Vai al sito » « Home
BastaBugie n.912 del 12 febbraio 2025

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE CINESE FA TREMARE L'AMERICA

DeepSeek, la risposta cinese a Chat GPT, è più efficiente e costa 25 volte meno (e intanto la guerra in Ucraina è il banco di prova per l'intelligenza artificiale militare)

di Stefano Magni

 

Liang Wenfeng, giovane imprenditore cinese, pareva solo un sognatore sempre spettinato e dall'aspetto trascurato. Nessuno lo aveva preso sul serio, finché non ha lanciato sul mercato DeepSeek, la risposta cinese a Chat GPT, un programma di intelligenza artificiale (IA) generativa più potente dell'originale americano, ma molto più economico. E nei mercati è iniziato il panico, come dimostra il crollo dei titoli delle società legate all'IA, a partire da Nvidia, il 27 gennaio.
«Abbiamo sempre visto l'intelligenza artificiale come qualcosa che arriva dall'Occidente», ha dichiarato Liang. «Ma perché dobbiamo essere solo fruitori e non protagonisti?». Il suo approccio mira a rivoluzionare la competizione fra Cina e Occidente: «La maggior parte delle aziende cinesi copia e adatta, noi vogliamo creare. Per troppo tempo, l'innovazione è stata vista come un lusso. Ma oggi la Cina ha le risorse per investire in ricerca di base». Amato dal Partito (almeno per ora), molto autarchico (ha assunto solo cinesi nella sua impresa), Liang ha però confezionato un prodotto che non è dissimile dalle altre copie cinesi di prodotti inventati in Occidente. Possono essere migliori o peggiori, costare meno, ma non si tratta di un cambio di paradigma, solo di una versione aggiornata di un'invenzione americana.

STUPEFACENTE
Quel che fa tremare le aziende statunitensi all'avanguardia è semmai il costo e il tipo di sviluppo. Nel 2021, Liang Wenfeng ha iniziato la sua impresa acquistando unità di elaborazione grafica Nvidia per addestrare la sua chatbot a rispondere a ogni domanda. I suoi stessi soci non gli credevano. Per elaborare un programma così sofisticato, finora, sono occorse risorse ingenti che solo Open AI, Google, Meta, Amazon ed X si sono potuti permettere. La nascita di DeepSeek è la dimostrazione che anche una startup può farcela, con materiali facilmente reperibili sul mercato e a circa il 4% dei costi. L'altra sfida è il tipo di sviluppo: mentre i colossi statunitensi tengono gelosamente per sé le versioni più avanzate dei loro programmi generativi, Liang Wenfeng ha reso subito open-source i suoi.
Come sia stato possibile un tale risparmio di tempo e denaro è ancora oggetto di studio. Non ha funzionato la strategia di Biden, protezionista, che consisteva nel limitare e controllare la vendita di chip alla Cina. Non è stata efficace, sia perché Liang Wenfeng ha iniziato a lavorare al suo progetto (acquistando le unità da Nvidia) prima dell'inizio delle sanzioni, sia perché ha in parte aggirato il problema della mancanza di velocità di calcolo dei suoi chip, con un metodo di addestramento più innovativo e razionale.
L'analista Lennart Heim, della Rand Corporation, lo spiega così al Wall Street Journal: «Immaginate le prime versioni di ChatGPT come un bibliotecario che ha letto tutti i libri della biblioteca. Quando gli viene posta una domanda, fornisce una risposta basata sui molti libri che ha letto (...) DeepSeek ha adottato un altro approccio. Il suo bibliotecario non ha letto tutti i libri, ma è addestrato a cercare il libro giusto per trovare la risposta dopo che gli è stata posta una domanda». Una tecnica di ricerca diversa, dunque, che permette di risparmiare sulla velocità dei chip e sull'energia consumata.

LA PRIMA DECISIONE DI TRUMP: PIÙ LIBERTÀ AGLI SVILUPPATORI
Come risponderanno adesso gli Usa? La prima decisione di Trump, nel campo dell'Intelligenza Artificiale è stata quella di rimuovere controlli e restrizioni imposti da un ordine esecutivo dell'amministrazione Biden. In base a quell'ordine, le aziende che sviluppano modelli di IA che pongono un "serio rischio" per la sicurezza nazionale, la sicurezza economica o la salute e la sicurezza pubblica avrebbero dovuto informare le autorità di regolamentazione quando addestrano i loro modelli e condividere i risultati dei test di sicurezza. Trump sta invece iniziando a dare più libertà agli sviluppatori: un approccio molto più rischioso, ma anche molto più orientato allo sviluppo.
Se finora la Cina era rimasta indietro nella competizione sull'IA è infatti a causa della sua struttura troppo dirigista, rigida e controllata dal Partito Comunista che impone vincoli ideologici. La creatività individuale, alla base del successo di Liang Wenfeng, è comune in America, ma in Cina è l'eccezione. E il controllo del Partito tuttora pesa sullo sviluppo della nuova DeepSeek: chi scrive ha provato a chiederle cosa sia successo il 4 giugno 1989 a Tienanmen e la risposta, prevedibile, è stata «Scusa, ciò va oltre il mio scopo. Parliamo di qualcos'altro».  (In compenso, la nuova chatbot cinese conosce molto bene La Nuova Bussola Quotidiana e, alla domanda su cosa sia, ha dato una risposta impeccabile. La Cina è vicina...).

