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IN RICORDO DELLA PERDITA DI MARIO PALMARO NEL 2014
Il racconto personale e commovente del parroco di Staggia Senese (VIDEO: Mario Palmaro presenta Costanza Miriano)
di Don Stefano Bimbi
 

Chi trova un amico, trova un tesoro. Così la Sacra Scrittura sottolinea la difficoltà di trovare amici veri. Voglio allora raccontare perché sono sicuro di aver trovato un tesoro in Mario Palmaro. È forse l'unica persona che ho frequentato per diversi anni di cui ricordo perfettamente luogo e motivo di tutti gli incontri avuti con lui, sia personali che telefonici.
Ho conosciuto Mario attraverso i suoi libri e gli articoli sul Timone. Mi entusiasmavano nel profondo per la chiarezza con cui la verità sulle cose veniva svelata. L'ironia, dote tipicamente cristiana, aggiungeva sapore ai suoi scritti che risultavano allo stesso tempo profondi, ma scorrevolissimi.
Quando lo incontrai per la prima volta ero sacerdote da un anno. Era il 2005 ed ero andato a sentire una sua conferenza nel santuario di Pancole, poco distante da Staggia Senese dove si trova la mia parrocchia. Era accompagnato dalla moglie Annamaria e mi intrattenni a parlare un po' con loro. Non posso certo dimenticare che mi trattò così tanto amichevolmente che mi sembrava di conoscerlo da sempre, anche se in realtà lui era quello famoso e io un pretino giovane, di due anni meno di lui. Con me c'era quel giorno Vanessa, una ragazza della mia parrocchia, con la quale avevamo da poco costituito il Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese che, partendo da pochi giovani desiderosi di sapere come stanno le cose, sarebbe diventato nel tempo un vero polo di attrazione per la cultura cattolica in Toscana e non solo. Vanessa fu molto impressionata da quella conferenza e mi disse quanto fosse piacevole per lei ascoltarlo. Quando lo dissi a Mario lui rispose che la moglie si era innamorata di lui proprio sentendolo parlare. E soggiunse, con il suo usuale modo ironico ma vero: "Anch'io la notai... era l'unica ragazza giovane in tutta la sala e mentre parlavo annuiva sempre".
Un particolare può servire per capire quanto Mario fosse apprezzato dai ragazzi che con me stavano formando il centro culturale di Staggia. Quando dovevamo dare il nome al centro eravamo incerti se scegliere "Amici del Timone" oppure "Amici di Mario Palmaro". Nel "ballottaggio" vinse il primo solo per il motivo che volevamo diffondere il più possibile quella rivista, della cui redazione comunque Mario faceva parte.

LA PRIMA CONFERENZA A STAGGIA
Dopo quel nostro primo incontro lo invitai a fare una conferenza nel nostro centro culturale e la data scelta fu il 4 maggio 2006 per un incontro dal titolo "Famiglia: diffidate delle imitazioni". Con linguaggio semplice dimostrò che la famiglia è la cellula fondamentale della società e soprattutto che la famiglia pre-esiste allo Stato. Proprio per questo non si può che essere contrari al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto (e di quelle omosessuali). Di quel giorno vorrei però soffermarmi su due particolari che potrebbero apparire secondari e che invece mostrano chi era davvero Mario.
Il primo è che quando arrivò alla parrocchia di Staggia, sede del centro culturale dove la sera avrebbe tenuto la conferenza, si soffermò a guardare i manifesti in fondo alla chiesa. Notò quello del catechismo per gli adulti. Il manifesto iniziava con il porre delle domande provocatorie per stimolare la partecipazione a questo incontro settimanale che tutt'oggi viene fatto ogni martedì. Le domande erano: "Vuoi approfondire la tua fede in maniera adulta? Il catechismo che hai imparato da piccolo ti ha lasciato qualche dubbio?". Al che, in maniera ironica, Mario commentò: "Che grande don Stefano, nel manifesto parla di qualche dubbio, quando è evidente che la domanda dovrebbe essere: visto che in tema di fede siete ignoranti come capre, non sarebbe il caso di venire ad imparare almeno le basi della fede cristiana?". Capii comunque che apprezzava la voluta delicatezza con cui si invitava ad approfondire le ragioni della propria fede. Credo tra l'altro che sia stato l'unico a vedere in me tale delicatezza... dote che purtroppo non mi è molto naturale.
Il secondo particolare degno di nota è che quel giorno Mario dormì nella mia camera ed io andai quella notte a casa dei miei genitori. Niente di strano visto che questo si è ripetuto poi per tutti i relatori che sono passati dal centro culturale nelle oltre sessanta conferenze organizzate. Niente di strano se non fosse per due piccoli dettagli: quella fu la prima volta che un relatore dormiva nell'appartamento della casa canonica che era stato da poco ristrutturato. Il secondo dettaglio è che, appunto perché finito da poco, non era ancora ammobiliato e per letto si intendeva appena una rete con sopra il materasso. Prima ancora di me, Mario ha dormito in quella che sarebbe diventata la mia camera. Proprio in quella occasione gli raccontai le discussioni che avevo affrontato per la prima volta nella mia vita con muratori, elettricisti, falegnami e idraulici. Mi raccontò che anche lui aveva avuto esperienze simili e con loro doveva alzare spesso il tono della voce per far capire come fare i lavori e mi confidava che era a disagio perché non era nel suo carattere di usare toni duri con le persone, ma in questo caso non aveva scelta. Questa e altre indicazioni mi furono utili per quello che stavo affrontando per la prima volta rivelandosi quindi un buon consigliere non solo per questioni alte ma anche più spicciole.

