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I Giudici Supremi americani rilasciano commenti sulla sentenza Dobbs, subiscono censure e minacce di morte, mentre Joe Biden nel chiarire le sanzioni contrarie all'obiezione di coscienza, raccoglie le dure critiche dalla Conferenza Episcopale USA.
Il giudice Samuel Alito, autore della storica sentenza Dobbs contro Jackson Women's Health Organization che ha sconvolto mezzo secolo di precedenti abortisti della Corte Suprema, ha per la prima volta commentato, seppur marginalmente, le critiche rivolte alla decisione. Il 21 luglio scorso Alito è stato l'oratore principale della cena di gala 'Religious Liberty Summit' organizzato dalla Notre Dame University a Roma dal 20 al 22 luglio. La notizia e il video dell'intervento è stato ripreso da agenzie di stampa mondiale, mass media e da molti quotidiani internazionali solo ieri 29 luglio.
Nel suo intervento, che aveva come oggetto principale il diritto alla libertà religiosa, la bontà della tradizione americana e le sfide globali che questo diritto inalienabile deve affrontare nella società attuale, irreligiosa e ampiamente secolarizzata, oltre a ribadire la convinzione della maggioranza dei giudici della Corte Suprema ("la nostra Costituzione prevede alcuni diritti e non altri"), il giudice Alito ha risposto con ironia e sagacia alle sconsiderate ed irrispettose critiche rivolte alla sentenza di molti leader politici (Boris Johnson, Emmanuel Macron, Justin Trudeau). E ha ridicolizzato l'intervento del Principe Harry, duca di Sussex, all'Onu, che aveva paragonato la decisione della Corte Suprema di azzerare il falso diritto costituzionale all'aborto, all'invasione russa dell'Ucraina. "In questa legislatura" ha ricordato Samuel Alito ai suoi ospitii, "ho avuto l'onore di scrivere, credo, l'unica decisione della Corte Suprema nella storia di questa istituzione che sia stata criticata da tutta una serie di leader stranieri che si sono sentiti perfettamente a proprio agio nel commentare la legge americana".
IL RISPETTO DELLA DIGNITÀ UMANA DI CIASCUNA PERSONA
Nel suo intervento il giudice Alito ha correttamente ricordato come il rispetto della dignità umana, di ciascuna persona, sia "il fondamento primo di ogni altra libertà"; una evidenza che troppo spesso colpevolmente sfugge dalle valutazioni dozzinali sulla sentenza Dobbs che si sono lette nelle ultime settimane. Una stoccata chiara alle ingerenze ignoranti e politicamente motivate che hanno visto nelle scorse settimane persino il Parlamento ed alcuni esponenti della Commissione Europea unirsi al coro degli abortisti. Lo stesso 21 luglio, durante un'apparizione pubblica a una conferenza sui temi giuridici in Montana, il giudice Elena Kagan, nominata dai Democratici alla Corte Suprema, ha messo invece in risalto la sua preoccupazione crescente perché la Corte "se, nel corso del tempo, perde ogni legame con il pubblico e con il sentimento dell'opinione pubblica, questa è una cosa pericolosa per una democrazia". Per i giudici nominati dai Dems solo se le decisione sono popolari allora sono anche democratiche, poco importa se siano costituzionalmente corrette.