Nota di BastaBugie: Daniele Ciacci nell'articolo seguente dal titolo "Ucraina, banco di prova per l'intelligenza artificiale militare" parla della guerra in Ucraina, primo conflitto nell'era dell'IA. Sia i russi che gli occidentali stanno sviluppando sistemi sempre più autonomi. Ma così la guerra è sempre meno umana.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 gennaio 2025:

La guerra in Ucraina sta catalizzando una rivoluzione tecnologica nell'industria bellica globale, portando a una rapida innovazione nei sistemi di armamento sia sul fronte russo che su quello occidentale. Mentre l'aeronautica militare russa sta migliorando le proprie capacità attraverso avanzati sistemi di difesa aerea e nuovi impieghi dei suoi jet da combattimento, gli Stati Uniti e i loro alleati stanno implementando intelligenze artificiali nei droni per trasformare la guerra in un'attività per procura. Questa competizione tecnologica rappresenta non solo un cambio di paradigma, ma anche una pericolosa accelerazione dell'escalation militare.
L'aeronautica militare russa è stata coinvolta in numerose innovazioni tecnologiche, come dimostrato dall'adozione del sistema S-500 Prometheus, un'avanzata tecnologia di difesa aerea progettata per neutralizzare minacce come missili ipersonici e aerei stealth. Il primo reggimento S-500 è stato schierato per difendere il ponte che collega la Crimea alla Russia, un'infrastruttura strategica vitale.
Parallelamente, i piloti russi continuano a utilizzare caccia come il Su-27 Flanker, pur aggiornati per affrontare le nuove armi occidentali impiegate in Ucraina. L'integrazione di radar potenziati, contromisure elettroniche e missili avanzati riflette uno sforzo costante di Mosca per mantenere la superiorità aerea in un teatro di guerra sempre più complesso. Questi sviluppi mostrano come la Russia stia evolvendo le proprie capacità belliche per adattarsi a un ambiente caratterizzato dalla crescente potenza delle armi occidentali.
Sul fronte occidentale, gli Stati Uniti stanno utilizzando l'Ucraina come laboratorio per testare sistemi di droni dotati di intelligenza artificiale. Secondo un articolo pubblicato su Lawfare, la sperimentazione di droni autonomi sta avanzando con velocità, con tecnologie che permettono alle macchine di identificare e colpire obiettivi in autonomia o in sciami coordinati. Questo sviluppo, sebbene efficace in battaglia, solleva interrogativi etici significativi sull'autonomia decisionale delle macchine in ambito bellico.
Un report dell'Atlantic Council sottolinea come l'Ucraina rappresenti un banco di prova essenziale per i droni intelligenti, con progetti come lo sviluppo di missili guidati da AI e sistemi anti-drone progettati per affrontare sciami nemici. La combinazione di queste tecnologie potrebbe ridefinire completamente il modo in cui i conflitti vengono combattuti, rendendo l'intervento umano diretto sempre meno necessario.
La guerra in Ucraina ha fatto da acceleratore a una rapida evoluzione dell'industria militare. Entrambe le parti del conflitto, così come i loro alleati, stanno impiegando risorse ingenti per sviluppare sistemi sempre più sofisticati. La Russia, ad esempio, punta non solo al potenziamento dei sistemi di difesa, ma anche all'innovazione nella robotica militare e nell'integrazione AI nei suoi sistemi terrestri. Allo stesso modo, l'Occidente si muove nella stessa direzione, con un forte impegno per superare i limiti attuali delle tecnologie belliche e aumentare l'efficacia delle proprie forze sul campo.
Questo fenomeno evidenzia una realtà preoccupante: i conflitti moderni sono sempre più tecnologici e meno umani. Se da un lato ciò può ridurre il numero di vittime tra i soldati, dall'altro contribuisce a una spirale di armamenti sempre più letali e disumanizzanti.
L'escalation tecnologica nel contesto bellico non è priva di conseguenze. L'uso di sistemi autonomi basati su intelligenza artificiale e di armi sempre più avanzate pone questioni etiche di fondamentale importanza. Chi decide il grado di autonomia concesso a un drone in battaglia? Quali sono le responsabilità quando una macchina causa vittime civili?
Inoltre, la rapidità con cui vengono adottate nuove tecnologie belliche rischia di alimentare una corsa agli armamenti senza precedenti, in cui le nazioni rivali cercano di superarsi a vicenda sviluppando sistemi sempre più sofisticati. Questa dinamica potrebbe sfociare in conflitti più devastanti, compromettendo ulteriormente la stabilità globale.
Mentre la Russia rafforza il proprio arsenale aereo e difensivo, l'Occidente sperimenta droni intelligenti e altre tecnologie dirompenti. Questa accelerazione tecnologica, sebbene strategicamente rilevante, solleva domande cruciali sulle implicazioni morali e sugli effetti a lungo termine della guerra moderna.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE"
Il futuro è già qui

Per vedere articoli e video, clicca qui!

Titolo originale: DeepSeek, l'intelligenza artificiale cinese che fa tremare l'America

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 gennaio 2025

Pubblicato su BASTABUGIE n.912
Condividi su WhatsApp Condividi su Facebook Condividi su Twitter

Articoli su "Attualità"

Informativa estesa