionale e l'altro di risparmio.
Entrambi sono per Borghi di importanza capitale tanto che per avviare il dibattito, ha ospitato un convegno in Senato alla presenza dei medici Vanni Frajese, Rita Gismondo e Roy De Vita e del costituzionalista Giuseppe Franco Ferrari.
Una battaglia utopistica? Può darsi, ma Borghi di battaglie "utopistiche" se ne intende: fu lui già nel 2021, in piena campagna vaccinale di massa a sollevare i primi dubbi sugli effetti dei vaccini anti covid e sulla loro sicurezza, tanto da auspicare per primo una Commissione di indagine parlamentare sulla gestione della pandemia con la nuova legislatura. Oggi quella Commissione è realtà ed è retta da Marco Lisei di Fratelli d'Italia e sta operando pur tra mille difficoltà per scoprire le tante verità non dette. La Bussola lo ha intervistato.
Senatore, perché ha messo nel mirino l'OMS?
"Mettere nel mirino" è una parola che mi scoccia, perché io non voglio sparare a nessuno, ma vorrei soltanto aumentare il livello di consapevolezza di cittadini e istituzioni in merito all'influenza degli organismi sovranazionali perché sono una parte silente delle cessioni di sovranità tale per cui si ha quel deficit di democrazia che i cittadini percepiscono.
Con quali risultati?
La sensazione che la politica sia inutile perché indipendentemente da chi si vota si portano avanti sempre gli stessi interessi. E noi politici ci troviamo sempre nella situazione di allargare le braccia e dire: "Eh, ma non posso farci niente". Ma allora hanno ragione i cittadini a non votarci. Ecco, io vorrei rompere questo schema.
E vuole romperlo uscendo dall'Oms?
Finché non si comprende che l'Organizzazione Mondiale della Sanità opera delle ingerenze verso la nostra politica sanitaria ed economica non si potrà comprendere la necessità di uscirne.
Lei come l'ha capito?
L'ho capito con il tentativo di approvazione del nuovo piano pandemico in cui l'Oms pretendeva ancor più potere di quello che ha oggi.
Eppure, non dovrebbe essere un organismo di potere, ma solo consultivo...
Allora se non ha potere perché le devo dare 3 miliardi di bilancio all'anno? Tra stipendi e spese di rappresentanza ci sono alcune cose che ne fanno capire l'intrinseca inutilità.
Ad esempio?
In Africa manda medicine per 45 milioni di dollari, ma solo il costo dei biglietti e le spese di rappresentanza ammontano a 54 milioni. Se pensiamo ad esempio che il nostro contingente militare in Niger potrebbe tranquillamente fornirne a costo zero ci rendiamo conto che tutto questo spreco non ha senso.
L'Italia quanto dà all'Oms?
100 milioni per bilancio è il nostro contributo, sia diretto che indiretto. Abbiamo una sede a Venezia che viene pagata da noi e poi c'è la quota parte dell'Unione Europa, che comunque ricade sul nostro Paese.
Nel mio libro Vaccinocrazia ricostruisco le dinamiche che hanno portato l'Oms ad essere determinante per l'imposizione dei vaccini anti covid, ma perché vincolata agli interessi dei suoi finanziatori privati, come Bill Gates. Non potrà uscirne senza affrontare questo non trascurabile scoglio...
E proprio perché ha un'influenza penetrante da parte di privati che hanno interesse a determinati trattamenti medici, come i vaccini e simili, viene il dubbio che non siano del tutto disinteressate le raccomandazioni che questo ente dà. Ricapitolando: se non fa niente non vedo perché la paghiamo, se fa qualcosa si sovrappone ai miei voleri per una questione di violazione democratica. Se invece dà solo suggerimenti, allora non mi sta bene l'idea di avere un suggeritore che è influenzato pesantemente dai suoi finanziatori, che sono case farmaceutiche o enti che hanno una chiara connotazione su quello che si vuole imporre come la Gavi Alliance che appunto si occupa di vaccini.
Come pensa di muoversi in Italia? Qui non c'è Trump al quale basta una firma e via.
Il mio obbiettivo primario è convincere la maggioranza e soprattutto gli amici di Fratelli d'Italia. Fare convegni serve a portare dati che suffraghino queste teorie, non per pura propaganda. Con il senatore Lucio Malan, ad esempio, abbiamo condiviso la battaglia sul trattato pandemico dell'Oms. Spero di convincerlo.
Quali argomenti userebbe per convincerli?
Stiamo parlando di un organismo che è superato dalla storia. Negli anni '50 la trasmissione delle comunicazioni su scala globale era complicata, le strutture sovranazionali potevano avere un senso, ma è del tutto evidente che oggi non serve più.
Quali dati sono emersi dal convegno?
Le cito solo un fatto emerso dalla relazione di Frajese: sul sito del Ministero della Salute è ancora caricato un documento del 2020 dove l'Oms propaganda l'educazione sessuale precoce per i bambini in modi orribili, è un qualche cosa che si avvicina alla legalizzazione della pedofilia.
E sulla gestione della pandemia?
Nessun tipo di utilità reale e concreta di cui dare merito all'Oms. Ci sono state contraddizioni, smentite, affermazioni che ne denotano la totale impreparazione.

DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto

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Fonte: Provita & Famiglia 21 febbraio 2025

3 - LA MALATTIA DEL PAPA E LA DEVOZIONE AL PAPATO
Il contrasto tra la mortalità del Papa e l'immortalità della Chiesa
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 23 febbraio 2025

Il 22 febbraio, dopo qualche giorno di degenza al Policlinico Gemelli, Papa Francesco ha avuto un aggravamento delle condizioni di salute. Era il giorno della festa della Cattedra di San Pietro una tradizione molto antica, attestata a Roma fin dal secolo IV, con la quale si rende grazie a Dio per la missione affidata da Cristo all'apostolo Pietro e ai suoi successori di pascere, guidare e reggere il suo gregge universale.
Nell'abside della Basilica di San Pietro, Gian Lorenzo Bernini, ha realizzato un monumento alla Cattedra dell'Apostolo in forma di grande trono bronzeo, sorretto dalle statue di quattro Dottori della Chiesa, due d'occidente, sant'Agostino e sant'Ambrogio, e due d'oriente, san Giovanni Crisostomo e sant'Atanasio.
Un altro grande Dottore della Chiesa, san Girolamo, scrive: "Ho deciso di consultare la cattedra di Pietro, dove si trova quella fede che la bocca di un Apostolo ha esaltato; vengo ora a chiedere un nutrimento per la mia anima lì, dove un tempo ricevetti il vestito di Cristo. Io non seguo altro primato se non quello di Cristo; per questo mi metto in comunione con la tua beatitudine, cioè con la cattedra di Pietro. So che su questa pietra è edificata la Chiesa" (Le Lettere I, 15, 1-2).
In questo passo, che risale alla fine del IV secolo, san Girolamo non solo proclama la dottrina del Primato di Pietro, che sarà definita come regola di fede dal Concilio di Firenze, dal Concilio di Trento e soprattutto dal Concilio Vaticano I, con la costituzione Pastor aternus, ma afferma anche la necessità della devozione al Papa, come elemento fondamentale della spiritualità cattolica. La devozione al Papa, come quella alla Madonna è un pilastro della spiritualità cattolica. Questa devozione non si rivolge a un principio astratto, ma a un uomo che incarna un principio e che, nella sua precarietà umana, è anche il Vicario di Cristo.
Il Papa come uomo è debole e fallibile. La sua fragilità è fisica, psicologica, morale. Come persona privata il Papa può essere immorale, ambizioso, perfino eretico o sacrilego. Come persona pubblica il Papa, pur non essendo infallibile nel governare la Chiesa, può essere infallibile nel suo insegnamento. Per esserlo, deve rispettare determinate condizioni, che sono state chiarite dalla costituzione Pastor aeternus del 18 luglio 1870. Il Papa deve parlare come persona pubblica, ex cathedra, con l'intenzione di definire una verità di fede e di morale e di imporla come obbligatoria a credere a tutti i fedeli. Ciò purtroppo è avvenuto ben raramente nell'ultimo secolo.

LA MORTE DEL PAPA
La malattia del Papa, la morte del Papa, di ogni Papa ci ricorda l'esistenza di questo contrasto tra la persona privata del Papa, che può essere debole e vacillante, e quella pubblica, che esprime l'infallibilità della Chiesa.
C'è una differenza tra la morte di un Papa e la morte di un sovrano temporale. Il Re deriva la sua legittimità, dal sangue, ovvero dal legame biologico che lo lega ai suoi antenati. Quando muore egli sopravvive nel suo erede, a cui lo lega lo stesso sangue. Il Papa invece è completamente estraneo a questa fisicità biologica. Il Papa non sopravvive in altri uomini, perché il Papa non ha eredi biologici. E' morto il Re, viva il Re, si dice nel momento in cui il monarca esala l'ultimo respiro. Ciò non avviene per il Papa, perché l'elezione del suo successore non avviene un attimo dopo la sua morte, ma solo dopo un conclave, che può anche essere lungo e contrastato. Si potrà dire semmai, è morto il Papa, viva la Chiesa, perché prima del Papa c'è la Chiesa, che lo precede e che gli sopravvive, sempre viva e sempre vittoriosa.
Le monarchie e gli imperi terreni, come gli organismi umani, nascono e muoiono. Le civiltà sono mortali. La Chiesa, nata dal sangue del Calvario è invece immortale e indefettibile: durerà fino alla fine del mondo.
Il contrasto tra la caducità fisica della persona e l'immortalità della istituzione. era espresso un tempo da un rito che è stato celebrato fino al 1963. Il Papa, dopo la sua elezione, appariva nella basilica di San Pietro, in tutta la sua maestà, sulla sedia gestatoria, circondato dalle guardie svizzere, e dalle guardie nobili, mentre due camerieri segreti, in cappa rossa con ermellino bianco, reggevano i flabelli. A un certo punto del percorso un cerimoniere, genuflettendosi tre volte dinnanzi al Pontefice, accendeva dei batuffoli di stoppa infilati su un'asta di argento, e mentre la fiamma ardeva, cantava lentamente: "Pater Sancte, sic transit gloria mundi!" "Padre Santo, così passa la gloria umana".