COME LO ZAMPONE A NATALE
Da allora Mario è tornato a Staggia ogni anno. Lo feci sorridere quando gli dissi che "una conferenza di Palmaro all'anno, ti toglie ogni malanno". E lui prontamente rispose: "Insomma, sono tradizionale come lo zampone a Natale".
Molti sono stati i temi trattati nelle varie conferenze da noi e così abbiamo potuto constatare la sua competenza in varie materie con particolare predilezione per la bioetica: eutanasia, aborto, RU486, testamento biologico, Scienza e Vita, Papa e Chiesa, matrimonio, omosessualità.
Per capire quanto sia stato importante Mario per me e per il centro culturale basti pensare che nel primo libretto dal titolo "L'avventura" che raccoglieva i resoconti delle prime sedici conferenze, la copertina aveva la foto fatta alla prima conferenza di Mario a Staggia. Certamente avevamo ospitato altri personaggi famosi e importanti. Basti pensare a nomi quali Cammilleri, Pellicciari, Barra, De Mattei e altri. Ma la foto con Mario attorniato dai ragazzi che con tanto entusiasmo, un'avventura appunto, avevano fondato quel centro culturale, rimase storica e rimarrà nella memoria di ciascuno di noi, oltre che ovviamente nel sito degli Amici del Timone di Staggia.
Come dicevo all'inizio, mi ricordo di ogni volta che ho incontrato Mario anche al di fuori del centro culturale. Ad esempio era presente quando andai all'incontro (a cui mi aveva invitato l'amico e direttore del Timone, Gianpaolo Barra) che avrebbe dato inizio ad un sito che all'epoca sembrava un sogno. Un sito che avrebbe segnato la storia dell'apologetica cattolica in internet. Una specie di prolungamento del Timone che avrebbe dovuto diventare punto di riferimento quotidiano per sapere le notizie attraverso gli articoli di giornalisti cattolici di provata fede. Era il sogno di dare il via a La Bussola Quotidiana. In quell'incontro tenuto nella sede del Timone a Milano c'erano i principali giornalisti che avrebbero collaborato e una quindicina di soci fondatori che avrebbero aiutato con contributi economici, secondo le proprie possibilità. Ovviamente Mario apparteneva al primo gruppo. Purtroppo dopo un po' di tempo la Bussola fallì finanziariamente. Dopo qualche mese il sito tornò ad essere operativo grazie al neo direttore Riccardo Cascioli che fondò La Nuova Bussola Quotidiana. Il consiglio che Mario mi dette in confidenza fu di sostenere questo progetto "perché di Riccardo ci si può fidare" ed ebbi così conferma di ciò che già pensavo. Fu così che misi tutte le mie forze per dare un, pur piccolo, contributo non solo economico, ma anche di sostegno morale perché la Bussola potesse riprendere la sua corsa... cosa di cui non mi sono mai pentito. Questo consiglio mi ritornò in mente quando insieme al direttore del Timone abbiamo deciso di assegnare alla Bussola, nella persona di Riccardo Cascioli, il premio Viva Maria in occasione del 6° Giorno del Timone della Toscana.

