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« Torna agli articoli di Camille Eid
La sharia ha da tempo varcato i confini degli Stati a maggioranza islamica.
GRAN BRETAGNA
Da più di vent’anni anni in Gran Bretagna, nel nome del multiculturalismo di cui quel Paese è stato l’antesignano, operano tribunali islamici che possono deliberare su matrimoni e divorzi, eredità e contese patrimoniali. Recentemente il governo laburista di Gordon Brown ha di fatto avallato la poligamia riconoscendo gli assegni familiari ai musulmani poligami che si sono sposati in Paesi dove essa è permessa. E forti polemiche avevano suscitato le dichiarazioni del primate della Chiesa anglicana, Rowan Williams, favorevole all’adozione di alcune disposizioni della sharia.
GERMANIA
In Germania numerosi verdetti emessi dai tribunali tedeschi fanno riferimento a principi o consuetudini legate al diritto musulmano. Il 21 gennaio scorso, un giudice di Hannover ha respinto la richiesta di divorzio di una donna tedesca sposato con un egiziano che minacciava di uccidere la figlia diciassettenne stuprata: «I musulmani hanno una diversa concezione dello stupro. Semmai vanno rieducati sul fatto che lo stupro non è adulterio». Un altro giudice di Essen ha stabilito, il 2 marzo 2009, che le allieve musulmane in Germania non possono essere costrette a partecipare alle lezioni di nuoto o a studiare la teoria dell’evoluzione «perché sono incompatibili con la loro religione». In un altro caso un giudice di Dortmund, citando un brano del Corano, ha stabilito che un padre musulmano può picchiare la figlia quindicenne che si rifiuta di indossare il velo, senza essere punito. Un giudice di Francoforte ha fatto riferimento ad un passaggio nel Corano che dà diritto a un marito di picchiare la moglie in quanto «sia la moglie che il marito sono musulmani». L’avanzata della sharia non si limita ai tribunali. In una scuola tedesca il direttore ha fato istruzioni ai professori maschi di non stringere la mano alle ragazze musulmane alla consegna dei diplomi. Spiegazione: «Nell’islam è illecito».
OLANDA
Il teatro Zuidplein di Rotterdam, Olanda, ha accolto un mese fa la richiesta di un comico marocchino di riservare le prime cinque file alle donne, in nome della sharia. Il comico è noto per la sua opposizione all’integrazione dei musulmani nelle società occidentali. Il consiglio municipale ha difeso la sua scelta. «Secondo i nostri valori occidentali – si legge in un comunicato – la libertà di vivere la propria vita in funzione delle proprie convinzioni è un bene prezioso».
ITALIA
E anche in Italia il relativismo culturale e giuridico ha aperto varchi preoccupanti. Già nel 2003 una sentenza del tribunale di Bologna aveva riconosciuto indirettamente la poligamia per i musulmani che si sono sposati nei loro Paesi di origine, «essendo irrilevante il comportamento tenuto all’estero dallo straniero la cui legge nazionale riconosce la possibilità di contrarre più matrimoni». E nell’ottobre dell’anno scorsola Corte d’appello di Cagliari ha riconosciuto a un cittadino egiziano la legittimità del 'talaq', il ripudio che l’uomo compie verso la donna pronunciando tre volte una frase rituale davanti a un ufficiale del tribunale civile egiziano.
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