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« Torna agli articoli di Lorenza Formico
Le immagini del diciassettenne tunisino che grondante di sangue prova a scappare da chi lo ha ridotto in quello stato e nel mentre un uomo di colore lo raggiunge con un calcio in faccia e, steso a terra, continua ad infierire su di lui, a terra esanime, a suon di calci e pugni alla testa, prima di ricevere una bottigliata sul petto, hanno fatto il giro del mondo. Siamo nella Milano di Sala, la stessa che, in un remake delle famose violenze sessuali del capodanno di Colonia - quando 1200 ragazze divennero vittime di una gang di immigrati musulmani con la Merkel che nascose tutto sotto il tappeto e la stampa che continuava a ripetere, "se non avessero usato il profumo..." -, ha visto oltre una decina di ragazzine molestate da una banda di immigrati ben amalgamata tra egiziani, tunisini e cinque italiani di seconda generazione, (cioè figli di stranieri!), durante i festeggiamenti per l'inizio del nuovo anno. Tra i carnefici anche un diciottenne irregolare e già colpito da un decreto di espulsione e un quindicenne sbarcato come minore non accompagnato.
Siamo ancora nella Milano patinata quando, poco prima di Natale, due marocchini di 22 e 28 anni vengono arrestati dalla polizia per aver rapinato un ventiseienne disabile in carrozzina e una donna che aveva provato ad aiutarlo mentre lo aggredivano alla fermata della metro. Ed è stato da poco condannato, invece, il trentenne di origini libiche irregolare, con diversi precedenti e un ordine di abbandonare l'Italia in tasca, ma mai eseguito, che aveva violentato una donna a Segrate, alle porte di Milano, nell'ascensore di casa. Sono alcuni spunti di una cronaca italiana sempre più violenta, ma che necessita di una cornice.
UN REATO SU TRE È COMMESSO DA EXTRACOMUNITARI
Negli ultimi tre decenni il numero di immigrati in Italia è aumentato di otto volte passando da 625 mila a 5 milioni. Gli stranieri compongono il 32% della popolazione carceraria italiana. I dati diffusi dal Ministero della Giustizia raccontano, quindi, che un terzo del totale dei reati è commesso da extracomunitari. Secondo il rapporto Antigone, in alcune strutture si arriva anche al 78% di presenza straniera, come a Milano. A Le Vallette di Torino e a Rebibbia e a Regina Coeli il tetto della presenza di stranieri sfonda, invece, abbondantemente il 60%.
Secondo le statistiche del Dap, il 20% degli stranieri è in carcere per spaccio, il 10% per reati legati alla prostituzione, il 9% per lesioni colpose, l'8% per omicidio, altrettanti per falsificazione di atti, il 6% per furti o rapine. Il 27% dei femminicidi del 2021 ha visto come responsabile un immigrato.
Il maggior numero di denunce nei confronti di stranieri è stato annotato per i cittadini marocchini: 33.865, pari al 12,91% di quelle riferite agli stranieri ed al 4,12% del totale nazionale, 821.181. Anche per quel che concerne le rapine i marocchini sono in testa alla classifica degli stranieri con 1.745 denunciati sul totale di 6.870. Sono in seconda e terza posizione, invece, per le rapine in abitazione che vedono romeni e albanesi in testa.
Gli ultimi dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell'Interno rielaborati dal Sole24ore raccontano che nei primi sei mesi del 2021, gli stranieri hanno commesso il 59% dei furti con destrezza in Italia, il 54% dei furti negli esercizi commerciali e il 52% di rapine in pubblica via. Per le violenze sessuali siamo al 39%, per i reati di droga al 36%, minacce o percosse al 25%. Gli stranieri sono stati poi protagonisti del 20% degli omicidi volontari e colposi, truffe e riciclaggio di denaro sporco.
Secondo l'ultimo rapporto Ismu al 1° gennaio 2021 gli stranieri presenti in Italia sono 5.756.000, quindi l'8,45% della popolazione residente che commette il 30% dei reati con una propensione al crimine quattro volte superiore rispetto agli italiani.
EMERGENZA MINORI
I più recenti dati Istat a disposizione indicano che i minori non comunitari tra i 14 e i 17 anni sono il 9% di tutta la popolazione. Percentuale risibile che, però, commette il 65% degli scippi, il 50,2% dei furti, il 48,1% delle rapine, il 47,7 delle violenze sessuali e il 40,4% delle percosse.
Nel solo biennio 2020/2021, le segnalazioni riferite a minori denunciati o arrestati in Italia hanno fatto registrare un aumento del 14,22%. Ed è straniero il 45,71% dei minori denunciati o arrestati, sono gli immigrati di seconda generazione.
Al 30 giugno 2022, il 31% dei detenuti nelle carceri italiane è straniero, nel 1991, erano il 15,13%. Il 27,4% degli stranieri è dentro per reati contro il patrimonio, il 30,9% per reati contro la persona e il 31,5% per droga.
