PROPAGANDA LGBT A RETI UNIFICATE: LUXURIA SU RAI 3 E LESBICHE IN PRIMA SERATA SU CANALE 5
Deve essere chiaro che il problema della promozione dell'omosessualismo non è l'assenza di contraddittorio, perché l'errore non ha mai diritto di salire in cattedra
di Lupo Glori
"Il transgenderismo spiegato ai bambini". Sarebbe potuto essere questo il sottotitolo della vergognosa puntata del programma Alla lavagna!, andata in onda in seconda serata su Rai 3 lo scorso 19 gennaio, che ha visto l'ospite di turno, Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, indottrinare la speciale classe, composta da 18 bambini tra i 9 e i 12 anni, sulla "normalità" transgender.
L'ex parlamentare di Rifondazione Comunista e attivista dei "diritti" LGBT+, secondo il copione del programma, è stato infatti interrogato dai piccoli alunni che lo hanno "imboccato" con una studiata sequenza di domande, evidentemente confezionate ad hoc dagli autori, volte a sensibilizzare la classe e il pubblico a casa, riguardo la propria "triste" storia di discriminazione e omofobia, con l'obiettivo di giungere alla scontata conclusione dell'assoluta ordinarietà di auto assegnarsi il sesso a piacimento in base a gusti e sentimenti personali, al di là del proprio progetto di natura.
Alla domanda di Federica la quale, andando dritta al punto, chiede a Luxuria come sia passato da uomo a donna, il militante omosessualista risponde candidamente così: «Sono nato maschietto ma sentivo dentro di me di essere una bambina. (...) Pensavo... questa bambina chiusa dentro di me è e come una principessa chiusa nel castello, la devo liberare». Quindi la prof. LGBT+ conclude lapidaria, esponendo il solito refrain, "born this way" (in realtà molto dibattuto all'interno della complessa e contraddittoria comunità LGBT+): «(...) allora ho capito, secondo me non si diventa così, si nasce così. Non c'è stato un momento della mia vita in cui ho voluto fare questa scelta. Perché non è una scelta».
Il messaggio rivolto ai bambini e ai telespettatori è chiarissimo: etero, gay, lesbica, bisessuale, queer, e via di questo passo, si nasce, non si diventa. Una prospettiva ideologica contorta, per la quale, un conto è il sesso biologico con il quale nasciamo, tutt'altro conto è il sesso psicologico e socio-culturale che ognuno di noi è libero di attribuirsi e modificare, anche più volte, nel corso della sua vita.
DISINFORMAZIONE ALLO STATO PURO
All'indomani della puntata, Guadagno ha espresso tutta la sua soddisfazione per essere riuscito ad ottenere un importante spazio su "mamma Rai" per diffondere la propria propaganda omosessualista e, soprattutto, per essersi potuto rivolgere ad una classe di bambini under 13 nei confronti dei quali ha avuto gioco facile ad instillare i germi dei propri dettami ideologici in fatto di sessualità: «Questo programma è stata una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita. I bambini erano vigili, curiosi, attenti e pieni di domande. (...) se non si danno risposte ai bambini, loro ti guardano con diffidenza e cercano risposte altrove, magari sul web, dove possono trovare risposte non proprio raccomandabili».
Benissimo ha fatto Simone Pillon, nel suo ruolo di vice presidente Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, a chiedere l'intervento della vigilanza Rai per l'accaduto, dichiarando: «È inaccettabile dare lezioni di gender a una classe di bambini. Vladimir Luxuria vada a raccontare le 'favole dell'uccello' da qualche altra parte, sicuramente non a una scuola con ragazzini minorenni, davanti alle telecamere Rai. Si è trattato di una vergognosa forma di indottrinamento. Questo non può lasciarci indifferenti: presenteremo un'interrogazione in Commissione vigilanza Rai».
Al senatore della Lega, ha fatto eco l'alleato di governo, notoriamente gay-friendly, Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, che ha così replicato: «l'unica cosa che trovo a dir poco surreale è continuare ad avere atteggiamenti omofobi e culturalmente regrediti, che non tengono conto della realtà e del rispetto dei diritti di tutti. Penso che la Rai abbia fatto molto bene e che occasioni del genere vadano sostenute».
Poco importa, evidentemente, che la trasmissione abbia fatto disinformazione allo stato puro, nascondendo ai bambini le drammatiche reali conseguenze alle quali vanno incontro coloro che intraprendono il percorso di cambio di sesso.
