I SETTE MOTIVI PER CUI HA STRAVINTO TRUMP
Se nel 2020 gli elettori cattolici erano in entrambi i campi, quest-anno invece si sono schierati in maggioranza per Trump (20% in più per lui)
di Edwin Benson
Il giorno dopo le elezioni del 2024, il media di "centro-sinistra" CNN ha titolato: "Che cosa è appena successo? È stata l'economia, stupido". L'ABC ha fatto eco: "Il profondo malcontento economico nei confronti di Biden ha spinto gli elettori verso Trump".
Le difficoltà economiche potrebbero aver convinto molti elettori "indecisi" a trascurare le loro remore nei confronti di Trump e a votare per lui. Tuttavia, altre questioni molto più profonde hanno giocato un ruolo nella vittoria. Ci sono sette lezioni da trarre dalle elezioni che vanno ben oltre il portafoglio.
1. L'AMERICA VUOLE UNA NUOVA LEADERSHIP FERMA
Il risanamento non si può ottenere solo eliminando le leggi sbagliate e i programmi fallimentari. Non avverrà promettendo sussidi gratuiti, tagli alle tasse o altri tipi di assistenza. Le elezioni hanno dimostrato che i cittadini vogliono una nuova leadership in grado di cambiare la direzione del Paese e di riportare la strada verso il buon senso e la stabilità. Quest'atteggiamento si è riflesso nel dibattito. La gente non vuole luoghi comuni, ma leadership ferma.
2. VOGLIAMO (E ABBIAMO BISOGNO) DI DIO!
La sinistra detesta "l'americano dei dieci comandamenti", che è una parte essenziale del pubblico e ha un attaccamento particolare a tutto ciò che riguarda Dio e la sua Legge. Uno dei candidati ha accolto i riferimenti a Dio, alla preghiera e alle Scritture per tutta la durata delle elezioni presidenziali. L'altro candidato non ha accolto questo messaggio. I risultati dimostrano che la religione risuona ancora con il pubblico americano. È tempo di riportare Nostro Signore al centro della vita americana.
3. LA POLITICA NON PUÒ SOSTITUIRE LE FAMIGLIE
La famiglia tradizionale è la base di ogni ordine nella società. Dio ha creato la famiglia per soddisfare i bisogni più elementari di ogni persona. I bambini imparano le lezioni fondamentali sulle ginocchia delle loro madri. I padri insegnano ai figli a lavorare e a mantenersi. I genitori insegnano ai figli ad amare Dio e la sua Legge.
Le elezioni hanno riguardato le famiglie. È stata una disputa tra due visioni della famiglia. Una visione vedeva la "famiglia" come qualsiasi cosa gli venisse in testa che sia. Così si favoriva l'aborto, le unioni fallite, i fallimenti scolastici e gli inefficaci programmi di assistenza sociale. L'altra visione si è attenuta in maggioranza all'unione tradizionale tra un uomo e una donna, finalizzata all'educazione della prole. È ora di abbandonare la fallacia che sia il governo a sapere che convenga meglio alla famiglia.
4. LA SOCIETÀ PERMISSIVA DISTRUGGE TUTTO
Per troppi anni, la sinistra governativa, accademica e mediatica ha liquidato la moralità come repressione e tirannia. Le rovine di questa premessa giacciono ovunque in una società che cade a pezzi. Questa rivoluzione all'interno della società sta spingendo tutto - identità, sessualità e comportamento - verso una violenza e un radicalismo sempre maggiori. Queste elezioni hanno messo in discussione le premesse e le promesse della società permissiva.
5. NON SI PUÒ PREDICARE L'UNITÀ MENTRE SI SEMINA LA DIVISIONE
L'unità è uno dei più profondi desideri dell'umanità. I sinistrorsi usano questa parola come una clava, brandendola contro chiunque denunci le loro erronee idee. In realtà, nelle loro mani essa diventa un cuneo, promuovendo la divisione e, in ultima analisi, la disperazione. La sinistra semina discordia introducendo comportamenti divisivi, stili di vita aberranti e politiche identitarie (LGBT, transgender, ecc). Usa la parola unità per imporre queste idee al pubblico, che non vuole essere costretto a ingoiare queste cose. Le elezioni hanno evidenziato il rifiuto di programmi che gli americani non condividono.
6. IL GOVERNO ESISTE PER PROMUOVERE IL BENE COMUNE
Il compito fondamentale del governo è quello di promuovere il bene comune. Purtroppo, la politica governativa spesso abbandona questo ruolo promuovendo cose che non sono né comuni né buone. Le politiche identitarie (LGBT, transgender, ecc) creano divisioni e risentimento. Utilizzando la narrativa della lotta di classe degli oppressi contro gli oppressori, queste politiche di sinistra non cercano di unire le persone nel bene, ma di dividerle.
7. LO STATO NON DEVE INTROMETTERSI NELLA VITA QUOTIDIANA
L'elezione potrebbe essere vista come una protesta contro l'intromissione del governo nella vita quotidiana di tutti. Il governo censura le parole che offendono le presunzioni "woke". La sanità pubblica giustifica le limitazioni su alcuni cibi e bevande. L'assistenza all'infanzia spesso diluisce deliberatamente l'autorità dei genitori e può portare a mutazioni "di genere". La preoccupazione per "l'ambiente" limita l'uso legittimo della terra e promuove l'"energia sostenibile". Queste politiche sono andate troppo oltre e stanno opprimendo i cittadini rispettosi della legge.
