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BastaBugie n.909 del 22 gennaio 2025

EDIZIONE SPECIALE Tommaso Scandroglio (n° 9)

OMELIA III DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 1,1-4; 4,14-21)

Oggi si è compiuta questa Scrittura

di Giacomo Biffi

 

Con questa pagina che è stata letta, il Vangelo di Luca - come del resto ci ha detto anche il Vangelo di Giovanni domenica scorsa con la narrazione delle nozze di Cana - sottolinea che il Signore Gesù comincia la sua azione di salvezza dalla Galilea. Era la regione più disprezzata della Palestina israelitica; proprio per questo è collocata al primo posto nel piano divino di redenzione.

LO SPIRITO SANTO È LA FONTE DELLA PERENNE VITALITÀ DELLA CHIESA
Ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo (Lc 4,14). In tutta la vicenda cristiana esiste e agisce questo misterioso protagonista. Lo Spirito Santo era disceso su Cristo nella scena del battesimo, quasi a mostrare avverata la profezia di Isaia, che oggi abbiamo ascoltato citata da Gesù stesso: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione (cf. Lc 4,18). Lo Spirito Santo era stato, nell'annunciazione, all'origine della stessa vita umana del Figlio di Dio, come presiederà, nella Pentecoste, agli inizi della missione della Chiesa nel mondo, e come è alla sorgente di tutti i carismi, di tutti i ministeri ecclesiali, di ogni vita di grazia.
Noi troppo spesso nel valutare la realtà cristiana ci dimentichiamo di questa forza nascosta ma decisiva, che continua instancabilmente ad agire in ogni momento della storia e determina l'autenticità della vita ecclesiale.
Come Gesù, anche la Chiesa cammina con la potenza dello Spirito Santo. È una potenza che non si identifica con nessuna delle fonti di dominazione che imperversano sulla scena mondana: né col potere politico né col potere economico né col potere dei mezzi di informazione e di persuasione. Perciò la Chiesa spesso appare a uno sguardo umano debole e senza incidenza, e dai suoi avversari viene giudicata, a ogni svolta della storia, superata e senza futuro.
Ma poi si vede che tutti i sistemi sociali e politici o presto o tardi tramontano, tutte le prepotenze si afflosciano, le ideologie si scoloriscono; a la Chiesa continua, sempre debole, sempre apparentemente inefficace, sempre inascoltata, ma sempre viva, sempre pronta a comunicare all'uomo le vere ragioni della speranza e a liberarlo dei suoi veri mali.
Qual è il segreto di questa vitalità? Il segreto, che gli estranei non percepiscono e noi stessi non di rado dimentichiamo, sta appunto nella presenza attiva in lei dello Spirito Santo, che è sempre in grado di ringiovanire le comunità dei discepoli di Cristo e di far rifiorire improvvisamente i campi che sembrano più inariditi e infecondi.

CRISTO È VENUTO A LIBERARE TUTTI NOI DALLA POVERTÀ SPIRITUALE
A Nazaret Gesù presenta, per così dire, il suo biglietto da visita e, con le parole dell'antico profeta, ci descrive la natura e i compiti essenziali della sua missione in mezzo a noi.
Egli è venuto a dare il "lieto messaggio" della liberazione e della salvezza "ai poveri".
Chi sono i poveri? Sono prima di tutto i poveri nel senso letterale del termine; quelli che non hanno appoggi e difese in questo mondo; quelli che fanno fatica a vivere; quelli che non hanno mai una buona notizia.
Il Figlio di Dio viene a portare a loro la prima "buona notizia" della loro storia; e cioè la notizia che hanno una dignità uguale a quella di tutti, perché hanno anche loro un Padre nei cieli; che hanno come tutti un destino di gioia; che sono anche loro i destinatari dell'incredibile amore del Creatore.
E poi i "poveri" siamo tutti; tutto il miserabile gregge umano che, anche quando appare ricco, potente, sazio, appagato delle proprie scintillanti futilità, è sempre povero di verità, povero di amore, povero di speranza, povero di capacità di capire.
Gesù è venuto per tutti, proprio perché tutti siamo poveri di veri valori. È venuto per liberarci: liberarci dalla nostra cecità, che talvolta è connaturale e involontaria perché abbiamo una mente che fatica a fare attenzione alle cose che contano, ma più spesso è deliberata perché non vogliamo farci gli interrogativi veri e seri; liberarci dalle nostre debolezze e dai nostri egoismi, che in partenza ci promettono la felicità e in conclusione ci lasciano delusi e con la bocca amara; liberarci dall'oppressione di chi, non avendo niente di sostanziale da dire, pretende di farsi nostro maestro e di manipolarci secondo i suoi interessi e i suoi disegni.
Solo chi esistenzialmente incontra Gesù di Nazaret e lo accoglie con tutto il suo essere, può diventare a poco a poco un uomo davvero libero: Dove c'è la fede, lì c'è la libertà.

NESSUN UOMO PUÒ ILLUDERSI DI RIMANERE NEUTRALE DI FRONTE A CRISTO
Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi su di lui (Lc 4,20). Anche se di solito non lo si vuol riconoscere, gli uomini non possono fare a meno di guardare a Cristo e al suo Vangelo. Tutti sanno - anche se non lo vogliono ammettere - che non lo si può ignorare. Con lui bisogna fare i conti in ogni caso. Di fronte a lui o presto o tardi si deve prendere posizione. E, pur se c'è sempre la tentazione di nascondersi dietro le futili questioni della storia, della politica, del comportamento delle persone ecc., il vero dilemma dell'uomo è: o rifiutare il Messia, il consacrato dallo Spirito, l'inviato dal Padre, con l'una o l'altra delle scuse possibili, o inginocchiarsi davanti a lui, e così salvarsi e avere la vita.

L'OPERA SALVIFICA DI CRISTO SI PROLUNGA NEL MINISTERO SACERDOTALE  
Gesù dice: Oggi si è adempiuta questa Scrittura (Lc 4,21). Vale a dire: oggi c'è già, è già a nostra portata questa salvezza, questa liberazione, l'avveramento di questa buona notizia.
L'"oggi" di cui qui si parla, è un "oggi" che si invera in ogni epoca e in ogni situazione umana, perché in ogni epoca e in ogni situazione Cristo agisce, libera, salva.
Nel disegno di Dio l'azione redentrice di Cristo ha sempre il suo "oggi", perché si incarna e si prolunga nel ministero di chi, nel sacerdozio della Nuova Alleanza, diventa sacramento della presenza operosa e dinamica del Signore in mezzo ai suoi.
Ogni sacerdote esiste appunto perché sia sempre l'"oggi" della salvezza di Dio; perché sia sempre annunciato il Vangelo, sia sempre concesso il perdono delle colpe, sia sempre data la grazia dei sacramenti, sia offerto a tutti gli uomini pellegrini verso la patria eterna il Pane della vita.
Come si vede, la meditazione sulla pagina propostaci dalla Chiesa per questa domenica ci ha condotti senza sforzo a riflettere sulla necessità e l'urgenza che l'opera di Cristo possa proseguire, nel nostro tempo e nella nostra terra bolognese, attraverso la presenza numerosa e attiva dei ministri dell'altare.

Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

Pubblicato su BASTABUGIE n.909
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