IL TERRIFICANTE VIDEO DEI BIMBI NATI DA UTERO IN AFFITTO BLOCCATI IN UCRAINA DAL CORONAVIRUS
La straziante storia dei 46 neonati piangenti che attendono di essere ritirati da chi li ha ordinati e pagati in internet (VIDEO: i bambini prodotti in Ucraina)
di Costanza Miriano
Quando mi hanno raccontato che a causa dell'emergenza Covid e della chiusura delle frontiere dell'Ucraina 46 bambini partoriti da uteri in affitto erano stati lasciati in un albergo in attesa che i committenti venissero a ritirarli ho pensato: beh, almeno una cosa buona questo virus l'ha fatta. Ha permesso che i bambini restassero con le loro mamme. Che venissero allattati al seno almeno questi mesi. Che qualcuno parlasse loro con la voce che avevano sentito da dentro per nove mesi. Che si addormentassero appoggiati con la testa sul cuore il cui battito avevano imparato a memoria.
Invece quando ho visto il video, ve lo assicuro, mi sono sentita morire. 46 neonati messi uno accanto all'altro, in fila, in cullette di plastica, nella hall di un albergo, l'hotel Venezia a Kiev, piangono disperati. Poi arriva il volto calmo (dovrebbe essere rassicurante ma a me sembra gelido) dell'amministratrice dell'albergo che dice che i neonati sono monitorati dalle baby sitter, e che i genitori possono stare tranquilli.
TUTTO SOTTO CONTROLLO?
Devo dire che il video ufficiale della Biotexcom mostra un'altra situazione: niente pianto disperato dei bambini, tutto pare sotto controllo, musica di carillon in sottofondo, ma per me è forse ancora più angosciante, perché chiunque ha avuto un neonato sa che i bambini NATURALMENTE piangono e vogliono la mamma. Vogliono che si parli con loro, che si canti, che li si sbaciucchi, che si affondi il naso nelle pieghe della loro pelle. Non vogliono un trattamento professionale o i grammi giusti del latte giusto, cosa che sicuramente verrà fatta con la massima cura e professionalità in quell'albergo. E comunque il costo del mantenimento dei bambini, assicura l'azienda, è stato ridotto da 50 a 25 euro al giorno (!).
Ma perché non li hanno lasciati con le mamme, almeno adesso?
Perché infliggere questo dolore che lascerà segni incancellabili nei bambini, privati dell'imprinting materno? Il perché lo sanno anche quelli della Biotexcom, la società che ha organizzato queste gravidanze di donne che ricevono un compenso e lasciano andare il proprio figlio a pochi minuti dalla nascita, spesso senza neanche vederlo. Il perchè è questo: "i bambini delle madri surrogate vengono portati via non appena nascono, per ridurre il rischio di attaccamento", dice letteralmente il sito della Biotexcom. Lo sanno bene, dunque, cosa succede, tra un bambino e la mamma. Lo sa tutta la medicina moderna, che infatti favorisce il rooming in, cioè il fatto che il bambino stia nella stanza dove è ricoverata la mamma, da subito. Lo sa tutta la pediatria che favorisce l'allattamento al seno, e possibilmente a richiesta: quando il bambino lo chiede, la mamma lo attacca al seno. Non come avviene, necessariamente, nelle nursery, a orario fisso. In quel video terribile vediamo poche donne (infermiere professionali? Semplici baby sitter, come dice la signora dell'albergo?) alternarsi tra troppe culle.
IN ITALIA L'UTERO IN AFFITTO È UN REATO, EPPURE...
Le viscere di ogni donna e uomo si spaccano a vedere una cosa simile. Monica Ricci Sargentini, del Corriere della Sera, una collega che si sta battendo tantissimo contro l'utero in affitto, riferisce che [...] in Italia «la gestazione per altri o utero in affitto è un reato e chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con una multa da 600.000 a un milione di euro». Poi ha chiamato anche l'ambasciatore, e riferisce: "Chiamo l'ambasciatore italiano in Ucraina Davide La Cecilia per chiedergli se ha ricevuto la lettera della Rete contro l'utero in affitto sul caso dei 46 neonati stipati nella hall di un hotel a Kiev. Non mi lascia nemmeno parlare. Mi zittisce con un no comment. Io rispondo: scusi ma non sa nemmeno cosa voglio chiederle? Lui: va bene, mi dica. Non appena pronuncio la parola bambini dice nuovamente no comment e attacca. Alla faccia della diplomazia. Una reazione veramente scomposta che fa pensare".
