CATTOLICA & RADICALE, LE INCOMPATIBILI IDENTITA' DELLA ROCCELLA
Il Ministro della Famiglia (sic!) si racconta: dal cattolicesimo al femminismo, passando per l'elogio della legge sull'aborto e delle battaglie radicali degli anni '70
di Stefano Fontana
Il ministro per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa su tanti argomenti connessi con il suo ruolo nel governo Meloni: donne, famiglie, figli, natalità, rapporti tra maschi e femmine. Il cuore dell'intervista è però lei stessa e la sua identità che così sintetizza: «femminista, cattolica, radicale, di destra». Roccella osserva a questo proposito che «non si capacitano di come io possa essere radicale e cattolica: chissà per quale delle due cose mi odiano di più», per poi precisare meglio: «Il femminismo è la mia vera, profonda appartenenza identitaria». Quindi: radicale, cattolica, di destra... ma prima di tutto femminista. Noi non nutriamo odio verso di lei per queste sue proclamate identità, però ci permettiamo qualche osservazione sulla possibilità di questi accostamenti: radicale, cattolica, femminista.
Più volte Roccella si è detta radicale raccontando la sua storia personale, da ultimo nel romanzo Una famiglia radicale (Rubbettino), libro che doveva presentare a Torino ma è stata censurata da gruppi sociali estremisti. Ma è stata radicale oppure è radicale? L'intervista conferma che lo è stata e ancora lo è. Elogia le battaglie radicali degli anni Settanta quando, a differenza di adesso, a suo dire "il confronto restava aperto e possibile", rivendica di essere stata allieva di Ida Magli e di aver collaborato con lei per la depenalizzazione dell'aborto, elogia la legge 194 che considera una legge «equilibrata», dice di aver votato a favore della legge 40 sulla fecondazione assistita, difende tuttora quella legge anche dopo le sue trasformazioni giurisprudenziali, considerando che permette un uso della «tecnologia dentro uno schema di generazione naturale» nel senso che «Lo Stato ti aiuta se hai un problema, non consente ciò che in natura non è possibile». Non sempre in questi ragionamenti tutto fila liscio, ma una cosa emerge in modo chiaro: Roccella non solo è stata ma è radicale.
RADICALISMO & LIBERTÀ
Ora, in cosa consiste il radicalismo? Come dice la parola stessa, esso consiste nel condurre alle estreme conseguenze - alla radice appunto - il concetto assoluto della libertà. Cosa rende assoluta la libertà? La sua separazione dalla verità e da un ordine naturale e finalistico delle cose, attuata nella forma della identificazione tra libertà e volontà. Il radicalismo esprime una volontà priva di ragioni. Considerato in questo modo essenziale, il radicalismo è completamente incompatibile con la fede cattolica. Questa, infatti, esige che la ragione si muova per conoscere questo ordine naturale in quanto frutto della creazione divina e, così facendo, si apra a Dio stesso e alla sua provvidente volontà salvifica. Accettare il divorzio, l'aborto e la fecondazione artificiale, appoggiare un femminismo radicale che investe la donna di una libertà addirittura precedente al suo essere donna, significa negare l'esistenza di un ordine naturale su queste materie così importanti per la vita umana e sociale.
Qualcuno però potrebbe sostenere che di radicali ce ne sono di diverse specie. Infatti, nessun movimento politico è uniforme ed omogeneo ma articolato in diverse correnti più o meno, ci si passi il bisticcio, radicali. L'ideologia iniziale e fondativa, l'archetipo originario - si dice spesso - è una cosa, mentre i movimenti storici che da esso derivano sono un'altra cosa ed è possibile che essi si allontanino dalla matrice o che, addirittura, la rovescino. La storia cambia e l'adattamento alle nuove situazioni può corrompere la rigidità dogmatica delle origini. Questo potrebbe essere il caso anche di Eugenia Roccella. Vediamo alcuni esempi.
RADICALE BUONA?
Nell'intervista di cui ci stiamo occupando, il ministro afferma che «l'aborto esula dal territorio del diritto». Una simile affermazione può essere vista come espressione di un radicalismo moderato o addirittura di nuovo conio, lontano dalle intransigenze ideologiche di Pannella, Bonino, Cappato o Magi. Su questa base si potrebbe fondare la battaglia affinché esso non venga contemplato nella Costituzione e infatti Roccella si dichiara contraria a questa ipotesi. Allora - si può pensare - lei sarà anche radicale, ma una radicale "buona" o almeno moderata e di buon senso. Il suo essere radicale sarebbe sostenibile anche per un cattolico. Un altro esempio è costituito dalla posizione verso la legge 40 già vista sopra: quella legge sarebbe valida perché inserirebbe l'intervento tecnico in laboratorio «dentro uno schema di relazione naturale». Questa espressione può venire intesa come la conferma del riferimento a quell'ordine naturale e finalistico di cui parlavo sopra e collocare in pieno il ministro Roccella dentro la visione del realismo cattolico.
