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« Torna agli articoli di Chiara Chiessi
È di poco tempo fa la scioccante notizia di un uomo olandese di nome Emile Ratelband, imprenditore e "guru motivazionale", il quale si è rivolto al tribunale di Arnhem per cambiare la sua data di nascita dal 1949 al 1969. Avrebbe infatti dichiarato di avere la forma fisica di un quarantacinquenne e di "sentire" di avere quell'età: "Ho fatto un check-up dai medici e mi hanno detto che la mia età biologica è di 45 anni. Sono un giovane dio".
Ratelband ha inoltre affermato di "subire discriminazioni" a causa della sua età: "A 69 anni sono limitato. A 49, invece, posso comprare una casa, guidare una macchina di un certo tipo e svolgere determinati lavori".
E non finisce qui: scrivere su Tinder (nota app per appuntamenti d'amore) di avere 45 anni, darebbe molte più possibilità in questo senso: "Quando su Tinder vedono che ho 69 anni non ricevo risposte. A 49, con la faccia che ho, avrei molte più possibilità".
L'imprenditore ha ribadito inoltre più volte che secondo i medici quella di 45 anni sarebbe la sua reale età biologica.
Ha paragonato la sua lotta a quella degli individui transgender: se costoro possono cambiare il loro sesso biologico anche sui documenti, perché non dovrebbe valere anche per Ratelband ottenere il cambio d'età, in modo che tutto ciò sia allineato con quella che lui riconosce essere la sua "reale età biologica"?
Nella sua follia, il discorso ha un senso. Ed aiuta anche i più scettici a comprendere quanto siano prive di logica e contro natura le battaglie dei transgender per il cambio di sesso e per il riconoscimento di quest'ultimo sui documenti.
Tra l'altro, il fenomeno dei "transage" (persone che non si riconoscono nella loro età biologica), è sempre più diffuso anche in Italia (pensiamo agli "adult babies" di cui avevamo parlato in precedenza). Inoltre, il sito blastingnews.com, nel riportare la notizia, scrive quanto segue: "La vicenda di Emile Ratelband rappresenta probabilmente il primo caso mainstream di persona che non si riconosce nello 'standard normativo' dell'età biologica.
Andando maggiormente nei particolari, nella società occidentale contemporanea la minoranza degli individui che rivendicano tale condizione è sempre più visibile e ciò è dovuto a diversi fattori socio-culturali. Più specificatamente, è indubbio che persone così sono sempre esistite ma solamente al giorno d'oggi si può assistere ad una loro 'ribalta'. Difatti, la stessa società odierna è basata sulla promozione dell'eterna giovinezza e sempre più individui di mezza età si sentono e si atteggiano come persone molto più giovani.
Detto questo è quindi molto probabile che fra qualche anno le richieste dei 'cambi d'età' risulteranno sempre meno 'imbarazzanti' e inusuali, e la decisione circa il caso di Ratelband potrebbe creare un precedente importante e ampliare il fenomeno."
La presa di posizione in favore di questo fenomeno, contro ogni evidenza scientifica, è chiara: arriveremo al punto per cui ognuno di noi svegliatosi la mattina, pretenderà il cambio d'età sui documenti a seconda di quanti anni "sente di avere"?
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).
NON PUÒ FARE LA MADRINA AD UN BATTESIMO PERCHÉ LESBICA
A Carbonia in Sardegna Jessica, lesbica dichiarata, chiede di fare la madrina ad un battesimo, ma il parroco non accetta la richiesta.
Jessica si sfoga su Facebook: "Oggi mi è stato negato il diritto di fare da madrina, solamente per il fatto che sono sposata con una donna, in una chiesa cattolica ecumenica, riconosciuta dal Vaticano. Il caro prete si è rifiutato categoricamente di rilasciarmi il nullaosta, documento che serve se si è di un'altra chiesa. Mi rifiuto di far parte di questo mondo, di questa vita, di far parte di questa categoria chiamata uomini, persone. Vergogna, l'amore è uno, il Signore è uno. Questa la chiamo discriminazione, la chiamo umiliazione. Non ho parole per definire tutto questo. Andrò avanti con questa cosa e prenderò provvedimenti, non finirà così. Chiedo a tutti di condividere e far vedere e capire in che mondo stiamo vivendo".
Due precisazioni: il "Vaticano" non ha di certo riconosciuto quella chiesa eretica denominato Chiesa cattolica ecumenica. E dunque Jessica non può fare la madrina perché, come recita il Codice di Diritto Canonico, "non venga ammesso [per rivestire il ruolo di padrino/madrina] un battezzato che appartenga ad una comunità ecclesiale non cattolica". Secondo: il sacerdote ha negato la possibilità a Jessica di fare da madrina perchè come recita il canone 874 del Codice di Diritto Canonico al n. 4 la madrina deve dare prova di condurre "una vita conforme alla fede e all'incarico che assume". Essere omosessuali praticanti è un altro motivo per non permettere a Jessica di diventare madrina.
(Gender Watch News, 22 novembre 2018)
SPAGHETTI SAFFICI PER BARILLA
Nel 2013 l'AD di Barilla Guido Barilla ebbe l'ardire di preferire per le sue campagna pubblicitarie la famiglia e non le coppie gay. Successe un putiferio con tanto di boicottaggio dei prodotti Barilla che portò l'AD a pubbliche scuse.
Da allora Barilla si impegnò a piegarsi all'ideologia gay tanto che secondo il Corporate Equality Index, una graduatoria stilata dall'Human Right Campaign che individua le aziende più gay friendly, Barilla è da anni a punteggio pieno. Questo anche perché ormai fa dirigere le proprie politiche aziendali da organizzazioni omosessualiste come Catalyst, GLAAD e The 30% Club.
