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BastaBugie n.32 del 30 maggio 2008

REPUBBLICA: E' SEMPRE COLPA DEI PRETI

Paradossale ragionamento di Francesco Merlo su «Repubblica». L’inarrestabile estinzione delle balene? Naturalmente colpa dei preti.

di Marina Corradi

Chirurghi famosi che mandano sms osceni a tredicenni, calciatori che raccattano travestiti, perfino «politici per bene e di sinistra» tentati dai transessuali. Su Repubblica   l’editoriale di Francesco Merlo è sbigottito come, un tempo, avrebbe potuto esserlo una dama di carità che avesse trovato sotto casa un postribolo. «L’aberrazione – lamenta Merlo – è diventata normalità». Ma  Repubblica   non è giornale che possa fermarsi a una così superficiale analisi della situazione. Occorre andare a fondo, sviscerare le questioni in tutti i loro dietrologici recessi. Dunque, si chiede Merlo, perché accade che gli italiani, da innocenti cacciatori di vichinghe sull’Adriatico, son diventati dei – parole sue – «sordidi viziosi»? La risposta è una rivelazione. È colpa della Chiesa – in particolare del Papa, di Bertone e di Ruini. Sì, «apparentemente», ammette Merlo, certe storie non c’entrano niente con Pontefice e cardinali. Ma solo a uno sguardo distratto. E va a svelare l’occulto legame da par suo. Allora: c’erano una volta da un lato appunto i cacciatori estivi di nordiche e dall’altro il genio trasgressivo di Pasolini. Oggi, lamenta Merlo e fin qui non si può dargli torto, di genii ce n’è pochi, ma la trasgressione è di serie. Perfino, ahimè, fra i politici «di sinistra e perbene». Merlo, uno che si dice «laico e senza ideologie», davanti a queste storie rimane «a bocca spalancata». Poi, c’è un passaggio logico un po’ affrettato. «Ebbene, una parte della responsabilità ce l’ha sicuramente quel laboratorio di Frankenstein che è stato ed è tornato ad essere il neointegralismo cattolico». E perché?
  «Da una parte c’è il fuoco del divieto e dall’altro quello del vizio, da un lato la dottrina infuocata e dall’altro la società infoiata», argomenta finemente il giornalista. Sotto il fuoco della repressione cattolica gli italiani, conclude agile Merlo, vanno a fare i turisti sessuali in Thailandia. Il lettore chiude la pagina perplesso. Ma a cercare ragazzini in Asia, ci andranno solo gli italiani? E i nordici, e i tedeschi che affollano la spiaggia di Pukhet, e gli americani? Quelli il laboratorio di Frankenstein in casa non ce l’hanno, che ci fanno in Thailandia? E il Belgio, con le sue tragedie di pedofilia, è famoso forse per l’assiduità dei cittadini in parrocchia? Come mai, se la causa della perversione è questa pretesa dottrina «infuocata», certe storie allignano in tutto l’Occidente, e non solo? Anni fa a Stoccolma a un congresso dell’Onu sentimmo elencare le cause probabili del diffondersi delle aberrazioni. Si disse della nuova autonomia della donna, che spinge alcuni uomini deboli a cercare soggetti più 'docili'. Della diffusione massiccia di pornografia e pedofilia su Internet. E del meccanismo della ricerca di sempre nuove emozioni: come la droga, il vizio vuole ogni volta qualcosa di più forte.
  (Del Vaticano, a dire il vero, non si fece parola). Invece da sue personali fonti Merlo ha appreso la verità. Gli italiani ascoltano il cardinale Ruini in tv, e per reazione escono a vedere chi c’è di nuovo sui marciapiedi della circonvallazione.
  Sentono un monito del Papa, e prenotano un last minute per soli uomini a Cuba. Colpa, è evidente, dell’oscurantismo cattolico­sessuofobico- bigotto. (D’altronde, quando ci si dimentica di quell’antico male cui siamo tutti naturalmente inclini, un colpevole bisogna pure trovarlo, e additare indignati il fattore di corruzione di un’umanità che di per sé sarebbe 'naturalmente' buona).
  Attendiamo ora la prossima puntata.
  Cosa avremo fatto ancora, noi cattolici? Il buco nell’ozono, la desertificazione dell’Africa sub Sahariana: a prima vista, non c’entriamo. Ma qualche vigile penna laica e non ideologica, ne siamo certi, non tarderà a svelare l’ombra del Vaticano dietro alla inarrestabile estinzione delle balene.

Fonte: fonte non disponibile, 14-05-08

Pubblicato su BASTABUGIE n.32
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