SIC TRANSIT GLORIA MUNDI
All'uomo che quel giorno riceveva la corona destinata all'autorità più alta sulla terra, le parole Sic transit gloria mundi ammonivano: non ti vantare per la gloria che oggi ti avvolge, ricordati di essere un uomo fragile, destinato ad ammalarti e a morire.
Questa cerimonia avvenne per l'ultima volta sul sagrato di San Pietro il 30 giugno 1963 in occasione dell'incoronazione di Paolo VI. Quando il Papa, dopo la Messa Pontificale, depose la mitra e assunse la tiara, risuonò, per l'ultima volta dopo molti secoli, la formula solenne: "Ricevi la tiara adorna di tre corone, e sappi di essere il padre dei principi e dei re, il reggitore del mondo, il Vicario in terra del Salvatore Nostro Gesù Cristo, al quale sia onore e gloria nei secoli dei secoli".
Tra le prime decisioni del nuovo Pontefice fu proprio quella di abolire la cerimonia dell'incoronazione Pontificia, che era anteriore al IX secolo, come risulta dall'Ordo Romanus IX dell'epoca di Leone III.
A partire dal gesto di Paolo VI iniziava quella confusione tra l'uomo e l'istituzione, che era destinata a dissolvere l'autentica devozione al Papato: una devozione che non è il culto dell'uomo che occupa la Cattedra di Pietro, ma è l'amore e la venerazione per la missione pubblica che Gesù Cristo ha affidato a Pietro e ai suoi successori. Questa missione può essere svolta da un uomo debole, inadeguato al suo compito, che resta però il legittimo successore di Pietro e che va amato e seguito anche nella sua fragilità, nella sua sofferenza e nella sua morte.
Per questo il prof. Plinio Corrêa de Oliveira ha scritto, molti anni fa, con parole straordinariamente attuali: "Nella gloriosa catena costituita dalla Santissima Trinità, dalla Madonna e dal Papato, quest'ultimo costituisce l'anello meno forte: perché più terreno, più umano e, in un certo senso, avvolto da aspetti che lo possono screditare. Si usa dire che il valore di una catena si misura esattamente dal suo anello più fragile. Così, il modo più eccellente di amare questa straordinaria catena è baciare il suo anello meno forte: il Papato. È consacrare alla Cattedra di Pietro, verso la quale vengono meno tante fedeltà, la nostra fedeltà intera!".

DOSSIER "PAPI E ANTIPAPI"
Sede vacante e Papa legittimo
https://www.bastabugie.it/it/dossier.php?id=82

Fonte: Radio Roma Libera, 23 febbraio 2025

4 - RINUNCE QUARESIMALI, ECCO VENTICINQUE ESEMPI
La Quaresima è iniziata: scopriamo ambiti specifici in cui le tentazioni sono più sottili e ci è richiesta qualche accortezza per stare all'erta
Autore: Redazione del Timone - Fonte: Sito del Timone, 6 marzo 2025

La Quaresima è iniziata e va colta come fosse la prima della nostra vita. Nuova, ogni anno. Allora vi lasciamo di seguito 25 cose di cui possiamo fare a meno - o consigli - per cominciare questo tempo con consapevolezza e crescere in intimità con Dio. Esistono infatti ambiti specifici in cui le tentazioni del Divisore sono più sottili e ci è richiesta qualche accortezza per stare all'erta.

1. DOLCI
Magari si trattasse di frequenza settimanale. Accompagnano oramai quasi quotidianamente le nostre tavole e spesso ne siamo dipendenti senza esserne consapevoli.

2. RIORDINA IL TUO GUARDAROBA
La Quaresima è senz'altro una buona occasione per selezionare il nostro armadio - di sicuro traboccante di capi superflui -, così da poter regalare qualcosa. Purché ben conservato. In fondo il decluttering va tanto di moda, diamogli un tocco che sia anche spirituale.

3. RINUNCIA ALLA CARNE
Osiamo, invece di rinunciare alla carne solo il venerdì proviamo a farne a meno per tutti i 40 giorni del tempo quaresimale.

4. LAMENTARSI
Potrebbe non sembrare così, ma questa è tra le più toste. Cibiamo la nostra anima - e il nostro cervello - di mormorazioni quotidiane. Per i più coraggiosi: mettete un euro in un salvadanaio ogni volta che vi lamentate e date la somma in beneficienza alla fine della Quaresima.

5. I RIFIUTI
Cibo, spazzatura, luci perennemente accese... tutti tendiamo a sprecare le risorse. Concentriamoci sul consumo di ciò che ci è davvero necessario. Proviamo anche a spostarci, quando possibile, in bicicletta o a piedi. Farà anche bene alla nostra salute.

6. MUSICA
Ovunque veniamo bombardati di canzoni alienanti e che ci allontanano dalla fede. Cerchiamo di ascoltare consapevolmente brani che ci aiutino a concentrarci su Gesù Cristo e diano armonia ai nostri pensieri.

7. TROPPO SONNO
Cercate di alzarvi ogni giorno alla stessa ora durante questo periodo.

8. SPESE INUTILI
Evitate gli acquisti compulsivi e riflettere sul reale bisogno di quel determinato oggetto.

9. PARLARE TROPPO
Cercate di non parlare troppo. Brevità e concisione. In questo modo daremo all'altra persona la possibilità di spiegare i propri pensieri e le proprie posizioni. Invece di intervenire sempre e dare la nostra opinione, ascoltiamo.

10. TROPPE COMODITÀ
Facciamo attenzione a quando desideriamo di ottenere qualcosa in più, anche cose semplici come un secondo caffè pomeridiano o una pausa sul divano di cui non abbiamo realmente bisogno.

11. NEGATIVITÀ
Spesso abbiamo l'abitudine di vedere tutto in modo negativo, senza neanche accorgercene più. Proviamo piuttosto ad allenare la gratitudine.

12. GUARDARSI MENO ALLO SPECCHIO
Questo ci aiuterà a pensare meno al nostro aspetto esteriore e più allo stato della nostra anima.

13. PAURE
Molte volte ci preoccupiamo di come ci percepiscono gli altri, di cosa pensano di noi e se possiamo disattendere le loro aspettative in qualche modo. Questa Quaresima potrebbe essere un'opportunità per prendere coraggio e cercare autostima e sicurezza nella forza che Cristo ha il potere di donarci.

14. PROCRASTINARE
Facciamo tutto il possibile immediatamente. Evitiamo di rimandare i compiti che possiamo fare subito.

15. GELOSIA
Distogliamo l'attenzione dalle cose o dalle capacità che hanno gli altri.

16. RINUNCE PER NOI STESSI
Invece di un sacrificio fisico - cibo, comodità - impegniamoci in ambiti che non ci diano alcun tipo di gratificazione personale. Doniamo qualcosa o facciamo volontariato in una casa di riposo.

