« Torna ai risultati della ricerca


OMELIA PER LA XVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - (Lc 10,38-42)
da Il settimanale di Padre Pio

Il tema delle letture di questa domenica è l’ospitalità. Nella prima lettura abbiamo ascoltato una pagina del libro della Genesi, nel quale si narra l’episodio di Abramo, il quale ospitò «tre uomini» (18,2) a casa sua. È molto interessante notare come Abramo, appena li vide, esclamò: «Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo» (18,3). Diversi Padri della Chiesa hanno veduto in questo episodio una prefigurazione, ovvero un’anticipazione profetica, del mistero della Santissima Trinità, dell’unico Dio in tre Persone uguali e distinte. Ciò che è accaduto ad Abramo è certamente una bellissima manifestazione divina: egli ha accolto Dio stesso nella sua tenda ed è stato beneficato con la promessa che egli e sua moglie Sara avrebbero avuto finalmente il sospirato figlio.
Ciò che è accaduto ad Abramo, in un certo senso, può avvenire anche a ciascuno di noi quando benefichiamo il nostro prossimo. Infatti, tutto quello che facciamo ai nostri fratelli che sono nel bisogno lo facciamo a Gesù stesso. Accogliendo il bisognoso, noi accogliamo Dio, e non rimarremo senza ricompensa in questa e nell’altra vita.
Il Vangelo di oggi ci propone lo stesso tema. Lazzaro, Marta e Maria ospitano nella loro casa Gesù. Durante il convito avviene qualcosa di particolare: Marta era tutta presa dai molti servizi, mentre Maria, «sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola» (Lc 10,39). Marta si rivolge allora a Gesù e vorrebbe che Egli richiamasse la sorella Maria affinché ella la aiuti nei molti servizi. Marta è sicura di aver ragione; ma, inaspettatamente, Gesù dice: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,41-42).
Con queste parole, Gesù non voleva certamente disprezzare l’umile servizio di Marta. Anche di questo c’è bisogno. Probabilmente Marta stava esagerando, voleva fare una bella figura, e si affaccendava eccessivamente nel servizio materiale, dimenticando ciò che era più importante: ascoltare la parola di Gesù.
Nelle due sorelle Marta e Maria possiamo vedere le due dimensioni della vita cristiana, la dimensione orizzontale e quella verticale, ovvero l’attività e la contemplazione. Di tutte e due c’è bisogno, ma, certamente, la contemplazione è la cosa più importante che non deve mai mancare. Ai giorni d’oggi spesso si perde di vista la necessità della preghiera e si dà una grande importanza all’attività pratica. Non se ne comprende il valore e si esaltano unicamente le virtù attive. Ciò è molto pericoloso! L’attività senza la preghiera è come una bolla di sapone, è come un corpo senz’anima. Il Vangelo di oggi ci insegna prima di tutto a non trascurare mai la vita di preghiera, l’ascolto della parola di Gesù, solo in questo modo le opere che realizzeremo saranno benedette da Dio.
Spesso anche noi ci affanniamo e ci agitiamo per le molte cose da fare, e perdiamo di vista la cosa più importante. La società odierna in cui viviamo è entrata in un vortice da cui è difficile uscire. Tutti corrono, tutti hanno fretta, e pochi sono quelli che pensano alle realtà celesti. Per uscire da questo vortice, l’unico rimedio è quello di fare come Maria di Betania, di metterci anche noi ai piedi di Gesù, e di ascoltare la sua parola.

 
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 18 luglio 2010)