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CLUB DI ROMA, IERI LA BOMBA DEMOGRAFICA, OGGI I CAMBIAMENTI CLIMATICI, MA IL NEMICO È SEMPRE LO STESSO: L'UMANITÀ
Un club poco raccomandabile
di Antonio Gaspari
 

A 40 anni dalla fondazione si rilancia alla grande il Club di Roma, che chiama a raccolta tutto il movimento antinatalista mondiale. Con il pretesto dei cambiamenti climatici, in arrivo una nuova offensiva per il controllo delle nascite. Un promemoria per i docenti cattolici chiamati a collaborare.

Due convegni in Italia, la pubblicazione di libri in varie lingue e la mobilitazione dei propri seguaci, anche all'interno del mondo cattolico, per rilanciare politiche di riduzioni delle nascite e dei consumi. Così il Club di Roma, il partito Radicale e la lobby dei malthusiani cercano di tornare alla ribalta.
Nel 1968 la grande paura era la crescita della popolazione, oggi la minaccia è il cambiamento climatico. Secondo il Club di Roma i nemici rimangono gli stessi: "l'umanità che cresce e consuma troppo, la Chiesa cattolica che si oppone ai piani di riduzioni della nascite e quella parte del mondo economico che nutre fiducia nel capitale umano e nel capitale sociale". Così  si è svolto il 28 e 29 marzo a Torino alla Fondazione CRT (Cassa di Risparmio Torino)  il convegno internazionale "Da allarme globale a politica globale" organizzato dal World Political Forum e dal Club di Roma. Al congresso del partito Radicale svolto a Cianciano dal 2 al 4 maggio, grande rilevanza ha avuto la prima commissione che ha discusso ambiente e demografia, che ha riproposto il programma radicale del 1968 e cioè aborto, eutanasia, utilizzo di pillole abortive e riduzione dei consumi.
Inoltre il 16 e 17 giugno si terrà a Roma un convegno internazionale per il 100° anniversario della nascita di Aurelio Peccei e sul 40° anniversario della fondazione del Club di Roma.
Era il 1968 infatti quando il Club di Roma diretto da Aurelio Peccei raccolse intorno a sé una potente e internazionale lobby maltusiana, con l'intento di convincere l'umanità a sacrificare i propri figli sull'altare della divinità pagana Gaia, la dea Terra. Il tema forte per spaventare la gente fu quello della "Bomba demografica". La nascita dei bambini e delle bambine, soprattutto nei paesi sottosviluppati, fu indicato come una catastrofe peggiore di una esplosione termonucleare. Per decenni Peccei ed i suoi potenti amici hanno suggestionato e convinto la burocrazia delle Nazioni Unite a praticare politiche di riduzione e selezione delle nascite, hanno chiesto la disintegrazione del matrimonio e dei nuclei familiari, hanno sostenuto la diffusione massiccia di legislazioni e tecniche per aborti e sterilizzazioni, hanno promosso campagne per la legalizzazione dell'eutanasia. Il tutto giustificato dalla minaccia che il Pianeta non avrebbe resistito alla crescita della popolazione e ai consumi delle risorse. Grazie all'aiuto del WWF Italia, di cui fu Presidente del Comitato d'Onore, Peccei disegnò scenari catastrofici e diffuse una ideologia nichilista e antiumana. Fu lui a coniare il termine "uomo cancro del pianeta" e per questo venne spesso indicato come "profeta di sventure". Nel suo libro "Cento pagine per l'avvenire"  Peccei ha scritto dell'umanità che "Si tratta di una proliferazione esponenziale che non si può definire che cancerosa...." e in un intervista a la Repubblica del 31 dicembre 1980, il fondatore del Club di Roma sentenzia "Gli uomini continuano a vivere sul pianeta come i vermi sulla carogna: divorandola. Sanno che alla fine moriranno, ma continuano a divorarla". Senza pudore, nel report "The First Global Revolution" del 1991 il club di Roma racconta:  "Cercando un nuovo nemico contro cui unirci, pensammo che l'inquinamento, la minaccia dell'effetto serra, della scarsità d'acqua, delle carestie potessero bastare... Ma nel definirli i nostri nemici cademmo nella trappola di scambiare i sintomi per il male. Sono tutti pericoli causati dall'intervento umano... Il vero nemico, allora, è l'umanità stessa".
Nella conferenza di Roma è previsto l'intervento di Lester Brown, fondatore del Worldwatch Institute e presidente dell'Earth Policy Institute, autore nel 1974 di una sorta di manifesto del Club di Roma, presentato nel libro "I limiti alla popolazione mondiale". Il titolo intero del libro recita "Nell'interesse dell'umanità i Limiti alla Popolazione Mondiale, una strategia per contenere la crescita demografica".
Dopo aver descritto tutte le catastrofi che la crescita della popolazione comporterebbe, Brown propone diverse soluzioni per limitare le nascite. Tra queste Brown indica il programma "libretti di risparmio per la pianificazione famigliare" ideato da Ronald Rickter e realizzato nelle piantagioni da tè in India. Un programma crudele in cui le donne non possono utilizzare i fondi accumulati finchè non oltrepassano l'età fertile. Se la donna resta incinta, l'impresa smette di fare i versamenti e ne  reclama una parte. Le deduzioni retroattive vengono calcolate in base alle maternità precedenti. Praticamente una grave violazione del diritto alla vita e di tutti i diritti della donne in maternità.
Tra i relatori del convegno di Roma c'è anche Gianfranco Bologna, già vicepresidente del  World Wide Fund for Nature (WWF Italia) e General Secretary della Fondazione Peccei.
Circa la posizione della Chiesa cattolica sulla crescita demografica in un documento dal titolo  "Le posizioni del WWF Italia, La popolazione" approvato dal Consiglio Nazionale del WWF Italia del 26 novembre 1991 e pubblicato dal WWF Italia nel Dicembre 1991, Gianfranco Bologna ha scritto: "É necessario fare il possibile per ridurre ovunque il tasso di fertilità totale, cioè la media di figli per donna, in particolare nei paesi poveri. (...) La pianificazione demografica dovrebbe essere inclusa in tutti gli altri settori della pianificazione dello sviluppo, con la presenza di un servizio ad hoc specializzato in queste tematiche, presso i ministeri ed i servizi che si occupano di aiuti allo sviluppo. Tali aiuti dovrebbero essere sistematicamente abbinati a programmi di assistenza denatalista. (...) È indispensabile che le grandi fedi religiose - in particolare quella cattolica e quella islamica, che hanno ampia diffusione nei paesi poveri dove la crescita demografica è particolarmente sostenuta - riconsiderino con urgenza le loro posizioni contrarie all'utilizzo di sistemi di pianificazione familiare".
Visto che al convegno commemorativo del Club di Roma, è prevista la presenza anche di esponenti e collaboratori di Università pontificie e della Chiesa cattolica, sarebbe opportuno che si levi qualche voce critica nei confronti di una istituzione che ha già fatto tanto male all'umanità.


 

 
Fonte: Avvenire, Giugno 2008