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Lo Château de Sales, in Savoia, predomina la vallata sottostante con i suoi muri merlettati predisposti per le guardie: è un castello fortificato, di proprietà della famiglia de Sales. Il patriarca François osserva da una delle finestre del primo piano il giardino sottostante: un ragazzino elegantemente vestito sta duellando con un adulto. Il ragazzo è suo figlio, si chiama François, come lui (lo hanno battezzato così in onore di san Francesco d'Assisi); l'altro duellante è il suo maestro di armi. Il patriarca è combattuto fra la gioia di vedere la bravura del figlio nel maneggiare le armi e la tristezza per la notizia che il giovane desidera ardentemente diventare prete.
Ma lui ha ben altri progetti per il figlio. Lo manderà a Parigi, a studiare il diritto, così diventerà un ottimo magistrato. Il giovane Francesco (1567-1622) si piega alla decisione del padre e prosegue gli studi presso il collegio parigino di Clermont, tenuto dai gesuiti. Studia retorica, latino, greco, ebraico, filosofia e teologia, conoscenze che gli permettono di "imparare gli esercizi della nobiltà". Impara bene anche il francese, che comincia ad utilizzare in sostituzione del dialetto natale. Ma ciò che lo attira di più è lo studio della teologia.
Francesco mostrava un forte interesse per la teologia dei santi Agostino di Ippona e Tommaso d'Aquino, concentrandosi in particolare sulla grazia e la predestinazione, che era molto discussa allora a causa del protestantesimo. Qualche tempo prima della nascita del Sales, Calvino aveva teorizzato una sua teologia della predestinazione, in modo molto diverso dalla dottrina cattolica. Questo approccio suscitò grande ansia in Francesco, che per alcune settimane - tra il dicembre 1586 e il gennaio 1587 - si immaginò di essere predestinato all'Inferno. Sconvolto, pregava davanti a una statua della Vergine Maria in una chiesa domenicana, la chiesa di Saint-Étienne-des-Grès. Con l'aiuto della preghiera arrivò alla liberazione dalle sue paure. Fece anche voto di castità, accrescendo preghiere e penitenze.
STRAORDINARIE QUALITÀ SACERDOTALI
Nel 1588, decise di continuare gli studi in Italia, arrivando in una delle più notevoli università europee del tempo: Padova. Cercando consiglio e aiuto, si pose sotto la direzione spirituale del gesuita Antonio Possevino, che gli fece fare gli esercizi spirituali. Come confidò una volta a un amico: "Ho studiato diritto per piacere a mio padre e teologia per piacere a me stesso". A 25 anni, viaggiò tra Loreto, Roma, Venezia e poi tornò in Savoia. Qui il padre gli offrì la signoria di Villaroger e gli presentò una fidanzata. Ma Francesco ribadì il suo desiderio di diventare prete.
Qualche tempo dopo, il vescovo Claude de Granier gli offrì l'incarico di prevosto del capitolo di Ginevra. Così, Francesco indossò la tonaca il 10 maggio 1593 e il giorno successivo divenne canonico di Annecy; il 13 maggio rinunciò alla primogenitura e al titolo di signore di Villaroger. Si ritirò quindi nel castello di Sales fino al 7 giugno 1593, lottando contro i suoi dubbi e le sue tentazioni. Ricevette il diaconato l'11 giugno 1593; il 18 dicembre dello stesso anno fu ordinato sacerdote e quindi divenne prevosto di Ginevra.
Le sue straordinarie qualità sacerdotali (calma, dolcezza nelle parole e nell'approccio ai fedeli, un'eloquenza rara) fecero di lui un ottimo strumento per la conversione delle anime. L'8 dicembre 1602 Francesco di Sales fu consacrato, a Thorens, vescovo di Ginevra. Servì la sede episcopale in esilio ad Annecy, poiché Ginevra era divenuta una roccaforte protestante. Come nuovo vescovo, decise di istituire il catechismo per diffondere, far conoscere e far comprendere la fede cattolica ai credenti della sua diocesi. I suoi seguaci lo chiamavano "l'amabile Cristo di Ginevra".
L'INCONTRO FECONDO CON SANTA GIOVANNA DI CHANTAL
Nel marzo 1604, a Francesco fu chiesto di tenere i sermoni quaresimali a Digione. Lì conobbe la baronessa Giovanna Francesca di Chantal (1572-1641). Vedendola, Francesco credette di riconoscere colei che gli era apparsa durante una visione e che avrebbe dovuto fondare un nuovo ordine religioso. Qualche tempo dopo, divenne direttore spirituale della stessa Giovanna di Chantal, oggi santa, alla quale disse: "Tutto si deve fare per amore, e niente per forza, bisogna amare l'obbedienza più che temere la disobbedienza". Insieme a lei, avrebbe poi fondato l'Ordine della Visitazione.
San Francesco di Sales è stato anche uno scrittore notevole, uno dei primi ad usare il francese contemporaneo nei suoi scritti per avvicinarsi ai lettori. Nel 1608, scrisse la sua opera più famosa, l'Introduzione alla vita devota (o Filotea). Inizialmente, il santo aveva scritto a Madame de Charmoisy, la moglie di un cugino che desiderava praticare una vita di preghiera. Per due anni, le diede consigli spirituali, finché la guida spirituale di Francesco lo esortò a pensare a una pubblicazione. L'autore, dopo una serie di opportune modifiche, pubblicò quindi quei consigli sotto il titolo di Introduzione alla vita devota. Il linguaggio e lo stile utilizzati in quest'opera erano molto semplici per l'epoca, senza citazioni latine o greche. Offrendo devoti consigli a uomini e donne di ogni stato di vita, si rivolgeva a un pubblico molto più vasto rispetto a molti altri trattati spirituali dell'epoca.
Riguardo al protestantesimo, si distinse per la carità con cui si proponeva di riportare le anime alla Chiesa cattolica: "È con la carità che le mura di Ginevra devono essere scosse, con la carità che deve essere invasa, con la carità che deve essere recuperata [...]. Non ti offro ferro, né questa polvere il cui odore e sapore ricorda la fornace infernale [...]. È da noi stessi che dobbiamo respingere il nemico [...], con l'esempio e la santità della nostra vita [...]. Dobbiamo abbattere le mura di Ginevra con preghiere ardenti e lanciare l'assalto con fraterna carità".
Francesco di Sales è stato canonizzato nel 1665 da Alessandro VII. Nel 1877 il beato Pio IX lo ha proclamato Dottore della Chiesa. E nel 1923, Pio XI lo ha dichiarato patrono dei giornalisti e degli scrittori cattolici.
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