Vai al sito » « Home
BastaBugie n.694 del 9 dicembre 2020

GISCARD D'ESTAING FAVORI' L'INVASIONE ISLAMICA

È morto l'ex presidente francese che ruppe col suo partito per introdurre l'aborto e il divorzio, rifiutò anche solo di leggere l'appello di Giovanni Paolo II per riconoscere le radici giudaico-cristiane dell'Europa

di Luca Volontè

L'ex presidente della Repubblica francese Valéry Giscard d'Estaing è morto ieri, 3 dicembre, a 94 anni. Tutto il globo terracqueo ne ha fatto memoria, quasi fosse stato un 'santo laico' della modernità francese ed europea. In realtà è stato uno sterminatore dei costumi cristiani, della vita umana sacra dal concepimento. 'Padre europeo', è stato definito. Ma si può dire così di chi rifiutò di ricevere una lettera del Santo Giovanni Paolo II per confermare il suo disprezzo verso le radici giudaico-cristiane europee? Piuttosto è stato l'uomo che ha iniziato il processo di immigrazione selvaggia, primo ispiratore delle attuali trasandate pulsioni favorevoli alla liberalizzazione dell'immigrazione dai paesi islamici. Può essere così ipocriticamente celebrato un uomo che piantò il seme dell'aborto e quello del divorzio, dai quali son cresciuti milioni di morti innocenti e l'erosione della coseione sociale francese? No. Punto. L'unica celebrazione possibile è quella di prender atto dei suoi malvagi intenti e delle sue devastanti decisioni e porvi rimedio.

INVASIONE ISLAMICA
Giscard d'Estaing (presidente dal 1974 al 1981) recentemente aveva espresso un certo rammarico per il "ricongiungimento familiare", la legge introdotta con un semplice decreto di Jacques Chirac nel 1976. "L'idea di far entrare famiglie di immigrati sembrava naturale in quel momento. Con l'aumento massiccio dell'immigrazione dai Paesi musulmani, ha invece prodotto profonde divisioni nella società francese". Raymond Barre (Primo Ministro dal 1976 al 1981), la  sospese per tre anni, prima che il Consiglio di Stato annullasse questa decisione con la motivazione che il "ricongiungimento familiare faceva ormai parte dei principi generali del diritto". A causa di questa decisione di Giscard è iniziata l'invasione in Francia e, senza ombra di dubbio, in questa decisione possiamo ritrovare tante delle attuali idee político-istituzionali europee, favorevoli alla immigrazione incontrollata e ferocemente contrarie a chiunque vi si opponga, o ne chieda una valutazione temperata. Oggi la Francia è preda di una intolleranza, cristianofobia ed islamizzazione senza precedenti  [leggi: ATTENTATO ISLAMICO A NIZZA, LA SHARIA E' LEGGE IN FRANCIA, clicca qui, N.d.BB].
Giscard d'Estaing, ricordato sui giornali transalpini di ieri come un grandissimo innovatore sociale, dovrebbe invece esser ricordato come il più sistematico distruttore della coesione sociale e culturale di Francia: promosse ed approvò la legge del divorzio ed indebolì l'istituzione familiare, l'unità fondamentale della società, con la legge dell'11 luglio 1975 , introducendo il divorzio "per mutuo consenso" o "per la rottura della vita comune".  In quello stesso anno, fu ancora Giscard a promuovere e approvare la legge sull'aborto. Il 17 gennaio 1975 si depenalizzava l'aborto e si forniva un quadro di riferimento per l'interruzione volontaria della gravidanza (aborto) e l'interruzione medica della gravidanza (IMG). La norma, promossa anche dall'allora Ministro della Salute, Simone Veil, incontrò una forte opposizione degli stessi deputati e senatori gollisti e fu infine adottata con il voto dei deputati di sinistra e di centro-sinistra. La visita in Vaticano nelle settimane successive, la gelida accoglienza di Paolo VI e la crisi diplomatica che ne seguì, segnarono la profonda rottura tra il presidente e i cattolici. L'attuale discussione parlamentare sulla nuova Legge di Bioetica, con le devastanti previsioni inumane che contiene, non sarebbe stata possibile senza le rotture compiute da Giscard d'Estaing nel 1975.

NEGATE LE RADICI GIUDAICO-CRISTIANE DELL'EUROPA
Giscard è stato anche il Presidente della Costituente, o Convenzione Europea (2002-2003), e redattore di quel testo poi approvato col nome di "Trattato di Lisbona". Tutti ricordiamo gli appelli accorati di San Giovanni Paolo II affinché si inserissero le radici giudaico cristiane nel testo 'costituzionale' europeo, ricordiamo anche quali e quanti interessi si mossero per evitare che ciò avvenisse. Tuttavia un fatto è certo, Giovanni Paolo II scrisse una lettera da consegnare al presidente della Convenzione europea Valery Giscard d'Estaing per perorare direttamente con lui la causa dell'inserimento del riferimento alle radici giudaico-cristiane dell'Europa nella Costituzione europea cui la Convenzione stava lavorando. Giscard D'Estaing rifiutò la consegna della missiva rispondendo che "se la poteva tenere in tasca".
Le recenti rivelazioni di Mons.Fisichella confermano e storicizzano i sospetti di molti:  "Giscard d'Estaing disse che 'altri' non avevano voluto accettare quel riferimento, ma da mie fonti so che lui stesso non volle". Da questa scelta cosciente e determinata, ben al di là della superbia illimitata che quel gran rifiuto rappresentò, oggi possiamo ben dire che la eliminazione sistematica del cristianesimo, promossa attivamente anche dalle stesse istituzioni europee, ed il tentativo ridicolo e rabberciato di sostituire le radici giudaico cristiane con un neo paganesimo ambientalista e un libertinaggio tanto innaturale quanto aggressivo, sono parte della eredità di Giscard d'Estaing. Non c'è da stupirsi se Macron lo abbia celebrato, vengono entrambi dalla medesima covata anti cristiana. L'Europa piuttosto dovrebbe piangere e redimersi per quel 'gran rifiuto' di Giscard a San Giovanni Paolo II, dal quale discendono le terribili conseguenze e follie che oggi ci troviamo a vivere, inclusa l'inimicizia promossa dai Paesi dell'Ovest verso quelli dell'Est.

DOSSIER "PERSONE FAMOSE"
Decedute dal 2020 in poi

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Titolo originale: Morte di Giscard d'Estaing, il presidente del gran rifiuto

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04-12-2020

Pubblicato su BASTABUGIE n.694
Condividi su WhatsApp Condividi su Facebook Condividi su Twitter

Articoli su "Politica"

Informativa estesa