CONSONANZA DI OBIETTIVI
Mario mi ha dato altri consigli decisivi e di questo gliene sono grato. Una volta lo chiamai al telefono per chiedergli come potevo aiutare nella gestione della sezione di Scienza & Vita e del Centro di Aiuto alla Vita di Siena. Mi ricordo che in quella occasione siamo stati più di un'ora al telefono. Negli anni a seguire i contenuti di quella telefonata mi hanno guidato saggiamente nelle scelte che ho dovuto affrontare. La lunghezza della telefonata con cui Mario mi dette i consigli suddetti, mi riempì di gioia per il tempo che mi dedicò, visti i suoi numerosi impegni, ma ho scoperto dopo la sua morte che lui era disponibile con tutti. Ho avuto infatti da alcuni studenti dell'Università Europea di Roma la conferma che anche con ragazzi mai visti aveva molta attenzione e dedicava molto tempo fuori dalle lezioni per rispondere a domande, chiarire concetti, integrare le lezioni. Insomma da tutti è sempre stato considerato molto disponibile mettendo inoltre in pratica le più dimenticate opere di misericordia spirituale: istruire gli ignoranti, consigliare i dubbiosi, ammonire i peccatori e sopportare pazientemente le persone moleste.
Come posso poi dimenticare la consonanza di obiettivi che ho sempre avuto con lui? Anche quando la Marcia per la Vita muoveva i primi passi organizzativi ci siamo trovati in più occasioni ed ogni volta scoprivamo che la pensavamo allo stesso modo. Una volta ci trovavamo insieme ad un incontro a Bologna dove con gli organizzatori si faceva la verifica sulla marcia precedente e si analizzavano le nuove proposte per quella successiva. Mi ricordo che presi la parola per biasimare la condotta scorretta del Movimento per la Vita che per porre il suo cappello sulla marcia (che nelle precedenti edizioni aveva invece ostacolato in tutti i modi) distribuì delle pettorine gialle per dare l'impressione che ci fossero molti suoi militanti quando invece questi erano una decina. Mario intervenne dopo di me e iniziò con queste significative ed ironiche parole: "Stranamente sono d'accordo con don Stefano..." dove era evidente a tutti che "stranamente" stava per "come sempre".

LA PROVA FINALE
La scoperta del cancro fu per Mario una grande prova che però superò con una grande, ma alla fine semplice, fede. La prima volta che lo rividi dopo questa scoperta fu a Certaldo dove venne per una conferenza. Lo incontrai in sacrestia prima dell'incontro. Non parlammo della malattia, nonostante sapessimo che l'altro sapeva. Si parlò come se niente fosse perché in effetti la malattia non poteva toglierci il gusto dell'amicizia. Una volta, durante la malattia, Mario mi inviò un sms per pormi una domanda di fede. Gli telefonai immediatamente tanto che lui mi disse: "Accidenti che rapidità: sei proprio un pronto soccorso per la fede!". In un'altra telefonata parlammo dei suoi articoli di critica ad alcune scelte di Papa Francesco e della sua conseguente cacciata da Radio Maria. Mi confidò che poi gli aveva telefonato il Papa al quale aveva ben chiarito la sua fedeltà alla Chiesa e al successore di Pietro. In quella occasione Papa Francesco lo ringraziò per le sue osservazioni di cui avrebbe tenuto conto. Mario credette a quello che il Papa gli aveva detto ed infatti mi citò alcuni suoi discorsi recenti in cui percepiva un certo cambiamento. Mi disse infine di non divulgare la notizia della telefonata perché preferiva che non venisse alla luce e così feci.
Durante la malattia avevo qualche remora ad invitare Mario alla "tradizionale" conferenza annuale ed allora mi sentivo con la moglie per sincerarmi delle sue possibilità. Annamaria mi ha sempre aiutato a capire esattamente la situazione suggerendomi di insistere quando era il caso come ad esempio in occasione della conferenza di Costanza Miriano a Staggia per presentare il suo libro "Sposati e sii sottomessa". Al termine di tale incontro molti mi confidarono che la presenza di Mario aveva reso quell'incontro molto bello e arricchente grazie alle cose che disse nel suo intervento.
L'ultima sua conferenza a Staggia, un anno prima di morire, parlava di omosessualità ed aveva il provocatorio titolo "The gay after". In quella occasione riuscì a rispondere pacatamente, ma fermamente al presidente dell'Arcigay di Siena che al termine della sua relazione era andato al microfono per porre a Mario alcune domande tendenziose.

