IN SVEZIA SPOPOLA ''EGALIA'' L'ASILO DOVE IL ROSA E L'AZZURRO SONO VIETATI PERCHE' OGNI BAMBINO SCELGA IL SUO SESSO IN LIBERTA'
Biancaneve e Cenerentola hanno lasciato spazio alla storia di due giraffe, maschi, che vogliono un figlio e finiscono per adottare un uovo di coccodrillo
di Chiara Sirianni
Due bambole senza sesso, una con un'espressione triste, l'altra felice. Si chiamano "emotion dolls" e fanno parte dei giochi utilizzati nel percorso pedagogico di Egalia, una scuola materna di Stoccolma. Ogni riferimento al genere sessuale va evitato. Per questo Biancaneve e Cenerentola hanno lasciato spazio alla storia di due giraffe, maschi, che vogliono un figlio e finiscono per adottare un uovo di coccodrillo: l'obiettivo è che i bambini seguano spontaneamente le loro inclinazioni, senza cadere nello stereotipo che vorrebbe i maschietti rincorrersi con in mano pistole giocattolo e le bambine fare le treccine alle bambole.
«La società si aspetta che le ragazze debbano essere simpatiche e carine e che i ragazzi siano tutti virili e poco sensibili», ha spiegato Jenny Johnsson, insegnante dell'"Egalia" di 31 anni. «Noi diamo loro una fantastica opportunità: quella di essere chi vogliono essere».
In nome della parità dei sessi, i mattoncini del Lego si trovano a fianco dei pentolini di plastica per giocare a cucinare, mentre il rosa e l'azzurro sono vietati. L'obiettivo è quello del continuo scambio di ruoli. La scuola ha aperto lo scorso anno ed è sommersa di richieste. La missione è quella di sradicare ogni fonte di discriminazione sociale, ma l'eccessiva rigidità ha suscitato in Svezia non poche polemiche.
Anche perché le discriminazioni non si abbattono appiattendo le differenze, ma valorizzandole. La storia ricorda la coppia di Toronto che ha deciso di non comunicare a loro figlio il suo sesso per non condizionarlo, come omaggio alla libertà di scelta contro ogni limitazione. I due canadesi sono stati soprannominati dal Times "la coppia più politicamente corretta del mondo". Intanto, ad Egalia il corpo docenti non usa i pronomi "lui" e "lei", ma il neutro, come usava nei circoli femministi anni settanta. In Svedese non esiste, l'hanno inventato apposta: "hen", a metà strada tra "hon" maschile) e "han" (femminile).
Fonte: Tempi, 30/06/2011
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