Le stesse cose si possono dire per il suo femminismo, dato che Roccella appartiene a quella corrente del femminismo che combatte la prescrizione della parola "donna" da parte dei gruppi LGBT e denuncia l'attuale "frammentazione della gravidanza" tramite la compartecipazione di più persone al concepimento e, con l'utero in affitto, anche alla gestazione.
Roccella è una radicale "diversa", però si dice sempre radicale. Il fatto è che non è vero che i movimenti storici allentino sempre l'ideologia originaria o se ne distacchino positivamente, liberandosi dai suoi errori. Molto più spesso i movimenti storici finiscono per realizzare meglio gli obiettivi ideologici proprio perché li separano da inutili zavorre, riuscendo così ad essere più penetranti proprio perché meno avvertiti. Le socialdemocrazie hanno realizzato in modo più radicale gli obiettivi del socialismo, solo hanno chiesto più tempo. Roccella se la prende contro la rarefazione delle famiglie e la solitudine educativa, però rimane convinta della bontà del divorzio e dell'aborto che le ha prodotte. Si dice preoccupata della denatalità ma dice nulla sull'aborto che ne è la causa principale. Dice che l'aborto si colloca al di fuori del diritto ma ammette la 194 che invece lo tira dentro al diritto in modo sbagliato.
Rimane radicale e femminista però sembra esserlo un po' meno degli altri e, proprio per questo, apre nuove strade al radicalismo, perfino avvalorandolo come cattolico.
Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Roccella certifica la resa al credo arcobaleno" conferma quanto sostenuto da Stefano Fontana nel precedente articolo.
Ecco l'articolo completo di Tommaso Scandroglio pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 dicembre 2024:
Il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, intervenuta a novembre all'incontro Per merito, per amore, per libertà organizzato da Fratelli d'Italia a Riccione, così ha dichiarato: «vorrei chiarire una cosa: essere un buon genitore prescinde ovviamente dall'orientamento sessuale».
Lasciamo perdere il fatto che c'è una montagna di studi che provano il contrario e veniamo ad altro, al fatto che nell'immaginario comune la Roccella è un'integralista cattolica e questo ci dimostra quanto i più ne sappiano di cattolicesimo; che elogiare l'omogenitorialità per un ministero che si occupa della natalità è come elogiare la resa per il Ministero della Difesa; che quell'«ovviamente» è la certificazione che non solo la salvezza non verrà dalla politica e non solo ormai il tasso di corruzione culturale in seno alla destra difficilmente si distingue da quello in seno alla sinistra, ma che il sole dell'omosessualità dovrà per sempre splendere sopra le nostre teste e guai a farsi ombra; che il politicamente corretto è diventato il doverosamente corretto; che le prove di buona condotta di fronte al Supremo Tribunale LGBT non sono mai sufficienti per uscire dal carcere dell'omofobia e che il giuramento di fedeltà al credo gaio deve essere ripetuto più volte in ogni sede pena l'ostracismo e lo stigma sociale; che l'ossessione arcobaleno condiziona ogni uscita pubblica di ogni personaggio pubblico; che indietro non si torna perché la lezione che l'amore è amore al di là degli orifizi usati per dimostrarlo è stata ampiamente, democraticamente, estensivamente, massicciamente assimilata da tutti, dall'infante al ministro della Repubblica italiana; che gli attuali principi non negoziabili sono l'esatto opposto degli autentici principi non negoziabili; che la realtà non va in direzione opposta alla politica, ma sta addirittura su un altro pianeta di un'altra galassia e ruota secondo altre orbite; che se la sana educazione prescinde dall'orientamento sessuale noi prescindiamo dal ministro Roccella; che il vero buon genitore avrebbe molte cose da dire al Ministro della Famiglia; che ormai siamo convinti che l'evidenza è stata ridotta ad un mistero orfico, patrimonio esclusivo di pochissimi adepti.
E così sia.
Titolo originale: Cattolica e radicale, le incompatibili identità della Roccella
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19 dicembre 2024
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