17. MANIE DI CONTROLLO
Lasciamo andare le cose come stanno e lasciamo alle persone il tempo di cui hanno bisogno. Preghiamo nei momenti in cui ci rendiamo conto di voler controllare di nuovo i fatti della nostra vita o le persone inutilmente.

18. CONVENIENZA
Eliminiamo tutto ciò che ci semplifica la vita. Facciamo a meno delle consegne a domicilio o dei robot tuttofare.

19. PIGRIZIA
Cerchiamo di rifare il letto ogni mattina e non premere il tasto "rimanda" della sveglia, ma alziamoci subito. Siamo generosi e non prepariamo il pranzo solo per no, invitiamo gli altri. Usciamo dalla nostra zona di comfort.

20. PARLARE MALE E CRITICARE
Se ci stuzzica criticare gli altri o siamo sempre pronti a giudicare le loro azioni, la Quaresima è il momento ideale per interrompere questa abitudine.

21. ASSENTEISMO E DISATTENZIONE
Ogni volta che i nostri pensieri vagano e diventiamo poco concentrati, senza così riuscire a portare a termine i nostri compiti, ricordiamoci di fare del nostro meglio in quel momento.

22. DIO NEL PROSSIMO
Dedichiamo del tempo a sorridere alle persone che incontriamo ogni giorno. Iniziamo una conversazione con qualcuno con cui non abbiamo mai parlato prima. Facciamo particolare attenzione a chi abbiamo trascurato finora.

23. FACCIAMO UNA DOCCIA FREDDA
Il modo migliore per iniziare la giornata è una doccia fredda. È il superamento definitivo. Si è immediatamente svegli e si salta la fase di risveglio lento e improduttivo.

24. INDECENZA
Può manifestarsi nel modo di vestire, ma anche nel modo di parlare con gli altri. Cerchiamo di vestirvi in modo adeguato alla nostra dignità. Usiamo parole ed espressioni rispettose, educate e amichevoli.

25. NON PRENDIAMO LE COSE SUL PERSONALE
Se qualcuno si comporta in modo ostile o scortese con noi, non ha nulla di personale. Tratteniamo il giudizio e cerchiamo di capire l'altra persona.

DOSSIER "QUARESIMA"
Digiuno, preghiera, carità

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Fonte: Sito del Timone, 6 marzo 2025

5 - JIMMY CARTER, MORTO A 100 ANNI IL PRESIDENTE CHE VARO' LA NUOVA SINISTRA
Il presidente debole e perdente che traghettò la sinistra americana verso una visione post-cristiana arrivando a dire che ''anche Gesù sarebbe favorevole alle nozze gay''
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 dicembre 2024

L'ex presidente James Earl "Jimmy" Carter è morto, dopo lunga malattia, all'età di 100 anni. Il suo ultimo desiderio si è realizzato a metà. Aveva infatti espresso la volontà di arrivare vivo alle elezioni di novembre per poter votare Kamala Harris e di assistere alla vittoria della prima donna presidente. Ha votato, ma la candidata democratica ha perso contro Donald Trump. Carter è morto 22 giorni prima dell'insediamento del nuovo presidente repubblicano.
Carter era il più longevo fra gli inquilini della Casa Bianca. La sua presidenza coincise con la peggiore crisi di politica estera degli Stati Uniti e con una grave crisi economica. Nonostante alcuni successi storici, come la pace fra Egitto e Israele negoziata a Camp David sotto il suo patrocinio, venne associato ad alcune gravi sconfitte, soprattutto il tentativo fallito di liberare gli ostaggi statunitensi a Teheran e perse la rielezione nel 1980. La sua fede battista la visse da "cristiano adulto" (come direbbe Prodi) e segnò più di altri il passaggio del Partito Democratico da una visione cristiana ad una post-cristiana, con l'accettazione di tutti i "nuovi diritti".
Già governatore democratico della Georgia, Carter venne eletto 39mo presidente nel 1976, in un momento molto difficile della storia americana. Due anni prima, Richard Nixon aveva dovuto rassegnare le dimissioni a seguito dello scandalo Watergate (fu accusato di spionaggio ai danni della Convention Democratica nelle elezioni del 1972). Un anno prima, nell'aprile del 1975, il Vietnam del Nord comunista completò la conquista del Sud, ponendo fine a dieci anni di guerra in cui gli americani avevano perso oltre 50mila uomini, nel fallito tentativo di difendere il governo di Saigon. Dal 1973, lo sciopero petrolifero dell'Opec (il cartello degli Stati produttori di petrolio), organizzato per indurre gli Usa e i governi europei a ritirare il loro appoggio a Israele, a seguito della guerra dello Yom Kippur, aveva innescato una spirale di recessione e inflazione. Carter ereditò tutti questi problemi ma li risolse solo in minima parte, a causa della sfortunata congiuntura internazionale, ma anche di una sua gestione debole.