SCRITTORE GENIALE E AMICO PREZIOSO
Questa non è stata l'ultima volta che Mario è venuto da noi. Infatti, con il sostegno di Annamaria, sono riuscito a convincerlo a partecipare al ritiro estivo per famiglie che organizzo ogni anno in un ex convento francescano a Colle di Val d'Elsa, mia città natale. Il tema che avrei trattato durante il ritiro era la famiglia e proposi a Mario di fare sia il partecipante che il relatore. In pratica ci saremmo alternati nel fare una relazione ciascuno, io al mattino e lui al pomeriggio. Dopo un po' di insistenza da parte mia e della moglie, Mario accettò nonostante la salute fosse ormai un po' compromessa ed infatti a volte, durante il ritiro, Mario si assentava andando in camera. Ma tutto andò bene, non solo i suoi due splendidi interventi che sono stati successivamente raccolti in un dvd, ma anche i momenti passati insieme. Durante un pranzo ero al tavolo della famiglia Palmaro e, sapendo della mia passione per il Signore degli Anelli, Mario mi invitò a proporre ai suoi figli degli indovinelli sui libri di Tolkien. Ovviamente accettai questa sfida molto volentieri. Alla fine furono anche Giacomo, Giuseppe, Giovanna e Benedetto che vollero pormi le loro domande sull'argomento. Da questo aneddoto traspare la bellezza dell'accoglienza e del calore umano che traspariva dalla famiglia Palmaro.
Nel clima amichevole e festoso di quel ritiro ho potuto godere per l'ultima volta della presenza fisica di Mario su questa terra, ma il racconto non sarebbe completo se non raccontassi l'ultima volta che ho sentito la sua voce. Il 28 febbraio, una decina di giorni prima di morire, Mario mi telefonò al cellulare per una strana richiesta. Il Foglio voleva dedicargli un articolo, ma lui mi disse che non aveva foto adatte. Mi chiedeva se nelle svariate volte che era venuto da me ce ne fosse una da poter mandare al giornale. Visto che ero in settimana bianca gli dissi che al mio ritorno a casa gliel'avrei prontamente inviata. E così feci. Ma non era di una foto che Mario aveva bisogno. Stava per morire e quello era il suo modo per parlarmi per l'ultima volta. Era il suo modo per dirmi addio. In maniera delicata e senza farmi capire che sarebbe stata l'ultima telefonata, voleva esprimermi ancora una volta l'amicizia e la confidenza di cui mi ha fatto dono nella vita su questa terra. Porterò per sempre nel mio cuore il contenuto e l'affetto di quell'ultima telefonata.
Al funerale non potevo certo mancare. Ovviamente con l'abito talare ho partecipato alla Messa in rito antico, come a lui piaceva. Nell'andare a prenderlo processionalmente a casa, nelle preghiere alla bara, nel cammino per accompagnarlo in chiesa per il funerale ho ripercorso con la mente senza proferire parola tutte le cose che ho vissuto con Mario. Gli amici presenti, firme famose dell'apologetica cattolica, facevano da corona ad una famiglia splendida. Annamaria, da perfetta moglie, faceva trasparire la gioia cristiana che nemmeno un dolore grande come la perdita dell'anima gemella può togliere se vissuta con fede. I figli sereni anche se ovviamente provati dalla sofferenza. Il funerale composto e partecipato nel duomo di Monza ha davvero fatto sentire la presenza di Cristo, buon pastore. Non posso non essergli grato per aver dato ai cattolici italiani uno scrittore così geniale e a me un amico così prezioso.

VIDEO: LA SPOSA SOTTOMESSA di Costanza Miriano e Mario Palmaro
Il Centro Culturale "Amici del Timone" ha organizzato il 21 ottobre 2011 un incontro dal titolo "Sposati e sii sottomessa: pratica estrema per donne senza paura". Era presente l'autrice del libro: Costanza Miriano, giornalista del Tg3. Ha presentato la serata Mario Palmaro, docente di bioetica all'Università Europea di Roma e conduttore della trasmissione "Incontri con la Bioetica" a Radio Maria.


https://www.youtube.com/watch?v=PjsApsZvqbA

 
Titolo originale: Quella chiara e onesta faccia
Fonte: Il buon seme fiorirà, Ed. Fede e Cultura