ESCE ''CUORE APERTO'', IL NUOVO ALBUM DEI THE SUN
Subito 1° nella classifica rock di iTunes, ora Francesco Lorenzi e compagni sono in giro per l'Italia per un nuovo tour
di Costanza Signorelli
Ci sono storie di guarigioni miracolose che interrogano e avvicinano - anche i più scettici - alla domanda sul Mistero della vita. [...] E poi ci sono storie in cui a guarire non e il corpo, ma è l'anima. Queste storie sono moltissime, anche se spesso non si conoscono perché avvengono nel silenzio dei cuori. Ma, non meno delle prime, sono storie di miracoli: quando a essere ammalata è l'anima, quando a soffrire la tremenda malattia della solitudine è il cuore, quando a incancrenirsi è la speranza di una felicità possibile, allora non c'è medicina né terapia che, da sola, possa sconfiggere quel male. Eppure la guarigione accade e la vita torna a rifiorire in modo sorprendente.
FRANCESCO LORENZI
Quando incontro Francesco, mi accorgo subito di parlare con una persona, diciamo, con una "marcia in più". La voce è fresca e giovanile, in effetti il ragazzo ha poco più di trent'anni, ma la sua capacità di ascoltare e comprendere nel profondo tradisce un'esperienza di vita che va oltre il tempo. La voce, appunto. Quella voce che ha sempre usato per trasmettere la sua arte, la sua musica e che oggi serve a Francesco per dire molto di più. Ma andiamo con ordine. Francesco Lorenzi, classe 1982, vicentino di origine, un "sognatore concreto", come lui stesso ama definirsi. Si appassiona alla musica in età giovanissima, grazie soprattutto a mamma e papà. «Durante le nostre avventure famigliari», racconta, «sentivo sempre un sottofondo musicale che non doveva essere per forza fatto da dischi, perché mia madre e mio padre amavano cantare insieme. Li vedevo spesso ballare, ballare e ancora ballare: in camera, in cucina, in una sala da ballo a una festa... il luogo non importava, contava il desiderio. Per questo la musica nei miei ricordi bambineschi era sempre associata alla libertà di amarsi, esprimersi e gioire della vita. Sarà anche per questi motivi che fin da bambino ho sognato di fare il musicista».
Un sogno che presto diventa realtà. Dopo un inizio da autodidatta a 14 anni, nel 1997, fonda il gruppo punk "Sun eats hours" (il sole mangia le ore) con i tre amici di sempre Matteo Reghelin (basso), Gianluca Menegozzo (chitarra) e Riccardo Rossi (batteria). Francesco è cantante, chitarrista e autore dei testi. Il tempo corre veloce, la musica anche e il successo non tarda a venire. Così i quattro giovani musicisti, iniziati in un garage dismesso della campagna vicentina, si trovano prestissimo a calcare i palchi di mezzo mondo al fianco di alcune tra le band punk-rock più affermate a livello internazionale: Offspring, The Cure, Muse, Misfits, Nofx, Ska-P, Penny Wise. Dal 1997 al 2007 è un crescendo di successi e soddisfazioni professionali: il gruppo pubblica diversi dischi, porta la sua musica in oltre dieci Stati, tra l'Europa e il Giappone, e nel 2004 viene premiato come Migliore punk rock band italiana all'estero al M.E.I. Un percorso a tappe bruciate in un ambiente in cui, anche gli artisti italiani più bravi, faticano ad avere spazio e notorietà. Ma per Francesco e i suoi compagni stranamente non è così. I successi arrivano uno dopo l'altro, tutti quelli desiderati e anche più. Così, quello che pareva essere solo il sogno di un ragazzino esuberante, diventa più che realtà. La vita di Francesco e i suoi amici, però, non viene investita solo dagli onori della musica: quel mondo che li ha rapidamente conquistati, porta con a sé anche un vortice di feste, divertimento, alcol, droga e tante ragazze sempre a disposizione.
QUEL MODO DI VIVERE CI AVREBBE COMPLETAMENTE DISTRUTTO
Una vita esagerata, considerata normale in quell'ambiente musicale e che diventa, un po' per gioco, un po' per osmosi, anche la vita di quei quattro ragazzi. Ignari, loro, che quel gioco avrebbe iniziato presto a svelare il suo terribile inganno. «Era il 2007, avevamo appena concluso una tournèe di 300 date in 10 Paesi e le cose ci sono letteralmente scappate di mano. Eravamo convinti di avere tutto sotto controllo, la musica, il successo, il divertimento, ma non era così». Per chi l'alcol, per chi la droga o il sesso, tutto intorno a loro diventa un eccesso. Quel vortice che gira veloce attorno a loro, piano piano inizia a risucchiarli tanto che i ragazzi, pur conoscendosi da una vita, arrivano persino a non riconoscersi più. «L'amicizia tra di noi era sempre stata al centro della nostra musica, ma in quel periodo non ci parlavamo più, ci eravamo persi. Alla fine di quella tournèe cala il silenzio. E ho come la netta percezione che quel modo di vivere ci avrebbe completamente distrutto, non solo come gruppo, soprattutto come persone».