LA PACE DI CAMP DAVID
La crisi economica venne gestita con un approccio assistenzialista, soprattutto con un piano di stimolo da 30 miliardi di dollari. Sebbene i primi due anni registrarono una ripresa, la crisi riprese violentemente alla fine degli anni '70, con un'inflazione a due cifre e il ritorno di una fase recessiva. Colpa delle crisi internazionali del Golfo e dell'aumento dei prezzi da parte dell'Opec, ma anche di una politica fiscale molto espansiva e di una forte espansione monetaria da parte della Fed. Quando gli americani si ritrovarono a rispondere alla fatidica domanda elettorale "stai meglio oggi di quattro anni fa?" nel 1980 la risposta fu un corale: No.
La politica estera fu il cavallo di battaglia del 39mo presidente degli Usa e passò alla storia per aver negoziato la pace di Camp David fra Egitto e Israele, ponendo così fine a un trentennio di ostilità. Nonostante tutte le vicissitudini successive (due guerre del Libano, due sollevazioni palestinesi, due rivoluzioni in Egitto e la nuova guerra a Gaza ancora in corso) quella pace regge ancora oggi.
Tuttavia furono molte le sconfitte che resero Carter un presidente "debole" agli occhi degli americani. Prima di tutto la guerra fredda entrava in una nuova fase critica e l'Urss continuò ad espandersi durante tutto il suo mandato, con interventi militari in Angola, Etiopia, Mozambico e Yemen, l'appoggio della rivoluzione in Salvador e in Nicaragua, lo schieramento in Europa dei missili a raggio intermedio SS-20 e infine la clamorosa invasione dell'Afghanistan nel dicembre 1979. Carter ereditò dai predecessori Nixon e Ford una politica di distensione con l'Unione Sovietica, volta al disarmo nucleare bilaterale. Ma concluse la sua presidenza con una ripresa della tensione, quella che allora venne ribattezzata la "seconda Guerra Fredda".
Da presidente Democratico ed erede della "nuova frontiera" di Kennedy, Carter puntò molto sul rispetto dei diritti umani, partendo da quegli accordi di Helsinki con il blocco orientale che il suo predecessore Ford aveva siglato nel 1975. Gli accordi, legalmente non vincolanti, prevedevano il riconoscimento delle frontiere del 1945, inclusa la divisione della Germania e l'annessione dei Paesi Baltici da parte dell'Urss. Ma prevedevano una tutela, controllata, dei diritti umani anche nel blocco orientale. A partire dal primo anno di presidenza Carter, tuttavia, il regime sovietico, con Brezhnev presidente, inasprì la repressione contro il dissenso. Il refusenik ebreo Anatolij Sharanskij venne arrestato nel 1977 e il fisico dissidente Sacharov fu confinato a Gorkij nel gennaio 1980 (per una manifestazione contro l'invasione dell'Afghanistan), dopo che non gli era stato neppure permesso di ritirare il Nobel per la Pace. L'accordo sui diritti umani si rivelò una beffa, ad ogni protesta statunitense, il regime brezneviano rispondeva con l'affermazione che fosse "una questione interna".

UN PRESIDENTE DEBOLE E PERDENTE
La sconfitta peggiore tuttavia arrivò dall'Iran, tradizionale alleato degli Stati Uniti nel Golfo Persico. Una rivoluzione che il regime dello Scià di Persia non seppe gestire, limitandosi a scatenare violenza brutale contro gli oppositori, portò al rovesciamento della monarchia. Nella fase decisiva, Carter nel nome della democrazia scaricò l'alleato monarchico e ne facilitò la fuga dal paese. Ma non fu la democrazia a subentrare alla monarchia, bensì (dopo un brevissimo periodo di interregno) il ben più repressivo regime islamico guidato dall'ayatollah Khomeini: la Repubblica Islamica tuttora al potere. Proprio per favorire l'affermazione del nuovo regime, la guardia rivoluzionaria iraniana assaltò l'ambasciata degli Stati Uniti a Teheran e prese in ostaggio tutto il personale. Dopo il fallimento delle vie diplomatiche, Carter autorizzò l'azione di forza, il tentativo di liberare gli ostaggi con un raid dei marines. Il tentativo fallì miseramente nell'aprile del 1980, con la distruzione di quattro elicotteri, un aereo e otto morti. Il tutto senza mai aver incontrato il nemico. Un'umiliazione che a Carter costò molto cara nell'anno delle elezioni.
Nel novembre di quell'anno, infatti, vinse Ronald Reagan, con la promessa di ridare prestigio agli Usa nel mondo, sconfiggere l'Unione Sovietica e far rinascere l'economia americana. Tutti questi obiettivi vennero raggiunti nei due mandati di Reagan, confinando così Carter al ruolo storico di presidente debole e perdente.
Finito il periodo alla Casa Bianca, tuttavia, non finì l'attività politica di Carter che si reinventò nel ruolo di ambasciatore di pace, per conto dell'amministrazione Clinton e poi assieme a un gruppo di ex capi di Stato e di governo chiamato "The Elders", gli anziani. È tuttavia difficile trovare qualche successo nelle pur meritorie opere di pace e di mediazione del Carter post-presidenziale. Nel 1994, per porre fine alla crisi militare fra Corea del Nord e del Sud, commise l'errore di consentire all'allora dittatore Kim Il-sung di portare a casa un accordo sul nucleare che permise al suo successore Kim Jong-il di sviluppare l'arma atomica nei dieci anni successivi. Viaggiò in tutto il mondo, dal Sudan alla Siria, da Cipro allo Zimbabwe, ma in nessuno di questi Paesi riuscì a porre fine al conflitto o alla violazione di diritti umani. Per la sua opera di diplomazia personale, comunque, fu insignito del Nobel per la Pace nel 2002. Fu poi mentore di un altro Nobel per la Pace (sulla fiducia): Barack Obama.
Sarebbe un'esagerazione definire Carter un presidente post-cristiano: rimase tutta la vita un battista del Sud. Ma spianò la strada alla trasformazione del Partito Democratico. Negli anni della sua presidenza si opponeva all'aborto, ma implementò la sentenza Roe vs Wade che lo legalizzava su scala nazionale. Negli anni 2000, molto dopo la sua presidenza, scrisse un libro a favore del diritto all'aborto, dimostrando di aver sposato la causa anche personalmente. Nel 2000 ruppe con la sua chiesa battista del Sud perché questa rifiutava le donne nel ruolo di pastore e negli anni successivi perorò la causa dell'eguaglianza delle donne anche in campo ecclesiastico. Quando si aprì il dibattito sulle nozze gay, Carter si disse subito a favore. "Anche Gesù sarebbe favorevole", scrisse in un suo editoriale a favore del matrimonio omosessuale. Fu mentore di Obama che iniziò a introdurre i "nuovi diritti" sessuali come principi fondamentali. Per questo, Carter può essere ricordato come il presidente che ha traghettato la sinistra americana ad una visione post-cristiana.

