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In Luca 11 leggiamo: "Chi non raccoglie con me, disperde." Gesù fa un'affermazione umanamente inimmaginabile: pone la sua persona come criterio di realizzazione e di salvezza. A tal riguardo non indica le sue idee ma se stesso: è Lui, la sua identità a salvare. Questo ci fa capire almeno due cose: primo, che Gesù afferma chiaramente di essere Dio per cui non è possibile accettare Gesù negando la sua divinità; secondo, che la verità di Cristo non può essere relativizzata.
GESÙ AFFERMA CHIARAMENTE DI ESSERE DIO, PER CUI NON È POSSIBILE ACCETTARE GESÙ NEGANDO LA SUA DIVINITÀ
Argomento questo molto importante per rispondere a tante sciocchezze diffuse.
Per esempio, si sente spesso dire che è difficile considerare Gesù come Dio, ma ciò non impedirebbe di considerarlo un grande uomo, un grande pensatore, un grande rivoluzionario. Quante volte, infatti, abbiamo sentito frasi di questo tipo: io non credo in Gesù, ma lo stimo perché è stato comunque un grande uomo, un uomo che ha cambiato il corso della storia... e altre cose di questo genere.
Eppure convinzioni di questo tipo sono fortemente contraddittorie. O Gesù è Dio, e allora si può facilmente credere nell'esattezza delle sue parole; oppure non lo è. Ma se non lo è, come è possibile che egli ponga la sua persona come criterio di salvezza? Che faccia fareste, se in questo momento arrivasse qualcuno e dicesse: chi non raccoglie con me disperde...oppure: io sono la via, la verità e la vita? Qualche problema di modestia lo avrebbe.
I vari Hitler, Stalin, Mao, Pol Pot... hanno posto le proprie idee, mai le loro persone, come criterio di salvezza universale e dei problemi del mondo. Nessuno è arrivato dove è arrivato Gesù di Nazareth.
Dunque, o Gesù è Dio (e lo è!), per cui si può capire il significato delle sue parole; oppure non è Dio; ma se non è Dio, si può stimare qualcuno che arriva a porre se stesso come criterio di salvezza per tutto?
LA VERITÀ DI CRISTO NON PUÒ ESSERE RELATIVIZZATA
Come abbiamo detto, Gesù indica la sua persona, non le sue idee, come criterio di giudizio.
Attenzione, ciò non significa che la verità di Cristo non sia importante, per cui si potrebbe ridurre tutto l'essere cristiano ad un rapporto di tipo interpersonale come fosse da uomo ad uomo. No: Cristo e la Verità s'identificano. Cristo è il Logos e il Logos è il principio logico di tutto, per cui Cristo e la Verità s'identificano nella sua persona.
Dire che Cristo ha posto se stesso e non le sue idee come criterio salvifico, non significa che basterebbe un atto di scelta d'amore verso Cristo prescindendo dall'adesione alla Sua Verità. Significa piuttosto dire che non c'è uno scarto tra Cristo e la Verità, Cristo non viene prima della Verità, Cristo è la Verità, e dunque Cristo e la Verità s'identificano.
Senza Cristo non c'è verità possibile per l'uomo, per il mondo e per la storia.
Tutto questo ci dimostra quanto sia impossibile costruire un cristianesimo senza l'unicità di Cristo. Un cristianesimo, cioè, dove tutto sia ridotto a dimensione intellettuale (aderire a qualche valore) e così cercare e realizzare improbabili e inopportuni collegamenti tra il Cristianesimo stesso e altre religioni.
Se il Cristianesimo è la Persona di Cristo, se Persona di Cristo e Verità s'identificano, nulla è possibile senza Cristo e dal momento che le religioni non cristiane sono denominate così proprio perché non hanno Cristo, dunque...
Un'impostazione di questo tipo (il Cristianesimo senza Cristo) è stato fatto proprio da una certa gnosticizzazione del Cristianesimo (la salvezza si realizzerebbe solo con la conoscenza di alcuni misteri fondamentali) che ha proposto la differenza tra un Cristo-storico (Gesù di Nazareth) e un Cristo-principio, una sorta di essenza ideale e divina che sarebbe presente in molte identità religiose.
Una convinzione di questo tipo è presente nelle varie tradizioni esoteriche e massoniche che pongono l'unità trascendentale di tutte le religioni come realizzazione del relativismo religioso. Convinzioni che - si sa - hanno influenzato molto il modernismo teologico e certa teologia contemporanea.
Ma Gesù, come abbiamo visto, ha parlato chiaro. Molto chiaro!
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