Dando il via libera alla "lezione transgender" il nostro "servizio pubblico" non ha fatto, infatti, altro che piegarsi alla vulgata politicamente corretta, in fatto di sessualità, contribuendo ad alimentare il clima di omertà e tabù ideologico oggi vigente attorno al tema del "transgenderismo", recentemente denunciato attraverso una lettera aperta da più di cinquanta studiosi appartenenti a diverse università del Regno Unito, degli Stati Uniti, dell'Australia e altrove.
ANCHE IN PRIMA SERATA SU CANALE 5
Ma, purtroppo, fin qui esposto, non è tutto in fatto di propaganda LGBT+ a mezzo televisivo. Sempre il 19 gennaio, questa volta in prima serata su Canale 5, la seconda puntata di C'è Posta per te, ha infatti avuto come protagoniste Denise e Deborah, due ragazze lesbiche in procinto di sposarsi, una delle quali ha invitato i familiari, nella speranza che accettassero la loro unione omosessuale aprendo la busta.
Anche qui è andato in scena il solito struggente e patetico copione, questa volta condito in salsa LGBT, con Denise che si è rivolta in lacrime ai propri genitori dall'altra parte della busta, contrari alla sua unione lesbica, implorando: «Io lo so che non è facile accettare il fatto che sto sposando una donna, (...) tra poco ci sposiamo e io questo giorno lo voglio condividere con voi».
Ancora una volta, un vero e proprio spot a favore della "normalità" omosessuale, che ha visto l'amore lesbico entrare nelle case degli italiani dalla porta principale, attraverso il programma, ahinoi, nazional-popolare, condotto da Maria De Filippi che, secondo i dati diffusi dall'auditel il giorno successivo, ha ottenuto un boom di ascolti tenendo incollati al teleschermo una media di ben 5.173.000 spettatori, con uno share del 27,4%.
La propaganda gay a reti unificate andata in onda lo scorso 19 gennaio dimostra, una volta di più, il violento attacco mediatico-culturale al quale è sottoposta la nostra società e, in modo particolare, la nostra gioventù. L'obiettivo dell'attivismo LGBT+ è infatti quello di rieducare i giovanissimi all'odierno "gender diktat" della fluidità sessuale, sradicando da essi qualsiasi norma morale e idea di natura umana.
Vedendo Luxuria messa in cattedra, che insegna ai bambini innocenti la "bellezza" e la "normalità" di qualsivoglia devianza sessuale, viene alla mente il terribile carteggio massonico, reso pubblico da Papa Pio IX, riguardante una lettera inviata dal carbonaro Nubius al Fratello tripuntato Volpe nel lontano 3 aprile 1824, in cui si legge: «Il cattolicesimo, meno ancora della monarchia, non teme la punta di un pugnale ben affilato; ma queste due basi dell'ordine sociale possono cadere sotto il peso della corruzione. Non stanchiamoci dunque mai di corrompere. Tertulliano diceva con ragione che il sangue dei martiri è il seme dei cristiani. Ora, è deciso nei nostri consigli, che noi non vogliamo più cristiani; non facciamo dunque dei martiri, ma rendiamo popolare il vizio nelle moltitudini. Occorre che lo respirino con i cinque sensi, che lo bevano, che ne siano sature. Fate dei cuori viziosi e voi non avrete più cattolici [...]. Ma perché sia profonda, tenace e generale, la corruzione delle idee deve cominciare fin dalla fanciullezza, nell'educazione. Schiacciate il nemico, qualunque esso sia, dicevano le istruzioni, ma soprattutto, schiacciatelo quando è ancora nell'uovo. Alla gioventù infatti bisogna mirare: bisogna sedurre i giovani, attirarli, senza che se accorgano. Andate alla gioventù e, se è possibile, fin dall'infanzia».
Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Luxuria, l'errore non salga in cattedra. Ma quei genitori..." spiega che il problema non è l'assenza di contraddittorio, perché l'errore non ha mai diritto di salire in cattedra.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 23 gennaio 2019:
Alla Lavagna è un programma di Rai Tre in cui personaggi famosi salgono in cattedra davanti ad una classe composta di bambini tra i 9 e i 12 anni. Nelle precedenti puntate sono entrati in aula gente dello spettacolo, giornalisti ed anche politici come Matteo Salvini. Nella puntata del 19 gennaio il maestro che ha varcato la soglia della classe per rispondere alle domande dei bambini è stato Wladimiro Guadagno, alias Vladimir Luxuria.