DOSSIER "PERSONE FAMOSE"
Decedute dal 2020 in poi

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 dicembre 2024

6 - LO SVILUPPO DELLA DOTTRINA CATTOLICA SECONDO NEWMAN
I sette criteri di discernimento del santo cardinale Newman per riconoscere il vero sviluppo dottrinale
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 5 Marzo 2025

La figura di san John Henry Newman (1801-1890) spicca sullo sfondo della pesante e drammatica crisi in cui versa la fede da sessant'anni a questa parte, tanto da far pronunciare a Paolo VI (1897-1978) - un Papa che volle a tutti i costi modernizzare-mondanizzare la Chiesa per andare incontro ai "lontani" a scapito della tradizione - quella fatidica e realistica frase pronunciata durante l'omelia per la festa dei santi Pietro e Paolo, nel 1972: «Da qualche fessura il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio».
Dopo un estenuante percorso, anzi, una dura lotta di carattere sia intellettuale che spirituale, approdò alla Chiesa cattolica il 9 ottobre 1845. Tutto ebbe inizio studiando i Padri della Chiesa e in particolare quelli che difesero l'integrità della fede ai tempi dell'Arianesimo (IV secolo), pronti a presidiare dogmi e dottrina contro le eresie. Proprio grazie a loro il futuro cardinale vide finalmente chiaro, come descrisse sé stesso in quel capolavoro che è la sua autobiografia, Apologia pro vita sua: «Vidi il mio volto in quello specchio: era il volto di un monofisita», il volto di un eretico anglicano e lo «scopersi quasi con terrore».
Profondamente preoccupato dal relativismo che aveva già minato il senso religioso degli inglesi, Newman combatté, sinceramente e lealmente, il liberalismo, tracciando, con metodo sistematico e analitico, uno dei profili più reali dell'Europa del XIX secolo in fase di corruzione, di abbandono della civiltà cristiana, di incalzante apostasia. Dal ponte della propria nave riuscì a identificare i connotati secolarizzanti e relativistici anche dei nostri giorni, richiamando il valore della sana tradizione in campo religioso, che non è immobilismo, bensì quella linea costituita dai principi della Rivelazione (da Gesù Cristo fino a san Giovanni evangelista con l'Apocalisse) e dunque dei principi eterni, che vengono declinati nella storia attraverso impreziosimenti e riforme (si pensi alle molteplici riforme di san Pio X).
Sul cardinale Newman, beatificato da Benedetto XVI nel 2010 e canonizzato da papa Francesco nel 2019, è uscito un interessante libro di padre Hermann Geissler, membro e formatore della Famiglia spirituale L'Opera (comunità di vita consacrata), direttore del Centro internazionale degli amici di Newman a Roma e docente di teologia in Italia e in Austria, dal titolo John Henry Newman. Un nuovo dottore della Chiesa? (Cantagalli).

LA TRAPPOLA MORTALE DELL'ETÀ CONTEMPORANEA
Leggendo l'agevole testo di padre Geissler, ci si avvede che il pensiero di Newman si dipana in maniera logica e lineare, con perfetta onestà intellettuale, avendo come unico obiettivo quello di giungere alla Verità portata da Gesù Cristo e trasmessa agli Apostoli e dagli Apostoli ai Padri della Chiesa e via di seguito nel tracciato della Chiesa fondata da Gesù Cristo, con i suoi dottori e santi, poi, facendo risaltare gli inganni delle teorie erronee, giunse a individuare nel liberalismo e, dunque, nel relativismo, dove ogni opinione differente, anche in materia di religione, ha lo stesso valore di tutte le altre, la «trappola mortale» dell'età contemporanea.
Di particolare rilievo e profondità risulta il capitolo inerente il saggio che Newman elaborò alla fine del 1844, alle porte della sua decisione definitiva di entrare nell'unico ovile, Lo sviluppo della dottrina cattolica, tema sul quale l'autore si soffermò molto, ma non con occhio liberale (come qualcuno potrebbe supporre con metro di giudizio soggettivo e relativista), lungi da lui, che fu paladino della coerenza della Chiesa attraverso la sua connaturata tradizione, bensì con occhio oggettivo. Domanda padre Hermann: «Perché intraprese questo studio? Allora aveva già compreso, da una parte, di non poter più rimanere nella Chiesa d'Inghilterra, ritenendo che questa, costituendo una Chiesa nazionale, non era realmente cattolica. D'altra parte, non era ancora in grado di associarsi alla Chiesa romano-cattolica, le cui dottrine sviluppatesi col tempo aveva rigettato per lungo tempo come non apostoliche. Molte domande lo assillarono: come valutare le "innovazioni" cattoliche, come, ad esempio, il culto mariano, la venerazione degli angeli e dei santi, la preghiera per i defunti, la dottrina circa il papato? Si chiese: queste dottrine e pratiche sono sintomi di infedeltà e di corruzione nei confronti della fede originaria? Sono aggiunte arbitrarie fatte per motivi puramente umani? O sono forse espressioni di uno sviluppo organico del deposito della fede, affidato alla Chiesa da Gesù Cristo e dai suoi apostoli? Un forte bisogno di coscienza spinse Newman nel chiarire tali questioni al fine di trovare luce per il proprio cammino» (pp. 42-43).
Ricerca appassionata, preghiera, riflessione intensa e un ritmo di vita profondamente monastica insieme ad alcuni amici nel College di Littlemore, lontano dal mondo universitario di Oxford che lo aveva estromesso e lontano da tutte quelle voci che dal mondo anglicano lo additavano già come traditore, egli era rimasto solo, solo davanti a Dio con la sua coscienza che ormai, però, si era formata alla scuola dei Padri della Chiesa e nelle chiese che aveva non solo visitato, ma vissuto in Italia con i suoi apparati iconografici e liturgici.