Questo è il cuore dell'attacco della democrazia, ancor più se prendiamo atto quanto il 'sentimento popolare' sia volubile e manipolabile con campagne mass mediatiche di minoranze estremiste. Ieri intanto si è saputo che Nicholas John Roske, l'uomo californiano accusato di aver tentato di uccidere il giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh, lo scorso 8 giugno, aveva l'obiettivo dichiarato di cambiare la composizione della Corte Suprema "per i decenni a venire". Lo ha scritto lui stesso ad utenti internet non identificati: il suo obiettivo iniziale era quello di rovesciare la bozza di decisione della Roe v. Wade, nei giorni successivi alla sua divulgazione e, successivamente avrebbe dichiarato che, non solo voleva sparare a tre giudici conservatori ("se ci sono più giudici liberali che conservatori, avranno loro il potere") ma si era attivato nei mesi di maggio e giugno per cercare su internet il più "silenzioso fucile semi-automatico' sul mercato". Roske è accusato di tentato omicidio di un giudice degli Stati Uniti. Si è dichiarato non colpevole e la data del processo è stata fissata per il mese prossimo. Dunque, come abbiamo più volte sostenuto su La Bussola, il trafugamento illegale della bozza della sentenza, la sua pubblicazione, le polemiche violente, gli attentati prima e dopo la Sentenza Dobbs, le urla e le minacce di fiancheggiatori politici e pseudo intellettuali, potevano e possono portare alla morte dei giudici supremi con la finalità di determinare una maggioranza abortista e pro Lgtbi nei prossimi anni.
ANCHE I VESCOVI USA DANNO BATTAGLIA
Non facciamo illazioni, prendiamo atto dei fatti, delle dichiarazioni degli abortisti, dei politici Dems e degli inquietanti e, a questo punto, conniventi silenzi di Presidente e Vice Presidente degli Usa. A tal proposito, Joe Biden in nelle scorse 24 ore non ha solo nominato l'avvocato Julie Rikelman che rappresentava il Center for Reproductive Rights nel caso Dobbs come giudice federale e promosso un incontro tra i vertici del Dipartimento della Giustizia e gli esperti legali delle multinazionali della morte per delineare con loro le migliori strategia di applicazione delle decisioni pro aborto del Dipartimento della Salute, ma ha anche pubblicato una guida in cui si ribadisce che il controllo delle nascite gratuito è garantito dall'Affordable Care Act, indipendentemente dallo Stato in cui si vive.
Ma oltre ai singoli stati Repubblicani, anche i vescovi Usa danno battaglia con una chiara e dura dichiarazione contro i nuovi regolamenti dell'amministrazione Biden che considerano l'aborto un 'cura' e violano i diritti di libertà religiosa e obiezione di coscienza di medici, operatori e strutture ospedaliere cattoliche e cristiane. Quando vien meno il rispetto per il diritto inalienabile per la dignità umana, diceva Samuel Alito, la libertà di coscienza e religione è in pericolo e l'amministrazione Biden lo sta dimostrando ampiamente.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 2 minuti) dal titolo "Samuel Alito difende la vita dall'assalto democratico" si può vedere l'intervento dell'autore della storica sentenza della Corte Suprema che ha cancellato il diritto all'aborto di cui si è parlato nel precedente articolo.
https://www.youtube.com/watch?v=fhR432IpkD4
I DEMOCRATICI VOGLIONO CAMBIARE LE REGOLE DELLA CORTE SUPREMA
L'autore del precedente articolo, Luca Volontè, nell'articolo seguente dal titolo "Corte Suprema, i Dem vogliono cambiare le regole" spiega che dopo che è stata annullata la sentenza abortista Roe vs Wade, i Democratici spingono sull'acceleratore per cambiare gli equilibri della Corte Suprema, con giudici a loro graditi. Due proposte di legge in pochi giorni. La prima mira a portare le toghe supreme da 9 a 13. La seconda prevede un diverso sistema di nomina e limiti di mandato.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 luglio 2022:
Tutto il peggio è possibile negli Stati Uniti, in cui persino le singole città governate dai Democratici - che si trovano negli Stati governati dai Repubblicani - si permettono di autodichiararsi "santuari" dell'aborto. Il tentativo dei Dem di boicottare e svuotare la sentenza Dobbs della Corte Suprema è sia dal basso (attraverso le manifestazioni, le violenze e i contenziosi giudiziari) che dall'alto (attraverso le decisioni del presidente Biden e dei dipartimenti del governo federale), come abbiamo descritto nell'ultimo mese sulla Bussola.
