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L’ORIENTAMENTO SESSUALE NON È UNA SCELTA: FALSO!
Gay alla nascita? La scienza non lo prova
di Giacomo Samek Lodovici
 

«L’orientamento sessuale non è una scelta». È la tesi dell’ormai noto manifesto della Regione Toscana, in cui è fotografato un neonato. Abbiamo consultato al riguardo Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, che collabora con un gruppo che si chiama Chaire (www.obiettivo-chaire.it/), che sostiene persone con tendenze omosessuali indesiderate. Secondo Marchesini «questa tesi non ha nessun fondamento scientifico». È vero, ci sono ricercatori, essi stessi spesso gay, che hanno tentato di dimostrare l’origine biologica dell’omosessualità. Tuttavia, «nessuno di essi è riuscito a dimostrare alcunché».
Anzi, «le ricerche di Bailey sui gemelli sono un indizio a favore dell’origine ambientale dell’omosessualità, e tale teoria ha il sostegno di ricerche più rigorose, ad esempio quella di Bieber del 1962». Nel primo studio di Bailey, infatti, due gemelli identici erano entrambi omosessuali solo nel 52% dei casi; dato che i gemelli identici condividono il 100% dei geni, se la causa dell’omosessualità di questi gemelli fosse stata genetica, essendo uno dei due omosessuale, avrebbe dovuto esserlo anche l’altro nel 100% dei casi, e non solo nel 52% dei casi. Inoltre, quando Bailey replicò il suo studio nel 2000 (poiché il primo studio si basava su soggetti che non erano stati scelti a caso, ma erano volontari della comunità gay), la concordanza fu molto più bassa: dal 20 al 37,5%.
Insomma, per Marchesini, «lo slogan di questo manifesto ha lo stesso fine delle campagne per le unioni omosessuali: non vuole rispondere a una domanda (i registri delle unioni omosessuali sono quasi vuoti), bensì equiparare le unioni omosessuali a quelle eterosessuali, l’omosessualità all’eterosessualità».
Marchesini dice che lo scopo di Chaire «è offrire maggiore libertà alle persone con tendenze omosessuali indesiderate, le cui idee e valori, a volte, non concordano con lo stile di vita gay». Infatti, aggiunge, «è importante distinguere: il termine 'omosessuale' designa la persona con tendenze omosessuali, mentre il termine 'gay' indica un’identità socio-politica, rappresentata da una minoranza, che si riconosce in uno stile di vita, istanze e rivendicazioni».
Molti potrebbero dubitare che si possa uscire dall’omosessualità, ma Marchesini garantisce: «ci sono, e purtroppo, vengono trattati malissimo. Alcuni ex omosessuali che conosco sono stati derisi dal Corriere e in televisione (a 'Il bivio') o aggrediti su Radio 24 ». Di più, «gli stessi gay li trattano come dei poveri dementi a cui è stato fatto un lavaggio del cervello». A chi insinua questo, Marchesini replica che «la proposta di Chaire non si rivolge ai gay soddisfatti, ma alle persone con tendenze omosessuali non desiderate, che non si riconoscono come gay, e che vivono nella sofferenza e nel nascondimento».
Insomma, «si tratta di una proposta, mai di un’imposizione, una risposta a una libera domanda. Se una persona desidera fare questo percorso è giusto che possa intraprenderlo; impedirglielo sarebbe discriminante».

 
Fonte: Avvenire, 09/11/2007