LETTERE ALLA REDAZIONE: IL CORRETTO RUOLO DI GENITORI E SUOCERI NEI CONFRONTI DEI GIOVANI SPOSI
Io non sono mai tutte le domeniche a casa dei miei genitori o suoceri, ma non si possono dare ricette pre-confezionate
di Giano Colli
Carissimi amici di BastaBugie,
faccio riferimento all'articolo GENITORI E SUOCERI POSSONO ROVINARE IL MATRIMONIO [per leggere l'articolo, clicca qui]. Mi sorprende alquanto che abbiate pubblicato un articolo di tale arroganza e con così poca carità. Premesso che io sono proprio nessuno e che - fra l'altro - non sono nemmeno un mammone, spero - con l'aiuto del Signore - di poter mostrarvi i punti con cui non sono d'accordo.
Tralascio (anche se grave) la proposizione "Mandare al diavolo la mamma", volendo ben pensare che l'autrice abbia voluto utilizzare una locuzione gergale, senza veramente rendersi conto di cosa significhi "mandare al diavolo" qualcuno, tantomeno nostra madre. Ma poi, alla frase successiva, leggo "le mamme andrebbero ammazzate sul posto" per cui penso proprio che la frase "mandare al diavolo" non sia stata utilizzata a sproposito. L'amore di nostro Signore Gesù Cristo per sua madre è stato esemplare (cosa direbbe l'autrice di nostro Signore, dato che è stato in casa per oltre 30 anni, quando già a 16-20 anni ci si sposava?) e sappiamo bene che nostro Signore, ogni cosa che fa, la fa perfettamente.
L'autrice prova a giustificare il suo articolo richiamandosi al IV Comandamento Divino, volendo fare le pulci addirittura a Dio onnipotente per quello che scrive. Ma allora dovrebbe ricordarsi che tutta la Legge - insegna sempre nostro Signore Gesù Cristo - si riassume in due comandamenti che rappresentano l'anima (mi si passi il termine) dei 10 comandamenti: amore verso Dio ed amore verso il prossimo. E guarda caso, nei comandamenti verso il prossimo, al primo posto ci sono i genitori. Lungi da me interpretare i Comandamenti del Signore alla luce di quella pseudo-melassa modernista che chiama amore le cose alla "peace and love", dato che Dio, l'onnipotente, l'Eterno, è infinitamente Buono, ma anche infinitamente Giusto. Ma i suoi Comandamenti, che se trasgrediti portano inevitabilmente alla morte dell'anima e della persona, sono da seguire per amore di Dio e per amore del prossimo. Primi fra tutti i genitori, che addirittura hanno un comandamento a loro dedicato!
Sulle telefonate brevissime anche qua tanta lettura parziale delle cose, chiamando in campo il "si, si - no, no" di nostro Signore Gesù Cristo, sempre senza ricordarsi che la carità (inteso dal latino Caritas, Amore, ma di quello agapico - come ricorda l'enciclica di Papa Benedetto XVI "Deus Caritas est") presuppone dei gesti concreti, per cui alle volte anche solo ascoltare una parola in più detta da parte di un genitore che, magari anziano, ha piacere di esprimersi su argomenti che forse al figlio non interessano, ma per piacere di farsi vicino sta ad ascoltare dimostrando amore e vicinanza al proprio genitore, questa è la Legge del Signore.
Leggo la frase (e rimango allibito!): "Non si rompono i rapporti perché si passa dalla parte del torto." Veramente non si rompono i rapporti perché il Signore Gesù non vuole (le cose si fanno per amore a Dio, non perché in una sorta di egocentrismo mal celato si ha paura di trovarsi dalla parte del torto). Che non vuol dire che i genitori (o i suoceri) hanno il diritto di presentarsi in casa (come nessun altro del resto), di essere invadenti (come nessun altro del resto) o di imporre le loro scelte (come nessun altro del resto). Ma a tutti si mostra carità e vicinanza, a tutti si presenta amore caldo e tolleranza (anche dei difetti altrui), sempre mettendo insieme carità con verità e verità con amore. Per un vicino di casa questo si esprimerà con certi gesti, per un amico di famiglia con altri gesti, con dei parenti con altri ancora e con i genitori (che ci hanno dato la vita) con altri ancora.
Ad ognuno proporzionato alla confidenza che è giusto dare in una sana scala dei valori (conformemente ai Divini Voleri, anche espressi nei 10 Comandamenti), ma sempre carità con la verità.