LA LUCE GENTILE
Lo sviluppo della dottrina cristiana fu il libro che lo condusse alla decisione ultima, ovvero abbracciare con slancio e amore, illuminato dalla «Luce gentile», la Chiesa cattolica, «ed è impossibile distaccarlo dalle circostanze in cui è nato, in quanto il saggio è lo studio di un anglicano che argomenta le ragioni per cui non può più continuare ad esserlo» (p. 44). Ecco perché Newman è provvidenziale per il nostro tempo, perché individua e chiarisce in maniera magistrale gli errori dai quali vuole liberarsi e per farlo offre sette criteri di discernimento per comprendere quali sono le differenze fra sviluppi veri-buoni e corruzioni-deformazioni.
1. PERMANENZA DEL TIPO
L'organismo Chiesa di esprime in diverse forme, ma la sua fisionomia generale permane, proprio come accade all'organismo umano: bambino, adolescente, adulto, anziano, ma è sempre lo stesso essere umano. Secondo Newman gli sviluppi genuini, a differenza di quelli falsi, si caratterizzano dal fatto che con essi il «tipo» Chiesa, con il suo carattere soprannaturale, cattolico e romano, rimane conservato.
2. LA CONTINUITÀ DEI PRINCIPI
Il «tipo» riguarda la fisionomia esteriore dell'organismo ecclesiastico, mentre i principi formano la sua vita e la sua dottrina dal di dentro, «se le dottrine sono avulse dai principi soggiacenti, possono essere interpretate in diverse maniere e condurre a conclusioni contrastanti. La continuità dei principi è quindi fondamentale» (p. 52). Newman individua quattro principi immutabili ed eterni: principio del dogma, principio della fede, principio della teologia (le verità accolte nella fede devono essere scrutate e approfondite dalla ragione), il principio sacramentale (vi sono segni visibili che esprimono e comunicano un dono invisibile e divino). Afferma Newman: «Mentre lo sviluppo della dottrina nella Chiesa è avvenuto in conformità ai principi immemorabili da cui tale dottrina discende, le varie eresie che sono nate in tempi diversi hanno in un modo o in un altro [...] violato questi principi [...]» (ibidem).
3. IL POTERE DI ASSIMILAZIONE
A causa del principio dogmatico il cristianesimo ha potuto incorporare nella sua dottrina vari ragionamenti teologici, pensieri filosofici ed espressioni linguistiche, respingendo però gli aspetti erronei e ciò, dichiara Newman, è avvenuto in complessi processi storici di scontro, di purificazione, di chiarificazione e di incorporazione.
4. LA COERENZA LOGICA
La Chiesa, nel corso della sua esistenza ha sempre operato e fatto le sue scelte dottrinali con la ragione e mai istintivamente o per emozioni, si pensi, per esempio, alla correlazione logica fra sacramento del battesimo, disciplina della penitenza e dottrina del Purgatorio.
5. ANTICIPAZIONE DEL FUTURO
Le diverse dottrine formano un corpo unitario e sono connesse fra loro in maniera coerente, perché si legano sempre e comunque alla forma originaria. Newman esemplifica questa affermazione attraverso l'anticipazione della dottrina della resurrezione dei morti: i cristiani hanno sempre trattato con rispetto, fin dall'inizio, i corpi dei defunti e la santità delle reliquie dei martiri in quanto tutto ciò nasce dalla glorificazione del corpo di Cristo nel mistero di Dio, che ha anticipato la resurrezione di coloro che saranno glorificati in Dio alla fine dei tempi.
6. AZIONE CONSERVATRICE DEL SUO PASSATO
Spiega padre Geissler: «Uno sviluppo è autentico quando conserva e tutela gli sviluppi precedenti. Se uno sviluppo contraddice l'idea centrale o le definizioni dogmatiche anteriori è una corruzione [...] le Comunità cristiane che venerano la santa Vergine continuano ad adorare Gesù Cristo, quelle invece che rifiutano tale devozione non di rado tendono ad abbandonare anche il culto del Signore» (p. 56).
7. IL VIGORE PERENNE
Tale criterio di discernimento è la cartina di tornasole: una corruzione è temporanea, inizia e finisce dopo un tot di tempo; ma se perdura conduce a un processo di decadenza e di disintegrazione; uno sviluppo fedele invece si distingue per la sua forza vitale che perdura, perciò  si spiega come la Chiesa ha «prevalso con la sua dottrina malgrado tanti conflitti con le eresie, come abbia potuto affermarsi contro i poteri di questo mondo, come abbia integrato nel suo patrimonio elementi nuovi, pur rimanendo fedele alla sua tradizione, e come si sia rinnovata sempre di nuovo, talvolta dopo tempi di profonda crisi» (p. 57). A questo punto Newman guarda ai peccati dei membri della Chiesa, che talvolta sfigurano il volto umano di essa, e non rimane neppure in silenzio di fronte ai momenti in cui la Chiesa cadde «in quello che era quasi uno stato di deliquio», ovvero una transitoria perdita della coscienza. Tuttavia, dopo un po', Dio concede alla sua Chiesa, di cui è Capo Supremo, nuova forza e vitalità. Dichiara il testimone della Verità, onorato e ammirato dall'intellighenzia inglese prima della conversione e poi rinnegato: «le sue meravigliose rinascite, proprio quando il mondo stava trionfando su di essa, sono una prova ulteriore che nel sistema di dottrina e di culto in cui si è sviluppata non vi è corruzione [...]. Nel suo cammino essa ha delle pause e quasi sospende le sue funzioni. Poi si riprende ed è ancora sé stessa: tutto è al suo posto e pronto per l'azione. La dottrina, le pratiche, il prestigio, i principi, l'organizzazione disciplinare sono dove erano prima» (p. 57).
Dalle ponderate considerazioni di san John Henri Newman soffia un vento di salutare speranza sulle confuse e ingarbugliate anime del nostro tempo, assetate di maestri fermi e sicuri, come questo grande convertito, che ha saputo spiegare che cosa sono realmente la Fede e la Chiesa di Cristo, pronto a giungere, se necessario, a fare anche un brindisi con la propria coscienza, ma solo se ben informata e formata.