Per dar prova di essere pienamente un'azienda arcobaleno Barilla ha presentato al Pasta World Championship, una gara tra cuochi svoltasi a Milano, una nuova confezione di pasta disegnata da Olimpia Zagnoli. La confezione ritrae due donne una di fronte all'altra: uno spaghetto esce dalla bocca di una per essere addentato dalla bocca dell'altra.
Barilla vende pasta e svende il buon senso.
(Gender Watch News, 6 novembre 2018)
TRUMP TORNA ALL'OVVIO E RIPRISTINA MASCHIO E FEMMINA
Nel mondo alla rovescia in cui viviamo le persone normali vengono considerate alieni, e quando proferiscono affermazioni normali, gli alieni si stracciano le vesti.
Un caso di specie è quello del presidente Donald J. Trump, notoriamente il bersaglio preferito di ogni e qualsiasi critica benpensate, ma in questo momento ancora più nell'occhio del ciclone per avere detto semplicemente l'ovvio. E cioè che una persona è sia di genere maschile e femminile a seconda che abbia l'apparato genitale maschile oppure femminile.
Certo, è come dire che l'acqua sia bagnata, ma da tempo il nostro mondo sostiene, contro ogni buonsenso ma nondimeno con pervicacia violenta, che l'acqua sia asciutta. Impera, infatti, quell'ideologia "di genere" che costituisce un salto di qualità enorme rispetto al semplice tentativo di legittimare l'omosessualità. L'ideologia gender mira infatti a una trasformazione completa della persona umana nella misura in cui, dopo avere staccato ideologicamente il genere maschile e femminile dalla sessualità fisica maschile e femminile, cerca di accreditare l'idea che in realtà non esistano affatto sessi definiti dalla natura umana, nemmeno invertiti, ma che sia solo l'essere umano singolo a stabilire quale gender essere, e non solo: pure cambiando, tornando indietro, ritornando avanti, sperimentando, inventando. Il traguardo è la non-definizione, persino il non-essere, visto che l'obiettivo è la fluidità, l'idea cioè il gender non sia appunto un orientamento dato, magari persino "sbagliato" nel caso "legittimo" del maschio che "si sente" femmina e della femmina che "si sente" maschio", bensì solo la rappresentazione di se stesso che la volontà assoluta di ognuno dà, laddove ovviamente la dualità maschio/femmina è semplicemente una gabbia da cui evadere (anche l'omosessuale che inverte il maschio con la femmina, o viceversa, da quella gabbia non esce).
Il mondo è dunque trans, transgender sempre anche se non sempre transessuale nel senso chirurgico del termine. O meglio. Non è, ma sarebbe, visto che il transgenderismo, oltre a una postura etica e intellettuale, è un'impostura bella e buona, sconfitta dalla natura stessa delle cose. L'uomo che si "ricrea" donna, o viceversa, e a maggior ragione chiunque opti per una delle decine e decine di nuove forme di gender che la fantasia malata del nostro mondo sforna a ritmo quotidiano, potrà pur sognare di essere intersex, androgino, agender, crossdresser, intergender, sistergirl, brotherboy o qualunque esercizio linguistico si voglia accreditare, ma se si guarda allo specchio resta sempre maschio oppure femmina, le due cose restando irriducibili proprio perché essenzialmente complementari. Quelli che infatti ricorrono alla chirurgia, manipolano sì parti del proprio corpo, ma non ricreeranno mai veri organi maschili e veri organi femminili come quelli di cui ci dota la natura alla nascita, e il resto è solo una storia di ormoni a badilate.
Ebbene, come ha riferito The New York Times, Trump e il suo entourage stanno studiando il modo per cancellare il più in fretta possibile le aberrazioni concesse, quanto agli Stati Uniti d'America, dall'era di Barack Obama in cui il dispotismo di genere e l'utopia dell'uomo post-sessuato quasi fosse un X-Man allo stadio finale della propria evoluzione avevano trionfato. Tra l'altro, la cosa più grave e non detta è che queste assurdità del "buonismo" obamiamo, invece di lenire il disagio più che evidente di chi, guardandosi allo specchio, odia la propria natura cercando di riplasmarsela con definizioni pirotecniche degne solo della lalìa più stucchevole, quel disagio lo aggravano, magari rendendolo pure irrimediabile.
Avendo, dice con precisione chirurgica The New York Times, «[...] allentato il concetto giuridico di gender nei programmi federali, tra cui scuola e sanità», l'Amministrazione Obama ha infatti compiuto uno sfacelo. Ora Trump ci sta mettendo una pezza e lo strumento giuridico dovrebbe essere un intervento che definisca giuridicamente che il sesso coincide con il gender (appunto che l'acqua è bagnata) nel Titolo X della legislazione sui diritti civili, cioè gli emendamenti in tema di educazione varati nel 1972.
Storico, e l'occasione si presenta propizia per un aggiornamento doveroso. Da due anni Trump si batte come un leone per la tutela dei princìpi non negoziabili, ma il suo tallone d'Achille è sempre parsa essere proprio la questione omosessuale. Ora però non più. Se riuscirà a legare di nuovo, giuridicamente, il gender al sesso, Trump compirà una contro-rivoluzione fondamentale, e mentre lui fa così, l'uomo che pareva essere la causa di quella sua debolezza sul tema, il ricchissimo imprenditore Peter Thiel, si sta dimostrando essere fatto di gran pasta. Omosessuale dichiarato, Thiel si sta impegnando seriamente in cause conservatrici non certo prone all'ideologia omosessualista e in più occasioni ha voluto egli stesso definire «totalitarismo» la dittatura del gender. Il vento soffia sempre dove vuole.
(Marco Respinti, La Nuova Bussola Quotidiana, 24 ottobre 2018)
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