Gli amici di Decani ci dicono che tra le coppie che non riescono ad andare a ritirare i bambini (mi dispiace di usare un linguaggio da merce...) "ci sono delle coppie italiane, undici da indiscrezioni di persone vicine alle Biotexcom, sette eterosessuali e quattro omosessuali... L'avvocato della clinica, Denis Herman, sollecita attraverso email e lettere, tutti i clienti a rivolgersi ai Ministeri degli Esteri dei rispettivi Paesi, perché richiedano al Governo ucraino un permesso speciale in deroga alle regole del lockdown, per recarsi a ritirare i neonati. È un orrore senza fine, che ben conosciamo e che combattiamo ogni giorno nella nostra realtà di Kosovo e Metohija. A tal proposito abbiamo affidato a diversi parlamentari il testo di una interrogazione affinché si concentri la massima attenzione su questo caso, richiamando il Sig. Ambasciatore d'Italia in Ucraina, il dott. Davide La Cecilia a vigilare su questa vicenda e si ammonisca il Sig. Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio perché si astenga dal concedere qualsiasi tipo di permesso per venire incontro agli interessi di questa azienda. Come da comunicazione del sito, la Biotexcom, "vende" procedure sottese alla maternità surrogata, cioè bambini, per un importo compreso tra i 5.000 e i 15.000 euro. Impossibilitati a rimanere immobili di fronte a questa vera tragedia umana, oltre all'iniziativa parlamentare sopra riportata, abbiamo scritto una lettera sia al Metropolita Onufry della Chiesa Ortodossa Ucraina, che all'elemosiniere del Papa, S.E. Card. Konrad Krajewski, recentemente impegnato nell'aiuto alla comunità transgender di Torvaianica, per individuare qualsiasi azione che possa far cessare questa mercificazioni di innocenti, prendendosi cura dei bambini e delle povere madri, costrette a quest'abominio da una condizione di assoluto degrado morale, culturale e sociale".
MAI PIÙ UTERO IN AFFITTO
Insomma, l'utero in affitto è reato, e ci auguriamo che il governo non si renda complice, dando addirittura permessi in deroga alle severissime regole anti Covid per favorire gli spostamenti di chi ha fatto ricorso a questa pratica. La Biotexcom è solo una delle 48 società accreditate in Ucraina, e pare che ce ne siano anche di non autorizzate. E' sconvolgente per me vedere il sito tradotto in italiano, e raggiungibile da tutti gli italiani, quindi promuovere sotto gli occhi di tutti una pratica che nel nostro paese è reato!
Piuttosto, cogliamo l'occasione di questa pandemia che ha inceppato il meccanismo, facciamo qualcosa di veramente umano. Non so come si possa decidere, sinceramente, perchè in molti casi si tratta di bambini che hanno almeno in parte il patrimonio genetico delle persone che hanno pagato la madre, e capisco sinceramente anche il loro dolore, e l'ansia di questo tempo. È difficile decidere proprio perché si sta cercando di violare la natura. Vorrei dire che il nostro governo dovrebbe lasciare quei bambini alle madri che li hanno partoriti, magari aiutandole economicamente a crescerli, ma capisco che sto sognando, e che non è una questione di facile soluzione. Ma, almeno, se siamo umani, non dico brave persone ma esseri umani, che questo ingranaggio rotto sia l'occasione per dire mai più utero in affitto.
Nota di BastaBugie: ecco il video (durata: 2 minuti) dal titolo "Ucraina, i bambini che aspettano i loro genitori" di un servizio televisivo che parla del video commentato da Costanza Miriano nel precedente articolo.
https://www.youtube.com/watch?v=SJCAkBJtA18
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Titolo originale: Il sassolino covid nell'ingranaggio dell'utero in affitto
Fonte: Blog di Costanza Miriano, 10 maggio 2020
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