I dati, riportati nel XIII rapporto dell'associazione Antigone sulle condizioni di detenzione, raccontano di una crescita del numero degli stranieri presenti nelle carceri italiane che, a partire dai primi anni '90, ha subito un aumento implacabile. Tra i detenuti stranieri la percentuale dei migranti irregolari, riportata dal suddetto rapporto si attesta tra il 60 e l'80% a seconda del tipo di crimine e quasi tutti i migranti che commettono reati hanno dei precedenti.
Donne e ragazze molestate e violentate in mezzo alla strada. Agenti e carabinieri aggrediti e minacciati con coltelli. Ragazzine maltrattate e uccise dai propri familiari per aver sposato lo "stile italiano" troppo lontano da quello islamico. Baby gang di immigrati che imperversano e una cronaca che ogni giorno si fa più feroce. È parte dell'effetto collaterale di un'immigrazione incontrollata.
Le periferie delle grandi città si sono trasformate in polveriere pronte a esplodere. Al termine del lockdown, la scorsa primavera, avevano fatto clamore le maxirisse di Roma, dove quasi ogni settimana si affrontavano centinaia di giovanissimi. S'era provato a liquidare l'emergenza come un momentaneo effetto indesiderato di coprifuoco e quarantena. Ma quando il 15 gennaio, nella città dormitorio alle porte di Torino, 80 giovanissimi di Torino si sono scontrati contro una gang di oltre 100 immigrati nordafricani provenienti dal vicino quartiere di di Barriera di Milano, considerato quasi come la banlieue di Torino, s'è smesso per un po' di girare intorno all'argomento.
Alle spalle del progetto del nuovo stadio Inter e Milan ormai c'è un'enclave islamica, è la Molenbeek di Milano dove si vedono donne in burqa, spacciatori, ricettatori con la merce in vista, egiziani, marocchini. Ci sono i minimarket con le insegne in arabo, e l'altoparlante che richiama alla preghiera. Proprio come nei quartieri islamizzati di Londra e Berlino.
CRONACA DELLE ULTIME SETTIMANE
A sfogliare velocemente la cronaca si scopre un'Italia in piena emergenza sicurezza. Lo scorso 2 giugno, cinque adolescenti sono state molestate sul treno per Peschiera da una banda di immigrati al grido di, "Siete bianche, qui (sul treno ndr) non dovete stare".
Pochi giorni fa, a Cagliari uno cuoco di 60 anni si è imbattuto in un gruppo di immigrati che lanciavano decine di bottiglie di vetro contro la chiesa di sant'Agostino, edificio del XVI secolo. L'uomo non è riuscito a trattenersi e ha redarguito il gruppo di giovani stranieri: l'hanno accerchiato e pestato. Per lo chef tre costole rotte e trauma toracico. Ne è stato preso solo uno della banda, un ventiquattrenne africano con regolare permesso di soggiorno residente a Quartu Sant'Elena, città confinante con Cagliari.
A Napoli, dopo circa tre mesi dai fatti, è stato da pochi giorni diffuso il video delle telecamere di videosorveglianza dell'aggressione tra porta Capuana e la stazione centrale, nella zona del Vasto. Si vede un ragazzo che cammina quando due ragazzi di chiara origine africana, in una tecnica che sembra ben rodata, lo pestano e derubano completamente.
Era il 25 luglio, quando quattro ragazzi, due tunisini e due egiziani, hanno abusato sessualmente di una ragazzina fragile ospite all'interno di una struttura gestita da un'associazione no profit.
Ed è di ancora pochi giorni fa, la notizia di un venticinquenne di origini nordafricane ritrovato nei boschi dell'Alto varesotto con le braccia spezzate, i segni delle frustate sulla schiena e un orecchio amputato. A infliggergli le atroci punizioni sarebbero stati tre pusher marocchini della "Cupola della droga", un'organizzazione criminale operativa nella zona di Varese. I tre boss sono stati tutti arrestati: tutti irregolari sul suolo italiano, infliggevano ai sottomessi delle punizioni corporali in caso di lavoro mal svolto e a ogni eventuale tentativo di ribellione. Ad Agrigento un tunisino è finito finalmente in carcere dopo essere entrato ed uscito di galera per tre volte di fila in pochi giorni.
Ancora la scorsa settimana, alcuni ragazzi sul lungo molo di Viareggio sono stati derubati da un marocchino che durante il tragitto verso il commissariato ha continuato a dare in escandescenza colpendo con calci i vetri dell'auto della Polizia, danneggiandoli pesantemente.
Lo scorso fine settimana un quindicenne era in giro con gli amici a Napoli, quando, improvvisamente, un immigrato di colore lo ha colpito ferocemente all'addome con un coltello: è in prognosi riservata e non si sa se sopravvivrà.
I dati e la cronaca (molto più profonda e cupa di quel che si può raccontare) scattano una precisa fotografia del Belpaese. L'Italia, certo, non è ancora la Francia degli arrondissement ostaggio degli immigrati musulmani dove la polizia non entra più e nemmeno postini e ambulanze, ma i tempi iniziano ad essere piuttosto maturi.
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