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« Torna agli articoli di Marco Respinti

In Costa Rica c'è un uomo che si fa chiamare con nome di donna, «Nataly Monge Brenes», perché è transgender. A 22 anni è finito in carcere non per avere rubato una mela, ma con una condanna a sei anni per abusi sessuali su minori. Inizialmente era stato rinchiuso nel carcere La Reforma, che però è maschile. Lì ha lamentato ripetuti stupri da parte dei detenuti maschi. Ha quindi chiesto, sentendosi donna, e, dopo ricorsi e ricorsi, ottenuto il trasferimento in un altro carcere, stavolta femminile, El Buen Pastor a San Rafael Arriba de Desamparados, nella provincia di San José. Ci è arrivato il 4 gennaio 2019. Ora, nel febbraio 2020 lì ha picchiato con una mazza e cercato di violentare una detenuta femmina, Quesada Hernández. Già prima dell'aggressione si era mostrato nudo alle detenute femmine e persino, nel bagno, in atti di autoerotismo.
Davvero strani questi maschi che si sentono femmine e che però, al momento buono, usano la propria virilità come un'arma contundente. Strano perché nessuno s'indigna, strano perché nessuno grida allo scandalo, strano perché nessuno osa dire che è tutto solo una pagliacciata pazzesca. Morale, «Nataly» è finito in isolamento.
Cose che capitano. Troppo spesso. In California ci sono circa 300 uomini che, sentendosi donna, chiedono il trasferimento in istituti di correzione per femmine. Sono tutti stupratori? Certo che no. Ma come si fa quantomeno a non condividere le paure delle donne che, rinchiuse in carcere, dovrebbero, dall'oggi al domani, condividere quegli spazi già di penitenza, irti di tutte le difficoltà e le gravità del caso, con chi anche solo potenzialmente potrebbe essere un violentatore?
Perché va di moda inquadrare sempre l'uomo come uno sciovinista che, appena può, abusa delle donne, tranne nel caso in cui, magicamente, un maschio dica di sentirsi femmina? Perché nel nostro mondo oramai tutto è privacy tranne ciò che la privacy la merita davvero?
Casi come questi si ripetono e tornano. Vengono raccontati e ripetuti apposta. Noi apposta li raccontiamo e li ripetiamo. Perché, se l'ideologia è cieca per definizione, occorre che qualcuno apra al più presto gli occhi sulla realtà delle cose.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.
PRIMA STORIA GAY NEI SIMPSONS
Mr Smithers è un personaggio della serie Simpsons. Fin dal 1990 era stato ritratto come gay, ma che non voleva uscire alla scoperto. Fece coming out nel 2016 ed ora un'intera puntata è stata dedicata alla sua relazione gay.
Prima della messa in onda della puntata la sinossi recitava: ""Smithers trova il vero amore con un famoso stilista, ma la sua nuova relazione distruggerà Springfield?"
Lo sceneggiatore della serie Rob LaZebnik ha rivelato di essere stato ispirato nello scrivere questa puntata da suo figlio omosessuale Johnny.
Quest'ultimo ha dichiarato al New York Post di essere elettrizzato dal fatto che la storia d'amore gay fosse centrale in quella puntata.
Un altro esempio di completa normalizzazione dell'omosessualità.
(Gender Watch News, 25 novembre 2021)
PROGETTO DI LEGGE PER CAMBIO DI SESSO A 12 ANNI
Il Governo svedese ha presentato al Parlamento un nuovo disegno di legge per consentire il cambio legale di genere a partire dai 12 anni. Il ministero svedese degli affari sociali ha infatti introdotto un nuovo disegno di legge che permetterà il cambio legale di genere nel registro nazionale della popolazione ai bambini.
Secondo la proposta choc sarà richiesto solo il consenso del loro tutore per il cambiamento legale di genere e nessun esame o visita medica da parte delle autorità sanitarie sarà necessario. La Federazione svedese per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali (RFSL), un'organizzazione non-profit fondata nel 1950, ha salutato la proposta come un importante passo avanti per i diritti delle persone transgender.
