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Joshua Sutcliffe, 27 anni, è un insegnante di matematica alla Cherwell School, una scuola secondaria statale nell'Oxfordshire, in Inghilterra. O meglio, era: al momento è stato infatti sospeso dalle sue mansioni per aver approvato il lavoro di un gruppo di studenti con un «Ben fatto, ragazze!». Che c'è di male? C'è che in questo gruppo di ragazze è presente anche un transgender, una ragazza cioè che si identifica con un ragazzo e che subito s'infuria correggendo l'insegnante. Sutcliffe si scusa, dice che è stato un incidente, del resto è sempre stato attento a riferirsi a lei/lui col nome proprio maschile che aveva adottato, pur non avendo mai ricevuto istruzioni formali in questo senso.
Sembrava finita così; invece, il giorno seguente a una riunione di genitori, Sutcliffe viene convocato dal preside, interdetto dall'insegnamento e gli viene comunicato che è stata aperta un'indagine sul suo comportamento in attesa di un'udienza disciplinare. L'insegnante è incredulo e prova a difendersi spiegando ancora una volta che non c'è stato nulla di intenzionale e che si è corretto subito. Tuttavia, non trova un errore così «irragionevole chiamare "ragazza" una persona che è nata tale». Apriti cielo: da quando ha iniziato ad insegnare Sutcliffe ha infatti cercato sempre di bilanciare le sue convinzioni, in contrasto con la "fluidità di genere", «con la mia responsabilità, di insegnante e di cristiano, di trattare ciascun alunno con rispetto e dignità. Non ho mai cercato di imporre le mie convinzioni agli altri, cerco solo di vivere seriamente il vangelo della pace».
Invece è stato processato per "misgendering": l'accusa è che abbia violato le politiche sull'uguaglianza facendo riferimento all'allievo per nome per evitare di usare i pronomi maschili "he" and "him". Un peccato aberrante anche per i media: «Torneremo allo show e torneremo al 2017 anziché alla Gran Bretagna medievale», così il presentatore televisivo Phillip Schofield ha terminato un'intervista all'insegnante trovando «ripugnanti» le sue convinzioni.
Sutcliffe non ha potuto affermare altro se non che «il modo aggressivo in cui l'ideologia transgender viene imposta sta sminuendo la mia libertà di credo e di coscienza così come quella di chiunque in questo paese ritenga che il genere venga assegnato alla nascita». Dopo la società post-religiosa e post-razziale l'Inghilterra sembra candidarsi infatti a fare da apripista alla società post-sessuale: attualmente ogni settimana circa cinquanta fra bambini e bambine dai 4 agli 11 anni alle prese con un'identità sessuale ancora "indefinita" vengono portati dai loro genitori nei centri specializzati in terapia-gender del Regno Unito, dove è possibile bloccare artificialmente la pubertà (arrestare il ciclo mestruale o la maturità del seme) per consentire loro un ulteriore "periodo di riflessione". Negli ultimi sei mesi sono stati oltre 1.300 i bambini messi in stand by sessuale e si prevede un raddoppio della cifra per il prossimo anno.
Sutcliffe insegna alla Cherwell School dal 2015, secondo i media britannici frequentata da almeno sei studenti transgender. Insegna matematica, quella disciplina per cui 2+2 fa sempre 4, tranne in Inghilterra, dove non conta più il risultato ma l'azzeramento di ogni buonsenso.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).
A NATALE BAMBOLE PER LUI E DINOSAURI PER LEI?
Riportiamo una notizia Ansa: "Nell'individuazione del regalo per i più piccoli - secondo quanto emerge da una ricerca di Toluna, società di digital market research, che ha intervistato mille persone - il 49% dichiara di essere influenzato dal genere (maschio o femmina), e il 43% dichiara che potrebbe prendere in considerazione di regalare un gioco 'da femmina' a un maschio solo in relazione al tipo di gioco. Fra i genitori, sarebbe disposto a regalare ai figli maschi i trucchi solo il 3%, le bambole il 11% e la cucina il 20%. Anche fra i genitori delle femmine non si riscontra grande apertura: solo il 7% accetterebbe di regalare alle figlie un'arma giocattolo e il 20% un dinosauro".
Dal tono con cui vengono riportati gli esiti del sondaggio si capisce chiaramente come l'Ansa parteggi per la teoria del gender. Ma non è questo che ci interessa ora commentare. I dati si riferiscono a richieste fatte dai bambini ai genitori: assecondarli anche se chiedono un gioco non adatto al loro sesso? Il bicchiere è mezzo pieno e quindi mezzo vuoto: metà degli intervistati non escludono di regalare un gioco da femmina ai maschi e viceversa. Segno preoccupante di come la confusione sessuale fiorisca anche ai piedi dell'albero di Natale durante la notte santa.
(Gender Watch News, 6 dicembre 2017)
MONDIALI: LA FIFA ALLERTA I GAY
La rete FARE denuncia per conto della Fifa le condotte discriminatorie. Il FARE ha allertato i tifosi omosessuali: pensateci bene prima di venire in Russia per i prossimi mondiali perché potrebbero esserci dei rischi per la vostra incolumità. Questo in sintesi il contenuto di un messaggio indirizzato dal FARE ai tifosi omosessuali.
