IL PENSIERO DI DON CAMILLO SU BIKINI E BURKINI
La nipote della Dosolina è la bandiera della liberazione femminile e, con il suo bikini succinto, manda in subbuglio tutta Brescello
di Lorenzo Bertocchi
Al Bar dei Cacciatori la faccenda si era fatta maledettamente seria. Alle 16, quando la Lucy passava davanti al bar, la pressione saliva.
L'ultima volta gli shorts della Lucy erano così corti, ma così corti, che avrebbe fatto prima a non metterli. E il tacco era così lungo, ma così lungo che sembrava sulle nuvole. Lo Sparalesto e gli arzilli del Tresette si mettevano fuori dal bar apparecchiati come la giuria di Miss Italia.
La venticinquenne nipote della Dosolina, l'emancipata perpetua di don Camillo, veniva sul crinale dalla città al finir dell'estate e gettava scompiglio; non solo al bar. Anche le (poche) giovani autoctone avevano da tempo abbracciato la moda desnuda, ma lei era la bandiera della totale liberazione femminile, frutto maturo del progresso democratico e liberale.
L'Apecar di don Camillo parcheggiava fuori dal bar tutti i pomeriggi dopo il Vespro, perché la chiesa deve essere in uscita e il pastore deve avere l'odore delle pecore.
"Buonasera Reverendo - attaccò lo Sparalesto - ma non le fa un po' mal di testa quel pezzo di ragazza che le gira intorno alla canonica?".
Mentre don Camillo provava a porgere l'altra guancia, entrò lei, la Lucy. Come al solito aveva risparmiato sui centimetri di stoffa e, di ritorno dal fiume, dove andava a prendere il sole con un bikini ristretto, la Lucy passava per un caffè lungo a dare la scossa al bar.
"Ha proprio ragione quel ministro francese - intervenne Gianni da dietro il bancone - che ha vietato la palandrana in spiaggia per le donne musulmane. I nostri valori lo impediscono. Guardate che spettacolo offre la nostra civiltà", disse puntando la Lucy seduta sullo sgabello. Lei ricambiò con un sorriso compiacente alla combriccola, e riservò al parroco uno sguardo che era un programma.
"Semmai lo spettacolo lo offrono il Creatore e la mamma della signorina - rispose don Camillo - però non sapevo che tra i nostri valori non negoziabili ci fosse anche quello delle terga esposte". Punta nel vivo saltò su la Lucy: "L'ho sempre detto alla nonna che lui è un pretaccio integralista e intollerante. Vuole la subalternità del femminile al maschile".
"Va là, va là, che anche al parroco cade l'occhio...", salì una voce dalla sala biliardo. "Ognuno si occupi dei suoi, rispose don Camillo, perché c'è un bel traffico di occhi caduti che circolano qua intorno... ma d'altra parte come si fa a non desiderare la donna d'altri quando ci sono centinaia di donne d'altri che ti passano davanti quasi nude?". La domanda aveva una certa logica stringente, ma don Camillo era rimasto indietro, perché anche il desiderare liberamente la donna d'altri era una conquista della nostra civiltà.
"Per lui, riprese la Lucy, dovremmo stare tutte in burkini".
"No, basterebbe provare un'altra testa, anche se il modello non si trova in boutique. Perché si dovrebbe capire che non è importante far cadere gli occhi degli uomini d'altri, ma custodire e far riconoscere il tuo valore indipendentemente dalla carrozzeria esterna".
"Lui, disse la Lucy con una ghigna da emancipata, parla così perché vuole la repressione e l'oppressione sessuale!".
"No cara, parlo così perché la vera bellezza è quella che gli occhi non possono vedere, e sfida il tempo e la sua inclemenza, e non diventerà come l'altra, terra nella terra".
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Titolo originale: Bikini e Burkini
Fonte: Il Timone, settembre-ottobre 2016 (n.156)
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