L'emittente nazionale SVT ha riferito, citando il ministro degli affari sociali Lena Hallengren del partito socialdemocratico, che: "È importante che l'individuo possa vivere nel genere e nell'identità che ha. Quando si parla di cambiare l'identità di genere nel registro della popolazione, questo cambio non può essere condizionato agli interventi chirurgici o sui propri genitali". Il ministro ha ipotizzato che è difficile prevedere se le richieste di cambio di genere aumenteranno una volta che la legge sarà implementata.
Il limite di età per il trattamento medico di correzione del genere rimarrà a 18 anni. La chirurgia, tuttavia, non richiederà un permesso da parte del Consiglio Nazionale della Salute e del Welfare. Invece, i medici locali condurranno i test necessari. La Hallengren ha sottolineato l'importanza della comunicazione e del rapporto tra il paziente e il team medico.
Tutto ciò avviene in un paese dove il numero di ragazze che cercano un cambio di sesso è esploso drammaticamente. Nel 2008, 28 ragazze tra i 10 e i 19 anni hanno ricevuto cure per la disforia di genere, secondo il National Board of Health and Welfare. Nel 2017, un decennio dopo, sono state 'trattate' 536 ragazze della stessa fascia d'età. Numerosi rapporti di medici e genitori testimoniano che un gran numero di loro si pente dell'intervento e in alcuni casi ha persino tentato, purtroppo con successo, il suicidio. Nemmeno davanti ai drammatici numeri della realtà, cioè le tantissime vite distrutte, i profeti dei dogmi LGBT si fermano.
(Provita & Famiglia, Luca Volontè, 26 novembre 2021)
PER LE POSTE NORVEGESI BABBO NATALE È GAY
Le poste norvegesi hanno lanciato uno spot, di quasi 4 minuti e di altissima qualità, dove Harry, un signore di mezz'età, nella notte di Natale incontra Babbo Natale a casa sua. Anno dopo anno l'incontro si ripete: i due si parlano, ridono, scherzano. Tra un incontro e l'altro Harry piange la separazione da Babbo Natale. Finché un anno Harry scrive a Babbo Natale dicendo che in quel Natale come regalo vorrebbe solo lui, proprio Babbo Natale. In quell 25 dicembre suonano alla porta: è il servizio postale che vuole consegnare dei pacchi a Harry. Questi torna in soggiorno, mesto per il fatto che quell'anno Babbo Natale non avesse portato lui i doni, ed ecco che trova proprio Babbo Natale che gli dice che per quell'anno ha voluto chiedere un aiuto alle poste. Poi tra i due scocca un bacio appassionato. Infine la scritta: "Nel 2022, la Norvegia festeggia i 50 anni da quando si può amare chi si vuole". Infatti dal 1972 l'omosessualità è diventata legale in Norvegia
Lo spot sporca la poesia e la magia del Santo Natale da sempre associate anche alla figura di Babbo Natale (parimenti lo stesso sarebbe avvenuto, sebbene in grado minore, se Babbo Natale avesse baciato una donna). Però il messaggio pro gay passa purtroppo in modo assai efficace perché lo spot è confezionato benissimo, con atmosfere di grandissima suggestione e di forte impatto emotivo.
Harry appare sino alla fine come un eterosessuale che poi si converte all'omosessualità spinto da un sincero affetto – così viene rappresentato – per Babbo Natale. Un affetto che vince quello che nutre per i familiari presenti nello spot a cui vuole bene in modo autentico ma non tanto quanto Babbo Natale.
A margine ma non troppo: ci ricordiamo che il Natale è una festività cristiana? Come conciliare lo spirito di questo spot con lo spirito Cristiano?
(Gender Watch News, 30 novembre 2021)
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