Fonte: Corrispondenza Romana, 5 Marzo 2025

7 - OMELIA II DOM. QUARESIMA - ANNO C (Lc 9,28b-36)
Maestro, è bello per noi stare qui
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: Redazione di BastaBugie, 12 marzo 2025

L'episodio della Trasfigurazione, su cui facciamo attenzione in questa seconda domenica di quaresima, ci invita a dare uno sguardo oltre il visibile. Infatti la nostra vita non è solo ciò che vediamo con gli occhi, ma c'è una dimensione più profonda, una luce che Dio vuole mostrarci.
Immaginiamo dunque di essere uno dei discepoli: Pietro, Giovanni o Giacomo. Gesù ci chiama a seguirlo in un luogo appartato, su un monte, per pregare. Non sappiamo cosa accadrà, ma siamo disposti a fidarci e a camminare con Lui. Poi, improvvisamente, qualcosa di straordinario avviene: Gesù cambia aspetto, la sua veste diventa sfolgorante, e accanto a Lui appaiono Mosè ed Elia.
È un momento di rivelazione, di luce, di bellezza. Ma è anche un momento che interpella i discepoli e ciascuno di noi. Dio vuole mostrarci qualcosa di più grande della nostra comprensione quotidiana. Vuole aprire i nostri occhi alla Sua realtà.
Gesù infatti sale sul monte per pregare e proprio mentre prega il suo volto cambia aspetto e la sua veste diventa splendente. Questo ci dice che la preghiera non è solo parlare a Dio, ma è anche il luogo in cui Dio si rivela a noi. Nella preghiera dobbiamo quindi non solo parlare a Dio, ma soprattutto fare silenzio per sentire cosa Lui ha da dirci.
Inoltre non dobbiamo dimenticarci che Dio si manifesta nei momenti più inaspettati: in un incontro significativo, in una parola che ci tocca nel profondo, in una bellezza che ci sorprende. Ma noi, come i discepoli, rischiamo di essere addormentati, troppo presi dalle nostre preoccupazioni per accorgercene.
Chiediamoci in quali momenti abbiamo percepito una luce speciale nella nostra vita. Dobbiamo anche domandarci se siamo attenti ai segni della presenza di Dio nella quotidianità oppure se siamo distratti da altre cose. Se diamo spazio alla preghiera e se questa è un semplice dovere o un momento in cui ci mettiamo in ascolto per incontrare Dio.
Pietro durante la trasfigurazione è sorpreso e forse un po' confuso. Per questo dice a Gesù: "Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia" (Lc 9,33). È una reazione spontanea: quando viviamo un momento bello, profondo, intenso, vorremmo fermarlo, trattenerlo. Ma Gesù non risponde alla proposta di Pietro, perché il monte non è il punto di arrivo, ma solo una tappa del cammino. Questo accade anche nella nostra vita: ci sono momenti in cui sentiamo la presenza di Dio in modo forte - in una preghiera, in un ritiro, in un pellegrinaggio - e vorremmo che durasse per sempre. Ma la fede non consiste nel restare in quei momenti, ma nel lasciarsi trasformare da essi per affrontare la vita di ogni giorno con uno sguardo nuovo.
Dopo la visione, una nube avvolge i discepoli e una voce dal cielo dice: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!" (Lc 9,35). Poi, quando la nube si dissolve, Gesù è di nuovo solo, nella sua semplicità quotidiana. Questo passaggio è fondamentale: Dio non chiede ai discepoli di cercare sempre segni straordinari, ma di ascoltare Gesù. La vera fede non è fondata sulle emozioni forti, che a volte ci possono essere, ma principalmente sulla fiducia in Lui, anche quando non ci sono luci particolari o momenti di euforia spirituale. Dobbiamo camminare con Gesù anche quando il cielo si oscura, quando la vita diventa faticosa, quando sembra che Dio sia lontano. La voce del Padre ci ricorda che la strada giusta è quella di ascoltare Gesù e fidarsi di Lui, anche quando non comprendiamo tutto.
Alleniamoci ad ascoltare Gesù: nel Vangelo, nelle persone che incontriamo, nei piccoli segni che Dio ci manda ogni giorno. Facciamo qualche proposito concreto per avere anche noi un tempo quotidiano di preghiera "sul monte": cerchiamo un momento in cui spegnere il cellulare, stare in silenzio e ascoltare Dio. Lasciamoci illuminare da Lui e portiamo questa luce nel mondo!

Fonte: Redazione di BastaBugie, 12 marzo 2025

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