Da qualche giorno, il Partito Democratico e le lobby abortiste ed Lgbti che lo promuovono stanno fortemente puntando alla distruzione della Corte Suprema per come l'abbiamo conosciuta negli ultimi decenni, pur di poter controllare in un sol colpo i tre poteri dello Stato: esecutivo, legislativo e giudiziario. La ragione di fondo che ha mosso le bande di protestatari ad abbattere statue e vietare quadri, persino a manipolare con falsità assurde e cancellare i padri fondatori e la storia degli Stati Uniti d'America, è triste ma semplice: imporre un nuovo socialismo di oligopolisti globali e burattini politici. Non c'è altra spiegazione alla rincorsa dei gruppi parlamentari Dem di Camera e Senato nel proporre proposte di legge rabberciate e partigiane per distruggere la Corte Suprema e conquistarne il controllo.
Sostenendo che "le libertà fondamentali sono sotto attacco" da parte dei giudici "ultraconservatori" della Corte Suprema, un gruppo di otto Democratici della Camera ha presentato, lunedì 18 luglio, una proposta di legge per portare da nove a tredici il numero di toghe del massimo organo giudiziario statunitense. Il rappresentante della Georgia Hank Johnson, Democratico e già principale sponsor del Judiciary Act, ha dichiarato a The Hill che la Corte, nella sua attuale composizione, è "una Corte Suprema in crisi con sé stessa e con la nostra democrazia", dove "le libertà fondamentali sono sotto attacco" da parte della maggioranza conservatrice perché gli attuali giudici prenderebbero decisioni che usurpano il "potere dei rami legislativo ed esecutivo".
Il Judiciary Act era stato presentato l'anno scorso e si era arenato al Congresso per mancanza di consensi e l'opposizione dei Repubblicani, visto che la riforma prevede una maggioranza qualificata. La riproposizione del testo, fatte salve le polemiche verso le decisioni dei giudici contro l'aborto, dimostra quanto sia innata la pretesa dei Dem di governare a maggioranza tutti i poteri dello Stato, in barba ad ogni minimo criterio di divisione dei poteri, indipendenza del sistema giudiziario, necessità di riforme strutturali bipartisan.
La sentenza Roe vs Wade (1973) è stata ufficialmente annullata il 26 luglio, un mese e due giorni dopo la storica sentenza Dobbs e quasi mezzo secolo dopo la legalizzazione dell'aborto che ha provocato la morte di 64 milioni di bambini. Infatti, sebbene la Corte Suprema abbia pubblicato il 24 giugno la sua decisione di rovesciare la Roe vs Wade, si attendeva che trasmettesse una copia certificata della sentenza Dobbs alle corti inferiori, fatto che è avvenuto appunto il 26 luglio. Sarà forse per questa ragione che inaspettatamente - mentre molti istituiti e agenzie di stampa pubblicano sondaggi sulla crisi economica, l'inflazione, la caduta a picco della popolarità di Biden - l'Associated Press e il NORC Center for Public Affairs Research hanno invece pubblicato, il 25 luglio, i dati di un sondaggio dal quale risulta che circa due americani su tre (che per l'82% si dicono elettori dei Democratici e per il 57% dei Repubblicani) sarebbero favorevoli a limiti di mandato o a un'età di pensionamento obbligatoria per i giudici della Corte Suprema.
Il perché di questo sondaggio, ripreso significativamente anche da Forbes, si è evidenziato il 26 luglio, quando un gruppo di Dem alla Camera, guidato dal già citato Hank Johnson, ha presentato una proposta di legge ("Supreme Court Tenure Establishment and Retirement Modernization Act") che prevede limiti di età al mandato dei giudici alla Corte Suprema. Le nuove norme consentirebbero ai presidenti degli Stati Uniti di nominare nuovi giudici della Corte Suprema ogni due anni, al primo e al terzo anno del rispettivo mandato. Inoltre, la proposta di legge prevede che un giudice della Corte Suprema permanga in regolare servizio attivo per 18 anni. La Corte Suprema è composta da nove giudici dal 1869, ma i Democratici considerano l'attuale maggioranza conservatrice 'abusiva' perché non corrisponde ai propri desideri e quindi vogliono eleggere altri giudici per poter controllare il massimo organo giudiziario.
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