LA MADRE DELLE TENTAZIONI: LA RICERCA DEL PIACERE SESSUALE
Quando l'uomo vive la propria sessualità in vista del solo piacere è malato... eppure oggi non lo dice più nessuno (VIDEO MUSICALE: Più del sesso)
di Luisella Scrosati
Sembra partita persa anche il solo parlarne. La ricerca del piacere sessuale, fai-da-te o in "compagnia" di altri, reale o virtuale, "classico" o con chissà quali artificiali inventati ormai dalla perversione dell'uomo è ormai una regola. La castità assoluta è ritenuta innaturale, il celibato una castrazione e la continenza periodica una specie di sadismo. Per non parlare dei "problemi di salute" che di certo emergeranno a chi non pratica la sessualità o almeno la masturbazione. Niente di sorprendente: in un mondo di matti i pochi che cercano la salute appaiono patologici.
L'USO DELLA SESSUALITÀ AL DI FUORI DEL MATRIMONIO
Eppure, l'insegnamento dei Padri non lascia spazio a equivoci: quando l'uomo vive la propria sessualità in vista del solo piacere è malato. E la malattia si chiama porneìa, o lussuria. Perché il piacere sessuale è ordinato alla procreazione e all'unione dei coniugi, non al godimento di chi lo prova. Per questa ragione l'uso della sessualità al di fuori del matrimonio costituisce sempre un disordine grave. Il matrimonio, tuttavia, non dev'essere inteso come via libera per questa passione: la lussuria è sempre distruttiva dell'uomo, perché non considera più il prossimo come persona, come immagine di Dio, bensì come oggetto per procurarsi piacere; e parimenti non tratta più il proprio corpo come tempio dello Spirito Santo (cfr. 1 Cor 6,19) e casa di preghiera (cfr. Mc 11,17), ma ne fa un spelonca di ladri e luogo di meretrico idolatrico.
San Paolo non dava spazio a fraintendimenti, chiamando "volontà di Dio" l'astenersi dall'impudicizia ed esortando a "mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, e non come oggetto di passione e libidine, come i pagani che non conoscono Dio." Conoscendo la capacità dell'uomo di raccontare storie a se stesso e al proprio fratello, l'apostolo aggiungeva: "che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice su tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito" (1 Ts 4,3-8).
UNA MALATTIA DELL'ANIMA
Anche la lussuria, pur esprimendosi prevalentemente nel corpo, ma è una malattia dell'anima; tant'è vero che possiamo peccare anche con i soli pensieri. San Giovanni Crisostomo, infatti considera la lussuria come una "oftalmia (...) non degli occhi del corpo, ma degli occhi dell'anima" (Omelie sulla penitenza VI,2). Come tutte le passioni, anche la lussuria nasce piccola come un pensiero, che poi alimenta un desiderio, il quale a sua volta suscita una pulsione fisica, più o meno forte. San Gregorio di Nissa riconosceva che la lussuria è la passione che esercita la forza maggiore: "tra le numerose passioni che assediano il cuore umano, non ve n'è alcuna che abbia contro di noi una forza paragonabile a quella della frenesia della voluttà" (vita di Mosè, II, 301). Quanto più l'uomo si lascia trascinare da questa pulsione, tanto più il suo spirito ne risulterà ottenebrato, intorpidito e appesantito.
Com'è possibile che una una passione così grossolana, così umiliante la natura spirituale dell'uomo sia in realtà la più diffusa? San Giovanni Climaco spiega la tecnica raffinata del "nemico disumano che presiede al vizio della fornicazione", il quale, una volta che è accesa in noi la passione, tranquillizza le coscienze suggerendo che "Dio è amico dell'uomo e che è pronto a perdonare questa passione poiché essa è legata alla nostra natura" (La Scala XV, 31). Salvo poi farci sprofondare nella disperazione una volta commesso il peccato. Già: Dio è misericordioso e non può pretendere comportamenti così "innaturali", non può chiedere cose impossibili, non può essere fissato su una cosa in fondo così innocente, mentre ci sono altri peccati ben più gravi. Dice il demone della lussuria.
Nota di BastaBugie: il gruppo "The Sun" ha composto la canzone "Più del sesso" che ben esprime, con linguaggio giovanile, l'attrazione per la sessualità, ma al contempo la pericolosità di considerarla un gioco o un semplice soddisfacimento di istinti. La canzone infatti conclude significativamente con: "L'eccitazione fine a se stessa conquista ma non ti sazia".
Interessante inoltre il riconoscimento della diversità uomo-donna anche nel modo in cui viene vissuta la sessualità. Si lascia intuire questa differenza al termine della canzone: "sento che lei ha un mondo diverso, il sogno di un bacio che poi è più del sesso".
Nel video di YouTube si può ascoltare la canzone rock di cui sotto è riportato il testo.
http://www.youtube.com/watch?v=kn3-8jUUsoo
Titolo originale: La madre di tutte le tentazioni
Fonte: Il Timone, luglio - agosto 2021
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