OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A (Mt 4,1-11)
Vàttene, satana!
da Il settimanale di Padre Pio
Oggi è la prima Domenica di Quaresima e il Vangelo ci ricorda una realtà tante volte dimenticata, la verità che riguarda l'esistenza del diavolo e del fatto che il diavolo fa di tutto per rovinarci e, per questo, ci tenta in tanti modi.
Nel corso di questi ultimi decenni, molti sono stati quelli che hanno messo in dubbio l'esistenza del demonio, pensando che essa fosse solo un modo per esprimere la presenza del male. Il diavolo esiste, eccome, e il Vangelo ne parla in diverse occasioni. Il diavolo era stato creato buono da Dio ed era l'angelo più perfetto. Il suo nome era lucifero, che tradotto, significa "portatore di luce". Per orgoglio, si ribellò a Dio e trascinò in questa caduta una moltitudine di angeli che sono detti "demoni".
Per invidia contro l'uomo, il diavolo e tutti gli altri spiriti decaduti non cessano di tentare l'uomo per trascinarlo nella stessa caduta. Per tentarci, il diavolo studia quello che è il nostro lato debole e fa leva su quello per condurci alla perdizione. Dio permette queste tentazioni perché, superata la prova, noi possiamo avere un merito maggiore e una corona di gloria più bella. Santo non è colui che non ha tentazioni – cosa impossibile – ma chi riesce a superarle.
Il demonio ha tentato persino Gesù. Parlando di queste tentazioni, bisogna dire subito che ci sono due tipi di tentazioni. Ci sono quelle che provengono dall'esterno di noi (come quelle che vengono direttamente dal demonio) e quelle che vengono da dentro di noi (quelle che vengono dalla nostra concupiscenza, ovvero dalla nostra inclinazione al male). Quelle di Gesù, chiaramente, erano solo del primo tipo, per il fatto che Lui è la santità stessa e non può avere nessuna inclinazione al male. Il demonio tentò Gesù, e Gesù riuscì facilmente ad opporsi a tali tentazioni. Gesù continua a vincere sul demonio tentatore; e noi, se rimarremo uniti a Gesù, riporteremo vittoria su tutte le tentazioni.
Nella prima tentazione, il demonio disse a Gesù: «Se tu sei il figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane» (Mt 4,3). Gesù rispose: «Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Anche noi veniamo tentati molte volte di preoccuparci per le cose materiali. Gesù ci insegna a cercare innanzitutto il Regno di Dio e tutto il resto, ovvero tutto ciò che ci serve, ci sarà dato in sovrappiù. Il segreto per sperimentare la Provvidenza di Dio è quello di mettere le esigenze di Dio al primo posto. Se noi penseremo a Lui, Lui penserà a noi.
Nella seconda tentazione, il demonio disse al Signore di buttarsi giù dal punto più alto del tempio; gli angeli certamente lo avrebbero soccorso (cf Mt 4,5-6). Gesù rispose: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo» (Mt 4,7). È questa la tentazione di avere Dio a nostro capriccio che faccia sempre la nostra volontà. Quando preghiamo il "Padre nostro", diciamo: «Sia fatta la tua volontà» e non viceversa. Purtroppo, tante volte, scambiamo per Volontà di Dio ciò che passa per la nostra testa, e ci scandalizziamo poi se non veniamo esauditi. Questa tentazione è diffusa più di quanto possiamo immaginare, anche tra cristiani che si dicono ferventi.
Con la terza tentazione, il demonio sarebbe stato disposto a dare tutto a Gesù, tutti i regni del mondo e la loro gloria, se Gesù lo avesse adorato (cf Mt 4,8-9). Gesù rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"» (Mt 4,10). È questa la tentazione di idolatria, la tentazione di mettere qualcosa al di sopra o anche alla pari di Dio. Tante volte cadiamo in questo peccato, quando idolatriamo il piacere, il benessere, il denaro e li mettiamo al primo posto nella nostra vita. Chiaramente, è un peccato contro il primo Comandamento.
Dobbiamo dunque difenderci. Ci difenderemo con il lavoro e la preghiera. Il lavoro ci consentirà di fuggire l'ozio che è il padre di tutti i vizi. E la preghiera ci inonderà di grazia. Proponiamoci dei piccoli impegni: quello di trascorrere maggiore tempo davanti al Tabernacolo e quello di recitare con fervore il Rosario. Cresciamo in queste forme di preghiera, allora riusciremo a mettere sempre in fuga il demonio tentatore. Si racconta che San Pio da Pietrelcina chiamava "arma" la Corona del Rosario e insegnava che il demonio teme questa preghiera più di tutte le altre.
Il Rosario è una autentica arma contro le tentazioni. "Adoperiamolo" ogni giorno.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 5 marzo 2017)
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