L'allarme è ingiustificato. In realtà si tratta di un atto di ritorsione verso il governo e il popolo russo. Infatti l'ideologia omosessuale non è ancora riuscita ad attecchire per bene sul suolo russo e il Parlamento russo ha varato nel 2013 una legge che vieta ogni propaganda omosessuale che potrebbe venire recepita dai minori.
(Gender Watch News, 1° dicembre 2017)
ASSALTO LGBT ALL'INFANZIA ARRUOLATI DISNEY E NETFLIX
Star Butterfly, una principessa bionda che deve ancora imparare ad usare i suoi poteri, è la leader delle principesse ribelli. Chi cerca di arginare la loro ribellione è miss Heinous, ovviamente dipinta come una perfida dittatrice del riformatorio per principesse ribelli. Sono alcuni dei personaggi della serie di cartoni animanti "Marco e Star contro le forze del male" ("Star vs. the Forces of Evil"), in onda su Disney Channel.
Se la serie aveva già fatto clamore per aver rappresentato una scena di baci fra personaggi dello stesso sesso, ora è la volta di una principessa, Turdina, che si rivela invece essere un maschio. Proprio mentre lo sta per rivelare alle principesse ribelli, arriva sulla scena miss Heinous a svelare a tutti che Turdina è in realtà un maschio e urlando: "Guardate dove vi porta tutta questa libertà…quello che pensavate un eroe vi ha mentito. Perciò avete bisogno di me". Ma fra le principesse si solleva una voce: "Cosa importa se è un maschio, nulla di quello che ci ha detto era sbagliato". E un'altra: "Lui può essere una principessa se lo vuole". Infine: "Turdina è uno stato mentale". Poi, al grido di "forza ragazze" tutte le bambine inseguono la cattiva direttrice del riformatorio cacciandola via.
Così, mentre medici e scienziati lanciano l'allarme della crescita dei casi di disforia di genere nei bambini, sempre più confusi sulla loro identità sessuale, la Disney non solo normalizza la cosa ma spinge a credere che sia un bene. Perciò guai a quei cattivi che osano opporsi, mentre ovviamente le sostenitrici del "gender free" sono femmine dipinte come eroine capaci di ribellarsi ad una vecchia retrograda. Ma non solo perché in un'altra serie per adolescenti di Disney Channel i rapporti fra ragazzini dello stesso sesso sono trattati con un sentimentalismo finto-compassionevole che mira a far sentire cattivo chiunque, anche solo per istinto naturale, provi orrore nel vedere un 13enne che corteggia con un altro maschio aiutato dall'amica donna che pare più virile di lui.
Ma qual è la vera origine di tutta questa confusione? Lo si vede bene in un'altra serie, questa volta in onda su Netflix. "Big Mouth" è un cartone in cui un gruppo di ragazzini nella fase della pubertà vengono ridotti a perversi che non fanno altro che pensare al sesso. Si vedono oscenità di tutti i tipi, mentre la bellezza del corpo viene ridotta a qualcosa di bestiale e incontrollabile. Insomma, invece che spiegata a partire dal suo fine, la sessualità viene ridotta a mero istinto bestiale ingovernabile. Dove ci sono scene di approvazione anche dell'omosessualità, di cui, dice un genitore al figlio usando un linguaggio a dir poco scurrile, non bisogna vergognarsi. Sostanzialmente l'uomo sarebbe un animale schiavo del sesso. Perciò bisogna imparare ad accettare questa schiavitù per conviverci, tanto che gli stessi ideatori della serie hanno ammesso che il tentativo è di trovare del divertente nel periodo più orribile della vita di una persona: la pubertà, che definiscono "un incubo".
Ma chi è che guarda l'uomo così? Chi gli fa credere che la sua sessualità, il dono più grande del Cielo, da proteggere più di ogni altro con pudore al fine di essere utilizzato per il suo fine, quello attraverso cui l'uomo arriva a somigliare a Dio, diventando creatore e generatore di vita, immagine della Trinità, sia qualcosa di bestiale (come lo diventa ogni cosa utilizzata irrazionalmente al di fuori del suo scopo)? Basta guardare chi è l'educatore dei ragazzini della serie: delle bestie con le corna, i demoni dell'ormone, che spiegano loro perché sia normale essere fissati con il porno e la masturbazione tutti ampiamente rappresentati nel cartone. Non importa se ormai sia una vera e propria piaga sociale.
È questa la visione diabolica dell'uomo, che si è diffusa con la rivoluzione sessuale proprio disgiungendo la sessualità dal suo fine, ora arrivata solo al suo volto più espressivamente tremendo che fa apparire l'uomo come una bestia persino sessualizzando i bambini. Certo che ciascuno ha le sue responsabilità: perché se la macchina milionaria femminista ed Lgbt persegue i suoi progetti che piacciono al demonio, dall'altra parte i cristiani hanno contribuito a sostenere un sistema, quello in cui vivono, ormai evidentemente anticristico.
Per questo, il vescovo emerito di Corpus Christi (Texas), Rene Henry Gracida, ha deciso di interrompere l'abbonamento a Netflix "come dovrebbero fare tutti coloro che dicono di avere a cuore il benessere dei giovani americani" ma che magari lasciano i bambini soli davanti alla tv. Perché se non è sufficiente, sta diventando sempre più necessario.
(Benedetta Frigerio, La nuova Bussola Quotidiana, 28-11-2017)
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