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« Torna agli articoli di Rino Cammilleri
I cosiddetti social network sono una buona cosa? Sono come la stampa, bellezza: tutto dipende dall'uso che se ne fa. Uno spazio in cui scrivere è una benedizione se chi ci scrive è il saggio, una jattura se vi mette mano l'imbecille. Questa serena riflessione è scaturita dall'ultima novità-scandalo (si fa per dire) lanciata dai social, ripresa e rilanciata dai media, amplificata fino a copertura mondiale da questi ultimi. Si tratta di questo: nella scuola australiana Blakfriars di Adelaide c'è, nel cortile, una statua che raffigura un Santo nell'atto di offrire un pane a un bambino. I «blackfriars» nel mondo anglosassone sono i domenicani, «frati neri» per via del colore del mantello.
SAN MARTÍN DE PORRES
Nulla di strano che nel cortile di quella scuola ci sia l'effigie di un Santo O. P., appartenente cioè all'Ordine dei Predicatori (questo il nome ufficiale dei domenicani). Sarebbe san Martín de Porres, un santo del XVI secolo che visse in Perù ed aveva la caratteristica di essere mulatto: era figlio infatti di un hidalgo spagnolo e di una schiava nera liberata. Martín de Porres, nato a Lima nel 1579 da don Juan de Porres e Ana Velázquez, e morto a sessant'anni nel 1639, fece l'apprendista barbiere-cerusico prima di entrare nell'unico convento domenicano del Perù. Poiché non aveva studiato lo misero a fare i lavori più umili. Infatti, la sua rappresentazione più classica lo vede con in mano una scopa di saggina. O mentre, col dito alzato, ammaestra i topi.
Sì, perché tra i molti suoi carismi aveva anche quello di farsi capire - e ubbidire - dagli animali. Poiché i topi facevano danno in dispensa e nel granaio, lui prese l'abitudine di farli radunare in un angolo del giardino per mangiare quel che lui dava loro, senza che recassero disturbo. Divenne così famoso che anche il Viceré veniva a cercare i suoi consigli. Ma lui rimase sempre umile e al suo posto. E' invocato anche contro la peste, perché curò da solo l'intero convento quando il morbo arrivò a Lima. Fondò anche un collegio per istruire i bambini poveri, e forse a questo si ispira la statua di Adelaide.
L'OCCHIO DEL PERVERSO VEDE PERVERSIONE ANCHE DOVE NON C'È
Ora, il problema è questo: il pane che la statua porge al bambino è un sfilatino allungato e, data l'altezza del bambino, questo panino si situa proprio in corrispondenza del basso ventre del Santo. Naturalmente, ci vuole un occhio lubrico per vedere nel complesso statuario un richiamo pedofilo, ma abbiamo già detto, a proposito del saggio e dell'imbecille, come stanno le cose. La lucerna del corpo è l'occhio, dice il Vangelo, ma se l'occhio è malato... Infatti, nessuno aveva fatto caso a questa speciale lettura (diciamo così) cui la statua offriva il fianco. Il preside e lo staff della Blackfriars quando hanno commissionato la statua (made in Vietnam: forse da qui la sua particolare stilizzazione) non ci hanno visto niente di particolare, perciò l'hanno piazzata nel cortile e pace. Ma non avevano fatto i conti con chi ha guardato la foto su internet.
Eh, quantunque la pagnotta rechi sopra quattro scanalature diagonali (perciò si vede eccome che si tratta di pane), il Santo la porge a un bambino che gli arriva all'inguine. In effetti, dopo che vi hanno suggerito questa particolare lettura, allora sì che vedete la statua pedofila. Ma solo dopo che qualcuno ve l'ha messo in testa. Vabbè, data la risonanza planetaria, la statua è stata coperta con un sacco nero, in attesa di ulteriori decisioni. Correggerla, comunque, è facile, basta uno scalpellino. L'insegnamento che deve trarsi da tutta questa vicenda è il seguente: bisogna camminare con una mano davanti e l'altra dietro, perché la circospezione non basta mai. Attenti ai social, dunque. Non ve ne faranno passare liscia una.
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