Le elezioni di novembre hanno dato alcuni insegnamenti. I politici di entrambi gli schieramenti ne trarranno qualche insegnamento?
Il rifiuto totale di tante idee di sinistra dovrebbe dare ai leader politici un'idea di ciò che gli americani non vogliono. È necessario pregare e impegnarsi molto se si vuole che l'America torni all'ordine.
Nota di BastaBugie: Alessandra Nucci nell'articolo seguente dal titolo "Usa, il voto cattolico mobilitato contro la deriva woke" spiega che se nel 2020 gli elettori cattolici erano "assorbiti" equamente tra i due campi, quest'anno si sono schierati in maggioranza per Trump. Uno spostamento a destra per scongiurare l'offensiva ideologica di una eventuale amministrazione Harris.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19 novembre 2024:
Secondo alcuni calcoli, l'elettorato cattolico ha fatto la differenza nella recente clamorosa vittoria che ha riportato Donald J. Trump alla Casa Bianca. Sono 52 milioni i cattolici in età di voto negli USA, la più grossa denominazione cristiana del Paese, rappresentando il 22 per cento dell'elettorato. Finora però non era mai stato un blocco caratterizzato in un modo o nell'altro, tant'è vero che si diceva che un "voto cattolico" neanche esistesse. Nel 2020 il voto era andato metà per uno ai due contendenti, 50 per cento per Trump, 49 per cento per (il cattolico) Biden.
Quest'anno invece gli exit-poll hanno registrato una netta preferenza dei cattolici per Trump. La NBC ha segnato una prevalenza di Trump contro Harris di 58% a 40%, che fra i cattolici bianchi sale a 61 a 35. Il Washington Post riporta un margine di 56-41%, per Fox News lo scarto è stato del 13%. Ugualmente massiccio il favore per Trump negli stati in bilico: in Michigan i cattolici hanno dato la preferenza a Trump con uno scarto del 20% in più rispetto ai voti per Kamala Harris, in Pennsylvania con il 14%, nel Wisconsin con il 16%, nella Carolina del Nord con il 17%, in Florida con uno stupefacente 29%.
A spostare a destra il voto dei cattolici americani è stata la reazione alla frangia estremista, "woke", del Partito Democratico (Kamala Harris ha più volte dichiarato che "bisogna essere woke"). Una volta il Partito Democratico si assicurava il voto cattolico con espressioni generiche sulla giustizia sociale, sull'inclusione e sull'attenzione per i poveri e I vulnerabili. Adesso a sentirsi vulnerabili sono gli americani, che con l'inflazione faticano ad arrivare a fine mese e che hanno visto invadere le proprie comunità dall'immigrazione incontrollata.
Per un Paese la cui identità comprende da sempre l'integrazione dello straniero, come attesta l'iscrizione sulla Statua della Libertà, è evidente la differenza fra l'immigrazione legale di una volta e l'immigrazione incontrollata avvenuta sotto la supervisione ufficiale ma inesistente della vice-presidente Harris.
Inoltre, gli zeloti del "woke", oltre a prendersela con il passato a scuola e rovesciando statue sulla strada, una volta arrivati al potere con Biden si sono scatenati contro i loro nemici ideologici, i movimenti pro-life, per colpire i quali sono state fatte irruzioni nelle case di nonne e padri di famiglia, arrestati e condannati per aver pregato pacificamente davanti alle cliniche abortiste.
L'aver assoldato, infine, a suon di milioni di dollari, la maggior parte dei più noti attori e cantanti del momento, non solo non ha avuto esito, ma nel caso degli elettori cattolici può aver innescato un effetto boomerang, stanti le posizioni abortiste espresse da personaggi come Madonna, nonché le molte esibizioni apertamente ammantate di satanismo.
Dal canto suo Donald Trump, cresciuto nella Chiesa cristiana presbiteriana, oggi si definisce "nondenom", categoria di cristiani che non si sentono di appartenere ad alcuna specifica denominazione, anche se sono molto dediti alla preghiera e seguono la Bibbia. Ma a raccomandarlo agli occhi dei cattolici, Trump ha dalla sua i molti atti compiuti da Presidente in difesa della libertà di religione: dalla difesa dell'obiezione di coscienza alla nomina di tre giudici anti-abortisti alla Corte Suprema, al divieto di alloggiare i detenuti trans biologicamente maschi nelle carceri femminili.
Sembrerebbero quindi superati gli anni della presa obamiana sulla cultura cattolica. Tuttavia, la mentalità che una volta caratterizzava specificamente la sinistra ha assunto posizioni più centrali nella cultura. Ancora nel 2004 George W. Bush era stato rieletto sulla base di valori cristiani. Oggi, nel 2024, le figure "valoriali" di spicco come Elon Musk, Tulsi Gabbard, e lo stesso Robert F. Kennedy Jr. si collocano a sinistra della morale condivisa che i cattolici conservatori vorrebbero ripristinare. Essi non si sognano di affermare l'indissolubilità del matrimonio o il divieto di aborto. Semplicemente non sbandierano il diritto ad abortire come un vessillo, ma solo un'eventuale triste necessità da ridurre al minimo. Vogliono però la fine del vetriolo, e che i woke almeno cessino di avviare i minori alla mutilazione dei genitali per curare la cosiddetta "disforia di genere".
DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto
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Titolo originale: Sette lezioni da imparare dalle elezioni americane
Fonte: TFP Italia, 12 novembre 2024
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