GIOIE E DOLORI DI UNA MAMMA
So che Gesù ama mio figlio, anche se da mamma mi sembra impossibile che qualcuno lo possa amare più di me
da Sequere me
L'anno scorso don Roberto, il rettore, pensò di riunire le mamme dei seminaristi; così approfittò della "Festa della mamma" per festeggiarci ed anche per farci conoscere meglio tra noi. E' stata una bella esperienza, perché in quella occasione abbiamo potuto manifestare la nostra gioia, ma anche le nostre preoccupazioni.
Anch'io, dal momento che mio figlio Stefano ha scelto questa strada, mi sono sentita più vicina a Dio. Piano piano ho iniziato ad andare alla S. Messa non soltanto la domenica, ma tutti i giorni: vi assicuro che, sebbene all'inizio mi sia costato un po' di sacrificio, adesso ne sento il bisogno, perché, dopo aver ricevuto l'Eucaristia, posso superare meglio le difficoltà della vita quotidiana; inoltre tutti i giorni prego il Signore con le Lodi e i Vespri. Infine ho cominciato ad insegnare catechismo proprio l'anno in cui mio figlio entrò in seminario: è un'esperienza bellissima!
Quindi anch'io sto facendo un cammino che mi avvicina a Dio e mi aiuta anche nel rapporto umano: mi sento migliorata perché adesso so dare amore e comprensione a chi mi può causare dolore, e questo prima non riuscivo a farlo.
Però la scelta che ha fatto Stefano non è stata solo fonte di gioie: ho anche tanti dolori e preoccupazioni... quelli di una madre che pensa al futuro del proprio figlio.
Lo vedo già sacerdote, anche se mancano ancora due anni: i miei pensieri vanno a quando avrà la responsabilità di una parrocchia e sarà da solo a "combattere" contro tutti perché, qualunque cosa farà, ci sarà sempre chi è scontento, anche e soprattutto fra i più stretti "collaboratori"! Lo vedo quando sarà malato: nessuno gli porterà un po' di brodo e di conforto perché tutti hanno i loro impegni... Lo vedo solo e vecchio, senza che qualcuno si curi di lui... Stefano mi fa notare che ci sono anche quelli che si sposano, ma ciò nonostante, possono non aver figli e morto il coniuge, rimangono soli. Oppure avendoli, questi non si curano di loro e li abbandonano. E' vero, ma una madre, appena ha un figlio, pensa solo alla sua felicità e, secondo me, la vita sacerdotale è dura perché i preti sono maggiormente esposti a incomprensioni, egoismo, malignità, solitudine e vecchiaia.
E' anche vero che vicino a loro c'è il Signore Gesù, a cui si rivolgeranno sempre e che non li abbandonerà mai. So che Dio ama mio figlio, anche se da mamma mi sembra impossibile che qualcuno lo possa amare più di me... E' anche vero che sono una madre fortunata perché ho altre due meravigliose figlie che vogliono molto bene al loro fratello e sono certa che non lo abbandoneranno mai; ma conoscendo Stefano, so che saprà sopportare qualunque avversità con determinazione e forza di volontà: se avrà qualche problema lo dirà solamente quando sarà allo stremo delle forze.
Mi preme concludere ringraziando il buon Dio che ha chiamato mio figlio a fare questo cammino così faticoso e tortuoso.
Vorrei infine salutare ed abbracciare tutte le mamme i cui figli hanno seguito la chiamata di Gesù. Pur condividendo queste pene, penso infatti che, ciò nonostante, abbiano anche i miei stessi sentimenti di gioia e di gratitudine verso il Signore.
Fonte: Sequere me, dicembre 2001
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