Per Francesco inizia un periodo di buio profondo e di forte solitudine. Nella sua mente e nel suo cuore iniziano ad attorcigliarsi moltissime domande. «La confusione nella mia vita era tanta, avevo una serie di situazioni complesse da risolvere e poi dovevo scrivere il nuovo album in inglese. Le scadenze della vita incalzavano, ma mi rendevo conto che non volevo, non potevo continuare così. Sentivo forte dentro di me l'esigenza della verità, la verità di ciò che facevo, la verità della musica che suonavo, ma anche la verità di me stesso come uomo. Non avere una risposta a questo incancellabile bisogno di verità che avevo dentro, mi stava ammazzando». Ma è proprio quando tutto pare perduto, è proprio quando all'uomo non riesce più nulla che, un bel giorno, rinasce la speranza. «In quel momento così buio della mia vita, l'unico punto fisso che mi era rimasto erano i miei genitori. Stavo fuori casa già da diversi anni e convivevo con una ragazza spagnola, ma capitava spesso che tornassi dai miei genitori per parlare e confrontarmi. Loro mi hanno sempre compreso, mi hanno sempre ascoltato senza volermi giudicare, ma allo stesso tempo mostrandomi una presenza davvero straordinaria.
POI LA SVOLTA, INASPETTATA
Ed è stato proprio in quel frangente, che mia madre, una sera, mi propone di andare a un incontro in parrocchia. Proposta che rifiuto categoricamente».
Non si fatica ad immaginare che la vita di Francesco fosse, in quel momento, quanto di più distante da oratori, chiese e sacrestie. «L'ambiente che avevo frequentato in tutti quegli ultimi anni era pieno di pregiudizi negativi sulla Chiesa. Io stesso ne avevo di enormi». Eppure, complici una serie di coincidenze che si incastrano, Francesco, da solo e quasi «di nascosto», si reca a quell'incontro «ma non mi aspettavo nulla di buono». Certo, la rock star non si aspettava nulla ma, allo stesso tempo, il cuore bisognoso del giovane ragazzo domandava tutto. Tanti preconcetti coprivano i suoi occhi e le sue orecchie, ma il desiderio di verità, in fondo, era più tenace di tutto il resto. Ed è così che accade l'impensabile. «Come ho messo piede in parrocchia, ho subito capito di avere di fronte persone che avevano una "marcia in più". Ragazze e ragazzi della mia età, con una vita normalissima che però avevano la gioia, l'entusiasmo, la sincerità, la passione, l'amicizia, l'amore, tutte ciò che mancava nella mia vita. E mi colpì profondamente». Lontano da fama, lusso ed eccessi c'erano vite così semplici e insieme così inspiegabilmente felici, così incredibilmente vere.
«Ho iniziato a fare i conti con me stesso. E attraverso la testimonianza di queste persone, grazie alla bellezza delle loro vite, ho iniziato a pormi delle grandi domande sulla mia di vita, sulle mie scelte, su quello che volevo fare e su chi volevo essere». Andare alla radice di quell'eccezionalità incontrata, diventa per Francesco inevitabile. «Da quel momento è iniziato un precorso di fede molto forte che, nel tempo, mi ha portato a fare esperienza personale dell'incontro con Cristo. Nella mia vita c'è stata una vera e propria rivoluzione, però è stata frutto di un cammino lungo e profondo iniziato con questi nuovi amici e poi continuato anche come un lavoro personale: sono tornato a vivere assiduamente la santa Messa, ho iniziato l'esperienza personale dell'adorazione eucaristica, il silenzio, la meditazione». La preghiera diventa un'autentica medicina in grado di curare l'inquietudine del cuore e non solo. «La preghiera vissuta profondamente mi ha permesso di comprendere davvero ciò che nella mia vita era bene e ciò che era male. Questo discernimento ha guidato tutte le mie scelte successive, tra cui anche quella di utilizzare i miei talenti per fare qualcosa che andasse ben oltre la professione».
E, infatti, è proprio nella sua musica, in quella passione di vita, in quell'arte che gli scorre nelle vene, che Francesco ha la prova della verità di ciò che ha incontrato. «In quel momento è maturata in me la consapevolezza che la musica deve servire. La musica non è intrattenimento, la musica può davvero aiutarci a comprendere chi siamo, il dono che siamo. E quando mi sono reso conto di quanto una canzone può entrare nella vita di una persona e cambiarla, allora ho capito che la musica è una missione». Quello di Francesco non è più un sole che mangia le ore, ma è un sole che illumina, che fa "Luce": sarà questo infatti il titolo del disco che segna la svolta del gruppo che nel frattempo cambia il nome in "The Sun". Stessa formazione, stessi volti, stessi giovani amici, sempre loro, ma non più loro.
IL NUOVO ALBUM CUORE APERTO
P.S. La storia di Francesco Lorenzi è raccontata nel libro "La strada del Sole" (edizione Rizzoli). I The Sun hanno appena lanciato il nuovo album Cuore Aperto che nel giorno della pubblicazione ha subito raggiunto il 1° posto nella classifica rock di iTunes e il 7° nella classifica generale degli album più venduti iTunes. Ora sono in giro per l'Italia per l'attesissimo Cuore Aperto Tour 2015.
Nota di BastaBugie: ecco la canzone "Il mio miglior difetto" dei The Sun, tratta dal nuovo album "Cuore aperto"
https://www.youtube.com/watch?v=RBI86NDvVpQ
Titolo originale: The Sun, il rock cristiano scala l'hit parade
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/07/2015
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