Io, come padre di famiglia, non sono mai tutte le domeniche a casa né dai miei genitori, né dai suoceri. Ma non si possono dare ricette pre-confezionate: può essere benissimo che, con dei genitori profondamente cattolici, che vivono nella sana Dottrina e di sani valori, in una certa fase della propria vita, magari quando la famiglia all'inizio si deve strutturare e creare, si voglia ancora avere un certo legame con le proprie famiglie d'origine, affinché certe tradizioni, certi valori, certi modi di pensare passino per osmosi alle nuove generazioni (chi da figlio diventa genitore, ai figli/nipoti, ecc...), per evitare di trovarsi da soli ad affrontare un mondo che - ricordiamolo - è sotto il potere del maligno. Un pranzo la domenica in 4 può essere una cosa, un pranzo la domenica con i nonni (che per noi sono i genitori) può dare quell'aiuto morale che permette di aumentare l'identità di famiglia, delle proprie radici cattoliche, di un modo di pensare e di agire che non lascia ogni famiglia da sola, immersa nel mare mangum del mondo (alias: ciò che è sotto il potere del demonio), ma l'aiuta ad affrontare le sfide di una neo-famiglia alla luce del forte bagaglio che si è sempre avuto.
Infine la chicca finale: si utilizzano delle aberrazioni nella scala dei valori (è evidente che c'è prima la moglie/marito in quanto "non sono più due, ma una cosa sola", il tutto sigillato da un Sacramento) per cercare di giustificare la tesi iniziale, sottolineando ed elogiando nuovamente un atteggiamento del tutto anti-caritatevole ed anti-cristiano.
Voglio ben sperare che Elsa Belotti abbia voluto usare un linguaggio iperbolico e volutamente provocante per sottolineare delle evidenti aberrazioni, che non sono da definire come tali perché mostrano amore ed affetto verso i genitori, ma in quanto non mettono al giusto posto gli affetti nella scala dei valori.
Mattia
Caro Mattia,
i due articoli sui genitori e i suoceri hanno suscitato molte reazioni tra i nostri lettori e sono stati tra i più letti del mese, segno che la tematica che hanno affrontato tocca nel vivo la situazione di molti. Ebbene la maggior parte dei commenti è stata del tipo "Finalmente qualcuno che la dice giusta". Infatti la situazione di molte famiglie giovani è quella descritta dall'autrice, cioè di invadenza da parte dei genitori che, in assoluta buona fede, tra moglie e marito mettono oltre al dito, anche il braccio e parte del loro corpo. Insomma si assiste oggi nella maggior parte dei casi a tristi spettacoli familiari in cui i figli vengono ancora considerati immaturi a quaranta o cinquanta anni. L'autrice quindi voleva far notare la contraddizione che c'è nel considerarli ancora piccoli e immaturi e l'invadenza nella loro vita che li mantiene ancora a lungo in tale situazione di immaturità.
Insomma, per farla breve, Elsa Belotti voleva solo dare uno scossone a tali situazioni provocando attraverso un articolo graffiante e provocatorio. Ecco spiegate, a mio parere, espressioni tipo "mandare al diavolo la mamma" che ovviamente non sono da prendere alla lettera, primo perché non si manda nessuno al diavolo, tantomeno la mamma, e secondo perché appunto lo scopo dell'articolo era provocare una reazione in chi legge e magari si adagia in situazioni familiari pesanti da cui non riesce più a uscire.
Vorrei infine dire che ci ha scritto anche un sacerdote che ha detto che quella descritta negli articoli suddetti è davvero una emergenza nella maggior parte delle coppie giovani e che lui ha copiato gli articoli nel giornalino parrocchiale ritenendoli utili sia per i giovani sposi per preservarsi dalle invadenze inopportune dei propri genitori, sia per genitori e suoceri per prendere consapevolezza della dannosità della loro invadenza per cui, pur credendo di fare il bene dei figli, in realtà questi vengono soffocati.
Per concludere vorrei però spezzare una lancia in favore di quei genitori e suoceri che, in maniera delicata e per nulla invadente, danno una mano ai loro figli comprendendo che ormai sono adulti e quindi li trattano da tali. Evidentemente gli articoli citati non si riferiscono ai rapporti con loro. Ricordo ad esempio i miei nonni i quali, pur essendo presenti in ogni bisogno della nostra famiglia, rispettavano la nostra autonomia, non avevano le chiavi di casa ed anzi non venivano mai se non in rarissime occasioni e solo al bisogno. Ma forse questa era un'altra generazione, abituata a rispettare la crescita dei figli e che educava davvero a cosa significa diventare adulti aiutando i figli a prendersi le proprie responsabilità, magari facendo qualche inevitabile errore, ma così uscendo presto dall'adolescenza per affrontare la vita vera.
Per chi volesse rileggere gli articoli di cui si è tanto parlato, ecco i relativi link:
GENITORI E SUOCERI POSSONO ROVINARE IL MATRIMONIO
Alcuni consigli per salvarsi prima che sia troppo tardi: non idolatrare i genitori, abbandonare i sensi di colpa, telefonate brevissime, andare raramente a mangiare dai genitori e, finalmente... mandare al diavolo la mamma
di Elsa Belotti
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4650
GENITORI E SUOCERI ROVINANO IL MATRIMONIO (2° PUNTATA)
Atteggiamenti con probabili conseguenze disastrose per la famiglia: sfogarsi con la mamma delle mancanze del coniuge, abitare vicini ai genitori, usare ordinariamente i nonni come baby sitter, dare la chiave della propria casa ai genitori
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4659
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Fonte: Redazione di BastaBugie, 22 maggio 2017
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