La prima domanda verteva proprio sul significato di quel nome: Luxuria. L'ex parlamentare e autore di fiabe per bambini ha spiegato che Luxuria vuole dire «lussureggiante, una persona che ama la vita in tutti i sensi». Risposta pudica che ha voluto coprire il vero significato di quel nome, un nome che rimanda al vizio capitale della lussuria.
Poi un'altra domanda che va al cuore del motivo per cui la Rai ha invitato Luxuria in trasmissione: «Lei una volta era un bambino, oggi è una donna, perché?». Ecco la risposta: «Io quando sono nato ero un maschietto ma [...] io non mi sentivo maschietto, sentivo dentro di me di essere una bambina, mi piaceva giocare con le bambole, mi piaceva anche sentire i profumi femminili che usava mia mamma in bagno, e quindi tutte le volte che mi guardavo allo specchio io avevo un'immagine dentro di me che era diversa da quello che ero. Per un periodo ho cercato anche di cambiare pensando che ero sbagliata io, ma stavo diventando un bambino molto triste, un bambino molto malinconico. Quindi ad un certo punto ho fatto una scelta. Ho detto: questa bambina che stava dentro di me, per me era come una principessa chiusa nel castello, io la dovevo liberare. Ma non veniva nessun principe a liberare questa principessa, la dovevo liberare io, così un giorno ho deciso di confessarmi a tutti, a miei compagni di classe - qualcuna mi ha capita, qualcuno no - e sono diventata oggi quello che sono. [...] Penso di essere una persona libera. [...] Secondo me non si diventa, ma si nasce così. Non c'è stato un momento della mia vita in cui ho voluto fare questa scelta, perché non è una scelta, mi sono sentita sempre così». In breve: un'efficace spiegazione della (presunta) bontà del transessualismo.
A seguire altri interventi sull'adozione, che trova Luxuria favorevole, sul bullismo e sulla discriminazione in cui, con la rodata strategia pro-gender, si fa passare il transessualismo come se fosse l'appartenenza ad un'etnia, realtà di per sé naturale a differenza del "cambiamento" di sesso. Questa analogia transessualismo-etnia ha fatto sì che gli atteggiamenti critici verso il transessualismo, a volte oggettivamente lesivi della dignità della persona così come raccontato da Luxuria, vengano fatti passare nelle linde coscienze dei piccoli come spregevoli atti di razzismo. Ed infatti in chiusura della puntata una bambina di colore ha affermato: "la stessa cosa accade con le persone di colore: le insultano e delle volte pure le picchiano". Bambina perfettamente indottrinata al credo gender.
Il primo rilievo da fare in merito a quanto andato in onda su Rai Tre è il seguente: l'errore non deve salire in cattedra. Dunque sarebbe fuorviante affermare che il vero scandalo è dato dal fatto che, nel rispetto del pluralismo, non ci sia stato contraddittorio. Il pluralismo sano è quello che offre modalità differenti per vivere - in questo caso, insegnare - le medesime verità morali. Alcune dottrine non meritano di essere insegnate, nemmeno se ci fosse un pubblico dibattito. Rimanendo in tema di ingiuste discriminazioni, chissà il putiferio che avrebbe giustamente sollevato invitare in trasmissione un testa rasata favorevole al razzismo, anche nel caso in cui ci fosse stato contraddittorio.
Il secondo corno del problema di questa puntata - una puntata che in realtà ha ben più di due corna - sta nel fatto che i bambini ovviamente si sono bevuti tutto senza fiatare, perché non hanno filtri critici. Ed infatti il voto finale della classe alla lezione tenuta da Luxuria è stato positivo. Anzi, negli interventi prima dell'entrata in classe del/la maestro/a alcuni bambini hanno dato prova di essere già ampiamente condizionati dal politicamente corretto in merito alle tematiche gender: "Ognuno è libero di scegliere come diventare e cosa diventare" ha detto una bambina. L'indottrinamento dei piccoli è facile da ottenere: la narrativa adottata dal maestro per un giorno è quella soft, da amica del cuore, dai toni color confetto, condita da alcune opportune lacrime.
Non accettare le caramelle dagli sconosciuti è un consiglio sempre valido, ma in questo caso sono stati i genitori, entusiasti - a dire di Luxuria - della sua lezione, a consigliare di prenderle.
Titolo originale: La propaganda LGBT+ va in onda a reti unificate
Fonte: Corrispondenza Romana, 23/01/2019
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